IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Diego Corapi Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 30/11/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Mediante il ricorso del 12 marzo 2012, il ricorrente ha affermato: -che avrebbe ottenuto dalla banca resistente lo sconto di quattro cambiali, aventi l importo di 1.500,00 ciascuna -che, in particolare, la prima di tali cambiali sarebbe stata scontata il 15 dicembre 2008, la seconda il 14 gennaio 2009, la terza e la quarta il 16 marzo 2009; -che dopo due anni, la banca restituente avrebbe tuttavia preteso la restituzione degli importi delle suddette cambiali, sostenendo che esse sarebbero rimaste insolute; -che con una lettera raccomandata a.r., anticipata via fax, l avvocato del ricorrente avrebbe comunicato alla banca resistente che egli non sarebbe stato intenzionato a restituire le suddette somme, dal momento che non sarebbero stati svolti i necessari accertamenti bancari; Pag. 2/8

2 -che, riscontrando la suddetta lettera, la banca resistente avrebbe risposto che, non essendo prevista alcuna verifica sulla qualità del credito al momento dello sconto di una cambiale, l importo a suo tempo scontato sarebbe stato comunque addebitato al correntista; -che, a seguito dello sconto delle suddette cambiali, la banca resistente avrebbe dovuto quanto meno tentare la riscossione dei rispettivi crediti cartolari, levando il protesto o procedendo in via esecutiva nei confronti del trattario; -che, nel caso di specie, mancherebbe la prova che la banca resistente abbia provveduto in tal senso, o che abbia anche solo intimato al trattario di adempiere; -che la banca si sarebbe semplicemente limitata ad affermare che le suddette cambiali sarebbero rimaste insolute, senza fornire alcun riscontro probatorio; -che, a fronte dello storno degli importi che aveva accreditato a titolo di storno, la banca resistente non avrebbe neppure restituito al ricorrente le suddette cambiali, non consentendogli così di esercitare le azioni di recupero del credito cartolare. Ciò posto, il ricorrente ha chiesto: -che la banca sia condannata alla restituzione in suo favore della somma di 6.000,00, oltre alle spese legali. La banca ha resistito al ricorso, affermando: -che il ricorrente sarebbe stato cliente della banca fino al 12 aprile 2012; -che mediante la distinta del 20 giugno 2008, il ricorrente avrebbe presentato al dopo incasso cinque cambiali, aventi un importo complessivo di 7.500,00; -che, a fronte della presa in carico delle suddette cambiali, la banca avrebbe inviato al ricorrente la conferma della loro presentazione al dopo incasso ; -che la prima di tali cambiali, avente scadenza il 31 agosto 2008, sarebbe stata restituita alla banca resistente con l annotazione del protesto e il suo importo sarebbe stato stornato dal conto corrente del ricorrente l 11 novembre 2011; Pag. 3/8

3 -che le cambiali aventi le scadenze del 30 settembre 2008, del 31 ottobre 2008 e, rispettivamente, del 30 novembre 2008 sarebbero risultate insolute e, di conseguenza, il loro importo sarebbe stato stornato dal conto corrente del ricorrente il 2 marzo 2011; -che la cambiale avente la scadenza del 31 dicembre 2008, sarebbe risultata insoluta e il suo importo sarebbe stato stornato dal conto corrente del ricorrente il 15 aprile 2009; -che l operato della banca non sarebbe in alcun modo censurabile, tanto meno riguardo alle cambiali con scadenza 31 agosto 2008 e 31 dicembre 2008, per le quali gli storni sarebbero stati eseguiti in tempi ragionevoli; -che la problematica sollevata dal ricorrente andrebbe pertanto circoscritta alle restanti tre cambiali, aventi un importo complessivo di 4.500,00; -che, in relazione ai suddetti effetti cambiari, il ritardo dello storno sarebbe dovuto anche al fatto che le rimesse di addebito sarebbero state inoltrate alla banca resistente soltanto nel mese di maggio del 2010; -che le cambiali di cui si tratta sarebbero state accreditate sul conto corrente del ricorrente salvo buon fine, come emergerebbe chiaramente dalle comunicazioni inviate al ricorrente per ciascuna di esse; -che il rischio dell insolvenza del trattario graverebbe pertanto sul ricorrente; -che ciò sarebbe espressamente preveduto dal contratto di conto corrente stipulato tra le parti, e in particolare dal suo art. 5, 5 comma [rectius: art. 4, 5 comma], il quale prevederebbe la facoltà della banca di riaddebitare gli importi in qualsiasi momento, in caso di mancato incasso; -che non sarebbe stato neppure leso un qualche affidamento del ricorrente sul pagamento delle suddette cambiali, poiché la prima di esse è stata tempestivamente restituita al ricorrente, dopo che era stato elevato il protesto; -che, in ogni caso, non sarebbe stato in alcun modo provato che il danno lamentato sia stato cagionato dalla comportamento della banca resistente, anziché dalla rischiosità dei titoli di credito che erano stati presentati dal ricorrente; Pag. 4/8

4 -che, al fine di ottenere il risarcimento del danno lamentato, il ricorrente avrebbe dovuto dimostrare di aver definitivamente perduto la possibilità di ottenere il pagamento dal trattario a causa di un comportamento colposo della banca resistente; -che il ricorrente non avrebbe dato alcuna prova di un eventuale tentativo di recupero del credito nei confronti del trattario; -che, alla data di chiusura del conto corrente del ricorrente, esso avrebbe avuto un saldo debitorio di 4.892,03, che non sarebbe stato tuttavia pagato alla banca resistente. Ciò posto, la banca resistente ha chiesto: -che l ambito della controversia sia ridotto alle cambiali aventi le scadenza del 30 ottobre 2008, del 31 novembre 2008 e, rispettivamente del 31 dicembre 2008, con la conseguente diminuzione del petitum da 6.000,00 ad 4.500,00; -che il ricorso sia rigettato perché infondato, mancando la prova del danno lamentato dall attore. Diritto In quanto mandataria all incasso delle cambiali presentate dal ricorrente, la banca resistente era obbligata a informare tempestivamente il ricorrente del mancato pagato di tali titoli di credito (art. 1711, 1 comma, c.c.), restituendoglieli affinché potesse esercitare le azioni cartolari e causali finalizzate a ottenere il loro pagamento da parte del trattario (art. 1713, 1 comma, c.c.). A tale proposito, si deve altresì considerare che, trattandosi di obbligazioni assunte nell esercizio della propria attività professionale, la banca avrebbe dovuto adempierle con la diligenza tecnica di cui all art. 1176, 2 comma, c.c., la quale deve essere valutata con particolare rigore, perché è «qualificata dal maggior grado di prudenza e attenzione che la connotazione professionale dell agente consente e richiede» (Cass. civ., sez. I, 24 settembre 2009, n ). Per quanto riguarda in particolare le cambiali aventi le scadenze del 30 novembre 2008, del 31 ottobre 2008 e, rispettivamente, del 30 novembre Pag. 5/8

5 2008, non risulta che il loro mancato pagamento sia stato comunicato al ricorrente prima del 2 marzo L invio di una lettera raccomandata a.r. al ricorrente, che è stato affermato dalla banca resistente (p.2 delle controdeduzioni), non è stato in alcun modo provato. Riguardo alle medesime cambiali, la banca non ha inoltre neppure allegato, né tanto meno provato di averle restituite al ricorrente, il quale ha specificamente affermato a p. 3 del proprio ricorso di non averle affatto ricevute. Anche ai sensi dell art. 115, 1 comma, c.p.c., mancando una specifica contestazione da parte della banca resistente (v. decisione ABF, Collegio di Roma, n. 23 del 2010), deve pertanto ritenersi accertato che i medesimi titoli di credito non siano stati restituiti al ricorrente. Ma anche per quanto riguarda le restanti cambiali che erano state presentate dal ricorrente (ossia, la prima e l ultima in ordine di scadenza), per le quali la banca resistente ha affermato che i riaddebiti sarebbero «stati eseguiti in tempi assolutamente ragionevoli» (p. 2 delle controdeduzioni), non è stata data la prova della restituzione al ricorrente, e tanto meno della sua tempestività. È pertanto accertato che le obbligazioni assunte dalla banca in virtù del mandato all incasso a essa conferito dal ricorrente non sono state diligentemente adempiute. Venendo ora al danno lamentato dal ricorrente, si deve rilevare che esso non può essere identificato nella perdita della somma di denaro che costituisce l importo complessivo delle cambiali di cui si tratta, non sussistendo alcuna prova che il trattario non abbia effettivamente provveduto al pagamento (v. decisioni ABF, Collegio di Roma, n. 938 del 2011 e n. 28 del 2010), né che il ricorrente abbia definitivamente perduto il diritto di esigerlo (v. decisione ABF, Collegio di Napoli, n. 604 del 2011). Si deve tuttavia rilevare che la mancata restituzione delle cambiali di cui si tratta al ricorrente ha determinato la sua temporanea impossibilità di pretendere l adempimento dal trattario, in quanto «tutte le azioni esperibili dal titolare di un credito cambiario [ ] richiedono il possesso del titolo di credito sia per promuovere un giudizio di cognizione fondato sul rapporto sottostante all emissione del titolo, sia per dare inizio ad una esecuzione Pag. 6/8

6 forzata o per intervenire in un procedimento esecutivo promosso da altri creditori» (decisione ABF, Collegio di Roma, n. 28 del 2011). In ogni caso, il ritardo ingiustificato con il quale il ricorrente è stato informato dalla banca che tali cambiali erano insolute ha fatto gravare su di lui il rischio di una diminuita probabilità di soddisfacimento del suo credito. Il pregiudizio subìto dal ricorrente deve pertanto individuarsi non nella perdita del suo credito (la quale non è stata provata), ma in quella di opportunità di recuperare rapidamente e con minore dispendio di energie e oneri economici il credito portato dalle cambiali di cui si tratta (decisione ABF, Collegio di Milano, n. 281 del 1991). Poiché tale danno non può essere provato nel suo preciso ammontare (art c.c.), questo Arbitro ritiene equo che sia quantificato in 1.500,00, tenuto conto dell importo delle cambiali di cui si tratta e del lungo tempo trascorso dal loro mancato pagamento da parte del trattario. Quando alla domanda di risarcimento del danno patrimoniale costituito dalle spese legali sostenute dal ricorrente a titolo di compenso dell avvocato che lo ha assistito innanzi a questo Arbitro, essa deve essere accolta in applicazione dei principî di diritto che sono stati formulati nella decisione ABF, Collegio di coordinamento, n del In mancanza di una prova specifica dell importo di tali spese legali sostenute dal ricorrente, e tenuto conto dell attività difensiva effettivamente svolta dal suo difensore, si ritiene equo liquidare tale danno in 150,00. In accoglimento del ricorso, la banca resistente è condanna al pagamento di 1.500,00 a titolo di risarcimento del danno, oltre a rivalutazione monetaria e interessi legali dal 1 gennaio 2009 (individuato in via equitativa) fino al pagamento. La banca resistente è condannata inoltre al pagamento di 150,00 a titolo di risarcimento del danno, oltre a rivalutazione monetaria e interessi legali dal giorno dell 8 aprile 2011 (presentazione del reclamo) fino al pagamento. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al Pag. 7/8

7 ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 8/8