IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Michele Maccarone Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato da C.N.C.U. nella seduta del 22/03/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO I ricorrenti hanno affermato che: -nel settembre del 2011 avrebbero richiesto alla banca resistente un finanziamento, al fine di acquistare un immobile; -mediante la nota del 20 settembre 2011, inviata il 21 settembre 2011, la banca resistente avrebbe loro comunicato che l istruttoria aveva avuto un esito positivo e che era stato pertanto deliberato di erogare il finanziamento richiesto alle seguenti condizioni: a) importo di ,00 in un unica soluzione; b) durata di 30 anni, con il pagamento di 360 rate mensili (3 costanti e 357 variabili), comprensive di quota capitale e interessi; c) tasso di interesse per i primi tre mesi pari all Euribor annuo a tre mesi, alla quotazione di due giorni lavorativi antecedenti alla stipula e arrotondato allo 0,05 superiore, aumentato di uno spread dell 1,00%; d) tasso di interesse successivo variabile pari all Euribor annuo a tre mesi, alla quotazione di due giorni lavorativi antecedenti all inizio di ciascun trimestre e arrotondato allo 0,05 superiore, aumentato di uno spread dell 1,00%; Pag. 2/9

2 -nella suddetta nota sarebbe stato altresì precisato che l accettazione da parte dei ricorrenti avrebbe comportato l obbligo di stipulare il contratto di mutuo ipotecario mediante atto pubblico; -sarebbe stato inoltre precisato che la banca resistente avrebbe dovuto dare immediata comunicazione per iscritto di eventuali variazioni del mercato monetario e creditizio, nel qual caso i ricorrenti avrebbero potuto rinunciare al perfezionamento del contratto; -facendo affidamento sullo spread dell 1,00% comunicato loro dalla banca resistente, il 21 settembre 2011 i ricorrenti avrebbero stipulato un contratto preliminare di compravendita immobiliare, versando contestualmente al promittente venditore la somma di ,00 a titolo di caparra confirmatoria; -il 27 ottobre 2011, essi si sarebbero recati presso la banca resistente per la stipulazione del contratto definitivo di compravendita e di quello di mutuo; - stipulato alle ore 15:30 il contratto di compravendita, alle ore 15:45 (ossia, subito prima di stipulare quello di mutuo) essi avrebbero appreso dal direttore della filiale che sarebbe stato applicato lo spread del 2,40%, anziché quello dell 1,00% che era stato comunicato loro nella nota di cui si è detto; -avendo poco prima stipulato il contratto definitivo di compravendita, di fatto essi sarebbero stati dunque costretti a stipulare anche quello di mutuo, sebbene le condizioni economiche fossero state unilateralmente modificate in peius dalla banca resistente; -il comportamento della banca resistente avrebbe pertanto impedito loro di attivarsi per trovare sul mercato offerte migliori di finanziamento; -in particolare, la banca resistente avrebbe violato l obbligo di comunicare tempestivamente la variazione del tasso d interesse e avrebbe tenuto un comportamento contrario alla buona fede e alla correttezza contrattuale; -la banca resistente stessa avrebbe ammesso di non aver informato i ricorrenti tempestivamente e per iscritto; -essa sarebbe pertanto obbligata a risarcire il danno cagionato ai ricorrenti, il quale sarebbe costituito dallo squilibrio contrattuale che essi avrebbero subìto a causa del difetto di informazione; -tale danno dovrebbe essere quantificato in ,00, pari alla differenza tra gli interessi dovuti dai ricorrenti a seguito della variazione dello spread e quelli che Pag. 3/9

3 essi avrebbero dovuto in base allo spread loro comunicato nella nota del 20 settembre Ciò premesso, i ricorrenti hanno chiesto che: -sia accertata la responsabilità della banca resistente a titolo di responsabilità contrattuale ovvero precontrattuale; -la banca resistente sia condannata al pagamento di ,00 a titolo di risarcimento del danno. La banca ha resistito al ricorso, affermando che: - il ricorrente sarebbe il nipote di un dipendente di un altra società del gruppo e pertanto gli sarebbero state applicate le condizioni economiche più favorevoli che la banca riserva appunto ai congiunti dei suoi dipendenti; - il 25 agosto 2011, dopo aver presentato il modulo denominato Domanda di mutuo ipotecario, debitamente compilato e sottoscritto anche dalla moglie, quale cointestataria del rapporto, il ricorrente avrebbe sottoposto alla banca resistente alcuni quesiti; - nel suddetto modulo sarebbe stato chiaramente spiegato che, per sua natura, il tasso d interesse variabile sarebbe destinato a mutare in relazione all andamento del mercato; - ciò varrebbe anche per il tasso d interesse comunicato nel periodo precedente alla stipulazione del contratto di finanziamento, tanto più che esso dovrebbe intendersi come meramente indicativo e soggetto a eventuali variazioni conseguenti all andamento del mercato; - il 30 agosto 2011, sarebbe stata inviata ai ricorrenti una lettera di intenti, mediante la quale la banca resistente avrebbe comunicato la disponibilità a erogare loro un finanziamento di ,00 a titolo di mutuo ipotecario, rimborsabile in 30 anni, con il pagamento di 360 rate, alle condizioni della Convenzione Nazionale Mutuo First tasso variabile, le quali sarebbero riservate ai congiunti dei dipendenti; in particolare, sarebbe stato comunicato ai ricorrenti che sarebbe stato applicato lo spread dell 1,00%; - il 20 settembre 2011, conclusosi l iter deliberativo interno, la banca resistente avrebbe consegnato ai ricorrenti la lettera di concessione, che essi avrebbero sottoscritto per accettazione e riconsegnato all agenzia il giorno seguente; Pag. 4/9

4 - nel 2011, la situazione economica mondiale sarebbe stata tuttavia caratterizzata da un peggioramento imprevedibile e significativo, il quale non avrebbero consentito alla banca resistente di erogare i finanziamenti alle condizioni già proposte ai propri clienti; - in particolare, la suddetta Convenzione per i congiunti dei dipendenti sarebbe stata modificata il 21 ottobre 2011, prevedendo che, con decorrenza dal 24 ottobre 2011, lo spread applicabile fosse aumentato al 3,50%, ferma restando l applicazione di uno sconto del 1,10% per i congiunti dei dipendenti; - il ricorrente sarebbe stato tempestivamente informato di tale variazione, tanto per telefono quanto per iscritto, sempre mediante il suo congiunto che è dipendente della banca stessa; - il 27 ottobre 2011, prima del rogito notarile, l avvocato del ricorrente sarebbe stato ricevuto presso l agenzia della banca resistente e, in tale circostanza, gli sarebbero state nuovamente comunicate le condizioni economiche che la medesima banca avrebbe potuto applicare ai ricorrenti; - tali condizioni economiche avrebbero comunque costituito una deroga di favore rispetto a quelle usualmente applicate dalla banca resistente alla propria clientela, le quali avrebbero previsto uno spread del 3,50%; - non sussisterebbe alcuna prova, neppure indiziaria, del danno lamentato dai ricorrenti. Ciò posto, la banca resistente ha chiesto che le domande proposte dal ricorrente siano rigettate in quanto infondate. DIRITTO Si deve premettere che, fermi restando i divieti posti dalla legge (segnatamente per quanto riguarda l usura), la determinazione del tasso d interesse, e più in generale delle condizioni economiche di un contratto di finanziamento, rientra nella libertà privata delle banche e non è pertanto suscettibile di alcun sindacato di merito da parte di questo Arbitro. Ciò non toglie che la banca debba pur sempre comportarsi secondo buona fede nei confronti dei propri clienti, tanto nella fase delle trattative e della formazione dell accordo (art c.c.), quanto in quella della sua esecuzione (art. 1175, 1366 e 1375 c.c.). Mediante la nota del 20 settembre 2011, inviata ai ricorrenti il 21 settembre 2011 (e allegata al ricorso come doc. 5), la banca resistente aveva comunicato Pag. 5/9

5 loro uno spread dell 1,00% (come peraltro essa ammette espressamente nelle controdeduzioni, p. 2). Nella medesima nota è sì precisato che, «qualora intervengano variazioni nell andamento del mercato monetario e creditizio», la banca resistente «si riserva il diritto di modificare, prima dell atto notarile, le condizioni economiche previste nella presente ovvero di sospendere o differire la stipulazione del mutuo», ma è anche espressamente aggiunto che «in tali ipotesi detta Banca ne darà comunicazione scritta al cliente che potrà rinunciare al perfezionamento del contratto». È pacifico tra le parti che nessuna comunicazione del genere sia stata inviata per iscritto ai ricorrenti, e in ogni caso tale fatto non è stato provato dalla banca resistente. La banca resistente ha tuttavia obiettato di aver tempestivamente comunicato l intervenuta modificazione della Convenzione Nazionale Mutuo First tasso variabile al congiunto del ricorrente che lavora alle sue dipendenze (p. 2 delle controdeduzioni), depositando altresì il testo di alcuni messaggi di posta elettronica del 25 ottobre 2011 (allegati alle controdeduzioni come doc. 7). Tale difesa non può essere tuttavia accolta da questo Arbitro. In primo luogo, dai suddetti messaggi di posta elettronica si evince chiaramente che non fu affatto la banca a prendere l iniziativa di effettuare la suddetta comunicazione, ma fu piuttosto il congiunto del ricorrente a richiedere informazioni sulle condizioni economiche che sarebbero state applicate al nipote (e alla coniuge di quest ultimo, cointestataria del finanziamento), risultando così implicitamente (ma inequivocabilmente) che esse non gli erano state comunicate dalla stessa banca. Si deve inoltre mettere in rilievo che, rispondendo a tale richiesta informativa, e contrariamente a quanto ha affermato innanzi a questo Arbitro (p. 2 delle controdeduzioni), la banca resistente non ha comunicato alcuna variazione della Convenzione Nazionale Mutuo First tasso variabile, ma si è limitata (peraltro in via assai informale) a dare notizia del nuovo spread maggiorato che aveva deciso di applicare al futuro contratto di finanziamento dei ricorrente, senza dare minimamente conto del motivo che avrebbe giustificato tale variazione rispetto a quanto comunicato ai ricorrenti mediante la propria nota del 20 settembre Pag. 6/9

6 Peraltro, quest ultima nota prevedeva chiaramente che, come si è già detto, la comunicazione di cui si tratta dovesse essere inviata per iscritto al cliente, e non a un suo congiunto, per quanto dipendente della banca resistente. Nella medesima nota, risulta chiaramente indicato il luogo di domicilio dei ricorrenti ai quali essa è stata indirizzata e al quale avrebbero essere indirizzate pertanto anche le successive comunicazioni scritte della banca resistente, non risultando che, ai sensi dell art. 47 c.c., i medesimi ricorrenti abbiano espressamente eletto per iscritto un diverso domicilio speciale. In ogni caso, anche indipendentemente dalla mancanza della comunicazione di cui si tratta, resta il fatto che «le variazioni [ ] nell andamento del mercato monetario e creditizio», in base alla quale la banca resistente vorrebbe giustificare la propria modificazione unilaterale dello spread già comunicato ai ricorrenti, era un fatto notorio già al giorno della sottoscrizione e della presentazione della domanda di finanziamento (25 agosto 2011), ma soprattutto a quello in cui fu loro inviata dalla banca resistente la nota di cui si è più volte detto (21 settembre 2011). In particolare, e contrariamente a quanto sostenuto dalla banca resistente innanzi a questo Arbitro, nel periodo compreso tra la data di sottoscrizione della domanda di mutuo (25 agosto 2011) e la data di stipulazione del contratto (27 ottobre 2011), l andamento dell Euribor a tre mesi (ossia, il parametro di indicizzazione del tasso d interesse prescelto dalle parti contraenti) è rimasto sostanzialmente inalterato. Ribadito che la nota del 20 settembre 2011 espressamente e inequivocabilmente subordina la variazione del tasso d interesse proposto dalla banca resistente all ipotesi in cui «intervengano variazioni successive nell andamento del mercato monetario e creditizio», si deve rilevare che, nel caso di specie, non si è verificato alcun evento del genere. Secondo le decisioni già prese da questo Arbitro in casi analoghi (decisioni ABF, Collegio di Roma, n del 2012 e n del 2010), si deve pertanto ritenere che la banca resistente abbia violato il dovere di buona fede nella fase delle trattative e della formazione dell accordo e sia incorsa così nella responsabilità precontrattuale di cui all art c.c. Venendo ora alla domanda di risarcimento del danno, si deve premettere che: «La violazione dei doveri d informazione del cliente e di corretta esecuzione delle Pag. 7/9

7 informazioni, che la legge pone a carico dei soggetti autorizzati alla prestazione dei servizi d investimento finanziario, può dar luogo a responsabilità precontrattuale, con conseguente obbligo di risarcimento dei danni, ove tali violazioni avvengano nella fase precedente o coincidente con la stipulazione del contratto d intermediazione destinato a regolare i successivi rapporti tra le parti» (Cass. civ., sez. un., 19 dicembre 2007, n , e già Cass. civ., sez. I, 29 settembre 2005, n ). In tali ipotesi, «il risarcimento del danno deve essere commisurato al minor vantaggio, ovvero al maggior aggravio economico prodotto dal comportamento tenuto in violazione dell'obbligo di buona fede, salvo che sia dimostrata l'esistenza di ulteriori danni che risultino collegati a detto comportamento da un rapporto rigorosamente consequenziale e diretto» (Cass. civ., sez. un., 19 dicembre 2007, n , e già Cass. civ., sez. I, 29 settembre 2005, n ). Accertato pertanto che la banca resistente è incorsa nella responsabilità precontrattuale di cui all art c.c., questo Arbitro la condanna a titolo di risarcimento del danno al pagamento della somma di denaro pari alla differenza tra gli interessi complessivamente dovuti dai ricorrenti applicando al loro contratto di finanziamento lo spread attuale del 2,40% e quelli che essi avrebbero dovuto, qualora a tale contratto fosse stato applicato lo spread dell 1,00%, il quale era stato loro comunicato dalla banca resistente nella fase delle trattative. La condanna inoltre al pagamento degli interessi legali su detta somma, con decorrenza dal giorno del reclamo. P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE Pag. 8/9

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