Decisione N del 03 aprile 2017

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1 Decisione N del 03 aprile 2017 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) ORLANDI (MI) SANTONI (MI) BONGINI Presidente (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) TINA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore TINA Nella seduta del 22/12/ dopo aver esaminato l istanza di correzione del dispositivo della decisione n /16 del 29/11/2016 presentata dall intermediario resistente - viste le vigenti Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari FATTO E DIRITTO L intermediario resistente ha proposto rituale istanza di correzione della decisione n /2016 del settembre 2016 ritenendo il contenuto delle motivazioni allegate, non ( ) corrispondere alla materia contestata dalla ricorrente nel suo ricorso. Al riguardo, il Collegio rileva che, per mero errore materiale, al ricorso presentato dalla ricorrente è stata associata una decisione differente da quella effettivamente corrispondente alla controversia tra le parti, che si riproduce integralmente qui di seguito: FATTO Nell ottobre 2014, la ricorrente decideva di chiudere il proprio conto corrente attivo presso l intermediario resistente, per aprirne uno nuovo presso un altro intermediario; in tale occasione, avviava le pratiche necessarie per il trasferimento dell accredito della propria pensione. In 09/02/2015, recatasi presso gli uffici dell intermediario resistente per chiudere il conto corrente, la ricorrente riscontrava il mancato accredito della pensione del mese di gennaio. Effettuate le necessarie verifiche sia presso il nuovo intermediario che presso l Inps, la ricorrente riceveva conferma dall ente previdenziale dell accredito della pensione presso l intermediario resistente anche per il mese di febbraio. Con reclamo del 20/03/2015, la ricorrente lamentava, quindi, il mancato accredito della pensione e il comportamento poco collaborativo dell intermediario resistente. Non avendo ricevuto alcun riscontro dall intermediario resistente, la ricorrente ha presentato ricorso Pag. 2/3

2 Decisione N del 03 aprile 2017 all ABF, con il quale ha chiesto l accredito della somma di 3.800,00 ( ) relativa ai pagamenti della pensione dei mesi di gennaio/febbraio/marzo/aprile/maggio, oltre le spese per il procedimento quantificate in Euro 150,00. Con le proprie controdeduzioni, l intermediario resistente ha precisato quanto segue: - la ricorrente ha presentato istanza di chiusura del c/c il 10/02/2015, chiedendo che il saldo venisse accreditato presso il nuovo intermediario; - dal mese di gennaio 2015 la pensione non era stata più accreditata presso l intermediario resistente, come dimostrava l interrogazione dell agenda Inps a cui avevano accesso tutti gli intermediari bancari: dalla stessa emergeva, infatti, la corretta canalizzazione della pensione presso il nuovo conto a partire dal 1 gennaio DIRITTO La controversia sottoposta all esame del Collegio attiene al mancato accredito della pensione lamentato dalla ricorrente nei confronti dell intermediario resistente, in seguito all estinzione del rapporto di conto corrente in essere con il medesimo intermediario. Il Collegio rileva, anzitutto, come dalla stessa documentazione prodotta dalla ricorrente risulta che, in relazione alla pensione erogata dall INPDAP, alcune delle mensilità richieste dalla ricorrente (gennaio-febbraio-marzo 2015) sono state accreditate sul conto corrente attivato presso il nuovo intermediario. Con riferimento, invece, alle altre mensilità oggetto del ricorso e a quelle relative alla pensione erogata dall INPS, in seguito a specifica richiesta del Collegio, l intermediario resistente ha prodotta copia delle inquiry effettuate dallo stesso intermediario presso le agende dell INPS e dell INPDAP, da cui, per il periodo di riferimento (gennaio-maggio 2015), risulta quale conto corrente di accredito delle prestazioni previdenziale il conto attivato dalla ricorrente presso il nuovo intermediario. Alla luce delle evidenze documentali in atti, le richieste della ricorrente, prive comunque di adeguato supporto probatorio, non possono, pertanto, trovare accoglimento. Il Collegio non accoglie il ricorso. PQM Il Collegio accoglie, pertanto, l istanza di correzione, intendendosi che la decisione oggetto di correzione è sostituita da quella sopra riprodotta. Il Collegio accoglie l istanza di correzione. PER QUESTI MOTIVI IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 3/3

3 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LAPERTOSA (MI) CERINI (MI) STELLA Presidente (MI) RICCI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) TINA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) TINA Nella seduta del 13/09/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Il 27 settembre 2013, la ricorrente stipulava con l intermediario resistente un contratto di mutuo. Il tasso di interesse risultava fisso e pari al 2,50% fino al 24 mese del piano di ammortamento, termine oltre il quale sarebbe diventato variabile e pari a un parametro di riferimento concordato più uno spread del 3,10% a partire dal 25 mese del piano di ammortamento. Constatando che, scaduto il periodo promozionale, il tasso di interesse sarebbe stato pari al 5,21%, a maggio 2015 la ricorrente chiedeva una rinegoziazione del tasso per le rate successive alla 24 e l intermediario proponeva un tasso fisso del 3,20%. La ricorrente accettava immediatamente la proposta, ma l intermediario non vi dava alcun seguito. A settembre 2015 l intermediario proponeva al ricorrente un tasso fisso del 4,03%. La ricorrente riteneva di non accettare la proposta. Il 10 settembre 2015 la ricorrente presentava reclamo. Nel riscontrare il reclamo, l intermediario proponeva allora un tasso del 3,89%. Insoddisfatto del riscontro ricevuto dall intermediario resistente, la ricorrente ha presentato ricorso all ABF, con il quale, ritenendo di aver subito un danno in conseguenza dell ingiustificato protrarsi delle trattative di rinegoziazione ed avendo immediatamente accettato la proposta formulata a maggio Pag. 2/4

4 2015, ha chiesto l accertamento del suo diritto di ottenere una rinegoziazione al tasso del 3,20%. Con le proprie controdeduzioni, l intermediario resistente ha precisato quanto segue: - il 27 settembre 2013 la ricorrente stipulava un contratto di mutuo, con tasso di interesse fisso al 2,50% fino al 24 mese del piano di ammortamento e, successivamente, variabile con uno spread del 3,10%; - a maggio 2015 la ricorrente chiedeva una rinegoziazione del tasso per le rate successive alla 24 e l intermediario gli proponeva un tasso fisso del 3,20%. A causa di disguidi interni e di documentazione presentata inizialmente in modo carente le negoziazioni si protraevano. A settembre 2015 l intermediario proponeva al ricorrente un tasso fisso del 4,03%. La ricorrente riteneva di non accettare la proposta; - dalle verifiche effettuate, è emerso che a luglio 2015 l intermediario comunicava al ricorrente che il tasso iniziale agevolato del 2,50% era stato prolungato in automatico per altri 12 mesi. Alla data del 9 marzo 2016 tale tasso risulta ancora applicato al finanziamento. Da ciò discende che la ricorrente non ha subito alcun danno in relazione alla durata delle trattative per la rinegoziazione del mutuo. La sua pretesa risulta pertanto infondata. DIRITTO La controversia sottoposta all esame del Collegio attiene alla modificazione del tasso di interesse del contratto di mutuo concluso dal ricorrente con l intermediario resistente, a seguito della rinegoziazione richiesta dal primo. Al riguardo, giova ricordare che, come più volte osservato da questo Collegio, nel nostro ordinamento non esiste un obbligo di erogare credito in forza del quale l ABF possa sostituirsi ad un intermediario per valutare la convenienza di un operazione e per imporre la concessione di un finanziamento. Parimenti ( ) la modifica delle condizioni contrattuali non può essere imposta a nessuna delle parti e la rinegoziazione risulta quindi possibile solo quando intermediario e debitore sono concordi sulle variazioni da apportare. In altri termini, non sussiste un diritto alla rinegoziazione a favore del mutuatario, fatto salvo il solo caso dei mutui a tasso variabile per l acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell abitazione principale (v. tra le molte, Collegio di Milano, decisione n /2012). Ciò premesso, il ricorso presentato dal ricorrente non può trovare accoglimento. Nonostante la fase di rinegoziazione sia stata caratterizzata, come lamentato dal ricorrente, da ritardi dovuti all intermediario resistente non sempre giustificati, sulla base della documentazione prodotta dalle parti e dello stesso scambio di corrispondenza intercorso tra le parti non è possibile ravvisare il perfezionamento di una modifica delle condizioni contrattuali del finanziamento in essere e relativa, in particolare, al tasso di interesse; sulla base dei principi sopra richiamati, non è, pertanto, possibile procedere ad alcuna modifica delle condizioni contrattuali del rapporto in essere tra le parti. Le stesse comunicazioni cui fa riferimento la ricorrente contengono, del resto, dati e valori tra di loro non univoci, delineando, quindi, un quadro di incertezza che non consente di ritenere raggiunto sul punto un chiaro e preciso accordo (per di più formale) tra le parti. A ciò si aggiunga che, sulla base della documentazione prodotta dall intermediario resistente, al 9 marzo 2016 il tasso di interesse applicato al finanziamento concluso dal ricorrente risulta ancora essere pari al 2,50%, con la conseguenza che, oltre a non essere evidentemente ravvisabile alcun danno in capo al ricorrente per ritardo nella (comunque non raggiunta) rinegoziazione del tasso di interesse, lo stesso ricorrente non ha, in ogni caso, alcun Pag. 3/4

5 interesse a richiedere, per il medesimo periodo, una modifica (recte, aumento) del tasso al 3,20%. Il Collegio non accoglie il ricorso. PER QUESTI MOTIVI IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 4/4