[Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Avv. Alessandro Leproux Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 21/06/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Il ricorrente in data 8/8/2005 contrae con la resistente un mutuo a 25 anni di ,00 caratterizzato da tasso variabile e rata fissa. Ex agente di Polizia ora in pensione, fa presente che percepisce mensilmente una pensione netta di circa 950, insufficiente a sostenere le spese economiche correnti familiari; lamenta che nel 2002 la sua pensione era più alta, pari a circa euro e che nel tempo si è ridotta a circa euro. Sull importo netto percepito pesa inoltre un onere di rimborso di altro prestito per circa 300 euro mensili, che riduce ulteriormente le disponibilità economiche. Fa presente altresì di essere stato collocato in pensione, dopo circa 30 anni di servizio presso la Polizia di Stato, per inabilità. Ciò premesso, afferma di trovarsi in difficoltà economiche nel Pag. 2/6

2 mantenere la propria famiglia e nel continuare a pagare le rate del mutuo (circa 530 euro mensili). In conclusione, il ricorrente chiede che sia disposta la sospensione del pagamento delle rate del mutuo e l attivazione di una delle misure previste per le famiglie in difficoltà (Fondo di solidarietà ABI/MEF o Piano Famiglie). Nel corpo del ricorso risulta anche formulata una richiesta di rinegoziazione del mutuo. Con memorie integrative, lamenta inoltre di essere stato iscritto prima in Crif come cattivo pagatore e poi nella centrale dei rischi come posizione a sofferenza. Nelle controdeduzioni, l intermediario riferisce che il ricorrente ha stipulato un mutuo nel 2005 a tasso variabile e rata fissa; nel 2011, in più occasioni, il ricorrente ha chiesto la rinegoziazione del mutuo facendo presente di avere delle difficoltà ad onorare regolarmente il pagamento delle rate del mutuo a causa della diminuzione del suo reddito pensionistico e per ulteriori sopravvenute difficoltà familiari. Nonostante la tipologia di mutuo stipulata dal ricorrente non rientrasse, per caratteristiche, tra quelli previsti dall art. 3 del DL 93/2008 e dalla Convenzione ABI/MEF del 19/6/2008 (tasso e rata variabili) la banca, con lettera del 7/6/2011, chiedeva al cliente la documentazione reddituale al fine di valutare la domanda di rinegoziazione. Il cliente reiterava altre due volte la sua istanza e l intermediario ribadiva la richiesta di documentazione. Infine, in data 24/11/2011 la banca comunicava al ricorrente di non poter accogliere le sue richieste: quanto alla rinegoziazione del mutuo, poiché il prodotto (tasso variabile, ma rata fissa) non presentava le caratteristiche previste dalle disposizioni in materia di rinegoziazione; quanto alla sostituzione dello stesso, in quanto il ricorrente presentava una negativa valutazione del merito creditizio, dovuta alla complessiva esposizione contratta col sistema bancario, senza dubbio eccedente le capacità di rimborso in relazione al reddito prodotto. Ad aggravare la posizione del ricorrente vi era inoltre il fatto che le rate del mutuo successive a quella del 31/10/2011 non venivano pagate. Il 16 novembre 2011 il ricorrente chiedeva la sospensione del pagamento delle rate del mutuo prevista dal piano Famiglie ABI, ma la richiesta non veniva accolta in quanto il ricorrente non presentava nessuno dei requisiti richiesti (cessazione del rapporto di lavoro, sospensione dal lavoro, morte o non autosufficienza). Inoltre, in data 24 febbraio 2012 la banca comunicava al ricorrente l impossibilità di accedere al Fondo di Solidarietà istituito dal MEF, anche in questo caso per difetto dei requisiti richiesti. Al riguardo, fa presente in via riassuntiva che : Pag. 3/6

3 - la rinegoziazione, prevista dal D.L.93 /2008, art.3, e dalla convenzione stipulata nel giugno 2008 tra MEF e ABI, solo per i mutui con tasso e rata variabile per l'intera durata del contratto, non era applicabile al mutuo contratto dal ricorrente, trattandosi, come sopra specificato, di mutuo a tasso variabile, ma a rata fissa; - un'eventuale sostituzione si sarebbe tra l'altro tradotta, nel caso di specie, in un onere ancora maggiore per il ricorrente tanto che la banca, nella doverosa valutazione del merito creditizio, comunque rientrante nella sua discrezionalità, non ha ritenuto di poterla applicare, vista anche l'esposizione complessiva del ricorrente verso il sistema bancario e finanziario; - la sospensione di pagamento delle rate di mutuo, prevista ai sensi del "Piano Famiglie ABI non è praticabile per la mancanza dei requisiti previsti, come sopra precisati; lo stesso dicasi per l'accesso al Fondo di Solidarietà istituito dal Ministero dell'economia e delle Finanze ai sensi dell'art.2, commi 475 e ss. della legge 244 del 24/12/2007 e del DM n. 132 del 21/6/2010. In conclusione, l intermediario chiede che il ricorso sia respinto in quanto infondato. DIRITTO Le domande proposte nel ricorso, che appare particolarmente elaborato e corredato da una notevole mole di documenti in allegato, si possono riassumere nella richiesta di sospensione del pagamento delle rate di mutuo, cui si aggiunge una richiesta di rinegoziazione del mutuo stesso. Non si evidenzia, invece, la formulazione di una specifica domanda su asserite iscrizioni pregiudizievoli in banche dati creditizie, peraltro non documentate. Affrontando, in primo luogo, l esame della domanda di rinegoziazione del mutuo, benché la domanda stessa non appaia formulata in modo chiaro e circostanziato, si osserva che, in linea di principio, non sussiste un diritto del cliente alla rinegoziazione del mutuo, la quale presuppone una ridefinizione consensuale tra le parti (banca e cliente) del contenuto negoziale (v. al riguardo Dec. di questo Collegio n.3189 del 12/6/2013). Tuttavia, si può individuare un ipotesi di rinegoziazione obbligatoria nei casi previsti dall art.3 del decreto-legge n.93/2008 (convertito con legge n.126/2008), che trova applicazione solo con riferimento a mutui a tasso variabile e rata variabile, finalizzati all acquisto, alla costruzione o alla ristrutturazione dell abitazione principale, stipulati in Pag. 4/6

4 data antecedente alla data di entrata in vigore del su citato decreto. Senonché, nella fattispecie, la banca afferma che non sussiste un diritto alla rinegoziazione trattandosi di mutuo a tasso variabile, ma a rata fissa. In verità, tale assunto non risulta documentato, in quanto nell art.3 del relativo contratto è stabilito che gli interessi sono calcolati a tasso, fisso o variabile a scelta del mutuatario, che verrà fissato, unitamente alle modalità e termini del rimborso, in sede di stipulazione dei suddetti atti (il riferimento è ai c.d. atti di quietanza, di cui tuttavia non risulta che la banca abbia prodotto copia). Il ricorrente, da parte sua, non ha documentato una realtà diversa da quella esposta dalla banca, né ha contestato specificamente che la rata del mutuo sia variabile e non costante nel tempo, diversamente da quanto afferma la banca convenuta. Ne consegue che la domanda di rinegoziazione formulata dal ricorrente non può essere accolta, per mancanza dei requisiti di legge. Passando all esame della domanda di sospensione del pagamento delle rate del mutuo, si osserva che il ricorrente ha invocato l applicazione dell accordo ABI/MEF (cioè tra l Associazione bancaria e il Ministero dell economia), noto anche come Piano famiglia. L ambito di applicazione del richiamato Accordo esclude tuttavia i mutui a tasso variabile, rata fissa, durata variabile, per cui, già sotto questo profilo, deve ritenersi che il mutuo contratto dal ricorrente sia annoverabile tra quelli esclusi. Inoltre, per l accesso ai benefici dell Accordo è previsto che sia verificata la sussistenza di una serie di eventi, tra i quali la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (esclusa la risoluzione consensuale per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità), la morte o l insorgenza di condizioni di non autosufficienza. Ora, il ricorrente afferma di essere in pensione a causa di una inabilità, ma nonostante le ripetute richieste formulate dalla banca convenuta, non ha prodotto documentazione idonea a comprovare che sussista una delle condizioni previste dal citato Piano famiglia per l ammissione alla sospensione delle rate del mutuo. In particolare, non risulta aver prodotto la documentazione reddituale che la banca gli ha chiesto per poter valutare comunque un eventuale rinegoziazione del mutuo, limitandosi a enunciare una situazione di difficoltà economica, che di per sé non appare idonea all applicazione dei benefici richiesti. Pertanto, sulla base delle considerazioni su esposte, il Collegio ritiene che il ricorso non possa essere accolto. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6