COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) GAMBARO (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) CONTINO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) ESTRANGEROS Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) ESTRANGEROS Nella seduta del 26/09/2013 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente lamenta nei confronti della propria Banca, presso la quale intrattiene un rapporto di conto corrente, la mancata elevazione del protesto su due titoli (un titolo cambiario ed un assegno bancario) tempestivamente dalla medesima presentati per l incasso. In particolare, con reclami del 5 settembre e del 28 settembre 2012, tempestivamente riscontrati dall intermediario, e con altro reclamo privo di data (riscontrato dall intermediario in data 10 marzo 2013) e, quindi, con ricorso datato 30 aprile 2013 e pervenuto alla Segreteria dell ABF il 15 maggio 2013, la ricorrente osserva di aver ricevuto da un azienda cliente, a fronte della fornitura di materiale elettrico, una cambiale di euro ,43 (con scadenza il 26 giugno 2012) e un assegno bancario per euro ,60 (datato 6 agosto 2012). Osserva altresì che, nonostante la tempestiva presentazione per l incasso dei titoli (presso la filiale dell intermediario presso cui intratteneva un rapporto di conto corrente), in un caso, il titolo cambiario, rimasto non pagato, non veniva protestato a causa del ritardo con cui la banca trattaria (rappresentata da altra filiale dell intermediario convenuto) aveva provveduto alla trasmissione al Notaio della cambiale; nell altro caso, l assegno bancario, Pag. 2/6

2 tratto su intermediario diverso dal convenuto, anch esso non pagato per assenza di provvista, non veniva protestato dalla banca trattaria. Osserva la ricorrente come, a causa della mancata elevazione dei protesti sui suddetti tioli, la medesima abbia proceduto alla presentazione di un ricorso per decreto ingiuntivo per azionare i titoli, con conseguente aggravio di costi. In considerazione di quanto sopra, la ricorrente chiede all ABF, in via principale, il riconoscimento del proprio diritto risarcitorio in misura pari al mancato pagamento dei crediti portati dai titoli [ ] per l' importo complessivo di Euro ,03 ; in via subordinata, il risarcimento dei danni in via equitativa in misura non inferiore ad Euro ,00 comprensivi dei costi per la procedura monitoria intrapresa a causa del comportamento sopra meglio descritto, oltre alle spese della presente procedura. In uno con il ricorso, la ricorrente ha prodotto la seguente documentazione: all. 1 copia titolo cambiario 27 marzo 2012 con scadenza 26 giugno 2012 per euro ,43; all. 2 copia assegno bancario 7 agosto 2012 per euro ,60; all. 3. reclamo 5 settembre 2012; all. 4 riscontro intermediario 27 settembre 2012; all. 5. replica ricorrente 28 settembre 2012; all. 6 replica intermediario 18 ottobre 2012; all. 7 comunicazione 6 febbraio 2012 ricorrente / intermediario; all. 8 comunicazione intermediario / ricorrente 10 marzo 2013; all. 9 copia decreto ingiuntivo 4360 del 31 gennaio 2013 del Tribunale di Milano. L intermediario convenuto, con le controdeduzioni del 27 giugno 2013, quanto al titolo cambiario, riconosce che veniva presentat[o] in ritardo sicché la cambiale era quindi restituita insoluta ma non protestata. Quanto all assegno bancario, osserva che il medesimo veniva negoziato dalla ricorrente postdatato e che, pur regolarizzato fiscalmente, la Banca trattaria ne dichiarava la non protestabilità in quanto ritenuto irregolare. Precisa, altresì, in relazione a quest ultimo titolo, che nulla può essere fondatamente contestato, avendo l intermediario tempestivamente presentato per l incasso il titolo alla trattaria, che ha restituito il titolo insoluto e non protestato. Eccepisce altresì che, per entrambi i titoli, la ricorrente non risulta pregiudicata dalla mancata elevazione del protesto, essendo la ricorrente diretta beneficiaria dell obbligato principale e non dovendo, pertanto, agire in regresso. Precisa altresì con riguardo alla funzione deterrente del protesto che l obbligato principale risulta non aver provveduto al pagamento di cambiali sin dal 4 giugno 2012 e che, dunque, il danno lamentato dalla ricorrente non possa comunque valutarsi in termini equivalenti alle somme portate nei titoli. Essendo l obbligato principale al giugno 2012 già in liquidazione, già pluriprotestato ed evidentemente impossibilitato a far fronte ai propri (peraltro assai rilevanti) impegni economici, la domanda così come proposta dalla ricorrente determinerebbe l attribuzione in capo all intermediario del rischio di insolvenza dell emittente dei titoli. Osserva, infine, l intermediario come, contrariamente alla scelta operata dalla ricorrente di azionare i crediti portati dai titoli in via giudiziale tramite ricorso per decreto ingiuntivo, in realtà, per "il combinato disposto dell'art. 474 cpc e dell'art. 55 RD 1736/1933 ( ) la legge riconosce all'assegno bancario (ndr: il discorso vale anche per la cambiale) il valore di titolo esecutivo per il capitale e gli accessori. Sulla base di tali premesse, l intermediario chiede il rigetto delle domande della ricorrente. In uno con le controdeduzioni, l intermediario ha prodotto la seguente documentazione: all. 1 tabulato ricerca titoli negoziati in relazione all assegno bancario per cui è causa; all. 2 comunicazione del 30 luglio 2012, avente ad oggetto la restituzione dell assegno bancario per mancanza fondi; all. 3 visura protesti dell obbligato principale emittente i titoli per cui è causa. Pag. 3/6

3 DIRITTO Il Collegio è chiamato a pronunciarsi sulle domande aventi ad oggetto il mancato protesto dei titoli dedotti dalla ricorrente (un titolo cambiario per euro ,43 ed un assegno bancario, con regolarizzazione fiscale intervenuta a valere quale pagherò cambiario, per euro ,60), entrambi tempestivamente presentati all incasso presso l intermediario convenuto. Quanto al titolo cambiario per l ammontare di euro ,43, la rappresentazione in fatto offerta dalla ricorrente appare specificamente confermata in sede di controdeduzioni dall intermediario, che riconosce che la cambiale, tempestivamente portata all incasso, veniva presentata (dalla banca trattaria per l elevazione del protesto: n.d.r.) in ritardo sicché la cambiale era quindi restituita insoluta ma non protestata. Essendo, nel caso di specie, la trattaria una filiale del medesimo intermediario convenuto, non v è dubbio che il riconosciuto ritardo da parte dell intermediario nella presentazione del titolo per l elevazione del protesto è a questi opponibile. Occorre preliminarmente osservare come l elevazione del protesto integri un diritto soggettivo del portatore del titolo ai sensi dell art. 51 del r.d. 14 dicembre 1933 n (da ora in poi, Legge Cambiaria), diritto ex lege condizionato alla regolarità del titolo (artt. 1 e ss. Legge Cambiaria) ed alla sua tempestiva presentazione per l incasso (art. 43 e ss. Legge Cambiaria). In tal senso recita l art. 72, comma 1, della Legge Cambiaria, che attribuisce al (solo) portatore la facoltà di accettare, in sostituzione del protesto, una dichiarazione di rifiuto dell accettazione o del pagamento, scritta e datata sulla cambiale o sul foglio di allungamento e firmata dal trattario. Tale dichiarazione sostitutiva assume gli effetti del protesto se sottoposta a registrazione. Ne consegue che il ritardo riconosciuto dall intermediario nella presentazione del titolo per l elevazione del protesto implica una violazione del mandato conferito dalla ricorrente all intermediario all atto della presentazione del titolo. D altra parte, l intermediario non ha neppure dedotto cause impeditive e/o di forza maggiore a giustificazione del riconosciuto ritardo a sé riferibile. Ciò posto, non appare condivisibile la difesa dell intermediario, per il quale nel caso di specie non sussisterebbe alcun nesso di causalità tra l assenza della levata del protesto ed il lamentato mancato pagamento del titolo. Tale difesa si fonda sul presupposto per il quale, nel caso di specie, essendo l emittente del pagherò cambiario l obbligato principale e diretto della ricorrente, nessun pregiudizio sarebbe derivato alla ricorrente per effetto della perdita dell azione di regresso, mantenendo la ricorrente l azione diretta nei confronti dell obbligato principale. Altresì osserva la ricorrente come, al momento della scadenza del titolo cambiario (il 26 giugno 2012), l obbligato principale risultasse già protestato per un valore complessivo di euro ,00. Essendo già pubblica l insolvenza del debitore principale, secondo l intermediario l elevazione del protesto riferita alla cambiale qui dedotta non avrebbe prodotto alcuna utilità suasiva nei confronti dell emittente. Come detto, tali deduzioni svolte dall intermediario convenuto non appaiono condivisibili. Secondo l orientamento consolidato di questo Collegio, peraltro confermato, da ultimo, dalla decisione n. 2567/2013 del Collegio di Coordinamento dell ABF, la pubblicazione del protesto (di cui all art. 2 l. 12 febbraio 1955 n. 77) è chiaramente finalizzata ad esercitare una pressione psicologica sul debitore per indurlo all adempimento, onde evitare il discredito derivante dalla pubblicità data al mancato pagamento del titolo. Ciò premesso, ritiene questo Collegio che il discredito sopra menzionato debba considerarsi legato non Pag. 4/6

4 solo all esistenza di protesti, ma anche al numero dei medesimi ed al valore complessivo delle somme protestate. Sulla base di tali premesse, appare altrettanto evidente che la pressione psicologica sul debitore, che deriva dalla elevazione di un nuovo protesto, che è tale da determinare un aggravamento della posizione del debitore arrecando al medesimo maggior discredito, non può ritenersi oggettivamente esaurita per il fatto che il debitore medesimo risulti già protestato. Se, pertanto, la presenza di protesti in capo al debitore non è idonea, come invece pretenderebbe l intermediario convenuto, ad escludere il nesso di causalità tra la colpevole omissione dell elevazione del protesto ed il danno determinato dalla mancata elevazione del protesto, è viceversa pacifico che di tale circostanza occorrerà tener conto nell ambito della valutazione dell entità del danno risarcibile ai sensi degli artt e 1226 del cod. civ. Come da consolidato orientamento di questo Collegio, il danno derivante dalla mancata elevazione del protesto va individuato nella perdita di opportunità di recuperare rapidamente e con minore dispendio di energie e oneri economici il credito portato dal titolo di cui si discute e quindi in termini di perdita di chance, per il quale sussistono tutti gli elementi oggettivi (Cass. N /2010) nonché il nesso causale ponendosi tale pregiudizio in rapporto causale diretto con le inadempienze dell intermediario (cfr. Decisione 2939/2013 Coll. di Milano e, in senso conforme, Decisione 1055/2013 e Decisione 1635/2011). Il Collegio, tenuto conto del fatto che, nel caso di specie, la mancata elevazione del protesto non determina la perdita dell azione diretta del portatore sull emittente del titolo e tenendo conto del fatto che l emittente del titolo, alla data di scadenza della cambiale in esame, risultava già protestato per il complessivo ammontare di euro ,00, in applicazione dell art cod. civ. liquida il danno nell ammontare pari al 10% del valore portato dal titolo e, dunque, nell ammontare di euro 1.897,60. Non accoglie viceversa l ulteriore richiesta della ricorrente volta ad ottenere la rifusione dei costi sostenuti per l azione monitoria dalla medesima promossa avanti il Tribunale competente, rilevando la fondatezza della difesa dell intermediario secondo cui il titolo cambiario non protestato costituisce titolo esecutivo ai sensi degli artt. 63 Legge Cambiaria e 474 cod. proc. civ. Quanto, infine, all altro titolo di euro ,60 (assegno bancario postdatato, regolarizzato fiscalmente in pagherò cambiario) ritiene il Collegio che, nel caso di specie, non possa ravvisarsi in capo all intermediario convenuto, negoziatore del titolo, una responsabilità per la mancata levata del protesto. Da un lato, risulta infatti confermata la difesa dell intermediario che riferisce alla banca trattaria, soggetto giuridico in questo caso diverso dall intermediario convenuto (cfr. all. 2 ricorrente e all. 1 intermediario), la condotta omissiva determinante la mancata elevazione del protesto. Dall altro, non risulta neppure dedotto da parte della ricorrente uno specifico comportamento negligente riferito all intermediario convenuto che abbia dato causa alla condotta omissiva della banca trattaria. Se è vero che la banca negoziatrice, in quanto mandataria del cliente, dovrebbe comunque svolgere le proprie incombenze nell interesse del medesimo al fine di mantenerne integre le ragioni, è tuttavia onere della parte che svolge la domanda (i.e. della ricorrente) individuare i (oltre che fornire la prova dei) fatti che la medesima pone a fondamento della propria domanda. Nel caso di specie la ricorrente non risulta aver dedotto, prima ancor che conferito prova di, condotte negligenti opponibili all intermediario. Per tale motivo, non può essere accolta la domanda della ricorrente siccome riferita all intermediario convenuto, volta a contestare a quest ultimo la mancata elevazione del protesto sul titolo sopra menzionato di euro ,60. Pag. 5/6

5 PER QUESTI MOTIVI Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso e dispone che l intermediario corrisponda la somma di 1.897,60 alla parte ricorrente. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla parte ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6