Decisione N. 336 del 14 gennaio 2016

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LAPERTOSA (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) CERINI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) GRECO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) ESTRANGEROS Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) ESTRANGEROS Nella seduta del 11/06/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente lamenta l applicazione da parte dell intermediario di commissioni non previste dal contratto, afferma la nullità ex art. 118 T.U.B. delle modifiche unilaterali e chiede la restituzione degli importi indicati in sede di ricorso con la valuta corretta. In particolare, con reclamo del 27 novembre 2014, riscontrato dall intermediario il 25 novembre 2014, e con successivo ricorso del 3 febbraio 2015, la ricorrente afferma quanto segue: - di intrattenere con l intermediario convenuto due rapporti di conto corrente n. xxxxx541 e n. xxxxx702, ai quali risulta associata una apertura di credito nonché fidi ed affidamenti e di contestare, a partire dal primo trimestre 2009, per entrambi i rapporti l applicazione illegittima di addebiti a titolo di commissione disponibilità fondi (CDF), commissione trimestrale di sconfinamento, spesa trimestrale di gestione sconfinamento, CIV e CMS, che non avevano alcun riscontro contrattuale. Che, per quanto concerne le CIV e le CDF, il documento prodotto dall intermediario è datato 8 febbraio 2013, con conseguente mancanza di giustificazione contrattuale per tutti gli addebiti precedenti a tale data. Precisa in ogni caso l illegittimità delle modalità con le quali la CIV risulta essere stata applicata. Pag. 2/6

2 - di non aver ricevuto alcuna informativa ai sensi dell art. 118 T.U.B. nel periodo precedente l applicazione di tali addebiti e, viceversa, di aver ottenuto la documentazione relativa ai rapporti, comunque rivelatasi insufficiente all applicazione di tali addebiti, solo a seguito della trasmissione del reclamo all intermediario. Sulla base di quanto sopra, in relazione ad entrambi i rapporti xxxxx541 e xxxxx702 la ricorrente chiede all ABF di accertare l assenza di accordo contrattuale che regolasse le Commissioni trimestrali gestione sconfinamento, Commissione disponibilità fondi, Commissione di istruttoria veloce e le CMS ; la nullità, ex art. 118 T.U.B. delle comunicazioni di modifica unilaterale del contratto, perché mai ricevute dal ricorrente e, conseguentemente, di ordinare la restituzione degli addebiti delle suddette somme, in quanto illegittimi. In uno con il ricorso, la ricorrente ha depositato la seguente documentazione: all. 1) Reclamo del 27/10/2014; all. 2) Riscontro del 25/11/2014; all. 3) Contratto di conto corrente del 13/12/2004, documento di sintesi e condizioni generali; all. 4) Contratto di conto corrente del 03/08/2009; all. 5) Comunicazione variazioni; all. 6) Richiesta di concessione di fido ad aziende del 14/03/2013; all. 7) Documento di sintesi dell 08/02/2013; all. 8) Documento di sintesi del 14/03/2013; all. 9) Richiesta di concessione fido ad aziende dell 08/02/2013; all. 10) Apertura di credito dell 08/02/2013; all. 11) Apertura di credito del 14/03/2013; all.ti 12-31) Estratti conto dal 31/03/2009 al 31/12/2013 conto corrente n. xxxxx541; all.ti 32 49) estratti conto dal 30/09/2009 al 31/12/2013 conto corrente n. xxxxxx002. L intermediario ha depositato le controdeduzioni il 30 marzo 2015, osservando quanto segue: - con riguardo al conto n. xxxxx541, di aver provveduto a consegnare, in sede di stipula, la copia del documento di sintesi, come specificamente approvato dalla stessa ai sensi dell art. 1341, c. 2. Quanto alla variazione della commissione di massimo scoperto, riconoscendo di non essere in grado di fornire prova della ricezione dei documenti di sintesi nei quali venivano indicate la variazioni contrattuali, di essere disponibile al rimborso della differenza addebitata. Quanto alla spesa trimestrale di gestione sconfini e della commissione disponibilità fondi, che la prima risultava essere stata modificata e la seconda introdotta con decorrenza 1 luglio 2009 con il documento di sintesi n. 18 del 14/05/2009. Quanto alla commissione di istruttoria veloce, che la medesima risultava essere stata introdotta con la comunicazione del 20/07/2012 e poi successivamente contrattualizzate come da documento di sintesi dell 08/02/2013 sottoscritto per accettazione dalla ricorrente; - che, per quanto concerne il conto corrente n. xxxxx702, richiamandosi a quanto affermato con riguardo all altro conto, i documenti recanti le condizioni contrattuali erano stati regolarmente consegnati alla ricorrente, come da dichiarazione della stessa in sede di conclusione del contratto. In ordine a tale rapporto contrattuale, precisa che non venivano mai applicate le CMS. Sulla base di quanto sopra, l intermediario chiede di respingere il ricorso e/o in subordine di ripristinare le condizioni pattuite in sede di accensione dei rapporti. In uno con le controdeduzioni, l intermediario convenuto ha depositato in atti la seguente documentazione: all.1) Risposta al reclamo; all.2) Contratto c/c n. xxxxx541; all.3) DDS n. 1 del 31/12/04; all.4) DDS n. 18 del 14/05/2009; all.5) Proposta modifica unilaterale del contratto; all.6) DDS apertura di credito in conto corrente n. xxxxx541-xxxxx702; all.7) Contratto c/c xxxxx702; all.8) DDS n. 1 del 25/09/2009. DIRITTO Pag. 3/6

3 La ricorrente contesta la illegittimità degli addebiti eseguiti su due rapporti di conto corrente (nn. xxxxx541 e xxxxx702) intrattenuti con l intermediario convenuto. In particolare, anche considerando la produzione degli estratti conto trimestrali riferiti a ciascun conto corrente, con riferimento al conto n. xxxxx541 il periodo oggetto di contestazione decorre dal 1 gennaio 2009 sino al 31 dicembre 2013 e con riferimento al conto n. xxxxx702 il periodo di contestazione decorre dalla data di sottoscrizione del contratto (agosto 2009) sino, egualmente, al 31 dicembre Le voci di addebito oggetto di contestazione sono le seguenti: (i) la commissione di massimo scoperto; (ii) la commissione trimestrale di sconfinamento; (iii) la commissione disponibilità fondi; (iv) la spesa trimestrale di gestione sconfini; la (iv) commissione di istruttoria veloce. Quanto alla commissione di massimo scoperto (sub i) ed alla commissione trimestrale di sconfinamento (sub ii) il contratto del 13 dicembre 2004 al quale è allegato il relativo documento di sintesi riferito al conto corrente n. xxxxx541 riporta le relative voci, prevedendo, per la commissione di massimo scoperto l aliquota dello 0,750% calcolato sulla punta massima di sconfinamento del saldo liquido verificatasi nell arco del trimestre e per la commissione trimestrale di sconfinamento l aliquota dello 1,10 per mille calcolato sulla punta massima di sconfinamento sui saldi liquidi nell arco del trimestre. Come già osservato da questo Collegio, anche anteriormente all entrata in vigore del d.l. 185/2008 e alla l. n. 2/2009 (che, come noto, ha disciplinato i limiti entro i quali la suddetta commissione può trovare applicazione) deve ritenersi nulla per causa illecita la commissione di massimo scoperto che, come nel caso di specie, preveda la sua applicazione anche su utilizzi entro il fido accordato e che, pertanto, non si limiti a remunerare la disponibilità di importi integranti lo scoperto di conto corrente. Sotto altro profilo la commissione in esame appare altresì e in ogni caso nulla ai sensi dell art cod. civ. per indeterminabilità dell oggetto ai sensi dell art cod. civ. posto che nulla viene specificato, nella descrizione contrattuale della commissione, in ordine ai termini ed alle modalità di sua applicazione che non consente di chiarire se per massimo scoperto si debba intendere il debito massimo che il conto corrente avrebbe raggiunto, anche in un solo giorno o, piuttosto, quello che si sarebbe prolungato per un periodo di tempo determinato, ovvero se tale debito dovesse essere calcolato sull importo complessivo degli utilizzi effettuati. Le considerazioni sopra svolta e riferite alla Commissione di Massimo Scoperto ben possono trovare applicazione anche in ordine alla commissione trimestrale di sconfinamento, che peraltro sembra avere il medesimo contenuto della CMS duplicando in tal modo la relativa remunerazione. Al di là della natura ricettizia delle successive comunicazioni trasmesse ai sensi dell art. 118 e volte a modificare le aliquote applicative delle suddette commissioni (comunicazioni di cui la ricorrente ha disconosciuto la ricezione e che l intermediario convenuto ha espressamente riconosciuto di non poter provare), in relazione al periodo temporale oggetto di esame da parte del Collegio, dall esame degli estratti conto prodotti in atti dalla ricorrente relativi al conto n. xxxxx541 risulta l illegittima applicazione della CMS per i primi due trimestri del 2009 i cui addebiti dovranno essere oggetto di rimborso. Non risulta viceversa intervenuta l applicazione della Commissione Trimestrale di Sconfinamento. Quanto al conto corrente xxxxx702, non risulta viceversa giammai intervenuta l applicazione da parte dell intermediario delle voci commissionali in commento, il che rende superfluo qualsivoglia ulteriore approfondimento. Quanto alla commissione disponibilità fondi (sub iii) ed alla spesa trimestrale di gestione sconfini (sub iv), in relazione al rapporto xxxxx541 l intermediario avrebbe provveduto alla sua introduzione con comunicazione non datata ma riportante il documento di sintesi n del 14 maggio 2009 trasmesso, come risulta dall intestazione, ai sensi dell art. 118 Pag. 4/6

4 del D.Lgs. 385/93 (cfr. all. 5 ricorrente). In considerazione del disconoscimento della ricezione di tale documento operato dalla ricorrente, e del riconoscimento da parte dell intermediario convenuto dell impossibilità di dare prova della circostanza, il contenuto negoziale del documento non può essere legittimamente opposto alla ricorrente e, già solo per tale motivo, i successivi addebiti eseguiti dall intermediario a titolo di commissione trimestrale di sconfinamento ed alla spesa trimestrale di gestione degli sconfini, debbono ritenersi illegittimi ed oggetto di rifusione da parte dell intermediario. In relazione al rapporto xxxxx702, si deve osservare come, a fronte della contestazione svolta dalla ricorrente relativa alla mancata previsione contrattuale di tali commissioni, l intermediario non abbia fornito in atti copia integrale del contratto prodotto solo nelle condizioni particolari e senza il deposito del relativo documento di sintesi (cfr. all. 7 intermediario). In mancanza dunque della prova documentale riferita alla pattuizione delle commissioni oggetto di contestazione, debbono ritenersi illegittimi ed oggetto di rifusione da parte dell intermediario anche gli addebiti eseguiti sul conto corrente xxxxx702 a titolo di commissione disponibilità fondi ed a titolo di spesa trimestrale di gestone sconfini. Deve peraltro osservarsi come l illegittimità degli addebiti relativi alle commissioni sopra individuate debba ritenersi essersi protratta, per entrambi i rapporti, sino al febbraio 2013, data in cui, in relazione ad entrambi i rapporti xxxxx541 e xxxxx702, risulta essere stata specificamente sottoscritta dalla ricorrente la richiesta di concessione di fido ad aziende nella quale vengono specificate le condizioni economiche applicate e, in particolare, la commissione disponibilità fondi per l aliquota trimestrale dello 0,50% a valere sul fido accordato (cfr. all. 6 intermediario). Ne consegue che da tale data, cioè a decorrere dal 8 febbraio 2013 e fino al 31 dicembre 2013, la commissione disponibilità fondi deve ritenersi del tutto legittimamente applicata dall intermediario. Quanto alla commissione di istruttoria veloce (sub v), in relazione al rapporto xxxxx702 l intermediario avrebbe provveduto alla sua introduzione con comunicazione non datata che riporta, appunto, l introduzione di tale commissione a decorrere dal 1 ottobre 2012 (cfr. all. 5 intermediario). In considerazione del disconoscimento della ricezione di tale documento operato dalla ricorrente, e del riconoscimento da parte dell intermediario convenuto dell impossibilità di dare prova dell invio e della ricezione della comunicazione da parte della ricorrente, il contenuto negoziale del documento non può essere legittimamente opposto alla ricorrente. Già solo per tale motivo, i successivi addebiti eseguiti dall intermediario a titolo di commissione di istruttoria veloce, debbono ritenersi illegittimi ed oggetto di rifusione da parte dell intermediario. Deve peraltro osservarsi come l illegittimità degli addebiti relativa alla commissione sopra individuata debba ritenersi essersi protratta, in ragione della mancata ricezione ella comunicazione sub all. 5 sino al febbraio 2013, data in cui, come già sopra osservato, in relazione ad entrambi i rapporti xxxxx541 e xxxxx702 la commissione risulta essere stata convenuta mediante sottoscrizione della richiesta di concessione di fido ad aziende (cfr. all. 6 ricorrente). Avendo, tuttavia, la ricorrente contestato la debenza della CIV anche in relazione al fatto che la suddetta commissione non rispetterebbe i termini e le condizioni cui la legge (ed, in particolare, l art. 117 bis TUB e la disciplina secondaria di cui al Decreto del Presidente del CICR del 30 giugno 2012) ne subordina l applicazione, l esame del Collegio deve spingersi a valutare il merito di tale commissione. Al riguardo richiamando quanto già osservato nella recente decisione del Collegio di Roma n. 592 del 27 gennaio 2015 secondo cui La indiscussa natura remuneratoria della CIV, in ordine ad una specifica attività della banca e lo stretto collegamento tra tale attività e la legittima applicazione della commissione peraltro confermato dalla relativa parametrazione ai costi, che la banca deve di volta in volta sostenere, ai fini di assumere la determinazione di consentire, o meno, l utilizzo ultra Pag. 5/6

5 o extra fido, conducono a ritenere che non possa che gravare sulla banca l onere di dimostrare, anzitutto, di avere compiuto l istruttoria veloce, per ogni singola applicazione della relativa commissione (Coll. Roma dec. N. 3170/2014) e di aver commisurato il relativo addebito ai costi medi a tale titolo sostenuti (Coll. Roma dec. N. 3197/2014). Dimostrazione che, nonostante la contestazione specifica svolta dalla ricorrente, l intermediario non ha in alcun modo provveduto a fornire. Ne consegue, pertanto, che deve essere dichiarata l illegittimità degli addebiti su entrambi i conti correnti della CIV intervenuti anche successivamente al febbraio 2013 e sino a tutto il dicembre 2013 ed il conseguente obbligo di rimborso da parte dell intermediario delle relative somme. PER QUESTI MOTIVI Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso e ordina all intermediario di riaccreditare, con buona valuta, le somme addebitate dal 1 /1/09 all 8/2/13 su entrambi i conti di titolarità della ricorrente relative alle voci commissione di massimo scoperto, spese trimestrali di gestione sconfini e commissione di disponibilità fondi. Ordina, altresì, il riaccredito delle somme addebitate sino a tutto il IV trimestre del 2013 a titolo di commissione di istruttoria veloce. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla parte ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6