Decisione N del 19 luglio 2016

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) SIRENA (RM) MELI (RM) POZZOLO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) GRANATA Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MARINARO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore ESTERNI - VINCENZO MELI Nella seduta del 08/04/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso pervenuto il 10/06/2015, il ricorrente espone che in data 3/12/2014 aveva chiesto all INPS di accreditargli la pensione presso altro intermediario, contestualmente revocando l accredito sul conto n , cointestato ad altri soggetti contitolari e sul quale egli risultava solo delegato. Nonostante tale revoca, la pensione di gennaio 2015 gli era stata invece accreditata su un altro conto, da lui intrattenuto presso la medesima resistente, senza che egli avesse dato alcuna autorizzazione in tal senso. Chiede all ABF di ordinare all intermediario di disporre la restituzione ovvero il riaccredito all INPS di 749,00, corrispondenti alla somma oggetto dell accredito in questione. Con controdeduzioni del 9/09/2015, la banca eccepisce, in via pregiudiziale, l improcedibilità del ricorso. Ai sensi delle vigenti disposizioni sull ABF, infatti, non possono Pag. 2/6

2 essere inoltre proposti ricorsi inerenti a controversie già sottoposte all Autorità giudiziaria e l ABF non può conoscere di controversie per le quali sia pendente un procedimento di esecuzione forzata o di ingiunzione. In base alla corrente interpretazione delle sopra riportate disposizioni, inoltre, la locuzione inerenti a controversie gia sottoposte all Autorità giudiziaria deve essere intesa in senso ampio; il Collegio di coordinamento, infatti, con decisione n del 23 novembre 2012, si è espresso stabilendo che è da «escludere l ammissibilità del ricorso ABF in tutti i casi in cui la controversia sia stata già sottoposta alla cognizione dell Autorità giudiziaria, e anche se tra le due controversie sussiste una connessione impropria, cioè una comunanza parziale e non una identità delle domande». Nel merito, riferisce che il ricorrente è titolare di un c/c presso una filiale. In data 18/11/2014, ad istanza di un creditore procedente (una cooperativa edilizia in l.c.a.), è stato notificato alla banca un atto di pignoramento presso terzi con cui sono stati assoggettati a pignoramento, sino alla concorrenza di ,00... tutti i crediti vantati dal [ricorrente] nei confronti di [banca resistente], filiale di Firenze ( ) e dell'istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Sede Inps di Firenze ( ); l importo che dovrà essere reso indisponibile per il debitore dalla notifica del presente atto. A seguito di tale notifica la banca ha disposto il blocco del conto intestato al ricorrente, conto che presentava un saldo positivo di euro 34,25. In data 3 dicembre 2014 il ricorrente ha inviato lettera raccomandata all INPS richiedendo il trasferimento dell accredito continuativo della pensione dalla resistente ad altro intermediario. Il 2 gennaio 2015 la resistente ha ricevuto dall INPS il flusso di pagamento della pensione del ricorrente relativa al mese di gennaio 2015 pari ad 749,00: l importo è stato accreditato sul detto conto corrente a lui intestato. In data 13 gennaio 2015 la banca ha rilasciato dichiarazione ex art. 547 c.p.c., indicando come importo pignorato la somma di euro 780,25, comprensiva della pensione di gennaio Seguivano il reclamo e il ricorso all ABF. La banca afferma, pertanto la correttezza del proprio operato ed esclude di essere tenuta a riaccreditare l'importo di euro 749,00 ad INPS, essendo la somma ad esclusiva disposizione della procedura esecutiva. Con nota del 9 ottobre 2015, ad integrazione e supporto di quanto esposto in merito all inammissibilità e infondatezza del ricorso in esame, la banca ha reso noto che in data 2 ottobre 2015 è stata ad essa notificata ordinanza di assegnazione relativa al pignoramento promosso dalla cooperativa creditrice contro il ricorrente. Il Giudice dell esecuzione ha provveduto ad assegnare al creditore procedente la somma di euro 780,25 (pari al saldo attivo del conto corrente intestato al ricorrente, come da dichiarazione resa dalla banca in qualità di terzo pignorato). Ad evidenziare la pretestuosità del ricorso proposto dal cliente, Pag. 3/6

3 la banca sottolinea come lo stesso cliente in sede esecutiva non abbia opposto alcuna eccezione. La banca chiede, pertanto, - in via preliminare, di dichiarare il ricorso inammissibile per essere pendente procedura esecutiva nei confronti del ricorrente; - in subordine, di respingere il ricorso, perché infondato in fatto e in diritto. DIRITTO Il Collegio ritiene il ricorso non meritevole di accoglimento. In via preliminare respinge l eccezione preliminare di incompetenza dell ABF. Nel caso presente, infatti, la contestazione del ricorrente investe un comportamento a monte del pignoramento delle somme delle quali si chiede la restituzione, che si pone dunque come antecedente all esecuzione del detto ordine del giudice. Il ricorrente, in particolare, pone, alla base della propria pretesa la circostanza che la banca, avendo ricevuto una somma dall INPS, corrispondente alla pensione di esso ricorrente, che era diretta ad un conto cointestato ad altri soggetti, sul quale egli operava solamente come delegato, l abbia, senza alcuna autorizzazione, depositata su un altro conto di titolarità del ricorrente. Comportamento questo che, evidentemente, il ricorrente pone all origine dell apprensione della somma alla procedura esecutiva; evento, quest ultimo, che rappresenta dunque solamente la conseguenza di quel comportamento che si assume illegittimo. Venendo al merito, si deve innanzitutto interpretare in termini corretti la domanda del ricorrente. Egli chiede di ottenere il riaccredito all INPS o la restituzione della somma di euro 749,00. Orbene, è evidente che, a dispetto della formulazione letterale della richiesta, non si può ragionare neppure in astratto in termini di eventuale obbligazione restitutoria da parte della banca. Quale che sia la valutazione che si voglia dare del comportamento della resistente, la detta somma, un volta allocata su un conto del ricorrente, è stata comunque dichiarata ai sensi dell art. 547 c.p.c. e successivamente assegnata al creditore procedente. In sintesi, una volta accreditate le somme su un (pur diverso) conto corrente di titolarità del ricorrente, la banca non poteva più sottrarsi all obbligo di operare la dichiarazione. La domanda del ricorrente deve, invece, essere interpretata in termini risarcitori. Il ricorrente ritiene, cioè, che dall accredito non autorizzato (e dunque illegittimo) su altro suo conto sia derivato un danno, che identifica con la perdita della somma, assoggettata alla procedura esecutiva. Pag. 4/6

4 Posta la superiore premessa, pochi dubbi vi sono circa la censurabilità del comportamento della banca, che ricevendo dall INPS un ordine di accredito diretto ad un conto non più operativo (peraltro intestato anche a soggetti diversi dal ricorrente), anziché provvedere a restituire la somma al mittente, l ha arbitrariamente accreditata su un conto diverso, intestato al destinatario. Pochi dubbi vi sono anche che tale comportamento sia stato determinante per far assumere alla banca la posizione di debitor debitoris, ponendo la necessaria premessa per l effettuazione della dichiarazione ex art. 547 c.p.c. E, infatti, solo dal momento del deposito delle somme sul conto individuato a tale fine che la banca viene in possesso di esse ed è dallo stesso momento che essa è tenuta alla loro restituzione a semplice richiesta del depositante. Pur tuttavia, non si può accogliere la richiesta di risarcimento del danno formulata dal ricorrente. Come già rilevato in altra simile decisione dell Arbitro (Collegio di Napoli, dec. 4332/2013), rispetto ad un caso in cui la dichiarazione positiva della banca era conseguita ad una ritardata chiusura del conto, richiesta dal ricorrente, Seppure, infatti, la somma di cui al bonifico non avrebbe dovuto essere inglobata nel compendio oggetto di esecuzione, resta pur sempre pagamento di un debito che non appare contestato e quindi dovuto: risulta, difatti, per tabulas che nel corso della procedura esecutiva alcuna eccezione sia stata formulata dal debitore esecutato, odierno ricorrente, in relazione alla legittimità della pretesa creditoria avanzata dal pignorante, potendosi così inferire che il credito azionato in executivis fosse effettivamente dovuto. Del resto, sempre dalla documentazione versata in atti, emerge che il giudice dell esecuzione abbia definitivamente assegnato al creditore procedente le somme portate dal titolo In altri termini, la mancata liquidità della somma di euro [XXX] non costituisce ex se una diminuzione patrimoniale per il ricorrente, il quale da un lato non si è visto pervenire in altro modo tale importo ma dall altro ha estinto un debito, in tal modo riequilibrando la propria consistenza patrimoniale. In conclusione, dovendosi escludere la sussistenza di un danno in re ipsa conseguente al comportamento negligente dell intermediario resistente, difetta la prova di un nocumento patrimoniale apprezzabile e, in quanto tale, risarcibile. Il Collegio respinge il ricorso. P.Q.M. Pag. 5/6

5 IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6