IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Avv. Bruno de Carolis Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Andrea Gemma Prof. Massimo Caratelli Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Avv. Chiara Petrillo Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 18/06/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Il ricorrente riferisce di aver stipulato con altra finanziaria in qualità di mandataria della resistente un contratto di finanziamento contro cessione del quinto e delegazione di pagamento per un importo pari ad ,33, da rimborsarsi dietro il pagamento di 120 rate mensili da. 200,00 ciascuna. Rappresenta che, nonostante la regolarità di tutti i pagamenti, effettuati mediante trattenuta sulla propria busta paga, la banca considerava insolute n. 7 rate, relative al periodo da novembre 2010 a marzo 2011 e da giugno 2011 a settembre 2011, per un importo complessivo di ,00. Dichiara, dunque, di aver invitato la resistente ed il proprio datore di lavoro a procedere alla regolarizzazione delle propria situazione finanziaria, allegando a riprova dei suddetti pagamenti le buste paga relative ai periodi in contestazione, da cui era possibile evincere che le rate per il periodo novembre 2010-marzo 2011 erano state regolarmente pagate in favore della mandataria e Pag. 2/7

2 quelle relative al periodo giugno 2011-settembre 2011 direttamente in favore della resistente. Chiede, pertanto, (i) la condanna della resistente e/o del datore di lavoro, anche in solido, all immediata regolarizzazione della propria posizione finanziaria e (ii) alla consegna di copia del contratto di finanziamento, nonché (iii) alla cancellazione delle segnalazioni eventualmente effettuate presso la Centrale Rischi o altri SIC, oltre (iv) al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, che quantifica in ,00, in caso di avvenuta segnalazione, ed in ,00 in caso di mancata segnalazione, ivi comprese le spese sostenute per la presentazione del ricorso. L intermediario dichiara di avere, con atto pubblico, revocato il mandato alla finanziaria con decorrenza dall e di averne dato comunicazione sia al datore di lavoro sia al ricorrente, informandoli che a partire dal mese di novembre 2010 i versamenti delle rate mensili dovevano essere effettuati esclusivamente in proprio favore. Riferisce, dunque, che nonostante la corretta notifica ad entrambe le parti dell avvenuta revoca del mandato, non pervenivano i pagamenti delle rate per i mesi successivi alla revoca stessa (ossia da novembre 2010 a settembre 2011). Rappresenta, quindi, (i) che solo dopo la consegna delle buste paga da parte del ricorrente apprendeva che il datore di lavoro aveva continuato a pagare le rate per il periodo novembre 2010-marzo 2011 in favore della mandataria, mentre quelle relative al periodo giugno 2011-settembre 2011 erano state sì versate in suo favore ma senza alcuna specificazione che ne consentisse la corretta imputazione al finanziamento in essere; (ii) quanto al periodo novembre marzo 2011, di aver tentato invano il recupero delle somme direttamente nei confronti del datore di lavoro, ma trattandosi di un obbligazione pro solvendo, il cliente restava per le stesse inadempiente; (iii) di aver provveduto, pur non avendo ricevuto il dettaglio del bonifico, alla regolarizzazione della posizione del cliente con riferimento alle rate per il periodo giugno 2011-settembre 2011; (iv) di non aver mai effettuato né preannunciato alcuna segnalazione in Centrale Rischi o in altri SIC. Pertanto, ribadita la legittimità del proprio comportamento e l inammissibilità delle pretese risarcitorie, poiché prive di adeguato sostegno probatorio, chiede il rigetto del ricorso. Nelle repliche alle controdeduzioni, il ricorrente eccepisce che (i) né la resistente né il datore di lavoro si sono mai attivati per la regolarizzazione della sua posizione contabile; (ii) l intermediario non ha mai fornito alcuna conferma in ordine alla presenza o meno di una segnalazione presso le centrali rischi pubbliche o private, così cagionandogli un profondo turbamento in ordine al rischio di un eventuale segnalazione; (iii) l intermediario non ha fornito alcuna prova sia dell invio sia della ricezione della comunicazione di revoca Pag. 3/7

3 del mandato, pertanto, l obbligazione pecuniaria relativa alle rate da novembre 2010 a marzo 2011 deve considerarsi estinta per l avvenuto pagamento in buona fede nei confronti della mandataria. Chiede, quindi, qualora il Collegio non dovesse ritenere estinta l obbligazione, la condanna del datore di lavoro alla restituzione in proprio favore delle rate erroneamente accreditate alla mandataria per un importo complessivo di ,00. Il datore di lavoro con comunicazione del , eccepisce l incompetenza per materia del Collegio, essendo interessato alla presente controversia solo in qualità di datore di lavoro del ricorrente e non quale intermediario. In ogni caso, dichiara di aver provveduto, con regolarità e secondo le modalità convenute, al pagamento di tutte le rate mensili in favore della mandataria, fino all aprile 2011, e, dopo la revoca del mandato, direttamente nei confronti della resistente. Ribadisce, pertanto, l impossibilità di configurare qualsivoglia responsabilità a suo carico ed, in subordine, chiede il rigetto del ricorso. DIRITTO Preliminarmente, si impone al Collegio l esame delle questioni pregiudiziali. Il ricorrente chiede, qualora dovesse essere accertata la legittimità del comportamento dell intermediario, la condanna del datore di lavoro al rimborso delle somme erroneamente versate in favore della mandataria per il pagamento delle rate del finanziamento contro cessione del quinto. Il datore di lavoro eccepisce, invece, l incompetenza per materia del Collegio, essendo egli legato al ricorrente da un rapporto di lavoro e non da un contratto finanziario. L eccezione è meritevole di accoglimento. Ed infatti, in virtù delle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari possono essere devolute alla cognizione dell ABF le sole controversie relative ad operazioni e servizi bancari e finanziari sorte nell ambito del rapporto contrattuale intercorrente tra il cliente e l intermediario. È evidente che non essendo il datore di lavoro interessato nella presente controversia nella sua qualità di intermediario, ma unicamente quale soggetto legato al ricorrente da un rapporto di impiego, resta preclusa a questo Collegio qualsivoglia statuizione in ordine ai suoi eventuali profili di responsabilità. Pag. 4/7

4 L intermediario, con specifico riferimento alla domanda di consegna di copia del contratto di finanziamento, eccepisce, invece, la mancata corrispondenza tra reclamo e ricorso, avendo il ricorrente avanzato tale pretesa soltanto in sede di successivo ricorso. Sul punto, il costante orientamento dell ABF è nel senso di intendere la necessaria corrispondenza tra il reclamo ed il ricorso non in senso formalistico, ma come esigenza che la materia del contendere, intesa quale lagnanza rivolta verso uno specifico comportamento dell intermediario, sia sostanzialmente identificata nel reclamo (cfr. Collegio di Roma, decisione n. 68/2012; Collegio di Milano, decisone n. 705/2012). Tuttavia, con riferimento al caso di specie, è evidente che l espressa richiesta di consegna di copia del contratto non può ritenersi già ricompresa nel reclamo, attesa l impossibilità di configurare fra tale pretesa, sollevata solo in sede di ricorso, e le domande già avanzate in sede di reclamo un rapporto di interdipendenza. Ne consegue, che l eccezione di rito sollevata dall intermediario deve trovare accoglimento e, pertanto, la richiesta di consegna di copia del contratto deve considerarsi quale nuova domanda, come tale inammissibile. Venendo ora al merito, il ricorrente chiede che venga dichiarata la regolarità della propria posizione in dipendenza dell avvenuto addebito a proprio carico di tutte le rate del finanziamento in essere con l intermediario; quest ultimo, invece, considera insolute n. 7 rate poiché versate in favore della mandataria nonostante l intervenuta revoca del mandato, che sostiene di aver prontamente comunicato sia al ricorrente sia al datore di lavoro. In realtà, dalla ricevuta di ritorno della raccomandata allegata dalla banca è possibile desumere la ricezione dell intervenuta revoca del mandato da parte del solo ricorrente e non anche del datore di lavoro che, pertanto, fino ad aprile 2011 ha continuato ad effettuare i versamenti in favore della mandataria. Peraltro, proprio il funzionamento del meccanismo di rimborso del finanziamento avrebbe, invece, richiesto che la revoca e l'approntamento di un diverso sistema di versamento delle rate si fosse perfezionato in capo al datore di lavoro ed a lui fosse pienamente opponibile, visto che materialmente esegue la trattenuta sullo stipendio e versa il relativo ammontare al finanziatore o suo delegato all'incasso. In difetto di tale prova, che grava l intermediario, deve ritenersi che il datore di lavoro abbia in buona fede continuato a versare le rate in favore della mandataria che, peraltro, nulla eccependo in ordine alla revoca del mandato ha per lungo tempo (da novembre ad aprile 2011) ingenerato nello stesso il legittimo affidamento di continuare ad effettuare il pagamento nelle mani del soggetto legittimato a riscuoterlo. Pag. 5/7

5 Ebbene, in virtù dell art c.c. il debitore che esegue il pagamento a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche, è liberato se prova di essere stato in buona fede. Chi ha ricevuto il pagamento è tenuto alla restituzione verso il vero creditore, secondo le regole stabilite per la ripetizione dell indebito. Ne consegue, dunque, che la domanda del ricorrente è fondata nella parte in cui si dichiara che l obbligazione deve considerarsi estinta a suo carico nei confronti della finanziaria. Quest'ultima, a sua volta, potrà rivalersi sull accipiens che ha senza titolo ricevuto e trattenuto le somme in questione, senza nulla poter vantare nei confronti del ricorrente. Sotto altro profilo, risulterebbe contraria a buona fede l imputazione di una specifica responsabilità in capo al ricorrente -considerata peraltro la sua veste di consumatore- per non aver provveduto a modificare la delega di pagamento indicando al datore di lavoro (delegato) la corretta delegataria cui, per l effetto della revoca del mandato alla finanziaria, andava da lì in avanti effettuato il pagamento. Infatti, il tenore delle comunicazioni inviate dall intermediario al datore di lavoro e, contestualmente, al ricorrente per segnalare la revoca suddetta lasciava presumere che gli aspetti tecnico-contabili sarebbero stati curati direttamente dal delegato di concerto con la resistente, considerato, peraltro, che nessuna di tali comunicazioni riportava un avvertimento al cliente circa un suo eventuale obbligo di attivarsi in tal senso. In merito, invece, alla richiesta di cancellazione delle segnalazioni eventualmente effettuate nella Centrale Rischi o nei SIC, non solo il ricorrente non ha fornito la prova di alcuna segnalazione esistente a suo carico, ma l intermediario ha dichiarato di non aver mai effettuato ne preavvisato alcuna segnalazione. In virtù dei principi che ai sensi dell art c.c. regolano l onere della prova anche tali pretese del ricorrente non possono trovare accoglimento. Con riguardo, infine, alle pretese risarcitorie, l orientamento dell ABF in ordine alla risarcibilità dei danni tanto patrimoniali quanto non patrimoniali, è ormai consolidato nel richiedere stringenti oneri probatori in assenza dei quali non è possibile procedere neppure alla liquidazione in via equitativa. Nel caso di specie, è evidente che il ricorrente non ha indicato gli elementi costitutivi della lesione subita limitandosi ad invocare presunti turbamenti d animo dovuti all asserito prolungato silenzio dell intermediario e al rischio di un eventuale segnalazione nei sistemi di informazione creditizia, peraltro mai avvenuta. In un tale contesto, anche le pretese risarcitorie sono degne di rigetto. Pag. 6/7

6 Lo stesso vale con riguardo alla richiesta di refusione delle spese sostenute per la presentazione del ricorso. Infatti, il Collegio di Coordinamento ha statuito che laddove sia dimostrato che la parte ricorrente si sia avvalsa per l intero procedimento dell ausilio di un legale, sopportandone il relativo costo, questo possa essere preso in considerazione soltanto in caso di accoglimento del ricorso conclusosi con l accertamento di un diritto risarcitorio, non già quale autonoma voce di danno non prevista dalla disposizioni che regolano il ricorso all ABF, ma quale componente del più ampio pregiudizio patito dal ricorrente (cfr. Collegio di Coordinamento, decisione n. 3498/2012). P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 7/7