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1 ..partendo dalle informazioni raccolte durante gli interventi nelle scuole o durante gli incontri insegnanti che si svolgono presso il nostro servizio....cercherò di fornire strumenti e spazi di riflessione utili per lavorare per\con l alunno autistico 1

2 ARGOMENTI TRATTATI - strategie di intervento per la scuola; - autonomie sociali; - strumenti utili; - lavoro di rete e prog di vita in adolescenza. 2

3 In molti ci dicono che un approccio, non di tipo tradizionale (frontale), gioverebbe molto ai nostri alunni caratterizzati da autismo..e non solo a loro! le istituzioni per cui lavoriamo, spesso, ci impongono delle regole, dei limiti. Un organizzazione che prevede l attivazione di piccoli gruppi, potrebbe rallentare lo svolgersi del normale programma didattico! I genitori degli altri alunni farebbero fatica a comprenderlo. «Non si può!» 3

4 Ma è proprio cosi? E davvero impossibile apportare cambiamenti? 4

5 Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi. (Jim Sinclair) 5

6 SPESSO, LE RISPOSTE ALLE INNUMEREVOLI DIFFICOLTA CHE INCONTRIAMO, LE ABBIAMO QUOTIDIANAMENTE PROPRIO SOTTO GLI OCCHI... 6

7 L aiuto reciproco (peer tutoring) L aiuto reciproco è una pratica che nel genere umano si ripete abbastanza frequentemente e in modo particolare nei momenti di difficoltà, bisogno o pericolo. Quando qualcuno si trova in queste situazioni, nella maggior parte dei casi, viene aiutato da colui che gode di una situazione migliore. 7

8 Per meglio comprendere le finalità e le potenzialità di un approccio cooperativo.. «estremizzo» delle situazioni che si possono riscontrare a scuola.. 8

9 Che cos è il peer tutoring? (definizioni) Il peer tutoring è un metodo basato su un approccio cooperativo dell'apprendimento. L aiuto reciproco si fonda sul presupposto che un individuo possa essere responsabilizzato per aiutare un altro. Qualificare lo strumento con l aggettivo reciproco significa sottolineare la necessità di organizzare l aiuto in modo tale che serva sia a chi è aiutato sia a chi fornisce l aiuto. Il mutuo insegnamento consiste nel proporre agli studenti di utilizzare le competenze che possiedono per insegnarle ai propri compagni. E un lavoro in coppie o piccoli gruppi di pari dove uno è più esperto e assume il ruolo di insegnante TUTOR, l altro, meno esperto, è colui che deve apprendere TUTEE («aiutato»). 9

10 QUANTI STUDENTI COINVOLGIAMO NEL PEER TUTORING? Coppia tutor-tutee: una sola coppia. Peer tutoring in piccolo gruppo: più coppie che seguono un attività di insegnamento individualizzato per alunni con difficoltà in settori specifici. Peer tutoring collettivo: coppie interscambiabili a seconda delle esigenze. Peer tutoring su piccoli gruppi: il tutor coordina un piccolo gruppo omogeneo di compagni (3-4). 10

11 Parliamo di peer tutoring quando il passaggio di competenze tra tutor e tutee avviene all interno di un piano che prevede obiettivi, tempi, modi, ruoli e materiali strutturati La vicinanza di età fra tutore e tutee crea un identificazione che gioca a favore della relazione e innesca un processo di generalizzazione 11

12 VANTAGGI PER IL TUTEE SUL PIANO COGNITIVO ED AFFETTIVO 1- APPRENDIMENTO INDIVIDUALIZZATO: è possibile selezionare i compiti più adeguati per l alunno. Il ritmo della presentazione può essere costantemente calibrato. L aiutato riceve un feedback regolare sulla correttezza dei propri sforzi ed è soggetto ad un attento monitoraggio. 2- PROGRESSI NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI: la vicinanza tra pari, oltre a favorire processi di generalizzazione nel soggetto aiutato, ne implementano l autostima e la motivazione. 12

13 VANTAGGI PER IL TUTOR favorisce il raggiungimento degli obiettivi scolastici: probabilmente la ripetizione di alcuni contenuti durante il rapporto con il tutee, consolida e migliora il suo apprendimento; migliora l autostima: i tutor si sentono più importanti all interno della classe, più efficaci e abili nell affrontare i compiti; contribuisce all apprendimento delle abilità sociali: l introduzione di elementi di cooperazione e di solidarietà favorisce la sensibilità verso l altro e la conoscenza delle conseguenze dei comportamenti messi in atto; aumenta la motivazione verso la scuola: il tutor tende a essere più interessato verso le attività scolastiche, ad essere più attivo e propositivo rispetto al contesto scolastico; previene gli abbandoni scolastici, le assenze immotivate e i ritardi: coloro che ricoprono il ruolo di tutor tendono generalmente a interiorizzare le regole scolastiche con più facilità; 13

14 VANTAGGI PER IL TUTEE difficoltà d apprendimento: il tutoring si è rivelato particolarmente efficace nelle aree della lettura e scrittura e della matematica. Tali risultati si riscontrano a prescindere dall ordine di scuola; situazioni di handicap: gli allievi con handicap mentali sembrano avere un evidente beneficio su tutti i fronti; ritardi linguistici: il tutee in virtù dello scambio comunicativo con il tutor acquisisce più rapidamente i repertori linguistici e le abilità di comunicazione; autismo: l uso del tutoring favorisce l interazione di questi allievi. 14

15 Vantaggi per l insegnante o più complessivamente l organizzazione scolastica: Per chi ha il compito di coordinare la classe, l impiego del mutuo insegnamento può consentire una maggiore occasione di individualizzazione, potendo aumentare le forme di aiuto/ intervento individuale. L aiuto reciproco può consentire inoltre di operare cambiamenti nella organizzazione delle attività didattiche con la conseguente modifica nell impiego di tempi, spazi, confini tra le classi. 15

16 ..occorre progettare con creatività (osare strade nuove), pianificare con razionalità, cercare una visione più ottimistica, sapendo che la disabilità intellettiva non è mai statica!!! 16

17 Altre situazioni riportate durante i colloqui insegnati o raccolte durante gli interventi a scuola 17

18 Momento destrutturato (la ricreazione, il cambio dell ora, le attese, ambienti rumorosi) stanno seduti al proprio posto in classe, manifestano stereotipie, si isolano con le cuffiette, si relazionano solo con l adulto, chiedono di andarsene in una stanza da soli, si tappano le orecchie, si innervosiscono, ripropongono ai compagni sempre lo stesso gioco, ecc.. PERCHE SUCCEDE QUESTO? 18

19 Prendere le parole letteralmente e pensare in immagini è quello che faccio naturalmente. Sapendolo, questo può essere usato come strumento per aiutare la mia cultura. Per es., se vuoi che io capisca un argomento, un tema o un commento... ho bisogno che tu 'mi metta in un immagine' o che 'disegni un immagine di ciò per me. Questo significa usare parole per fornirmi immagini mentali che costruiscano un ritratto di quello che stai dicendo. Se non ho un ritratto di questo, poi non posso pensarlo. (Wendy Lawson) 19

20 COME INTERVENGO: Nello specifico, dopo aver compreso il modo di funzionare del paziente nei diversi contesti, cercherò di categorizzare le situazioni e i luoghi ove occorre adottare alcuni comportamenti o meno, grazie anche alla collaborazione della scuola e dei servizi educativi domiciliari, proverò a generalizzare l intervento nei vari contesti di vita cercando di rendere il paziente sempre più autonomo nel comprendere il contesto sociale in cui si trova e viverlo in modo appropriato, sempre nel rispetto della sua personalità. 20

21 CHE COSA E L AUTONOMIA? È la capacità di un individuo di essere indipendente ed autosufficiente. Una buona qualità della vita deve comprendere la possibilità di assolvere ai propri bisogni, senza doversi sempre servire dell aiuto degli altri. Una volta che i nostri alunni hanno interiorizzato una regola sociale, difficilmente la scordano! 21

22 Molto spesso, i comportamenti problema messi in atto dai nostri alunni autistici, sono generati dalla loro difficoltà nel fornire un adeguata risposta ai vari contesti sociali in cui vivono, con la conseguenza di tollerare poco la frustrazione e esprimersi con atteggiamenti a volte aggressivi, di certo antisociali. Educarli con i giusti strumenti strutturandone gli ambienti di vita e implementando le abilità sociali, li rende maggiormente autonomi e socialmente motivati e noi, ci troveremo in minor difficoltà nell operare per\con loro! 22

23 Un momento importante legato all autonomia è la GESTIONE DEL TEMPO LIBERO! Saper gestire il proprio tempo libero comporta: - Intraprendere e mantenere alcune attività divertenti e piacevoli; - Sapersi organizzare in modo piacevole e socialmente adeguato; - Interesse relazionale. I RAGAZZINI CON CUI LAVORIAMO, SONO SOCIALMENTE AUTONOMI? 23

24 Consigli per supportare gli studenti con una condizione dello spettro autistico: Relazioni con adulti coerenti e preparati; Strategie appropriate in classe; Contatti regolari con i genitori; Condividere le informazioni con tutto lo staff; Supportare lo sviluppo delle abilità sociali e della comprensione sociale; Storie sociali, role play, gruppi delle abilità sociali cerchio dell amicizia 24

25 Occorre aiutare le persone a gestire meglio le situazioni sociali e le relazioni tramite l uso di appropriati strumenti storie sociali regole sociali fumetti 25

26 STORIE SOCIALI: sono uno strumento che aiuta a comprendere il mondo sociale e le sue regole. sono brevi racconti scritti, usate per insegnare cosa sta accadendo in una particolare situazione sociale e qual è il comportamento corretto da adottare. Le storie sociali considerano: - dove e quando si verifica una determinata situazione, - chi è coinvolto, cosa accade e il perché, utilizzando un linguaggio molto semplice. 26

27 Ogni storia prende spunto da situazioni di vita reale e viene scritta in modo individuale, cioè, in base ai bisogni e alle capacità della persona. 27

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29 caratteristiche: - devono essere chiare, contenere frasi minime scritte con un linguaggio il più possibile vicino a quello sviluppato dal ragazzo; - devono essere accompagnate da immagini, disegni o PCS; - sono rivolte direttamente al ragazzo e devono rappresentare una situazione realmente e frequentemente incontrata dal ragazzo stesso; - le storie sociali, proprio perché specifiche per quel ragazzo, si differenziano molto l una dall altra per aspetto, contenuto e modalità di presentazione 29

30 Quando usare le storie sociali? Descrivere una situazione sociale (per fornire risposte adeguate). Insegnare routine o insegnare ad adattarsi ai cambiamenti di una routine. Descrivere un evento futuro. Capire concetti astratti. Affrontare un comportamento problematico proponendo una soluzione comportamentale adeguata. Comprendere cosa succede in momenti confusivi (ad esempio durante la merenda a scuola). Descrivere comportamenti (aggressivo, ossessivo, timoroso). 30

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33 Regole sociali (più imperative) Sono un ulteriore strumento utilizzato per insegnare determinati comportamenti sociali. Attraverso le regole sociali cerchiamo di spiegare perché un comportamento non è corretto, forniamo le giusta alternativa e la spiegazione aiutandoci con adeguati ausili visivi. 33

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35 Conversazioni con i fumetti Utilizzo di semplici disegni, simboli e colori per illustrare concetti astratti, idee e particolari rilevanti. Molto utile per preparare il soggetto a nuove situazioni, per chiarire il comportamento altrui, per affrontare una situazione complessa. Il contenuto della conversazione viene simultaneamente esplicato attraverso domande selezionate e vengono usati colori differenti per evidenziare quegli aspetti non visibili della comunicazione. Il disegno deve essere essenziale e estremamente rappresentativo. (Gray, 1994) 35

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37 FAR FINTA (Role playing) la situazione in cui viene chiesto ad un individuo di simulare un ruolo mai sostenuto in precedenza, oppure, se il ruolo è già proprio, esercitarlo in circostanze diverse da quelle usuali, permette al soggetto di imparare come fare portando una modificazione adattiva dei comportamenti. (Mann, 1956) 37

38 ANALISI DEL COMPITO (Task analysis) Procedura che scompone un'abilità o un compito in abilità e sotto-abilità più semplici. Il risultato di tale procedura è una gerarchia di abilità a cui si fa corrispondere un ordine di obiettivi di insegnamento-apprendimento. 38

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40 Problem Solving Il problem solving e l insieme di tutti i metodi e le tecniche di risoluzione dei problemi e delle relative strategie utili alla soluzione degli stessi. Quattro fasi: Focalizzare Analizzare Risolvere Eseguire N.B.: Come anche per altre patologie, nell autismo, le crisi, non accadono per caso. C è sempre un innesco! 40

41 Se la presa in carico di un paziente funziona bene esclusivamente in trattamento o a scuola, non è un successo! 41

42 Come ci comportiamo se un alunno autistico manifesta comportamenti anti sociali nei confronti di alcuni suoi compagni? ( interessi sessuali ) 42

43 Cosa dice l OMS della sessualità "La sessualità è una parte integrante della personalità di ciascuno: uomo, donna e bambino; si tratta di un bisogno fondamentale ed è un aspetto dell'essere umano che non può essere separato da altri aspetti della vita (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1975) Modalità globale di essere della personalità nell intreccio delle sue relazioni con gli altri e con il mondo. Inizia con la vita stessa della persona e si modella ed evolve lungo il corso di sviluppo della medesima (OMS) 43

44 La sessualità nella società moderna Culturalmente il sesso è dappertutto: televisione, internet, cartelloni pubblicitari, riviste, etc. Ma il sesso non spettacolarizzato e fuori dal business sembra non interessare nessuno, quando non appare anche fastidioso e da evitare Di sesso e disabilità parlano quasi unicamente operatori, genitori e disabili motori (non intellettivi) Non di rado l accesso alla sessualità viene del tutto negato alle persone con una compromissione intellettiva, come diversi altri aspetti della vita adulta: lavoro, abitazione, tempo libero. 44

45 sessualità & autodeterminazione troppo spesso, di fronte ad un adolescente con autismo che manifesta un «inquietudine» sessuale, si salta alla conclusione che potrà desiderare unicamente un soddisfacimento solitario. In questo caso si commette lo stesso errore su cui si basa il pregiudizio dell isolamento autistico: la persona con autismo, si dice, non è un essere sociale, non vuole, non desidera gli altri. Questa idea si basa sull osservazione che la persona con autismo, di fatto, non sta con gli altri. Ma si può scegliere di fare qualcosa che non si sa fare? Molte persone con autismo e con Sindrome di Asperger desiderano ardentemente stare con gli altri, ma non sanno come fare (Attwood, 2005). 45

46 Come interveniamo? Occorre aiutare le persone a gestire meglio le situazioni sociali e le relazioni tramite l uso di appropriati strumenti storie sociali regole sociali fumetti strumenti utili per implementare le autonomie 46

47 alcune regole sociali di sopravvivenza Se un uomo ha molte amichette allora potrebbe essere chiamato seduttore o stallone. Questo è un complimento! Se una donna ha degli amichetti allora potrebbe essere trattata da zoccola, prostituta o puttana. Questo è un insulto, indipendentemente dell ingiustizia della regola (Seager, 1998)!! Da queste parole trapela una comprensione quasi scientifica del comportamento umano. La sessualità purtroppo e per fortuna, non la si può ingabbiare in regole e schemi validi per tutti!!! 47

48 QUALI PARTE DEL CORPO DELLE RAGAZZE O RAGAZZI POSSO - Il mio desiderio (desiderio di Davide): TOCCARE? TOCCARE LE PARTI INTIME DELLE RAGAZZE (PANCIA, SENO, SEDERE, VISO) Se tocco una parte intima delle ragazze (seno, pancia, sedere, VISO) può succedere che la ragazza mi da una sberla perché è ARRABBIATA, oppure diventa triste! - Io (Davide sono un buono e bravo ragazzo e non voglio che le ragazze che conosco siano arrabbiate o tristi con me! - Se io (davide) vengo toccato sto male Quindi io non devo toccare le altre persone! Per avere amici, non devo toccare le altre persone! 48

49 LUOGHI PRIVATI Bagno di casa con porta chiusa Camera da letto con porta chiusa 49

50 LUOGHI PUBBLICI Scuola oratorio cinema Centro commerciale ristorante piscina 50

51 Con l utilizzo di «fumetti», posso anticipare alcune situazioni che l adolescente si troverà a vivere, per interpretare meglio le reazioni emotive altrui e per sapersi meglio porre nei confronti dell altro 51

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