Provincia di Ferrara

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1 Provincia di Ferrara

2 Nel folto dei canneti non c era un fremito e a gettarci un sasso si sarebbe levato un nuvolone di uccelli C. Zavattini, Viaggetto sul Po, 1974 Il variegato e ricco patrimonio naturalistico del territorio ferrarese, caratterizzato da valli dolci e salmastre, zone umide relitte, aree boschive, corsi d acqua e aree agricole, già sottoposto a numerose norme di tutela ambientale di carattere internazionale, statale e regionale, ha recentemente ottenuto anche il prestigioso riconoscimento da parte dell UNESCO di Patrimonio Mondiale dell Umanità, che ci riempie dell orgoglio derivante dalla consapevolezza di sentirci fortunati cittadini di un ambiente prezioso e unico nel suo genere. I paesaggi fluviali, costieri, deltizi, vallivi e silvani si susseguono a quelli della campagna e della bonifica, dove l opera dell uomo negli ultimi millenni ha segnato l incessante ed indispensabile sforzo per trovare un adeguato equilibrio con la natura. Nell ambito delle proprie funzioni, la Provincia di Ferrara, in applicazione della normativa regionale in materia di protezione e gestione del territorio, ha tra l altro istituito, nelle aree più significative ed interessanti, numerose Oasi di protezione della fauna selvatica, al fine di perseguire le finalità pubbliche di conservazione degli habitat naturali, rifugio, sosta e riproduzione delle specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette. Negli ultimi decenni tali zone di protezione sono state interessate da studi e interventi di ripristino ecologico e di miglioramento ambientale, attraverso le disponibilità finanziarie Provinciali e della Regione Emilia Romagna nonché la fattiva collaborazione dei Comuni, dell Università di Ferrara e delle Associazioni di categoria territorialmente competenti. Ancora oggi in esse continua lo sforzo della più corretta manutenzione, congiunto alla ricerca di forme di fruizione compatibili con la conservazione della flora e della fauna, nella convinzione che solamente la conoscenza potrà suscitare lo stupore della scoperta e l amore per questo inestimabile patrimonio. La presente pubblicazione nasce da questo intento: consegnare ai visitatori, che ci auguriamo siano soprattutto giovani, un piccolo contributo per scoprire un prezioso tesoro nascosto tra i boschi, le valli e le campagne del Ferrarese. Davide Nardini Assessore Provinciale all Agricoltura Protezione Flora e Fauna 3

3 Distribuzione delle Oasi Zone boschive Zone umide 30 Paesaggio agrario Valli di Argenta e Marmorta 2 Isola Bonello Pepoli 3 Bacini Zuccherificio Codigoro 4 Canneviè - Foce Volano 5 Fossa di Porto 6 Valle Fattibello 7 Valle Ussarola 8 Valle Vacca 9 Valle Zavelea Boscoforte Saline di Comacchio Lidi Ferraresi Nord Lidi Ferraresi Sud Bosco di Porporana Palmirano Isola Bianca pag. 6 pag. 8 pag. 9 pag. 11 pag. 13 pag. 13 pag. 13 pag. 13 pag. 13 pag. 13 pag. 13 pag. 15 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag Valle Dindona Faro di Gorino Bacini Zuccherificio Jolanda Malpasso Isola Tieni Bosco della Mesola Santa Giustina Boschetti Valle Giralda Pineta di Mesola Dune di Massenzatica Boscona Anse Vallive Ostellato Anse Valle Lepri Polveriera Anse Vallive di Porto Bosco Panfilia pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 23 pag. 24 pag. 25 pag. 25 pag. 25 pag. 30 pag. 31 pag. 33 pag. 34 pag. 36 pag. 37 pag. 38 pag

4 Valli di Argenta e Marmorta Comune di Argenta L istituzione di questa importante Oasi, che nel contempo è una Stazione del Parco Regionale del Delta del Po, risale al 1977, anno in cui venne sancita la tutela faunistica di questo comprensorio di oltre 1660 ettari. Questi ampi bacini di acqua dolce, denominati localmente Val Campotto e Vallesanta, sono casse di espansione di proprietà del Consorzio della Bonifica Renana, nelle quali vengono convogliate le acque del fiume Reno e dei suoi affluenti Idice e Sillaro nei periodi di piena, in attesa che lo stesso Reno possa riceverle senza problemi. Bosco del Traversante Tra le due valli vi sono terreni umidi che periodicamente vengono allagati, nonché un area boschiva, il Bosco del Traversante, di oltre 200 ettari, che pure viene sommerso. Il complesso sistema idraulico e il regime di tutela hanno assicurato rifugio a numerose specie altrove scomparse, tanto che oggi queste valli argentane rappresentano la più ampia e interessante testimonianza di zone umide di acqua dolce del territorio regionale. La vegetazione acquatica annovera specie rare e protette dalla legislazione, come l Erba vescica (una pianta carnivora in grado di catturare piccoli insetti Campanellino estivo per mezzo di minuscole vescicole), la Coda di cavallo acquatica, la Ninfea, il Nannufero, il Campanellino estivo (una splendida Amaril- lidacea che si rinviene nei prati umidi e nelle golene). Ninfea sfrangiata Tra le specie più comuni, sono presenti la Cannuccia di palude e la Mazza sorda, il Ceratofillo e il Miriofillo, la Ninfea sfrangiata, il Morso di rana, il Poligono anfibio, il Giglio giallo. Il Bosco del Traversante, una vera e propria foresta che si allaga, ospita specie che riescono a sopportare sommersioni anche prolungate come i Salici, il Pioppo bianco, la Farnia, il Frassino ossifillo, l Olmo; il sottobosco è ricco di Prugnoli, Biancospini, Sanguinelle, Frangole, ricchi di frutti molto appetiti dalla variegata fauna silvana. Grazie all ampiezza e alla diversificazione degli ambienti disponibili la fauna è quanto mai varia e numerosa. Nell Oasi, da diversi anni si è insediata una garzaia di Aironi nidificanti, una delle maggiori d Italia: Nitticore, Sgarze ciuffetto, Garzette, Aironi rossi e cenerini, Tarabusi e Tarabusini, occupano gli alberi del Traversante e i canneti e tifeti delle valli più riparate. Tra le numerosissime specie che frequentano l Oasi, citeremo solamente gli Svassi maggiori, i Marangoni minori e i Cormorani, Svasso maggiore le Oche selvatiche, le Anatre di superficie e tuffatrici, i Rallidi, il Mignattino piombato, il Falco pescatore, lasciando al visitatore la scoperta di una miriade di Passeriformi, in tutte le stagioni. - Comune di Argenta Assessorato alla Cultura tel. 0532/ Museo delle Valli di Argenta tel. 0532/

5 Isola Bonello Pepoli Comune di Bondeno Bacini dello Zuccherificio di Codigoro Comune di Codigoro L Oasi denominata Isola Bonello Pepoli si estende per 93 ettari, sia nell alveo del fiume Po che nei terreni circostanti, al confine con la provincia di Rovigo, nel territorio del Comune di Bondeno. Essendo in alveo è difficile accedervi, se non dalla sponda rodigina del grande Fiume. E caratterizzata, come l Oasi Isola Bianca, dalla presenza di un bosco ripariale, formato da Pioppo bianco, Salice di ripa, Farnia, Sambuco nero; mentre dal punto di vista faunistico rilevante è la presenza di una colonia di Aironi, che durante il periodo primaverile ed estivo frequentano l isola in modo cospicuo. Airone cenerino Aseguito della cessazione dell attività saccarifera dello Stabilimento Eridania di Codigoro e del successivo abbandono dell area, nel boschetto retrostante gli edifici industriali, su di una porzione di circa sei ettari composta in prevalenza da Robinia, Sambuco e Pruno, si è insediata una colonia nidificante di Aironi ( garzaia ), censita in forma ufficiale nel 1981 da funzionari dell Amministrazione Provinciale di Ferrara in collaborazione con gli esperti del Dipartimento di Biologia Animale dell Università degli Studi di Pavia. Questo primo nucleo di Ardeidi, composto da Nitticore, Sgarze ciuffetto e Garzette, annoverava nell agosto dell 81 complessivamente 490 nidi, saliti a 600 nell 85 e a 720 nell 86, portando la Garzaia di Codigoro ai primi posti in Italia nell ambito delle colonie di Aironi censite più importanti d Europa. La Garzaia di Codigoro è compresa nell Oasi di protezione della fauna denominata Bacini dello Zuccherificio di Codigoro, istituita nel 1986 e successivamente ampliata nel 1996, fino a comprendere complessivamente 93 ettari. Con Decreto Ministeriale dell è stato emesso il vincolo ai sensi dell art. 1 della Legge n. 1089/ 39 per la tutela delle cose di interesse artistico o storico, sul complesso dell ex Zuccherificio Eridania di Pioppo bianco Garzetta 8 9

6 Canneviè - Foce Volano Comuni di Codigoro e Comacchio Prugnolo Codigoro e area circostante, comprendente anche la Garzaia. Alla fine del 1998 l Amministrazione Comunale di Codigoro è divenuta proprietaria dell area su cui insiste la Garzaia, acquisendo al proprio patrimonio il complesso per finalità di tutela, promozione e pubblico interesse, e concordando con la Provincia di Ferrara forme di collaborazione ed iniziative congiunte per la valorizzazione ambientale di questo importante biotopo, tramite apposita convenzione. Presso la Garzaia di Codigoro la Provincia ha allestito un Centro per il Recupero della Fauna Selvatica, gestito dal W.W.F. di Ferrara attraverso una convenzione, nel quale possono essere ospitati esemplari ammalati o feriti per le cure veterinarie, il recupero e la successiva liberazione in ambiente naturale. Il Comune di Codigoro ha recentemente concluso un progetto di ripristino e valorizzazione dell area, finalizzato alle visite didattiche controllate. - Comune di Codigoro Assessorato Ambiente tel. 0533/ Centro Recupero Fauna Selvatica tel. 0532/60009 Nitticora Questo comprensorio vallivo salmastro si estende su di una superficie di circa 64 ettari, nei pressi dell abitato di Volano, alla foce del Po di Volano. Di proprietà della Provincia di Ferrara, che la gestisce attraverso apposita convenzione con il Comune di Codigoro, l Oasi delle Valli di Canneviè Porticino rappresenta un importante relitto vallivo di un più vasto complesso di lagune costiere che circondava l Abbazia di Pomposa, sottoposto a successive bonifiche conclusesi alla fine degli anni 50 con il prosciugamento delle attigue Valli Giralda e Gaffaro. A seguito di un intervallo climatico caldo tra il IX e il XII secolo, si avverò un relativo innalzamento del livello marino, accompagnato da fenomeni di ingressione di acque salmastre nei territori litoranei più ribassati dalla subsidenza. In tale contesto va ricercata l origine di queste valli, la cui storia successiva è legata alle note vicende di Pomposa, delle Bonifiche Estensi, di Venezia, dello Stato Pontificio. Studi idrogeologici condotti nel Delta del Po indicano che nel XII secolo il battente costiero nella zona tra Volano e Mesola era presumibilmente stabilizzato lungo il dosso di Porticino. Sulla stessa serie di cordoni dunosi sabbiosi litoranei depositati a più riprese presso la foce del Po di Volano (che sfociava nell Adriatico più ad est di quanto avvenga attualmente), si originava anche il vicino Bosco della Mesola, i cui dossi boscati più antichi a Leccio e Fillirea sono coevi a quelli (pure a Leccio e Fillirea) di Valle Porticino. L attività della stazione di pesca di Canneviè (tipica valle da canna ), è testimoniata da documenti risalenti al 1600, e trova ancora oggi riscontro nei numerosi manufatti di notevole interesse architettonico, quali la Casa del Pescatore, la Tabarra, la Casa di Valle Porticino, Palazzina di Canneviè, recentemente 10 11

7 Antichi lavorieri a Canneviè ristrutturati dalla Provincia ed organizzati in complesso turistico e centro congressi. In queste valli si possono ancora oggi osservare gli antichi lavorieri, ingegnose palizzate in legno e canna palustre, ancorate al fondo, dalla caratteristica struttura a cuneo e a camere successive, che sfruttavano il naturale istinto del pesce (anguille, cefali) cresciuto in valle e maturo dal punto di vista riproduttivo, a portarsi in mare aperto, rimanendo così imprigionato e facilmente catturabile. Le acque, di modesta profondità, ricche di anguille e cefali, mantengono attorno a Porticino una certa salinità, che permette la comparsa di specie alofile e alotolleranti quali Salicornia, Enula bacicci, Limonio. Verso Canneviè, la salinità decresce e le acque si fanno via via più dolci: è la Cannuccia palustre la specie caratteristica, accompagnata da Tamerici, favoriti dall uomo per la funzione consolidante di dossi e argini. Una ricca ornitofauna frequenta quest Oasi (istituita nel 1977) 12 in tutti i periodi dell anno: vi nidificano l Airone rosso, il Tarabusino, il Germano reale, la Gallinella d acqua, la Folaga, il Cavaliere d Italia, il Cuculo, il Martin pescatore, l Usignolo di fiume, il Cannareccione, la Cannaiola. Di proprietà dell Ente Regionale Sviluppo Agricolo E.-R. fino al 1990, le Valli di Canneviè e Porticino sono state cedute alla Amministrazione Provinciale di Ferrara, che ne cura la tutela e la gestione ambientale. Nel maggio 1999 è stato inaugurato un apposito Percorso Naturalistico Attrezzato, che permette di raggiungere a piedi attraverso ponticelli, osservatori e mascherature Canneviè da Porticino e viceversa, in un suggestivo e facile tragitto, corredato da didascalie sulla flora e sulla fauna che vi si osservano. Villa di Canneviè - Canneviè s.r.l. tel. 0533/ Valli Fossa di Porto, Fattibello, Ussarola, Vacca, Zavelea, Boscoforte, Saline di Comacchio Comune di Comacchio Astro marino Enula bacicci Le Oasi del vasto comprensorio delle Valli di Comacchio, istituite dalla Provincia di Ferrara tra il 1979 e il 1981, testimoniano la rilevanza naturalistica di queste zone umide salmastre costiere, dichiarate di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e sono oggi parte integrante del Parco Regionale del Delta del Po. Originatesi per allagamento da parte delle acque del mare di territori precedentemente emersi o paludosi, abbassatisi rispetto al livello marino per effetto della subsidenza, questi ambienti rivestono grande interesse in quanto ospitano comunità vegetali e animali strettamente adattate alle elevate e variabili concentrazioni di sali (cloruri). Solo poche piante sono in grado di sopportare tali condizioni estreme per la vita: sono le specie alofile come le Salicornie, le Salsole, la Suaeda marittima, l Astro marino, l Enula bacicci, il Giunco pungente e l elegantissimo Limonio, protetto dalla legislazione regionale in quanto la raccolta indiscriminata a scopo commerciale ne stava minacciando la sopravvivenza. Le fioriture della tarda estate colorano dossi, barene e arginature delle immense distese vallive velate dalle prime nebbie mattutine, dove grida di uccelli e fruscii lontani tradiscono la presenza di innumerevoli forme di vita. 13

8 Tra la Ruppia, pianta superiore acquatica sommersa, si celano Anguille, Cefali, Branzini, Orate, Passere e Sogliole, oltre all ormai raro Spinarello. Tra gli Anfibi si rinviene il Rospo smeraldino. Ma è certamente l ornitofauna la componente animale più spettacolare e varia: rosei, comuni e reali, nidificano in queste zone umide insieme a Sterne zampenere, maggiori e Beccapesci. Negli ultimi anni, nell area delle Saline ormai dismesse, si è instaurata una consistente popolazione nidificante di Fenicotteri. Le attività di vallicoltura non permettono l ingresso libero dei visitatori, ma sono organizzate dalla primavera all autunno visite in battello che permettono di ammirare anche gli antichi, tipici casoni vallivi recentemente ristrutturati. Lidi Ferraresi Nord Comune di Comacchio Percorrendo la strada Acciaioli, che congiunge il Lido di Volano con Portogaribaldi, si attraversa l Oasi Lidi Ferraresi Nord, istituita nel 1979 e che si estende per presso la località Vascello d Oro, tra il Lido degli Scacchi e Portogaribaldi, presentano ancora una vegetazione tipica delle dune di retrospiaggia, caratterizzata dalle erbacee Ravastrello Dune della Puia Cavaliere d Italia sono oltre duecento le specie di uccelli legate agli ambienti salmastri costieri, quali siti di riproduzione o di alimentazione e di sosta durante le migrazioni. Fra Svassi, Tuffetti, Cormorani, Folaghe e Aironi, sono però le Anitre le vere protagoniste delle valli: Volpoche, Canapiglie, Alzavole, Marzaiole, Germani reali, Mestoloni, Moriglioni si alternano nei vari periodi dell anno tra le acque più o meno profonde. Tra le Salicornie nidificano i graziosi Cavalieri d Italia e le eleganti Avocette, che devono dividersi gli spazi con le spettacolari colonie di Gabbiani e di Sterne, tra le più importanti del Paese: Gabbiani corallini, Fenicotteri - Comune di Comacchio Museo delle Valli - Località Foce tel. 348/ ettari al fine di garantire una tutela ambientale lungo la fascia costiera a Nord del Comune di Comacchio. Come già evidenziato, su tale sistema di Oasi di protezione della fauna è stato poi costituito il Parco Regionale del Delta del Po. Diversi sono i siti di interesse ambientale che la caratterizzano, a partire dal Lido delle Nazioni con la Pineta denominata Cà Relletta; le Dune della Puia, antico relitto dunoso deltizio, e le dune sabbiose marittimo, Calcatreppola marittima, Convolvolo delle spiagge, non più ritrovabile in altri siti in quanto distrutta dalla costruzione degli stabilimenti balneari. Convolvolo delle spiagge 14 15

9 Lidi Ferraresi Sud Comune di Comacchio Bosco di Porporana Comune di Ferrara Superato il ponte sulla SS. 309 Romea sul canale Navigabile che divide Portogaribaldi da Lido degli Estensi si giunge nell Oasi Lidi Ferraresi Sud, che, come la precedente, presenta una vasta estensione di ettari in Comune di Comacchio. Istituita nel 1975 con lo scopo di creare una zona di tutela tra le Valli di Comacchio ed il Mare Adriatico, si estende dal Lido degli Estensi fino alla Riserva Naturale Sacca di Belllocchio al confine con la provincia di Ravenna. Siti di rilevanza ambientale sono le pinete litoranee, residuo dell intensa urbanizzazione a scopo turistico iniziata negli anni 70, e i relitti vallivi retrostanti l abitato del Lido di Spina. Dune litoranee Oasi Bosco di Porporana si estende per 12 L ettari in località Porporana, Comune di Ferrara. Si tratta di una porzione di golena del Po caratterizzata dalla presenza di un relitto boscato, recentemente acqui- stato dal Comune, formato da Farnia, Pioppo bianco, Salice di ripa, Sambuco nero ed altre specie ripariali. Il Comune, in collaborazione con la Provincia, ha effettuato alcuni interventi sia di ripristino della vegetazione, tramite la posa a dimora di alberi ed arbusti tipici di tale ambiente, sia di manutenzione dei sentieri all interno dell area. Gufo comune E possibile accedervi direttamente dalla ciclovia Destra Po che interessa tutto l argine del Fiume Po, in provincia di Ferrara, da Stellata a Gorino. Farnia Pettirosso Morette - Comune di Ferrara - Centro Idea tel. 0532/ Per le visite didattiche Associazione Helix tel. 0532/

10 Palmirano Comune di Ferrara Isola Bianca Comune di Ferrara L Oasi Palmirano è caratterizzata da zone coltivate alternate a fasce boscate ed arbustive, e si estende per 73 ettari in Comune di Ferrara. Compresa tra i territori di Cona e Gaibanella si sviluppa in località Prati di Palmirano, toponimo che identifica il sito come, un tempo, coltivato a medicai quindi idoneo ad ospitare Lepri e Fagiani. Fagiano Lepre Vanessa del cardo L Oasi Isola Bianca, istituita nel 1986, si estende per 390 ettari in golena del fiume Po, in località Pontelagoscuro di Ferrara. E stata riconosciuta zona di protezione speciale a livello comunitario con D. M. del 3/04/2000. Tale sito è caratterizzato dalla presenza di un isola fluviale, di circa 40 ettari, che presenta vegetazione tipica ripariale, quale Pioppo bianco, Salice di ripa, Pioppo nero, Farnia e da specie di fauna quali la Nitticora, la Garzetta, l Airone cenerino, il Martin pescatore, il Tarabusino, il Gufo comune, l Assiolo, la Volpe e molte altre. L isola è gestita dalla LIPU in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Ferrara; di particolare interesse è l accessibilità a tale sito, che è garantita anche ai disabili per mezzo di un natante e di sentieri appositamente attrezzati. In prossimità della sommità arginale del fiume Po, su cui transita il percorso cicloturistico Destra Po nelle vicinanze del Circolo Nautico Canottieri, è situato il Centro Visite, struttura attrezzata per la didattica ambientale. Oltre all isola, l Oasi interessa il territorio golenale compreso tra l abitato di Francolino e il tracciato dell Autostrada A13, che è caratterizzato dalla presenza di pioppeti, tipici del paesaggio padano e da formazione boscate ripariali, recentemente realizzate dalla Provincia, in località Golena Bianca, nei pressi dei bacini di depurazione dell ACOSEA, al fine di ricreare il sistema boschivo caratteristico del Po, prima che l uomo realizzasse opere di contenimento dell alveo quali le possenti arginature, necessarie a salvguardare il territorio circostante. - Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) Sezione di Ferrara tel. 0532/

11 Valle Dindona Comune di Goro Faro di Gorino Comune di Goro Spostandoci da Mesola a Gorino, lungo il corso del Po di Goro, poco prima del ponte di barche che congiunge la sponda emiliana con quella Valle Dindona veneta, si trova l Oasi denominata Valle Dindona. Tale biotopo, riconosciuto d importanza comunitaria con D.M. del 3 Aprile 2000, si estende per 54 ettari in Comune di Goro ed è ricompreso nel perimetro del Parco Regionale del Delta del Po. Questa ampia golena è stata acquistata alla fine degli anni 80 dalla Provincia di Ferrara, allo scopo di preservare tale ambiente caratterizzato da un vasto canneto che si sviluppa all interno dell alveo del Po di Goro, rendendo irriconoscibile dove inizia il fiume e dove comincia la valle; infatti solo un esile arginello separa il corso del fiume dal canneto. Di rilievo è la presenza di una colonia nidificante di Aironi, ma soprattutto qui è possibile udire il richiamo del raro Tarabuso oppure vedere il bellissimo Falco di palude sorvolare il canneto in cerca di prede. La mescolanza di acqua dolce con acqua salmastra, che risale dal mare durante le maree, caratterizza la fauna ittica tipica del corso finale del Po. Dall argine del Fiume che, come già detto, in tale zona costituisce il tratto terminale della ciclovia Destra Po, si domina tutto il territorio dell Oasi. Folaghe nel canneto All estremità più orientale della provincia, dove il Po di Goro si getta in Adriatico tra grida di Gabbiani e di Rondini di mare, si estendono gli immensi canneti dell Oasi Faro di Gorino. Vi si può giungere solo in barca: al porticciolo di Gorino si trova sempre qualche pescatore disposto ad accompagnare visitatori al Faro, sugli scanni ormai erosi dalle onde dell Isola dell Amore, come la chiamano qui. Siamo in un ambiente lagunare di transizione fra la terraferma, le valli e il mare, dove la salinità delle acque è legata alle maree e alle piene del Po, dove regnano la Cannuccia di palude e la Folaga. Insieme all attigua Riserva Naturale Statale, l Oasi ospita numerose specie ornitiche Beccaccia di mare nidificanti, quali la rara e inconfondibile Beccaccia di mare, il Fraticello, l Airone rosso con ampie colonie tra le canne d o v e Faro di Gorino nidificano anche il Tarabusino, il Germano reale, molti Rallidi, la Cannaiola, il Cannareccione, il Basettino e il Pendolino, l Usignolo di fiume, il Migliarino di palude. Durante i passi e nel periodo invernale molte Anatre si affollano nei chiari aperti tra i canneti: oltre al Germano reale si possono osservare Alzavole, Marzaiole, Canapiglie, Fischioni, Codoni, Mestoloni, Moriglioni, Morette, Morette tabaccate, Morette grigie, Quattrocchi. In ogni periodo non è raro scorgere la sfrecciante sagoma del Martin pescatore, o quella severa del Falco di palude sorvolare lenta queste distese alla ricerca di prede

12 Bacini dello Zuccherificio di Jolanda Comune di Jolanda di Savoia Malpasso Comune di Lagosanto IBacini dello Zuccherificio di Jolanda di Savoia, istituiti quali Oasi di Protezione della Fauna nel 1979, si trovano presso l ex Zuccherificio Eridania in Nitticora Comune di Jolanda di Savoia. Tale ambiente, residuo dell industria di trasformazione della barbabietola da zucchero, coltura agricola predominante negli anni 70 in provincia di Ferrara, è caratterizzato dalla presenza di una rilevante Garzaia, tra le più importanti del Basso Ferrarese insieme con la Garzaia di Codigoro, in cui si rinvengono diverse specie di Aironi, quali la Sgarza ciuffetto, l Airone bianco maggiore, la Garzetta, la Nitticora ed il Tarabuso. L insediamento faunistico è stato reso possibile dal totale abbandono da parte dell uomo di tali ambienti, che sono stati colonizzati da una vegetazione tipica quale il canneto e l arbusteto formato da Sambuco nero e dalla Robinia, che costituiscono il rifugio ideale per la nidificazione delle varie specie di Ardeidi. Il sito non è visitabile in quanto di proprietà privata; recentemente il Comune ha avviato una serie si azioni mirate al mantenimento del biotopo ed alla salvaguardia di un habitat raro. Airone bianco maggiore L Oasi Malpasso, in Comune di Lagosanto, sulla strada provinciale che congiunge l abitato di Lagosanto a Comacchio, si estende per 218 ettari. Essa è caratterizzata dalla Codone presenza di un ex bacino di cava colmo d acqua che fornisce un ottimo rifugio per la sosta di varie specie di Anatidi. Vista la vicinanza al territorio del Parco Regionale del Delta del Po, essa garantisce un valore aggiunto per la tutela degli ambienti tipici di tale area protetta. La proprietà dell area è interamente privata e pertanto non risulta accessibile al pubblico. Mestolone 22 23

13 Isola Tieni Comuni di Massa Fiscaglia e Migliarino Gran Bosco della Mesola, Bosco di S. Giustina, Boschetti di Valle Giralda Comuni di Mesola, Codigoro, Goro L Oasi Isola Tieni si estende per 125 ettari in Comune di Massa Fiscaglia. Isola formata dal corso del Volano, di proprietà privata sede della Tenuta Lodigiana, è caratterizzata dalla presenza del fiume che costituisce un naturale corridoio che va da Ferrara al mare. All interno dell Oasi vi è un elemento di notevole interesse monumentale quale la Torre di Tieni, storico edificio quattrocentesco, che un tempo serviva come faro per le segnalazioni di avvistamenti alle imbarcazioni delle popolazioni locali. In questo punto il corso del Po di Volano presenta uno dei suoi Oche selvatiche tratti più suggestivi, caratterizzato da un canneto diffuso in cui possono trovare rifugio la Gallinella d acqua, la Folaga, la Sgarza ciuffetto e la Nitticora. Gabbiani L istituzione di un Oasi di protezione della fauna che comprende anche la Riserva Naturale dello Stato del Gran Bosco della Mesola dimostra l attenzione della Provincia di Ferrara per quella che è certamente una delle foreste planiziali litoranee più caratteristiche e conosciute d Europa, localmente denominata Il Boscone. Relitto degli antichi boschi termofili che vegetavano un tempo sul litorale adriatico dalle foci del Tagliamento sino ad Ancona, il Boscone ha avuto Cervi origine presumibilmente nell Alto Medioevo, su cordoni dunosi formati dal Po di Goro e dal Po di Volano presso la foce. ll fascino del Gran Bosco della Mesola, esteso su 1058 ettari comprendenti i Comuni di Mesola, Goro e Codigoro, è costituito dal portamento colonnare e mestoso del Leccio, quercia sempreverde caratteristica e, in alcuni punti, dominante. La fama del Boscone, comunque, è certamente legata a quella della Corte Estense che, durante il periodo tardo estivo ed autunnale vi si trasferiva per le spettacolari battute di caccia. A quel 24 25

14 tempo la foresta dal mare giungeva sino a lambire il Castello di Mesola, delizia estiva fatta costruire dal duca Alfonso II d Este nel 1578, circondata da un imponente cinta muraria, a difesa della ricchissima selvaggina nobile: le cronache degli storici citano Caprioli, Cervi, Daini, Cinghiali, Fagiani. Dell originaria foresta che sorgeva nelle immediate vicinanze del Castello rimangono solamente i cento ettari del Bosco di Santa Giustina, oggi proprietà della Provincia di Ferrara, anch esso istituito in Oasi di protezione della fauna e dalla tipologia vegetazionale assolutamente simile a quella del vicino Gran Bosco della Mesola. Nel Settecento l intero Tenimento della Mesola passò alla Casa d Austria, successivamente allo Stato Pontificio, quindi alla Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi, fino a che durante l ultimo conflitto bellico subì gravi danni a causa dei tagli drastici da parte dei soldati. Nel 1954 la Foresta Mesolana divenne proprietà dello Stato che, nel 1972 e nel 1977 vi istituì la Riserva Naturale, attualmente Testuggine d acqua Biancospino gestita attraverso il Corpo Forestale. Sia nel Gran Bosco della Mesola che nel Bosco di Santa Giustina, al Leccio si associano Fillirea, Farnia, Biancospino, Pungitopo e Asparago; nelle depressioni interdunali, dove l acqua affiora per lunghi periodi, si rinvengono specie idroresistenti quali Pioppo bianco, Frassino ossifillo, Olmo, accompagnate da Prugnolo, Frangola, Felce palustre. Gli uccelli silvani che nidificano in questi boschi sono numerosi: ricorderemo l Usignolo, la Cinciallegra, la Cinciarella, il Merlo, il Cuculo; sono inoltre presenti il Picchio rosso maggiore e il più raro Picchio verde. Una particolarità esclusiva del Gran Bosco della Mesola è costituita dagli Ungulati che esso ospita: il Daino, certamente introdotto a scopo venatorio, e il Cervo, presumibilmente autoctono, discendente dalle antiche popolazioni che occupavano le diffuse macchie boscate della Pianura Padana prima della sua antropizzazione. A causa dell eccessiva invadenza, il Daino è oggetto di interventi di limitazione e di allontanamento. Il Gran Bosco della Mesola è visitabile tutti i giorni festivi e prefestivi; per le scolaresche, previa prenotazione, sono fissati i giorni di martedì e venerdì. Il Bosco di Santa Giustina è sempre liberamente visitabile Lecci nel Boscone della Mesola Orchidea palustre attraverso i sentieri ripristinati dalla Provincia di Ferrara, che permettono di percorrere tutto il suo sviluppo, dalla chiesa di Santa Giustina fino all argine del Po di Goro. A parte l assenza degli Ungulati, questo biotopo boscato ha la medesima composizione vegetazionale e faunistica del Boscone, e presenta un sottobosco molto più ricco e vario, in cui prevale il Pungitopo. Visite: L accesso al Gran Bosco della Mesola è regolamentato nelle giornate di Martedì, Venerdì, Sabato e Festivi. Le scolaresche possono accedervi, previa prenotazione, il Martedì ed il Venerdì. - Corpo Forestale dello Stato Gestione ex A.S.F.D. tel. 0544/

15 Immagini dalle Oasi Cisto rosso Pettegola Canneto autunnale Viale alberato alle Pradine Beccaccia di mare Ninfea 28 29

16 Pineta di Mesola Comune di Mesola Dune Fossili di Massenzatica Comuni di Mesola e Codigoro All interno del Parco Regionale del Delta del Po si trova un insieme di Oasi che ha costituito la base per la realizzazione di una vasta area protetta; tra queste vi è l Oasi Pineta di Mesola, istituita nel 1979, che si estende per 240 ettari in Comune di Mesola. Percorrendo la SS 309 Romea prima dell abitato di Mesola, in direzione Pini domestici Venezia, si attraversa una pineta caratterizzata da Pino domestico e marittimo. Tale area boscata risale agli anni 30, epoca in cui la Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi ha effettuato una serie di rimboschimenti che hanno interessato i territori dei Comuni di Mesola e Codigoro. All interno di tale sito trovano rifugio diverse specie di animali quali il Barbagianni, il Tasso, la Volpe ed altri. Da anni la Provincia ha avviato una serie di interventi forestali mirati alla conservazione ed al ripristino dello strato arboreo ed arbustivo. L accesso a tale sito è libero nel rispetto delle norme di tutela e conservazione ambientale. Lasciando la Strada all antica linea di costa, originatisi tra la fine dell Età del Bronzo e Provinciale Gran Linea, che da Copparo conduce alla l inizio dell Età del Ferro, altrove Statale Romea, e seguendo distrutti dagli insediamenti sulla sinistra le indicazioni per Massenzatica, si scorge ben presto l ingresso delle residue Dune Fossili di Massenzatica, una cinquantina di ettari di proprietà della Provincia di Ferrara, ricadenti nei Comuni di Codigoro e Mesola, istituiti nel 1996 dalla Regione Emilia Romagna in Riserva Naturale Orientata. umani, dalle attività estrattive e di bonifica. Esse trovano corrispondenza nelle Dune Fossili di San Basilio e Rosolina, in territorio veneto. I ritrovamenti archeologici di epoca romana effettuati nell area di Monticelli e Massenzatica (basole trachitiche dell antico selciato stradale) testimoniano Scoprire queste morbide che nel 132 a. C. il console ondulazioni, dopo avere percorso Publio Popilio Laenas fece la piatta e uniforme pianura, significa provare lo stupore di chi si sente improvvisamente proiettato in un mondo diverso. I rilievi dunosi appaiono come vestigia di un lontano passato, costruire la Via Popilia, congiungente Ravenna ad Adria, passando su questi dossi. I vincoli di tutela che hanno salvato questo prezioso territorio dallo spianamento, dal pascolo e dalla quando il mare lambiva queste sabbie e il vento Vegetazione delle Dune le accumulava in alti cordoni, imprigionandovi i gusci delle conchiglie che il visitatore oggi vi scova con meraviglia. Le Dune Fossili di Massenzatica, infatti, rappresentano uno dei maggiori apparati litoranei del comprensorio deltizio padano legati 30 31

17 messa a coltura, ne sottolineano anche l elevato interesse vegetazionale e faunistico. Sulle sommità dunali, che si elevano ad oltre otto metri sul livello del mare, lontane dalla falda freatica, e dove il suolo è povero di nutrienti e costituito da sabbie fini molto permeabili, si sviluppa una vegetazione prevalente di terofite con muschi e licheni, che digrada lungo i versanti meno ripidi nella caratteristica prateria, dove si può ammirare la splendida fioritura del Fiordaliso. Nelle depressioni interdunali, più umide e ricche di humus, compare la Felce aquilina. A seguito dell abbandono delle attività antropiche, si è assistito ad un aumento della copertura arborea ed arbustiva, caratterizzata da specie tipiche della foresta planiziale padana, quali la Farnia, l Olmo, il Pioppo bianco, cui si associano il Prugnolo, il Biancospino, la Fusaggine; ai margini degli arbusteti si rinviene l Asparago. Non è raro scorgere la Volpe, il Riccio, la Lepre e la Donnola, mentre del crepuscolare-notturno Tasso ci si accontenterà di osservare la tana. Numerosi sono gli Uccelli che trovano sulle dune una irresistibile alternativa al monotono e povero ambiente agricolo circostante: Poiane, Fagiani, Colombacci, Upupe, Usignoli, Rigogoli, Cardellini, e negli ultimi anni anche Gruccioni, animano con i loro colori e gorgheggi questo ambiente relitto, unico nel suo Fiordaliso genere nel panorama delle aree protette regionali. L intero complesso è gestito attraverso apposita convenzione tra la Provincia e il WWF di Ferrara, che assicura vigilanza, manutenzione e visite guidate lungo i vari percorsi attrezzati predisposti. Gruccioni - Provincia di Ferrara-Servizio Naturalistico tel. 0532/ WWF Sezione di Ferrara tel. 0532/ / Boscona Comune di Mirabello Al limite dell abitato di Mirabello, sulla strada che conduce a Sant Agostino, si scorge l insegna dell ingresso all Oasi Naturale delle Pradine, la centenaria Tenuta Agricola Sessa protetta a testimonianza dell antico, tipico paesaggio campestre dell Alto Ferrarese. Le coltivazioni diversificate, improntate a moderni sistemi di conduzione che lasciano ampio spazio alle produzioni biologiche, si alternano a siepi polispecifiche, a maestosi filari arborei dove dominano Pioppi cipressini, Farnie e Gelsi secolari gelosamente conservati intatti dal lontano passato, così come i bellissimi maceri un tempo usati per la macerazione della canapa. Una ricca fauna trova rifugio in questa bellissima campagna dove il tempo pare essersi fermato: Lepri, Fagiani, Anatre selvatiche, Aironi cenerini, Rapaci diurni e notturni, Passeriformi si possono osservare in ogni stagione, secondo i ritmi e i frutti della terra. Al limite della tenuta sorge maestoso il Palazzo Aldrovandi, a testimonianza dell ambizioso volere del Cardinal Pompeo di farvi sorgere un grande feudo. Nel 1731 a causa della disastrosa Rotta Bisacca le impetuose acque del Reno invasero la tenuta e interruppero il progetto. Poiana Tuttavia l alluvione portò con sé anche qualche beneficio: i sedimenti sabbiosi depositati dalla piena sono oggi terreno ideale per i vigneti che vi si coltivano. L Oasi è attrezzata per escursioni e visite didattiche per le scolaresche. - AGRITURISMO Oasi Naturale Le Pradine tel. 0532/ /

18 Anse Vallive di Ostellato Comune di Ostellato Oltrepassato l abitato di Ostellato, in direzione San Giovanni e seguendo le indicazioni per il Villaggio Natura, si giunge alle Anse Vallive di Ostellato o Vallette, un complesso di tre zone umide di acqua dolce di oltre 120 ettari di estensione, residuo delle antiche Valli del Mezzano bonificate a partire dal Intercluse tra il Canale Navigabile Migliarino Portogaribaldi e il Canale Circondariale del Mezzano, esse fanno parte del demanio regionale, concesse al Comune di Ostellato, che le gestisce per numerose attività legate alla vita all aria aperta, al tempo libero e al turismo naturalistico. L istituzione dell Oasi di protezione della fauna nel 1976 e i successivi interventi di ripristino idraulico ed ambientale, di forestazione e di arredo didattico con la predisposizione di sentieri, torrette, osservatori, realizzati dalla Provincia di Ferrara a partire dall inizio degli anni 80, hanno dato origine ad un sito di notevole importanza faunistica, frequentato da numerose popolazioni di uccelli acquatici in tutti i periodi dell anno. 34 La vegetazione è costituita prevalentemente da Cannuccia di palude che circonda i bacini, accompagnata dalla Mazza sorda o Tifa e dal Giaggiolo acquatico; sono presenti numerose specie dulcacquicole come la Ninfea sfrangiata, il Morso di rana, la Castagna d acqua ed è stata introdotta la Ninfea. La vegetazione arborea ed arbustiva è stata favorita anche con la messa a dimora di specie autoctone quali Farnia, Frassino ossifillo, Pioppo bianco, Salice bianco, Prugnolo, Biancospino, Tamerice. La fauna ittica che si rinviene nelle Vallette è quella tipica dei canali di pianura ad acque lente e ricche di nutrienti: Carpe, Tinche, Pesci gatto, Anguille. Sono presenti la Raganella, il Rospo comune, il Rospo smeraldino, la Rana verde, e non è Vallette di Ostellato Pendolino raro scorgere l innocua Biscia dal collare aggirarsi tra le canne. La componente ornitica è certamente quella più spettacolare e numerosa in tutte le stagioni: lo Svasso maggiore è rappresentato da una consistente popolazione nidificante, così come la Folaga, il Germano reale, la Gallinella d acqua; altre specie nidificanti sono il Falco di palude, il Martin pescatore, il Pendolino, il Basettino, l Usignolo di fiume, il Migliarino di palude. Durante i passi le Beccaccino Vallette si popolano di Alzavole, Marzaiole, Canapiglie, Codoni, Mestoloni, Moriglioni, Beccaccini, Chiurli, Combattenti. Negli ultimi anni si è costituita una garzaia (colonia nidificante di Aironi) composta da Garzette, Nitticore, Sgarze ciuffetto, Aironi cenerini, Aironi rossi, Tarabusi e Tarabusini. Tra i Mammiferi si rinviene il Riccio, il Topolino delle risaie e occasionalmente fa capolino la Volpe. Nei pressi del primo bacino la Provincia di Ferrara ha avviato sin dal 1996 un progetto per la reintroduzione della Cicogna bianca nel territorio del Delta del Po che sta ottenendo ottimi risultati, sia dal punto di vista delle nidificazioni e dei nuovi nati, sia dal punto di vista del richiamo da parte degli esemplari detenuti nelle voliere in semicattività sugli individui selvatici di passo. Nel complesso l area si presta a visite didattiche, laboratori all aperto, osservazione di uccelli, soprattutto da parte delle scolaresche che numerose frequentano questo prezioso ambiente relitto e rinaturalizzato. Nei pressi dell ingresso è stato allestito dal Gruppo Astrofili un osservatorio astronomico, l unico nel suo genere in zona. - Coop. SORGEVA tel. 0533/

19 Anse di Valle Lepri Comune di Ostellato Polveriera Comune di Poggio Renatico Questa Oasi di 190 ettari, situata in Comune di Ostellato, istituita nel 1981 dalla Provincia di Ferrara, è compresa tra il Canale Navigabile e il Canale Circondariale, nei pressi della loro confluenza. L area comprende alcuni boschetti artificiali a Robinia e a Salice e diversi bacini costruiti per l allevamento ittico; essa è stata colonizzata a partire dall inizio degli anni 90 da una importante garzaia (una delle più consistenti colonie di Aironi nidificanti della bassa pianura padana) composta da Garzette, Nitticore e Sgarze ciuffetto. A partire dal 1994 la Provincia, congiuntamente al Corpo Forestale dello Stato, ha avviato presso le Anse di Valle Lepri, un progetto pilota per la tutela genetica della popolazione di Cervo delle dune del Gran Porciglione Bosco della Mesola: sono stati così portati qui a Valle Lepri alcuni individui dal Boscone (un Airone cenerino maschio e due femmine) che hanno dato origine ad un consistente gruppo. All interno dell Oasi la Provincia ha ristrutturato un caratteristico immobile, quale punto di riferimento e foresteria per gruppi di studiosi di Ungulati. L Oasi Polveriera, istituita nel 1979, si estende per 165 ettari in Comune di Poggio Renatico ed insiste su terreno appartenente al Demanio Militare in cui è vietato l accesso per scopi civili. L area è caratterizzata dalla presenza di fasce arbustive e boscate per un estensione di circa 50 ettari, mentre la restante parte è destinata a prato. Come già detto, essendo vietato l accesso, se non per scopi militari, la fauna Riccio Ramarro - Provincia di Ferrara - Servizio Naturalistico tel. 0532/ selvatica, in particolar modo Lepri e Fagiani nonché Passeriformi, qui trova un habitat idoneo alla riproduzione

20 Anse Vallive di Porto Bacino di Bando Comuni di Portomaggiore e Argenta Nei pressi del vecchio stabilimento saccarifero di Bando, si estende per complessivi 608 ettari l Oasi di protezione della fauna denominata Anse Vallive di Porto. Situata nei Comuni di Portomaggiore e di Argenta, essa rappresenta un residuo delle antiche Valli del Mezzano, bonificate dall Ente Delta Padano a partire dal Il cuore dell Oasi è rappresentato da un bacino di acqua dolce di oltre 50 ettari, dove un tempo venivano scaricate per la decantazione le acque reflue dello zuccherificio; dopo l abbandono dell attività industriale, questa zona umida ricchissima di fauna acquatica è stata acquisita in proprietà dalla Provincia di Ferrara, che vi ha avviato interventi di ripristino ambientale Bacino di Bando prima del recupero volti a contrastare i frequenti episodi di botulismo che si manifestavano negli uccelli. Oltre a realizzare una efficiente rete di canali sublagunari che assicurano il corretto ricambio idrico, la Provincia ha provveduto alla Folaga in cova messa a dimora di alberi e arbusti tipici e alla predisposizione di appositi sentieri mascherati da cannuccia palustre e tamerici, attrezzati con osservatori per l avvistamento della fauna e lo studio dell ambiente. In un vecchio edificio denominato La Pisana di proprietà del Consorzio di Bonifica II Circondario Polesine di San Giorgio, messo a disposizione della Provincia, è stato allestito un Centro Visite (con annessa Aula Didattica all aperto), che illustra gli aspetti naturalistici più significativi dell Oasi di Bando: la sua origine ed evoluzione, la ricca fauna ittica dulcacquicola, gli anfibi, i rettili, ma soprattutto gli uccelli e i mammiferi che in questo ambiente rinaturalizzato trovano rifugio, alimentazione e possibilità di riproduzione. Accanto alla consistente colonia di Aironi (da segnalare la nidificazione dell Airone cenerino nel canneto, insieme all Airone rosso e al Tarabuso), l Oasi ospita ricche popolazioni di Svasso maggiore e di Folaga, Anatre di superficie e tuffatrici, Cicogna bianca Rapaci, Uccelli di Ripa e una miriade di Passeriformi tipici del canneto, come Cannaiole e Cannareccioni, Pendolini, Basettini, Usignoli di fiume, Migliarini di palude e molti altri che con viva soddisfazione gli appassionati osservano. Negli ultimi anni la Provincia ha avviato progetti di reintroduzione di alcune specie tipiche del comprensorio deltizio padano, quali la Cicogna bianca e l Oca selvatica che, grazie a questo ambiente idoneo, si sono perfettamente reinserite. Nelle vicinanze in località Smaltara, sempre all interno dell Oasi, alcuni bacini ripristinati di proprietà del Comune di Portomaggiore sono stati adibiti alla pesca sportiva. - Provincia di Ferrara - Servizio Naturalistico tel. 0532/ Comune di Portomaggiore Assessorato alla Cultura tel. 0532/ ARCI PESCA Provinciale tel. 348/

21 Bosco della Panfilia Comune di S. Agostino Oltrepassato l abitato di Sant Agostino e costeggiando il Cavo Napoleonico, ci si ritrova immediatamente all ingresso del maestoso bosco che arriva a lambire le ultime case. Originatasi su terreni alluvionali depositatisi in seguito ad una disastrosa piena del fiume Reno avvenuta nel 1700 (la Rotta Panfilia ), la foresta ripariale di Sant Agostino si sviluppa su di un terrazzo golenale di circa 81 ettari appartenenti al demanio regionale. Inserito nel 1971 nel Censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia pubblicato dalla Società Botanica Italiana, il Bosco della Panfilia costituisce un importante biotopo, unico nel suo genere di bosco che si allaga in occasione delle piene del Reno. La vegetazione è caratterizzata dalla presenza di specie in grado di sopportare le periodiche piene; tra esse dominano il Pioppo bianco, la Farnia, il Frassino ossifillo, il Salice bianco, accompagnate da Olmo, Acero campestre, Frangola, Nocciolo, Prugnolo, Biancospino, Ligustro e Corniolo. Lo strato erbaceo, molto povero di specie, è caratterizzato da Carice maggiore, una pianta erbacea tipica delle aree boscate planiziali che si inondano. La ricchezza e la varietà di funghi che si rinvengono, tra cui il prezioso Tartufo bianco, sono note sin dai secoli passati, riscoperte negli ultimi decenni con la tradizionale Sagra del Tartufo di Sant Agostino, un ottima occasione per visitare il bosco nei primi giorni di settembre e non solo per assaporarne i prodotti. La suggestione dell ormai raro Raganella paesaggio boschivo planiziale e la presenza di comodi sentieri rendono particolarmente piacevoli le escursioni dei visitatori. L Oasi costituisce un prezioso rifugio per la fauna selvatica silvana; vi si possono osservare la Rana agile, la Raganella, il Ramarro, l Orbettino, il Biacco e la Testuggine d acqua. Tra gli Uccelli si rinvengono numerose specie quali il comunissimo Fagiano, il Colombaccio, il Cuculo, l Upupa, il raro Picchio verde, il Picchio rosso maggiore, il Torcicollo, il Picchio muratore, una ricchissima schiera di Passeriformi come la Cinciallegra, la Cinciarella, il Pettirosso, il Merlo, il Rigogolo, oltre alla caratteristica Beccaccia. Sono presenti anche diversi Rapaci quali la Poiana, lo Sparviere, il Gheppio, tra i diurni, l Allocco, il Barbagianni, il Gufo comune e la Civetta tra i Fiume Reno e Bosco della Panfilia notturni. Tra i Mammiferi vivono nel bosco molti Insettivori, come i Toporagni, la Talpa e il Riccio, diversi Roditori, come il Topo selvatico, il Topolino delle risaie e il Topo campagnolo, molti Carnivori, come la Volpe, la Donnola, la Faina, il Tasso. Dopo la soppressione Barbagianni 40 41

22 dell Azienda Regionale delle Foreste, avvenuta nel 1993, le attività di manutenzione di questo patrimonio forestale sono state trasferite alla Provincia di Ferrara, che vi esegue interventi di miglioramento della composizione arborea e arbustiva attraverso la messa a dimora di piante autoctone, di manutenzione dei sentieri e del reticolo idrografico, di apposizione di strutture di arredo e segnaletica forestale. Recentemente è stata stipulata apposita convenzione tra tutte le Amministrazioni Provinciali e Comunali territorialmente interessate, per la gestione congiunta del Bosco della Panfilia di Sant Agostino e della limitrofa Area di Riequilibrio Ecologico denominata La Bisana, situata oltre il fiume Reno nel Bolognese. Foresta Panfilia Spugnola Volpi Visite: ingresso libero nel rispetto del vigente Regolamento Provinciale; visite guidate organizzate dalla locale Sezione del WWF. - Provincia di Ferrara - Servizio Naturalistico tel. 0532/ Comune di Sant Agostino- Ufficio Ambiente tel. 0532/ WWF sezione Alto Ferrarese tel 0532/ Associazione Micologica Bosco Panfilia tel. 0532/

23 Norme di comportamento L istituto delle Oasi è previsto dalla Normativa Nazionale e Regionale in materia di protezione della fauna ed esercizio venatorio. Ai sensi dell art.19 della normativa regionale n. 8 del 1994, modificata dalla Legge Regionale n. 6 del 2000, la Provincia provvede alla gestione delle zone di protezione attraverso la tutela ed il recupero degli habitat, la vigilanza e l assistenza tecnica, la protezione delle colture agricole ed il contributo per gli eventuali danni, gli interventi di promozione della conservazione o dell incremento delle specie programmate,la disciplina per l accesso. Ogni visitatore che accede all interno di tali ambienti dovrà attenersi ad alcune norme allo scopo di tutelare la fauna selvatica tra cui: Canneto al tramonto Airone cenerino Pineta di Mesola - è vietato disturbare la fauna, raccogliere esemplari di piante e animali, vivi o morti o parti di essi, scavare buchi, accendere fuochi, abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo (compresi i mozziconi di sigaretta), produrre danni alla segnaletica; -nelle zone umide durante il periodo di nidificazione, compreso tra aprile e maggio, è sconsigliato l accesso, se non su percorsi obbligati ed attrezzati, al fine di tutelare l avifauna acquatica; -è vietata qualsiasi attività che possa arrecare danno agli esemplari di fauna selvatica presenti; -nelle Oasi in cui siano stati realizzati percorsi attrezzati i visitatori dovranno mantenersi esclusivamente sui sentieri, attenendosi scrupolosamente alle disposizioni impartite dal Personale di sorveglianza appositamente incaricato dalla Provincia, evitando di produrre rumori molesti e comportamenti di disturbo all ambiente naturale e agli altri visitatori; è espressamente vietato introdurre animali e apparecchi radio o similari; -dove previsto, prima di accedere all Oasi è necessario informarsi dell esistenza di eventuali regolamenti particolari, esposti su pannelli all entrata, al fine di poter accedere ad ambienti delicati nel massimo rispetto delle peculiarità naturalistiche. AI TRASGRESSORI SARANNO APPLICATE LE SANZIONI PREVISTE DALLA VIGENTE LEGISLAZIONE IN MATERIA AMBIENTALE, VENATORIA, ITTICA E DI TUTELA DELLA FLORA

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