TASK 1 SCENARI DI SCUOTIMENTO - DELIVERABLE D1 LINEE GUIDA PER IL CALCOLO DEGLI SCENARI DI SCUOTIMENTO

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1 Scenari di scuotimento in aree di interesse prioritario e/o strategico Responsabili: Francesca Pacor (INGV-MI) e Marco Mucciarelli (Unibas) TASK 1 SCENARI DI SCUOTIMENTO - DELIVERABLE D1 LINEE GUIDA PER IL CALCOLO DEGLI SCENARI DI SCUOTIMENTO A cura di UR1 G. Franceschina, F. Pacor,G. Zonno, G. Ameri UR2 G. Cultrera, A. Cirella, A. Herrero, E. Spagnuolo, E. Tinti UR6 M. Mucciarelli UR10 A. Emolo,V. Convertito Luglio 2007

2 INDICE 1. DEFINIZIONE DI SCENARIO APPROCCIO DETERMINISTICO APPROCCIO PROBABILISTICO SCELTA DELL APPROCCIO PER LA STIMA DELLA PERICOLOSITÀ LIVELLI DI COMPLESSITÀ VARIABILITÀ DEGLI SCENARI AREE DI STUDIO GUBBIO Calibrazione Scenari di livello 0 e POTENZA Definizione delle sorgenti sismogenetiche e scenari di livello Scenari di livello GARDA Livello Livello Confronto fra scenari a diverso livello di complessità MOLISE Livello Livello Livello Confronto fra scenari a diverso livello di complessità CONCLUSIONI...41 BIBLIOGRAFIA...45 APPENDICE 1: TECNICHE DI SIMULAZIONE...48 APPENDICE 2: PARAMETRI CINEMATICI DELLA SORGENTE SISMICA...49 APPENDICE 3: STUDIO PARAMETRICO...52 Task 1 - Deliverable D1 2

3 1. DEFINIZIONE DI SCENARIO L'analisi dinamica del livello di sicurezza ingegneristico, in particolare per strutture strategiche in una zona ad elevato potenziale sismogenetico, tiene conto dei parametri di picco e di diverse caratteristiche del moto del suolo, come ad esempio la durata, la non-stazionarietà e i critical-pulse (McGuire, 1995). Di conseguenza, è richiesta una modellazione dettagliata sia della struttura sia dell input sismico necessario a verificarne la risposta sismica. I codici per la progettazione in zona sismica richiedono che l input sismico per le analisi dinamiche sia composto da un set di time-histories a cui la struttura deve resistere durante la sua esistenza, e da un livello di pericolosità caratteristico della zona sismogenetica in cui la struttura di interesse è ubicata. A tale scopo l input sismico e la pericolosità di un area sono stimati con approcci di tipo deterministico o probabilistico. La scelta dell'approccio da adottare per le valutazioni di pericolosità non è immediata, poiché i due metodi sono molto diversi e presentano entrambi vantaggi e svantaggi. In generale l approccio deterministico valuta l entità del moto sismico causato da uno specifico evento di cui si considera nota la localizzazione e la magnitudo; l approccio probabilistico definisce invece la probabilità che un determinato parametro dello scuotimento sia superato in un particolare intervallo temporale (ad esempio 10% di probabilità di superamento in 50 anni) a partire dallo studio sulla sismicità dell area. La differenza fondamentale tra l approccio deterministico e quello probabilistico è che nel primo vengono simulate le serie temporali, ma non si associa alcuna probabilità al parametro di scuotimento valutato, viceversa nel secondo sono descritti solo alcuni parametri del moto e la probabilità è inclusa direttamente nell analisi. 1.1 APPROCCIO DETERMINISTICO Lo scenario di scuotimento deterministico o determistic seismic hazard analysis (DSHA) rappresenta una stima del moto sismico che una o più sorgenti sismogenetiche ben identificate possono generare ad uno o più siti. I vari contributi che concorrono alla definizione del moto in uno studio di scenario (sorgente, mezzo di propagazione e risposta locale) sono calcolati con tecniche deterministiche più o meno complicate. Schematicamente, uno studio di scenario deterministico può essere riassunto nei seguenti passaggi: - individuazione delle faglie sismogenetiche di interesse e definizione delle caratteristiche geometriche e sismologiche (momento sismico, meccanismo focale, massimo spostamento) ; - definizione della struttura delle caratteristiche reologiche del mezzo di propagazione tramite velocità delle onde sismiche, densità e fattore di qualità o fornendo i parametri del modello di attenuazione e dello spreading geometrico; - definizione dei valori dei parametri cinematici descriventi il processo di rottura (enucleazioni, distribuzioni di slip, rise time, velocità di rottura); - applicazione di modelli empirici predittivi (MEP) e/o di tecniche di simulazione del moto sismico; Task 1 - Deliverable D1 3

4 Lo scenario di scuotimento viene generalmente rappresentato dai sismogrammi sintetici oppure da uno o più parametri strong-motion, quali i valori di picco dell accelerazione, velocità e spostamento, ordinate spettrali a periodi fissati. In particolare, se si vuole riprodurre il moto sismico di un evento sismico del passato, si utilizzano tutte le informazioni disponibili per fornire un unico valore dei parametri strong-motion o un singolo sismogramma sintetico rappresentativo dell evento. Viceversa, lo studio di previsione del moto sismico per terremoti che potrebbero verificarsi in futuro, si basa sull ipotesi che le strutture sismogenetiche si attivino nell area in esame. In questo caso i parametri che descrivono i processi alla sorgente dei terremoti futuri (stress drop, velocità di rottura, punto di enucleazione, etc.) non sono noti e lo studio di scenario fornisce un intervallo di valori dei parametri strong motion, rappresentativo delle diverse ipotesi considerate nei modelli di rottura della sorgente sismica. 1.2 APPROCCIO PROBABILISTICO L analisi probabilistica della pericolosità sismica (PSHA; Cornell, 1968) è una delle tecniche maggiormente utilizzate per valutare l impatto dei terremoti che avvengono in diverse zone sismogenetiche. Per definizione (Reiter, 1990), queste ultime sono delle zone a potenziale sismogenetico uniforme la cui geometria, sulla base dei dati disponibili (sismologici, paleosismologici, geologici, etc ) e della finalità dell analisi che si sta effettuando, può essere un punto, una linea, un area o un volume. In generale le zone sismogenetiche vengono definite nelle regioni per le quali le singole strutture in grado di generare forti terremoti non sono facilmente identificabili oppure quando il potenziale sismogenetico è distribuito su diverse sorgenti. In modo molto schematico, l analisi probabilistica si svolge attraverso i seguenti passaggi: - Individuazione delle zone sismogenetiche e/o delle singole faglie. - Stima dei tassi di ricorrenza: relazione di Gutenberg e Richter per le zone sismogenetiche, e di Young e Coppersmith (1985) per le singole faglie. - Slip rate medio per la zona sismogenetica considerata o della zona sismogenetica che include la singola faglia. - Applicazione dei modelli empirici predittivi per i parametri del moto (PGA, PGV, Sa(T)) - Selezione dei periodi di interesse e delle frequenze di superamento Il risultato di un analisi PSHA al sito d'interesse è una curva di hazard che fornisce i valori di un parametro del moto del suolo di interesse (ad esempio, parametri di picco, ordinate spettrali, ecc.) in funzione della probabilità di superamento in un assegnato periodo di tempo. Ciascun valore della curva tiene conto dell effetto integrato di tutti i terremoti di diversa magnitudo, caratterizzati da diversi tassi di sismicità e che possono avvenire nelle zone sismogenetiche considerate. In molti casi, tuttavia, è utile isolare le sorgenti che maggiormente contribuiscono alla pericolosità del sito. Se per il sito di interesse è stata effettuata un analisi di tipo probabilistico (PSHA; Cornell, 1968), le sorgenti possono essere identificate dalla Task 1 - Deliverable D1 4

5 distanza al sito e dalla magnitudo associata. La coppia magnitudo-distanza definisce il terremoto di progetto (design earthquake) e permette di selezionare le serie temporali da un database esistente o ottenute da studi deterministici di scenario. E diventata pratica comune applicare la tecnica della deaggregazione (McGuire et al., 1981; McGuire, 1995; Chapman, 1995; Bazzurro et al., 1999) per l identificazione del terremoto di progetto. Questa tecnica calcola il contributo relativo delle diverse zone sismogenetiche, caratterizzate ciascuna da una propria geometria, da una relazione di ricorrenza e da una magnitudo massima. Tali contributi sono espressi mediante densità di probabilità congiunte o marginali (PDF) delle variabili di hazard, ovvero magnitudo, distanza sito-sorgente, incertezze nei modelli empirici predittivi. L analisi di tali PDF consente quindi di identificare la coppia magnitudo-distanza rappresentativa di diversi stimatori statistici della distribuzione di probabilità, quali il valore medio o la mediana. 1.3 SCELTA DELL APPROCCIO PER LA STIMA DELLA PERICOLOSITÀ Quale sia l approccio migliore da utilizzare per le stime di pericolosità ad un sito è un argomento molto controverso al quale non è possibile dare una risposta univoca. McGuire (1995) afferma che i due metodi dovrebbero essere usati in modo complementare al fine di giungere ad una migliore definizione della pericolosità di una data area. La priorità di un approccio rispetto ad un altro dipende, oltre che dal contesto sismotettonico, dallo scopo del progetto per cui vengono svolte le analisi di pericolosità. Ad esempio, quando il sito di interesse è una struttura strategica, come impianti industriali ad alto rischio diretto ed indotto, ospedali, scuole, ponti, ecc., l applicazione della PSHA non è ovvia. In tal caso, infatti, può essere richiesta la selezione e la caratterizzazione del moto generato da una singola faglia invece che da una zona sismogenetica. Il calcolo della PSHA per una singola faglia comporta alcune difficoltà non trascurabili: non è sempre possibile stimare il tasso di sismicità e la relazione di ricorrenza di una singola faglia con terremoto massimo atteso di magnitudo medio-alta (M > 6.0), a causa della non completezza dei cataloghi sismici attualmente disponibili; le relazioni di attenuazione utilizzate per calcolare l effetto del terremoto, può non tener conto delle caratteristiche del processo di rottura sulla faglia (geometria della faglia, distribuzione di slip, direttività, ecc.) e della propagazione delle onde sismiche dalla sorgente al ricevitore (Boore et al., 1997; Sommerville et al., 1997; Convertito and Herrero, 2004). Queste caratteristiche, d altra parte, risultano essere di particolare importanza per quei siti ubicati a distanze confrontabili con le dimensioni della faglia considerata, per cui l eterogeneità e la complessità del processo di rottura alla sorgente è ritenuta responsabile della complessità del moto del suolo alle alte frequenze; i modelli empirici predittivi, strumento utilizzato per calcolare l effetto del terremoto nella PSHA, generalmente non ne tengono conto di tali effetti. Un possibile uso congiunto dei due approcci consiste nello svolgere inizialmente un analisi probabilistica per stimare la pericolosità al sito e quindi un analisi di deaggregazione per identificare gli eventi che vi contribuiscono maggiormente. Gli eventi così individuati vengono successivamente modellati con approcci deterministici al grado di dettaglio desiderato. Recentemente Convertito et al. (2006) Task 1 - Deliverable D1 5

6 hanno sviluppato un nuovo approccio ibrido probabilistico-deterministico per l analisi della pericolosità sismica con lo scopo di superare alcune delle limitazioni intrinseche dei due approcci standard (per dettagli si veda PS3-Deliverable D2). Nell approccio ibrido viene utilizzata una tecnica di simulazione di sismogrammi sintetici per riprodurre il moto del suolo atteso al sito nel caso della rottura di una faglia estesa. Tenendo conto della variabilità associata a diversi possibili processi di rottura che su di essa si possono sviluppare (ad esempio, posizione del punto di enucleazione della rottura, distribuzione della dislocazione finale sulla faglia, valore della velocità di rottura), si ottiene una densità di probabilità dei parametri ground-motion da utilizzare per il calcolo probabilistico. Ciò consente di limitare la generalità delle stime dei parametri del moto che sono ottenute mediante i modelli empirici predittivi per sorgenti puntiformi e condizioni di sito semplificate, e di tener conto degli effetti che maggiormente influenzano il campo d onda in particolar modo nell'area near-source, come il diagramma di radiazione e l effetto di direttività. Al tempo stesso il metodo prevede la possibilità di associare all approccio deterministico il tempo di ritorno del terremoto scelto per caratterizzare il potenziale sismogenetico della faglia selezionata, evitando così la staticità degli scenari calcolati. 2. LIVELLI DI COMPLESSITÀ In questo progetto è stata introdotta una classificazione per gli scenari di scuotimento deterministici calcolati al bedrock. Tale classificazione rappresenta tre livelli di complessità (livello 0, livello 1 e livello 2) dipendenti dalla tecnica di calcolo utilizzata per la stima del moto atteso insieme alla sua variabilità, come illustrato in Tabella 2.1. Gli scenari di livello 0 si basano sull utilizzo di metodologie semplificate che prevedono l applicazione di modelli empirici predittivi (MEP) del moto sismico. Essi forniscono, per un dato terremoto e uno specifico sito, una stima del moto corrispondente al valor medio dei parametri di picco con associata la loro variabilità (deviazioni standard). Gli scenari di livello 1 e 2 sono basati sui sismogrammi sintetici calcolati per modelli di sorgente puntuale e a faglia estesa e per in mezzi di propagazione omogenei e stratificati: negli scenari di livello 1 si utilizzano tecniche numeriche approssimate che simulano la fase strong motion del sismogramma; negli scenari di livello 2 si adottano metodi ibridi che generano sismogrammi sintetici a larga banda in campo completo (si veda PS3-Deliverable D0). In questo modo gli scenari di scuotimento più complessi (livelli 1 e 2) includono effetti importanti dei terremoti, quali ad esempio la direttività e gli impulsi a bassa frequenza misurabili a distanze dalla sorgente confrontabili con le dimensioni della faglia sismogenetica. Inoltre, il calcolo delle serie temporali permette di definire il moto atteso attraverso un ampia gamma di parametri ground-motion che include sia i valori di picco che le grandezze integrali (quali Housner o l intensità di Arias). Variando i diversi parametri che descrivono sia la rottura sulla faglia estesa sia il mezzo di propagazione si possono calcolare diversi scenari per un dato terremoto e Task 1 - Deliverable D1 6

7 un dato sito. Per ogni sito si ottiene quindi una distribuzione di parametri groundmotion da cui stimare degli indicatori statistici che descrivano il moto atteso (la media, la mediana, il valore massimo etc.) insieme alla sua variabilità (deviazione standard, percentili, ecc). Ad ogni indicatore è possibile associare uno o più sismogrammi corrispondenti o definire una famiglia di sismogrammi che soddisfi criteri specifici (ad esempio i 7 accelerogrammi più vicini al valore mediano). Livello 0 Livello 1 Livello 2 Tecniche Grandezze simulate Variabilità associata Modelli empirici Valori di picco (PGA, PGV, PGD) predittivi del moto Ordinate spettrali in intervalli di del suolo a scala frequenza prefissati Deviazione standard dei regionale e nazionale Altri parametri del moto modelli empirici predittivi (MEP, già chiamate (intensità di Arias, ) leggi di attenuazione) Intensità macrosismica Tecniche approssimate di simulazione Tecniche di simulazione a larga banda a faglia estesa Serie temporali approssimate (ovvero calcolate su sorgente puntiforme o estesa, per campo vicino e lontano, solo per fasi dirette, con limiti in alta o bassa frequenza,.) Sismogrammi sintetici larga banda contenenti l intero campo d onda. Tabella 2.1 Classificazione scenari adottata nel Analisi statistica relativa alla distribuzione dei parametri derivati da famiglie di serie temporali simulate. Analisi statistica relativa alla distribuzione dei parametri derivati da famiglie di sismogrammi sintetici simulate. Nell'ambito del la variabilità del moto atteso per i livelli 1 e 2 è associata (i) alle dimensioni finite della sorgente e (ii) alla variabilità dei parametri cinematici che descrivono l evoluzione del processo di rottura sulla faglia (posizione del punto di enucleazione, distribuzione di dislocazione finale, velocità di rottura, funzione sorgente). Allo scopo di controllare la variabilità del moto atteso, è necessario individuare gli intervalli di variazione dei parametri cinematici descriventi il processo di rottura della sorgente. Nelle aree di validazione, il confronto fra dati osservati e scenari a diverso livello di dettaglio permette di valutare l accuratezza della predizione al crescere della complessità dei modelli, viceversa nelle aree di predizione lo scenario di livello 0 è utilizzato come indicatore dell andamento medio rispetto al quale valutare la variabilità del moto atteso stimabile dai modelli più complessi. Gli scenari al bedrock, calcolati a qualsiasi livello di complessità, permettono di valutare gli scenari al sito introducendo gli effetti della risposta locale, anch essa stimata a diversi livelli di dettaglio in funzione delle caratteristiche del sito e dalla completezza delle informazioni disponibili per la sua caratterizzazione (si vedano PS3-Deliverables D3-D4-D5). Task 1 - Deliverable D1 7

8 3. VARIABILITÀ DEGLI SCENARI Il moto del terreno è caratterizzato da una variabilità intra-evento, ovvero per uno stesso evento il moto varia da sito a sito, e inter-evento, ovvero le caratteristiche del moto ad uno stesso sito variano in funzione del diverso terremoto che lo ha generato. In particolare, la variabilità spaziale e temporale del moto, a parità di magnitudo e distanza, dipende da: (i) modalità di rottura della sorgente; (ii) mezzo di propagazione a grande scala ed effetti di sito (geologia, topografia, non-linearità,...); (iii) posizione dei ricevitori rispetto alla sorgente. In questo capitolo discuteremo solamente la variabilità associata al processo di rottura sulla faglia, senza considerare gli effetti di sito e assumendo un modello di propagazione 1D noto (l'effetto del modello di propagazione deve essere possibilmente testato tramite il confronto con i dati reali). Per investigare la variabilità così definita è necessario utilizzare le simulazioni numeriche, perché i dati sperimentali esistenti non sono sufficienti per poter quantificare l'influenza dei parametri di rottura sul ground-motion. I modelli empirici predittivi (MEP), ottenuti dalle regressioni di dati registrati a più siti e per più eventi, sono infatti funzione di pochi parametri (magnitudo, distanza, meccanismo focale, sito) e includono nella deviazione standard sia la variabilità intra- che inter- evento. Di seguito sono indicate le linee guida per poter affrontare lo studio parametrico di scenario. Gli esempi utilizzati provengono da studi particolari realizzati nell'ambito del. Le conclusioni di tali studi non sono quindi generalizzabili e devono essere sempre verificate. 1. Scelta del metodo di simulazione La scelta del metodo di simulazione dipende dalla grandezza che si vuole studiare: esistono tecniche full-wave per il calcolo di spostamento e velocità a basse frequenze (f<2-3hz), e tecniche semplificate per velocità e accelerazione ad alte frequenze (f>1hz). ESEMPIO In Figura 3.1 sono confrontate le registrazioni reali e le serie temporali simulate con una tecnica full-wave (COMPSYN) e una tecnica approssimata (DSM). Queste due tecniche di simulazione, utilizzate nel, sono brevemente descritte in Appendice 1. Il confronto mette in evidenza che entrambe le tecniche riescono a riprodurre qualitativamente il dato registrato, nei limiti delle basse frequenze (<5Hz) per Compsyn e delle alte frequenze per DSM (>0.5Hz). Il valore aggiunto delle tecniche full-wave è la simulazione dello spostamento statico (f=0 Hz), mentre le tecniche approssimate riproducono facilmente le alte frequenze e quindi le accelerazioni del moto. Per maggiori dettagli si rimanda al PS3-Deliverable D0. Task 1 - Deliverable D1 8

9 Figura 3.1. Confronto tra le registrazioni del terremoto dell Irpinia 1980 alla stazione accelerometrica di Bagnoli e i sintetici simulati con (a) una tecnica full-wave (COMPSYN) e (b) una tecnica approssimata (DSM). Le serie temporali sono filtrate con un filtro passa alto, essendo 0.15 Hz il filtro strumentale; il filtro passa basso è controllato dalla frequenza limite delle simulazioni (5 Hz per Compsyn, 25 Hz per DSM). In alto sono riportate le serie temporali, in basso le trasformate di Fourier (si veda PS3-Deliverable D0). 2. Strategia La simulazione di uno scenario dipende dall'obiettivo preposto, ovvero se si è interessati a riprodurre un evento avvenuto oppure se si vuole definire un modello predittivo. In entrambi i casi bisogna stabilire i parametri fisici del modello di rottura, la cui definizione dipende dal grado di conoscenza deterministica, più o meno accurata, che vogliamo/possiamo includere. Di seguito sono elencate tre possibili situazioni: a.tutti i parametri cinematici sono considerati noti, ad esempio da tecniche d'inversione per terremoti recenti di cui si dispongono le registrazioni (massimo grado di conoscenza); b. i parametri cinematici sono definiti tramite considerazioni fisiche (dalla dinamica) o geometriche, o dedotti dalle leggi di scala (massimo grado di ignoranza); c.alcuni parametri cinematici sono noti, altri indeterminati (grado di conoscenza condizionata dall informazione a priori). Per lo studio di scenario a fini predittivi (caso b) e c)) vengono generati tanti scenari in modo da campionare lo spazio di variabilità dei parametri cinematici di cui si ha uno scarso grado di conoscenza. In Appendice 2 sono descritti i parametri cinematici comunemente utilizzati per la definizione del processo di rottura su un piano di faglia, e sono brevemente commentati i valori che possono assumere. Task 1 - Deliverable D1 9

10 3. Influenza dei parametri cinematici Ogni parametro cinematico contribuisce in modo diverso alle serie temporali del movimento del terreno, e di conseguenza ai valori dei parametri ground motion (PGA, PGV, PGD, ordinate spettrali, spostamento statico). La quantificazione dell'influenza del singolo parametro cinematico sulle stime del ground motion è strettamente legata alla geometria sito-sorgente e all'approccio utilizzato per valutarla (si veda Appendice 2). ESEMPIO In Figura 3.2 è mostrato come le diverse scelte dei parametri (velocità di rottura, Vr, e posizione del punto di enucleazione, np) contribuiscano alla generazione dei valori di picco (PGA, PGV). Si noti che i parametri cinematici possono pesare in modo diverso sul moto simulato. Ad esempio, il punto di enucleazione controlla la distribuzione di PGA (i valori massimi si ottengono quando il punto di enucleazione è tale che il sito si trova in posizione direttiva, pn=1), mentre vincola in minima parte la PGV; viceversa, la velocità di rottura controlla in ugual misura la distribuzione di PGA e PGV. In Appendice 3 viene descritto per esteso lo studio parametrico svolto nell'ambito del. Vr (1=v1, 3=v3, 5=v5) Posizione dell enucleazione a) PGV (m/s) PGV (m/s) b) PGA (m/s2) PGA (m/s2) Figura 3.2 Distribuzioni del numero di scenari che contribuiscono alla (a) PGV (COMPSYN) e (b) PGA (DSM) simulati per la stazione di Bagnoli, distinguendo i contributi delle diverse scelte dei parametri (velocità di rottura, Vr, e posizione del punto di enucleazione, np). Sono state utilizzate due velocità di rottura costanti (Vr1=0.7*Vs e Vr3=0.9*Vs, pari a 2.1 e 2.7 km/s) e una velocità Vr variabile proporzionalmente alla dislocazione sul piano di faglia (Vr5, con una velocità media di 2.1km/s). Per maggiori dettaglia si rimanda all'appendice 3. Task 1 - Deliverable D1 10

11 4. Selezione dello scenario Una volta generati gli scenari di scuotimento per uno stesso studio predittivo, si procede alla selezione di uno o più scenari in base alle richieste dell utente ed alla distribuzione statistica dei risultati. Gli scenari selezionati devono soddisfare dei requisiti predefiniti che dipendono dall'obiettivo di utilizzo. Un tipico esempio è la selezione in base al confronto con un valore di un qualsiasi parametro ground-motion considerato (quali PGA, PGV, ordinate spettrali). Tale valore può essere definito: a) tramite i modelli empirici predittivi (Sabetta e Pugliese, 1996; Ambraseys et al., 2005; Next Generation Attenuation of Ground Motions (NGA) Project, o tramite un'analisi probabilistica; b) a partire dai parametri della distribuzione dei valori generati dall'insieme degli scenari calcolati, quali la massima probabilità di occorrenza (valore modale), valori estremi, media e percentili. ESEMPIO In Figura 3.3 viene mostrato un esempio di distribuzione di PGV per lo studio di scenario descritto in Appendice 3. In questo caso esistono diversi scenari che generano valori simili, in particolare il numero di scenari che producono i valori massimi o con la massima probabilità di occorrenza corrispondono rispettivamente al 1% e 29% del totale (Figura 3a). Tali scenari sono però caratterizzati da diversi valori dei parametri di rottura (Figura 3b). Ad esempio i valori massimi di PGV sono prodotti dalla velocità di rottura maggiore Vr3 e dal punto di enucleazione 1 (si veda Appendice 3), mentre i valori con la massima probabilità di occorrenza hanno contributi dalla velocità di rottura medio-bassa (Vr1 e Vr4) e da diversi punti di enucleazione. Task 1 - Deliverable D1 11

12 a) b) massima probabilità di occorrenza c) valori massimi Figura 3.3 Distribuzioni del numero scenari in funzione della PGV prodotta a Bagnoli. In (a) sono evidenziati gli scenari che contribuiscono alla massima probabilità di occorrenza e ai valori massimi, mentre in b) e c) sono identificate le combinazioni di parametri cinematici che determinano tali valori: 1) funzione sorgente (B-Box, E-Esponenziale, J-Coseno, Y-Yoffe); 2) posizione punto di enucleazione; 3) distribuzione di slip; 4) velocità di rottura (Vr1, Vr2, Vr3, Vr4, Vr5). 5. Studio di pericolosità con più parametri d interesse (pericolosità vettoriale) I requisiti per la scelta dello scenario possono riguardare la corrispondenza con un definito valore (calcolato ad uno o più siti) di un solo parametro, oppure di più parametri contemporaneamente. Si tenga conto che uno stesso valore di parametro ground-motion può essere generato da diversi scenari di rottura o, paradossalmente, da nessuno. 1) scenari single-site: scenari calcolati per un singolo sito. In questo caso non sempre esiste almeno uno scenario che soddisfa più richieste, ad esempio valori definiti per due parametri di picco. Task 1 - Deliverable D1 12

13 ESEMPIO In Figura 3.4 sono mostrate le combinazioni di due parametri cinematici (distribuzione di slip e velocità di rottura) che contribuiscono al massimo valore di PGV e PGD al sito di Bagnoli, rispettivamente ( )m/s e ( )m. Si noti che gli scenari associati ad ogni combinazione dei due parametri possono avere diverse posizioni del punto di enucleazione e diverse funzioni sorgente. Nel caso in Figura solo 1% degli scenari produce il PGV massimo e il 2% il PGD massimo. Tali scenari sono caratterizzati dalla velocità di rottura massima (Vr3) e da diverse distribuzioni di slip. Tuttavia, non hanno le stesse funzioni sorgente e quindi non esistono modelli comuni che producono contemporaneamente massimi di PGV e PGD. Figura 3.4: scenari che contribuiscono al valore massimo di PGV e PGD calcolata a Bagnoli. Gli istogrammi mettono in evidenza i contributi di due parametri cinematici: la distribuzione di slip (A, B e C) e la velocità di rottura (Vr1, Vr2, Vr3, Vr4, Vr5). 2) scenari multiple-sites: scenari generati da una faglia e calcolati per molti siti (zona estesa, area urbana). La distribuzione dei parametri ground motion a siti ad uguale distanza dalla faglia può essere molto variabile. Non è sempre immediato selezionare uno scenario che riproduca valori di un parametro definiti a più siti contemporaneamente. ESEMPIO In Figura 3.5 viene mostrata la distribuzione dei valori di PGV ai due siti BAG e ST02 che si trovano in posizioni diverse rispetto alla faglia, ma hanno uguale distanza da essa (Rfault=8km; si veda Appendice 3). Se selezioniamo per i due siti gli scenari che producono il valore di picco intorno a PGV=0.34 m/s previsto da Sabetta e Pugliese (1996), si ottiene che solo il 2% degli scenari comuni ai due siti soddisfano lo stesso criterio. Le combinazioni di parametri cinematici che concorrono agli scenari comuni sono indicati nella seguente tabella: Task 1 - Deliverable D1 13

14 scenario funzione sorgente punto di enucleazione distribuzione di slip velocità di rottura (Vr) 1 Coseno 1 C 4 2 Box 0 C 3 3 Coseno 0 B 4 4 Esponenziale 0 B 4 5 Yoffe 0 B 4 Figura 3.5 (a) Istogrammi dei valori di picco (PGV) calcolati a due siti BAG e ST02 ad uguale distanza dalla faglia (Rfault=8km). La linea tratteggiata indica l'intervallo ( )m/s intorno al valore previsto dalla Sabetta e Pugliese (1996); (b) insieme di scenari con stessa distribuzione di slip e stessa velocità di rottura che contribuiscono al valore di picco selezionato. Di questi, solo cinque hanno anche lo stesso punto di enucleazione e la stessa funzione sorgente. 3) scenari multiple-faults: scenari generati da molte faglie a uno o più siti. Lo studio di scenario utilizzando più faglie sismogenetiche comporta la definizione delle caratteristiche delle faglie che contribuiscono alla pericolosità del sito d interesse. In questo caso aumentando il numero di variabili, ovvero di parametri di rottura variabili su più faglie, vengono maggiormente popolate le distribuzioni dei parametri ground-motion e allo stesso tempo si rende più complesso lo studio delle stesse. ESEMPIO Il capitolo 4.2 del presente Deliverable riassume i risultati dello studio di scenario effettuato per la città di Potenza (Basilicata) e descritto nel PS3-Deliverable D17. Le faglie sismogenetiche individuate nell'area di Potenza concorrono a diverso grado al moto del suolo simulato in città. La Figura 3.6 illustra come tale studio (livello Task 1 - Deliverable D1 14

15 1) abbia permesso di individuare le tre faglie (F3, F6 e F8) che producono i valori maggiori di PGA al sito. Le tre faglie sono quindi state utilizzate per simulazioni più sofisticate di livello 1 (si veda PS3-Deliverable D17 per maggiori dettagli). Figura 3.6. Risultati dello studio di scenario per la città di Potenza: a) posizione delle faglie sismogenetiche e della città di Potenza (Basilicata); b) valori di PGA simulati a Potenza variando i parametri cinematici su ognuna delle faglie considerate. I requisiti per la scelta dello scenario possono riguardare la corrispondenza con un definito valore (calcolato ad uno o più siti) di un solo parametro, oppure di più parametri contemporaneamente. Si tenga conto che uno stesso valore di parametro ground-motion può essere generato da diversi scenari di rottura o, paradossalmente, da nessuno. 6.Variabilità del moto In generale gli scenari calcolati a livello 1 e 2 forniscono una variabilità del moto maggiore rispetto ai modelli empirici, strettamente dipendente dagli intervalli di variazione dei parametri cinematici utilizzati per costruire gli scenari. Tuttavia, vincolando alcuni parametri attraverso informazioni note, la variabilità spaziale del moto è dello stesso ordine di grandezza di quella ottenuta con i modelli empirici. Figura 3.7. Scenario per il terremoto dell Irpinia. Valori di PGA e PGV di livello 1 (DSM a sinistra) e 2 (HIC a destra) al variare della distanza. La linea e l area grigia rappresentano i valori medi e la deviazione standard di livello 1 e 2. Le linee nere continue e tratteggiate rappresentano i valori previsti dai modelli empirici di Sabetta e Pugliese (1987) e di Ambrayses (2005). I vari simboli rappresentano i valori di picco osservati durante il terremoto dell Irpinia del 1980 (M 6.9). Task 1 - Deliverable D1 15

16 4. AREE DI STUDIO In questo capitolo vengono riassunte le strategie adottate nel calcolo degli scenari degli scenari di scuotimento nelle quattro aree investigate in questo Progetto. Le aree prescelte si distinguono in aree di previsione: Gubbio e Potenza e in aree di validazione: Molise e Garda. Nelle aree di previsione lo scopo è la realizzazione di scenari di scuotimento per i terremoti di riferimento individuati, che corrispondono agli eventi massimi che possono verificarsi, viceversa nelle aree di validazione lo scopo è verificare le capacità predittive delle tecniche di simulazione più o meno sofisticate adottate nel progetto in relazione anche delle conoscenze disponibili. Per tutte le aree sono gli scenari sono stati calcolati a vari livelli di complessità, mettendo in evidenza l importanza di utilizzare e confrontare più approcci al fine di giungere a stime del moto sismico realistiche. 4.1 GUBBIO Gli scenari di scuotimento realizzati per la Città e il bacino di Gubbio (PG) hanno permesso di applicare le strategie delineate nel presente Deliverable e sono stati utilizzati come input per la stima degli effetti di sito. In particolare, è stato affrontato uno studio di scenario del tipo multiple-sites, ovvero tenendo conto di scenari generati da 2 faglie a più siti e, successivamente, applicando le possibili strategie per la selezione dello scenario rappresentativo. Si rimanda al PS3-Deliverable D20 per maggiori dettagli. Poiché lo scopo di questo studio è la stima del moto in molti punti in modo da ben campionare il bacino e poter successivamente valutare la variabilità, estremamente complessa, della risposta sismica della valle, lo scuotimento al bedrock è stato valutato a livello 0 e a livello 1. Solo in alcuni siti campione il moto è stato calcolato con tecniche full-wave, al fine di verificare il grado di approssimazione introdotto dai livelli 0 e 1. A Gubbio lo scuotimento è stato pertanto espresso in termini di picchi del moto (PGA e PGV e ordinate spettrali in accelerazione) e sismogrammi sintetici rappresentativi della fase strong motion (vedi PS3-Deliverable D0). Prima di procedere al calco degli scenari predittivi, si è proceduto alla simulazione del terremoto di Gubbio del 1984 (M 5.7), avvenuto su una porzione di una delle faglie selezionate per il calcolo del terremoto di riferimento Calibrazione Il terremoto di Gubbio del 1984 (M 5.7) è avvenuto su una porzione di faglia della sorgente ITGG037, individuata per il calcolo degli scenari predittivi. Durante tale evento sono stati registrati 5 accelerogrammi di cui uno, GBB, molto vicino alla città di Gubbio. La modellazione di questo evento ha permesso di evidenziare le capacità di simulazione delle tecniche adottate in questo progetto, HIC e DSM, e di verificare l adeguatezza dei modelli di faglia e del mezzo di propagazione, successivamente Task 1 - Deliverable D1 16

17 utilizzati per il calcolo degli scenari. Attraverso una tecnica di grid search, applicata ai dati e sismogrammi sintetici filtrati in bande di frequenza ristrette (1-4Hz) in modo da minimizzare gli effetti di sito, è stato possibile individuare i parametri cinematici del modello di sorgente, che meglio descrivono i dati osservati. Per entrambe le tecniche di simulazione il miglior modello è descritto da una rottura quasi unilaterale in direzione N-O che si propaga con alta velocità (vr=0.9vs). In Figura 4.1 i risultati ottenuti dallo studio dei residui calcolati tra dati osservati e simulati calcolati con le diverse tecniche. I residui sono espressi in termini di ordinate spettrali calcolate a diversi periodi. I cerchi neri rappresentano le simulazioni con DSM (scenari a livello 1), con HIC (scenari a livello 2) e la linea i risultati del modello empirico di Abraseys et al., I risultati sono simili fra i modelli con le eccezioni delle stazioni che risentono degli effetti di direttività, NCR e PTL, dove i sismogrammi sintetici a faglia estesa hanno valori più vicini a quelli osservati. Figura 4.1 Errore fra ordinate spettrali simulate e osservate. I cerchi neri e grigi si riferiscono alle simulazioni con HIC e DSM rispettivamente. Le linee grigie si riferiscono ai risultati applicando il MEP di Ambraseys et al.,2005. Il tratto orizzontale rappresenta la media, mentre quello verticale la deviazione standard. In Figura 4.2 si mostra il residuo mediato sulle 5 stazioni al variare della frequenza, ottenuti con le due tecniche di simulazione. In generale entrambe le tecniche forniscono risultati consistenti fra loro e con le osservazioni e sono in grado di riprodurre abbastanza bene le caratteristiche spettrali del terremoto del Task 1 - Deliverable D1 17

18 . Figura Andamento del residuo E(f) in funzione delle frequenze mediato su 5 station. La linea near rappresenta la media dei residui mentre l area grigia la deviazione standard. I risultati ottenuti da questo studio indicano anche l adeguatezza dei modelli di faglia e del mezzo di propagazione da adottare nel calcolo degli scenari predittivi e che le tecniche utilizzate per il calcolo dei sismogrammi sintetici HIC e DSM forniscono valori del moto ragionevoli e sono in grado di riprodurre alcune caratteristiche tipiche del moto del suolo in campo vicino Scenari di livello 0 e 1 Nell area di Gubbio sono state individuate 2 strutture sismogentiche (Figura 4.1) potenzialmente pericolose, i cui vincoli geometrici sono stati estratti dal DISS v.3.02 (DISS Working Group, 2006; Basili et al., 2007) e localizzate a circa 10 km dalla zona di interesse. Fig 4.3 Modelli di sorgente e posizione dei siti simulate nello studio di scenario. I cerchi rossi indicano i 4 siti utilizzati per la selezione delo scenario rappresentativo dello scuotimento a Gubbio. Le stelle indicano i punti di enucleazione degli scenari di rottura che generano un livello di scuotimento medio. Task 1 - Deliverable D1 18

19 La magnitudo massima attesa per queste faglie è pari a 6 ed avendo geometrie e meccanismi focali simili, le principali differenze nel moto che possono generare a Gubbio e nel bacino dipendono unicamente dalle geometrie sito-sorgente. Per il calcolo degli scenari predittivi nell area di Gubbio si è adottata la seguente strategia: 1. Selezione di 4 siti, rappresentativi della bacino e della città di Gubbio. 2. Generazione a questi siti di circa sismogrammi con la tecnica DSM, ottenuti variando i parametri cinematici descriventi la rottura sulle faglie ITG037 e ITG038 e corrispondenti agli scenari di livello 1 Figura Scenari di scuotimento a livello 1per la faglia ITGG038. Distribuzione dei picchi di accelerazione ai siti GBP e N14ottenuti simulando 8200 diversi scenari di rottura. L asse Y rappresenta il numero di scenari per ogni intervallo di PGA. 3. Individuazione della combinazione di parametri cinematici che forniscono i valori medi del moto e confronto i valori ottenuti dagli scenari a livello 0. Figura Scenari di scuotimento a livello 1 e livello 0 per ITG038 e ITG037 calcolati ai 4 siti test. I cerchi neri indicano il valor medio delle distribuzioni simulate con DSM, la barra rossa la deviazione standard e la barra nera l intero intervallo di variazione. La linea nera e l area grigia indicano i valori ottenuti con il MEP di Bindi et al.; Task 1 - Deliverable D1 19

20 4. Verifica che lo scenario medio non generi significative ampiezze del moto, legate a fenomeni di bassa frequenza, quali spostamento permanente e impulsi di lungo periodo dovuti alla direttività, attraverso il calcolo di sismogrammi sintetici a livello 2. [cm/s] GBP f [Hz] LF HF BB cm cm/s gal Time (s) Figura Sismogrammi sintetici di livello 2 per ITG038 calcolati a GBP. A destra gli spettri di Fourier del segnale DSM (HF, in rosso)) del segnale a bassa frequenza calcolato con una tecnica completa fino a 2 Hz (LH, in blu) e del segnale a larga banda ottenuto dalla combinazione dei 2 nell intervallo di frequenza Hz. A sinistra Accelerazione, velocità e spostamento del segnale a larga banda. 5. Calcolo degli scenari predittivi al bedrock nell intera area di Gubbio a livello 1, da utilizzarsi per le successive analisi di sito e confronto con la normativa italiana. [gal] ITG038 EUR Soil A C09_n N14_n GUB_n GBP_n C09_e N14_e GUB_e GBP_e T [s] Figura A sinistra Scenari di scuotimento al bedrock di livello 0 nella piana e nella città di Gubbio per la faglia ITG038. Confronto fra gli spettri di accelerazione calcolati nei 4 siti test per los scenario di rottura medio e lo spettro di normativa italiana per suoli rigidi scalato a 0.25g. Task 1 - Deliverable D1 20

21 4.2 POTENZA Gli scenari di scuotimento realizzati per la città di Potenza (Basilicata) hanno permesso di applicare le strategie delineate nel presente Deliverable e sono stati utilizzati per il calcolo degli scenari di danno da parte di UR6-UniBas. In particolare, è stato affrontato uno studio di scenario del tipo multiple-faults, ovvero tenendo conto di scenari generati da molte faglie a un solo sito. Si rimanda al PS3 - Deliverable D17 per maggiori dettagli. Nell'area intorno a Potenza sono state individuate diverse sorgenti potenzialmente pericolose per il sito in studio (DISS, progetto S2). L utilizzo di una tecnica di simulazione semplificata di livello 1 (DSM, Pacor et al. 2005; PS3-Deliverable D0) ha consentito la selezione preliminare delle sorgenti a più alta pericolosità, su cui simulare poi il moto del suolo con una tecnica broad-band in campo completo di livello 2 (HIC, Gallovic and Brokeshova 2007; PS3 - Deliverable D2). L uso di una tecnica broad-band consente di ottenere informazioni affidabili sia su parametri del moto del suolo in bassa frequenza (PGV) che su parametri ingegneristici legati alla durata (intensità di Arias), non sempre è ben riprodotta dalle tecniche in alta frequenza. Le simulazioni ottenute costituiscono una popolazione di sismogrammi da cui selezionare le serie temporali d'interesse in funzione dell'utilizzo per gli scenari di danno Definizione delle sorgenti sismogenetiche e scenari di livello 1 Sono state individuate le faglie sismogenetiche nell'area di Potenza e utilizzati i vincoli geometrici e di massima magnitudo forniti dal progetto S2 (Figura e in Tabella 4.2-1). Si noti che nelle successive simulazioni, nessuna variabilità è stata introdotta nelle geometrie delle faglie. Per fare questo, i parametri geometrici che definiscono le strutture dovrebbero essere forniti con associata la loro incertezza. Figura delle faglie utilizzate per simulare lo scuotimento atteso a Potenza Task 1 - Deliverable D1 21

22 Tabella Vincoli geometrici delle faglie F1 F3 F4 F5 F6 F7 F8 F9 Source Colliano Irpinia Melandro Agri Valley Potenza Potenza Andretta- Scorciabuoi Name -Pergola Filano Strike (deg) Dip (deg) Rake (deg) Length (km) Width (km) Depth Min (km) Slip (m) Mw (KA) M0 2.29E E E E E E E E+19 (Nm) R fault (km) Per ogni faglia sono stati utilizzati diversi modelli di rottura per DSM e per HIC, ottenuti variando la velocità di rottura sulla faglia, la distribuzione finale di dislocazione e i punti di enucleazione. Le distribuzioni dei valori di picco degli scenari DSM (Figura 4.2-2) hanno permesso di selezionare le tre strutture che possono produrrei valori massimi di scuotimento a Potenza, ovvero F3, F6 (o F7) e F8. Figura Grafico "box" dei valori di PGV simulati a Potenza per i scenari di rottura per ogni faglia: il rettangolo delimita il 25% e 75% dei dati, la linea rossa nel mezzo indica la mediana della distribuzione, le linee tratteggiate identificano la variabilità totale. Le simulazioni sono confrontate con i valori dedotti dalla Sabetta e Puglese (1996) per uguale magnitudo e distanza dalla faglia (croci). Task 1 - Deliverable D1 22

23 4.2.2 Scenari di livello 2 Una volta definite le sorgenti, è stato possibile simulare il moto del suolo con una tecnica in campo completo, broad-band (HIC). I diversi modelli di rottura permettono di ottenere un campionamento più o meno accurato dei possibili valori dei parametri cinematici della sorgente che possono interessare la faglia in esame. Se la popolazione campionata è consistente, è possibile effettuare una caratterizzazione statistica dei parametri strong-motion di interesse (Figura 4.2-3) e quindi selezionare famiglie di sismogrammi rappresentative di diversi valori della distribuzione. Nel caso in esame sono stati forniti a UR7-UniBas due set di 7 accelerogrammi selezionati come segue: 1) serie temporali (componenti orizzontali e verticale) la cui PGA assume rispettivamente i valori medio, mediano modale, 75-percentile, 84-percentile, minimo e massimo della distribuzione (Figura 4.2-4); 2) serie temporali (componenti orizzontali) la cui PGA assume valori in un intorno del valore mediano (Figura 4.2-5). Figure Densità di probabilità dei valori log- normali dei parametri ground-motion (PGA, PGV, PGA/PGV, PGD, Arias and Housner Intensity) calcolati per la faglia F3. L'integraledella distribuzione è normalizzato a 1. Task 1 - Deliverable D1 23

24 Figura Acclerogrammi (componente NS, EW e verticale) per la faglia F3 e corrispondenti alla media, mediana, 75% percentile, 84% percentile, moda, minimo e massimo della distribuzione di PGA. Task 1 - Deliverable D1 24

25 Figure Acclerogrammi (componente EW) per la faglia F3 e corrispondenti a valori di PGA nell'intorno del valore mediano della distribuzione. Task 1 - Deliverable D1 25

26 4.3 GARDA I dati raccolti in occasione del recente terremoto del 24 Novembre 2004 (M = 5.2), hanno consentito di scegliere la zona del Garda come area di validazione di alcune metodologie adottate per la stima dello scuotimento. A tal fine sono stati utilizzati principalmente i dati di intensità I MCS osservata (QUEST, 2005) e la registrazione accelerometrica ottenuta dalla stazione GVD della Rete Accelerometrica Nazionale, localizzata nel comune di Vallio Terme, e situata a 13.3 km dall epicentro (SSN, 2005). La procedura di validazione ha permesso di verificare le capacità predittive delle metodologie impiegate per generare gli scenari di scuotimento ed ha consentito la definizione di un modello sismologico per l evento del Le descrizioni dettagliate della procedura di validazione e degli scenari di scuotimento al bedrock che sono stati realizzati vengono presentate nel PS3 - Deliverable 13, che illustra anche le principali analisi condotte con le registrazioni weak motion ottenute durante la sequenza sismica. Date le modeste dimensioni del terremoto e considerata la tipologia dei dati utilizzati per la validazione, sono stati realizzati scenari di scuotimento a due soli livelli di complessità: il livello 0, realizzato mediante l impiego di diversi modelli empirici predittivi (in termini di intensità I MCS, a MAX e v MAX ) e il livello 1, ottenuto con l impiego di una tecnica di simulazione asintotica da sorgente estesa. Nelle simulazioni sono stati adottati modelli cinematici semplificati della sorgente sismica (caratterizzati ad esempio da una distribuzione omogenea dello slip sulla faglia e da velocità di propagazione della rottura costante) e un modello spettrale di attenuazione ricavato dall inversione di dati weak-motion registrati nell area. Diverse leggi empiriche di conversione tra parametri strong-motion e intensità macrosismica sono state considerate per effettuare il confronto delle intensità sintetiche con la distribuzione di I MCS osservata. Trattandosi di un area di validazione, gli aspetti legati alla predizione del moto e alla stima della variabilità sono stati considerati marginalmente, valutando solo l influenza dei parametri caratterizzati da maggiore incertezza. In particolare, nella realizzazione degli scenari di livello 1, sono state mantenute fisse le dimensioni e la giacitura del piano di faglia mentre è stata introdotta una variabilità sulla profondità della sorgente e sulla posizione del punto di enucleazione Livello 0 Scenari di scuotimento calcolati direttamente in intensità. Per generare scenari direttamente in intensità si è fatto uso dei seguenti modelli empirici predittivi per sorgente puntiforme: FC06 (Faccioli e Cauzzi, 2006) recentemente sviluppata su una base di dati in area Mediterranea, con intensità registrate fino al grado VIII ; Gr91 (Grandori et al., 1991) comunemente applicata a livello nazionale. La Figura mostra il campo di scuotimento in intensità generato attraverso GR91 e FC06, con sovrapposto il campo delle osservazioni macrosismiche. Task 1 - Deliverable D1 26

27 Figura scenari di intensità predetti con la relazione Gr91 (a sinistra) e FC06 (a destra), con i valori di intensità I MCS osservati. In particolare vengono evidanziate le posizioni dell epicentro e della stazione accelerometrica GVD. Soprattutto nei primi 10 km dall epicentro l intensità osservata presenta una grande dispersione, con valori di I MCS variabili tra V e VII-VIII. In media, la relazione Gr91 sottostima le intensità osservate di circa mezzo grado, mentre con FC06 gli scarti fra intensità simulata e osservata hanno un valor medio quasi nullo entro i primi 25 km. In entrambi i casi si ottiene una deviazione standard pari a 0.6. A fini previsionali, le relazioni considerate forniscono indicazioni complementari: la Gr91 è in grado di rappresentare meglio lo scenario in area epicentrale, e quindi di fornire una rappresentazione dei danni massimi attesi, mentre la FC06, presentando valori minimi degli scarti tra i valori predetti e quelli osservati, si presta meglio a descrivere il livello dei danni attesi a media distanza. Tuttavia, nonostante la moderata magnitudo dell evento, la distribuzione anisotropa dell intensità macrosismica osservata entro i primi 20 km dall epicentro, suggerisce l adozione di scenari di scuotimento caratterizzati da un maggiore livello di complessità. Scenari di scuotimento in intensità dedotta da parametri di picco Per generare scenari di scuotimento in termini di parametri di picco sono stati considerati 3 modelli empirici predittivi (MEP) in accelerazione a MAX e velocità v MAX : Mss07 (Massa et al. 2007); SP96 (Sabetta e Pugliese, 1996) e Amb05 (Ambraseys et al., 2005). I valori di scuotimento così ottenuti sono stati poi convertiti in intensità mediante le relazioni empiriche di Margottini et al. (1992) (Ma92) e di Faccioli e Cauzzi (2006) (FC06_a MAX e FC06_v MAX ). Combinando nei diversi modi possibili i MEP e le relazioni di conversione impiegate, si sono prodotti 12 scenari di scuotimento, per ciascuno dei quali sono state confrontate l intensità predetta, I EST e quella osservata, I MCS (Figura 4.3-2). Come si vede, rispetto a Ma92, le relazioni di conversione FC06_a MAX e FC06_v MAX consentono di riprodurre in maniera più adeguata l andamento delle intensità osservate con la distanza e, qualora si intendano adottare scelte a favore di sicurezza, si suggerisce l adozione di SP96 o Task 1 - Deliverable D1 27

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