Vanna Gherardi Metodologie e didattiche attive. Prospettive teoriche e proposte operative
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3 Vanna Gherardi Metodologie e didattiche attive Prospettive teoriche e proposte operative
4 Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133/A B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: settembre 2013
5 a Beatrice e Alessandro
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7 La democrazia è un modo di vita sociale e individuale che alla pressione esterna e all autorità sostituisce il consenso e la ragione. J. DEWEY
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9 Indice 11 Introduzione di Vanna Gherardi Parte I Metodologie didattiche attive a scuola di Vanna Gherardi 17 Capitolo I Le metodologie in rapporto al curricolo 1.1. Razionalizzare le scelte curricolari. Lo schema neutrale di Tyler, Oltre il modello. La variabile insegnante, Capitolo II Pensare l educazione in aula. Metodo trasmissivo e metodo attivo a confronto 31 Capitolo III John Dewey. Natura del metodo a scuola per una società democratica 3.1. John Dewey. Io credo che... La natura del metodo, Capitolo IV Il metodo attivo. Dall attivismo deweyano al costruttivismo 4.1. Principi procedurali per un apprendimento attivo, Capitolo V Principi costruttivisti per pianificare e gestire un apprendimento attivo 5.1. Lettura di una storia. Organizzazione didattica per un apprendimento significativo, Capitolo VI L allievo attivo. Motivare la ricerca anzichè trasmettere nozioni 6.1. Mente attiva. Strategia didattica problematizzante, Metodo attivo. Strategia dei problemi, dei progetti e cooperazione, 57. 9
10 10 Indice 67 Capitolo VII Metodologie e didattiche attive in Mario Lodi 7.1. Il disegno e la pittura liberi: colore, grandi fogli bianchi, libertà di scegliere soggetti e tecniche a disposizione del bambino, Il testo libero, Il giornalino di classe, lo strumento didattico per eccellenza del MCE, Conversazione libera, Poesia e canto, 74. Parte II La didattica attiva nelle discipline. Una proposta operativa per l insegnamento dell italiano di Mara Ferroni e Cristina D Ugo 77 Premessa 79 Capitolo I Didattica Generale e Didattiche Disciplinari 1.1. I due poli della didattica: il polo generale, I due poli della didattica: il polo disciplinare, Un interazione necessaria, Le metodologie, Le metodologie attive e l insegnante ricercatore, Capitolo II Una proposta operativa 2.1. Dai giochi di parole al linguaggio poetico: ipotesi di attività didattiche sulla poesia nella scuola primaria, Una grammatica ludica nella scuola primaria, Accostare i bambini della scuola primaria al linguaggio poetico, Poesia: tra gioco e finzione, La dimensione del gioco, I giochi linguistici, Alcune proposte operative di scrittura creativa nel secondo ciclo della scuola primaria, Alcuni giochi linguistici per riflettere sul linguaggio, Un gioco chiamato poesia, Alcuni giochi sulla veste grafica della poesia, Osservazioni conclusive, Premessa Parte III Imparare a giocare, giocare a imparare di Laura Sommavilla
11 Indice Capitolo I Chi trova un gioco trova un tesoro. Dove i giochi della tradizione vanno a scuola 1.1. Il baule del nonno: giochi e giocattoli della tradizione, Parli il testimone: la prospettiva etnografica, Nelle teorie e nelle pratiche educative, Il giocattolo tradizionale è di più, Il gioco tradizionale diventa una risorsa didattica, Lo sghirlo insegna la lingua, Il paracadute insegna la scienza, La trottola insegna l ecologia, L intervista, per imparare la storia, Capitolo II Il gioco di giocare ai giochi di una volta. Dove si fa laboratorio, ci si esercita a produrre e si allena la creatività e la riflessione 2.1. Pianificare la qualità, Il piacere di costruire e di sperimentare, Compagni di gioco, Operazioni da stratega e retore, Giochiamo con Pesce Arturo Augusto, Giochiamo a fare i falegnami e gli ingegneri, Amici di Dodò, Ancora una trasformazione, Capitolo III Scuola più museo. Dove si incrociano i linguaggi e si fa ricerca 3.1. Il valore delle differenze, Il sapere si cucina!, Le ricette del museo: proposte formative per la scuola, Gli ingredienti segreti: accoglienza più esperienza, Zaino in spalla, la scuola è fuori, Si può fare di più, Capitolo IV Strateghi sul ponte. Dove i giochi da tavolo allenano le competenze metacognitive 4.1. Un progetto per imparare a imparare, Un progetto dove: l analisi del contesto, Si impara giocando e si gioca imparando. Le scelte metodologiche, Si scende in campo! Gli obiettivi di lavoro, i risultati attesi, Attrezzi del mestiere, attrezzi del gioco, La strutturazione per fasi delle attività, i tempi e gli spazi, Un buon allenamento per raggiungere importanti traguardi, Monitorare e valutare, insieme, Tanti materiali per tanti bambini e tante riflessioni, Appendice
12 12 Indice Parte IV La Comunità di Pratiche quale metodologia didattica a sostegno dell apprendimento di Marcella Musconi 229 Premessa 231 Capitolo I Apprendimento continuo 1.1. Gardner, Capitolo II Luoghi dell apprendimento 2.1. Prospettive di riflessione e ricerca per l operatività didattica, Capitolo III Contesti dell Apprendimento 3.1. Lave Wenger: partecipazione e apprendimento, Lave e Wenger: la competenza esperta, Capitolo IV Apprendimento Partecipato 253 Capitolo V Esperienze di apprendimento in Comunità di Pratiche 259 Capitolo VI Le Comunità di Pratiche 263 Capitolo VII Il framework di E. Wenger 271 Capitolo VIII Il sapere nelle Comunità di Pratiche 279 Bibliografia 293 Profili delle autrici
13 Introduzione di Vanna GHERARDI La caratteristica principale della didattica attiva sta nel modo in cui ci si relaziona con gli allievi. Risulta difficile predefinire comportamenti che si vogliono ottenere sulla base di un operatività rigidamente strutturata, tale per cui se si vuole ottenere quel risultato occorre agire in quel modo preciso. Si tratta di entrare in relazione con gli allievi attraverso i loro interessi, i temi che interessano maggiormente, in modo da coinvolgerli personalmente nel processo educativo. È quindi un tipo di didattica che si organizza e si ristruttura continuamente mantenendo fermi i punti strategici da perseguire. Pertanto, il discoso didattico è organizzato dall insegnante usando il materiale che proviene dai bambini, vale a dire sulla base delle sollecitazioni che provengono dagli allievi stessi, dai loro punti di vista, dai loro ragionamenti, per ideare attività a partire dalle loro prospettive. A tal fine l insegnante pone ascolto agli scambi verbali nelle molte occasioni della giornata e documenta, annota argomentazioni, aneddoti, esperienze raccontate. La didattica dell educazione attiva si realizza secondo uno stile relazionale che per sua natura non può essere oggetto di ricette pronte per l uso ma costruita su principi procedurali. Assumono importanza le esperienze vissute direttamente dagli allievi, i quali verranno coinvolti in situazioni problematiche a partire da tali esperienze, che serviranno per costruire percorsi di ricerca rispetto cui le materie di studio saranno strumentali e finalizzate alla riflessione e alla comprensione. Rispetto alle attività, il ruolo del gioco lavoro nell apprendimento sottolinea l importanza dell azione sulla comprensione, del fare, dell essere attivi con le mani e con la mente. E il ruolo dell insegnante è quello di essere attivo tra gli alunni, di coordinare le loro esperienze e quello di riuscire a stimolare l interesse in ciò che fanno. In sintesi, viene perseguita la sollecitazione dell attività del pensiero disciplinata dal metodo rigoroso dell indagine scientifica. 13
14 14 Introduzione La riscoperta del metodo attivo nell educazione a scuola e nei contesti extrascolastici nasce sia dall evoluzione delle teorie dell apprendimento sia dall inadegutezza dei metodi tradizionali rispetto a situazioni di apprendimento in cui emergono novità e problematiche formative inconsuete. Si pensi al fenomeno della multiculturalità e delle accresciute situazioni di differenze socioculturali nelle situazioni scolastiche oppure alla presenza pervasiva dei media comunicativi nella vita degli individui, con il loro potere informativo ma anche con la grande variabilità di combinazione di conoscenze che i singoli possono raggiungere. E ancora, il fenomeno della formazione degli adulti nei contesti lavorativi, con l esigenza di una formazione ricorrente verso cui si richiedono forme partecipate di didattica adeguate all apprendimento complesso in età adulta, inteso come ristrutturazione e non semplice riempimento del campo cognitivo dell individuo. La didattica attiva oggi risulta, pertanto, arricchita dagli studi critici sul cognitivismo in merito all attività del conoscere e dalle più recenti linee del costruttivismo che considera sempre più centrale il ruolo del contesto nei processi di apprendimento, guida l organizzazione di ambienti di apprendimento o come si preferisce dire oggi comunità di discorso. Questo testo presenta quattro contributi sul tema delle metodologie didattiche attive, con l intento di offrire anche proposte operative, che mettono a fuoco diversi aspetti dell educazione attiva. La prima parte si rivolge in particolare agli insegnanti dei vari gradi scolastici offrendo una panoramica teorica degli studi sull insegnamento apprendimento che hanno dato origine e sviluppo ai principi cardini della didattica attiva. Propone situazioni esemplificative dell operatività in aula per accentuare il ruolo distintivo del docente nella conduzione di pratiche didattiche con l obiettivo di rendere attivo l allievo nella conquista della conoscenza. La seconda parte si riferisce all ambito scolastico, al campo dell educazione linguistica. Propone la metodologia ludiforme che prevede l uso dei giochi linguistici per avviare gli allievi ad una riflessione più approfondita sulla lingua, sui suoi usi e sulle sue potenzialità, con particolare riferimento a testi poetici. La terza parte prende in esame il rapporto tra scuola ed extrascuola. Il laboratorio didattico è centrale per una metodologia attiva di lavoro tra scuola e museo etnografico. Il giocattolo diventa libro di testo, occasione di riflessione sulle discipline e strumento per la
15 Introduzione 15 promozione della cooperazione tra allievi, insegnanti ed operatori culturali di territorio. Il gioco, inoltre, è la modalità di lavoro per la realizzazione di un progetto sulla disabilità. La quarta parte propone la prospettiva teorica dell apprendimento come partecipazione, propria della comunità di pratiche. Gli studi degli ultimi anni hanno parlato sempre più di partecipazione come nuova metafora degli apprendimenti complessi a indicare come l organizzazione didattica non si preoccupi di fare apprendere solo conoscenze, tecniche e procedure, ma anche modi e relazioni sociali, come si instaurano reti di comunicazione interpersonale, come praticare il lavoro collaborativo. La metafora della partecipazione comporta che le situazioni di apprendimento siano organizzate in modo da consentire ai discenti di partecipare secondo una procedura sempre più centrale. È la situazione tipica di alcuni apprendimenti simili a quelli dell apprendistato, molto rilevanti per qualsiasi professione. Una prospettiva di elevato interesse anche per l organizzazione didattica negli ambienti scolastici. Vanna Gherardi Università di Bologna
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17 PARTE I METODOLOGIE DIDATTICHE ATTIVE A SCUOLA
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19 Capitolo I Le metodologie in rapporto al curricolo Una metodologia didattica implica un modo di pensare la formazione dell allievo che si traduce in un procedere complesso di azioni prima e durante le attività. Sul piano operativo, l insegnante sceglie l impostazione metodologica in modo che sia in sintonia con gli obiettivi del percorso di studi e individua le pratiche proprie di quella linea metodologica che valuta meglio rispondenti alla situazione operativa, cioè al gruppo classe nelle sue specificità. È Il modo complessivo di lavorare con gli allievi che viene interessato. Diversamente, il rischio è quello della giustapposizione di indicazioni innovative, parti di esse, all interno di un modo tradizionale di agire con la sensazione di stare facendo innovazione metodologica quando si tratta di puro imbellettamento o di semplici modernizzazioni, come succede sovente nell uso delle tecnologie a scuola. Bisogna intendere che le pratiche parlano del valore formativo che le sostiene. Se l obiettivo è quello di conseguire la cooperazione, non si possono mettere in atto forme competitive tra gli allievi. Ritroviamo così un modo coerente di fare educazione quale quello che portò Dewey nelle sue riflessioni sul metodo educativo a scuola a sostenere che per educare alla democrazia occorre agire attraverso forme democratiche. Per chiarire il significato di una scelta metodologica occorre risalire alle teorizzazioni sul curricolo. Il significato di curricolo a scuola identifica il complesso di organizzazione e articolazione interna di un corso di studi. Un concetto che ingloba il carattere di flessibilità nella progettazione di attività didattiche che tiene conto di tutti gli elementi del curricolo e della loro forte interrelazione. Questa caratteristica di flessibilità si traduce nella vasta possibilità di scelta da parte degli insegnanti rispetto alle direzioni formative (gli obiettivi), agli strumenti (i contenuti), alle modalità (i metodi), e alle verifiche dei risultati ottenuti (la valutazione). 19
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