LA FORESTA E LA BIODIVERSITÀ URBANA
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- Enrico Oliva
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1 LA FORESTA E LA BIODIVERSITÀ URBANA Marco Dinetti Responsabile nazionale Ecologia urbana Lipu Direttore scientifico Ecologia Urbana robin.marco@tiscalinet.it
2 LA FORESTA E LA BIODIVERSITÁ URBANA inurbamento servizi ecosistemici / funzioni sociali conoscenze in Italia (avifauna) CASI-STUDIO Bosco di Marzaglia (MO) Parco compensazione Mella (BS) ECOLOGIA STRADALE (road ecology) infrastrutture di trasporto e connettività della rete ecologica locale
3 edifici strade fiume laghetto caratteristiche: prato - struttura eterogenea e mosaicizzata - topografia modificata - suolo livellato e impermeabilizzato - importazione materiali, energia, acqua - esportazione rifiuti e inquinanti - immissione di animali e piante esotiche - presenza elevata persone e edifici giardino boschetti
4 INURBAMENTO AVIFAUNA caratteristiche che rendono un uccello selvatico adatto alla vita urbana: flessibilità e opportunismo confidenza con l uomo taglia medio-piccola habitat di origine rupestre o forestale abitudini sedentarie dieta onnivora o vegetariana disponibilità a vivere in territori piccoli e frammentati strategia r di riproduzione
5 DUE MODALITÀ DI INURBAMENTO: ATTIVO Colonizzazione città da parte di un animale. insediamento stabile e nidificazione avvengono -di solitodopo presenza in inverno (stagione favorevole per clima, abbondanza di cibo, assenza caccia) Esempi: Gabbiano reale Larus michahellis Tortora dal collare Streptopelia decaocto Merlo Turdus merula Gazza Pica pica Cornacchia grigia Corvus cornix Storno Sturnus vulgaris
6 PASSIVO La specie vive in città involontariamente habitat gradualmente accerchiato da espansione urbanistica si verifica nelle periferie coinvolge specie di ambiente: arbustivo, rurale, boschivo, steppa, zone umide La specie riesce a sopravvivere, adattandosi all ambiente urbano, se rimane una porzione minima di habitat. Esempi: Saltimpalo Saxicola torquatus Beccamoschino Cisticola juncidis Occhiocotto Sylvia melanocephala Picchio muratore Sitta europaea Averla piccola Lanius collurio
7 STRUTTURA COMUNITÀ AVIFAUNISTICHE CENTRO STORICO - Poche specie (ricchezza bassa) - Densità elevata specie dominanti (equiripartizione bassa) - Biomassa elevata (anche dieci volte superiore rispetto ad ambienti extraurbani) ZONE semi-naturali (parchi estesi con vegetazione, periferie con siepi, boschetti e incolti) situazione inversa: - Molte specie (ricchezza elevata, es specie nidificanti) - Rapporti numerici più equilibrati specie Colombo Rondone Passero Capinera specie Merlo Capinera Verzellino Cinciallegra Cardellino Passero Cinciarella Fringuello Fiorrancino Rampichino Averla piccola Gazza Tortora Civetta Upupa
8 QUADRO DELLE CONOSCENZE SULLA FAUNA URBANA Lo sviluppo degli studi sulla fauna urbana in Italia può essere ricondotto a tre momenti storici principali (Zapparoli, 2000): anni 1970: pubblicato primo esempio di ricerca organica sulla fauna urbana italiana (Treviso). Panoramica popolamento animale della città, caratteristiche e significato delle faune urbane, incluse le problematiche connesse (Minelli, 1974); inizio anni 1980: Accademia Nazionale di Entomologia ha organizzato il Convegno Entomologia urbana per la qualità della vita. Prima sintesi degli studi applicativi sugli artropodi infestanti; dalla fine anni 1990: esplosione studi su fauna urbana, sfociata nel Primo Convegno Nazionale sulla fauna urbana (Bologna et al., 1998), dove è stato messo in risalto il concetto di ecosistema urbano (la fauna è una delle componenti). Accento sull elevata biodiversità presente nelle aree urbane, nonché l esigenza di una sua tutela. Emersi alcuni aspetti conflittuali del rapporto tra animali selvatici ed esseri umani nelle città.
9 IN SINTESI: attualmente esistono più informazioni sulla fauna delle città del centro-nord in città meridionali e delle isole i dati sono più scarsi nonostante la crescita degli studi sulla fauna urbana negli ultimi anni, la situazione è ancora disomogenea e frammentaria
10 dall approccio delle liste faunistiche gli studi di avifauna urbana si sono diversificati e articolati presi in esame ambiti specifici: parchi urbani tratti di fiumi che scorrono in città zone umide discariche aeroporti aree industriali
11 GRUPPO DI LAVORO AVIFAUNA URBANA si riunisce dal 1990 negli ultimi anni in occasione dei Convegni Italiani di Ornitologia (CIO) SCOPI: - standardizzazione metodologie - definizione limiti area urbana - confronto e scambio dati/informazioni 50 aree urbane italiane censite con metodo Atlante ornitologico urbano (40 città, di cui 30 capoluoghi provincia) Rondine Hirundo rustica (Firenze) Italy is the international leader in this line of research
12 ATLANTI ORNITOLOGICI URBANI pubblicati: Torino Biella Cossato (BI) Pavia Voghera (PV) Cremona , hhhh Crema (CR) Brescia Bergamo Trento Venezia Marcon (VE) San Donà e Musile di Piave (VE) San Donà di Piave (VE) Padova Udine Genova La Spezia Reggio Emilia Forlì Firenze , , Livorno , Grosseto , Roma Parco Regionale Appia Antica (RM) Lido di Ostia (RM) Napoli , in corso/terminati: Asti Varese Milano Portogruaro (VE) Treviso Parma Pisa Prato Lucca Senigallia (AN) Roma Viterbo Martina Franca (TA) Caltanissetta Cagliari
13 un esempio: Atlante degli uccelli nidificanti nel comune di Firenze Terza edizione
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16 Atlanti ornitologici urbani indagini privilegiate per individuare zone di interesse ecologico
17 IL DECLINO DEI PASSERI Diminuzione recente in Europa: Passera Passera Passera Passera europea Passer domesticus d Italia Passer italiae sarda Passer hispaniolensis mattugia Passer montanus oggi classificate come SPEC-3 (specie di interesse conservazionistico europeo) il declino riguarda principalmente le aree urbane, e varia tra zone differenti
18 azioni del Progetto SOS Passeri Lipu installazione nidi artificiali mitigazione rischio collisione con vetri educazione ambientale su ecologia urbana studi ornitologici per monitorare popolazioni informazione tecnica per migliorare pianificazione urbana in senso ecologico lobby per escludere i passeri come specie cacciabili (deroghe)
19 Progetto SOS Passeri Lipu DISPONIBILI gli ATTI!!
20 SERVIZI ECOSISTEMICI DELLE AREE VERDI URBANE parchi, giardini ed altri spazi verdi svolgono importantissime funzioni per migliorare la vivibilità urbana: - riduzione inquinamento atmosferico miglioramento climatico e risparmio energetico rimozione dall atmosfera e stoccaggio del carbonio attenuazione dei rumori fastidiosi assorbimento delle acque piovane, con prevenzione delle alluvioni produzione alimenti e materie prime (es. orti urbani) incremento del valore degli immobili funzioni ricreative e sociali occasione per attività culturali e sportive conservazione della biodiversità locale
21 In molte città, gran parte della gente vive lontano da riserve naturali e da aree ricche di specie (Turner, Nakamura & Dinetti, 2004). Interazioni tra esseri umani e natura dipendono soprattutto dalla presenza di aree verdi informali (Fuller & Gaston, 2009). I visitatori possono incontrare più specie, rispetto ad aree urbane circostanti (Strohbach et al., 2013). Esperienze con biodiversità messe in relazione al benessere umano (Fuller et al., 2007). Natura in città: importanti funzioni sociali, quali svago, relax, svolgimento di attività sportive, culturali e di educazione ambientale per scolaresche e giovani.
22 PROGETTAZIONE VERDE URBANO E INTERVENTI DI FORESTAZIONE uccelli, per indirizzare scelta essenze arboree ed arbustive canoni ecologici e di sostenibilità ambientale specie ornitiche insettivore (controllo biologico parassiti) incremento avifauna tramite installazione nidi artificiali uccelli assunti come indicatori ambientali concetto di giardino naturale : progettare con approccio ecologico-orientato bassa manutenzione, da gestire anche coinvolgendo associazioni di volontariato esperienza oasi urbana La Piantata di Modena gestita dalla Lipu e da altre associazioni ambientaliste
23 CASI-STUDIO Bosco di Marzaglia (MO) ricerca Lipu per Comune di Modena bosco di Pino strobo Pinus strobus a ovest della città 11,9 ettari impiantato nella metà degli anni 1970 sesti regolari e molto fitti nascita spontanea esemplari vegetazione locale: Quercus sp. Ulmus sp. Crataegus monogyna Prunus spinosa Acer campestre Sambucus nigra
24 16 dicembre febbraio 1998 fauna svernante metodo del transetto 28 specie uccelli svernanti di cui 21 specie legate al bosco 4 SPEC 1-3: Civetta Athene noctua, Picchio verde Picus viridis, Allodola Alauda arvensis, Saltimpalo Saxicola torquatus altra fauna - 4 specie: Riccio Erinaceus europaeus Topo selvatico Apodemus sylvaticus Arvicola del Savi Microtus savii Capriolo Capreolus capreolus
25 1 aprile - 26 giugno 1998 uccelli nidificanti metodo del mappaggio 20 specie nidificanti di particolare interesse: Sparviere Accipiter nisus, Poiana Buteo buteo, Civetta Athene noctua, Gufo comune Asio otus, Averla cenerina Lanius minor (nidificante probabile nei dintorni) 11 SPEC 1-3 (considerando anche aree circostanti) densità totale (50 coppie/10 ettari) circa la metà rispetto a boschi naturali e semi-naturali dell Italia centrale altra fauna: 6 specie mammiferi, 1 specie rettili
26 Bosco di Marzaglia collocato in un territorio fortemente trasformato e frammentato ruolo di isola ecologica in un paesaggio (matrice) inospitale per gran parte delle specie vicinanza del fiume Secchia, quale importante corridoio faunistico
27 Gestione inappropriata* = principale minaccia per le foreste temperate europee, nonché per gli habitat necessari alle specie di uccelli prioritarie (specialisti delle foreste). 114 specie, di cui più del 40% hanno uno status sfavorevole di conservazione in Europa (Tucker & Evans, 1997). * per gestione inappropriata si intende: intensificazione pratiche colturali assenza alberi vetusti turni brevi impiego macchine rimozione tronchi morti specie arboree e diversità strutturale ridotta fustaie omogenee uso di conifere non indigene
28 Parco compensazione Mella (BS) progetto mitigazione e compensazione ambientale realizzazione raccordo autostradale Brescia sud, di Autostrade Centro Padane opere riqualificazione sul fiume Mella e sul vaso Fiume, in provincia di Brescia anticipazione opere compensazione, rispetto a costruzione infrastruttura corretta applicazione principio compensazione ecologica preventiva
29 rimboschimento con alberature e arbusti lungo corsi d acqua posate piante di essenze autoctone realizzate aree prative, stagni e laghetti Parco del Mella: circa 50 ettari nuovi boschi: 12,5 ha nuovi arbusteti: 9 ha nuovi prati: 23 ha corridoi arboreo-arbustivi: 1,65 ha 2 nuovi laghetti, 2 nuove aree umide, riqualificazione 3 laghetti esistenti
30 Obiettivi: migliorare ecosistema aumentare la naturalità diversificare gli habitat potenziare rete ecologica regionale e provinciale promuovere i corridoi di connessione aumentare la ricettività per la fauna (rifugio, alimentazione, riproduzione) rendere fruibile l ambiente per cittadini e scolaresche
31 censimenti faunistici dal 2007 al 2009 Autostrade Centro Padane ha incaricato Lipu censimenti ornitologici e faunistici periodo nidificazione (primavera) e svernamento (inverno) metodo del transetto n specie uccelli primavera primavera inverno inverno
32 con lo sviluppo della vegetazione, comparse specie indicatrici della foresta (es. picchi) ruolo per la conservazione della biodiversità corridoio di connessione ecologica importanza del fiume Mella riconosciuta: Documento Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda Deliberazione G.R. 26/11/2008 n. 8/8515 Rete Ecologica Regionale
33 CONSERVAZIONE BIODIVERSITÀ LOCALE istituzione di: * reti ecologiche urbane e periurbane * oasi urbane * parchi ecologici * sentieri-natura
34 RETE ECOLOGICA Infrastruttura naturale che connette gli ambienti di un territorio. Elementi principali: - aree centrali (core areas) nodi (key areas) zone cuscinetto (buffer zones) corridoi (corridors) pietre da guado (stepping stones) aree di ripristino ambientale (restoration areas)
35 Strategia UE sulla Biodiversità fino al 2020 (Commissione Europea, 3 maggio 2011) nuova strategia per migliorare stato biodiversità in Europa nella prossima decade. costruita intorno interdipendenti. a sei obiettivi, complementari secondo obiettivo: migliore protezione degli maggiore utilizzo delle infrastrutture verdi. ecosistemi e e
36 tra gli obiettivi delle reti ecologiche = superamento in sicurezza infrastrutture da parte della fauna selvatica
37 la costruzione e l utilizzo di autostrade, strade e ferrovie provoca pesanti impatti sull ambiente e la natura: distruzione di ecosistemi inquinamento e disturbo frammentazione degli habitat effetto barriera per la fauna mortalità di animali per investimento
38 distruzione e alterazione di ecosistemi Causata da costruzione di strade e pertinenze (svincoli, aree di servizio, ponti, ecc.). Innesca urbanizzazione del territorio, particolare attorno agli svincoli. in Favorisce maggiore presenza antropica negli ambienti (disturbo, vandalismo, calpestio, incendi, dispersione rifiuti, attività venatoria, ecc.).
39 frammentazione degli habitat E uno degli impatti più dannosi. Ecosistemi separati in aree più piccole e maggiormente isolate. Quando la frammentazione diviene eccessiva si può avere l estinzione locale, soprattutto delle specie meno adattabili e poco mobili. tratto da:eea, 2011.
40 mortalità diretta per la fauna investimento da parte dei veicoli collisioni con cavi, superfici trasparenti (pannelli fonoisolanti in vetro o plexiglas), ecc. le specie di piccola taglia possono restare intrappolate entro pozzetti, tubi, canali con sponde ripide Tasso Riccio
41 RETI ECOLOGICHE & RETI INFRASTRUTTURALI
42 ECOLOGIA STRADALE (road ecology) - disciplina innovativa e trasversale - studia effetti ecologici delle infrastrutture di trasporto - integra progettazione/ingegneria con ecologia/biologia della fauna selvatica (Forman, 2003)
43 STRATEGIA DELLA road ecology APPLICATA A = impatto (distruzione habitat, frammentazione, disturbo) B = PREVENZIONE (es. scelta tracciato ottimale) C = MITIGAZIONE (es. realizzazione passaggi per fauna) D = COMPENSAZIONE (es. ripristino ambientale)
44 TIPOLOGIE INTERVENTI MITIGAZIONE PER FAUNA INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO (strade, autostrade, ferrovie)
45 RECINZIONI E ACCESSORI TARGET: ANFIBI Superstrada 403, zona Nyirbator, Ungheria periferia Trento
46 TARGET: UNGULATI Francia recinzione a maglie differenziate
47 tratto da: Iuell B. et al., (eds.), COST 341 Habitat Fragmentation due to Transportation Infrastructure. Wildlife and Traffic: a European Handbook for identifying conflicts and designing solutions. KNNV Publishers. Office for official publications of the European Communities, Luxembourg.
48 ATTRAVERSAMENTI INFERIORI: SOTTOPASSO PER SPECIE MEDIA TAGLIA Cimpello (PN) - Sequals (UD) S.R. 439 (PI)
49 nuova superstrada strada provinciale (esistente) Tornavento, Parco Ticino (VA)
50 Ungheria
51 PROGETTI PER LA PROTEZIONE DEGLI ANFIBI Attività tra le più diffuse. Iniziativa principale è Progetto Rospi partito nel 1990 da idea del Dr. Vincenzo Ferri e con supporto Regione Lombardia. Gli anfibi vengono salvati con l aiuto dei volontari e delle guardie ecologiche: tra il 1990 ed il 2004 questo progetto ha salvato dal traffico circa un milione di anfibi di 11 specie.
52 PROGETTAZIONE ECOLOGICA DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO Marco Dinetti con Cesare Sangiorgi e Federico Irali (Dipartimento Ingegneria - Università di Bologna) presentazione di Andreas Seiler (IENE - Infra Eco Network Europe) TAVOLE PROGETTO TIPOLOGIE MITIGAZIONE CATALOGO FOTOGRAFICO ESCLUSIVO formato cm 17x pagine 30 robin.marco@tiscalinet.it
53 ECOLOGIA URBANA la rivista della biodiversità nelle città
54 CREDITI FOTOGRAFICI Paola Ascani Roberto Bertoli Marco Dinetti S. Fabris/Archivio Lipu A. Manoni/Archivio Lipu Parco Naturale dei Laghi di Avigliana Marcello Pilla Daniele Selmi Sezione Lipu Modena Disegni di Renato Guasco
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