Presentazione all edizione italiana

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1 PRESENTAZIONE ALL EDIZIONE ITALIANA 7 Presentazione all edizione italiana Sempre più di frequente i mass media danno risalto a fatti di figlicidio, o di madri che non riescono più a reggere situazioni di grave stress familiare, che non riescono a prendersi cura dei loro figli sebbene li abbiano magari voluti e desiderati, fino a essere addirittura incapaci di proteggerli dalla loro stessa aggressività. Ma tutto questo cosa ha a che fare con la depressione postpartum? È possibile che la nostra attenzione nei confronti della salute psicologica della madre, del bambino e della famiglia in generale debba essere sollecitata da questi fatti estremi e tutto sommato rari? Il clinico e l operatore che lavora in questo ambito sa che questo malessere che si manifesta con azioni estreme affonda per lo più le sue radici in condizioni sociali disagiate, degradate o in situazioni di psicopatologia che rimane latente per anni o che in alcuni casi assume connotazioni estreme solo con la nascita di un figlio. Oltre a queste situazioni gravi molto pubblicizzate, ma per fortuna piuttosto rare, esiste un ampio numero di donne che dopo il parto vive momenti di difficoltà psicologiche legati soprattutto all enorme cambiamento che l arrivo di un bambino porta con sé. Tra queste donne alcune possono cadere nel tunnel buio della depressione che rende grigio e insopportabile ogni giorno, ogni impegno, ogni gioia e ogni sorriso. Ecco allora che occuparsi della quotidianità può diventare insopportabile, accudire la propria creatura un compito immane, per il quale non si è mai sufficientemente adeguati. E così ogni pianto del bambino è la conferma di quanto si è incapaci come madri, mentre non si riesce a far altro che ignorare e far tacere dentro di sé tutto ciò che di positivo c è nell aver accanto a sé ogni giorno una

2 8 DEPRESSIONE POSTNATALE creatura che cresce soprattutto grazie a noi, al nutrimento affettivo, alle attenzioni e alle cure amorevoli che le diamo. Si innesca così un circolo vizioso spesso sostenuto da pensieri pessimistici, negativi e di incapacità, accompagnati talvolta dal timore di poter fare del male a sé o al bambino. La mamma ha paura di se stessa e di quello che potrebbe succedere, tutto questo la spaventa sempre più. Di queste donne e dei loro bambini si occupano Jeannette Milgrom e i suoi colleghi nella Clinica Infantile di Melbourne in Australia, portando avanti oramai da anni con entusiasmo e passione un instancabile lavoro clinico e di ricerca. Il loro manuale è frutto di questo bagaglio di esperienze e conoscenze. Noi abbiamo potuto apprezzarlo per la prima volta al Congresso Mondiale di Salute Mentale della Donna svoltosi a Berlino nel Poi, dopo averlo letto attentamente più volte, abbiamo ritenuto importante proporlo perché venisse pubblicato anche in Italia, paese in cui la depressione postnatale è poco conosciuta, riconosciuta e curata. Questo libro apre la collana di Psicologia della Maternità, da noi curata, con uno dei temi in Italia meno trattati, ma a nostro avviso più urgenti della psicologia della maternità. Gli operatori socio sanitari che lavorano in questo ambito sentono sempre più l esigenza di conoscenze teoriche e applicative utilizzabili efficacemente nella pratica clinica quotidiana. Il libro della Milgrom e dei suoi colleghi va in questa direzione. Non è infatti soltanto un manuale che descrive un validato trattamento cognitivo-comportamentale di gruppo per donne che soffrono di depressione postnatale, ma un libro esaustivo che spiega cosa è la depressione postnatale, cosa vive una donna che soffre di questo disturbo, quali sono i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi sintomi, i problemi che solitamente incontra nell affrontare la quotidianità e nel chiedere aiuto. Questa patologia è infatti molto sottostimata perché circa il 50% delle donne che ne sono affette non chiede aiuto e comunque, anche se un aiuto viene loro offerto, spesso lo rifiutano. Chi lavora in quest ambito sa quanto è difficile motivare una neomamma a chiedere aiuto e supporto psicologico e sa anche come questo aiuto venga spesso chiesto più per problemi relativi alla gestione del bambino o talvolta solo dopo molto tempo, conseguentemente all accentuarsi delle difficoltà legate alla depressione o magari delle difficoltà di coppia. Affrontare la depressione postnatale come una psicopatologia psichiatrica che per guarire necessita esclusivamente di farmaci e psicoterapia, dell intervento del medico e dello psicoterapeuta è estremamente riduttivo, elude la complessità di questa malattia e porta a sottostimarla. Non a caso il modello eziopatogenetico di questo disturbo proposto dalla Milgrom e dai suoi colleghi è di tipo biopsicosociale e prevede il contributo di aspetti biologici come i numerosi cambiamenti neuroendocrini, di aspetti personali legati allo stile cognitivo e alle esperienze familiari, e di aspetti socioculturali come la mancanza

3 PRESENTAZIONE ALL EDIZIONE ITALIANA 9 di adeguato supporto, credenze e miti irrealistici sulla maternità così frequenti in chi si appresta ad avere il primo figlio. Una visione così complessa di questa patologia richiede un approccio di intervento altrettanto complesso che faccia entrare in campo équipes composte da più figure professionali sia nella fase dell eventuale screening che nella fase della terapia vera e propria. Secondo l approccio proposto dalla Milgrom e dai suoi collaboratori, l ostetrica, l infermiere, lo psicologo, lo psichiatra, il ginecologo, il pediatra, il medico di base e tutti gli operatori del settore materno infantile possono essere chiamati in causa per individuare le donne a rischio o già sofferenti di depressione postnatale a patto che, insieme alle competenze legate alle specifiche professionalità, abbiano disponibilità all ascolto, una adeguata preparazione psicologica e siano disponibili a lavorare in équipe. Un intero capitolo viene dedicato dagli autori proprio a come effettuare lo screening, a come diagnosticare poi chi realmente soffre di depressione postnatale rispetto a chi sperimenta invece difficoltà transitorie e a come motivare le donne sofferenti al trattamento. Chi ha conosciuto Jeannette Milgrom e ha potuto vedere concretamente come lavora sa quanto la modalità di approccio alla donna sia importante: un clima familiare, empatico, accogliente (magari anche nella struttura fisica che accoglie le donne) e assolutamente non stigmatizzante insieme al coinvolgimento di professionisti diversi, sono ingredienti fondamentali affinché queste donne riconoscano le proprie difficoltà e accettino di farsi aiutare. L individuazione delle donne a rischio e sofferenti di depressione postnatale dovrebbe essere anche nel nostro Paese un obiettivo prioritario per le conseguenze potenzialmente dannose che questa patologia può avere sullo sviluppo del bambino, sulla relazione di coppia e su tutta la vita familiare in generale. Convincere un Ministero a stanziare fondi per questa problematica non è stato facile in Australia e sicuramente non lo è neppure in altri Paesi, compreso il nostro. Nonostante questo, lo screening delle donne a rischio viene oramai effettuato in diverse parti del mondo grazie soprattutto all utilizzo di questionari come l Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) che a partire dal 1989 è stato proposto gratuitamente alla comunità scientifica internazionale da John Cox e dai suoi collaboratori. L EPDS è così diffuso da essere stato tradotto e validato in numerose lingue, compresa quella italiana, per merito delle équipes di Benvenuti e di Carpiniello. Tutto questo, ovvero cos è la depressione postnatale, come riconoscerla, individuarla, comprenderla nelle sue specificità viene trattato nella prima parte del libro, che precede il trattamento. Questi capitoli sono ricchissimi di informazioni che a nostro avviso il lettore non deve assolutamente sottovalutare, ma che anzi andrebbero approfondite prima di iniziare ad applicare il metodo di trattamento proposto dagli autori. È infatti difficile ipotizzare di poter applicare il trattamento senza aver pensato a come individuare e motivare le donne a prendervi parte, e

4 10 DEPRESSIONE POSTNATALE viceversa non sarebbe corretto avviare dei programmi di screening senza poi poter offrire un supporto adeguato a chi sta male. È stata proprio la modalità esaustiva con cui viene trattata questa prima parte uno dei motivi che ci hanno indotto a pensare a un edizione italiana. Insieme a questo abbiamo ritenuto molto importante che ci fosse finalmente un testo in italiano, quindi potenzialmente di ampia diffusione, in grado di proporre un modello di intervento operativamente ripetibile, misurabile e che avesse breve durata. Chi lavora con questa patologia sa come sia importante prima di tutto aiutare la mamma ad acquisire una certa stabilità psicologica per potersi occupare del bambino in maniera sufficientemente adeguata. È in quest ottica che si muove il programma di intervento proposto nel libro, dal quale traspare chiaramente la consapevolezza dell importanza di intervenire tempestivamente per arginare gli eventuali danni che una cronicizzazione della patologia può portare sia per la relazione mamma bambino che per la stabilità familiare in generale. Proprio per questo, negli anni, gli autori hanno ampliato il programma di intervento e operativamente propongono di lavorare sia con la mamma, sia sulla relazione madre bambino sia potenziando eventualmente le reti di supporto familiari ed extrafamiliari. Il programma di intervento descritto nel manuale include quindi anche due moduli aggiuntivi, uno sulla relazione madre bambino alla quale vengono dedicati tre incontri e uno per gli incontri ai quali partecipa anche il partner. Un altro grande pregio di questo libro è che non solo fornisce un metodo chiaro ed efficace di trattamento utilizzabile dallo psicoterapeuta con formazione cognitivo-comportamentale, ma può costituire un prezioso supporto e offrire spunti di lavoro a tutti gli operatori che hanno a che fare con gruppi di donne in gravidanza e nel dopo parto, indipendentemente dal loro orientamento terapeutico. Questo programma di trattamento non viene proposto come esaustivo di tutta la psicopatologia depressiva postnatale e non è adatto a tutte le donne che vivono una condizione di malessere psicologico che può presentarsi nel dopo parto. A nostro avviso può essere invece proposto come un primo intervento successivamente al quale la donna potrà iniziare un lavoro individuale più approfondito. Vorremmo concludere sottolineando che la chiarezza espositiva e l apparente semplicità del modello di intervento, le informazioni dettagliate riportate nel libro non devono portare a sottovalutare la complessità di questa patologia e della sua cura. In quest ottica una adeguata formazione degli operatori che si occupano della salute psicologica della donna e della sua famiglia risulta prioritaria e fondamentale affinché la prevenzione l individuazione e la cura della depressione postnatale vengano effettuate in maniera pertinente e conseguentemente efficace. Rosa Maria Quatraro e Pietro Grussu Padova, Novembre 2003

5 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI Fase 1: inter venti comportamentali Incontro 1 Comprendere e affrontare la depressione postnatale Processo di gruppo NOTE PER I TERAPEUTI Questa è la prima volta che una madre entra in un gruppo di altre madri che stanno vivendo delle difficoltà nei primi mesi di vita del loro bambino. Le donne nel gruppo si sentiranno molto vulnerabili e si affideranno a voi per essere aiutate a sentirsi a proprio agio. Aiutatele a stringere dei legami significativi con le altre madri, partendo dagli interessi condivisi o dalle comuni difficoltà. Di seguito troverete del materiale da proporre durante gli incontri di gruppo. È importante fare attenzione al processo di gruppo e utilizzare questo primo incontro per facilitare l inserimento e per far sì che si sviluppi il senso di appartenenza al gruppo stesso. Se le madri si sentiranno escluse o fuori posto difficilmente parteciperanno agli incontri successivi. Tenete presente che questo primo incontro è cruciale per fare in modo che ciascuna si senta la benvenuta, abbia la sensazione di avere delle cose in comune con le altre partecipanti e di essere parte del gruppo. Legenda In corsivo nel testo fra virgolette: vengono suggeriti gli argomenti che il terapeuta dovrebbe affrontare con le madri In grassetto: titoli degli incontri o dei lucidi In tondo: istruzioni fondamentali per il terapeuta

6 124 DEPRESSIONE POSTNATALE Per il terapeuta (primo incontro) Come prendere nota del materiale presentato Segna con una crocetta i contenuti presentati in questo incontro (da compilare al termine dell incontro): Obiettivi del gruppo Questioni riguardanti la gestione della casa, presentazione dei terapeuti, regole di base Attività 1: gioco di conoscenza Discussione di gruppo: gravidanza, nascita, adesso Cos è la depressione postnatale? Introduzione al nostro approccio di intervento per la depressione postnatale: il modello biopsicosociale della depressione postnatale Strategie per migliorare l umore Anticipazioni del secondo incontro Compiti per casa e concludere nei tempi previsti Nota: Verificando quale materiale è stato affrontato durante l incontro, è possibile decidere come andare avanti. Tali decisioni vengono prese a seconda della composizione e dell andamento del gruppo. Si possono prevedere degli incontri aggiuntivi oppure eliminare o inserire nell incontro successivo una parte del materiale che non si è fatto in tempo ad affrontare o approfondire. Prendete nota dei problemi sollevati da ciascuna partecipante. INCONTRO 1 Nome... Gravidanza Nascita Esperienze recenti Note:

7 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI 125 Introduzione al primo incontro Scopi del gruppo È importante riconoscere alle madri lo sforzo che hanno fatto per decidere di entrare a far parte del gruppo. «Congratulazioni per aver deciso di entrare nel gruppo. È sempre difficile cominciare qualcosa di nuovo». Presentate alle madri gli scopi, le procedure e le aspettative del gruppo. «Questo gruppo vi offre la possibilità di incontrare altre madri che stanno vivendo la depressione postnatale e di condividere le vostre esperienze e le vostre idee su come farvi fronte. Nel corso di queste nove settimane che passeremo insieme nel gruppo, ci auguriamo di potervi aiutare a sviluppare alcune abilità che vi possono essere utili a identificare alcuni dei fattori che influenzano il vostro umore, per riuscire ad affrontare meglio tutti i compiti che l essere madre comporta. A mano a mano che apprenderete queste abilità, svilupperete la sensazione di poter controllare/gestire sempre meglio la vostra depressione, e riuscirete a provare più gioia nella vita quotidiana e nei vostri rapporti affettivi, in particolare con il vostro bambino. Dovrete svolgere dei compiti a casa tra un incontro e l altro; abbiamo cercato di fare in modo che questo non richieda troppo del vostro tempo. Ne parleremo nel corso di questo incontro.» Questioni riguardanti la gestione della casa Affrontate argomenti come eventuali difficoltà nell uso dei mezzi di trasporto, problemi di parcheggio, nel trovare una babysitter, la presenza di attrezzature per preparare il tè o il caffè, dei bagni e così via. «Qualcuna di voi ha avuto delle difficoltà ad arrivare qui oggi? Come siete riuscite a trovare una babysitter?» Tenete presente i problemi di separazione dal bambino Molte madri si separano dal loro bambino per la prima volta proprio in occasione di questo primo incontro. Ricordatevi che c è la possibilità che queste donne possano provare dei sentimenti di insicurezza. Ci può volere molto per

8 126 DEPRESSIONE POSTNATALE farle sentire a loro agio nel gruppo se continuano per tutto il tempo a pensare al bambino chiedendosi se starà bene per la prossima ora e mezza con la babysitter. In alcuni casi può essere possibile organizzare un servizio di babysitting sul posto. «Era tutto a posto quando avete lasciato il bambino? Sarete un po in ansia se questa è la prima volta che lo lasciate da solo con qualcun altro.» Rassicuratele sul fatto che finirete nei tempi previsti, in modo che possano rientrare a casa in orario nel caso avessero programmato di tornare prima della poppata. Incontri di gruppo per le madri Dite alle partecipanti che ci saranno nove incontri della durata di un ora e mezza ogni settimana, sempre nello stesso giorno e alla stessa ora. È importante che gli orari non cambino da una settimana all altra per non creare problemi con la babysitter o con eventuali altri impegni. Inoltre se l orario rimane invariato le madri lo ricorderanno con più facilità, riducendo la possibilità di dimenticarsi di prendervi parte. Incontri di coppia Vi raccomandiamo caldamente di consigliare alle partecipanti di prendere parte anche al modulo aggiuntivo, che coinvolge anche i loro partner (capitolo 7). Questi tre incontri di coppia avranno cadenza regolare all interno del programma di intervento di gruppo (ad es. la terza, la sesta e la nona settimana). È meglio programmarli in orario serale, in modo che i padri possano partecipare senza dover prendere permesso al lavoro. Spiegate alle madri che i loro compagni saranno invitati a tre incontri aggiuntivi della durata di un ora e mezza ciascuno. Se non è possibile trovare una babysitter è meglio consentire loro di portare con sé il bambino (rassicuratele dicendo che durante questi incontri saranno a loro disposizione ricambi di pannolini, giocattoli ed eventualmente sarà anche possibile riscaldare il biberon per il bambino). Aspettate a parlare di una possibile data per il primo incontro di coppia fino alla fine del primo incontro di gruppo. Lo scopo degli incontri di coppia è quello di fornire alcune informazioni sulla depressione postnatale e di aiutare a risolvere le comuni difficoltà che i neo-genitori si trovano a dover affrontare. La maggior parte dei padri trova questi incontri molto utili.

9 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI 127 Presentazione dei terapeuti I conduttori devono presentarsi al gruppo. Può essere utile che i terapeuti offrano al gruppo un modello di apertura e di partecipazione dando spontaneamente delle informazioni su di sé come professionisti. Presentatevi a modo vostro, secondo il vostro stile abituale. Ad esempio: «Il mio nome è Louise e negli ultimi tre anni ho condotto dei gruppi per madri che soffrono di depressione postnatale. Ho lavorato per molti anni con le famiglie, comprese quelle con bambini disabili. Lavorerò con voi ogni settimana all interno di questo gruppo.» Regole di base Definite le regole di base del gruppo. «Per poter ricavare il vantaggio massimo da questi incontri di gruppo e per sentirci sicure nel confidarci, è fondamentale stabilire delle regole di base comuni che possano aiutarci a rispettarci, ascoltarci e sostenerci l un l altra.» In genere queste regole devono comprendere: Il rispetto della privacy Non si deve parlare al di fuori del gruppo dei dettagli delle vite delle altre partecipanti. Sottolineate che è vostra responsabilità professionale dover intervenire nel caso la madre, il suo bambino o altri rischino di essere danneggiati da questo, discutendone però prima con la madre coinvolta. Sostenersi l un l altra Le partecipanti devono essere incoraggiate a sostenersi l un l altra, ascoltandosi e stando attente a non formulare dei giudizi attraverso i loro feedback o consigli. Questo implica anche di consentire a tutte le madri di prendere la parola e di contribuire al gruppo. «È importante che nel gruppo tutte abbiano la sensazione di poter parlare apertamente senza paura di essere criticate o interrotte. Alcune di voi si sentiranno subito a loro agio nel prendere la parola mentre altre possono impiegare più tempo per sentirsi libere di esprimersi. Vi aiuterò a fare in modo che ciascuna abbia lo stesso spazio per parlare, quindi se a qualcuna di voi piace parlare tanto, non si offenda se le verrà chiesto di interrompersi per poter dare

10 128 DEPRESSIONE POSTNATALE la parola a qualcun altra. Al contrario, se avete delle difficoltà nel riuscire a esprimervi, vi incoraggeremo con delicatezza, senza obbligarvi a farlo se non lo desiderate.» Partecipare a tutti gli incontri Non fare assenze è essenziale per la coesione del gruppo e per ottenere dei miglioramenti. Dite loro che le altre sentirebbero la loro mancanza se mancassero anche una sola volta. «È importante non mancare per non perdere il filo del discorso e ciò che si è imparato. Ogni incontro prende spunto dalle esperienze e da ciò che si è appreso la settimana precedente, quindi può capitare di sentire di essere un po rimaste indietro se si manca. Detto questo, sappiamo che ci sono dei casi in cui non ci sono alternative (ad es., in caso di malattia); in tali occasioni faremo il possibile per aggiornarvi sull incontro perduto. Vi chiediamo però di avvisare se non potete partecipare. A volte può sembrare impossibile riuscire a partecipare al gruppo, ma forse noi possiamo aiutarvi in qualche modo a farcela.» Altri suggerimenti Ricordate di verificare come le partecipanti hanno recepito queste regole, e chiedete loro se ci sono stati dei malintesi o se hanno dei suggerimenti per modificarle o eventualmente integrarle. «Qualcuna di voi ha delle domande o qualcosa da aggiungere? Queste regole vi vanno bene?» Attività 1: esercizio di conoscenza Questa attività può essere svolta in due o tre persone a seconda dell ampiezza del gruppo. «Presentatevi alla persona seduta accanto a voi in maniera positiva. Ditele il vostro nome, il nome e l età del vostro bambino e dove è nato. Descrivete un attività che amate fare e una che odiate.» Lasciate alle donne cinque minuti per questo compito. In seguito chiedete a tutte le partecipanti di formare un cerchio. Ognuna dovrà a turno presentare alle altre la persona che ha appena conosciuto. «Jane, tu hai appena conosciuto Christine. Puoi per favore presentarla al resto del gruppo?»

11 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI 129 Sottolineate le somiglianze tra le esperienze e gli interessi delle partecipanti. «Interessante, a Christine piace il giardinaggio proprio come a Tracey, e nessuna di loro ultimamente ha avuto il tempo di lavorare in giardino.» Completate l attività 1 riassumendo i principali interessi, preferenze e antipatie espressi dal gruppo. Discussione di gruppo: gravidanza, nascita, adesso Quello che dicono le donne: «Odiavo essere incinta, continuavo a vomitare» «Tutto doveva essere perfetto prima della nascita del bambino» «Odiavo perdere il controllo» «Mi sento in colpa se sto a casa senza fare niente e mi sento in colpa anche se sono in ufficio» «È difficile non avere la giornata programmata, io preferisco essere sempre organizzata» «C è così tanto da fare che mi sento in colpa se dedico del tempo a me stessa» «Mia madre ha avuto otto figli e ce l ha fatta, voglio essere come lei» «So che mi aspetto troppo da me stessa» «Se il mio bambino non sta bene significa che sono una cattiva madre» «Impiego così tanto tempo a prendermi cura di lui che quando sta bene non riesco a godermelo perché sono così stanca e ci sono così tante cose da fare» «La nostra esperienza della gravidanza, del parto e dei primi mesi di vita del nostro bambino spesso non è come ce la immaginavamo o aspettavamo, anche se non si tratta del nostro primo figlio. Ogni gravidanza, ogni parto e ogni bambino sono differenti e questo può influenzare le nostre prime esperienze da genitori. Vorremmo ascoltare le vostre storie. Chiederemo a ciascuna di voi, a turno, di parlarci della sua gravidanza, del parto e dei primi giorni col vostro bambino. C è qualcuno che vuole cominciare?» Lavagna 1: Prendete nota delle risposte delle partecipanti inserendole nelle seguenti categorie, a mano a mano che emer- gono dalla discussione Esperienze di gravidanza ad es., pianificata/inattesa Esperienze di parto ad es., complicazioni; senso di perdita di controllo sulle decisioni dei medici (continua)

12 130 DEPRESSIONE POSTNATALE (continua) Esperienze attuali ad es., adattamento al bambino da parte degli altri componenti della famiglia (fratelli maggiori); difficoltà a sopportare il pianto del bambino Aspettative ad es., il bambino dormirà di più, il mio compagno condividerà con me il compito di allevare il bambino I conduttori del gruppo dovrebbero facilitare la discussione e sintetizzare le questioni principali sulla lavagna, servendosi delle categorie sopra esposte. Cominciate col mettere a confronto le esperienze attuali e i sentimenti delle partecipanti con le loro aspettative passate su gravidanza, parto e maternità. Indagate gli atteggiamenti e le credenze delle partecipanti sulla maternità, come ad esempio i miti della madre «brava» o «perfetta». Questi esempi potranno essere utilizzati negli incontri successivi per illustrare i punti emersi dalla discussione. Quello che direte alle madri avrà più valore se utilizzerete degli esempi che sono rilevanti per loro o che rispecchiano la loro situazione attuale; ad es., le donne che subiscono un taglio cesareo spesso sono deluse perché «non è così che le cose dovevano andare» e quelle che hanno vissuto un parto traumatico possono sentirsi private di un esperienza gioiosa e turbate dal senso di impotenza che hanno provato. Cos è la depressione postnatale? «Abbiamo l impressione che tutte voi abbiate avuto qualche difficoltà nell adattarvi alle vostre attuali situazioni di vita. Ognuna si trova in circostanze diverse, anche se tutte avete in comune l esperienza della depressione postnatale. Ma cos è la depressione postnatale? Quali sono alcuni dei segnali che possono far pensare che una donna stia soffrendo di depressione postnatale? (Mostrate al gruppo il lucido 1).» Riconoscete in voi qualcuno di questi sintomi? Medici e ricercatori hanno delle opinioni differenti riguardo alla depressione postnatale e alle sue cause. Cosa avete sentito dire o letto riguardo a questo tipo di depressione?» Fate raccontare brevemente alle partecipanti ciò che sanno o le loro «teorie» sulla depressione postnatale (compreso quello che hanno letto o sentito dire da medici e amici).

13 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI 131 Lucido 1: Sintomi della depressione postnatale Tra i sintomi della depressione postnatale troviamo: 1. Cattivo umore, tristezza 2. Sentimenti di inutilità 3. Voglia di piangere 4. Senso di colpa 5. Ansia 6. Irritabilità o sbalzi emotivi 7. Mancanza di energia 8. Mancanza di interesse nelle attività 9. Maggiore o minore appetito 10. Minor concentrazione e capacità di prendere decisioni 11. Disturbi del sonno (difficoltà nell addormentarsi o a mantenere il sonno, indipendentemente dalla presenza del bambino) 12. Preoccupazioni rispetto alla propria salute 13. Pensieri confusi 14. Eloquio accelerato o rallentato 15. Movimenti lenti o agitazione 16. Senso di disperazione 17. Pensieri sulla morte e sul suicidio 2003, Milgrom, Martin e Negri, Depressione postnatale, Trento, Erickson

14 132 DEPRESSIONE POSTNATALE Introduzione al nostro approccio di intervento: il modello biopsicosociale della depressione postnatale «Anche se alcuni studiosi ritengono che i cambiamenti ormonali ed endocrini successivi al parto possano contribuire alla depressione, la maggior parte di loro riconosce che le cause biologiche sono solo una parte della storia della depressione postnatale (mostrate il lucido 2). L altra parte della storia consiste nel fatto che diventare madre significa doversi adattare a enormi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. In altre culture esistono delle strutture specifiche per il sostegno ai nuovi genitori, mentre nella nostra non c è una grande preparazione né sostegno per questo nuovo ruolo. Non è così sorprendente, quindi, che molte donne abbiano delle difficoltà nell adattarsi e che si sentano, a volte, sopraffatte dalle richieste e dalle aspettative legate alla maternità. Anche i miti della nostra cultura sulle «gioie» della gravidanza e sulla maternità perfetta possono avere un influenza potente su di noi, creando spesso aspettative irrealistiche. Le madri che hanno aspettative e credenze di questo tipo si sentono spesso delle «fallite» nell affrontare problemi e nel far fronte alla situazione, e il risultato più comune è la depressione. Il 10-20% delle donne soffre di depressione dopo la nascita di un figlio. Noi crediamo che la depressione insorga quando c è un disequilibrio tra gli eventi positivi e negativi della nostra vita. La depressione è un segnale che ci comunica che tale equilibrio è stato alterato, e che gli eventi negativi hanno un peso maggiore di quelli positivi. Questo spiega anche perché certi giorni, quando succede qualcosa di bello, può capitare di sentirsi meglio. Una delle cose più difficili da modificare è il modo in cui ci sentiamo. Qualcuno vi ha mai detto: «Rimboccati le maniche e datti da fare»? E questo vi ha aiutato? Un discorso del genere non aiuta perché il modo in cui ci sentiamo è strettamente legato a quello che facciamo e che pensiamo. Senza cambiare il modo in cui pensiamo e ciò che facciamo, è molto difficile modificare il modo in cui ci sentiamo. Lo scopo di questi incontri è quello di aiutarvi a spostare l ago della bilancia dalla parte degli eventi positivi. La prossima settimana ci concentreremo sul nostro comportamento e sui modi in cui esso può influenzare l umore. Nelle settimane successive invece ci concentreremo sui nostri pensieri e sull enorme impatto che possono avere sulle nostre sensazioni. Alcune delle strategie che presenteremo nelle prossime nove settimane porteranno a dei cambiamenti nel vostro modo di pensare e di comportarvi.» (mostrate il lucido 3).

15 FASE 1: INTERVENTI COMPORTAMENTALI 133 Lucido 2: Il passaggio alla maternità Diventare madre significa doversi adattare a molti cambiamenti fisici, emotivi e sociali, e la nostra società non ci aiuta molto in questo. Perciò: La maggior parte delle madri ha delle difficoltà nell adattarsi al suo nuovo ruolo e può sentirsi sopraffatta dalle richieste che le vengono poste. I miti sulla maternità possono creare aspettative irrealistiche. Quindi: Nei casi in cui le madri hanno delle difficoltà nel far fronte alla situazione, l avere aspettative irrealistiche porta a vivere sentimenti di fallimento Lucido 3: Depressione postnatale: cosa ci posso fare? Alcune strategie per migliorare l umore 1. Aumentare il numero di attività per noi gratificanti. 2. Aumentare le attività piacevoli e le interazioni sociali, specialmente con il bambino e il partner. 3. Acquisire delle abilità di rilassamento. 4. Migliorare l assertività e le abilità comunicative. 5. Costruire delle reti di sostegno. 6. Aumentare i pensieri positivi. 7. Diminuire i pensieri negativi. 8. Rifiutare gli schemi di pensiero controproducenti. 2003, Milgrom, Martin e Negri, Depressione postnatale, Trento, Erickson

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