Allegato C: Risoluzioni della TUFEA (Trade Unione Federation of Eastern Africa) sulla risoluzione dei conflitti (Conferenza del febbraio 2007).

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1 Allegato C: Risoluzioni della TUFEA (Trade Unione Federation of Eastern Africa) sulla risoluzione dei conflitti (Conferenza del febbraio 2007). III. Raccomandazioni e risoluzioni della Conferenza. III.1. Ruolo dei sindacati nella risoluzione dei conflitti. (a) Difesa dei diritti umani e dei diritti sindacali. La Conferenza ha ribadito che la ragion d essere del movimento dei lavoratori è la difesa e la promozione dei diritti umani e dei diritti sindacali. In condizioni di insicurezza e di conflitto, le violazioni di questi diritti sono tra i motivi di maggior preoccupazione dei sindacati. Di fatto, in circostanze del genere i sindacalisti sono intimiditi, fatti segno a continue vessazioni e minacce; e nello svolgimento della loro attività sono spesso vittime di soprusi, sia da parte dei datori di lavoro che delle autorità di governo. E necessaria la massima vigilanza da parte del movimento dei lavoratori, che deve condannare queste violenze, condurre campagne contro le violazioni dei diritti umani ed esercitare pressioni in tal senso sui regimi interessati. La Conferenza osserva inoltre che in materia di violazioni dei diritti umani i sindacati hanno pagato prezzi sproporzionatamente elevati. Ciò nondimeno, la Conferenza trae motivo di incoraggiamento dal fatto che nei Paesi dilaniati da conflitti, i sindacati abbiano potuto svolgere un ruolo di catalizzatori nella ricerca di soluzioni, dato che spesso gli interessi dei lavoratori trascendono le divisioni razziali, etniche e religiose. Un buon esempio in questo senso è il contributo dato dalla CESTRAR (Centrale dei Sindacati dei Lavoratori del Ruanda) per porre fine al genocidio ruandese. In condizioni normali, i sindacati assicurano che sul posto di lavoro i problemi non diano luogo a scontri ma siano affrontati per via negoziale, dando così l esempio concreto di come i problemi si possano risolvere in maniera non violenta.

2 La Conferenza ha incoraggiato i sindacati a rimanere fedele alla loro missione di difesa dei diritti dei lavoratori in Africa. Dato che da sempre il lavoro è sfruttato, i sindacati hanno la responsabilità di proseguire la loro lotta per conquistare migliori condizioni di lavoro per tutti. Finché la ricchezza creata dai lavoratori non sarà ripartita in maniera equa e soddisfacente, vi saranno sempre conflitti tra chi possiede molto e chi non ha nulla. (b) Risoluzione dei conflitti e pace per lo sviluppo. I sindacati devono dare il loro specifico contributo per rafforzare la pace e sostenere i processi di ricostruzione nei rispettivi Paesi e nell intera regione. Con le loro lotte per la giustizia sociale, per condizioni di lavoro accettabili, contro le disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani, i sindacati possono contribuire a sradicare le cause dei conflitti. La loro competenza in materia di organizzazione e la capacità di portare avanti un dialogo sociale strutturato su basi negoziali li autorizza a proporsi come interlocutori affidabili e influenti. Inoltre, dato il loro profondo radicamento in varie realtà sociali, i sindacati sono in grado di promuovere il dialogo per raggiungere il consenso tra vari gruppi di popolazione. Nella regione dei Grandi Laghi i sindacati hanno ottenuto risultati notevoli nel loro sforzo per superare la dolorosa eredità del genocidio e delle rivalità interetniche. La Conferenza ha chiesto l adozione di un programma d azione realizzabile per cercare di assicurare il coinvolgimento dei sindacati nella prevenzione dei conflitti, oltre che per risolvere i conflitti in atto e costruire la pace nella regione.

3 c) La risoluzione dei conflitti dev essere parte integrante dell attività sindacale. La Conferenza ha rilevato che in Africa alcune organizzazioni sindacali sono già impegnate in diverse iniziative di pace e di ricostruzione. Purtroppo queste attività sono scarsamente documentate e poco note, per cui restano confinate in ambienti ristretti. Altre organizzazioni sindacali non sono ancora coinvolte in attività di questo tipo, soprattutto perché non hanno un ruolo chiaramente definito in molte situazioni di conflitti nazionali, nelle trattative politiche e nei negoziati per gli accordi di pace. Mancano inoltre informazioni sul modo migliore di intervenire, anche perché a causa della diversità dei contesti, le iniziative prese in un dato Paese non si possono sempre riprodurre allo stesso modo altrove. In mancanza di un inquadramento sistematico dell assistenza e di meccanismi di monitoraggio per seguire le situazioni di grande disagio in cui versano i lavoratori delle aree colpite dai conflitti, questi ultimi possono solo fare affidamento, per sé e per le loro famiglie, sull assistenza di altre organizzazioni non governative, e si sentono abbandonati dai loro sindacati. La Conferenza sottolinea come nei rapporti di lavoro la parte datoriale abbia notoriamente la prerogativa di investire e di gestire le imprese, mentre dal canto loro i dipendenti dovrebbero ricevere direttive ragionevoli per contribuire col loro lavoro a produrre merci e servizi di qualità. Ma spesso - come inevitabilmente avviene in tutte le interazioni umane sorgono motivi di insoddisfazione, malintesi o contrasti anche aspri, per cui si pone la necessità di attivare meccanismi di risoluzione dei conflitti come parte integrante dell attività sindacale. La Conferenza auspica la creazione di strutture sindacali interne finalizzate alla risoluzione dei conflitti, con il contributo di incaricati speciali (focal persons), dipartimenti o unità specifiche per questa funzione del sindacato. I [suddetti] dipartimenti dovrebbero inoltre sensibilizzare membri del sindacato, i lavoratori e le parti sociali sulla risoluzione dei conflitti e l attività di peacekeeping ai fini di uno sviluppo economico e sociale sostenibile.

4 d) Proposta di una campagna sindacale contro la proliferazione delle armi. La Conferenza ha ricordato come la proliferazione delle armi leggere nella regione abbia contribuito ad alimentare numerosi conflitti. A livello mondiale, dalla fine del 1945 la produzione di massa di armi a basso costo e di munizioni di piccolo calibro ha contribuito in larga misura a causare un numero di vittime valutato a 50 milioni di esseri umani. E quando le guerre finiscono, le armi utilizzate durante gli scontri armati cadono in mani criminali. La Conferenza ha citato l esempio del Sudafrica, passato dalla violenza a sfondo politico e quella criminale; mentre la prima è costata la vita a circa persone in soli tre anni, alla fine delle ostilità il dilagare della criminalità ha portato a un aumento agghiacciante di omicidi con armi da fuoco. A questo proposito la Conferenza ha richiamato i sindacati alla necessità di mobilitare i fratelli con la parola d ordine: è giunta l ora del «RISVEGLIO!» No al dumping dei Paesi sviluppati che vogliono venderci le loro armi a basso costo! Non ci servono armi, non vogliamo combatterci e ucciderci a vicenda. Distruggete le vostre armi leggere, risolvete le vostre divergenze attraverso il dialogo e il dibattito. La Conferenza ha incoraggiato i sindacati a impegnarsi in una campagna regionale finalizzata a sottolineare l importanza del negoziato e dell impegno politico per la risoluzione dei conflitti. Questa campagna deve avere come punto di partenza l impegno per porre fine alla proliferazione delle armi leggere nella regione. e) Ruolo della formazione sindacale e delle nuove tecnologie nella risoluzione dei conflitti. La Conferenza ha osservato che in conseguenza della globalizzazione dell economia mondiale e del progresso tecnologico, la gestione della forza lavoro e la risoluzione dei conflitti richiede nuove tecniche e competenze.

5 Perciò i sindacati devono mantenersi aggiornati riguardo alle diverse strategie di gestione dei conflitti. A tal fine la leadership sindacale, i formatori e gli esperti in materia di gestione dei conflitti dovrebbero condividere le loro conoscenze e informazioni su come applicare le risorse disponibili in questo campo. Per risolvere efficacemente le situazioni conflittuali è imperativo l uso adeguato di talune caratteristiche dei sistemi più validi e avanzati. Ad esempio: - l elaborazione di regole specifiche, sia nella contrattazione collettiva, sia adottando altre modalità di dialogo e di consultazione, allo scopo di evitare la violazione di norme e regolamenti; - un attento esame delle circostanze ai fini della raccolta di dati di fatto pertinenti; - coerenza e metodo nell affrontare le problematiche in maniera articolata; e infine - l efficacia nella comunicazione. La Conferenza sottolinea l importanza di una formazione sindacale che contempli anche il contributo dei sindacati alla costruzione della pace. Un alto livello di preparazione è determinante non solo nel campo della ricerca scientifica, come è ormai ampiamente dimostrato, ma anche in quello sindacale, per favorire lo sviluppo socioeconomico, la riduzione della povertà e l innalzamento dei redditi in ogni Paese. Occorre dunque provvedere alla formazione dei leader sindacali locali, in particolare su come si genera il capitale sociale per la gestione dei conflitti a livello locale, e come si avvia il lavoro per la pace civile. Ancora più importante è un attività di lobbying per l educazione alla pace, e la creazione di una coalizione di gruppi di attivisti della società civile. La formazione sindacale deve coinvolgere anche i media e il pubblico, per far conoscere all intera comunità le organizzazioni dei lavoratori, i loro problemi di sussistenza, i casi di violazione dei loro diritti. L HIV/Aids è stato identificato come un nemico probabilmente peggiore dei conflitti armati che hanno travolto in continente. I sindacati devono avere un ruolo preminente negli sforzi per risolvere il problema della pandemia di HIV/Aids in Africa.

6 La Conferenza ha rilevato tra l altro che le migrazioni forzate provocate dalle guerra, dai conflitti, dai disastri naturali e da fattori economici accrescono la vulnerabilità e contribuiscono alla diffusione della malattia. I partecipanti concordano sulla necessità di dedicare una particolare attenzione ai migranti, ai rifugiati e alle popolazioni itineranti, a livello legislativo e nelle politiche sia nazionali che regionali. La Conferenza sottolinea inoltre la gravità del problema del traffico degli esseri umani e il suo impatto sulla diffusione dell HIV/Aids. (f) Il ruolo dei rapporti tra i generi nella soluzione dei conflitti. La Conferenza rileva che in materia di sicurezza le donne hanno una competenza più approfondita degli uomini, che sono spesso superficiali nelle loro analisi. E stato citato l esempio delle famiglie di pastori in Kenya. Basta che una madre di famiglia pronunci una sona frase: «Ho dato la luce a figlie femmine, ma come mai non ho vacche da mungere?» per dare il segnale ai giovani, che si lanciano in razzie di bestiame per portare a casa qualche mucca. Le donne sanno anche come risolvere i conflitti, e conoscono i cattivi soggetti delle rispettive comunità. La Conferenza nota altresì che sono le donne ad essere più colpite dai conflitti armati. III.2 Ruolo dei politici nella risoluzione dei conflitti. (a) Sincerità nella risoluzione dei conflitti. Molti leader mondiali hanno mancato di sincerità nell affrontare la ricerca delle cause e degli effetti reali dei conflitti del continente con. I politici si sono limitati a un esame superficiale problemi reali che hanno portato all escalation degli scontri tribali in Kenya, nell Uganda del Nord e in Somalia. Il mondo si affretta a biasimare le parti in guerra tra loro, ma senza aver prima analizzato situazione nei dettagli. La Conferenza suggerisce di ricercare altri modi per contenere e sedare i conflitti e l insicurezza, ricorrendo ad esempio a forze di polizia vicine alle comunità per una vigilanza condivisa con la società; servirebbero inoltre maggiori finanziamenti per disporre di personale di sicurezza addestrato e di unità

7 specializzate per la vigilanza contro il terrorismo, così come l istituzione di comitati per la pace livello distrettuale. Si rileva infine la necessità di sensibilizzare l opinione pubblica sull importanza della pace e della sicurezza per lo sviluppo, e di eliminare la corruzione. III.3 Ruolo delle organizzazioni governative e non governative. (a) Promozione delle soluzioni non violente dei conflitti. La Conferenza fa appello ai governi africani e alle organizzazioni non governative invitandole a una stretta collaborazione con tutte le parti interessate (tra cui l UA e l ONU) in vista di soluzioni eque e durevoli ai problemi tra cui in particolare gli alti livelli di disoccupazione giovanile suscettibili di generare conflitti o di esacerbare quelli già in atto, nonché di ostacolare l adozione di soluzioni politicamente valide. Difficilmente si può arrivare a una pace durevole attraverso soluzioni parziali o miglioramenti di facciata dello statu quo. La popolazione dev essere attivamente partecipe della società in cui vive, e i sindacati possono contribuire a promuovere questa partecipazione consentendo a ciascuno di far sentire la propria voce e di sperimentare nella pratica, (attraverso la contrattazione collettiva) che i conflitti si possono risolvere in maniera non violenta. La Conferenza ha sollecitato i governi ad assicurare ai sindacalisti il loro sostegno e la loro stretta collaborazione nelle iniziative volte alla risoluzione dei conflitti. E importante che i sindacati siano attivamente coinvolti fin dalle fasi iniziali della progettazione e dell avvio dei programmi, e quindi in quelle successive di monitoraggio e valutazione. La Conferenza ha osservato altresì che il più delle volte, nelle regioni e nei Paesi dilaniati dai conflitti, le organizzazioni della società civile, ivi compresi i sindacati, mancano di risorse, e quindi anche della capacità di dare un contributo effettivo alla risoluzione dei conflitti. A questo riguardo la Conferenza ha raccomandato di prevedere, nell ambito delle politiche e dei programmi dei governi, strumenti atti ad assicurare un sostegno finanziario e tecnico ai sindacati e ad altre organizzazioni della società civile impegnate nella risoluzione dei conflitti. La Conferenza ha poi discusso sul concetto di globalizzazione nella risoluzione dei conflitti della regione. La globalizzazione presenta più opportunità che minacce. Con riguardo agli scambi internazionali, è importante affrontare in via prioritaria, nel quadro degli accordi di Doha, i fattori di squilibrio globale, quali ad esempio la politica di sussidi dei Paesi occidentali.

8 Se verranno prese misure in questo senso, in parallelo con ampi programmi a sostegno delle riforme economiche, l Africa potrà entrare in una fase di stabilità e di crescita accelerata. L incremento dei livelli di reddito consentirà di ridurre la violenza e la dissidenza, e grazie all integrazione economica africana i conflitti saranno relegati nel passato. b) Sviluppo delle capacità umane per il buon governo. La Conferenza ha discusso approfonditamente il problema dello sviluppo delle capacità umane ai fini del buon governo nel continente africano. La relazione presentata su questo tema dal prof. Mahgoub del Sudan ha preso specificamente in esame una visione strategica dell Africa. Cosa vogliamo veramente, verso dove vogliamo andare? In relazione a questa domanda i partecipanti hanno proposto un paragone con le domande di Alice nel Paese delle meraviglie. Si è discusso su dove siamo al momento attuale, su dove vogliamo andare e su come arrivare alla meta. Sono state inoltre discusse varie questioni inerenti alla leadership africana. E necessario che in questo continente si vada oltre il concetto di management in favore di una leadership mirata. La Conferenza ha sottolineato l urgente necessità di rendere disponibili in una banca dati i risultati degli studi dei think tanks per contribuire a una visione dell Africa del futuro. Più importante ancora è stata la scelta del gruppo di lavoro di adottare il metodo SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats, ovvero «Punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce») per l analisi dei problemi africani, nell intento di superare il fossato che divide l Africa dal mondo sviluppato. La Conferenza ha identificato altresì le possibilità di partenariato con Organizzazioni non governative di analogo orientamento, nell ambito della prevenzione e risoluzione dei conflitti. Sul tema della corruzione, la Conferenza ha constatato che questo tipo di pratiche inibisce lo sviluppo e la crescita economica in vari modi, tra cui: (i) i maggiori costi degli investimenti e delle operazioni economiche e i ritardi causati dalle richieste di tangenti; (ii) l imprevedibilità, che scoraggia gli investitori sia interni che esterni, provocando stagnazione e declino economico; (iii) le minacce per la sicurezza non solo economica ma anche

9 personale degli investitori, dati i rischi determinati dalla corruzione, dalle estorsioni e dai ricatti, che possono coinvolgere gli stessi addetti alla sicurezza; (iv) la scarsa fiducia nei rapporti tra il mondo degli affari e i pubblici servizi, che grava sui costi delle transazioni. Lo scarso rispetto della legalità genera corruzione. A questo riguardo la Conferenza ha concluso rilevando il ruolo positivo dell associazionismo tra i lavoratori, finalizzato a promuovere i loro interessi comuni e a contrastare lo sfruttamento, favorendo il bene sociale. La determinazione dei lavoratori a lottare per i loro diritti fa parte della dinamica di un regime di giustizia. c) Ruolo dell Unione africana e della NEPAD per la risoluzione dei conflitti. La Conferenza teme che i numerosi conflitti in atto nel continente africano impediscano di conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM), che servono da riferimento al NEPAD (New Economic Partnership for Africa s Development) e all UA. I partecipanti ritengono che l attuazione del NEPAD sia possibile solo nella totale assenza di guerre, in un contesto di democrazia popolare in Africa. Non si potrà quindi mai sottolineare abbastanza la necessità di intensificare gli sforzi verso la pace, la stabilità, lo stato di diritto, la responsabilità verso i cittadini, la trasparenza e la partecipazione alla governance in Africa. A questo riguardo la Conferenza ha fatto appello ai leader africani affinché si adoperino per la risoluzione pacifica dei conflitti, senza il ricorso alla forza delle armi. La Conferenza ha discusso il ruolo del NEPAD per lo sviluppo africano, raccomandando alle segreterie dell UA e del NEPAD di non promuovere un approccio neoliberista di principio per la soluzione dei problemi del continente. La Conferenza incita a trovare per i problemi dell Africa soluzioni africane. Le iniziative del NEPAD dovranno essere complementari e non sostitutive rispetto a quelle dell UA. Vari ostacoli sono stati identificati nell attuale caricatura del NEPAD e nei silenzi su argomenti quali i problemi di genere o la cancellazione del debito, che rappresenta una condizione essenziale per dare impulso ai meccanismi di integrazione africana.

10 Per raggiungere i suoi obiettivi, la Conferenza ha adottato la risoluzione dell Unione africana sul finanziamento della Commissione UA e dei suoi organi mediante un supplemento sul costo dei voli all interno dell Africa, come raccomandato dall ECOSOC (Consiglio Economico, Sociale e Culturale dell Unione africana) nel marzo Nella sua raccomandazione l ECOSOC aveva proposto un supplemento di 5 dollari sui biglietti dei voli continentali, e di 10 dollari su quelli extracontinentali. d) Attuazione dell accordo di pace globale (Comprehensive Peace Agreement CPA) in Sudan. La Conferenza esprime apprezzamento per i progressi compiuti nelle trattative di pace in Sudan e nei negoziati diretti tra i popoli del Sudan, con l assistenza di nazioni amiche e vicine e la realizzazione di tre dei principali accordi a Naivasha, Abuja e Asmara. La Conferenza invita all attuazione del CPA per il Sudan e rivolge un urgente appello al governo di questo Paese, ai gruppi armati che non hanno sottoscritto l accordo di pace per il Darfur, all UA e ai Paesi vicini affinché promuovano, tramite l IGAD (Intergovernamental Authority on Development), l attuazione del CPA. La Conferenza ha fatto appello a tutti i Paesi affinché risolvano le loro controversie attraverso i negoziati. E importante onorare questi negoziati, promuovendo al tempo stesso la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace. La Conferenza ha incoraggiato il ricorso ad accordi negoziali, riducendo al tempo stesso le missioni di peacekeeping. III. 5 Ruolo dell OIL nella risoluzione dei conflitti. a) Ruolo centrale del dialogo sociale tripartito nella risoluzione dei conflitti. L OIL, che è l unica organizzazione internazionale sopravvissuta alla seconda guerra mondiale e alla guerra fredda grazie alla sua struttura tripartita, dovrebbe svolgere un ruolo centrale nella risoluzione dei conflitti. In particolare essa dovrebbe ricercare e promuovere la cooperazione con i partner della sua struttura tripartita a livello

11 nazionale, così come con altri partner internazionali, nel tentativo di sostenere l impegno per il rafforzamento dell ONU e delle istituzioni regionali quali l UA e l IGAD, impegnate nella risoluzione dei conflitti. Ma soprattutto, nelle situazioni post-conflittuali è di importanza vitale che le istituzioni non ignorino le popolazioni, e anche a fronte di un possibile dissesto delle istituzioni dei governi popolari, rinuncino ad imporre soluzioni calate dall alto. I sindacati possono giocare un ruolo chiave rappresentando i punti di vista dei lavoratori nei confronti delle istituzioni sopra citate. Le parti sociali devono adoperarsi per ridurre quanto più possibile gli effetti dei conflitti sul mercato del lavoro, sui lavoratori e sugli altri settori correlati.

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