PANETTERIA FORNO SOLIDALE. Casa circondariale di Terni. GULLIVER società cooperativa sociale

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1 PANETTERIA FORNO SOLIDALE Casa circondariale di Terni GULLIVER società cooperativa sociale ANNO

2 Indice Problema affrontato.3 Obiettivi/Risultati raggiunti..4 Soggetti coinvolti..5 Racconto dell esperienza.6 Metodologie e strumenti.8 Considerazioni finali.12 Referente di progetto.13 2

3 Problema affrontato Formazione professionale e inserimento lavorativo costituiscono una condizione generalmente riconosciuta come essenziale per perseguire quegli obiettivi di rieducazione e di reintegrazione nella convivenza civile che sono parte integrante del regime penitenziario italiano fin dalla riforma del 1975, poi ribaditi e rafforzati dalla successiva legge Gozzini del Le ricerche sulla condizione penitenziaria rilevano due tendenze che caratterizzano oggi il mondo penitenziario: la crescente presenza di una popolazione detenuta con evidenti problemi di esclusione sociale, e la forza di attrazione crescente della criminalità organizzata e dell economia criminale. Queste due tendenze segnalano entrambe una connessione significativa tra devianza criminale e problema lavoro ed evidenziano il fabbisogno di interventi di formazione professionale e inserimento lavorativo. La mancanza di opportunità di impiego regolare e la debolezza di un identità lavorativa costituiscono un importante fattore di lacerazione dei legami che tengono il singolo all interno della vita civile, fornendogli dignità e possibilità di costruire un progetto di vita; e complementarmente lo espongono alle opportunità che offre, in termini sia di reddito che di identità, l entrata nel mondo criminale e la carriera al suo interno. Il reinserimento lavorativo dei detenuti e degli ex detenuti si presenta, pertanto, come un processo estremamente problematico, la cui gestione deve scontare, oltre alle normali difficoltà legate alle dinamiche del mercato del lavoro, il peso di meccanismi sociali e vincoli istituzionali che tendono a perpetuare le condizioni di esclusione sociale dei soggetti svantaggiati. L offerta di occupazione intramuraria è costituita, per quasi il 90% del volume complessivo, da mansioni di scarsa rilevanza e spendibilità all esterno del circuito carcerario. Peraltro le stesse opportunità lavorative extramurarie, prevalentemente connesse alla concessione di misure alternative alla detenzione e comunque nate ancora nell alveo dell esecuzione penale si rivelano spesso inadeguate a sostenere un effettivo processo di reintegrazione sociale, costituendo in molti casi misure assistenziali, sottoposte a particolare protezione e controllo, che solo raramente si prolungano in maniera significativa oltre il termine di esecuzione della pena. Lo scenario sociooccupazionale si presenta caratterizzato da dinamiche di mercato sfavorevoli all ingresso nel tessuto produttivo di nuovi soggetti, e in particolare, di quelli a più difficile collocamento. La Cooperativa Sociale Frontiera Lavoro, proprio partendo dalla presa di 3

4 coscienza di un tale contesto, ha realizzato un progetto di attività lavorativa rivolto a persone recluse all interno della Casa circondariale di Terni, mediante la creazione della panetteria Forno Solidale e la costituzione della cooperativa sociale di tipo B Gulliver che si occuperà della gestione e commercializzazione dei prodotti da forno e curerà l accompagnamento al lavoro dei soggetti detenuti. Il settore economico interessato è stato individuato dopo un attenta analisi del contesto economico umbro e nazionale, che ha rilevato come per il settore di mercato della panificazione esistano ottimi sbocchi occupazionali. Obiettivi /risultati raggiunti Il percorso di inserimento lavorativo dei soggetti in esecuzione penale seguirà due direttrici: da un lato la promozione di forme di incontro tra domanda ed offerta di lavoro e dall altro la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo della capacità di inserimento lavorativo (sia all interno del carcere che all esterno verso le imprese). Obiettivi preminenti del progetto Forno Solidale sono: La formazione di detenuti finalizzata all acquisizione, da parte dei partecipanti, di competenze specialistiche, abilità manuali e capacità tecniche relative alla produzione di pane e prodotti da forno, abilità spendibili nel più vasto mercato di produzione esterno; Lo sviluppo di capacità relazionali e comunicative; Favorire un cambiamento di mentalità sul concetto di legalità nel mondo del lavoro, sia autonomo che dipendente; La creazione di un laboratorio permanente di lavorazione artigianale per prodotti da forno all interno della Casa circondariale di Terni; Il trasferimento di commesse di lavoro all interno dell istituto; L implementazione di un modello trasferibile di formazione-lavoro adeguato al contesto carcerario; Favorire in ciascuno dei partecipa 4

5 La replicabilità di una simile esperienza in realtà similari e contigue a quella in oggetto.nti un processo di autovalutazione che li conduca alla formulazione di una scelta congeniale sul loro futuro occupazionale: inserimento lavorativo o creazione d impresa; L inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro dei formati, in seguito alla loro scarcerazione; Soggetti coinvolti Il progetto proposto è stato studiato e sviluppato come progetto integrato e vede la partecipazione attiva degli Enti Pubblici territoriali: Regione dell Umbria Provincia di Terni Comune di Terni Ministero della Giustizia Università Cooperative sociali Aziende private La realizzazione dell intervento è stata effettuata da Frontiera Lavoro società cooperativa sociale di Perugia ed ha il coinvolgimento del Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria dell Umbria, la Direzione della Casa circondariale di Terni e l Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Spoleto. 5

6 Racconto dell esperienza L idea progettuale di realizzare un laboratorio di panetteria all interno dell istituto di Terni è stata promossa dalla Direzione della Casa circondariale di Terni e dalla cooperativa sociale Frontiera Lavoro di Perugia nel mese di giugno 2004 con l attivazione del corso di formazione professionale per Panificatore della durata di n.400 ore previsto all interno del progetto Aster: per la rimotivazione, il recupero e l integrazione dei detenuti nel mondo del lavoro, finanziato dalla Provincia di Terni (Obiettivo 3 FSE Anno ,00) e riservato a n. 13 detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Terni. Aderirono al presente progetto il Provveditorato Regionale dell Amministrazione Penitenziaria di Perugia, l Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Perugia e di Spoleto, la Confartigianato Umbria e la C.N.A. Associazione Provinciale di Terni. Il progetto Aster ha previsto un attività di orientamento e preformazione, una fase di laboratorio professionale per Panettiere e Pasticciere, l attivazione di piani di inserimento lavorativo tramite borse-lavoro, misure di sensibilizzazione verso le imprese,sostegno alla creazione di imprese sociali. Al termine dell intervento formativo sono state attivate n.6 borse di lavoro con n.4 inserimenti lavorativi stabili presso aziende del settore della panificazione. Nel novembre 2004 viene approvato il progetto pilota territoriale, triennale PROSPETTIVA LAVORO finanziato dal Consorzio Co.Impreso, (Bando Sovvenzione Globale Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati POR Regione Umbria Obiettivo ) per un importo complessivo di Euro ,00. Tra le azioni principali del progetto: la selezione, attraverso uno sportello di orientamento e informazione, di n. 15 detenuti da avviare alle attività formative presso il laboratorio di panetteria e la creazione di un laboratorio permanente di lavorazione artigianale per prodotti da forno all interno della Casa Circondariale di Terni attraverso l acquisto delle attrezzature necessarie. Nel dicembre 2004 viene sottoscritta la convenzione tra la Direzione della Casa Circondariale di Terni, nella persona del dottor Francesco Dell Aira ed il Presidente della cooperativa sociale Frontiera Lavoro dottor Andrea Fora, relativa alla istituzione presso l istituto penitenziario di un laboratorio di panetteria. Con finanziamento della Provincia di Terni (Obiettivo 3 FSE Misura B1 Anno 2004, Euro ,00) viene realizzato il percorso di formazione professionale per Panettiere e Pasticciere, relativo al progetto PLUS. Il progetto coinvolge n.15 detenuti della Casa 6

7 Circondariale di Terni, e si svolge nel Nel mese di settembre 2005 è costituita la cooperativa sociale di tipo B GULLIVER che si occuperà della gestione della panetteria Forno Solidale realizzata all interno della Casa circondariale di Terni, della produzione e della commercializzazione di pane e prodotti da forno, e della gestione dell inserimento lavorativo dei detenuti. La panetteria viene ricavata da locali di circa 150 mq, adiacenti al laboratorio di falegnameria ed è dotata di tutte le più moderne attrezzature: Forno ciclotermico n. 1 Impastatrice a spirale n. 2 Sfogliatrice n. 1 Mescolatrice n. 1 Spezzatrice n. 2 Confezionatrice n. 1 Armadio frigorifero n. 2 Refrigeratore n. 1 Filonatrice n. 1 Tavoli da lavoro n. 3 Il progetto esecutivo è stato realizzato dall ingegnere Federico Cenci dell azienda Lusios s.n.c. di Perugia. Nell anno 2005 il Ministero della Giustizia Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ha finanziato con Euro ,00 l acquisto di attrezzature, e con Euro ,00 l adeguamento degli impianti elettrici, idrici e della linea d alimentazione gas. Nella panetteria vengono impiegati inizialmente n. 7 per la produzione quotidiana (circa 500 kg.) di diversi prodotti, al momento destinati ai detenuti dell istituto penitenziario e commissionati da aziende esterne del territorio: biscotti, crostate, pizza, focacce, pane di ogni genere. Inoltre, buffet dolci e salati, pan di Spagna, ciambelle, tozzetti, grissini e sostituti del pane. Il primo traguardo raggiunto corona l impegno di tutti gli operatori e di quanti hanno collaborato al lungo e non sempre facile percorso, nella linea del trattamento e della realizzazione di concrete opportunità lavorative per le persone detenute. 7

8 Le azioni svolte La selezione dei detenuti è avvenuta attraverso l attivazione di uno sportello all interno della Casa circondariale di Terni con lo scopo di presentare il progetto al quale si sono rivolti n. 140 detenuti che hanno dato la propria disponibilità a partecipare al progetto. La selezione dei n. 15 detenuti è stata effettuata insieme all equipe tecnico-scientifica del progetto composta da Direzione, Polizia Penitenziaria, Educatori della Casa circondariale di Terni, Assistenti Sociali dell Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Spoleto e personale di Frontiera Lavoro società cooperativa sociale; Realizzazione del laboratorio di panetteria di mq. 150 dotato di tutte le più moderne attrezzature e con impianti elettrici e termo idraulici a norma; Corso di formazione professionale per Panettiere e Pasticcere della durata di n ore al quale hanno partecipato n. 15 detenuti; Costituzione della cooperativa sociale di tipo B1 Gulliver di n. 5 detenuti ed avvio della fase di produzione e commercializzazione di pane e prodotti da forno (circa 400 chilogrammi al giorno). Metodologia e strumenti I metodi e l organizzazione del lavoro devono riflettere quelli del lavoro nella società libera, per far acquisire ai soggetti una preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative. I detenuti identificati a seconda del settore di attività, verranno aiutati nell avvio dell attività attraverso brevi azioni formative volte all apprendimento di aspetti teorici e tecnici delle relative lavorazioni. Per ogni singola attività da svolgere all interno dell Istituto verranno selezionati detenuti in base, sia a caratteristiche motivazionali e attitudinali, che a precise indicazioni previste dalla normativa vigente (nel rispetto delle graduatorie fissate ex. art. 20 L. 354/1975). Il detenuto a fine pena, o quando usufruirà di pene alternative, potrà scegliere se continuare l attività presso cooperative/aziende private all esterno del carcere oppure rivolgersi allo sportello presente sul territorio al fine di godere di un supporto nella ricollocazione presso altre 8

9 imprese o, nella intenzione di intraprendere un attività autoimprenditoriale. E possibile individuare tre fasi principali: Formazione Ogni persona coinvolta nel progetto personalizzato avrà a disposizione un monte ore di formazione, nel settore lavorativo della panificazione, sia su tematiche generali quali conoscenza delle materie prime, conoscenza dei macchinari e attrezzature, analisi della produttività, controllo della qualità, processi produttivi, organizzazione del lavoro. Il percorso formativo per il reinserimento lavorativo prevede tre livelli fondamentali di apprendimento: Nozioni teoriche necessarie per acquisire la conoscenza delle materie prime trattate, dei prodotti, dei servizi resi; Acquisizione delle tecniche di lavorazione, dei macchinari, delle attrezzature, per avere la padronanza dei procedimenti; Partecipazione e responsabilizzazione gestionale necessaria per essere consapevole dei meccanismi economici che regolano il mercato. In particolare la formazione deve essere intesa come crescita professionale e umana delle persone coinvolte, e non come semplice apprendimento di elementari operazioni manuali. Selezione e stesura del progetto personalizzato La selezione avverrà sulla base di determinati parametri sia di natura motivazionale che oggettiva (es. carichi di famiglia, anzianità di disoccupazione, attività pregressa, possibilità di creare effettive relazioni con le reti formali ed informali). In questa fase viene formulato il progetto personalizzato, in collaborazione con il responsabile sociale della cooperativa, il tutor, l educatore del carcere, l assistente sociale del U.E.P.E. Fondamentale nello svilupparsi del progetto personalizzato sarà l individuazione di un metodo strutturato per ogni situazione operativa che la persona potrà 9

10 apprendere e riutilizzare successivamente nel proseguo della sua esperienza lavorativa. Tali modelli organizzativi saranno quindi costruiti sull esperienza diretta della persona e terranno conto delle sue diverse esigenze e del contesto in cui ci si troverà ad operare. Ogni 4-5 persone in percorso di reinserimento avrà come riferimento un operatore che fungerà da tutor e costante supporto, sia nell ambito formativo che in quello di orientamento e di controllo. Sono previsti incontri di gruppi rivolti all analisi e alla verifica dell organizzazione, dei processi lavorativi in atto, dei metodi utilizzati, dei risultati conseguiti. Sono previste verifiche mensili all inizio e, successivamente, trimestrali del progetto che verranno utilizzate come stimolo per la correzione degli aspetti problematici e per la migliore definizione del processo. Sulla base dei risultati raggiunti il progetto personalizzato prevede incentivi salariali. Gli indicatori di valutazione sono contemplati in una scheda di valutazione, redatta appositamente dai responsabili del progetto. Essa misura le potenzialità del soggetto all apprendimento delle mansioni, la sua professionalità, l assunzione di responsabilità e l autonomia lavorativa sulla base di un punteggio iniziale attribuito in ragione dei risultati conseguiti e verificati dall equipe del progetto personalizzato. L integrazione dei vari attori sociali interessati (UEPE, educatori del carcere, famiglia, imprese cooperative, volontariato ecc.) è ritenuta fondamentale al fine del raggiungimento degli obiettivi del progetto personalizzato. Inserimento lavorativo in attività all interno del carcere Le persone detenute e coinvolte nel progetto verranno assunte dalla cooperativa sociale di tipo B costituitasi sulla base delle varie forme contrattuali disciplinate dal C.C.N.L. e da quanto previsto dalla Legge 381/1991 e successive modifiche, dalla Legge 193/2000 (norme per favorire l attività lavorativa dei detenuti) creando un rapporto minimo di un operatore tutor socio della cooperativa a fronte di 4-5 detenuti nel progetto. La persona detenuta svolge le proprie mansioni affiancata da un tutor operatore della cooperativa, in 10

11 grado di trasmettere le cognizioni tecnico professionali monitorandone il loro sviluppo (formazione on the job). Inoltre questo percorso avrà specifici momenti di verifica, che si sostanzieranno in incontri tra tutor, persona detenuta, educatori del carcere, assistente sociale dell UEPE ed eventuali attori esterni. Nell ambito di tali incontri si valuteranno grazie ad indicatori oggettivi tutti gli aspetti di relazione, di lavoro, di assunzione di responsabilità, di apprendimento professionale e verrà steso il verbale di verifica. Il socio della cooperativa avrà anche il compito dell organizzazione delle attività lavorative e dei rapporti con l esterno per quanto riguarda tutte le necessità della stessa. Il progetto prevede per il detenuto, in fase di fine pena o che abbia raggiunto le condizioni necessarie per ottenere il godimento delle misure alternative alla detenzione, di proseguire questo percorso di reinserimento socio-lavorativo all esterno dell istituzione penitenziaria. Questo avviene attraverso due modalità: L inserimento lavorativo vero e proprio proseguendo il percorso individualizzato all interno della Cooperativa di tipo B, rielaborando il progetto personalizzato in base alle nuove condizioni giuridiche ed ambientali o attraverso la segnalazione e il collocamento presso imprese private ed artigiane. In alternativa si provvederà ad indirizzare la persona a corsi. L attivazione di reti informali (presidi sul territorio, volontariato, sportello e/o consorzio, assistente sociale) in grado di costituire all esterno un riferimento adatto a garantire l orientamento e l accompagnamento al lavoro. Entrambi questi aspetti sono fortemente interdipendenti nel percorso socio-lavorativo, in quanto la loro relazione attiva concretamente strategie di sviluppo, di empowerment di gruppi e della comunità, oltre a quelle tese allo sviluppo locale dell occupazione e del lavoro sociale di rete. 11

12 Considerazioni finali Tra gli elementi di innovazione del progetto si possono sottolineare: Integrazione dei servizi erogati all interno del progetto. Il destinatario viene inserito all interno di un iter che dovrebbe guidarlo verso l inclusione nel mercato del lavoro attraverso fasi identificabili (orientamento, pre-formazione, formazione, esperienze di lavoro, forme di alternanza, inserimento lavorativo assistito, ecc.) e verso il reinserimento sociale. Personalizzazione degli interventi. L approccio all utenza sarà di tipo individualizzato: il percorso è stato infatti costruito a partire dalla centralità del singolo visto come cliente, sottolineando quindi l esigenza di un suo coinvolgimento attivo. Cooperazione sul progetto specifico da parte di soggetti ed enti diversi. Al fine di aumentare l efficacia dei servizi erogati e l impatto della sperimentazione sul territorio, i soggetti promotori dei percorsi devono attirare reti di attori (pubblici, privati, e terzo settore) che in misura diversa concorrano alla realizzazione dell intervento. Si tratta quindi di individuare, sensibilizzare e coinvolgere quei soggetti che nel territorio a vario titolo svolgono un ruolo chiave nel processo di inclusione socioeconomica dei detenuti, intesi come gruppo svantaggiato. Standardizzazione del modello e contestualizzazione territoriale degli interventi. L aderenza del percorso al contesto territoriale segnala come i bisogni di integrazione delle categorie svantaggiate differiscano non solo all interno di uno stesso gruppo sociale e dunque, in relazione al vissuto di ogni singolo individuo (in termini di storia sociale, formativa e professionale), ma anche in funzione dello scenario socioeconomico, nonché dei servizi in esso disponibili. Riproducibilità del progetto Investimento sui destinatari intermedi, ossia sulle diverse figure di operatori che supportano il percorso dell inclusione sociale (operatori dell orientamento, tutor, mediatori culturali, strutture che assicurano l attività lavorativa). La cooperazione sociale deve giocare un ruolo come attore del reinserimento sociale, non solo lavorativo. Per far questo occorre una presa di coscienza ideologica e metodologica, 12

13 iniziando dalla prassi quotidiana, ed investendo in concreto il proprio modo di agire complessivo. Si tratta di sperimentare un azione rivolta agli attori locali che divengono destinatari di un attività sia formativa, che finalizzata alla creazione ed espansione della rete stessa. Quindi il momento del reinserimento inteso in senso lato è lo strumento attraverso il quale i diverso partner, con le loro specifiche competenze, ridefiniscono i molteplici aspetti delle problematiche esistenti a livello locale rispetto al loro intervento. Le nuove modalità di collaborazione devono necessariamente assumere la forma di reti operative, finalizzate al raggiungimento di obiettivi chiari e condivisibili e che definiscano gli specifici contributi di ciascun attore, evitando così di rimanere ad un livello teorico/formale. L obiettivo è una condivisione di una cultura di rete finalizzata a creare le condizioni per lo sviluppo e il consolidamento di una modalità di lavoro integrato, che vada oltre la durata progettuale. Si è proposto quindi alle persone coinvolte nel progetto, l apprendimento di uno più metodi necessari per poter affrontare le varie situazioni siano esse di natura relazionale, organizzativa o imprenditoriale ossia: L acquisizione di abilità professionali, lavorative e relazionali tali da consentire una effettiva autonomia e la sperimentazione del ruolo di lavoratore e dell autoimprenditorialità; L opportunità per coloro che vorranno avviare un lavoro autonomo o una cooperativa di usufruire della consulenza di figure professionali proprie della rete consortile sulle modalità di reperimento dei contributi e/o finanziamenti agevolati. Referente di progetto Luca Verdolini Amministratore Delegato Gulliver Società Cooperativa Sociale Via Campo di Marte n. 28/b Perugia Telefono Fax gulliver@moltiplica.com 13

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