NOZIONI BIBLIOGRAFICHE

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1 NOZIONI BIBLIOGRAFICHE René Descartes nasce il 31 marzo 1596 a La Haye, e viene educato nel collegio dei gesuiti di La Flèche, fino al In ogni caso sottoporrà a critica gli studi condotti in questo periodo, giudicandoli insufficienti per fornire un orientamento sicuro all indagine: e proprio alla ricerca di un tale orienta-mento dedicherà tutti i suoi sforzi. Il 10 novembre 1619 descrive la comprensione che ha acquisito in merito al giusto metodo da seguire per giungere ad una conoscenza certa. L elaborazione delle Regole di tale metodo durerà decenni.

2 4. Fare in ogni caso enumerazioni così complete e revisioni così generali da essere sicuro di non omettere nulla. 1. Non accogliere mai nulla per vero che non conoscessi esser tale con evidenza; cioè evitare diligentemente la preoccupazione e la prevenzione; e non comprendere nei miei giudizi niente di più di ciò che si presentasse così chiaramente e così distintamente al mio spirito che io non avessi alcuna occasione di metterlo in dubbio. 2. Dividere ciascuna delle difficoltà da esaminare nel maggior numero di parti possibili e necessarie per meglio risolverla. 3. Condurre i miei pensieri ordinatamente, cominciando dagli oggetti più semplici e più facili a conoscersi per risalire a poco a poco, quasi per gradi, fino alle conoscenze più complesse; supponendo che vi sia un ordine anche tra gli oggetti tra cui non vige alcuna precedenza naturale. LOGICA DEDUTTIVA Estrapolata dalla matematica ma ciò non giustifica le regole. Difatti non potrebbe essere estesa a tutto il sapere. LA GIUSTIFICAZIONE viene trovata nell uomo come soggettività o ragione. Occorre pertanto ricavare una certezza iniziale, indubitabile. Il tutto possibile solo attraverso una critica del sapere già dato; è un dubbio metodico che portato all estremo diviene iperbolico, ponendo in discussione anche le stesse certezze matematiche

3 «Dal momento che ora desideravo occuparmi soltanto della ricerca della verità, pensai che dovevo fare proprio il contrario e rigettare come assolutamente falso tutto ciò in cui potevo immaginare il minimo dubbio, e questo per vedere se non sarebbe rimasto, dopo, qualcosa tra le mie convinzioni che fosse interamente indubitabile.» E necessario dubitare in quanto: i sensi talvolta ingannano; si può pensare che l uomo sia stato creato da un essere maligno che voglia ingannarlo.

4 «Io posso ammettere di ingannarmi o di essere ingannato in tutti i modi. Posso supporre che non vi è Dio, né il cielo, né i corpi e che io stesso non ho corpo. Ma per ingannarmi o per essere ingannato, per dubitare e per ammettere che tutto è falso, bisogna necessariamente che io che penso sia qualcosa e non nulla. La proposizione io penso dunque sono è la sola assolutamente vera perché il dubbio la riconferma.»

5 In quanto sostanza pensante l uomo riconosce di avere nel suo spirito le idee: 1. Quelle che sembrano presenti in me da sempre ( innate ). 2. Quelle che mi sembrano estranee a me ( avventizie ). 3. Quelle formate o trovate da me stesso ( fattizzie ).

6 L uomo non è però sicuro che a quelle idee corrispondano realtà. Deve trovare un punto fermo: Dio. Dio è perfezione ma l idea di perfezione non può essere avventizia in quanto la percezione esterna non sembra perfetta e neanche fattizia, perché il Cogito è imperfetto e non può da sé produrre qualcosa di perfetto. Quindi la certezza plausibile è che qualcuno ( di perfetto/causa ) abbia inserito in me tale idea. Questo qualcuno è l Essere Supremo. LE TRE PROVE DI CARTESIO Prova che parte dall idea di Dio: l uomo è imperfetto, e quindi necessariamente la causa dell idea perfetta deve risiedere in un essere perfetto effettivamente esistente. Prova che parte dall imperfezione umana: se il soggetto fosse al contempo causa ed effetto di sé, ciò lo paragonerebbe a Dio, senza imperfezioni o mancanze. Ma così non è. Prova ontologica: non è possibile concepire Dio come essere sovranamente perfetto senza ammettere la sua esistenza, perché l esistenza è una delle sue perfezioni

7 IL DUALISMO CARTESIANO (Assodata l esistenza dei corpi esterni Cartesio ammette quindi una sostanza estesa ed una pensate) Res Cogitans ( anima ) Extensa ( corpo ) 1. Incorporea e inestesa Corporea e spaziale 2. Consapevole Inconsapevole 3. Libera Determinata Res

8 COME CARTESIO SPIEGA IL RAPPORTO TRA CORPO E PENSIERO «La ghiandola pineale è considerata l unica e sola parte del cervello che può unificare le sensazioni che vengono dagli organi di senso. Nell Uomo Cartesio la presenta collegata al cervello da alcune piccole arterie, da cui entrano gli spiriti animali, i quali poi fuoriescono e tramite i nervi vanno ai muscoli e alle altre membra per dirigerne il movimento. Nel trattato Le passioni dell anima, invece, essa non è più collegata al cervello da arterie: galleggia nella sostanza cerebrale, e reagisce al contatto con gli spiriti animali (che la muovono), riflettendoli verso i nervi. È tramite l agitazione di questa ghiandola che i movimenti del corpo si incontrano con l anima,

9 LO STUDIO DELLE PASSIONI Per Descartes le passioni non sono da condannare, in quanto anche le più negative (la paura che deriva dall odio) in certi casi servono a preservare la salute dell uomo. Ciò che va evitato è il loro cattivo uso. A tal proposito è necessario acquisire abitudini positive che ci portano a essere moderati nel nostro comportamento, in modo tale da educarci a non agire sotto l impulso di una forte emozione, ma a prendere tempo per chiarificarla alla luce della ragione, e chiedendoci sempre se ciò che stiamo facendo ci possa portare un bene o un male. In tal modo, l anima che in prima istanza patisce l influsso delle emozioni, può poi prenderne il controllo e indirizzarle con SAGGEZZA al miglioramento dell esistenza. Meraviglia: prestiamo attenzione ad oggetti rari ed eccezionali Amore: ci porta al congiungimento con oggetti che stimiamo di meno, di più o pari a noi Odio: desiderio di separarsi dagli oggetti nocivi all anima Desiderio: agitazione dell anima causata dal volere di cose convenienti Gioia: una gradevole emozione dell anima che consiste nel godimento del bene, presente o futuro Tristezza: un languore sgradevole che esprime tutto il disagio dell anima di

10 Nella visione cosmologica cartesiana tutto quello che esiste si è andato formando a partire da una materia omogenea primordiale, nella quale Dio ha impresso una quantità di movimento destinata a conservarsi inalterata nel tempo. Subito dopo la creazione materia e movimento hanno prodotto una serie di vortici, che col tempo hanno formato le stelle, i pianeti, la terra e tutto quello che su di essa esiste, compresa la vita. Intorno al Sole, girano i pianeti trasportati dai rispettivi vortici. L'universo appare come una gigantesca macchina, regolata in ogni dettaglio dalle leggi della meccanica. Secondo la filosofia meccanicista tutti i fenomeni della realtà, erano spiegabili in termini di materia e movimento. La materia era identificata con la pura estensione. Alla base del movimento stava invece il principio d'inerzia: lo stato naturale dei corpi non era più la quiete, ma il movimento rettilineo uniforme; solo LA FISICA