O1 CORSO ONLINE DI TRADUZIONE DAL TEDESCO IN ITALIANO Test Lezione 1 STORIA DELLA TRADUZIONE E DELLA SUA TEORIA

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1 O1 CORSO ONLINE DI TRADUZIONE DAL TEDESCO IN ITALIANO Test Lezione 1 STORIA DELLA TRADUZIONE E DELLA SUA TEORIA 1. Quali sono i due macro-periodi che si distinguono nella storia della traduttologia? 2. Quali studiosi elaborano il concetto di ospitalità linguistica e con quale significato? 3. Quali sono le due fasi del periodo pre-scientifico? 4. Quale scopo hanno le traduzioni in epoca romana? 5. Quale contrapposizione, che rimarrà una costante in tutta la storia della traduzione, viene teorizzata per la prima volta da Cicerone? 6. Quale orientamento condividono Cicerone e, più tardi, Orazio? 7. Quale ruolo ha svolto San Gerolamo nella storia della traduzione, tanto da essere eletto Santo Patrono dei traduttori? 8. Quale approccio prevale in epoca medievale? 9. Cosa si intende per approccio mimetico rispetto alla posizione di Leonardo Bruni nel suo De interpretatione recta? 10. Chi fonda la traduttologia francese, in che periodo e con quale teoria? 11. Lutero ricopre un ruolo fondamentale nella storia della traduzione così come nella storia della lingua tedesca. Perché? 12. In quale contesto si collocano le belle infedeli? 13. Dopo Lutero, in quale altro periodo storico la Germania torna ad essere il centro del dibattito sul tradurre? 14. Qual è la miglior traduzione secondo Goethe? 15. In quale modo Schleiermacher riprende il pensiero di Wilhelm von Humboldt? 16. Qual è il compito (Aufgabe) del traduttore e della traduzione secondo Schleiermacher? 17. Qual è il pensiero di Benedetto Croce rispetto alla traduzione della poesia? 18. Quando inizia il cosiddetto periodo scientifico? Perché è definito così e chi sono i maggiori esponenti? 19. Holmes, Lefevere e Berman sono tra i maggiori teorici della traduzione moderni. Quale approccio condividono? 20. Commenta i concetti di Frame e Scene. In che modo, a tuo avviso, lo scenario può influenzare la traduzione di un testo? 1. Quali sono i due macro-periodi che si distinguono nella storia della traduttologia? Nella storia della traduzione in Occidente si distinguono solitamente due periodi: il primo denominato prescientifico, il secondo scientifico. L epoca prescientifica ha più lunga durata rispetto alla seconda e comprende il periodo compreso tra l epoca classico-romana fino ai primi decenni del Novecento e più precisamente fino agli anni Quaranta del XX secolo. In questa fase, la traduzione ancora non può essere considerata una disciplina perché non si basa ancora su alcun campo di ricerca specifico con teorie ben strutturate, scientifiche. E sebbene si producano saggi di grande valore per lo sviluppo della teoria dell interpretazione e della traduzione, questi testi riproducono per lo più teorie prescrittive su cosa si deve fare o non si deve fare. Inoltre, queste teorie vengono inserite come introduzione oppure come epilogo ai testi veri e propri, o addirittura come parti aggiuntive delle opere tradotte.

2 Il periodo scientifico si identifica con la contemporaneità e si estende a partire dalla seconda metà del Novecento in poi. È in questa fase che gli studi sulla traduzione acquistano un impronta scientifica. Inoltre, questo periodo può essere suddiviso in diverse fasi in base al campo di indagine che i diversi studi che si sviluppano prendono in considerazione: brevemente partendo dalla lingua, si sposta l attenzione sul testo per arrivare alla cultura e all interazione tra le culture. 2. Quali studiosi elaborano il concetto di ospitalità linguistica e con quale significato? Nell ambito della discussione sulla pluralità e sulla diversità delle lingue si inseriscono le riflessioni sulla cosiddetta ospitalità linguistica, concetto elaborato da autori quali Antoine Berman e Paul Ricouer. Considerata la distruzione di Babele e con essa la fine dell utopia di una lingua comune, tradurre acquista un significato fondamentale di congiunzione tra lingue e culture diverse, un processo che allo stesso tempo sottolinea e problematizza seguendo il pensiero di Charles Peirce le differenze, talvolta inconciliabili, tra le lingue e le culture. La traduzione è raffronto dinamico tra due orizzonti, scambio di intenzioni: da un lato ci si colloca nell orizzonte di senso della lingua straniera, dall altro c è il piacere di accogliere la parola dell interlocutore, la parola straniera presso di sé, nell orizzonte di senso della nostra lingua. L estraneo (lingua, testo o essere umano) che si chiama nella propria casa di accoglienza non chiede di essere integrato, occorre accoglierlo nella sua estraneità e accettare la sua intrusione come una ricchezza. A fronte di questo carattere conflittuale, Ricouer rende drammatico il compito del traduttore. È, infatti, dalla constatazione dolorosa dell irriducibilità della coppia del proprio e dell estraneo e quindi dell impossibilità di una traduzione perfetta che proviene la gioia di tradurre, che in questo senso diviene pienamente un atto di interpretazione. Quindi per Ricouer ospitalità linguistica è portare l autore al lettore e il lettore all autore. Anche Umberto Eco e George Steiner sottolineano il carattere positivo della diversità linguistica e dell arricchimento tramite il contatto con l estraneo. 3. Quali sono le due fasi del periodo pre-scientifico? La prima fase corrisponde al periodo che va dall età di Cicerone all inizio del XIX secolo. La seconda va dall inizio del XIX secolo e dura fino agli anni Quaranta del Novecento. 4. Quale scopo hanno le traduzioni in epoca romana? Lo scopo principale delle traduzioni in epoca romana è quello di arricchire e raffinare la lingua latina attraverso l imitazione dei modelli greci. Le altre lingue e culture vengono viste come fonti di conoscenza e la traduzione diventa strumento di assimilazione di queste, tramite un elaborazione molto libera del testo originale. Dunque, le traduzioni sono opere nuove con un loro valore e tradurre è principalmente un esercizio pedagogico e retorico a dimostrazione delle capacità creative e innovative del traduttore. 5. Quale contrapposizione, che rimarrà una costante in tutta la storia della traduzione, viene teorizzata per la prima volta da Cicerone? Nell affermare di operare come oratore nel processo di traduzione degli autori greci, Demostene ed Eschine, Cicerone compie una distinzione fondamentale tra le figure di interprete e oratore, contrapposizione che delinea due metodi di lavoro principali nella

3 storia della traduzione: quella letterale, che procede parola per parola, e quella libera, che vuole rendere invece il senso del testo. 6. Quale orientamento condividono Cicerone e, più tardi, Orazio? Sia per Cicerone che per Orazio la traduzione non deve essere letterale, bensì deve rendere la forza comunicativa delle parole del testo. Ciò che conta è rendere il testo, non l equivalenza numerica delle parole: per citare Cicerone non enim enumerare, sed tamquam ad pendere. 7. Quale ruolo ha svolto San Gerolamo nella storia della traduzione, tanto da essere eletto Santo Patrono dei traduttori? Al di là di aver contribuito alla traduzione dell Antico Testamento dall ebraico e dal greco in latino (la Vulgata), e di aver revisionato le traduzioni già esistenti del Nuovo Testamento, San Gerolamo (IV secolo d.c.) è il primo autore nella storia della traduzione ad aver delineato delle regole che ogni buon traduttore dovrebbe considerare. Nel De optimo genere interpretandi, lettera a difesa del suo metodo di lavoro di fronte alle accuse di falsificare i testi, espone i quattro principi fondamentali della traduzione: - Comprendere perfettamente il testo di partenza; - Non tradurre parola per parola; - Mantenere i termini latini già accreditati; - Curare l eleganza della lingua. Per San Gerolamo è, dunque, importante restare fedeli al testo quanto più possibile, tuttavia, sostiene la necessità di mantenere una certa libertà, affinché si possa rendere il senso di quanto si traduce. 8. Quale approccio prevale in epoca medievale? In epoca medievale prevale l approccio improntato alla traduzione letterale. È un periodo in cui l attività del tradurre è molto intensa e si riferisce esclusivamente ai testi religiosi. La Chiesa ha un ruolo di forte controllo su quanto viene tradotto. Fondamentale in questo periodo è la traduzione parola per parola, laddove la parola diventa verbum dei, e quindi come tale non può essere modificata: la fedeltà al testo è necessaria, a costo di deformare spesso la lingua d arrivo. 9. Cosa si intende per approccio mimetico rispetto alla posizione di Leonardo Bruni nel suo De interpretatione recta? Nel suo trattato Bruni sostiene la necessità da parte del traduttore di conoscere la cultura e il gusto dell autore che si sta traducendo: si devono capire a fondo il suo stile nonché le sue capacità. Solo in questo modo si potranno riprodurre nel testo di arrivo gli stessi sentimenti dell autore, le stesse intenzioni del testo di partenza. Non bisogna dimenticare che il traduttore deve anche possedere un buon orecchio, ossia deve essere capace di seguire e restituire nel nuovo testo il ritmo di quello originale. Queste sono solo due delle cinque regole filologiche fondamentali. Per il resto, ricordiamo: - L importanza di conoscere la lingua di partenza; - Avere la padronanza totale della lingua d arrivo, per rendere le sfumature della lingua da cui si traduce senza lasciare nulla non tradotto; - Seguire il senso del testo originale, così come lo ha inteso l autore.

4 10. Chi fonda la traduttologia francese, in che periodo e con quale teoria? La traduttologia francese nasce nel corso del XVI secolo grazie al contributo di Etienne Dolet. Si tratta del periodo in cui si affermano le lingue nazionali e in cui compaiono trattati sul tradurre in molti paesi che risentono dell influenza di quelli italiani. Allo stesso modo, Dolet riprende nei suoi saggi le regole esposte da Bruni, con qualche modifica, e studia le traduzioni dal latino alle lingue volgari, piuttosto che dal greco al latino. Egli cerca di creare una teoria universale, che possa essere applicata a qualsiasi tipo di testo. E definisce così i compiti del traduttore: - Interpretare e semplificare il testo così da renderlo intellegibile al lettore; - Avere la perfetta conoscenza di entrambe le lingue di partenza e di arrivo; - Non tradurre parola per parola; - Utilizzare il linguaggio comune, evitando termini latini o latineggianti; - Far sì che non solo l anima ma anche l udito sia rapito dal testo (è chiaro il riferimento a Bruni). 11. Lutero ricopre un ruolo fondamentale nella storia della traduzione così come nella storia della lingua tedesca. Perché? L importanza dell operato di Lutero risiede nell aver reso accessibile un testo, quale la Bibbia, alla molteplicità delle persone comuni. La Bibbia era scritta in latino e veniva compresa solamente da pochi, i membri della Chiesa o le persone più istruite. Lo scopo principale del lavoro di traduzione di Lutero è, pertanto, quello di riprodurre il tedesco vivo, ossia la lingua parlata e comune a tutti. 12. In quale contesto si collocano le belle infedeli? Le belles infidèles sono un genere di traduzione che si diffonde in Francia nel XVII secolo, periodo in cui il paese è convinto di aver raggiunto il più alto livello di civiltà, seppure si ammirino le lingue e le culture classiche. In questo contesto, la traduzione non può che acquisire l aspetto di interpretazione. I traduttori diventano co-scrittori che reinventano il testo adattando quello originale, e così le sue forme espressive, al gusto della propria cultura e alla bellezza ed eleganza della lingua francese. La traduzione si concentra, in questo modo, tutta sulla cultura di arrivo. 13. Dopo Lutero, in quale altro periodo storico la Germania torna ad essere il centro del dibattito sul tradurre? Tra la fine del Settecento e l inizio dell Ottocento la Germania è un importante centro del dibattito sulla traduzione, di cui si studia non solo più l aspetto linguistico, ma anche quello filosofico. Dal 1750 si delineano due approcci: quello universalistico, che fonda la sua teoria sugli universali linguistici comuni a tutte le lingue, e quello relativistico, che sottolinea l irriducibilità della diversità delle lingue, fino a considerare il concetto ultimo dell intraducibilità. Personaggi di rilievo dell età romantica sulla scena tedesca sono Goethe, von Humboldt e Schleiermacher che condividono tutti la stessa visione della traduzione come incontro tra lingue e culture, in cui il lettore deve muoversi verso la lingua straniera.

5 14. Qual è la miglior traduzione secondo Goethe? La miglior traduzione è quella che prevede l identità assoluta tra il testo originale e il testo tradotto, perché questa è in grado di riprodurre le particolarità della metrica, della prosa e della poetica della lingua di partenza nella lingua di arrivo. Solo in questo modo è possibile gustare l opera in tutta la sua essenza e originalità. La traduzione non deve contrapporsi al testo di partenza, lo deve sostituire, collocandosi nel suo stesso luogo. 15. In quale modo Schleiermacher riprende il pensiero di Wilhelm von Humboldt? Schleiermacher condivide con von Humboldt la visione della traduzione come irraggiungibile, impossibile. Humboldt sostiene la reciproca dipendenza tra pensiero e parola. Pertanto, quando si traduce una parola, non si potrà mai trovare nella lingua straniera la sua perfetta corrispondenza (eccetto per le parole designanti oggetti fisici). Ciò avviene perché si passa da un area dotata di una determinata concezione del mondo ad un altra area caratterizzata diversamente. Schleiermacher aggiunge che il parlante opera continue trasposizioni addirittura nella stessa lingua, dovendo mediare tra le varietà dialettali della stessa lingua, le varietà dell uso sociale della lingua, ma anche riguardo alla diversità degli stati d animo. 16. Qual è il compito (Aufgabe) del traduttore e della traduzione secondo Schleiermacher? Il compito del traduttore è quello di riprodurre l essenza della lingua, interpretando lo spirito della lingua in cui lo scrittore originale si esprime, e allo stesso tempo trasmettere in un altra lingua l individualità espressiva dell autore straniero. Dato che Schleiermacher ritiene la traduzione di quanto descritto sopra impresa impossibile, non resta che seguire altre strade: quella della parafrasi e quella del rifacimento. La parafrasi consiste nel rendere il contento rinunciando alle particolarità della metrica, della poetica e della prosa. Il rifacimento (Nachbidung) mira all imitazione. Il traduttore, consapevole dell irriproducibilità dei significati singoli (intesi come proprietà) di un opera in un altra lingua, rielabora con mezzi propri della lingua in cui si traduce i contenuti del testo originale. Lo scopo è quello di riprodurre nel suo lettore lo stesso effetto che l originale produce sui propri lettori. 17. Qual è il pensiero di Benedetto Croce rispetto alla traduzione della poesia? Croce sostiene l intraducibilità delle forme espressive, dato che sostiene che ogni atto linguistico è senza precedenti. Ciò significa che le traduzioni sono testi nuovi che si avvicinano all originale, ma possiedono una propria autonomia e un proprio valore e l atto del tradurre comporta una deformazione del testo originale. In questo contesto, i testi tradotti delle opere poetiche diventano strumenti di comprensione dell opera originale, e sono allo stesso tempo esse stesse opere d arte perché creazione di una nuova espressione. 18. Quando inizia il cosiddetto periodo scientifico? Perché è definito così e chi sono i maggiori esponenti? Il periodo scientifico ha inizio negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento quando di parla di scienza della traduzione. È questo il periodo della comparsa dei computer e dei traduttori automatici. Si diffondono modelli matematici e fondamenti scientifici a partire dalla teoria dell universalità linguistica di Chomsky, che considera la presenza di strutturebase comuni in tutte le lingue. Il campo di indagine non può che restringersi a unità limitate,

6 come la parola e la frase di testi unicamente scientifici. Con i traduttori automatici è impossibile rendere un testo letterario. I suoi maggiori esponenti sono Kade, Koller, Wilss della scuola tedesca della Übersetzungswissenschaft; tra gli studiosi americani ci sono Chomsky, e Nida e tra quelli francesi Mounin. Questo approccio, molto pratico, rivela subito i suoi limiti visto che non considera fattori fondamentali nel processo di traduzione, ossia gli aspetti extralinguistici ed extratestuali. 19. Holmes, Lefevere e Berman sono tra i maggiori teorici della traduzione moderni. Quale approccio condividono? Questi studiosi condividono tutti un approccio teorico-descrittivo, che focalizza l attenzione non più sulla singola parola, bensì sul testo letterario. La traduzione è un processo che vede il passaggio di un testo da una lingua ad un altra. 20. Commenta i concetti di Frame e Scene. In che modo, a tuo avviso, lo scenario può influenzare la traduzione di un testo? I due concetti sono espressi nelle teorie di André Lefevre. Con frame, si intende struttura, ossia le forme espressive, linguistiche del testo. Scene rappresenta lo scenario, il contesto socio-culturale in cui si inserisce la propria esperienza personale, si tratta delle ideologie e dei fattori esterni. In questo modo, l atto di tradurre è profondamente condizionato da fattori ideologici, politici del proprio tempo e il traduttore svolge un ruolo di mediazione, in quanto riscrive il messaggio dell autore, quasi lo manipola, per adattarlo all ideologia o alle concezioni poetiche del proprio tempo. Un esempio di vera e propria manipolazione testuale è fornita dalla traduzione del testo del Diario di Anna Frank ad opera di Annelise Schütz che tenta di sminuire l operato dei nazisti, descrivendo certi episodi presenti nel libro, smorzando i toni e le espressioni oppure omettendo certi dettagli, se non addirittura cambiando nomi.

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