Pensare il cinema Prof.ssa Manuela Gieri a.a Storia del cinema
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- Silvano Lupo
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1 Pensare il cinema Prof.ssa Manuela Gieri a.a Storia del cinema Premessa Il linguaggio cinematografico, e più in generale l audiovisivo, è un linguaggio su cui tutti noi abbiamo raffinate competenze, ma di cui ignoriamo quasi del tutto il lessico, la grammatica e la sintassi. È come una seconda lingua che abbiamo imparato da piccoli e da una bambinaia molto particolare: la tv! Basta un solo fotogramma per riconoscere un film. Perché? 1. Abbiamo riconosciuto a colpo d occhio il genere e l epoca dei film in questione perché siamo guidati da convenzioni tematiche, stilistiche, iconografiche, sociali, e così via che padroneggiamo in virtù di una lunga consuetudine e di un processo di apprendimento, ma che non sapremmo esplicitare e formalizzare con altrettanta sicurezza. 2. Queste convenzioni sono il frutto di una storia pluridecennale e portano i segni di una complessa stratificazione. 3. Un solo fotogramma è bastato a innescare una serie di inferenze e di aspettative sull intero film (secondo il principio della pars pro toto) generate dalla nostra competenza di spettatori. Da questo primo mattone del linguaggio cinematografico - l inquadratura dobbiamo partire per ripercorrere passo dopo passo la costruzione dell intero edificio. Guardare un film Mentre guardiamo un film, è necessario: prendere appunti; annotare ogni dettaglio che ci colpisce, in positivo o in negativo.! costumi, trucco, scenografia o colonna sonora, e così via; riflettere su come questi dettagli si integrano col resto del film; prendere nota degli schemi e delle ricorrenze, man mano che il film si sviluppa; considerare elementi rilevanti, quali regia, attori, genere e stile, movimenti di macchina, messa in scena, e così via. Durante e dopo la visione, interrogarsi sui seguenti aspetti: * Regia! a. Valutare come il regista ha deciso di rappresentare gli avvenimenti della storia. b. Valutare se il film è lento o veloce. c. Valutare se il film include o esclude elementi ritenuti necessari. d. Se si sono visti altri film dello stesso regista, può essere opportuno compararli. * Fotografia! Quali tecniche sono state usate nel film? * Scenografia! Quali elementi della scenografia e dell'ambientazione contribuiscono a creare una determinata atmosfera.
2 * Montaggio! a. Valutare se funziona in continuità o discontinuità, b. Valutare in che modo contribuisce allo sviluppo della storia. c. Valutare il rapporto tra immagini e sonoro. Che cos è l analisi filmica? L analisi filmica è l insieme delle operazioni consistenti nella scomposizione e nella successiva ricomposizione di un film, al fine di migliorarne l intellegibilità. Per procedere a una corretta analisi del film è necessario tenere la giusta distanza, e cioè quella che consente l investigazione critica, ma non esclude l analisi appassionata del film. Sull analisi del film gravano inesorabilmente due fattori: - la comprensione preliminare - l ipotesi esplorativa. Nell affrontare il suo oggetto, e cioè l opera filmica, l analisi deve: * RICONOSCERE individuare quanto appare sullo schermo * COMPRENDERE riportare quanto si è riconosciuto a un insieme di senso e di significazione più ampio * DESCRIVERE ripercorrere una serie di elementi con accuratezza * INTERPRETARE dispiegare il senso del testo Per completare il processo analitico è necessario compiere altri 3 passaggi: * DELIMITAZIONE DEL CAMPO DI ANALISI * SCELTA DEL METODO * DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI RILEVANTI Quale narrazione? La narrazione cinematografica classica può essere riassunta nella definizione di Cinema Diegetico: L universo spazio-temporale del racconto [ ] presenta un ordine temporale di successione degli avvenimenti (Genette 1972, p.209) La diegesi si definisce, dunque, nella cooperazione, all'interno delle convenzioni del racconto, tra il testo filmico, con i suoi contenuti palesi e impliciti, e il suo destinatario, sia esso un comune spettatore o un critico. Il cinema classico è caratterizzato dalla pertinenza e dalla coerenza di tutti gli elementi che concorrono a definire e sorreggere la narrazione filmica e il mondo visivo messo in atto dall'opera. Scrivere il film SOGGETTO (story)! Il nucleo narrativo, la storia, da cui si sviluppa la sceneggiatura.! Il soggetto è la fase in cui si fissa l'intreccio. Consiste in un breve racconto (10-15 pagine) che contiene: la trama i personaggi
3 gli ambienti nei quali si svolge l'azione. SCENEGGIATURA (screenplay)! La costruzione della struttura drammaturgica che precede le riprese.! Contiene: gli elementi visivi i suoni le azioni dei personaggi i dialoghi STORYBOARD! E una striscia di disegni che propongono l'azione con precisione, scandendola in INQUADRATURE. Che cos è il film? RACCONTO AUDIOVISIVO FATTO DI SEQUENZE! SCENE E INQUADRATURE IL FILM è una successione di porzioni di spazio nel tempo.! In altre parole, è una sequenza di inquadrature montate fra loro. SEQUENZA: unità narrativa dotata di autonomia.! A sua volta la sequenza può essere suddivisa in unità di rango inferiore: a) SCENE b) INQUADRATURE SCENA! Parte della sequenza caratterizzata da unità spazio-temporale.! La durata della proiezione corrisponde alla durata dell azione. INQUADRATURA! Unità di montaggio, tratto di pellicola che registra e presenta un'azione senza visibile discontinuità di tempo e di spazio.! Unità tecnico-diegetica che comprende la posizione della macchina da presa, l obiettivo, l angolo di ripresa, l organizzazione dello spazio all interno del campo.! Le inquadrature si classificano in Campi e Piani, in base all'importanza che viene data all'ambiente e alla figura umana. IL CAMPO DI UN INQUADRATURA è l ampiezza di ciò che viene ripreso, il bordo esterno di ciò che viene mostrato sullo schermo.! Dipende sostanzialmente dalla distanza tra la macchina da presa e il soggetto inquadrato, come anche dall angolazione della ripresa e l obiettivo scelto per effettuarla.! Più vicino è il soggetto più grande esso risulterà sullo schermo, e più l angolazione è parallela alla linea immaginaria che unisce macchina da presa e soggetto, più quest ultimo sarà inquadrato nella sua interezza. Le definizioni che vengono usate abitualmente per distinguere i vari campi derivano dal rapporto che si viene a creare all interno dell inquadratura tra il soggetto e l ambiente che lo circonda, tant è che mentre i CAMPI propriamente detti sono quelli in cui l ambiente è prevalente, quelli in cui è la figura del soggetto a essere preponderante sono chiamati PIANI. Campi e piani Campo lunghissimo Il paesaggio è inquadrato il più possibile, in modo da essere nettamente predominante rispetto al soggetto, che può anche essere totalmente assente. Campo lungo Il paesaggio è predominante rispetto al soggetto, ma questo è ancora ben riconoscibile nonostante la distanza che lo divide dalla macchina da presa. Campo totale Un inquadratura che mostra l ambiente nella sua interezza, compresi ovviamente tutti i soggetti che vi sono all interno.
4 Campo medio Il soggetto è ripreso in modo da essere incorniciato dall ambiente che lo circonda, dando così una visione d insieme della situazione in cui si trova ma lasciando che sia l azione il punto centrale dell inquadratura.! In sede di montaggio viene spesso usato come raccordo tra i campi più larghi e i piani più stretti. Figura intera La figura umana è ripresa interamente, in modo da coincidere approssimativamente con i bordi dell inquadratura, e ne è l elemento più importante. Può essere sia verticale, quando il soggetto è in piedi, sia orizzontale, quand è sdraiato. Piano americano La figura umana è inquadrata fino alle ginocchia o quasi. Il nome deriva dall ampia diffusione di questo tipo di inquadratura nei western classici, dato che permette di mostrare i gesti dei pistoleri che estraggono rapidamente l arma (non a caso negli Stati Uniti è detto proprio cowboy shot). Piano medio (anche detto mezza figura) La figura umana è inquadrata soltanto a mezzo busto, dalla cintola o dal petto in su (in quest ultimo caso si può parlare anche di mezzo primo piano). Primo piano Inquadratura ravvicinata che mostra solamente il volto e le spalle del personaggio. Primissimo piano È inquadrato solo ed esclusivamente il volto del personaggio, a volte tagliando la parte alta della testa e persino il mento. Dettaglio Viene mostrato un oggetto, o un particolare di un oggetto. Particolare Parte del volto o del corpo, ripresa molto da vicino oppure una sua particolare azione (ad esempio una mano che afferra qualcosa) o sue parti in movimento (ad esempio il dettaglio dei piedi nella corsa). Chi vede ciò che si vede? Ciò che vede la macchina da presa corrisponde a ciò che vede un personaggio? Se no... l inquadratura viene definita oggettiva. Se sì... l inquadratura viene definita soggettiva. La via di mezzo tra inquadratura soggettiva e oggettiva è definita semisoggettiva o pseudosoggettiva! La macchina da presa è posizionata alle spalle del personaggio, di solito leggermente di lato ( di quinta ) e ne riprende, appunto, le spalle e la nuca. A volte si utilizza una falsa soggettiva! Un inquadratura in cui il punto di vista della macchina da presa è molto vicino a quello di un personaggio, ma non ne è esattamente coincidente! Un inquadratura in cui si ha l impressione di assistere a una soggettiva, ma solo a prima vista, perché improvvisamente qualcosa rende evidente che l inquadratura è in realtà oggettiva. Nel cinema moderno questo effetto lo si ottiene solitamente usando la Steadycam per qualche secondo e concludendo l inquadratura facendo entrare in campo il personaggio. E anche possibile ottenere questo stesso effetto grazie solo al montaggio, attraverso la semplice giustapposizione di immagini, facendo sì che un inquadratura faccia pensare che quella seguente sia una soggettiva. È il modo in cui Stanley Kubrick ha costruito alcune sequenze di Shining. E che dire della prospettiva? Cosa definisce l inquadratura? Non solo la distanza della macchina da presa dal soggetto, ma anche la sua posizione.! A seconda che il soggetto sia inquadrato di fronte, di profilo, di schiena, dall alto o dal basso, l inquadratura assume un effetto e un significato diverso.! La prospettiva è fondamentale per creare un effetto o dare un significato all inquadratura, ma non può, però, farlo da sola.
5 Le inquadrature cinematografiche non sono statiche come può sembrare leggendone semplicemente la descrizione.! Hanno anche una durata temporale, sono anche connotate dagli stacchi di montaggio con cui si aprono e chiudono, e quindi possono anche avere una loro evoluzione interna.! Se all interno di un inquadratura un personaggio si sposta, il suo movimento fa cambiare il campo in cui è ripreso.! Se si muovono invece luci e ombre cambiano effetto e significato. Se infine si sposta la macchina da presa, è questo movimento che definisce l inquadratura, ancor più di ciò che viene ripreso. Ma i movimenti di macchina sono un capitolo a parte Il piano sequenza Non è un inquadratura fissa, ma non è nemmeno un inquadratura mobile.! Può essere entrambe le cose e spesso lo è.! È un inquadratura particolarmente lunga, senza stacchi né interruzioni che riprende, nella sua interezza, una scena (ossia un momento del film caratterizzato da unità di tempo e di luogo) o una sequenza (cioè un momento narrativo unitario anche se diviso in più scene). Il nome indica proprio il fatto che un singolo piano/inquadratura compone un intera sequenza/scena del film.! Quindi, per definizione, se la scena o la sequenza non è conclusa in quella singola inquadratura, allora l inquadratura stessa non può essere definita un piano sequenza. Un piano sequenza è tale solo se parte con l inizio della scena o della sequenza e dura fino alla sua conclusione.! Antitesi del montaggio. Eppur si muove! Se un film è una lunga serie di inquadrature slegate tra loro e connesse attraverso il montaggio, non sono comunque solamente il montaggio e i movimenti degli attori a creare il ritmo del film.! Le singole inquadrature non sono sempre statiche, la macchina da presa non è sempre immobile.! I movimenti di macchina servono a creare effetto drammatico, ma anche a dare spessore all ambiente ripreso. Panoramica! Consiste nella rotazione della macchina da presa sul suo asse verticalmente, orizzontalmente e, più raramente, in senso obliquo.! Usata per dare una visione totale dell ambiente ripreso, o per creare qualche secondo di tensione prima di mostrare un particolare che entra in campo solo alla conclusione del movimento.! Usata spesso anche come soggettiva. Carrellata! Movimento effettuato montando la macchina da presa su un sostegno a ruote (chiamato appunto carrello ), spesso posto su delle rotaie che ne permettono un movimento fluido anche su terreni sconnessi. Zoom! Non vero movimento di macchina! Processo ottico che produce quasi lo stesso effetto di una carrellata in avanti o indietro.! Ingrandimento o rimpicciolimento dell immagine ottenuto modificando la lunghezza dell obiettivo. Effetto Vertigo o dolly zoom! Unione di due diversi movimenti di macchina, e cioè carrellata in uns enso e zoomata in senso inverso.! Se le due cose sono ben coordinate, il modo in cui il soggetto è ripreso rimane pressoché invariato, mentre cambia totalmente l effetto dell ambiente che lo circonda. Come si distingue tra uno zoom e una carrellata? Poichè lo zoom è ottenuto dal cambio nella lunghezza focale dell obiettivo, con uno zoom in avanti, ad esempio, si trasforma un grandangolo in un teleobiettivo e, quindi, lo sfondo va progressivamente fuori fuoco e sembra divenire più grande rispetto all oggetto in primo piano.! Nella carrellata a
6 cambiare sono le posizioni di tutti i soggetti relativamente all obiettivo, e quindi al centro dell inquadratura. Dolly! gru fissata su un carrello mobile. Due tipi di gru! braccio meccanico con o senza operatore. Steadycam! Inventata nella prima metà degli anni 70, la Steadycam consiste in un imbragatura munita di ammortizzatori, giroscopi e contrappesi che permette all operatore di camminare eliminando quasi totalmente i sobbalzi e di spostare la macchina da presa con movimenti fluidi e continui.
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