1 VANTAGGI AMBIENTALI E TECNOLOGICI APPORTATI DAL SISTEMA A SECCO. Turchi s.r.l. abbattimento

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1 Spruzzi per la verniciatura delle pelli con sistema di depurazione a secco dell overspray mediante filtri di nuova generazione 1 VANTAGGI AMBIENTALI E TECNOLOGICI APPORTATI DAL SISTEMA A SECCO L esperienza di tre anni svolta nel settore conciario ha permesso di poter effettuare un confronto tra il sistema di abbattimento ad acqua attualmente esistente ed un sistema di abbattimento a secco utilizzante filtri di nuova generazione denominati raccoglivernice. Questi filtri sono composti da strati sovrapposti di carta ignifuga (classe F1-DIN 53438) stirata a maglie di apertura decrescente e sfruttano al massimo livello il principio di separazione inerziale per mezzo di deflettori. Questi diversi strati deflettori sono disposti in modo da garantire il massimo contatto con le particelle trasportate dall aria di espulsione e la loro caratteristica densità progressiva permette che si verifichi un deposito uniforme di particelle attraverso ogni strato del setto filtrante ottenendo così un elevata capacità di accumulo. I risultati emersi dal progetto di ricerca svolto presso una conceria del comprensorio del cuoio con la collaborazione della Laboratori ARCHA di Ospedaletto (Pi) sono stati pubblicati sulla rivista ufficiale della Stazione Sperimentale delle Pelli (Cuoio Pelli e Materie Concianti N.5 Settembre Ottobre 2003); in particolare possiamo evidenziare come il sistema di abbattimento a secco dell overspray abbia comportato una netta riduzione della concentrazione di particolato ai camini di espulsione dello spruzzo preso in esame (Tabella 1). Tabella 1: Valori di particolato osservati ai camini e nell ambiente di lavoro per tre tipologie di miscele rappresentative del processo di rifinizione analizzate con i due sistemi di abbattimento Particolato totale Particolato in Sistema di Miscele Caratteristiche ai camini ambiente di lavoro abbattimento (mg/nmc) (mg/nmc) M2 M4 M5 Nitrocellulosa in soluzione acquosa Poliacrilati, poliuretani, cere, caseine, penetranti e pigmenti in soluzione acquosa Poliacrilati, poliuretani, poliammidi, cere, caseine, alcool e aniline (10%) in soluzione Ad acqua 7,55 0,2 A secco 0,58 0,4 Ad acqua 5,18 4,1 A secco 0,64 0,3 Ad acqua 11,91 0,6 acquosa A secco 3,43 0,1 Le misure della concentrazione di particolato ai camini sono state eseguite secondo la normativa UNICHIM n 402 In rosso sono segnalati i valori di particolato totali ai camini che superano il valore di soglia stabilito dall autorizzazione provinciale (5 mg/nmc). 1

2 Inoltre sulla base dell esperienza accumulata in questi anni in altri settori della verniciatura industriale, possiamo affermare che la depurazione a secco mediante l utilizzo dei filtri raccoglivernice ha evidenziato molteplici vantaggi, di seguito elencati: Miglioramento del flusso nella zona di verniciatura Nelle cabine ad acqua l aria è aspirata attraverso la fessura tra la lamiera lungo la quale si forma il velo e la superficie libera dell acqua; ciò provoca un flusso di aria perturbato con altissime velocità nella parte bassa (anche 5 m/sec) e formazione di vortici nella parte alta. Nelle cabine a secco l aria viene aspirata da tutta la parete filtrante: perciò il flusso di aria è uniforme, scompaiano i difetti causati dalle turbolenze e dagli spruzzi di acqua, migliorando così le condizioni ambientali per gli operatori. Controllo più efficace del sistema di depurazione: In ogni istante è possibile sapere con precisione, tramite un manometro che misura le perdite di carico dei filtri, l efficienza istantanea del sistema e il grado di intasamento del filtro, permettendo così di programmare la manutenzione per garantire sempre le condizioni migliori per gli operatori. Sicurezza di essere sempre entro i limiti di legge nelle emissioni di particolato Nelle cabine ad acqua il particolato è abbattuto dalla prima cascata sotto il velo e dalla pioggia nel retrovelo. Se il tempo di permanenza aria/acqua fosse elevato (almeno di 1 secondo), la portata d acqua adeguata e la turbolenza dell aria apprezzabile si potrebbero raggiungere efficienze di separazione anche superiori al 99%; ciò richiederebbe altissime potenze installate e forti costi per la manutenzione, infatti l intasamento degli ugelli riducendo la portata di acqua provoca una diminuizione dell efficienza. Per ragioni prevalentemente economiche nelle cabine ad acqua i tempi di permanenza aria/acqua sono di 0,1-0,2 secondi, le potenze delle pompe di 0,3-0,5 Hp e i ventilatori sono elicoidali a bassa pressione, quindi l efficienza di abbattimento non risulta essere sufficiente per garantire il rispetto dei limiti alle emissioni di particolato previsti dalla legislazione (attualmente il limite nazionale alle emissioni, secondo il DM 12 Luglio 90, è di 3 mg/nmc). Ciò ha imposto di installare dei filtri a secco nei cassetti in un punto in cui le velocità dell aria sono molto elevate (1,5-2,5 m/sec) con conseguenti alte perdite di carico e quindi breve durata. Nelle cabine a secco, la tipologia di filtro più opportuna viene scelta appositamente, in funzione dei parametri di verniciatura, in modo da garantire il rispetto del limite alle emissioni. Inoltre, l efficienza di un filtro a secco aumenta all aumentare dell intasamento. Migliore intercettazione delle particelle fini L utilizzo di un postfiltro nell abbattitore ad elevata efficienza permette di ridurre notevolmente l emissione di particelle fini in atmosfera con una riduzione evidente del PM10 misurato nei pressi del camino in esame. Flessibilità nella scelta della tipologia di filtro Esiste un ampia gamma di filtri raccoglivernice aventi efficienze, resistenza al passaggio dell aria, capacità di accumulo e durata diverse, quindi risulta possibile scegliere il filtro più opportuno per ogni realtà aziendale, sulla base delle specifiche del processo di verniciatura, delle esigenze del verniciatore e dei limiti alle emissioni previsti dalla legislazione nel territorio. 2

3 Pulizia della cabina notevolmente semplificata Notoriamente i tempi per la pulizia della cabina con sistema di depurazione ad acqua sono considerevoli, ma soprattutto è notevole il sacrificio degli operai che compiono tale operazione; un sistema di depurazione a secco prevede una manutenzione estremamente semplificata, visto che la maggior parte del rifiuto solido rimane sul filtro esausto che viene asportato con facilità. Possibilità di regolare la portata dell aria di aspirazione Tramite un sistema potenziometro - inverter che, mantenendo costante la velocità di aspirazione dell aria in cabina varia nel tempo il numero di giri del ventilatore; cosicché, a seconda delle perdite di carico istantanee dei filtri, varia la pressione del ventilatore mantenendo la portata di aspirazione costante, con il risultato di ottenere evidenti risparmi energetici, ed una gestione del sistema filtrante ottimale, garantendone così un elevata vita operativa. Diminuizione della rumorosità del sistema La caduta dell acqua e la turbolenza del sistema contribuiscano ad aumentare il livello di pressione sonora nella zona di verniciatura. Negli impianti a secco, dove sono state effettuate delle misurazioni comparative, si sono riscontrati fino a 3 decibel in meno che equivale ad un dimezzamento della pressione sonora. Diminuizione del capitale immobilizzato Data la complessità del sistema, una cabina ad acqua ha costi di acquisto abbastanza elevati, soprattutto perché, per ovvie ragioni di durata, deve essere costruita in acciaio inossidabile per poter resistere all azione corrosiva dei prodotti presenti nell acqua di depurazione. Una cabina a secco, a parità di dimensioni, ha un prezzo notevolmente inferiore, proprio perché non necessita di essere costruita in acciaio inossidabile e non sono necessari accessori come pompe, Venturi, chicanes, griglie rompigoccia, corpi di riempimento, anelli rashig, ugelli. Diminuizione della richiesta idrica Tenendo presente che, soltanto nel comprensorio del cuoio ci sono più di 1000 cabine di verniciatura, le quali consumano mediamente, per ogni settimana lavorativa, almeno 5 m 3 di acqua di depurazione, il sistema a secco potrebbe allentare notevolmente la pressione per quanto concerne la richiesta idrica. Possibilità di termovalorizzare il rifiuto Visto il suo alto potere calorifico (più di 6000 cal/g), il rifiuto, rappresentato dal filtro saturo di morchia di verniciatura, potrebbe essere smaltito con un processo di termovalorizzazione, al fine di un possibile recupero energetico. Evitare incrostazioni ed ingorghi Le particelle di vernice disperse in acqua, per il loro elevato potere collante, tendono a provocare ingorghi ed incrostazioni nelle pompe, negli ugelli e nelle tubazioni, che nel tempo causano costi manutentivi considerevoli ed interruzione degli impianti. 3

4 Assenza di additivi chimici Non è più necessario l utilizzo di additivi chimici (ph regolatore, coagulante, flocculante, antischiuma, battericida ). 2 APPLICABILITÀ DEL SISTEMA DI DEPURAZIONE A SECCO PER GLI SPRUZZI UTILIZZATI PER LA VERNICIATURA DELLE PELLI I risultati incoraggianti emersi dalla sperimentazione svolta, hanno stimolato un ulteriore verifica dell applicabilità di tale sistema di abbattimento in uno spruzzo classico utilizzato per la rifinizione delle pelli, valutandone essenzialmente i costi gestionali nel tempo. Una seconda esperienza di tre mesi svolta presso un altra conceria del comprensorio ha evidenziato che la modifica da acqua a secco degli spruzzi già esistenti, porta nel tempo a problematiche di manutenzione; infatti i frequenti lavaggi effettuati con le pistole accorciano notevolmente la vita operativa del filtro costringendo la conceria a cambi troppo frequenti. Non resta quindi che progettare degli spruzzi con sistema di abbattimento a secco che possano sfruttare al meglio le caratteristiche dei filtri raccoglivernice, permettendo così una gestione economica oculata e garantendo il rispetto dei limiti alle emissioni di particolato in atmosfera. 2.1 Struttura di uno spruzzo con sistema di abbattimento a secco Struttura di dimensioni variabili 1,2 m-1,5 m di larghezza (4 pistole di spruzzatura) in acciaio o lamiera zincata, infatti non è necessario in questo caso che sia costruita in acciaio inossidabile per poter resistere all azione corrosiva dei prodotti presenti nell acqua di depurazione e deve garantire che il flusso dell aria sia il più uniforme possibile. Il prefiltro deve essere supportato su telai estraibili per facile manutenzione, distante almeno 60 cm dalle pistole di spruzzatura. La cabina deve essere dotata di una vaschetta per il recupero del prodotto verniciante, posizionata tra i fili trasportatori e i telai di supporto filtri a distanza tale da impedire che le pelli si sporchino per rimbalzo della vernice (15-20 cm), che possa inoltre salvaguardare i prefiltri durante il lavaggio del circuito delle pistole necessario per il cambio della miscela di rifinizione spruzzata. L abbattitore deve essere a bocca d ingresso larga (per ridurre al minimo le perdite di carico) con il postfiltro supportato su cilindri filtranti (Figura 1) o su telai disposti a zig zag (Figura 2), per avere così la massima superficie filtrante possibile. Il ventilatore deve garantire una portata di aspirazione sufficiente affinchè la velocità dell aria sul prefiltro e sul postfiltro sia compresa tra 0,5 e 1 m/s. Esiste inoltre la possibilità di regolare la portata di aspirazione del ventilatore basandosi sul grado di intasamento del filtro; infatti man mano che il filtro si intasa aumenta la perdita di carico (misurabile tramite un metromanostato) ed è possibile variare i giri del motore tramite un sistema potenziometro- inverter in modo tale che la velocità sul filtro rimanga la più costante possibile, con conseguente risparmio energetico e ottimizzazione della vita operativa del filtro. 4

5 Figura 1: Spruzzo a secco con prefiltro in cabina e postfiltro supportato su cilindri Figura 2: Spruzzo a secco con prefiltro in cabina e postfiltro in apposite ceste nell abbattitore 5

6 Uno spruzzo così fatto consente di risparmiare intorno ai 1500 euro sul costo di acquisto iniziale rispetto all analogo con sistema di abbattimento ad umido. I soldi risparmiati, potrebbero essere eventualmente investiti per l acquisizione di pistole a bassa pressione HVLP che riducendo sensibilmente la percentuale di overspray prodotto (dipende dalla pressione di spruzzatura delle pistole) consentirebbero di ottenere risparmi considerevoli sul consumo della vernice. 2.2 Valutazione parametri tecnici di un processo di verniciatura Poiché, l emissione di particolato ai camini delle cabine di verniciatura, dipende in maniera estremamente sensibile dalla tipologia di prodotto verniciante utilizzato, la conoscenza delle caratteristiche chimico fisiche, della vasta gamma di prodotti utilizzati per la verniciatura industriale, risulta essere un requisito di assoluta importanza, per poter calcolare l efficienza necessaria del sistema di depurazione. Inoltre, risulta necessario poter conoscere, caso per caso, tutti i parametri impiantistici della cabina e le variabili di processo adottate per l applicazione del prodotto verniciante. Perciò, al fine di garantire il rispetto dei limiti alle emissioni stabiliti dal decreto ministeriale DM 12/07/1990 n 176 dal titolo linee guida per il contenimento emissioni, è stato necessario adottare una procedura, applicabile per ogni tipologia di prodotto verniciante spruzzato, che consenta il calcolo dell efficienza di separazione dell overspray minima richiesta (ALLEGATO 1). 2.3 Calcolo del costo di esercizio Per poter confrontare i costi gestionali del sistema di abbattimento ad umido con quelli del sistema a secco è stata redatta una scheda di calcolo dove sono riportati tutti i parametri coinvolti nel processo di verniciatura delle pelli e le voci di costo relative (ALLEGATO 2). Sono state considerate tre ipotesi variando i parametri caratteristici del processo, al fine di effettuare un calcolo economico previsionale delle spese gestionali il più possibile rappresentativo: PRIMA IPOTESI: Cabina di dimensioni 1,3 x 4 m Quantità di PV spruzzato giornaliero 80 kg Residuo secco nel PV 20% Portata aria mc/h Portata della pistola 0,2 l/min Superficie filtrante nell abbattitore 4 mq SECONDA IPOTESI: Cabina di dimensioni 1,5 x 4 m Quantità di PV spruzzato giornaliero 96 kg Residuo secco nel PV 25% Portata aria mc/h Portata della pistola 0,3 l/min 6

7 Superficie filtrante nell abbattitore 5 mq TERZA IPOTESI: Cabina di dimensioni 2,2 x 4 m Quantità di PV spruzzato giornaliero 160 kg Residuo secco nel PV 30% Portata aria mc/h Portata della pistola 0,4 l/min Superficie filtrante nell abbattitore 6 mq Per ogni ipotesi sopra citata la percentuale media di diluente presente nei PV utilizzati è stata considerata pari al 70%, il valore del peso specifico medio delle miscele di rifinizione è stato assunto pari a 1 kg/dmc, mentre è stata valutata trascurabile la percentuale di residuo secco del catalizzatore presente nelle miscele utilizzate in rifinizione. L efficienza di trasferimento, ovverosia il valore empirico dipendente dalle caratteristiche intrinseche della cabina di verniciatura, in particolare delle pistole utilizzate, che esprime la percentuale di residuo secco della vernice che rimane realmente applicato al campione da verniciare è stata supposta pari al 50% (sulla base delle considerazioni emerse durante il progetto di ricerca svolto). I costi relativi alla depurazione dell acqua, allo smaltimento ed al trasporto del rifiuto filtro + morchia di verniciatura sono stati suggeriti da un azienda operante nel comprensorio del cuoio. I dati relativi al consumo energetico della pompa, consumo di flocculanti, la manutenzione straordinaria (ventilatore, pompe, ugelli) e il tempo necessario per la pulizia della cabina, abbattitore, anelli rashig, griglie rompigoccia sono stati valutati sulla base dell esperienza triennale svolta in due concerie del comprensorio del cuoio. Per quanto concerne i fanghi prodotti nella cabina di verniciatura con sistema di depurazione ad acqua si suppone che il 50% circa siano asportati dall acqua di depurazione (un cambio settimanale corrispondente ad un consumo di acqua pari a 2 mc alla settimana), mentre il restante rimanga come residuo secco in cabina, nell abbattitore e nelle condotte e debba essere asportato al momento della pulizia. 3 DIFFERENZE NEL MODO DI CONDURRE L IMPIANTO A SECCO RISPETTO AL TRADIZIONALE AD ACQUA Sostanzialmente le differenze gestionali di un impianto a secco riguardano la gestione dei rifiuti solidi, e l utilizzo di sistemi filtranti autoestinguenti. 3.1 Smaltimento rifiuti solidi Una differenza sostanziale rispetto al sistema ad acqua è dovuta alla gestione di una quantità di rifiuti complessivamente molto inferiore, ma con un aumento dei solidi; tutto questo potrà essere facilmente superato individuando un area dove tali rifiuti potranno essere stoccati prima di essere inviati in discarica. 7

8 L importanza che assume la gestione e lo smaltimento del rifiuto costituito dal filtro più la morchia di verniciatura è fondamentale per il corretto utilizzo del sistema di abbattimento a secco, soprattutto per poter usufruire pienamente dei benefici ambientali ed economici apportati da tale tecnologia. Il Decreto Legislativo n 22 del 5 Febbraio 1997 prevede che ogni tipologia di rifiuto sia accompagnata da un codice identificativo. Sulla base della decisione 2000/532/CE come modificata dalle decisioni 2001/118/CE, 2001/119/CE e 2001/573/CE il codice CER è stato aggiornato e in base a ciò possiamo attribuire alla nostra tipologia di rifiuto il codice Di fondamentale importanza risulta la classificazione del rifiuto sulla base della propria pericolosità individuabile tramite analisi specifiche. Tale classificazione dipende esclusivamente dalla tipologia di prodotto verniciante spruzzato, quindi per ogni processo produttivo risulta necessario determinare il grado di pericolosità del rifiuto. Per quanto concerne l esperienza svolta nel settore conciario, i filtri esausti sono stati caratterizzati dalla Laboratori ARCHA, per valutare l entità delle sostanze tossiche presenti e determinarne così la classe di appartenenza tra le varie tipologie di rifiuto. Tutto questo è stato effettuato tramite una caratterizzazione specifica, su campioni rappresentativi del filtro da smaltire, che ha previsto le seguenti analisi eseguite secondo metodiche ufficiali UNICHIM. Residuo secco a 105 C. Ceneri a 60 C. Determinazione di metalli (Cd, Cr, Pb, Cu, Hg, As, Ni, Co). Test di cessione all acido acetico dei seguenti metalli Cd, Cr, Pb, Cu, Hg, As, Ni, Co. Sulla base dei risultati ottenuti, i filtri esausti sono stati classificati come rifiuti non pericolosi che possono essere smaltiti in discariche di tipo 2B. Resta da sottolineare che essendo le caratteristiche di pericolosità del rifiuto solido composto dal filtro e dalla morchia di verniciatura dipendenti esclusivamente dal tipo di prodotto verniciante applicato, ogni azienda dovrà per precauzione far analizzare il proprio rifiuto al fine di poterlo classificare. 3.2 Termovalorizzazione dei rifiuti solidi Il rifiuto solido costituito dal filtro più la morchia di verniciatura presenta un apprezzabile potere calorifico, come riscontrato tramite l analisi svolta dalla Laboratori ARCHA sul rifiuto proveniente dal settore conciario, e per questo potrebbe essere considerato come un valido sostituto dei combustibili tradizionali. Tra le direttive in materia ambientale in attesa di essere recepite dal nostro paese c è la 2000/76/CEE sull incenerimento dei rifiuti. La Comunità Europea ritiene di intervenire su questa materia complessa tenendo conto che nelle diverse realtà dei paesi membri le disposizioni regolamentari sull incenerimento di rifiuti non sono 8

9 uniformi e che, tanto meno lo sono, quando a bruciare non è il rifiuto solido urbano in impianti ad esso dedicati, ma una eterogeneità di miscele più o meno costanti che sono il risultato di una trasformazione del rifiuto iniziale in un prodotto diverso, avente caratteristiche più idonee alla combustione, così da essere considerato un valido sostituto di combustibili tradizionali. Questo combustibile nuovo tratto dai rifiuti, in Italia è noto con la denominazione di CDR, mentre in Europa come RDF (Refuse Derived Fuel). In Italia il termine RDF è attualmente definito dal D. LGS. n 22/1997 come il combustibile ricavato dai rifiuti urbani mediante trattamento finalizzato all eliminazione delle sostanze pericolose per la combustione ed a garantire un adeguato potere calorifico, e che possieda caratteristiche specificate con apposite norme tecniche nel DM 5 Febbraio Le opzioni attualmente disponibili riguardo l utilizzo di RDF da rifiuti urbani e di rifiuti di natura industriale esenti da sostanze pericolose (morchie di verniciatura, plastiche, pneumatici, ) sono le seguenti: Termovalorizzazione che utilizza tecnologia a griglia, a letto fluido, massificazione o pirolisi. Co-combustione in centrali termiche a carbone. Co-combustione in cementifici. Co-combustione con carbone o biomasse. In particolare, l utilizzo di RDF in inceneritori dedicati a letto fluido è molto esteso in quanto offre vantaggi in termini di controllo delle emissioni prodotte dalla fase di combustione della massa; inoltre tale tecnologia è meno sensibile alle variazioni di potere calorico del combustibile in arrivo. I pre trattamenti come la selezione o lo sminuzzamento incrementano il livello e la consistenza del potere calorico, cosicché il recupero energetico risulta più efficiente. Impianti all avanguardia in Italia sono il termovalorizzatore della ASM di Brescia e quello della Lomellina Energia di Parona (Pv). Il termoutilizzatore a griglia della ASM, abilitato per il trattamento di RSU (Rifiuti Solidi Urbani), è una centrale di produzione combinata di energia elettrica ed energia termica che ha per obiettivo il trattamento ed il recupero di rifiuti non utilmente riciclabili come materiali. Il sistema di produzione di combustibile da rifiuti, della Lomellina Energia, funzionante a letto fluido, tratta tonnellate all anno di rifiuti solidi urbani e rifiuti ad elevato potere calorifico preselezionati presso altri impianti. 3.3 Autoestinguenza dei filtri La carta in genere è un materiale che sottoposto a fiamme libere può facilmente incendiarsi. Per aumentare le caratteristiche di sicurezza dei filtri in carta è possibile, con opportuni additivi e con materie prime opportunamente modificate, migliorare il comportamento di queste resine al fuoco, ottenendo in alcuni casi il superamento di rigorosi test d'autoestinguenza. E stata effettuata una ricerca sulle normative vigenti riguardanti i requisiti necessari che un filtro per la depurazione dell aria deve avere; il DM n 234 del 26/06/84 elenca le tipologie di materiali che devono essere necessariamente autoestinguenti, mentre il DPR n 577 del 29/07/1982 esplicita le attività che devono essere soggette alla certificazione prevenzione incendi rilasciata dagli organi competenti dei Vigili del Fuoco. 9

10 Anche se i filtri per la depurazione dell overspray ancora non figurano tra i materiali che devono essere autoestinguenti secondo la legislazione attuale, è facilmente comprensibile che tale requisito è di notevole importanza in un attività dove sussiste il rischio di incendi, ed è una proprietà che valorizza i filtri usati per la depurazione a secco. I termini "ritardato alla fiamma" o "autoestinguente" descrivono comunque un grado di infiammabilità secondo scale particolari che non escludono necessariamente i rischi in reale condizione di fuoco, comunque in ogni caso d'incendio si deve prevedere un forte sviluppo di fumo. La normativa internazionale UNI EN 779 stabilisce i requisiti, le prove da sostenere e le marcature necessarie per i filtri di aria antipolvere. La normativa DIN permette di poter valutare la classe di autoestinguenza del filtro utilizzato, e nel caso specifico i filtri raccoglivernice sono di classe F1. Resta da sottolineare che la possibile autocombustione di residui della verniciatura rimasti in cabina dipende essenzialmente dal tipo di prodotto verniciante utilizzato ed ultimamente con l avvento delle vernici idrosolubili sono stati fatti notevoli progressi per ridurre al minimo la percentuale che si verifichi l autocombustione. Occorre evidenziare perciò che in un sistema di abbattimento a secco, non essendo presenti incrostazioni ed accumuli di fanghi secchi nell abbattitore e nelle condotte di aerazione, si riduce notevolmente la possibilità di autocombustioni, poichè la maggior parte del rifiuto solido secco viene intercettata dai filtri che vengono asportati periodicamente e stoccati in maniera adeguata. 3.4 Direttiva ATEX e caratteristiche dielettriche dei filtri raccoglivernice Ai fini dell applicazione della direttiva ATEX nelle cabine di verniciatura, l analisi dei rischi porta alla conclusione che nella zona di spruzzatura la concentrazione dei composti volatili infiammabili deve essere inferiore al 25% di LEL (Limite inferiore di esplosione) secondo la direttiva UNI EN In tali condizioni un eventuale scarica elettrica o scintilla non è in condizioni di innescare un esplosione. Ciò comporta che: Il miglior sistema di sicurezza è un adeguata ventilazione. Devono essere monitorati sia la portata dell aria che la quantità massima di prodotto verniciante spruzzato Risulta necessario conoscere il valore del LEL Inoltre si segnala che la norma UNI CEI Marzo 2003, al punto richiede l uso di materiali con resistenza superficiale (le misure sono state effettuate alla distanza di un metro fra le pinze ed alla tensione di 500 V, secondo la direttiva EN 50014:1997) inferiore a 1 Giga ohm. I filtri raccoglivernice sono gli unici presenti sul mercato aventi valori di conducibilità elettrica nettamente inferiori rispetto al limite previsto; al contrario di altri (multistrato non trattati, pieghettati, fibra di vetro, sintetici) che presentano valori maggiori di 2 Giga ohm. 10

11 4 CONCLUSIONI Come sottolineato in questa breve presentazione, l utilizzo di filtri di nuova generazione per l abbattimento dell overspray prodotto nelle cabine di verniciatura, comporta numerosi vantaggi di carattere ambientale, economico e tecnologico. Il progetto di ricerca svolto in collaborazione con la Laboratori ARCHA ha evidenziato che l utilizzo del sistema di abbattimento a secco consente di ottenere notevoli miglioramenti nella depurazione del materiale particellare. Valutando la scheda di gestione previsionale in ALLEGATO 2, risulta che per cabine di verniciatura con dimensioni pari a 1,3-1,5 x 4 m con un consumo di prodotto verniciante giornaliero inferiore ai 120 kg (4 pistole di spruzzatura max) il risparmio economico che la depurazione a secco comporta è considerevole. Cabine di questo tipo possono essere utilizzate per piccole produzioni, campionature, articoli per fiera e spezzettature varie, vista la loro flessibilità e la possibilità di risparmiare anche sul consumo di prodotti vernicianti (circuiti di spruzzatura con capacità inferiori) e consumo energetico. L importante è che la struttura della cabina sia realizzata in maniera tale da garantire le migliori condizioni possibili sia dal punto di vista ambientale che da quello gestionale. Tutto questo è avvalorato dalle normative vigenti che prevedono entro il 2008 il completo utilizzo di miscele di rifinizione idrosolubili, cosicchè l abbattimento del materiale particellare risulterà essere la principale prerogativa imposta dagli organi nazionali addetti alla sicurezza ambientale. Inoltre la flessibilità del sistema di depurazione a secco permette di scegliere il filtro più opportuno per ridurre al minimo le emissioni di materiale particellare fine (PM10). Quindi, per le specifiche applicazioni sopra citate, le cabine per la verniciatura delle pelli con sistema di abbattimento a secco rappresentano una tecnologia alternativa ma sicuramente meritevole di essere considerata, con la possibilità di richiedere eventuali benefit specialmente per le aziende aventi certificazione ambientale. FILTRI RACCOGLIVERNICE DISTRIBUITI DA: 11

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