Esposizione Con Una Reflex Digitale In Situazioni Di Alto Contrasto

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1 Esposizione Con Una Reflex Digitale In Situazioni Di Alto Contrasto Autore: Vitali Shkaruba Traduzione in italiano: Enrico De Santis Nota: prima di affrontare questo articolo sarebbe opportuno conoscere le basi dell esposizione e della lettura di un istogramma. In genere non è molto difficile trovare una corretta esposizione nelle situazioni in cui il contrasto della scena è basso. Mentre è la situazione in cui vi è un alto contrasto che può creare difficoltà a trovare una buona (corretta) esposizione. Infatti in condizioni di basso contrasto è in genere sufficiente impostare la fotocamera in modalità Matrix e, al di là di alcune lievi compensazioni dell esposizione da eseguire volta per volta, non dovremmo avere nessun problema a catturare le nostre immagini con una corretta esposizione. Invece nelle situazioni di alto contrasto la misurazione Matrix darà la priorità a determinate tonalità che spesso non sono quelle che per noi hanno una valenza principale. In queste situazioni è necessario essere più selettivi nel processo di misurazione della luce ed anche più accurati, in maniera tale da catturare il maggior numero di dettagli possibili. Ecco un esempio di scena con un alto contrasto: foto 1: esempio ideale dopo Post Produzione Si è di fronte ad una situazione ad alto contrasto poiché vi è un area molto scura (sotto le colonne) ed un altra invece molto luminosa (il cielo intorno alla lupa ed alla parte più alta del Colosseo). Questa differenza tra l area più luminosa e quella più scura, e cioè la gamma di contrasto di una scena, supera le possibilità di ripresa di una reflex digitale (dslr). In altre parole, non siamo in grado di catturare in una singola foto tutti i dettagli presenti nella zona in ombra sotto le colonne e nel cielo all esterno. Esiste una tecnica chiamata HDR (Hight Dynamic Range) che consiste nel fondere in un unica foto più immagini prese con esposizioni diverse. Si tratta di una tecnica molto valida che, se conosciuta a fondo, può permettere di raggiungere risultati molto significativi. 1

2 Tuttavia la tecnica HDR non può essere utilizzata se vi sono soggetti in movimento ed in generale richiede più tempo nell esecuzione delle foto e nella successiva post produzione. Ad ogni modo prima di iniziare l apprendimento della tecnica HDR è necessario conoscere a fondo il controllo dell esposizione. Questo permetterà di risparmiare tempo nell esecuzione degli scatti avendo così dei files ottimizzati per la tecnica HDR e conseguentemente si ridurrà il tempo necessario per la post produzione. In questa discussione cercheremo di approfondire come ottenere il maggior numero di dettagli in un singolo scatto in modo tale da raggiungere una migliore qualità d immagine e da ridurre il tempo dedicato alla post produzione. La prima cosa di cui si deve essere consapevoli è cosa succede in quelle zone della foto che sono eccessivamente sovra- o sotto-esposte. Sovraesposizione Quando alcune zone della fotografia vengono sovraesposte a un punto tale da iniziare a perdere dei dettagli, si dice che quelle zone sono state bruciate o clipped. Ciò significa che in queste zone i foto-siti del nostro sensore sono stati sovraccaricati dalla quantità eccessiva di luce a cui sono stati esposti e che non sono stati più in grado di distinguere variazioni nel livello di luminosità. Quei pixel sono stati effettivamente bruciati. In una dslr è implementata una funzionalità specifica che aiuta ad identificare le zone che sono state bruciate dopo aver scattato la foto. Questa funzione è chiamata pagina di informazione sulle alte luci, e tramite essa è possibile vedere le aree bruciate che lampeggiano come avviso della sovraesposizione. In questo modo la fotocamera comunica che queste zone lampeggianti hanno ricevuto un livello eccessivo di luce e che quindi in esse non è stato registrato nessun dettaglio, sono diventate completamente bianche. Normalmente è preferibile non avere zone lampeggianti in una fotografia, a meno che non sia stata una scelta del fotografo di rendere quelle zone completamente bianche, senza alcun dettaglio. Una volta che una zona della foto è stata bruciata, è praticamente impossibile recuperarne dettagli se si scatta in JPEG. Talvolta ciò è possibile se si è utilizzato il formato RAW. A questo scopo è comunque necessario un software di elaborazione che sia in grado di lavorare con files RAW. Si può recuperare fino ad un terzo di stop, ma il risultato ottenuto sarà comunque inferiore a quello ottenibile qualora la foto fosse stata scattata senza sovraesposizione. Sottoesposizione Quando si sottoespone una determinata area di una foto, è relativamente semplice recuperare alcuni dettagli da quest area, specialmente se la foto è stata scattata con un basso valore di ISO. Ancora una volta sarà possibile un maggior recupero di dettagli da un file RAW con una minore comparsa di rumore nelle zone recuperate. Si può recuperare fino ad uno stop e mezzo nelle zone sottoesposte se la foto è stata scattata con la sensibilità ISO base di una moderna dslr. La sensibilità ISO base non è sempre la sensibilità ISO più bassa che è possibile impostare sulla fotocamera. Sarà necessario conoscere le specifiche tecniche della fotocamera per sapere quale sia questo valore. Maggiore è la sensibilità ISO impostata durante lo scatto, minore sarà il numero di dettagli recuperabili senza la comparsa di eccessivo rumore in quelle aree. E quindi evidente che il sensore digitale è più tollerante alla sottoesposizione che alla sovraesposizione. Questo è probabilmente anche uno dei motivi per cui sulle fotocamere abbiamo una pagina di informazione dedicata alle alte luci, ma nessuna per le ombre. Ciò potrebbe 2

3 anche dipendere dal fatto che le aree più luminose delle foto sono più sensibili ai cambiamenti dell esposizione rispetto a quelle più scure. Per esempio, se modifichiamo di un solo stop il tempo di esposizione, l apertura di diaframma o la sensibilità, questo avrà un effetto decisamente più forte sulle alte luci che sulle ombre. Il cambio di esposizione di solo un terzo di stop determinerà un evidente cambiamento di luminosità delle alte luci, mentre i cambiamenti nelle zone d ombra non saranno altrettanto visibili. Questo è il motivo per cui è necessario controllare le zone più luminose con maggior precisione di quanto richiedano le ombre. E anche più facile valutare l esposizione di una foto dalle alte luci che non dalle ombre. Esempio Torniamo ora alla nostra fotografia ed osserviamo quali sono le zone che la nostra fotocamera tende a sovraesporre. Come si può vedere, esse sono il cielo intorno alla lupa ed alla parte più alta del Colosseo. Se vogliamo preservare dettagli in queste aree, dobbiamo renderle il più chiare possibile ma senza sovraesporle al punto tale da iniziare a perdere dettagli (punto di clipping). In questo modo si utilizza tutta la gamma dinamica della dslr per catturare il maggior numero possibile di dettagli dalla scena. Successivamente, nella fase di elaborazione, tenteremo di rendere più chiare (aprire) le zone più scure. In altre parole esponiamo per i bianchi e sviluppiamo per i neri. Ora impostiamo l esposimetro della nostra dslr nella modalità Matrix (valutativa), misuriamo l esposizione senza introdurre alcuna compensazione, mettendo a fuoco sulla figura della lupa e scattiamo. foto 2: esempio misurazione Matrix Si potrà ben vedere come alcune parti del cielo siano state bruciate ( clipped ). Questo è avvenuto perché la parte più grande della nostra fotografia era in ombra e l esposimetro ha dato una leggera priorità a quest area, sovraesponendo di fatto alcune parti del cielo poiché le ha valutate meno importanti. Se si vuole controllare la luminosità di una determinata zona, è necessario impostare la lettura esposimetrica in modalità Spot e la fotocamera in modalità Manuale. Ora sarà possibile misurare separatamente il cielo e decidere quanto debba essere luminoso modificando manualmente i parametri di esposizione. 3

4 Se si vuole che il cielo divenga quasi bianco, sarà necessario sovraesporre quest area fino ad un massimo di 2 stop. La quantità esatta dipende dal modello di fotocamera e dalle impostazioni presenti sulla reflex quali contrasto, saturazione, profilo di colore, ecc. Per fare ciò, si deve puntare lo spot sul cielo e modificare l esposizione in maniera tale che l esposimetro indichi che si sta sovraesponendo l area al massimo di due stop. Per una lettura precisa lo spot dev essere diretto sulla zona più luminosa. Se zone con dettagli più scuri entrano nel circolo di lettura dello spot, sarà necessario ridurre l entità della sovraesposizione. A questo punto si può scattare con i settaggi così impostati e guardare la pagina di informazione delle alte luci. Si vedrà così che non ci sarà nessun area che lampeggia. Se si osserva l istogramma, si vedrà che il picco più a destra, che rappresenta la luminosità del cielo, è posizionato vicino al limite delle alte luci. foto 3: istogramma L obiettivo è posizionare questo picco quanto più a destra possibile, ma senza che tocchi il bordo. Questa è una classica tecnica per trovare una giusta esposizione delle alte luci, che in fotografia digitale è chiamata talvolta esporre a destra. Nell esempio abbiamo trovato le impostazioni per l esposizione in grado di rendere la parte più luminosa dell immagine quasi bianca, ma non ancora bruciata. Si può vedere che l area sotto le colonne appare ora un po più scura di quanto si vorrebbe che apparisse nell immagine finale. Quest area può essere recuperata in post produzione oppure utilizzando degli strumenti integrati nel software interno della fotocamera come il D-Lighting, che è particolarmente utile quando si scatta direttamente in formato JPEG dal momento che questo formato dà meno possibilità di intervento in post produzione, oppure qualora fosse necessario saltare il processo di post produzione. Sovraesposizione intenzionale Se le parti più chiare della fotografia non contengono alcun dettaglio che si vorrebbe preservare, è possibile sovraesporle intenzionalmente di oltre uno stop al di là del clipping point. Non consiglierei di sovraesporle di più di due stop perché la forte luce proveniente da queste aree comincerà a colare nelle zone limitrofe con l effetto di distorcere i margini ed i contorni. Ecco un esempio di cosa accade con uno, due o tre stop di sovraesposizione oltre il clipping point. 4

5 foto 4: Nessuna sovraesposizione foto 5: 1 stop di sovraesposizione foto 6: 2 stop di sovraesposizione foto 7: 3 stop di sovraesposizione Se non si trova prima il clipping point di un area luminosa, non sarà possibile sapere di quanto quell area è stata sovraesposta e non sarà possibile controllare l entità della sovraesposizione. Se la dslr ha questa possibilità, io suggerisco di assegnare uno dei pulsanti programmabili alla misurazione Spot. Questo può aumentare molto la velocità nel trovare l esposizione per le alte luci dal momento che si potrà passare immediatamente alla modalità di lettura spot. Si potrà mantenere la fotocamera in modalità Matrix e soltanto nel momento in cui si voglia controllare se si stiano sovraesponendo o no alcune aree luminose, basterà premere il bottone assegnato alla lettura Spot e puntare il mirino su queste aree per vedere se esse siano più luminose di oltre due stop. 5

6 ... a me non piace la modalità Manuale... La procedura finora illustrata è stata effettuata in modalità Manuale, ma si possono ottenere risultati simili anche in una qualsiasi delle modalità automatiche quali priorità al diaframma o al tempo, utilizzando la funzionalità di compensazione dell esposizione presente sulla dslr. Dopo aver scattato una foto sarà necessario controllare le alte luci e l istogramma e, se ci si accorge di stare sovraesponendo importanti aree luminose, si dovrà impostare una compensazione inferiore (negativa). Se, al contrario, ci si accorgerà che le aree che si vorrebbero luminose appaiono troppo scure, sarà necessario impostare una compensazione maggiore (positiva) fin quando le aree in questione non appariranno luminose quanto si desidera. Conclusione In definitiva, si tratta di esporre il soggetto della foto al livello di luminosità desiderato e controllare il contrasto globale della scena. 6

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