Piano d azione provinciale

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1 Piano d azione provinciale

2 Indice 1. Il contesto socio-economico Il quadro di riferimento La Legge regionale 22/ Il Piano d azione regionale La governance del sistema L esperienza bergamasca nel governo del mercato del lavoro Le finalità del Piano di azione provinciale Le politiche del lavoro L atto negoziale Piano provinciale Disabili l Promozione di iniziative di conciliazione vita e lavoro Promozione della cultura della sicurezza Le risorse economiche Il monitoraggio e la valutazione

3 1. Il contesto socio-economico Occupati e forza lavoro Secondo i dati dell indagine ISTAT sulla forza lavoro nell anno 2011, il mercato del lavoro bergamasco rimane caratterizzato da un quadro generale di debolezza. Sebbene il tasso di disoccupazione ufficiale della nostra provincia resta ben al di sotto della media regionale e nazionale, si delinea un leggero aumento rispetto al 2010 (4,1% rispetto al 3,7% del 2010). Nello specifico i lavoratori in cerca di occupazione nella nostra provincia sono cresciuti di circa 2mila unità, superando la soglia dei 20mila. Lo stock degli occupati, cioè di quanti hanno svolto almeno un ora di lavoro nella settimana di riferimento delle indagini, si è ridotto di almeno un migliaio di persone tra 2010 e 2011 (-0,2 per cento sul dato medio 2010) Il calo è maggiore tra i maschi (- 0,3%) rispetto alle femmine (-0,1%). I disoccupati, cioè le persone attivamente in cerca di occupazione, sono risultati 2 mila in più rispetto al Le persone inattive, cioè fuori dal mercato del lavoro per età, volontà o assenza di prospettive d impiego, sono inoltre aumentate di oltre 3mila unità nel corso del Nel complesso l offerta di lavoro in provincia di Bergamo è cresciuta del 0,2 % nel 2011 con un aumento delle forze lavoro di circa un migliaio di unità (da 486 mila a 487 mila persone). Tuttavia il tasso di attività, cioè l incidenza di occupati e disoccupati sulla popolazione tra i 15 e i 64 anni di età, cala a Bergamo al 66% rispetto al 66,3% a causa del notevole incremento della popolazione oltre i 15 anni di età (da 913 mila nel 2010 a 922 mila nel 2011). Il calo del tasso di attività colpisce soprattutto la popolazione maschile, mentre resta invariato per quanto riguarda la componente femminile, che rimane molto al di sotto della media lombarda (al 53,9% contro una media del 59,2%). La debolezza del mercato del lavoro locale si evidenzia anche osservando il tasso di inattività che sale al 34% (22,5% tra i maschi, 46,1% tra le femmine) contro una media 3

4 in Lombardia del 31,3%. (Servizio Documentazione economica della Camera di Commercio di Bergamo). Le imprese A fine del 2011 risultano registrate in provincia di Bergamo imprese, rispetto al 2010 l aumento è di 865 imprese, pari al +0,9%. Nell intero anno 2011 si sono registrate iscrizioni e cessazioni. Nell artigianato che rappresenta a Bergamo il 35,3% del totale delle imprese registrate (contro quote del 28% in Lombardia e del 23,9% in Italia)- le iscrizioni (2.320) sono state di poco superiori alle cessazioni (2.290). Osservando la serie storica, lo stock di imprese attive prosegue la crescita rispetto ai livelli minimi raggiunti nel 2009, ma con una battuta d arresto nella seconda metà del Il tasso di crescita rimane distante dai livelli storici. Per quanto riguarda la tendenza destagionalizzata dei flussi, si osserva un abbassamento 4

5 del livello medio delle iscrizioni a partire dal 2009 e non recuperato negli anni successivi. Le cessazioni tendono a crescere leggermente nell ultimo periodo. (Servizio Documentazione economica della Camera di Commercio di Bergamo). Avviamenti e cessazioni Nell anno 2011 gli avviamenti registrati presso la banca dati SIS della Provincia di Bergamo (comunicazioni obbligatorie da parte delle aziende) hanno evidenziato complessivamente una crescita del 7% rispetto al L aumento degli avviamenti non ha tuttavia compensato il numero complessivo delle cessazioni che, parimenti, ha visto una crescita del 7,7%. Come nel 2010, anche nel 2011 il valore assoluto delle cessazioni (pari a ) supera quello delle assunzioni (pari a ), ma con uno scarto maggiore rispetto all anno precedente (2771 cessazioni in più contro le 1808 nel 2010). Avviamenti - Cessazioni Provincia di Bergamo anno 2009 anno 2010 anno 2011 Avviamenti Cessazioni Analizzando l andamento triennale degli avviamenti e cessazioni per comparto produttivo si riscontrano alcune differenziazioni. 5

6 Il settore del commercio è l unico che rileva, sebbene di poco, un maggior numero di avviamenti rispetto alle cessazioni. Per tutti gli altri settori il disavanzo resta a favore delle cessazioni. Considerando l andamento degli avviamenti nell ultimo triennio si riscontra in tutti i settori, ad eccezione di quello delle costruzioni, un incremento costante. Avviamenti - settori produttivi ( ) agricoltura commercio costruzioni industria anno anno anno Cessazioni - settori produttivi ( ) agricoltura commercio costruzioni industria anno 2009 anno 2010 anno 2011 anno anno anno

7 Rispetto al 2010, l aumento delle cessazioni ha colpito maggiormente il settore agricolo (+13%) e quello industriale (+11%). In valori assoluti nel 2011, lo scarto tra assunzioni e cessazioni, a favore di queste ultime, è maggiore nel settore delle costruzioni (- 1552) e in quello dell industria ( ). Avviamenti/Cessazioni per genere anno 2009 anno 2010 anno 2011 avviamenti femmine avviamenti maschi cessazioni femmine cessazioni maschi Per quanto riguarda le dinamiche di genere si riscontra che, a differenza del biennio precedente, nel 2011 l incremento degli avviamenti (+7%) ha caratterizzato in eguale misura sia la componente maschile che quella femminile (nell anno 2010 rispetto al 2009 la componente maschile era aumentata del +8,1% contro il 4,7% della popolazione femminile). La crescita delle cessazioni ha invece colpito leggermente di più la popolazione femminile (8%) rispetto a quella maschile (7,5%). Il saldo negativo tra avviamenti e cessazioni risulta a svantaggio della popolazione maschile (-2264) rispetto a quella femminile (-507). 7

8 Cassaintegrazione Nel complesso a Bergamo il 2011 si conclude con un calo accentuato delle ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate (- 55% circa) ed un leggero aumento delle ore di cassa integrazione straordinaria (+ 15%). Per quanto riguarda le richieste di cassa integrazione in deroga, istruite e validate dalla Provincia di Bergamo, complessivamente nel 2011 le aziende sono state 1990 e i lavoratori Rispetto al 2010 si riscontra un calo netto. Considerando i lavoratori in cassa il calo è pari a quasi il 50%. Per quanto riguarda le ore autorizzate il calo invece è pari a oltre il 60%. CIG IN DEROGA - prov.bg AZIENDE : 498 AZIENDE : AZIENDE : LAVORATORI: LAVORATORI: LAVORATORI: Mobilità Per quanto riguarda la mobilità, complessivamente nel 2011 i lavoratori in mobilità in Provincia di Bergamo sono stati complessivamente 7004, un valore assoluto nettamente superiore a quello registrato nel 2009 e di poco inferiore a quello registrato su tutto il 2010 (pari a 7030). Il calo registrato rispetto al 2010 è dunque pari allo -0,3%, un dato inferiore al calo medio registrato in tutta la Regione, pari allo -2,3% (fonte ARIFL). Confrontando i dati delle due liste mobilità, si riscontra un calo sia dei lavoratori che delle aziende interessate alle procedure di mobilità 223/91, mentre in netto aumento sono le iscrizioni alle liste di mobilità l. 236/93. MOBILITA 223/91 -- prov.bg AZIENDE : 197 AZIENDE : 272 AZIENDE : 200 LAVORATORI: LAVORATORI: LAVORATORI: MOBILITA 236/93 - prov.bg AZIENDE : AZIENDE : AZIENDE : LAVORATORI: LAVORATORI: LAVORATORI:

9 N lavoratori in CIGD -mobilità ( ) Cassa in deroga Mobilità l. 223/91 Mobilità l. 236/ anno 2009 anno 2010 anno 2011 Oltre il 68% dei licenziati nel corso del 2011 proviene da aziende fino a 15 dipendenti (liste legge 236): se si pensa che in provincia di Bergamo il 58% dei lavoratori è occupato in aziende con meno di 20 addetti risulta evidente come nelle aziende di piccole dimensioni il ricorso al licenziamento sia molto più frequente. Apprendistato Per quanto riguarda l ambito dell apprendistato, complessivamente nel 2011 in Provincia di Bergamo i lavoratori attivi sono stati ; oltre il 76% risulta essere stato assunto ai sensi dell apprendistato professionalizzante e solo il 3% circa è minorenne. Tipologia N. Apprendisti assunti ai sensi dell art. 49 d.lgs n. 276/ Apprendisti assunti ai sensi dell art. 16 L. 196/1997 (maggiorenni) Apprendisti minorenni 321 TOTALE COMPLESSIVO

10 Interessante è l analisi degli attivi suddivisi per settore d impiego: i settori che maggiormente utilizzano il contratto di apprendistato risultano essere quello metalmeccanico e quello artigiano che insieme occupano oltre la metà degli apprendisti attivi totali del territorio. SETTORE TOTALE APPRENDISTI ATTIVI Metalmeccanica Commercio Edilizia 896 Turismo 743 Studi professionali 561 Barbieri e Parrucchieri 515 Legno e Arredamento 309 Alimentari 249 Gomma e Materie plastiche 232 Abbigliamento 180 Grafica - Grafica editoriale 175 Chimica 117 Panificazione 105 Altro 868 TOTALE

11 2. Il quadro di riferimento A seguito del processo di decentramento delle competenze in materia di lavoro promosso nel nostro Paese a partire dalla seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, le Regioni hanno avviato, secondo modalità eterogenee, percorsi di regolamentazione, sviluppo e potenziamento degli interventi e dei servizi volti a supportare i soggetti in difficoltà occupazionale. La Lombardia, in questo quadro, all indomani del cosiddetto decreto Bassanini (d.lgs. 469/1997), attraverso la legge regionale n. 1 del 1999, ha disegnato un sistema di governo del mercato del lavoro fondato sui principi della promozionalità degli interventi, della concertazione, della sinergia con gli attori locali al fine di promuovere misure differenziate in funzione delle esigenze territoriali e servizi mirati in grado di sostenere le fasce più deboli del mercato del lavoro 1. L azione regionale, in particolare, è stata diretta a sviluppare e rafforzare il sistema dei servizi pubblici per l impiego, attraverso la delega alle Province delle attività di programmazione dei servizi e degli interventi di politica attiva e la costituzione delle reti provinciali dei centri per l impiego. La Regione ha sostenuto la creazione di un sistema integrato di servizi per il lavoro attraverso forme di collaborazione con le Province fondate sul dialogo, sulla condivisione e sul raccordo. L esperienza condotta in questi anni da Regione e Province, insieme alle trasformazioni che hanno caratterizzato il mercato del lavoro e la società più in generale, hanno portato alla ridefinizione di questo quadro di riferimento per delineare un modello in grado di rispondere più concretamente ai bisogni dei Nel settembre 2006, quindi, è stata introdotta la legge regionale n. 22 che, in particolare, come di seguito approfondito, disciplina i ruoli di governo, individua i principi di 1 Legge regionale n. 1 del 15 gennaio 1999, Politiche regionali del lavoro e dei servizi per l impiego, pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia n. 3 del 18 gennaio

12 riferimento e disegna un modello sostanzialmente innovativo di governo del mercato del lavoro e di gestione dei servizi per l impiego. Il quadro normativo è stato successivamente completato con la legge regionale n. 19/2007 che regolamenta il sistema di istruzione e formazione lombardo secondo i principi della centralità della persona, della garanzia di accesso al sistema da parte dei soggetti più deboli e di una maggiore integrazione tra i diversi sistemi educativi e il mondo del lavoro. 2.1 La Legge regionale 22/2006 La Regione Lombardia, attraverso la legge n. 22 del 28 settembre 2006, come accennato, ha disegnato un nuovo sistema di governo del mercato del lavoro, fondato sulla libertà di scelta degli individui e finalizzato a promuovere lo sviluppo occupazionale e a favorire, in particolare, l inclusione socio-lavorativa dei soggetti più deboli. La legge 22 ridefinisce le competenze in materia di lavoro andando a delineare un nuovo modello di intervento: - la Regione programma e definisce gli indirizzi per le misure di politica del lavoro, disciplina l organizzazione della rete regionale dei servizi per il lavoro e il raccordo tra gli operatori pubblici e privati, monitora e valuta le attività, promuove la collaborazione con le Province, le parti sociali, le associazioni, ecc.; - le Province hanno competenza nella programmazione territoriale e negli interventi attuativi di politica attiva del lavoro ed esercitano, in via esclusiva, le funzioni amministrative relative alla gestione delle schede anagrafico-professionali, all attivazione delle procedure per l erogazione delle indennità legate allo stato di disoccupazione, all acquisizione delle comunicazioni di assunzione, cessazione e trasformazione dei rapporti di lavoro, al collocamento mirato disabili e alla gestione delle liste di mobilità; 12

13 - gli operatori pubblici e privati, accreditati o autorizzati, costituiscono il cosiddetto sistema regionale dei servizi per il lavoro : i soggetti accreditati, in particolare, possono svolgere attività di informazione e orientamento, di incontro tra domanda e offerta di lavoro, di prevenzione e contrasto della disoccupazione di lunga durata, di sviluppo delle pari opportunità e di sostegno all inserimento lavorativo dei soggetti a rischio di esclusione. In questo quadro, un ruolo centrale è attribuito all individuo che è sostanzialmente libero di scegliere a quale servizio rivolgersi per essere supportato nelle fasi di ricerca di un nuovo impiego, così come per partecipare ad attività di riqualificazione o aggiornamento professionale. Tale libertà di scelta viene garantita attraverso la cosiddetta rete dei servizi, una rete virtuale costituita da tutti gli operatori pubblici e privati accreditati che erogano servizi per il lavoro. Secondo la legge 22, infatti, anche i servizi minimi previsti dal d.lgs. 181/2000 possono essere erogati da operatori diversi dai centri per l impiego: il lavoratore può, quindi, scegliere il soggetto a cui rivolgersi per dichiarare il proprio stato di disoccupazione e per stipulare il patto di servizio atto a favorire il suo reinserimento lavorativo. La legge regionale n. 22, inoltre, introduce, al fine di valutare l efficacia dei servizi accreditati, la figura del Valutatore indipendente, con compiti di monitoraggio e valutazione rispetto ai servizi erogati e ai risultati occupazionali raggiunti. In connessione con il Valutatore indipendente, opererà l Osservatorio regionale del mercato del lavoro, che raccoglierà e analizzerà i dati relativi all andamento del mercato del lavoro lombardo e tutte le informazioni utili a valutare l efficacia delle politiche formative e del lavoro sviluppate. 13

14 2.2 Il Piano d azione regionale Così come previsto dall art. 3 della legge regionale n. 22/2006, la Lombardia ha elaborato e approvato il Piano d azione regionale per il periodo , un documento che definisce le politiche che, a livello regionale, si intendono attuare per il consolidamento del sistema regionale integrato di politiche e servizi della filiera istruzione, formazione, lavoro e del sistema universitario già avviato durante il triennio 2007/2010; Le linee di intervento individuate, a tal fine, possono essere ricondotte a: - Incrementare il livello di qualificazione dei giovani e sviluppare i livelli occupazionali nonché sostenere il mantenimento dei livelli occupazionali raggiunti; - Favorire politiche attive finalizzate alla tutela e al reinserimento dei lavoratori nel mercato del lavoro lombardo; in un ottica di miglioramento continuo della qualità di qualificazione della governance del sistema e di rafforzamento della corresponsabilità e compartecipazione dei diversi attori istituzionali e sociali; Per quanto concerne gli strumenti, in linea con i principi definiti dalla legge 22, la regione persegue nel consolidamento del sistema dote per promuovere una effettiva libertà di scelta della persona e la promozione di modelli sussidiari orientati ad un miglioramento della qualità dei servizi, anche attraverso la promozione di dinamiche competitive tra gli operatori accreditati alla formazione e al lavoro. In sintesi i principi guida regionali sono riassumibili nei seguenti punti chiave: - Consolidamento di un sistema che promuova effettivamente la libertà di scelta, anche attraverso sistemi di cofinanziamento e responsabilizzazione delle persone; - Consolidamento della rete di servizi e creazione di dinamiche di reale concorrenza per migliorare la qualità dei servizi; 14

15 - Ripensamento del sistema dei controlli, delle funzioni degli Osservatori e degli altri strumenti di valutazione sui servizi, capace di produrre informazione per superare l asimmetria informativa; - Potenziare le dinamiche competitive tra gli Atenei, valorizzando il merito e l eccellenza, attraverso il sostegno agli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi e il consolidamento dell autonomia delle Università; - Creazione di un modello di governance sussidiario e coinvolgimento attivo delle imprese, dei lavoratori, del terzo settore, del mondo dell Università e della ricerca e dei diversi livelli di governo locale; - Integrazione delle fonti finanziarie per la promozione del capitale umano e del capitale sociale. 15

16 3. La governance del sistema L azione regionale, sia pure in un contesto di riforma previsto in riferimento alla soppressione degli enti intermedi, si articola in direzione della valorizzazione delle Province, considerate quale snodo strategico per la programmazione e attuazione delle politiche regionali a livello territoriale. La programmazione territoriale quindi richiede una sempre più ampia responsabilità, quali soggetti co-finanziatori e promotori, degli enti locali, delle Parti sociali, di tutti i corpi intermedi compresi il terzo settore e la cooperazione sociale, per il ruolo di rilevazione e di aggregazione dei bisogni di competenze del mercato del lavoro e per la loro capacità di mobilitare risorse, finanziarie ed organizzative, necessarie per un azione incisiva. Il livello di governance della Provincia risulta quindi l ambito ottimale per l attuazione delle politiche e della programmazione unitaria dei servizi in rapporto agli effettivi e specifici bisogni delle persone e delle imprese, poiché si basa sul protagonismo e sulla corresponsabilità degli enti locali e dei corpi intermedi della società. La relazione tra Regione e Provincia si evolve verso una sempre maggiore corresponsabilità in cui il reciproco riconoscimento di funzioni e la condivisione delle risorse non avviene attraverso un mero automatismo, ma attraverso l esito di una negoziazione. Infatti in attuazione di quanto previsto dall art.4 della l.r. 22/06 e dell art. 6 della l.r. 19/07, il quadro di sistema è definito dalla Regione in uno schema di Atto negoziale sottoscritto da Regione e Province, che vede il sistema a dote, il cofinanziamento, il sistema di governance sussidiario, le azioni di valutazione e comunicazione come il centro delle policy. 16

17 Sulla base di tale schema la Provincia di Bergamo ha costruito e condiviso con regione Lombardia obiettivi e linee di intervento che hanno definito: - I fabbisogni puntuali, i risultati attesi in relazione agli obiettivi, gli indirizzi e le priorità di intervento; - I target prioritari, il numero e le caratteristiche degli utilizzatori dei diversi servizi; - Le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dei diversi interventi in una logica di gestione integrata delle fonti di finanziamento, a tal fine specifica l integrazione delle risorse regionali con le altre fonti di finanziamento pubbliche e private. La programmazione territoriale delle Province si sviluppa pertanto in una forma coerente e rispondente agli indirizzi strategici, gestionali ed amministrativi che accompagneranno la condivisione delle risorse nella logica di una effettiva corresponsabilità. Si sottolinea pertanto il ruolo irrinunciabile del recupero e della valorizzazione della concertazione a livello territoriale, soprattutto in riferimento alla rilevazione dei fabbisogni concreti per la condivisione delle conseguenti priorità. 3.1 L esperienza bergamasca nel governo del mercato del lavoro La peculiarità degli interventi di politica attiva promossi e realizzati in questi ultimi anni dalla Provincia di Bergamo è riconducibile, al di là delle specificità dei singoli progetti e dei risultati raggiunti, al modello di governance del mercato del lavoro sperimentato, un modello che richiama tra i suoi principi chiave la cooperazione sinergica tra tutti gli attori che si occupano di queste tematiche e la stretta connessione tra strumenti di sostegno al reddito e misure promozionali di inserimento lavorativo. Lo sviluppo di questo approccio nell azione di governo del mercato del lavoro può essere considerato come il risultato di un processo nato dal basso che ha beneficiato 17

18 della compresenza di volontà politica e disponibilità a collaborare attivamente da parte di tutti i soggetti, per far fronte alle difficoltà socio economiche indotte dalle profonde trasformazioni del sistema produttivo e della società più in generale. Il modello sperimentato, quindi non è il frutto di una decisione unilaterale bensì il risultato di un azione congiunta di tutti gli attori che operano nel mercato del lavoro locale resasi necessaria e successivamente sostenuta e migliorata, per supportare i soggetti più deboli nel percorso di inclusione socio-lavorativa. La congiuntura negativa attraversata a partire dalla crisi del settore tessile nell anno 2005 e successivamente dal mercato del lavoro in generale, la crisi di molte piccole aziende artigiane e industriali operanti nei comparti più tradizionali del manifatturiero hanno determinato la chiusura di molte realtà produttive e la conseguente espulsione di manodopera dal mercato del lavoro. Di fronte a tali difficoltà la Provincia di Bergamo e le Parti Sociali del territorio hanno promosso la costituzione di tavoli di confronto volti a individuare le strategie più idonee per supportare imprese e lavoratori nel processo di cambiamento in atto. La direzione intrapresa, in questo senso, è stata quella di favorire un modello di intervento fondato sulla combinazione tra strumenti passivi e misure di politica attiva a promozionali al reimpiego. Questo modello fondato sulla concertazione è stato allargato ai Tavoli che di volta in volta vengono promossi nelle situazioni di crisi aziendali: la Provincia, i Comuni, le Comunità Montane, le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni datoriali sono, in alcuni casi, promotori di confronti territoriali e, in altri, invitati a condividere ipotesi progettuali di intervento. L ottica adottata è quella di sostenere congiuntamente, in funzione dei diversi ruoli e competenze, politiche integrate in grado di combinare tutele e responsabilizzazione dei lavoratori. 18

19 La Provincia svolge un ruolo di coordinamento delle situazioni di crisi aziendali favorendo, sin dalla prima fase di presa in carico, il confronto e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. La strategia provinciale prevede nello specifico: - la costituzione di un Tavolo di confronto su iniziativa delle Parti Sociali e/o della Provincia; - il ruolo di mediazione della Provincia per sostenere il raggiungimento di un accordo fra le Parti; - il coinvolgimento di tutti gli attori che potenzialmente possono intervenire nella situazione di crisi; - la valutazione degli strumenti da attivare a supporto dei lavoratori in difficoltà; - la presa in carico immediata dei lavoratori a rischio di esclusione sociale, anche attraverso il coinvolgimento di tutti gli operatori accreditati ai servizi al lavoro pubblici e privati; - la promozione dell accesso alle misure di politica attiva disponibili; - il monitoraggio costante delle crisi aziendali e del percorso di ogni lavoratore preso in carico dai Centri per l Impiego e dagli enti privati accreditati ai servizi al lavoro. L attivazione dei Tavoli operativi territoriali presso le sedi dei Centri per l Impiego a cui partecipano gli enti accreditati ai servizi alla formazione e al lavoro e, a seconda della misura di politica attiva, Parti Sociali, Ambiti territoriali ex l.328/2000, hanno consentito una migliore gestione del sistema dotale promosso da Regione Lombardia. La costituzione dei Tavoli territoriali ha consentito la promozione tra i soggetti accreditati del lavoro in rete favorendo sia l accesso agli interventi di politica attiva che il successo delle azioni programmate. 19

20 SETTORE ASSESSORATO ISTRUZIONE, ALLA FORMAZIONE, LAVORO PROFESSIONALE E SICUREZZA E LAVORO La gestione delle crisi aziendali Crisi aziendale, settoriale o territoriale Tavolo di gestione crisi aziendali (Prov. BG, parti sociali, enti locali, operatori pubb. priv. formazione lavoro) Strumenti di sostegno al reddito Servizi per l impiego (CPI e Autorizzati e accreditati D.lgs 276/03) Servizi e misure di politica attiva Monitoraggio ammortizzatori in deroga Monitoraggio politiche attive del lavoro Osservatorio del territorio 20

21 4. Le finalità del Piano di azione provinciale Le finalità perseguite dalla Provincia di Bergamo con il presente Piano e le misure che, di conseguenza, saranno realizzate si richiamano ad alcuni principi di carattere trasversale che rappresentano le fondamenta dell azione dell Amministrazione provinciale in materia di lavoro per i prossimi anni. Tali principi traggono origine dalle indicazioni fornite in sede comunitaria e nazionale, dalla normativa regionale (l.r.22/2006) e dal Piano d Azione Regionale , nonché dalla valorizzazione delle esperienze condotte a livello locale nell ambito delle politiche del lavoro. In particolare, i principi individuati come centrali nello sviluppo del presente Piano sono i seguenti: - promozione e garanzia della centralità dell individuo e della sua libertà di scelta nell accesso ai servizi formativi e al lavoro; - sostegno all integrazione tra istruzione, formazione e lavoro; - sviluppo e valorizzazione delle reti territoriali dei servizi al lavoro; - sostegno e valorizzazione della concertazione e della cooperazione con le Parti sociali, i Comuni, le Comunità montane, l Università, il settore nonprofit e gli altri attori locali che operano nelle politiche formative e del lavoro; La Provincia di Bergamo intende promuovere una serie di misure e interventi volti a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro locale, in particolare rispetto a quelle debolezze che permangono in un contesto di generale benessere e dinamicità. Gli obiettivi quantitativi e qualitativi in riferimento alle priorità delle strategie UE 2020, così come le indicazioni dettate in ambito nazionale e regionale, rappresentano, in questo senso, il termine-guida dell azione provinciale. L azione provinciale sarà finalizzata prioritariamente a: 21

22 - promuovere l innalzamento dell occupabilità dei lavoratori al fine di favorire un occupazione di migliore qualità - sostenere il reinserimento lavorativo dei lavoratori espulsi e/o a rischio di espulsione dal mercato del lavoro - promuovere l occupazione giovanile, anche attraverso l utilizzo dell apprendistato - supportare le imprese in difficoltà; - favorire il reinserimento lavorativo dei soggetti disabili e svantaggiati; - promuovere le pari opportunità e lotta contro qualsiasi forma di discriminazione; - promuovere e diffondere una cultura del lavoro fondata sulla responsabilizzazione condivisa tra individui, imprese e istituzioni. - Promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro; - Promuovere azioni che favoriscano la conciliazione vita lavoro. Il perseguimento di questi obiettivi si affianca alla volontà da parte dell Amministrazione provinciale di promuovere condizioni lavorative di migliore qualità per i lavoratori e le lavoratrici, in un ottica di sicurezza del lavoro, di tutela dell occupazione e di salvaguardia delle professionalità degli individui. Le trasformazioni che hanno caratterizzato il sistema socio-economico e il mercato del lavoro negli ultimi decenni, infatti, richiedono misure di welfare per il lavoro in grado di proteggere gli individui più vulnerabili e di favorirne una reale inclusione sociolavorativa. Sul versante della domanda, allo stesso tempo, i processi di globalizzazione dell economia, il conseguente allargamento della concorrenza su scala mondiale e il crescente peso delle innovazioni tecnologiche richiedono investimenti, soprattutto nelle piccole e medie imprese, finalizzati a promuovere maggiore competitività e capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato. 22

23 Le politiche provinciali, quindi, saranno volte a promuovere politiche del lavoro attive e promozionali finalizzate ad aumentare l occupabilità dei lavoratori a rischio di esclusione per un rapido reinserimento nel mondo del lavoro. Il miglioramento dei meccanismi di incontro tra domanda e offerta si accompagnerà a misure volte a potenziare il capitale umano dei lavoratori e degli imprenditori, mediante un forte investimento nella formazione professionale e continua e negli incentivi alle assunzioni per le aziende; gli obiettivi legati alla qualità del lavoro, inoltre, saranno perseguiti attraverso misure di sensibilizzazione, di informazione, di formazione rispetto ai temi della sicurezza, della responsabilità sociale delle imprese, della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, ecc. 23

24 5. Le politiche del lavoro Come previsto dalla programmazione comunitaria, nazionale e regionale, il presente Piano d azione intende promuovere un sistema di governo e di intervento sul mercato del lavoro fondato sull integrazione tra politiche dell istruzione, della formazione e del lavoro. Gli elementi centrali di questa integrazione, come indicato nel Piano d azione regionale , sono: - il rafforzamento dell apprendimento continuo e permanente; - la diffusione dell innovazione attraverso la qualificazione del capitale umano; - l implementazione di un sistema di certificazione delle competenze acquisite anche in ambito lavorativo; - una maggiore efficacia delle forme di inserimento lavorativo con finalità formativa (apprendistato, alternanza scuola-lavoro). La rete dei servizi Gli operatori pubblici e privati accreditati sono chiamati a concorrere, anche in collaborazione e raggruppamento con i soggetti accreditati per la formazione ai sensi della normativa di settore e in una logica di filiera, all attuazione di politiche del lavoro volte ad agevolare l inserimento o il reinserimento occupazionale delle categorie di lavoratori maggiormente svantaggiate. I destinatari delle politiche del lavoro provinciali potranno avere accesso all intera gamma dei servizi di innalzamento dell occupabilità e di sostegno all occupazione rivolgendosi ad uno degli operatori che costituiscono la rete dei servizi all impiego, il quale si farà garante dello svolgimento di un percorso personalizzato di consulenza informativa, riqualificazione ed inserimento lavorativo o di sostegno all autoimprenditorialità che potrà prevedere il coinvolgimento di altri soggetti della rete. 24

25 La Provincia di Bergamo, attraverso un azione di governance provinciale promuoverà il lavoro in rete tra enti al fine di favorire il miglioramento della qualità dei servizi erogati. 5.1 L atto negoziale Visti gli atti di programmazione regionale ed in particolare il PRS della IX legislatura, che evidenzia i principi dell investimento sull educazione dei giovani e la creazione di sinergie e complementarietà tra il sistema formativo e l offerta lavorativa quali fattori strategici di crescita e di sviluppo del capitale umano e di competitività del sistema socio economico lombardo ed in attuazione della deliberazione regionale n. 1891/2011, la Provincia di Bergamo ha predisposto l atto negoziale sottoscritto con Regione Lombardia in attuazione dell art.6 c.2 l.r. 19/07 e dell art.4 c.1 l.r.22/06. La programmazione della Provincia di Bergamo prevista nell atto negoziale è finalizzata alla promozione ed allo sviluppo del territorio e trova fondamento nella cooperazione tra istituzioni pubbliche e private, Parti Sociali per la realizzazione di interventi volti a generare condizioni più favorevoli alla crescita economica locale. La definizione degli obiettivi proposti fa riferimento alle priorità indicate da Regione Lombardia e nello specifico l azione provinciale è orientata a: - favorire la realizzazione del modello regionale di sviluppo, attraverso azioni di promozione della qualità, stabilità e regolarità del lavoro, della cultura della sicurezza e della prevenzione dei rischi; - potenziare il sistema di istruzione, formazione e lavoro al fine di costruire un offerta formativa in grado di rispondere pienamente alle esigenze del mercato del lavoro; - realizzare politiche per il lavoro attive e preventive per le persone in cerca di occupazione, in particolare per garantire ai giovani l accesso al mercato del lavoro aumentandone in modo generalizzato il livello di conoscenze e competenze anche sul luogo di lavoro in coerenza con le esigenze di sviluppo dei sistemi produttivi ed 25

26 economici, nonché sviluppare, sperimentare e monitorare le fasi di transizione scuola-lavoro e dei contratti di apprendistato; - accompagnare i processi di rafforzamento del welfare regionale con politiche mirate, attraverso l integrazione dei diversi strumenti e delle differenti competenze istituzionali, finalizzate all inserimento lavorativo e il sostegno alla permanenza al lavoro delle persone con disabilità e delle persone a rischio di esclusione sociale, l integrazione dei processi formativi e lavorativi dei cittadini stranieri per i quali la permanenza al lavoro è oggettivo elemento di contrasto alla clandestinità; - sviluppare sistemi di formazione continua basati sulla sinergia e complementarietà tra interventi di politiche e risorse, sostenendo l adattabilità dei lavoratori, al fine del mantenimento dei posti di lavoro, con particolare riferimento ai lavoratori di aziende in cassa integrazione orientandoli verso nuovi percorsi occupazionali; - migliorare la qualità e l efficacia del sistema provinciale dei servizi per l impiego soprattutto in riferimento all incontro domanda/offerta di lavoro, al fine di sostenere l inserimento nel mercato del lavoro - investire sull empowerment imprenditoriale al fine di incentivare l imprenditorialità e la competitività del sistema economico valorizzando e supportando le eccellenze. Ambiti d intervento dell atto negoziale Integrazione dei servizi per il lavoro e l occupazione attraverso la collaborazione pubblico/privato. L attuale situazione del mercato del lavoro ed in particolare i recenti andamenti economici internazionali hanno reso necessario che i protagonisti del mercato del lavoro facciano sistema in un ottica di collaborazione, scambio di informazioni e condivisione di necessità e competenze. 26

27 Pertanto la misura di politica attiva proposta trova collocazione all interno di un Accordo con le Parti interessate, e verrà declinata attraverso una progettazione esecutiva contenente i seguenti elementi: - Indirizzo verso la ricollocazione dei lavoratori target; - Concorso delle risorse pubbliche e private - Sistemizzazione delle informazioni provenienti dalle Agenzie per il Lavoro, dai Centri per l Impiego, dal data base delle comunicazioni obbligatorie, dalle imprese e dalle organizzazioni sindacali al fine di procedere ad una puntuale programmazione dei percorsi domativi ed individuazione dei settori maggiormente interessati alla ricollocazione; - Integrazione dei servizi pubblici e privati per la realizzazione degli interventi di politica attiva a sostegno della riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori coinvolti; - Coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro presenti sul territorio e definizione dei ruoli operativi ed impegni finanziari delle stesse; - Erogazione di incentivi per le aziende che sottoscrivono contratti di somministrazione in rapporto al target e alla durata del contratto; - Monitoraggio e valutazione. Destinatari: Lavoratori iscritti nelle liste di mobilità l.223/91 e l.236/93, disoccupati da almeno 45 giorni residenti o domiciliati nella provincia di Bergamo, che abbiano terminato almeno 78 giorni di lavoro in somministrazione, disoccupati da almeno 12 mesi che abbiano compiuto 45 anni 27

28 Interventi per la riqualificazione dei lavoratori disoccupati e/o inoccupati e/o percettori di ammortizzatori sociali Training to the job Training to the stage Incentivi all assunzione La misura prevede la realizzazione di interventi finalizzati a rafforzare le competenze, potenziare l occupabilità e sostenere il reinserimento nel mercato del lavoro di inoccupati, disoccupati e lavoratori fuoriusciti dal mercato del lavoro e/o provenienti da situazioni di crisi aziendale,m con particolare riferimento ai disoccupati di lunga durata e ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali: La dote prevede interventi di politica attiva quali: - Percorsi di riqualificazione finalizzati all adattamento delle competenze del lavoratore a quelle richieste dalla nuova azienda, a seguito dell individuazione di un nuovo posto di lavoro (training to the job) - percorsi di riqualificazione finalizzati al rafforzamento delle competenze e al potenziamento dell occupabilità dei lavoratori in funzione dell attivazione di un tirocinio di inserimento lavorativo (training to the stage) - Borse lavoro per lavoratori in tirocinio finalizzato all inserimento lavorativo - Incentivi destinati all azienda che assume lavoratori con contratto a tempo indeterminato Destinatari: lavoratori disoccupati, lavoratori inoccupati, lavoratori in cigs, lavoratori inmobilità l.223/91 E L.236/93 Promozione occupazione giovanile (incentivi alle aziende per l assunzione e la stabilizzazione di giovani dai 29 ai 35 anni) La linea di intervento si propone di promuovere l occupazione giovanile attraverso: 28

29 - Incentivi all assunzione di giovani (anche a seguito di percorsi di tirocinio - Incentivi alla stabilizzazione (trasformazione contratti di lavoro precari) Interventi a supporto della riqualificazione dei lavoratori occupati in aziende che non accedono ad ammortizzatori sociali L ambito di intervento è finalizzato alla implementazione di progetti e azioni per la riqualificazione e l incremento dell adattabilità dei lavoratori occupati che rischiano di uscire dal mercato del lavoro, con particolare riferimento alle aziende che non accedono agli ammortizzatori sociali, al fine di promuovere interventi tempestivi. In particolare sono previsti interventi destinati a lavoratori occupati finalizzati a prevenire e contrastare ogni forma di espulsione dal mercato del lavoro attraverso il potenziamento dell adattabilità e occupabilità delle persone mediante interventi di riqualificazione professionale. Gestione delle crisi aziendali: progetti per l outplacement e riqualificazione dei lavoratori progetti di ricerca di nuove iniziative imprenditoriali e/o di reeingineering In continuità con il modello di governance già implementato negli scorsi anni e in attuazione alla l.2/09, la Provincia gestisce in collaborazione con le Parti Sociali la costituzione di Tavoli di confronto per la presa in carico di crisi aziendali significative per il territorio. I Tavoli favoriscono, attraverso il clima della concertazione, un modello fondato sulla combinazione tra strumenti passivi e politiche attive del lavoro, anche attraverso l integrazione delle misure di intervento proposte da Regione Lombardia. 29

30 L intervento è finalizzato a rispondere al fabbisogno delle imprese e dei lavoratori mettendo a disposizione sia interventi finalizzati all outplacement e alla riqualificazione dei lavoratori sia alla ricerca di nuove iniziative imprenditoriali finalizzate all inserimento dei lavoratori espulsi dalle aziende dimesse che attraverso la riqualificazione professionale potranno essere assorbiti nella nuova realtà imprenditoriale. Inoltre potranno essere ricompresi progetti di supporto alle aziende in crisi attraverso attività di reengineering dei processi interni. Tirocini all estero Euromondo Il progetto è finalizzato alla promozione di tirocini all estero al fine di ampliare le opportunità e le esperienze di formazione lavoro nel contesto europeo ed extraeuropeo e favorire la mobilità di studenti, laureati ed in generale giovani interessati. Gli interventi si svilupperanno nell ambito dell iniziativa Euromondo, realizzata in collaborazione con l Università degli Studi di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, UBI Banca. Le doti saranno finalizzate a sostenere i giovani tirocinanti attraverso l erogazione di borse lavoro. Destinatari: giovani, studenti, laureati con età inferiore a 35 anni. L apprendistato Regione, in accordo con le parti sociali e datoriali e con le amministrazioni provinciali, promuove l apprendistato di tutti i livelli come strumento privilegiato per l inserimento dei giovani nel mondo del lavoro prevedendo anche sistemi di premialità per le imprese che assumono attraverso questa modalità contrattuale, finalizzata all occupazione e alla formazione dei giovani 30

31 secondo quanto stabilito dal Testo Unico dell Apprendistato nel Decreto Legislativo 167/2011. La Dote diventa lo strumento per dare piena attuazione all istituto dell Apprendistato come definito dall art. 48 (Apprendistato per l espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione) e dall art. 50 (Apprendistato per l acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione) del d.lgs 276/03 e successive modifiche. Per quanto riguarda l Apprendistato Professionalizzante, come definito dall art. 49 del d.lsg. 276/03 e successive modifiche, Regione Lombardia si pone nel ruolo di regolatore e facilitatore di processi che competono invece alla contrattazione tra le parti sociali per quanto attiene alle politiche del lavoro. Promozione e sostegno dei servizi in apprendistato ex art. 16 l.196/97 ed ex art.49 dlgs 276/2003 valorizzando gli indirizzi regionali del 5/12/2011 L apprendistato ha assunto un ruolo centrale nelle politiche occupazionali rappresentando uno strumento di promozione dell occupazione giovanile e di qualificazione. Strategico è il ruolo della formazione ai fini della valorizzazione professionale delle risorse umane: le finalità formative del contratto di apprendistato non solo favoriscono la crescita professionale e personale dell apprendista ma agevolano anche il suo inserimento nel mondo del lavoro. All interno di questo contesto la Provincia intende assicurare continuità nell erogazione di servizi per l apprendistato ex art.16 l.196/1997 ed ex art.49 Dlgs 276/2003 analoga a quella dei precedenti anni mediante l offerta formativa divulgata attraverso un Catalogo delle attività formative e servizi per l apprendistato. Il numero degli apprendisti attivi al 31/12/2011 è pari a

32 Il numero di apprendisti di cui si intende soddisfare la domanda di formazione e stato stimato sulla base degli assunti art.49 d.lgs 276/03 e art.16 l.196/97 che hanno usufruito dei servizi dedicati nel precedente anno e che corrisponde a Considerando che: - l ammontare delle risorse assegnate da Regione Lombardia per l annualità non è sufficiente a coprire la possibile richiesta dell intero numero di destinatari precedentemente indicato (5.788) - l offerta dei servizi formativi rivolti agli apprendisti assunti ai sensi dell art.49 D.lgs 276/03 e dell art. 16 della l.196/97 è fruibile, nei limiti delle risorse disponibili, fino al 31 dicembre Dopo tale data sarà fruibile esclusivamente l offerta formativa finalizzata all acquisizione delle competenze di base/trasversali in osservanza della disciplina regionale adottata ai sensi del D.lgs 167/2011. Le risorse per l annualità 2012 previste da Regione Lombardia con DDUO n del 5/12/2011 garantiscono l eventuale erogazione di servizi per un numero stimato di apprendisti. Destinatari: apprendisti assunti ai sensi dell art.16 della l.196/97 o ai sensi dell art.49 del D.lgs 276/03 che devono avviare o proseguite il percorso di formazione esterna o integrata già attivato negli anni precedenti. Favorire l utilizzo del contratto di apprendistato art.4 D.Lgs 167/2011 valorizzando gli indirizzi regionali del 5/12/2011 Ai sensi del Decreto Legislativo del 14 settembre 2011 n. 167 Testo unico dell apprendistato (entro in vigore il 25 ottobre 2011 e in ogni caso operativa entro il 25 aprile 2012) la Provincia di Bergamo in osservanza degli indirizzi regionali promuove e finanzia i percorsi formativi rivolti alla formazione esterna 32

33 degli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere ai sensi dell art.4. Tali percorsi sono finalizzati all acquisizione delle sole competenze di base e trasversali. Anche per gli apprendisti assunti ex art. 49 del D.Lgs 276/03 e art. 16 della l.196/97 a partire dal 1/1/2013 sarà fruibile esclusivamente l offerta formativa finalizzata all acquisizione delle competenze di base/trasversali in osservanza della disciplina regionale adottata ai sensi del D.Lgs 167/2011. Destinatari: apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere ai sensi dell art. 4 dlgs 167/2011; A partire dal 1/1/2013 apprendisti assunti ex art. 49 DLgs 276/03 e art. 16 della l.196/97 Il Programma SAP Servizi alla Persona L intervento si propone di promuovere attività di sviluppo in tema di Servizi alla persona, con particolare riferimento all assistenza familiare, orientandosi a favorire i servizi di matching domanda/offerta e alla valorizzazione della rete dei servizi sia pubblici che privati attivi sul territorio provinciale. La Provincia di Bergamo intende ottimizzare la gestione di questo segmento di mercato del lavoro e a tal fine si ripropone di sviluppare le seguenti linee di attività: governance e coordinamento istituzionale delle policies relative ai servizi alla persona; sviluppo della rete tra i servizi già esistenti sul territorio provinciale, nell ottica dell integrazione fra le funzioni e le competenze interne alla Provincia e le realtà private e non che già operano nel territorio per l incrocio domanda/offerta di badanti; attivazione di nuovi sportelli e potenziamento della funzionalità di quelli in essere per la realizzazione di una metodologia di lavoro comune e condivisa tra i diversi soggetti pubblici e privati, consentendo l erogazione dell intera filiera dei 33

34 servizi afferenti all incrocio domanda/offerta di lavoro; la linea di intervento è volta ad attivare almeno 4 sportelli sul territorio provinciale; adozione da parte dei soggetti in rete di un sistema informativo condiviso; sviluppo della gamma di servizi offerti dagli sportelli territoriali, che devono garantire oltre alle attività di incrocio domanda/offerta, servizi di mediazione culturale specialistica, consulenza legali/amministrativa, consulenza in area socio-sanitaria e psicologica, nonché supporto, assistenza ed informazione nella gestione del rapporto di lavoro; gestione di strumenti di assistenza alle famiglie per le necessità di sostituzioni temporanee degli assistenti familiari che si dedicano alle attività di formazione; realizzazione di percorsi formativi e di aggiornamento professionale; Il Programma si declina secondo due linee di intervento: - il sistema territoriale dell offerta (attivazione delle rete locale, formazione degli operatori della rete e implementazione nuovi sportelli) - gli operatori della cura familiare e le famiglie (formazione degli assistenti familiari e conciliazione familiare per le sostituzioni) Azione di Sistema rafforzamento governance territoriale costruzione di una rete territoriale, favorita dall implementazione e digitalizzazione del sistema informativo lavoro e dalla analisi e condivisione dei dati socio economici del territorio In virtù del ruolo attribuito alle Province dalla l.r. 22/06 nell ambito della programmazione territoriale e gestione degli interventi all interno di un rinnovato sistema dei servizi per il lavoro composto da operatori pubblici e privati accreditati e/o autorizzati, la provincia di Bergamo intende attivare un azione di governance territoriale finalizzata a favorire da un lato la concertazione territoriale in tema di scelte strategiche per l implementazione di interventi di politica attiva e dall altro il consolidamento delle reti di servizi offerti da operatori pubblici o privati accreditati. L azione intende valorizzare il 34

35 ruolo dei centri per l Impiego della Provincia di Bergamo quale snodo della rete nonché luogo di condivisione delle conoscenze e delle specificità presenti nel tessuto locale al fine di promuovere in modo condiviso e omogeneo strategie di intervento adeguate alle necessità di ciascun territorio. Allo stesso tempo vuole sostenere maggiormente lo sviluppo e il consolidamento delle reti tra enti pubblici e privati accreditati ai servizi alla formazione e al lavoro, attraverso la proposizione di strumenti e metodologie di lavoro innovative nell ottica di favorire una maggiore efficacia degli interventi di politica attiva. La governance provinciale si esplicherà attraverso la promozione di reti e la costituzione di tavoli di lavoro tra servizi pubblici e privati accreditati al lavoro e alla formazione ai fini di una presa in carico condivisa ed adeguatamente ripartita dei destinatari degli interventi al fine di implementare/integrare le politiche attive con le politiche passive. E l impostazione di un modello di interazione tra gli attori della rete che si realizza anche attraverso la predisposizione informatica di strumenti del sistema informativo lavoro e il loro accesso da parte dei soggetti della rete. Gli obiettivi di sviluppo del sistema informativo garantiscono: la tracciabilità informatica degli interventi di politica attiva e passiva sulla persona, la trasparenza degli interventi, la semplificazione delle procedure. La governante territoriale e l impostazione dei Tavoli di lavoro con le parti sociali, istituzioni, enti locali per lo sviluppo dell occupazione sul territorio provinciale (anche ai fini della stipula di patto territoriale per lo sviluppo), e per l attuazione degli interventi di politica attiva si esplica anche con la strutturazione di un sistema di analisi dei dati economici e del mercato del lavoro integrati con quelli statistici dell istruzione e formazione e dell andamento demografico e ciò al fine di una lettura, restituzione, ma anche verifica periodica degli interventi attuati. 35

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