F PROMOZIONE E TUTELA DELLA CONCORRENZA NEL SETTORE DEL CREDITO

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1 F PROMOZIONE E TUTELA DELLA CONCORRENZA NEL SETTORE DEL CREDITO Nel corso del 2005 la Banca d Italia ha continuato a promuovere la concorrenza, a studiarne le dinamiche e a rilevarne gli effetti sui mercati bancari. L indagine conoscitiva sui servizi bancari e di intermediazione finanziaria, avviata alla fine del 2004, è entrata nella fase operativa attraverso la conduzione di verifiche ispettive mirate ad accertare le condizioni applicate per la chiusura dei conti correnti e per il trasferimento dei titoli; la documentazione acquisita ha permesso, inoltre, di stimare le spese di tenuta e di gestione dei conti. L attività antitrust, svolta in base alla legge 10 ottobre 1990, n. 287, si è concentrata sull esame del nuovo livello della commissione interbancaria relativa a PagoBancomat; è stato aperto un procedimento di inottemperanza nei confronti della Convenzione per la gestione del marchio Bancomat (Cogeban); sono stati effettuati approfondimenti in seguito alla richiesta di rinnovo delle autorizzazioni presentata dall Associazione bancaria italiana (ABI) e da Cogeban per le commissioni interbancarie dei servizi: Ricevuta bancaria elettronica (Riba), Rapporti interbancari diretti (RID), Bancomat. Nel corso dell anno sono state concluse anche due istruttorie concernenti il sistema dei pagamenti e lo schema generale di contratto predisposto dall ABI per la fideiussione a garanzia delle operazioni bancarie (cfr. la sezione: Promozione e tutela della concorrenza nel settore del credito nella Relazione sull anno 2004). L art. 19, comma 11, della legge 28 dicembre 2005, n. 262 ha abrogato i commi 2, 3 e 6 dell art. 20 della L. 287/1990, che assegnavano alla Banca d Italia le competenze antitrust sul settore bancario; dal 12 gennaio del 2006 queste competenze sono state attribuite all Autorità garante della concorrenza e del mercato, con la quale è stato definito il trasferimento dei procedimenti in corso (cfr. il capitolo della sezione E: Il quadro normativo). 360

2 Lo sviluppo della concorrenza All inizio degli anni novanta la quota delle attività bancarie facente capo a istituti controllati dal Tesoro e dalle fondazioni era prossima al 70 per cento; il sistema si presentava frammentato in un numero elevato di operatori, di dimensione ridotta nel confronto internazionale, molti dei quali esercitavano un attività di intermediazione tradizionale in ambiti territoriali limitati. Il processo di privatizzazione ha ridotto al 9 per cento la parte di attività delle banche in cui le fondazioni detengono quote superiori al 50 per cento del capitale. Ha comportato profonde trasformazioni del sistema, stimolandone l efficienza operativa. Con la contendibilità del controllo societario il mercato finanziario ha accresciuto la sua azione di disciplina sulla gestione. Alla privatizzazione delle banche si è unita l apertura dei mercati interni, favorita dai provvedimenti che hanno rimosso i vincoli amministrativi all accesso e all espansione territoriale degli intermediari. La concorrenza è stata, altresì, promossa dalla formazione del mercato unico europeo dei servizi bancari e dalla liberalizzazione dei movimenti di capitali. All intensificarsi della concorrenza le banche hanno risposto per più vie: aumentando la scala operativa e ampliando l offerta di servizi, in primo luogo di gestione professionale del risparmio; rendendo più rigorose le tecniche di gestione dei rischi; investendo in tecnologia per aumentare la produttività. Dall inizio degli anni novanta la crescita della produttività, testimoniata dall incremento dei fondi intermediati per addetto, è stata accompagnata da una significativa diminuzione del costo reale del lavoro e del rapporto fra i costi operativi e il margine di intermediazione, ridottosi fino a valori in linea con la media europea. A riprova dell operare delle pressioni concorrenziali, in un contesto che vede generalmente attenuati i profili di rischio degli attivi delle aziende di credito, la redditività bancaria, seppur aumentata negli anni più recenti, si attesta oggi su livelli paragonabili a quelli iniziali del periodo. I dati empirici confermano che la concorrenza stimola gli intermediari a ricercare condizioni di maggiore efficienza e, per tal via, promuove la competitività e la stabilità del sistema, svolgendo una funzione complementare all azione della vigilanza prudenziale. Il consolidamento del sistema bancario non ha comportato pregiudizi alla concorrenza. Nei mercati locali l entrata di nuovi operatori e la crescente sovrapposizione delle reti distributive delle banche hanno prodotto effetti positivi sui processi concorrenziali. Dal 1990, sebbene in totale le banche si siano ridotte da a 784, il numero medio delle banche operanti nelle province è salito da 29 a 36 unità; gli sportelli sono (oltre in più rispetto all inizio del periodo), pari a oltre 5 ogni abitanti, in linea con i principali paesi europei. 361

3 L indice di concentrazione di Herfindahl-Hirschman, valutato su base consolidata nei mercati regionali degli impieghi, si è ridotto di oltre il 22 per cento rispetto ai valori massimi della fine degli anni novanta; nei mercati provinciali dei depositi, l indice è diminuito del 14 per cento rispetto ai valori più elevati raggiunti lo scorso decennio. Gli effetti della concorrenza si riscontrano nell attenuazione del divario tra i tassi sugli impieghi e quelli sulla raccolta e nella redistribuzione delle quote di mercato. Nei mercati dei depositi e degli impieghi, la consolidata standardizzazione dei prodotti e gli obblighi di trasparenza imposti dalla normativa favoriscono il confronto fra le condizioni praticate e agevolano il cliente nell assumere scelte consapevoli. In alcuni settori connessi con l offerta di servizi di gestione del risparmio, in cui la comparazione è meno immediata, gli effetti sulle commissioni sono risultati più contenuti. Il tasso di interesse sui nuovi finanziamenti alle imprese in Italia, nel dicembre del 2005, era del 3,6 per cento; il tasso annuo effettivo globale (TAEG) sui nuovi prestiti alle famiglie per l acquisto di abitazioni del 4 per cento. Entrambi i valori risultano in linea con quelli medi dell area dell euro. Dalla seconda metà degli anni novanta la variazione media annua delle quote di mercato, senza considerare gli effetti derivanti dalle operazioni di fusione o acquisizione, è risultata del 3,5 per cento per i depositi e superiore al 5 per gli impieghi; in particolare, nel comparto dei mutui alle famiglie è stata pari al 5,5 per cento. Nel mercato della gestione professionale del risparmio nell arco dell ultimo decennio si è registrata una significativa riduzione delle commissioni di ingresso e di uscita dei fondi comuni; le commissioni di gestione e di performance, addebitate dalle società di gestione del risparmio (SGR) direttamente ai fondi, hanno invece manifestato un andamento variabile con la tendenza a un moderato rialzo negli anni più recenti. Circa il 70 per cento delle commissioni percepite dalle SGR per la gestione dei fondi comuni sono destinate a remunerare la rete distributiva del gruppo di appartenenza. La concorrenza è potenzialmente alimentata dalle banche estere. Esse hanno progressivamente accresciuto l operatività in Italia. Oltre all intermediazione all ingrosso (assistenza all emissione di obbligazioni e di azioni, prestiti sindacati, servizi di consulenza per fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni aziendali) hanno sviluppato l attività al dettaglio, specie nei comparti dei mutui immobiliari e del credito al consumo. Considerando anche le operazioni di concentrazione perfezionate nel 2006, la quota dell attivo totale delle unità operanti in Italia attribuibile a filiali e filiazioni di istituzioni fi nanziarie estere è salita al 16,8 per cento (rispetto al 9,2 dell anno precedente), superiore al corrispondente dato dei principali paesi dell Europa continentale (cfr. il capitolo della sezione E: Struttura del sistema finanziario). Inoltre, la proporzione dello stesso aggregato riferibile alle partecipazioni superiori al 2 per cento detenute da soggetti esteri nei principali gruppi bancari italiani è pari al 5,9 per cento. 362

4 Nei mercati del credito al consumo e del leasing gli operatori esteri detengono quote di mercato pari, rispettivamente, al 29 e al 16 per cento. Nella gestione del risparmio, tra la fine del 2000 e quella del 2005, il patrimonio complessivamente riconducibile ai fondi gestiti da società italiane di proprietà estera o venduti in Italia da intermediari esteri è passato da circa 54 a 158 miliardi di euro, con un aumento del peso sul totale dei fondi commercializzati nel nostro paese dal 9,6 a circa il 25 per cento. Nell attività bancaria al dettaglio cresce la concorrenza esercitata da Poste Italiane. A dicembre scorso il numero dei conti correnti detenuti dalla clientela retail presso BancoPosta rappresentava circa il 13 per cento del totale di sistema; con oltre 5 milioni di carte, BancoPosta è il primo emittente di carte di debito in Italia. Le profonde trasformazioni strutturali intervenute nel sistema bancario italiano sono state messe in evidenza dal Fondo monetario internazionale (FMI) nel rapporto annuale per il 2005, redatto ai sensi dell articolo IV dello statuto, e nella valutazione sulla stabilità del sistema finanziario (Financial System Stability Assessment) (cfr. il capitolo della sezione E: Il quadro normativo). L FMI ha rilevato che gli indicatori di concorrenza e di performance del sistema bancario italiano sono sostanzialmente allineati con quelli dei maggiori paesi europei. Indicatori quali il differenziale tra prezzo e costo marginale (indice di Lerner), l elasticità dei ricavi rispetto ai prezzi dei fattori produttivi (indice di Panzar-Rosse), gli andamenti dei prezzi (margini d interesse netti) segnalano la concorrenzialità dei mercati dei depositi e degli impieghi. Secondo l FMI, tuttavia, il prezzo dei servizi bancari in Italia rimane elevato. Al riguardo, vengono citati gli esiti di due ricerche condotte da società specializzate: secondo la prima, in Italia il costo medio annuo di tali servizi sarebbe fra i più alti nel contesto internazionale; l altra ricerca - che stima questo costo tenendo conto degli interessi corrisposti alla clientela e del diffuso fenomeno delle cointestazioni - mostra, invece, un valore inferiore a quello rilevabile in Francia, Spagna e Germania, ma superiore a quello di Belgio, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Indagine conoscitiva sui servizi bancari e di intermediazione finanziaria Nel dicembre del 2004, coordinandosi con l Autorità garante della concorrenza e del mercato, la Banca d Italia ha avviato un indagine conoscitiva ai sensi della L. 287/1990, diretta ad accertare costi e modalità operative per la chiusura dei principali servizi bancari e finanziari al dettaglio, quali, in particolare, conti correnti e rapporti di custodia e amministrazione di valori mobiliari. Al fine di ottenere informazioni sulle condizioni economiche e contrattuali praticate dalle banche per la chiusura dei rapporti, con l ausilio delle Filiali della Banca d Italia sono state svolte, nel corso del 2005, verifiche ispettive presso 300 sportelli, facenti capo a 88 banche. Hanno formato og- 363

5 getto di esame le condizioni applicate a oltre rapporti di conto corrente chiusi nell anno precedente la rilevazione. La documentazione acquisita è stata messa a disposizione dell Autorità garante, che con un provvedimento del 18 gennaio 2006 ha deliberato di procedere a un indagine conoscitiva riguardante i prezzi alla clientela dei servizi bancari. Gli sportelli sono stati selezionati tenendo conto della localizzazione geografica, della classe dimensionale della banca e del grado di concentrazione dell offerta di servizi bancari a livello comunale, misurato in base al numero di sportelli per popolazione residente e di banche operanti sul territorio. I conti appartenevano generalmente a persone fisiche che non avevano in corso rapporti di affidamento. Nel 57 per cento dei casi, il conto era stato aperto negli ultimi cinque anni; solo nel 6 per cento dei casi, all estinzione ha fatto seguito l apertura di un conto corrente nell ambito dello stesso gruppo bancario. Le verifiche, condotte su un campione di sportelli contenuto, seppur statisticamente significativo, rappresentavano soltanto la prima fase dell indagine, destinata a ulteriori approfondimenti; i dati che esse mettono in evidenza non possono essere considerati alla stregua di conclusioni definitive. La rilevazione ha segnalato un costo medio di chiusura dei conti correnti di 34 euro. Nel 75 per cento dei casi le spese connesse con l estinzione del rapporto sono risultate inferiori o pari a 50 euro; in particolare, per il 30 per cento dei conti non sono stati riscontrati oneri di chiusura. Spese superiori a 75 euro sono state accertate nel 6 per cento dei casi. In ordine alle spese di tenuta e di gestione dei conti, l esame dei documenti acquisiti per i rapporti bancari oggetto della rilevazione ha segnalato che la variabilità delle condizioni applicate è molto elevata. Il 46 per cento dei rapporti non prevedeva l applicazione di spese per le scritture contabili relative alle operazioni compiute, a fronte di un canone periodico che - al netto degli oneri fiscali e delle spese connesse con il rispetto della normativa sulla trasparenza - ammontava in media a circa 76 euro annui, comprensivi del costo del Bancomat. Per la restante parte dei rapporti si è rilevato un canone annuo, in media pari a 66 euro, a fronte di un numero limitato di scritture contabili gratuite; in particolare, per i conti osservati era prevista una franchigia media di 70 scritture contabili annue. Per questi conti esiste un costo annuo aggiuntivo di gestione che dipende dal numero di operazioni effettuate. Nell ipotesi (che probabilmente sovrastima il costo) che il numero medio di operazioni compiute sia pari a 125, cioè al dato medio di sistema desumibile dalle segnalazioni di vigilanza, applicando le condizioni previste per ciascun rapporto (soglie di franchigia e spese di scritturazione) si ottiene un costo medio annuo aggiuntivo di circa 100 euro. Per entrambe le categorie di conto corrente vanno aggiunte le commissioni per specifi ci servizi, tra cui bonifici, prelievi presso ATM di altre banche e addebiti pre-autorizzati; nell ipotesi di un utilizzo di tali servizi pari a quello medio di sistema, ne risulterebbe un ulteriore spesa annua di circa 38 euro. 364

6 I rapporti di custodia e amministrazione di valori mobiliari sono stati esaminati con riferimento alle spese sostenute dalla clientela per il trasferimento delle posizioni in titoli. Solo in un limitato numero di casi (190 su circa conti titoli estinti, pari al 13 per cento) all estinzione del rapporto ha fatto seguito un trasferimento di posizioni presso un altra banca. Sono state rilevate commissioni sia rapportate al numero dei titoli trasferiti, considerando una sola volta le posizioni aventi lo stesso codice identificativo, sia proporzionali al valore dei titoli (queste ultime meno frequenti); in alcuni casi, erano previsti i livelli minimi e massimi assumibili dalla commissione. La spesa media sostenuta dalla clientela per il trasferimento dei titoli si è ragguagliata a circa 101 euro; escludendo i trasferimenti effettuati all interno dello stesso gruppo bancario, essa è risultata pari a 136 euro. In media, la commissione è stata di circa 39 euro per codice titolo; essa è stata superiore a 50 euro in un quarto dei casi. La tutela della concorrenza Dal 1990 la Banca d Italia ha esaminato circa 780 operazioni di concentrazione e numerosi accordi tra intermediari. Questa attività, che ha comportato l analisi dei mercati di prodotto e territoriali presidiati dalle banche, ha dato luogo all avvio di 57 istruttorie, un numero elevato sia nel confronto con altri sistemi bancari sia rispetto agli altri settori nazionali di attività economica; di queste, 23 hanno riguardato le concentrazioni, 29 le intese e 5 gli abusi di posizione dominante. Le concentrazioni. La valutazione delle operazioni di concentrazione è stata condotta in base alle dimensioni dei mercati rilevanti, definiti con riguardo alle caratteristiche geografiche e merceologiche; ha richiesto di esaminare elementi di tipo strutturale e comportamentale (quote di mercato, indici di concentrazione, barriere all entrata, andamento dei prezzi). Nelle 23 istruttorie condotte, l analisi ha appurato che l incremento del potere di mercato conseguente all aggregazione non era tale da comportare il divieto dell operazione. Tuttavia, in più della metà dei casi sono state imposte misure compensative di natura strutturale (cessione o chiusura di sportelli) e comportamentale (divieto di aprire sportelli nei mercati ritenuti critici ai fini della concorrenza per un periodo di tempo determinato), allo scopo di evitare che si determinassero posizioni dominanti locali. Nell ultimo anno sono state esaminate dalla Banca d Italia, ai sensi della L. 287/1990, 28 operazioni di concentrazioni: in 9 casi si è riscontrato che le operazioni non rientravano nell ambito di applicazione della normativa, nei restanti 19, che non si determinavano restrizioni della concorrenza nei mercati rilevanti. L Autorità garante ha concordato con tali valutazioni. 365

7 Le intese. Delle 29 istruttorie su intese, molte si sono concluse con la dichiarazione di lesività e con la modifica degli accordi. L azione della Banca d Italia si è concentrata sull attività di coordinamento svolta dalle associazioni di categoria e sugli scambi di informazioni, che possono limitare la concorrenza. Particolare attenzione è stata rivolta agli schemi contrattuali diffusi dalle associazioni di categoria, riguardanti le operazioni e i servizi bancari alla clientela; è stata imposta l eliminazione di clausole dirette a fissare condizioni economiche o a limitare la possibilità di differenziare l offerta. Il principio che ha ispirato le valutazioni antitrust della Banca d Italia è che la standardizzazione contrattuale non produce necessariamente effetti anticoncorrenziali, a condizione che gli schemi uniformi non ostacolino la diversificazione del prodotto; è stata contrastata la diffusione di clausole che avrebbero impedito un equilibrata composizione degli interessi delle parti. Oltre la metà delle istruttorie sulle intese ha interessato il sistema dei pagamenti, in cui forme di cooperazione nell ambito delle strutture associative possono essere funzionali a garantire l interconnessione degli operatori e la diffusione dei servizi. Sono stati autorizzati accordi interbancari ritenuti necessari per l operatività del settore e per permettere ai consumatori di fruire di prodotti largamente apprezzati, quali le carte di credito e di debito. Fra le più importanti procedure fi gurano le sette istruttorie che hanno autorizzato, per periodi limitati, le commissioni interbancarie uniformi che le banche si riconoscono reciprocamente per l utilizzo di specifi ci strumenti di pagamento; nei provvedimenti relativi a PagoBancomat è stato affermato il principio, condiviso a livello internazionale, secondo cui la commissione interbancaria deve essere strettamente correlata ai costi e sottoposta a revisione a intervalli regolari. La revisione della commissione interbancaria per il servizio Pago- Bancomat. Nel 2005 è stato esaminato il metodo di calcolo della commissione interbancaria relativa a PagoBancomat presentato da Cogeban secondo quanto disposto dal provvedimento della Banca d Italia n. 49 del 1 luglio Le indicazioni fornite a Cogeban in seguito all esame della documentazione trasmessa hanno comportato una riduzione del valore della commissione interbancaria inizialmente proposto. Riguardo alle commissioni praticate dalle banche ai commercianti, ne è stato dimostrato l ampio grado di differenziazione; questa circostanza ha escluso che la determinazione della commissione interbancaria producesse restrizioni della concorrenza nei rapporti fra banche e clienti. 366

8 Il Consiglio di Cogeban ha deliberato l introduzione, a far tempo dal 1 gennaio del 2006, di una commissione espressa in parte in misura fissa (0,18 euro) e in parte variabile (0,1190 per cento della transazione), che resta in vigore per il biennio Rispetto alla commissione interbancaria applicata per la prima volta nel 1998, i successivi interventi della Banca d Italia ne hanno prodotto una riduzione del valore monetario superiore al 30 per cento. Il procedimento di inottemperanza sul sistema multibanca. In base al provvedimento della Banca d Italia n. 54 del 30 marzo 2005, Cogeban avrebbe dovuto realizzare entro il 1 ottobre dello stesso anno un sistema di gestione delle transazioni PagoBancomat orientato ai principi del multibanca. Nel mese di settembre Cogeban ha comunicato di non poter rispettare il termine e ha chiesto di continuare, per altri sei mesi, le attività di analisi e gli studi di fattibilità tecnica. Secondo i principi del multibanca, agli esercenti convenzionati con il PagoBancomat dovrebbe essere permesso di inviare le informazioni relative alle transazioni effettuate presso un determinato POS a una pluralità di banche, invece che a un unica banca di riferimento, per il successivo regolamento interbancario. In tal modo, le operazioni di pagamento che si avvalgono del PagoBancomat sarebbero indirizzate alla banca che di volta in volta risulta emittente della carta, con possibili riduzioni dei costi connessi con il trattamento informatico delle operazioni. Cogeban ha esposto le difficoltà operative incontrate nel corso dei lavori per rispettare gli obblighi imposti, senza tuttavia fornire alcuna chiara indicazione in ordine alla predisposizione di un organico progetto attuativo. Inoltre, le informazioni e la documentazione trasmesse non hanno consentito di appurare compiutamente l attività svolta da Cogeban per introdurre il sistema multibanca. La Banca d Italia, con il provvedimento n. 283/A del 22 ottobre 2005, ha contestato a Cogeban la violazione dell art. 15, comma 2, della L. 287/1990 per non avere ottemperato al provvedimento n. 54 del Il procedimento è disciplinato dalla legge 24 novembre 1981, n. 689 in materia di sanzioni amministrative, che richiede - tra l altro - l accertamento dell elemento, di carattere soggettivo, della volontarietà del comportamento inadempiente. Gli atti relativi al procedimento sono stati trasferiti all Autorità garante, che, con un provvedimento del 15 febbraio 2006, ha fissato il termine di chiusura al 28 aprile del 2006; con un provvedimento del successivo 4 aprile, tale termine è stato prorogato al 7 luglio del Il rinnovo delle autorizzazioni in deroga per i servizi Bancomat, Riba e RID. ABI e Cogeban nel luglio del 2005 hanno chiesto il rinnovo delle autorizzazioni in deroga, ai sensi dell art. 4 della L. 287/1990, delle commissioni 367

9 interbancarie multilaterali relative ai servizi di incasso e di pagamento: Bancomat, Ricevuta bancaria elettronica (Riba disposizione di incasso, Riba disposizione di incasso con tramite, Riba comunicazione di insoluto) e Rapporti interbancari diretti (RID commerciale incasso, RID utenze incasso, RID veloce). Le fattispecie potenzialmente lesive della concorrenza contenute negli accordi riguardano la fi ssazione di commissioni interbancarie massime per la prestazione dei servizi Bancomat, Riba e RID. Le precedenti autorizzazioni sono state concesse con il provvedimento n. 42 del 30 luglio 2002; esso ha previsto che le commissioni interbancarie indispensabili per il buon funzionamento dei servizi devono essere strettamente correlate ai costi e che dal calcolo della commissione per il Bancomat vanno esclusi quelli non direttamente connessi con la prestazione del servizio. Allo scopo di valutare l idoneità degli accordi notificati a pregiudicare in maniera sensibile il commercio fra gli Stati membri, nel settembre del 2005 è stato interrotto il termine per l avvio dell istruttoria previsto dalla L. 287/1990 ed è stato chiesto alle parti di rappresentare l evoluzione, a partire dal 1993, sia dei flussi transfrontalieri della domanda e dell offerta dei servizi in questione sia della partecipazione ai relativi accordi interbancari di filiali e filiazioni di enti finanziari non italiani. Inoltre, sono state chieste informazioni sull attitudine dei servizi a essere esercitati soltanto sul territorio italiano, sul rilievo che essi assumono nella scelta di banche o enti finanziari stranieri di stabilirsi in Italia, nonché sulla possibilità che si costituisca una rete concorrente al circuito Bancomat in Italia. Gli atti relativi alla richiesta dell ABI e di Cogeban sono stati trasferiti all Autorità garante, che con un provvedimento del 29 marzo 2006 ha avviato un procedimento istruttorio ai sensi dell art. 81 del Trattato CE, il cui termine di chiusura è stato fissato al 31 marzo I procedimenti comunitari rilevanti per la tutela della concorrenza nel settore bancario La cooperazione tra le autorità antitrust nazionali e la Commissione europea si avvale della rete di collegamento denominata European Competition Network (ECN). La creazione di un mercato europeo integrato dei servizi finanziari è un obiettivo della politica di concorrenza della Commissione europea, che si prefigge la liberalizzazione e il funzionamento efficiente dei mercati bancari e mobiliari, incluse le attività di negoziazione, di compensazione e di regolamento delle transazioni in titoli. La Banca d Italia ha sempre informato la Commissione europea delle proprie iniziative nel settore; ha partecipato attivamente sia all esame dei casi relativi a soggetti bancari sia alla fase di discussione e di redazione dei progetti di riforma presentati dalla Commissione. 368

10 Nel 2005 la Commissione europea ha aperto indagini conoscitive di natura generale sui servizi bancari al dettaglio e sulle carte di pagamento. I poteri della Commissione sono disciplinati, per quanto concerne le indagini conoscitive, dal regolamento del Consiglio 16 dicembre 2002, n. 1/2003. In particolare, è previsto che la Commissione possa quando l evoluzione degli scambi fra i paesi membri, la rigidità dei prezzi o altre circostanze facciano presumere che la concorrenza sia ristretta o falsata all interno del mercato comune procedere a indagini per settore economico; queste possono portare alla pubblicazione di una relazione che ne esponga i risultati, sulla quale le imprese direttamente interessate sono di norma invitate a presentare le loro osservazioni. L indagine sui servizi bancari al dettaglio (prestati ai consumatori e alle piccole e medie imprese), avviata nel giugno del 2005, si propone di esaminare l intensità della concorrenza nell industria bancaria europea, le condizioni di entrata nei mercati nazionali e l offerta cross-border di servizi bancari, la mobilità della domanda e l esistenza di eventuali switching cost, il livello di concentrazione e il potere di mercato degli operatori a livello nazionale. Nel novembre del 2005 la Commissione ha inviato un questionario a un campione composto da 250 banche appartenenti ai 25 Stati membri; una versione preliminare dei risultati dell indagine dovrebbe essere resa pubblica nell autunno del L indagine sulle carte di pagamento è incentrata sulle condizioni di concorrenza nei relativi circuiti e sulle infrastrutture di rete dei sistemi di pagamento. La raccolta dei dati avviene, anche in questo caso, attraverso un questionario inviato a più di 200 istituzioni finanziarie operanti nel settore, nonché a 26 circuiti di pagamento, nazionali e internazionali. Un rapporto preliminare contenente dati sul livello delle commissioni interbancarie e di quelle praticate agli esercenti, sulle condizioni di entrata nei mercati dell emissione, sulle modalità di convenzione dei commercianti e sulle regole di funzionamento dei circuiti è disponibile per la consultazione pubblica dal 12 aprile del Sono ancora in corso due procedimenti avviati nel 2004, relativi a intese potenzialmente lesive della concorrenza nel mercato dei servizi di pagamento. Il primo caso si riferisce a un accordo, rilevato nel corso di ispezioni antitrust, volto a prevenire l entrata di nuovi offerenti sul mercato francese delle carte di pagamento; il procedimento è stato avviato nei confronti dell associazione bancaria Groupement des cartes bancaires, che gestisce l omonimo circuito, e di nove tra le maggiori banche francesi. Il secondo caso riguarda le regole di partecipazione all associazione Visa international, in base alle quali il comitato direttivo di Visa può rifiutare l accesso al circuito a soggetti ritenuti concorrenti. 369

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