Estratto dal capitolo: Nascita, vita, morte e miracoli di un vaccino (anzi due) (pag 73-76)

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4 Estratto dal capitolo: Nascita, vita, morte e miracoli di un vaccino (anzi due) (pag 73-76) Nuova influenza A, Come difenderci. Quello che non ci dicono, Watchdog, Terre di Mezzo editori La gente dell Emea è stata lungimirante: nel 2003, in previsione di una pandemia influenzale (i biologi erano certi che prima o poi sarebbe scoppiata), avevano varato una speciale procedura accelerata (mock up approach) per autorizzare i vaccini da produrre nel caso fosse scoppiata una emergenza mondiale. In altre parole: le industrie di Big Pharma (solo loro possono permettersi un simile sforzo senza una certezza assoluta di ritorno degli investimenti) hanno messo a punto, per metodo di produzione e composizione, un vaccino che imita quello che sarà necessario a combattere una futura pandemia. Quando sarà necessario, le industrie sostituiranno il virus utilizzato per il vaccino dimostrativo con quello pandemico. È quanto è accaduto con l attuale emergenza, nell estate In realtà solo tre industrie (Baxter, Glaxo e Novartis) avevano scommesso con l Emea su una possibile pandemia realizzando vaccini dimostrativi e ottenendone le relative autorizzazioni. Sanofi-Aventis, industria leader nel mercato mondiale dei vaccini, non ha partecipato a questa competizione. Abbiamo strategie diverse, spiegano i suoi manager. Ma di fronte al grande business-pandemia che si è scatenato in questi mesi si coglie il rammarico di aver scelto di tirarsi fuori dal mock up approach. È così che agli inizi della scorsa estate, nei corridoi dell Emea, Novartis e Glaxo si sono ritrovate su una pista preferenziale rispetto a Sanofi e alle altre industrie. Ricapitolando: ai primi di aprile del 2009, laboratori canadesi e statunitensi isolano il virus della nuova influenza. Passano poche settimane e l Oms mette a disposizione dell industria il ceppo del nuovo virus. Parte così una corsa sfrenata al vaccino. E non è più una storia per fondisti, qui ci vuole gente che sa correre i cento metri. Se potessero, le industrie ingaggerebbero Usain Bolt pur di vincere questa gara. Le ragioni della scienza e della salute pubblica si mischiano con la nebulosa di un business economico da far venire l acquolina in bocca ai broker di Borsa. Il mercato dell ansia mette in moto un meccanismo irrefrenabile. Ma le condizioni della corsa non sono uguali per tutti: i cinesi vincono la sfida, Sinovac annuncia che a metà settembre il suo vaccino sarà già in commercio. E così è: diecimila studenti, figuranti delle grandi cerimonie per l anniversario della Rivoluzione maoista (sì, si celebra ancora, ogni primo di ottobre, nella Cina del turbocapitalismo in affanno), sono stati vaccinati il 21 settembre. Vaccino gratuito, annuncia Pechino, per i cinesi.

5 Le industrie europee e americane sembrano far spallucce alla velocità cinese. Sanno che nessuno, in Europa e negli Stati Uniti, si fida ancora, in campo sanitario, di farmaci provenienti dalla Cina. Si diffonde subito la convinzione (interessata) che i controlli sanitari cinesi non diano sufficienti garanzie. In Italia, Novartis si sente sicura del suo vaccino. Per presentarlo a un gruppo riservato di giornalisti privilegiati, a metà settembre, arriva in Italia, dal suo quartier generale in Massachussets, Andrin Oswald, capo della divisione vaccini di Novartis, ex responsabile della Croce Rossa in Nepal. Atterra a Siena negli stessi giorni in cui il dossier della multinazionale svizzera è sui tavoli dell Emea. A fine settembre l Agenzia del farmaco prende un attesa e prevedibile decisione bipartisan: nello stesso giorno raccomanda alla Commissione europea di autorizzare i vaccini Focetria e Pandemrix. Sono i vaccini Novartis e Glaxo. Godono della corsia privilegiata del mock up approach. L Emea ha però uno scrupolo: vista la procedura accelerata, ottiene la promessa che le industrie condurranno, anche dopo aver ottenuto l autorizzazione, almeno novemila test clinici. Come dire: ci fidiamo, ma tenete sotto controllo la situazione. Passano appena quattro giorni e, rapidissima, con un fine settimana nel mezzo, arriva per i vaccini Novartis e Glaxo anche l approvazione della Commissione europea. Gli altri vaccini non possono godere delle procedure previste dal mock up approach e devono ancora fare la fila di fronte all Emea. Vi saranno comunque procedure d urgenza, si dicono sicuri in Sanofi, e prevedono di ottenere le autorizzazioni per il loro vaccino antipandemico ben prima della fine dell anno.

6 Estratto dal capitolo: Se ci si ammala. Come ci si cura (e dove)? (pag ) Nuova influenza A, Come difenderci. Quello che non ci dicono, Watchdog, Terre di Mezzo editori Vaccino: sì, no, forse. Vaccino: a chi? con quante dosi? come? e con quali tempi? Quella che riguarda la vaccinazione è l unica direttiva uguale per tutto il territorio nazionale. Se per tutti gli altri aspetti della gestione della pandemia - visite a casa e negli ambulatori, accesso ai pronto soccorso, trattamento dei casi gravi, ricovero nelle rianimazioni - ogni Regione può organizzarsi come meglio crede, sempre nel rispetto delle linee guida impartite dal ministero, per le vaccinazioni ogni Regione dovrà attenersi scrupolosamente alle due ordinanze firmate dal viceministro Fazio l 11 e il 30 settembre. Ma se è abbastanza chiaro chi dovrà essere vaccinato, resta ancora un incognita il numero delle dosi: una o due per ciascun paziente? E anche il tipo di confezioni che i medici avranno a disposizione desta più di una perplessità: si stenta a crederci, ma sembra proprio che in una fiala ci sarà la quantità di vaccino per ben 10 dosi. Anche sui tempi, non ci sono certezze. Andiamo con ordine. La scelta del vaccino l ha fatta il ministero, che lo acquista da due ditte: Novartis e Sanofi- Aventis. La decisione è quella di vaccinare il 40 per cento della popolazione italiana, circa 24 milioni di persone (eper questo il governo fin dall estate prenota da Novartis e Sanofi 48 milioni di dosi, due per ogni paziente da vaccinare). Il vaccino non si troverà nelle farmacie. Il ministero distribuirà alle Regioni le quantità di vaccino prenotate da ciascuna, poi la ripartizione verrà fatta tra le aziende sanitarie. In qualche caso, la vaccinazione sarà erogata direttamente dalle aziende, negli ambulatori Asl, ma nella maggior parte delle regioni a vaccinare saranno solo e soltanto i medici di famiglia e i pediatri. Per ogni paziente vaccinato, i medici di famiglia riceveranno, come stabilito dall accordo collettivo nazionale, 6,17 euro, sia per la vaccinazione nazionale sia per quella pandemica. Per i pediatri la cifra è più alta, ma è regolata da accordi regionali: in Toscana, per esempio, è di 20 euro per la stagionale, di 12,50 per la pandemica. Chi dovrà essere vaccinato? Questa è la sola certezza. Premesso che la vaccinazione non è obbligatoria, l elenco del ministero è lungo e dettagliato. Molto in sintesi, tutto il personale sanitario e socio-sanitario, appunto, ma anche le forze di sicurezza, protezione civile, vigili del fuoco, e tutti coloro che assicurano i servizi pubblici essenziali; le donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza (nell emisfero Sud, dove la nuova influenza ha già imperversato, sono state le più colpite; e all inizio dell estate, in Gran Bretagna le autorità sanitarie raccomandavano alle donne di non intraprendere gravidanze in quel periodo, così da non ritrovarsi nel secondo o terzo trimestre proprio in piena pandemia), quelle che hanno partorito da meno di 6 mesi, o, in alternativa, chi assiste il bambino sotto i 6 mesi.

7 Tutte le persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni, e cioè chi presenta malattie respiratorie, cardiocircolatorie, renali, neoplasie, diabete, obesità: insomma, tutte quelle malattie che una sindrome influenzale potrebbe far aggravare drasticamente. Tutte queste persone saranno vaccinate con la prima tranche. Quando? A metà ottobre nessuno ci sa dare ancora una risposta precisa. Con la seconda tranche (prevista per gennaio), vaccinazione di massa tra i giovani, fino a 27 anni. Il virus della nuova influenza, infatti, sembra avere una capacità di trasmissione molto più elevata tra i giovani. Domanda. Perché la seconda tranche di vaccinazioni verrà fatta dopo il passaggio del picco pandemico? Molto pragmaticamente, perché sarà impossibile avere prima tutta la quantità di vaccino necessaria. E poi, spiega Emanuela Balocchini, responsabile del settore igiene pubblica della Regione Toscana, perché è possibile che il virus continui a circolare per cinque o sei mesi anche dopo il picco, e quindi va stroncato. Inutile presentarsi dal proprio medico.

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