Nuove normative suoi suoli: dalla centralità della bonifica alla responsabilizzazione dell operatore
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- Berta Franchi
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1 Nuove normative suoi suoli: dalla centralità della bonifica alla responsabilizzazione dell operatore avv. Andrea Martelli Convegno sul tema: La gestione dei materiali da scavo Ferrara, 19 Settembre 2014
2 C era una volta il procedimento di bonifica Il «decennio delle bonifiche»: dal binomio D. lgs. 22/ DM 471/1999 al binomio d. lgs. 152/ d. lgs. 4/2008 (en passant: rimpiangiamo il DM 471/1999?) Le fibrillazioni del legislatore dei «primi anni 10» (DL 201/2011, DL 1/2012, DL 2/2012, DL 43/2013, DL 69/2013, DL 91/2014, DL 133/2014, ) semplificazione burocratica / complicazione legislativa (avevamo un «Codice»?)
3 Una tendenza Una constatazione Una proposta
4 Una «tendenza»: la progressiva responsabilizzazione dell operatore (e del suo consulente tecnico ) 3 esempi nel biennio
5 (segue) Una «tendenza» 1 esempio: La riforma della disciplina in materia di danno ambientale (Parte VI, d. lgs. 152/2006) ad opera dalla legge 97/2013
6 (segue) Una «tendenza» 2 esempio: La riforma della disciplina in materia di autorizzazione integrata ambientale (Parte II, d. lgs. 152/2006) ad opera del d. lgs. 46/2014 e l introduzione della «Relazione di riferimento»
7 art. 5, d. lgs. 152/2006: «relazione di riferimento»: informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, necessarie al fine di effettuare un raffronto in termini quantitativi con lo stato al momento della cessazione definitiva delle attività. Tali informazioni riguardano almeno: l'uso attuale e, se possibile, gli usi passati del sito, nonché, se disponibili, le misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee che ne illustrino lo stato al momento dell'elaborazione della relazione o, in alternativa, relative a nuove misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee tenendo conto della possibilità di una contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall'installazione interessata. Le informazioni definite in virtù di altra normativa che soddisfano i requisiti di cui alla presente lettera possono essere incluse o allegate alla relazione di riferimento.
8 Art.. 29-sexies, d. lgs. 152/2006: «Fatto salvo quanto disposto alla Parte Terza ed al Titolo V della Parte Quarta del presente decreto, l'autorità competente stabilisce condizioni di autorizzazione volte a garantire che il gestore: b) al momento della cessazione definitiva delle attività, valuti lo stato di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte di sostanze pericolose pertinenti usate, prodotte o rilasciate dall'installazione; c) qualora dalla valutazione di cui alla lettera b) risulti che l'installazione ha provocato un inquinamento significativo del suolo o delle acque sotterranee con sostanze pericolose pertinenti, rispetto allo stato constatato nella relazione di riferimento di cui alla lettera a), adotti le misure necessarie per rimediare a tale inquinamento in modo da riportare il sito a tale stato, tenendo conto della fattibilità tecnica di dette misure; d) fatta salva la lettera c), se, tenendo conto dello stato del sito indicato nell'istanza, al momento della cessazione definitiva delle attività la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel sito comporta un rischio significativo per la salute umana o per l'ambiente in conseguenza delle attività autorizzate svolte dal gestore anteriormente al primo aggiornamento dell'autorizzazione per l'installazione esistente, esegua gli interventi necessari ad eliminare, controllare, contenere o ridurre le sostanze pericolose pertinenti in modo che il sito, tenuto conto dell'uso attuale o dell'uso futuro approvato, cessi di comportare detto rischio;
9 (segue) Una «tendenza» 3 esempio: La procedura semplificata di bonifica dei suoli introdotta dal DL 91/2014 (art bis, d. lgs. 152/2006)
10 Una constatazione: assenza di efficaci norme di raccordo e coordinamento critica alla tecnica legislativa del salvo» e del «fermo restando» «fatto l art. 239, comma 2, lett. a), d. lgs. 152/2006: uno scomodo «spartiacque» il dimenticato principio di proporzionalità
11 (segue) una constatazione: art. 239, comma 2, lett. a), d. lgs. 152/2006: «Il presente titolo disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati ( ) Ferma restando la disciplina dettata dal titolo I della parte quarta del presente decreto, le disposizioni del presente titolo non si applicano: a) all'abbandono dei rifiuti disciplinato dalla parte quarta del presente decreto. In tal caso qualora, a seguito della rimozione, avvio a recupero, smaltimento dei rifiuti abbandonati o depositati in modo incontrollato, si accerti il superamento dei valori di attenzione, si dovrà procedere alla caratterizzazione dell'area ai fini degli eventuali interventi di bonifica e ripristino ambientale da effettuare ai sensi del presente titolo».
12 Una proposta: una procedura unica di Duplice finalità: conoscitiva e «rimediale» Corollari: gestione delle problematiche ambientali di un sito valorizzare e razionalizzare norme vigenti valorizzare l art. 192, d. lgs. 152/2006 estendere l operazione di recupero consistente nel «mero controllo» (End of Waste dei materiali da scavo)
13 Anno 2014: forse ci siamo? Nomi nuovi idee vecchie (ma buone): verso l «economia «circolare» operazione «gold plating»
14 valorizzare e razionalizzare norme vigenti ALLEGATI AL TITOLO V DELLA PARTE IV DEL D. LGS. 152/2006 Allegato 2 - Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Le fonti potenziali di inquinamento sono definite sulla base del Modello Concettuale Preliminare del sito e comprendono: luoghi di accumulo e stoccaggio di rifiuti e materiali, vasche e serbatoi interrati e fuori terra, pozzi disperdenti, cumuli di rifiuti in contenitori o dispersi, tubazioni e fognature, ecc... Quando sono oggetto di indagine rifiuti interrati, in particolare quando sia prevista la loro rimozione e smaltimento come rifiuto, si procederà al prelievo e all'analisi di un campione medio del materiale estratto da ogni posizione di sondaggio.
15 Segue Rappresentazione dello stato di contaminazione del sottosuolo Tutti i risultati analitici ricavati nel corso delle fasi di indagine costituiscono la base di dati a cui riferirsi per definire il modello concettuale del sito e definire il grado e l'estensione della contaminazione nel sito. L'obiettivo è quello di raccogliere e rappresentare tutti gli elementi che servono a definire: l'estensione dell'area da bonificare; i volumi di suolo contaminato; le caratteristiche rilevanti dell'ambiente naturale e costruito; il grado di inquinamento delle diverse matrici ambientali. L'elaborazione dei risultati analitici deve esprimere l'incertezza del valore di concentrazione determinato per ciascun campione: in considerazione della eterogeneità delle matrici suolo, sottosuolo e materiali di riporto la deviazione standard per ogni valore di concentrazione determinato, da confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili, dovrà essere stabilita sulla base del confronto delle metodologie che si intendono adottare per il campionamento e per le analisi dei campioni di terreno e di acqua.
16 Allegato 2 Parte IV D. Lgs. 152/2006 Criteri generali interventi di bonifica e ripristino ambientale, di messa in sicurezza (d urgenza, operativa o permanente) Le modalità di gestione dei rifiuti e delle acque di scarico, o meglio, gli accorgimenti tecnici che possono essere previsti e progettati per evitare la produzione di rifiuti (per es. il riutilizzo delle acque e dei terreni) incidono in maniera determinante sui costi di un intervento a parità di obiettivi di bonifica o di messa in sicurezza da raggiungere. Criteri generali per gli interventi di bonifica e di messa in sicurezza Gli interventi di bonifica e di messa in sicurezza devono essere condotti secondo i seguenti criteri tecnici generali: ( ) b) privilegiare le tecniche di bonifica tendenti a trattare e riutilizzare il suolo nel sito, trattamento in-situ ed on-site del suolo contaminato, con conseguente riduzione dei rischi derivanti dal trasporto e messa a discarica di terreno inquinato;
17 Segue d) privilegiare le tecniche di bonifica che permettono il trattamento e il riutilizzo nel sito anche dei materiali eterogenei o di risulta utilizzati nel sito come materiali di riempimento; j) per la messa in sicurezza privilegiare gli interventi che permettano il trattamento in situ ed il riutilizzo industriale dei terreni, dei materiali di risulta e delle acque estratte dal sottosuolo, al fine di conseguire una riduzione del volume di rifiuti prodotti e della loro pericolosità; Messa in sicurezza operativa Nelle operazioni di messa in sicurezza devono essere privilegiate le soluzioni tecniche che consentano di minimizzare la produzione di rifiuti e pertanto favoriscano: - il trattamento on-site ed il riutilizzo del terreno eventualmente estratto dal sottosuolo; il riutilizzo nel sito come materiali di riempimento anche dei materiali eterogenei e di risulta;
18 Nuovo art. 242-bis, d. lgs. 152/2006 (procedura semplificata di bonifica): comma 2-bis (inserito dalla legge di conversione): «nella selezione della strategia di intervento dovranno essere privilegiate modalità tecniche che minimizzino il ricorso allo smaltimento in discarica. In particolare, nel rispetto dei princìpi di cui alla parte IV del presente decreto legislativo, dovrà essere privilegiato il riutilizzo in situ dei materiali trattati»
19 DL 133/2014 («Sblocca-Italia») Art. 8: prevede l adozione di un Regolamento di riordino e semplificazione della gestione delle terre e rocce da scavo secondo i seguenti principi e criteri direttivi: a) coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni vigenti, apportando le modifiche necessarie per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa e per adeguare, aggiornare e semplificare il linguaggio normativo; b) indicazione esplicita delle norme abrogate, fatta salva l'applicazione dell'articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al Codice civile; c) proporzionalità della disciplina all'entità degli interventi da realizzare; d) divieto di introdurre livelli di regolazione superiori a quelli minimi previsti dall'ordinamento europeo ed, in particolare, dalla direttiva 2008/98/Ue. divieto di gold plating!
20 MILANO ROMA VERONA BOLOGNA
Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:
10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.
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