LA POSIZIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA NELLA CONSULTAZIONE APERTA DALLA COMMISSIONE EUROPEA (Background paper)

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1 LIBRO VERDE - Trasformare le sfide in opportunità: VERSO UN QUADRO STRATEGICO COMUNE PER IL FINANZIAMENTO DELLA RICERCA E DELL'INNOVAZIONE DELL'UNIONE EUROPEA LA POSIZIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA NELLA CONSULTAZIONE APERTA DALLA COMMISSIONE EUROPEA (Background paper)

2 INDICE PREMESSA 1. IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ALLA CONSULTAZIONE SUL LIBRO VERDE 2. LE RACCOMANDAZIONI 3. LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA I contenuti del presente documento, nonché le risposte ai quesiti della consultazione sono stati redatti da un gruppo di lavoro tecnico della Regione Emilia-Romagna composto da: - Direzione Generale Programmazione territoriale e negoziata, Intese, relazioni europee e relazioni internazionali - Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici: Caterina Brancaleoni, Delia Cunto, Silvia Martini - Direzione Generale Programmazione territoriale e negoziata, Intese, relazioni europee e relazioni internazionali Ufficio di Bruxelles: Lorenza Badiello, Rita Malavasi - Direzione Generale Attività Produttive, commercio e turismo: Daniela Ferrara, Giorgio Moretti - Direzione Generale Cultura, Formazione, Lavoro: Daniela Taccone - Direzione Generale Agricoltura, Economia Ittica, Attività Faunistico-venatorie: Giancarlo Cargioli, Maria Cristina Landi, Mario Montanari - Agenzia Sanitaria e sociale regionale: Luciana Ballini, Franca Serafini - ASTER: Valeria Bandini 2

3 PREMESSA La Regione Emilia-Romagna sta seguendo con attenzione il processo di costruzione del futuro delle Politiche di coesione per il periodo di programmazione così come intende fornire il contributo, basato sulla propria esperienza, alla consultazione aperta per il Libro verde su ricerca e innovazione. Il presente background paper intende fornire una visione di insieme delle politiche e delle strategie messe in atto dalla Regione per favorire la ricerca, l innovazione e lo sviluppo nell ambito del proprio territorio, in virtù delle quali si intende offrire un contributo al dibattito aperto alla scala europea. Va pertanto letto in stretta correlazione con le risposte che sono state date ai quesiti posti dalla consultazione. La Regione Emilia-Romagna ha fornito risposte ai quesiti limitatamente a quelli focalizzati alla scala di intervento della Regione stessa, anche alla luce delle esperienze maturate sia direttamente, attraverso il VII Programma Quadro, sia attraverso strumenti propri di finanziamento ai processi di ricerca e innovazione in ambito regionale. Per facilitare l inquadramento della Regione si riportano alcuni dati di contesto sintetici, che nel paragrafo 3. vengono maggiormente dettagliati, in particolare per ciò che riguarda il tema della ricerca e dell innovazione. L'Emilia-Romagna è una delle 20 Regioni d Italia. È situata nell area nord - orientale della penisola italiana e conta circa abitanti su una superficie totale di ,54 kmq. Nell ambito dell ordinamento giuridico italiano, l Emilia Romagna è una Regione con autonomia normativa, amministrativa e finanziaria, a statuto ordinario. Per quanto concerne la potestà legislativa, ai sensi dell art. 117 della Costituzione italiana, in particolare la disciplina della ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi è oggetto di legislazione concorrente Stato Regioni: la normazione di principio è demandata allo Stato, quella di dettaglio, alle Regioni. 1. IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ALLA CONSULTAZIONE SUL LIBRO VERDE Sulla base della indicazioni che emergono dai documenti di programmazione regionale, di cui nei paragrafi successivi si fornisce un maggiore dettaglio, il contributo della Regione Emilia-Romagna alla consultazione aperta dal Libro verde identifica le seguenti priorità: 3

4 a. Nella logica del perseguimento dei comuni obiettivi della Strategia Europa 2020, i finanziamenti a favore di ricerca ed innovazione vanno intesi sempre di più in una logica fortemente integrata con i fondi della futura politica di coesione, partendo dalla fase di programmazione. I programmi attuativi dei fondi strutturali che rappresentano lo strumento della declinazione delle politiche di coesione a livello territoriale, dovrebbero identificare gli ambiti di intervento dei singoli finanziamenti in tema di ricerca ed innovazione, le integrazioni attese e le sinergie attivabili, definendone il contributo alla costruzione dell iniziativa Innovation Union. Rafforzare la dimensione regionale del livello di integrazione delle politiche è ritenuta adeguata ed efficace a definire le misure e gli strumenti per rispondere ai bisogni espressi dai diversi target; b. Rafforzare le ricadute che derivano delle reti europee che agiscono sul tema della ricerca e dell innovazione, che potrebbero svolgere attività di orientamento, tutoraggio e di networking dei progetti oltre ad avere un importante funzione di benchmarking; c. Dare vita a strumenti di attuazione che tengano conto della necessità di dare una maggiore attenzione alle esigenze delle PMI definendo interventi mirati nella logica dell integrazione delle filiere e della valorizzazione dei technology clusters e che consentano interventi a carattere sperimentale; d. Investire sul capitale umano per il potenziamento delle competenze trasversali e incentivare la mobilità dei ricercatori, favorendo la costruzione di reti di ricerca europee e di competenze avanzate capaci di trasferire alto valore aggiunto nei contesti di eccellenza del sistema produttivo regionale; e. Valorizzare la sinergia tra innovazione tecnologica e innovazione non tecnologica e supportare l'innovazione in risposta alle sfide sociali. In linea con l'iniziativa "Social Innovation Union" occorre sostenere l'innovazione sociale, valorizzando il contributo dell'economia sociale e rafforzando la partecipazione attiva della società civile. f. Rafforzare la capacità di attuazione delle diverse fasi della ricerca e l imprenditorialità derivante dalla ricerca attraverso la formulazione di forme innovative di finanziamento anche attraverso il coinvolgimento del sistema privato del credito e della finanza; A partire dalle priorità sopra esposte la Regione Emilia-Romagna intende partecipare alla consultazione avviata con la volontà di essere soggetto attivo, collaborativo e convinto sostenitore dei valori che identificano le Regioni quali componenti istituzionali fondamentali per il futuro dell Europa. In questo ambito la Regione intende mettere a disposizione le esperienze e le proprie valutazioni maturate in virtù dei diversi processi di confronto, ascolto e dialogo esistenti con le parti sociali, le Università e i centri di ricerca e di trasferimento tecnologico presenti nel territorio regionale. La dimensione regionale consente il raggiungimento di due importanti obiettivi: 4

5 a. coniugare al meglio l attuazione delle politiche a carattere tematico e di derivazione sovraordinata (tipicamente nazionali ed europee) con le specificità e i bisogni espressi dai diversi territori che compongono le regioni, dando quindi a queste una funzione di snodo e di cerniera tra le politiche e il sistema territoriale, b. fare dialogare e mettere in rete alla scala adeguata i diversi soggetti operanti nel campo dell innovazione e della ricerca, al fine di catalizzare e consolidare importanti ricadute per lo sviluppo territoriale. La Regione Emilia-Romagna, infatti, basa la propria azione su un sistema fortemente partecipato che assicura una ampio coinvolgimento delle diverse componenti della società nei processi decisionali e su un organizzazione di decentramento che è in grado di dare conseguenza e pratica attuazione alle politiche di sviluppo. Per questo si è ritenuta strategica anche nel campo dell innovazione e della ricerca un azione attiva di partecipazione al dibattito comunitario, come strumento per avviare e accompagnare il proprio territorio in un processo di crescita coerente con gli obiettivi di Europa LE RACCOMANDAZIONI Alla luce di quanto sopra esposto si riportano in forma sintetica le raccomandazioni che la Regione Emilia-Romagna ha formulato per la consultazione sul Libro Verde: Procedere alla semplificazione amministrativa e gestionale dei programmi per incoraggiare la partecipazione delle PMI anche di piccole dimensioni, considerando anche la possibilità di armonizzare gli strumenti di attuazione, gli strumenti e le regole di attuazione; Favorire la diffusione e l implementazione dei risultati dei progetti di ricerca agevolando anche il trasferimento informativo dagli Enti di ricerca/università alle imprese; Razionalizzare e rendere più flessibili le misure a sostegno finanziario dei diversi beneficiari nelle varie fasi dei processi di ricerca; Favorire una specializzazione intelligente alla scala regionale che valorizzi i contesti territoriali e le eccellenze regionali rafforzando lo sviluppo di approcci di filiera per la ricerca; Individuare indicatori trasversali per le diverse politiche, indicatori di contesto che tengano conto delle variabili territoriali rilevanti a livello regionale e consentano una lettura complessiva dell'impatto nel medio periodo per i diversi strumenti; Favorire l integrazione dei finanziamenti ai diversi livelli, focalizzandosi alla scala regionale sul sostegno alle PMI con propensione all innovazione per consentire un salto di qualità verso una dimensione maggiormente competitiva e supportando le eccellenze alla scala europea; 5

6 Integrare le politiche e le programmazioni favorendo la focalizzazione e la concentrazione delle risorse sulle priorità regionali, tenendo conto del carattere sperimentale e anticipatorio dell innovazione; Consolidare una programmazione partecipata tra il livello Europeo e quello regionale in una logica di sussidiarietà e dando attuazione ad una governance multilivello fondata sul partenariato e funzionale a definire e ad attuare le politiche europee in materia di ricerca ed innovazione. 3. LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA CONTESTO SOCIO ECONOMICO E INNOVAZIONE IN EMILIA ROMAGNA L Emilia-Romagna vanta un Prodotto interno lordo che la colloca tra le regioni più performanti d Europa euro correnti (dato del 2009, ISTAT) e un tasso di attività pari al 72%. La Regione ha superato dal 2005 l obbiettivo di Lisbona sull occupazione femminile vantando un tasso di attività del 65.1%. Nel 2009, il tasso di disoccupazione è cresciuto toccando il 4.8%, rispetto al 2.9% del 2007, dimostrando di saper far fronte alla crisi. Le imprese registrate sul territorio regionale sono circa e prettamente micro, piccole e medie. Secondo il Regional Innovation Scoreboard del 2009, nell ambito dell Unione europea l Emilia Romagna ha un performance di innovazione medio-alta. Il Capitale umano qualificato negli ambiti scientifico e tecnologico è del 35,7%, 1,5% al di sopra della media italiana e la forza lavoro addetta alla R&S sul totale dell occupazione nel 2005 ha registrato l 1, 52%. La Spesa in R&S in rapporto al PIL è di circa l 1,17% ed il numero dei ricercatori presenti nella 4 Università della Regione e negli Enti di ricerca è pari a circa unità. Infine, il numero di richieste di brevetto per abitante è stato nel 2007 di 168 per milione di abitanti, valore doppio rispetto alla media italiana e una volta e mezzo superiore rispetto alla media europea L APPROCCIO STRATEGICO PER LA RICERCA E L INNOVAZIONE La Regione intende offrire spunti al dibattito aperto in sede europea derivanti dall attuazione di politiche di sviluppo regionali che hanno posto, nell ultimo decennio, la capacità di innovazione del sistema regionale al centro dell attenzione delle programmazioni dei diversi Fondi europei e nazionali, nonché delle politiche regionali proprie. In questo contesto si collocano i principali documenti di programmazione regionale: Il Piano territoriale regionale (PTR) e il Documento Unico di Programmazione (DUP). 6

7 Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato dall Assemblea Legislativa il 3/2/2010, pone come obiettivo per il prossimo decennio la capacità del sistema regionale (in tutte le sue articolazioni) di rafforzare il capitale umano e le sue competenze, incrementare le dotazioni territoriali di ricerca e trasferimento tecnologico per rafforzare la capacità competitiva del sistema produttivo attraverso lo sviluppo delle eccellenze dei sistemi produttivi (Smart specialisation). Il Documento Unico di Programmazione (DUP) ha dato corpo alla Politica Regionale Unitaria, partendo dai principi cardine del PTR e del QSN (Quadro strategico nazionale). Tale strumento ha consentito di programmare unitariamente i Programmi Operativi FESR, FSE e FAS, oltre ad una quota importante di risorse regionali, facendoli convergere su obiettivi condivisi. Il DUP assicura, inoltre, anche la coerenza con lo sviluppo regionale del Programma di Sviluppo Rurale cofinanziato dal FEASR e degli interventi sostenuti dal Fondo Europeo per la Pesca (FEP). I dieci obiettivi del DUP contribuiscono a realizzare la regione-sistema ed a perseguire le priorità della politica regionale: accrescere la coesione territoriale per il superamento degli squilibri, rafforzare una economia ed una società basata sulla conoscenza, costruire un sistema regione fondato su reti forti, rinnovare il modello di sviluppo sostenibile, trasformando la tutela dell ecosistema in fattore di coesione e competitività, costruire un sistema solidale, continuando nel percorso di innovazione e qualificazione del welfare. Rafforzare l'orientamento e l'impegno del sistema regionale verso la ricerca e l'innovazione è il primo obiettivo del DUP, a conferma che uno dei pilastri della politica regionale unitaria è l affermazione di una nuova società basata sulla conoscenza, sempre più spostata verso l alta tecnologia e sempre più incentrata sulle competenze tecniche-specialistiche e sulla valorizzazione delle risorse di conoscenze presenti sul territorio regionale, a partire da quelle del mondo della ricerca e delle Università. Da un punto di vista attuativo sono da segnalare alcune eccellenze: a. La Rete Alta Tecnologia dell Emilia-Romagna rappresenta il più significativo risultato che la politica della Regione per la ricerca e l innovazione ha prodotto nell ultimo decennio, a partire dall approvazione prima in Italia - nel 2002 della legge regionale in materia, attraverso un percorso che ha visto una efficace integrazione di strumenti e risorse appartenenti a diversi ambiti di programmazione. La Rete attualmente include 34 laboratori di ricerca industriale e 11 centri per l innovazione, per un totale di oltre 1600 ricercatori, mettendo a sistema le competenze dei soggetti della ricerca pubblica (Università, enti ed organismi di ricerca) con la domanda di ricerca e innovazione espressa dall industria regionale. La Rete è coordinata dalla società consortile ASTER ed è organizzata per Piattaforme Tematiche che assicurano all'offerta di ricerca un modello adeguato di sviluppo delle competenze e la maggiore visibilità verso le 7

8 industrie, comprendendo strutture di ricerca e trasferimento tecnologico dislocati su tutto il territorio dell'emilia-romagna, operanti nelle seguenti aree: Agroalimentare, Costruzioni, Energia Ambiente, ICT e Design, Meccanica Materiali, Scienze della vita. b. In stretta correlazione con la rete dell Alta tecnologia la programmazione del FSE 2007/2013 per la Regione Emilia-Romagna prevede 2 strumenti finalizzati alla creazione di competenze, alte qualifiche e potenziamento del capitale umano. A questo proposito a dicembre 2010 è stata avviata la rete regionale di ITS, la rete regionale di scuole post diploma altamente specializzate, capace di rispondere alle esigenze delle persone e ai fabbisogni formativi di tutte le imprese del territorio regionale in quanto coinvolgono più soggetti, differenti tra loro per specificità e collocazione territoriale e che collaborano mettendo a disposizione eccellenze, esperienze e competenze. Obiettivo di questa rete è favorire la programmazione di azioni convergenti fra imprese, istituzioni locali e istituzioni di ricerca volte a definire percorsi di incontro fra le diverse esigenze di ricerca e sviluppo e di pratiche di innovazione condivise per la promozione e l integrazione della offerta di ricerca da parte delle università e dei centri di ricerca pubblici presenti in regione. La Regione cofinanzia inoltre, attraverso una Sovvenzione globale il programma Spinner 2013 che si rivolge a persone ad alto potenziale, in particolare laureandi, laureati, dottori di ricerca e possessori di titoli di alta formazione con un adeguata qualificazione tecnico-scientifica interessati ad avviare una nuova impresa hi-tech o a sviluppare progetti di ricerca e di trasferimento tecnologico o di innovazione organizzativa e manageriale nelle imprese del territorio regionale. Nell arco dei due periodi di programmazione la Regione attraverso Spinner ha sostenuto la nascita di 110 imprese innovative, di cui 44 spin-off universitari, mentre altre 40 imprese sono in fase di costituzione. Aziende, che nell 80% dei casi, dopo tre anni sono sul mercato, il 25% ha già depositato brevetti e tra il 2007 e il 2009, complessivamente, hanno visto il fatturato aumentare del 32% in controtendenza rispetto alla crisi. c. La Regione Emilia-Romagna attraverso il Servizio sanitario regionale (SSR), con la Legge Regionale 29 del 2004 ha definito la ricerca come funzione istituzionale di tutte le aziende sanitarie al pari della funzione assistenziale e della formazione, con le quali deve integrarsi. La Regione Emilia-Romagna sostiene la partecipazione delle aziende sanitarie alla ricerca e innovazione, attraverso tre principali programmi di finanziamento: il Programma di Ricerca Regione-Università, definito dal Protocollo di Intesa Regione-Università del 14 febbraio 2005, (budget di 30 milioni di Euro per il periodo ); il Programma per la Ricerca e l Innovazione per l Emilia-Romagna (PRI-E-R), a cui concorrono risorse proprie della Regione e contributi di soggetti, pubblici e privati, che condividono le finalità del programma (DGR n. 2708/2004); il programma per la modernizzazione. Con l'approvazione della DGR 1066/2009 sono stati definiti ulteriori elementi di indirizzo per la governance delle attività di ricerca e innovazione e sono stati stanziati, per il triennio , circa 53 milioni di Euro. Inoltre, in attuazione delle indicazioni del vigente Piano sociale e sanitario regionale riguardo alla ricerca e innovazione nel SSR, è stato costituito 8

9 l Osservatorio regionale dell innovazione (ORI) con la funzione di sostenere le iniziative di valutazione delle innovazioni tecnologiche, cliniche e organizzative rilevanti per il sistema sanitario. d. La Regione Emilia-Romagna ha da sempre posto il sostegno all attività di Ricerca nel settore Agricolo e Agroalimentare tra i propri obiettivi prioritari. Questa scelta ha portato alla costruzione di un sistema partecipato con gli enti locali, le istituzioni tecnico-scientifiche e il mondo imprenditoriale rivolto a organizzare la domanda di ricerca ed a facilitare la diffusione e adozione dei suoi risultati. Una parte rilevante delle risorse del bilancio del settore agricolo è stata dedicata al sostegno alle attività rivolte allo sviluppo dell innovazione in agricoltura. Nel 2010 al settore dei Servizi di sviluppo alle imprese agricole e agro alimentari, che comprende attività di ricerca, sperimentazione, divulgazione, assistenza tecnica e formazione, sono stati destinati all incirca Euro, sia attraverso gli interventi realizzati nell ambito della Legge regionale 28 del 1998 Promozione dei servizi di sviluppo al sistema agro-alimentare, per circa , che grazie alle misure 124, 111, 114 del Programma di Sviluppo Rurale (Reg. CE n. 1698/2005), che hanno mobilitato risorse per circa Euro. 9

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