L evoluzione del mercato italiano. Flash 2004/05 DOSSIER ASSICURAZIONE

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1 U F F I C I O S T U D I L evoluzione del mercato italiano Flash 2004/05 DOSSIER ASSICURAZIONE

2 2 L evoluzione del mercato italiano Flash 2004/2005 A cura di: Roberto Cannata Roberto Menegato Giovanni Millo Cristina Morpurgo Alfeo Zanette Per informazioni o per avere notizia dell uscita di nuove pubblicazioni, inviate un messaggio di posta elettronica a: Roberto_Cannata@Generali.com Roberto Cannata Ufficio Studi Piazza Duca degli Abruzzi, Trieste - Italia tel fax La versione Acrobat di questo studio è disponibile sul sito Internet del Gruppo Generali all indirizzo: Aprile 2005

3 Indice Introduzione pag. 3 Il mercato assicurativo europeo nel 2004: il volume degli affari 3 I principali gruppi assicurativi europei 5 L allargamento dell Unione Europea 6 Il mercato assicurativo italiano: il volume e la ripartizione degli affari 8 Gli operatori del mercato 10 Eterogeneità regionale dell assicurazione italiana 11 La graduatoria dei gruppi lavoro totale 12 La graduatoria dei gruppi rami vita 12 La graduatoria dei gruppi rami danni 13 I conti economici dei gruppi quotati 14 Il conto tecnico dei gruppi quotati rami vita 14 Il conto tecnico dei gruppi quotati rami danni 16 Il conto non tecnico dei gruppi quotati 17 Le prime indicazioni sul

4 Introduzione I contenuti del Dossier Assicurazione, giunto alla sua nona edizione, sono rimasti in larga parte invariati rispetto al passato. Al lettore è fornito un quadro descrittivo ed interpretativo delle tendenze in atto sul mercato assicurativo italiano ed europeo, nei molteplici aspetti che lo caratterizzano: il volume degli affari, i canali distributivi, i principali operatori, la redditività ed altri. Come nell ultima edizione la redditività del mercato italiano è stata analizzata attraverso i risultati delle società assicurative quotate, per fornire un anticipazione dei risultati complessivi del mercato. Nell Europa dei quindici, il 2004 è stato un anno positivo per il settore assicurativo, sia in termini di raccolta, sia per la redditività. I premi sono cresciuti del 5,1%, contro il 2,8% del 2003, grazie all andamento dei rami vita, aumentati del 5,2% (- 0,3% nel 2004). Il recupero dell assicurazione vita è dovuto principalmente alla crescita dei prodotti linked in molti importanti Paesi. I premi dell assicurazione danni, cresciuti del 4,8% (+7,7% nel 2003), hanno invece subito un leggero rallentamento, per effetto di una fase soft nei prezzi delle assicurazioni, specie nel comparto auto ed in alcune coperture destinate alle imprese. Il mercato assicurativo italiano ha registrato nel 2004 una dinamica leggermente inferiore alla media europea. Dopo molti anni di forte crescita, il nostro Paese è cresciuto del 4,2% (10,5% nel 2003) per effetto del rallentamento dei canali bancassicurativo e postale (circa il 60% dei premi vita) e della debolezza della domanda di prodotti ad elevato contenuto finanziario, quali le polizze linked, a differenza di quanto successo negli altri Paesi europei. Una situazione simile si è registrata nel mercato dei fondi comuni, dove non vi è stata in Italia, come in altri Paesi europei, un recupero della domanda di fondi azionari. Ciò potrebbe essere il sintomo di una maggiore avversione al rischio finanziario dei risparmiatori, accresciuta dalle delusioni degli ultimi anni; da un calo di fiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie, in particolare delle grandi banche a seguito dei ripetuti scandali finanziari; nonché dai ritardi accumulati dalla normativa a tutela del risparmio. Nonostante il rallentamento nella raccolta, la redditività del mercato assicurativo italiano ha registrato ulteriori miglioramenti rispetto ad un 2003 già positivo, come risultato del recupero dei mercati finanziari e dell orientamento strategico dei principali operatori volto a privilegiare il core business e il recupero di efficienza. Nel 2004 le compagnie italiane sono state abili a coniugare l aumento della redditività, con un contenimento del prezzo dei prodotti. Le tariffe auto hanno registrato aumenti modesti lungo tutto il 2004, mantenendosi, infatti, sempre sotto l inflazione. In alcuni rischi aziende si cominciano a sentire gli effetti di una fase soft dei tassi di premio, che contribuisce a limitare la crescita del portafoglio. Nei rami vita la crescita degli utili è stata in linea con l andamento del portafoglio dopo il signif icativo progresso registrato nel Il mercato assicurativo europeo nel 2004: il volume degli affari Il mercato assicurativo europeo ha continuato anche nel 2004 a mostrare andamenti divergenti nei principali Paesi, per i differenti impatti dei cambiamenti nella fiscalità delle assicurazioni e per le riforme dei sistemi pensionistici: globalmente però il 2004 è stato un anno di recupero per le assicurazioni, dopo la stagnazione del 2003 ed uno dei migliori dell ultimo decennio in termini di redditività. Il recupero della raccolta è da ascrivere all assicurazione vita, mentre i 3

5 premi dei rami danni si sono mostrati in rallentamento rispetto al 2003, per effetto di un raffreddamento dei tassi di premio, specie in alcune linee di business, senza peraltro che questo si sia riflesso negativamente sulla redditività, che si è mantenuta soddisfacente. Quanto descritto, unito alle buone prospettive del settore si è riflesso nella performance dell indice delle società assicurative quotate, cresciuto dell 8% da gennaio 2004 ad aprile di quest anno. Nell assicurazione vita, il mercato spagnolo ha registrato una ripresa, dopo il pesante calo del 2003, così come quello francese, che ha beneficiato del successo delle polizze unit-linked e dell introduzione dei piani pensionistici individuali. Al contrario, dopo anni di crescita a due cifre, il mercato vita italiano ha registrato, come detto, un significativo rallentamento imputabile alla frenata, superiore alle attese, dei canali banacassicurativo e postale e di quello dei promotori finanziari, mentre in Germania l assicurazione è stata caratterizzata dalle incertezze derivanti dalla riforma fiscale dell assicurazione vita, entrata in vigore all inizio di quest anno. Le tendenze descritte hanno determinato un rapporto premi su prodotto interno lordo dell Europa dei quindici, stabile rispetto al In termini di attivi, l assicurazione vita ha invece aumentato la propria incidenza nel portafoglio delle famiglie, come parte di un processo di accumulazione della ricchezza orientato principalmente al medio e lungo termine e ad investimenti a basso profilo di rischio. I rami danni hanno registrato performance relativamente modeste in termini di dinamica di crescita, sia per una certa pressione al ribasso, seppur in maniera selettiva, dei tassi di premio, sia per le non certo brillanti condizioni delle economie europee. Tale tendenza è stata alimentata dai positiv i risultati tecnici conseguiti dagli assicuratori negli ultimi anni, in un contesto che non ha visto grandi catastrofi, almeno sotto il profilo dell esborso degli assicuratori e dei riassicuratori, se si escludono gli uragani degli Stati Uniti e lo tsunami in Asia. Lo sviluppo del comparto danni è stato inoltre limitato dalle condizioni del settore auto, caratterizzato da un lato da una crescente concorrenza, dall altro sempre più al centro dell attenzione dell opinione pubblica, delle associazioni dei consumatori e delle istituzioni. In questo contesto di crescita moderata, la Spagna si è confermato il mercato più dinamico, esprimendo tutte le potenzialità di un economia in espansione. Da segnalare anche l andamento del comparto dei danni non auto in Italia, laddove invece l accordo tra l Ania, le Associazioni dei Consumatori ed il Governo per moderare la crescita delle tariffe r.c. auto, ha contribuito a limitare il complesso del settore danni. PREMI SU PRODOTTO INTERNO LORDO NEL 2004 TOTALE VITA DANNI Italia 5,8 7,5 7,5 3,4 4,8 4,9 2,4 2,6 2,6 Francia 9,2 9,1 9,6 6,4 5,9 6,4 2,9 3,2 3,2 Germania 6,4 6,9 6,9 3,0 3,2 3,2 3,4 3,7 3,7 Regno Unito 16,3 12,7 12,2 12,7 8,4 7,9 3,6 4,3 4,3 Spagna 6,7 5,6 5,7 3,9 2,4 2,4 2,8 3,2 3,3 UE (15) 8,9 8,5 8,5 5,9 5,1 5,1 3,0 3,4 3,4 Fonte: Ania, Ffsa, Gdv, Cea, Icea, Fmi e stime 4

6 Tra i principali segmenti d affari, uno dei settori più dinamici è stato il ramo malattie, che ha registrato tassi di crescita a due cifre in Francia ed in Spagna, del 7% in Germania e solo leggermente inferiore in Italia. Tale andamento è stato favorito dalle riforme dei sistemi sanitari nazionali, stimolando al contempo la domanda di servizi integrativi privati. In chiusura di paragrafo va precisato che i dati concernenti il Regno Unito, che in genere sono resi pubblici con un certo ritardo, sono stati stimati sulla base di un campione omogeneo di compagnie, rappresentativo del 50-60% del mercato. I principali gruppi assicurativi europei Nel 2004 la strategia dei principali gruppi assicurativi europei è stata orientata ad un ripensamento delle attività a livello settoriale e territoriale, nell ottica della focalizzazione sul core business e del miglioramento dell efficienza gestionale. La conseguenza è stata che le operazioni di merger & acquisition hanno subito un deciso rallentamento rispetto al passato, mentre la gran parte dei principali gruppi ha venduto partecipazioni di società dalle ridotte dimensioni, che non presentavano la massa critica per essere profittevoli. Anche per questo motivo i principali gruppi hanno registrato nel 2004 un rallentamento della crescita del fatturato, ad eccezione di Generali. Quest ultimo, grazie soprattutto alla significativa crescita in Italia ed in Francia, è diventato, con riferimento ai soli affari sottoscritti nell Unione Europea, il leader dell assicurazione vita ed il secondo dopo Allianz sul totale del portafoglio. Un elemento comune nella strategia dei gruppi multinazionali è stata l espansione nei Paesi emergenti in Asia (quali Cina ed India) e nell Europa dell Est, nell ottica di sfruttare il potenziale di crescita di questi mercati (si veda il riquadro di approfondimento a pagina 6, contenente un analisi delle prospettive dei 10 Paesi, che sono entrati a far parte dell Unione Europea a partire dal 1 maggio 2004). PREMI LORDI DEI PRINCIPALI GRUPPI ASSICURATIVI EUROPEI (milioni di euro) Totale Var. % Vita Var. % Danni Var. % 1 Axa ,6 47,1 0,6 17,9 4,4 2 Allianz ,7 20,7 0,2 43,8 2,5 3 Generali ,6 36,9 17,5 19,4 6,8 5 Aviva ,4 29,1 6,0 15,0 1,5 4 Ing ,9 37,0 9,1 6,6-8,9 6 Munich Re ,8 18,9 2,5 19,2-12,8 7 Zurich F.S ,0 8,1-5,6 27,6 3,8 8 Prudential ,7 23,2 18, Cnp , Aegon ,2 16,4 1,0 3,1-3,9 Fonte: bilanci e comunicati stampa Per quanto riguarda la redditività, i principali gruppi assicurativi hanno migliorato i propri risultati, grazie ai progressi conseguiti nella gestione tecnica, in quella finanziaria e, in qualche caso, in virtù di redditi straordinari legati alla cessione delle partecipazioni, di cui si è detto in precedenza. In questa situazione, un significativo contribuito è venuto dal comparto dei rami danni, che ha visto ridursi fortemente il combined ratio. 5

7 L ALLARGAMENTO DELL UNIONE EUROPEA: DIECI NUOVI PAESI PER UN UNICO MERCATO Il primo maggio 2004, dieci nuovi Paesi si sono aggiunti all Unione Europea. Come conseguenza, il prodotto interno lordo di quest area è cresciuto di 500 miliardi di euro (+6%), che corrisponde all incirca alla ricchezza prodotta dai Paesi Bassi. Con un Pil pro capite di euro, rispetto agli oltre dell area euro, lo sviluppo economico dei Paesi di recente ingresso Var. reale annua del Pil nell Unione è ancora lontano dai nostri standards. Nonostante ciò, 75 milioni di nuovi 6% consumatori e lavoratori a basso costo, si sono 5% aggiunti ai 380 dell Unione, contribuendo alla 4% sua crescita. Le prospettive economiche dei Paesi membri sono estremamente positive e più che doppie rispetto a quelle dell Europa continentale. Prendendo in considerazione i principali Paesi, quali Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca (circa il 75% della ricchezza prodotta dai nuovi membri), si stima una crescita reale annua del prodotto interno lordo del 4% nel prossimo triennio. 3% 2% 1% 0% Ungheria Polonia rep. Ceca Area Euro Per quanto riguarda il settore assicurativo, nel 2004 i premi raccolti nei nuovi Paesi membri sono stimati in circa 17 miliardi di euro, a fronte degli 830 dell Unione europea, con differenze in termini di sviluppo, ancora superiori a quelle registrate rispetto ai fondamentali dell economia. Nel 2003 il rapporto premi su prodotto interno lordo è stato del 3,3%, a fronte dell 8,7% dell Europa occidentale, con un differenziale particolarmente elevato nell assicurazione vita (1,4% contro il 5,3%). Nei prossimi anni è lecito attendersi che queste differenze si attenuino, per un accelerazione del business assicurativo in questi Paesi, anche se l eliminazione di alcune differenze strutturali che ne limitano lo sviluppo necessiterà di tempo. Ci si riferisce in particolare alle riforme del sistema pensionistico, al decollo della previdenza integrativa, all aumento degli standard di vita e ad una più uniforme distribuzione della ricchezza. Il portafoglio assicurativo è orientato, come anticipato, principalmente alle assicurazioni danni, in specie alle coperture legate all automobile, mentre lo sviluppo dei rami vita è stato limitato da un basso livello di ricchezza, eredità dell epoca comunista. Lo sviluppo dell assicurazione auto è così non lontano e per alcuni Paesi addirittura in linea alle medie europee. In ritardo invece l assicurazione danni non auto, anche in questo caso come conseguenza di un reddito pro capite sostanzialmente al di sotto delle medie europee. Ciò nonostante i progressi negli ultimi anni sono stati significativi, anche nella direzione di una maggiore cultura e sensibilità assicurativa. 6

8 Il settore assicurativo dei nuovi Paesi membri dell Unione europea è generalmente caratterizzato da un elevato livello di profittabiltà, assicurazione auto a parte, per il fatto che non si tratta ancora di mercati maturi: il livello dei costi è in genere elevato, anche per le difficoltà delle imprese nel raggiungimento di una massa critica idonea ad assorbire i costi fissi. Lo scenario competitivo di questi mercati appare caratterizzato da pochi grandi operatori, molti dei quali controllati dallo Stato o solo recentemente privatizzati e da molte compagnie di piccola taglia. E in atto un processo di consolidamento e di razionalizzazione del mercato, che è comunque ancora lontano dall essere completato. Una parte significativa è inoltre nelle mani di operatori esteri, che vi possono importare le cosiddette best practise dai mercati più sviluppati. Nei Paesi che si sono aggiunti all Unione europea il 1 maggio 2004, le istituzioni locali hanno implementato riforme dello stato sociale ispirate ai modelli occidentali. Molti di essi hanno così introdotto un sistema a tre pilastri, dove l adesione al secondo ed al terzo è stata resa obbligatoria, al fine di garantire una copertura ai cittadini sottoassicurati. Questo tipo di sistema è stato introdotto solo per i giovani lavoratori per diluire i relativi costi nel medio/lungo periodo. I canali distributivi dei prodotti assicurativi sono basati sulle reti tradizionali (agenti e broker), molte delle quali nate all indomani della caduta dei regimi comunisti. Anche le reti di venditori dipendenti delle compagnie hanno diritto di cittadinanza, anche se ciò rappresenta una peculiarità di alcuni operatori specializzati, come la PZU in Polonia. La bancassicurazione non è ancora molto sviluppata, ma il potenziale del canale è elevato, come conseguenza della partecipazione incrociata tra banche ed assicuratori. Gli operatori diretti sono praticamente inesistenti e Internet viene usualmente utilizzato come una vetrina dei prodotti. I mercati descritti dunque offrono importanti opportunità per nuovi operatori, anche in considerazione di un panorama societario ancora in divenire e per l uscita di molti operatori stranieri, che non sono riusciti a raggiungere la massa critica necessaria per operare efficientemente. Le positive prospettive delle economie dei Paesi dell Est favoriranno un ulteriore sviluppo del settore assicurativo. L assicurazione vita sarà il motore di questi mercati, specialmente in Repubblica Ceca ed in Ungheria. L assicurazione danni crescerà ad un tasso di sviluppo inferiore, che sarà tuttavia maggiore a quello atteso per l Europa occidentale. PRODOTTO INTERNO LORDO E PREMI TOTALI PRO CAPITE Pil pro capite (euro) Premi pro capite (euro) 7

9 70,000 60,000 50,000 40,000 30,000 20,000 10,000 - Il mercato assicurativo italiano: il volume e la ripartizione degli affari Nel 2004, per la prima volta, i premi raccolti dal mercato italiano hanno superato i 100 miliardi di euro, con una crescita del 4,2%, pur se in sensibile rallentamento rispetto al 2003 (+10,5%). PREMI DEL LAVORO DIRETTO ITALIANO (milioni di euro) - Fonte: Ania Vita Danni L assicurazione vita ha coperto circa il 65% del totale degli affari, in aumento del 4,4%, a fronte del 13,3% del Il rallentamento ha trovato riscontro nella limitata dinamica della bancassicurazione e nella flessione dei promotori finanziari. I premi raccolti tramite sportello bancario o postale, in effetti, sono cresciuti di circa il 4%, a fronte del +19,6% del Il risultato è stato influenzato dalla flessione di alcuni importanti player, che nel passato avevano registrato performance di rilievo al punto da guadagnare un posto tra i principali operatori del settore (CreditRas Vita e Poste Vita). In direzione opposta (+10%) sono andati invece i canali tradizionali (agenzie, broker, venditori dipendenti), che hanno beneficiato di una forte richiesta di prodotti con garanzie finanziarie, sia a premio annuo, sia a premio unico. In questo ambito l aumento della quota di mercato delle direzioni e gerenze (12,4%, contro il 10,3% del 2003) è spiegata dalla consistente crescita dei QUOTE DI MERCATO PER CANALE DISTRIBUTIVO RAMI VITA (percentuali) Canale * Banche 51,9 53,4 51,5 52,4 52,4 Agenti 25,6 22,1 20,3 18,1 17,3 Direzioni e gerenze 8,4 8,1 8,5 10,3 12,4 Promotori finanziari 10,6 10,8 13,6 10,8 9,4 Poste 2,1 4,6 5,1 7,2 6,9 Brokers 0,9 0,9 0,9 0,7 0,7 Altro 0,1 0,1 0,2 0,5 0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100 Fonte: Isvap * Stime prodotti di capitalizzazione, nei quali questa tipologia di canale è molto presente. I premi raccolti dai promotori finanziari sono invece diminuiti del 6%, probabilmente per una rifocalizzazione sul core business, come noto rappresentato dai fondi comuni. Il rallentamento dei premi raccolti dalla bancassicurazione è da mettere in relazione alla stagnazione dei premi unici (+0,1%, contro il +17,7% del 2003 in termini di nuova produzione individuali), mentre quelli periodici, sono aumentati del 21,4% (+4,9% nel 2003), come risultato di una crescente NUOVA PRODUZIONE VITA INDIVIDUALI 2004 (milioni di euro) 2004 var.% 2003 var.% 2002 var.% Ramo I ,7 25,5 81,9 Ramo III ,7 13,6 2,8 Ramo V ,4 7,4 106,9 Altro ,0-24,7 80,2 Totale ,6 16,7 29,3 Fonte: Ania focalizzazione dei principali operatori verso prodotti, come appunto quelli a premio annuo o ricorrente, che favoriscono la creazione di valore. La domanda di assicurazioni vita si è orientata in prevalenza verso prodotti di tipo tradizionale, con garanzia di rendimento minimo 8

10 o forme di protezione del capitale investito. In termini di nuova produzione individuali, i rami I ed il V sono cresciuti rispettivamente del 12,7% e del 40%, a fronte della flessione dell 11,7% del ramo III (unit ed index-linked). Complessivamente i nuovi affari individuali sono cresciuti dell 1,6%. Le polizze tradizionali hanno beneficiato di una vasta domanda di prodotti di impiego della ricchezza con garanzie finanziarie, in grado di offrire rendimenti di un certo interesse. Nel 2004 il tasso di rendimento medio delle polizze vita di tipo tradizionale è stato del 4,3% (4,5% nel 2003), contro un tasso di inflazione sensibilmente inferiore, pari al 2,3% IL RENDIMENTO DELLE POLIZZE VITA E L'INFLAZIONE (IN %) Fonte: Istat, Isvap, stime Polizze trad.li Per quanto riguarda i rami danni, nel 2004 il volume premi è cresciuto del 3,8%. L assicurazione auto ha rappresentato il 60% del totale, con una crescita del 2,5%, in rallentamento rispetto al 5,6% del Il settore dell auto è stato influenzato dalla crescita moderata delle tariffe, resa possibile dal successo dell accordo tra Associazioni dei Consumatori, Governo ed Ania, che aveva per obiettivo il contenimento delle tariffe, anche attraverso provvedimenti volti a contenere il costo dei sinistri. Nell interpretazione delle tendenze in atto, non va poi dimenticato che a contenere gli aumenti, ha contributo il calo della frequenza sinistri, anche se parzialmente compensato da un aumento del costo medio dei sinistri. Il risultato di quanto descritto sui prezzi è in ogni modo evidente: secondo le rilevazioni dell Istat, da gennaio 2004 ad aprile 2005, l adeguamento delle tariffe r.c. auto è rimasto costantemente e significativamente sotto l'inflazione. La crescita del comparto delle assicurazioni danni non auto (5,8%) è stata limitata dalla debolezza dell economia italiana, così come dai primi segnali di una certa flessione dei tassi di premio in alcune linee di business, dopo l intensa fase di crescita del periodo (si veda la tabella riportata di seguito). PREZZI DELLA RIASSICURAZIONE SUL MERCATO DI LONDRA (1994=100) * Marine Non-marine Aviazione Fonte: Cbs Private Capital Limited * Aprile Inflazione I "PREZZI" DELL'ASSICURAZIONE AUTO E L'INFLAZIONE (%) Fonte: Istat giu-03 lug-03 ago-03 set-03 ott-03 nov-03 dic-03 gen-04 feb-04 mar-04 apr-04 mag-04 giu-04 lug-04 ago-04 set-04 ott-04 nov-04 dic-04 gen-05 feb-05 Indice dei prezzi dell'assicurazione r.c. auto mar-05 Inflazione 9

11 PREMI DEL LAVORO DIRETTO ITALIANO (milioni di Euro) Rami 2004 Inc. % Var.% 04/03 Var.% 03/02 Var.% 02/01 Var.% 01/00 Infortuni ,9 4,6 5,3 3,6 6,3 Malattia ,6 4,5 5,8 6,2 7,0 Corpi veicoli terrestri ,1 2,7 3,6 5,1 5,0 Marine, aviazione e trasporti 765 0,8 0,1-3,2 7,7 5,6 Incendio ,1 5,9 3,0 11,7 4,2 Altri danni ai beni ,3 6,1 3,8 11,8 6,9 R.c. autoveicoli terrestri ,9 2,5 6,0 8,6 7,9 R.c. generale ,0 7,2 13,2 10,9 9,6 Credito e cauzione 706 0,7 3,8-3,6 1,9 12,3 Altro 825 0,8 15,4 11,9 19,9 8,3 Totale danni ,0 3,8 5,6 8,3 7,3 di cui auto ,0 2,5 5,6 8,0 7,4 non-auto ,1 5,8 5,6 8,7 7,1 Totale Vita ,0 4,4 13,3 19,5 16,4 Totale ,0 4,2 10,5 15,1 12,7 Fonte: Ania La distribuzione dei prodotti danni avviene prevalentemente attraverso la rete degli agenti (85,9% nel 2004). Seguono a distanza i broker (7,1%) specializzati nei rischi commerciali. Seppur modesta in termini assoluti è crescente la quota di canali alternativi, quali quello diretto, in specie nell auto e la bancassicurazione, che sembra invece orientare i propri sforzi nel non auto. Nell ambito dei canali telematici è in grande ascesa la distribuzione tramite Internet. Secondo le rilevazioni dell Ania, nel 2003 circa il 20% delle polizze dirette è attribuibile alla rete. QUOTE DI MERCATO PER CANALE DISTRIBUTIVO RAMI DANNI (Percentuali) Canale * Agenti 88,3 87,3 86,2 84,8 85,9 Brokers 6,5 7,4 7,6 7,8 7,1 Direct selling (telefono-internet) 1,7 1,9 2,6 3,3 3,6 Agenzie in economia e gerenze 2,7 2,6 2,7 3,0 2,1 Banche 0,7 0,8 0,9 1,1 1,1 Promotori finanziari 0,2 0,1 0,1 0,1 0,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isvap *Stime Gli operatori del mercato Nel 2004 le compagnie nazionali (179) sono diminuite rispetto al 2003 (189), per un rilevante numero di fusioni ed incorporazioni, legato ai processi di riorganizzazione interna dei principali gruppi. Nei danni le compagnie sono scese dalle 107 del 2003, alle 100 del Nel vita hanno invece operato 98 compagnie (97 nel 2003). Tre sono stati i riassicuratori. Nel 2004 non ci sono stati importanti cambiamenti nel perimetro di consolidamento dei principali gruppi, ad eccezione dell acquisizione del 57% di Fineco Vita (Capitalia) da parte del gruppo francese Cnp, l acquisizione dell 80% di Claris Vita (Veneto Banca) da parte di Uniqa ed infine l acquisizione del Gruppo Mutuelles du Mans da parte di Unipol. 10

12 ETEROGENEITA REGIONALE DELL ASSICURAZIONE ITALIANA Le differenze nella densità assicurativa (misurata come premi pro capite) tra le province italiane sono considerevoli. In entrambe le classi di assicurazione facoltativa, vita e non-vita, rca esclusa, tutte le ultime 20 province (su 103) della graduatoria si trovano nel Sud, mentre tra le prime 20 tutte tranne tre (Roma, Firenze e Prato) nei danni e una sola (ancora Firenze) nel vita si trovano al Nord. Con notevole simmetria, in entrambe le classi, il valore massimo è 10 volte il minimo, e quello medio 4 volte il minimo; arrotondando leggermente, la densità assicurativa vita va da 150 pro capite a Vibo Valentia ad oltre 1500 a Brescia, con una media di 600. Quella non-vita, in media 200 pro capite, è minima ancora a Vibo Valentia (50 ) e massima a Milano, con oltre 500. Questa somiglianza è tanto più significativa se si considera il diverso grado di sviluppo dei due rami nel paese, con la penetrazione vita al livello dei nostri principali partner europei e quella non-vita (facoltativa) assai minore, con appena l 1% del Pil (contro, ad esempio, il 2,9% nel Regno Unito, il 2,6% in Germania e l 1,8% in Spagna). Naturalmente ciò è parzialmente dovuto all eterogeneità dello sviluppo economico del territorio italiano. Uno sguardo alla distribuzione del reddito la rivela pressoché congruente con quella della densità assicurativa, suggerendo la prima come importante fattore esplicativo della spesa assicurativa: il che è corretto ma non esaustivo. In realtà, prendendo in considerazione la penetrazione assicurativa (premi/pil) anziché la densità, si ottengono risultati solo marginalmente diversi (due province del Centro tra le prime 20 nel non-vita, tre del Nord tra le ultime 20 nel Vita). Dunque la spiegazione non sta solamente nei livelli di reddito. Densità assicurativa nelle province italiane, Vita (rosso) e Non-vita facoltativo (blu). I valori maggiori sono più scuri. Fonte: ISVAP. Partendo dal compito di stimare i potenziali assicurativi su base territoriale, l Ufficio Studi delle Generali ha analizzato le determinanti della spesa assicurativa a livello regionale, dapprima a livello di dati sezionali, poi, resisi evidenti i limiti degli stimatori cross-section in questo contesto, nella prospettiva dei dati georeferenziati. I risultati principali dello studio (Annapaola Lenzi e Giovanni Millo, Regional Heterogeneity and Spatial Spillovers in the Italian Insurance Market, disponibile su al di là di alcune considerazioni metodologiche, suggeriscono che il sottosviluppo delle province meridionali va al di là di quanto spiegato dai fattori osservabili. La densità assicurativa in entrambe le classi cresce proporzionalmente al reddito (pro capite) e meno che proporzionalmente con la ricchezza, approssimata dai depositi bancari. La densità assicurativa vita, coerentemente con l ipotesi del ciclo vitale, è maggiore nelle province mediamente più giovani, quella non-vita in quelle dal tasso di dipendenza più basso (definendo quest ultimo come il rapporto tra ultrasessantenni e 25-54enni). La densità della popolazione, spesso usata in letteratura come indice di rischio, non è invece risultata significativa. Pur spiegando gran parte della variabilità, i summenzionati fattori non danno conto di alcune importanti differenze. Il Sud e le Isole maggiori sono ugualmente sottosviluppate, in entrambi i rami, rispetto a quanto previsto dal modello. Nel vita, il Nord nel suo complesso è significativamente sovrasviluppato anche rispetto al centro, mentre nel non-vita la differenza, Sud a parte, è tra il Nord-Ovest da un lato ed il Centro ed il Nord-Est dall altro. Queste differenze, forse attribuibili a fattori culturali come l atteggiamento verso il rischio o la cultura assicurativa, potrebbero essere sintomi di un grande potenziale commerciale inespresso. 11

13 La graduatoria dei gruppi lavoro totale Le operazioni di acquisizione del 2004, quali quella di Fineco Vita (Capitalia) da parte di CNP Assurance, di Mutuelles du Mans Assicurazioni, Mutuelles du Mans Danni e Mutuelles du Mans Vita da parte di Unipol, di Eurosav da parte di Cattolica e di Claris da parte di Uniqa, non hanno influenzato la graduatoria dei principali gruppi assicurativi italiani. Generali ha confermato la propria leadership, con una raccolta premi del lavoro diretto di milioni di euro, una quota di mercato del 22,1% (20,1% nel 2003) ed una crescita del 14,4% (4,2% il mercato). Al secondo posto si è confermata Allianz, con una quota del 13,8% (14,7% nel 2003). GRADUATORI DEI PRIMI DIECI GRUPPI ITALIANI Premi lordi contabilizzati del lavoro diretto italiano nel 2004 (milioni di euro) Pos. Pos. Gruppo TOTALE Quota VITA Quota DANNI Quota % % % 1 1 Generali , , ,4 2 2 Allianz , , ,5 3 3 Fondiaria-Sai* , , ,7 4 4 Unipol , , ,3 5 5 San Paolo-Imi , ,2 11 0,0 PRIMI CINQUE , , ,0 6 7 Cattolica , , ,9 7 6 Poste Italiane , ,8-0,0 8 8 Aviva , , ,9 9 9 Toro/De Agostani , , , Montepaschi , ,9 50 0,1 SECONDI CINQUE , , ,4 TOTALE , , ,0 Fonte: elaborazione Ufficio Studi su dati Ania - * 100% Po Vita Il gruppo Fondiaria-Sai si è confermato al terzo posto con una quota del 9,9%, seguito da Unipol, con una quota del 9,6%, in sensibile aumento rispetto al 9,1% del Cattolica (4,8%) è salita dal settimo al sesto posto superando Poste Italiane (4,4%). Dopo gli aumenti degli ultimi anni, la quota dei primi cinque gruppi è rimasta stabile al 61,4% (61,2% nel 2003). E invece cresciuta dal 78,1% al 78,8% la quota dei primi dieci operatori. La graduatoria dei gruppi rami vita Generali, con una raccolta pari a milioni di euro ha aumentato in misura rilevante la propria quota di mercato (dal 22,1% al 25,2%), grazie ad un tasso di sviluppo sensibilmente più elevato, oltre che ovviamente del mercato, dei principali gruppi operanti in Italia. Al secondo posto Allianz, con una quota del 13% (14.2% nel 2003), seguito da San Paolo/Imi (9,2%) e da Unipol (8,7%). Poste Vita, nonostante la flessione dei premi (-1%) è rimasta in quinta posizione, con una quota del 6,8%. Nella top ten entra infine Mediolanum, con una quota del 3,1%, scalzando dalla decima posizione Capitalia. 12

14 La concentrazione del mercato appare stabile rispetto al 2003, con una quota dei primi cinque gruppi del 62,8%, a fronte del 63% dello scorso anno, mentre quella dei primi dieci operatori è stata dell 83,6% (83% nel 2003). GRADUATORIA DEI PRIMI DIECI GRUPPI VITA Premi lordi contabilizzati del lavoro diretto italiano nel 2004 (milioni di euro) Pos. Pos Gruppo TOTALE Quota % Var. % 1 1 Generali ,2 18,9 2 2 Allianz ,0-5,0 3 3 San Paolo/Imi ,2-16,3 4 4 Unipol ,7 13,0 5 5 Poste Italiane ,8-1,0 PRIMI CINQUE ,8 4,1 6 7 Cattolica ,2 24,0 7 6 Fondiaria-Sai* ,5 11,4 8 8 Aviva ,2 10,4 9 9 Montepaschi ,9 6, Mediolanum ,1 1,2 SECONDI CINQUE ,8 8,8 RESTO DEL MERCATO ,4 0,2 TOTALE ,0 4,4 Fonte: elaborazione Ufficio Studi su dati Ania - * 100% Po Vita La graduatoria dei gruppi rami danni La graduatoria dei rami danni è storicamente più stabile di quella vita. Fondiaria- Sai si è confermato il primo gruppo italiano, con una raccolta diretta di milioni di euro ed una quota del 19.7%, seguita da Generali (16,4%), Allianz (15,5%), Unipol (11,3%) e Toro/De Agostini (6,4%). Anche nei rami danni la concentrazione del mercato appare stabile. La quota coperta dai primi cinque gruppi è stata del 69,3% (69,2% nel 2003), mentre quella dei primi dieci dell 87,7% (87,6%). Il leggero aumento è attribuibile all acquisizione del gruppo Mutuelles di Mans da parte di Unipol. GRADUATORIA DEI PRIMI DIECI GRUPPI DANNI Premi lordi contabilizzati del lavoro diretto italiano nel 2004 (milioni di euro) Pos. Pos Gruppo TOTALE Quota % Var. % 1 1 Fondiaria-Sai ,7 2,7 2 2 Generali ,4 3,3 3 3 Allianz ,5 3,8 4 4 Unipol ,3 5,6 5 5 Toro/De Agostini ,4 3,4 PRIMI CINQUE ,3 3,6 6 6 Reale Mutua ,0 4,7 7 7 Cattolica ,9 2,6 8 8 Zurigo ,8 10,2 9 9 Axa ,4 6, Aci/Sara 775 2,2-1,3 SECONDI CINQUE ,4 4,8 RESTO DEL MERCATO ,3 3,6 TOTALE ,0 3,8 Fonte: elaborazione Ufficio Studi su dati Ania 13

15 I conti economici dei gruppi quotati I dati di seguito riportati forniscono le prime indicazioni dei bilanci 2004 dei principali gruppi assicurativi quotati (Generali, Ras, Fondiaria-Sai, Unipol, Cattolica e Vittoria) e di Toro/De Agostini, di prossima quotazione. Questo campione di compagnie, in termini di premi raccolti, rappresenta il 66% dei rami danni ed il 46% di quelli vita. Alcuni importanti bancassicuratori non sono inclusi in quest elaborazione per la mancanza di dati pubblicati; la loro redditività è in ogni modo inferiore a quella degli altri canali. Le tavole che seguono hanno il medesimo contenuto dei conti economici consolidati, nei quali il reddito degli investimenti non è incluso nel conto tecnico dei rami danni, mentre lo è in quello vita. L esercizio trascorso è stato uno dei più importanti sotto il profilo della redditività dell ultimo decennio: nei danni l attenta politica sottoscrittiva dei principali gruppi si è tradotta in un ulteriore riduzione del rapporto sinistri a premi e conseguentemente in un rilevante miglioramento del risultato tecnico. La gestione vita e più in generale il risultato degli investimenti hanno invece beneficiato della positiva intonazione dei mercati finanziari. L applicazione del nuovo regime fiscale dei dividendi, che da gennaio sono tassati nel limite dell 1,65%, escludendo però, come in passato, la possibilità di recuperare il credito d imposta, rende difficile il confronto dei risultati del 2004 con quelli del 2003, mentre non vi sono impatti della riforma a livello di risultato d esercizio I conti economici dei gruppi quotati rami vita Anche se il campione delle compagnie quotate nell assicurazione vita non è così rappresentativo del complesso del mercato, come nei rami danni, dall analisi dei dati sinora resi pubblici dagli operatori possono essere delineate alcune linee di tendenza. SPESE SU PREMI (%) Amministrazione Acquisizione L incidenza delle spese sui premi è diminuita dal 7,1% del 2002 al 6,2% del Più in dettaglio a fronte di un incidenza delle spese di amministrazione sostanzialmente stabile all 1,9% dei premi, è risultato in flessione il peso degli oneri di acquisizione, dal 4,6% del 2003, al 4,3% del Le uscite per scadenze, sinistri e riscatti sono cresciute del 25%, dai 14,2 miliardi di euro del 2003, ai 17,8 miliardi di

16 CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO - RAMI VITA Portafoglio italiano importi in milioni di euro Premi lordi contabilizzati Premi netti Quota dell utile degli investimenti da conto non tecnico Proventi netti da investimenti con rischio a carico degli assicurati e dei fondi pensione Oneri netti per sinistri Variazione delle riserve matematiche e altre riserve nette Provvigioni nette Altre spese Spese di gestione nette Risultato del conto tecnico Fonte: elaborazione Ufficio Studi Il miglioramento del risultato tecnico è stato in linea con la crescita del portafoglio e ciò sta probabilmente ad indicare che i margini unitari dei prodotti venduti sono rimasti stabili. La redditività è stata comunque sostenuta dal positivo andamento registrato dai mercati borsistici. In questo contesto, la rivalutazione degli attivi ha favorito un aumento delle commissioni, che rappresentano un importante fonte di ricavo per le compagnie con un incidenza rilevante in portafoglio di prodotti di tipo linked. Nonostante il forte rallentamento della crescita della raccolta vita, il 2004 può essere considerato un anno positivo, dal punto di vista del mix di vendita. In effetti, il rallentamento dei prodotti a premio unico ed il positivo andamento di quelli periodici ha fatto sì che gli A.P.E. (Annual Premium Equivalent), siano cresciuti del 9,3%. La positività dell esercizio 2004 a dispetto di un modesto incremento della raccolta, può essere dedotta anche dall embedded value, la cui variazione è stata influenzata peraltro dai dividendi pagati e dalle variazioni del patrimonio netto. Nel 2004 i gruppi, quotati e non, che hanno reso pubblico e certificato l embedded value hanno registrato un aumento dello stesso del 6,9% NUOVA PRODUZIONE E A.P.E. - RAMI VITA (1990=100) - Fonte: elab.ne Ufficio Studi su dati Ania Nuova produzione APE 15

17 I conti economici dei gruppi quotati rami danni Nel 2004 il risultato tecnico dei rami danni, che, come detto, non incorpora i redditi derivanti dall investimento delle riserve, è stato di 634 milioni di euro, in ulteriore aumento rispetto al già soddisfacente andamento del 2003 (528 milioni). CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO - RAMI DANNI Portafoglio italiano importi in milioni di euro Premi lordi contabilizzati Premi netti Premi netti di competenza Oneri netti relative ai sinistri Provvigioni nette Altre spese Spese di gestione nette Risultato conto tecnico Fonte: elaborazione Ufficio Studi I positivi risultati del 2004 sono stati ottenuti attraverso una riduzione dela sinistralità (73,3% il loss ratio a fronte del 74,4% del 2003), nonostante un leggero aumento del rapporto spese su premi (21,8% contro il 21,5%). L aumento di quest ultimo indicatore risente probabilmente dei costi una tantum derivanti dai processi riorganizzativi di alcuni gruppi all indomani di importanti acquisizioni. Non va in ogni modo trascurato il fatto che sono stati pagati maggiori incentivi alle reti, al fine di stimolare il processo di vendita, in un momento economico particolarmente difficile. In relazione alle tendenze poco sopra tracciate, il combined ratio del 2004 ha registrato un ulteriore miglioramento, passando dal 98,5% del 2002, al 95,9% del 2003 ed infine al 95,2% del 2004, il migliore risultato degli ultimi vent anni. SINISTRI A PREMI (%) SPESE SU PREMI (%)

18 Il conto non tecnico dei gruppi quotati L analisi dei conti non tecnici dei gruppi quotati mostra una crescita del risultato d esercizio, dai milioni di euro del 2003, ai del Tale miglioramento trova riscontro nell andamento del risultato tecnico (dai milioni ai 2.020) e nella crescita dei redditi da investimento. CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO CONTO NON TECNICO Portafoglio italiano importi in milioni di euro Risultato conto tecnico vita Risultato conto tecnico danni Risultato conto tecnico totale Utile da investimenti Utile degli investimenti trasferita al conto tecnico dei rami vita Saldo proventi ed altri oneri Risultato gestione ordinaria Proventi straordinari Oneri straordinari Risultato della gestione straordinaria Risultato ante imposte Imposte RISULTATO D ESERCIZIO Fonte: elaborazione Ufficio Studi Questi ultimi in particolare hanno registrato un sensibile aumento, passando dai milioni di euro del 2003, ai del Gli utili della gestione straordinaria, che nel 2002 erano stati influenzati dallo spin-off immobiliare del gruppo Ras, sono stati, nel 2004, pari a 756 milioni di euro, solo leggermente inferiori al risultato del 2003 (813). Il risultato ante imposte è così cresciuto dell 11%, mentre il rapporto sui premi (return on sales) è rimasto stabile all 8,6%. Come detto in precedenza, l introduzione della nuova tassazione sui dividendi rende il confronto con l anno precedente impossibile, mentre non ha impatto sul risultato d esercizio, in quanto le minori imposte pagate sono compensate da minori entrate. L ultima riga del conto economico ha registrato così un ulteriore miglioramento, passando dal 5,5% dei premi del 2003, al 6,5% del Le prime indicazioni sul 2005 Le informazioni al momento disponibili sull andamento del mercato assicurativo italiano nel 2005 sono scarse. I primi mesi dell anno sono stati positivi per l assicurazione vita: a febbraio, la nuova produzione individuali è cresciuta del 50,1%, favorita dal lancio di importanti tranche di index-linked e dal successo dei 17

19 prodotti di capitalizzazione, anche se va osservato che i primi due mesi dell anno si confrontano con un analogo periodo dell anno precedente piuttosto negativo (-4,6% a livello complessivo). Il recupero dell assicurazione vita nel 2005 è ascrivibile alla bancassicurazione, la cui raccolta è cresciuta del 59,7% (-0,8% nei primi due mesi del 2004) ed ai canali tradizionali cresciuti del 55% (-8,8%). Questo primo scorcio d anno lascia prevedere una crescita dell assicurazione vita nel 2005 superiore a quella del 2004, anche se molto dipenderà dalla strategia dei principali operatori, in specie di emanazione bancaria. In effetti, negli ultimi anni, alcuni di questi hanno fortemente spinto il prodotto assicurativo nell ambito della propria strategia commerciale, per poi invertire bruscamente la rotta a vantaggio di altri prodotti di impiego del risparmio. E dunque comprensibile come un nuovo cambio della strategia di offerta di alcuni dei principali gruppi, volto a favorire il collocamento di prodotti assicurativi (o viceversa), può avere un impatto quantitativo significativo sulle dinamiche di mercato. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, permangono dei dubbi sulla data di effettiva implementazione e sull impatto sul settore assicurativo. E ormai opinione diffusa che la riforma non avrà effetti prima del , anche a causa della delicata situazione della finanza pubblica (la riforma dovrebbe costare allo Stato circa 1 miliardo di euro). Ad ogni buon conto, la riforma delle pensioni avrà nel medio-lungo termine un impatto importante nell ambito dell attività delle compagnie italiane. Nelle assicurazioni danni, non vi sono dati economici sull andamento del mercato. La frequenza sinistri sembra tuttavia beneficiare di un minor uso dei veicoli, derivante anche dall elevato costo dei combustibili, in un momento non certo facile per le famiglie italiane, al punto che, nel primo trimestre del 2005, i consumi di benzina sono diminuiti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dell 8,5%. Questo scenario non positivo in linea generale, dovrebbe allontanare il rischio di forti ricadute sulla redditività, nell ambito della responsabilità civile obbligatoria degli autoveicoli, derivanti dal clima di moderazione tariffaria. Per quanto riguarda il comparto dell assicurazione danni non auto, lo sviluppo atteso nel 2005 dovrebbe essere parzialmente lim itato dalla debolezza dell economia italiana e dalla fase soft dei tassi di premio. Ciò nonostante è prevedibile un andamento del settore positivo, anche in considerazione del livello di sottoassicurazione in cui si trova il nostro Paese. Nel 2003, il rapporto dei premi danni non auto sul prodotto interno lordo era in Italia di circa l 1%, praticamente la metà della media europea (2,2%). Sul versante della redditività, il risultato delle assicurazioni vita dovrebbe essere sostenuto dall aumento dei tassi di interesse e dalla positiva intonazione dei mercati azionari attesi da autorevoli istituti, mentre non sono previste variazioni significative sul margine unitario dei prodotti venduti. Anche nelle assicurazioni danni non si intravedono segnali, almeno nel breve e nel medio termine, di inversione del positivo momento vissuto dal mercato. Se probabilmente nel 2003/04 alcune linee di business hanno raggiunto il proprio picco, non sono al momento ipotizzabili forti tensioni sui prezzi o una recrudescenza della sinistralità tali da comportare ricadute pesantemente negative sui conti, anche per gli sforzi e l attenzione delle compagnie e dei migliori intermediari alla qualità del portafoglio e al recupero di efficienza e produttività. 18

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