IL DISEGNO PREPARATORIO

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1 IL DISEGNO PREPARATORIO Fase iniziale del concepimento dell opera d arte, il disegno preparatorio può considerarsi l operazione preliminare alla creazione dell opera. La visibilità di queste esecuzioni che spesso rappresentano vere e proprie opere d arte per la loro complessità e per la loro completezza sono, però, celate all occhio umano dagli strati pittorici che le ricoprono. Un immagine completa e dettagliata si può avere soltanto indagando nella profondità delle opere, osservando al di sotto degli stati protettivi e cromatici, nella struttura di un dipinto. La diagnostica attuata per mezzo di tecniche di indagine di tipo ottico, largamente utilizzate nello studio sulle opere d arte, rende possibile individuare se esista, o meno, la presenza di un tracciato del disegno. L analisi e l osservazione del disegno preparatorio sono fasi essenziali per uno studio storico-stilistico del manufatto e, in particolare, per l attribuzione di un opera ad un determinato artista o ambito artistico, e per l individuazione di eventuali falsi d autore. L analisi di antichi trattati, che testimoniano il modo di operare nelle botteghe dagli artisti, è importante e complementare allo studio delle tecniche e degli strumenti adottati. Tecniche e mezzi grafici impiegati nella realizzazione del disegno variano di epoca in epoca, da artista ad artista, e per ognuno da un periodo all altro della sua attività. La collaborazione tra esperti di settori diversi, tecnico, scientifico e storico, può consentire di trarre le più corrette conclusioni attraverso una valutazione globale e di affrontare e risolvere i numerosi problemi legati alla diagnostica. L utilizzo di differenti mezzi grafici nella realizzazione del disegno, e quello di un altrettanta diversità dei materiali che compongono l opera, sono un ostacolo che non consente di stabilire quale sia la strumentazione ideale oggi in uso per l obiettivo che si desidera ottenere. Soprattutto per quanto riguarda la riflettografia IR, la valutazione di vantaggi e svantaggi di ciascun sistema, mostra come una singola apparecchiatura non possa soddisfare tutte le esigenze richieste: la leggibilità del disegno, la definizione dell immagine, la trasportabilità, la facilità d uso, la rapidità di esecuzione dell analisi e il costo sono i parametri fondamentali a cui il dispositivo ideale deve rispondere, ma che difficilmente si possono riscontrare nei sistemi attuali. Anche se questo obiettivo risulta difficile, sicuramente sono stati superati i problemi di scarsa qualità dei primi sistemi impiegati per la riflettografia IR con l introduzione di dispositivi che consentono di ottenere immagini ad alto contenuto d informazione. La possibilità di leggere con chiarezza il tracciato del disegno, consente di avanzare ipotesi sul mezzo grafico e le tecniche impiegate. E interessante notare come ciascun autore si

2 possa distinguere per una propria impostazione grafica già a partire dal disegno preparatorio, testimonianza spesso di autenticità dell opera. STRUMENTI Stili a punta metallica Uno strumento costituito da una piccola asta metallica terminante con una punta acuminata. Si distinguono diverse tipologie di stile: A punta di Piombo, che traccia un segno bruno che per ossidazione, dopo qualche tempo, diviene marrone. A punta di ottone A punta di argento, quest ultimo dal tratto nitido e compatto. Utilizzato anticamente per scrivere, incidere o disegnare, frequente nel Trecento e nel Quattrocento, anche se il disegno a punta d argento su una superficie ingessata continuò ad essere realizzato anche nel Seicento. La mancanza di stili che testimoniano il largo uso che se ne fece nel Medioevo e poi nel primo Rinascimento, è giustificata dalla mania dei collezionisti di fondere le punte metalliche, solitamente di piombo e stagno, per farne delle nuove. I primi capitoli del Libro dell arte di Cennini sono dedicati al disegno a punta metallica: lo strumento è in grado di incidere sulla superficie ingessata e l autore raccomanda che, durante l esecuzione, la luce batta sulla sinistra del foglio per evitare l ombra della mano destra che regge lo stilo. Se vuoi, poiché hai collo stile disegnato, chiarire meglio il disegno, ferma con inchiostro ne luoghi stremi e necessarii. E pòi aombrare le pieghe d acquarelle d inchiostro; cioè acqua quanto un guscio di noce tenessi, dentro due gocce d inchiostro; ed aombrare con pennello fatto di code di varo, mozzetto e quasi sempre asciutto: e così secondo gli scuri, così annerisce l acquerella di più gocciole d inchiostro 1. Le parti più scure venivano poi eseguite con l acquerello d inchiostro, inteso proprio come procedimento d ombreggiatura. Penna Il segno nitido e facilmente modulabile della penna d oca ne garantì il successo: nel trattato cenniniano si prescrive anche il modo di temperarla, conferendole l aspetto appuntito e incavato in modo da contenere la goccia d inchiostro o d acquerello. 1 Cennino Cennini, Il Libro dell arte a cura di Franco Brunello, Neri Pozza editore, 1982, cap. X, p. 12. Prof. Ssa Raffaela Rimaboschi Disegno preparatorio 1

3 Nel capitolo dedicato al disegno eseguito sulla tavola ingessata, Cennini consiglia di utilizzare i peli della penna per correggere gli errori che si possono commettere disegnando con il carboncino. E abbi una penna appresso; ché quando alcuno tratto non ti venissi ben fatto, che coi peli della tua penna possi torlo via e ridisegnarlo 2. Si è accennato nel paragrafo dedicato allo stile, al procedimento d ombreggiatura eseguito a pennello: si tratta del pennello di vaio, ovvero di pelo di scoiattolo, morbido e leggero. Veniva utilizzato con inchiostri puri o diluiti (acquerelli), da solo o per aggiungere le ombre alle linee tracciate con stili metallici o penne. Autorevoli scrittori d arte hanno menzionato l importanza di questa operazione, come lo scultore e letterato fiorentino Benvenuto Cellini. Nel suo Discorso sopra l arte del disegno elaborato a metà del Cinquecento scrive: si disegna avendo fatto li dintorni con la detta penna, di poi si piglia i pennelli come i dipintori nelle profondità, cioè nelle parti più scure, si adopera lo inchiostro puro stesso 3. Inchiostro Nel Medio Evo si facevano due tipi di inchiostro: uno costituito da particelle fini di carbone (nerofumo) tenute in sospensione con soluzione di Gomma Arabica, di colore nero brillante. L altro si faceva frantumando delle galle di quercia (escrescenze che si formano su foglie, fusto e radici in seguito a punture di insetti) e mescolando il loro estratto acquoso con soluzioni di sali di ferro. La presenza di acido tannico e di ferro, inizialmente neri, provocano un ossidazione spontanea all aria che lo rende soggetto all imbrunimento. Carboncino Il Cennini dedica un intero capitolo alla realizzazione dei carboncini. Si ottengono utilizzando i rametti di salice carbonizzati al calore del forno in un contenitore di terracotta ben chiuso. È importante che il legno bruci in assenza d aria per poter ottenere il carboncino, viceversa si produrrebbe solo della cenere. 2 Cennino Cennini, op. cit., cap. CXXII, p Benvenuto Cellini, Discorso sopra l arte, in Scritti d arte del Cinquecento, Pittura, tomo VIII, a cura di Paola Barocchi, Torino Einaudi, 1978, p Prof. Ssa Raffaela Rimaboschi Disegno preparatorio 2

4 Nel trattato cenniniano si fa riferimento anche alla prìa nera che vien dal Piemonte 4, ovvero la grafite, un minerale composto principalmente da carbonio in forma cristallina, silice e ossidi di ferro. La quadratura L uso del reticolato per ritrarre secondo un modulo di proporzioni fisse, ha lo scopo di aiutare l artista nell esecuzione del disegno. Il primo ad introdurlo fu Leon Battista Alberti, architetto e intellettuale di formazione umanistica, nel De pictura (1435), un ampio trattato sulla teoria e la tecnica dell arte pittorica, con particolare riferimento alla determinazione della prospettiva. La circonscriptione, ossia il disegno, è fatta solo di linnee sottilissime, quasi invisibili, ed è eseguita attraverso il velo. Un sistema che l Alberti chiama intersecazione, composto di fili paralleli a reticolato che dev essere posto tra l occhio e l oggetto: aiuta a dipingere cose di rilievo che per loro conformazione si presentano sotto una veduta prospettica complessa. Ove in questo paralelo vedrai il fronte, in quello e il naso, in un altro le guance, in quel di sotto il mento et così ogno cosa distinto ne suoi luoghi, così tu nella tavola o in parete vedi divisa in simili paralleli, ogni cosa a punto porrai. Ultimo ad te darà il velo molto aiuto ad imparare dipigniere quando vedrai nel velo cose ritonde et rilevate, per le quali cose assai potrai et con giudizio et con esperienza provare quanto ad te sia il nostro velo utilissimo 5. Si intuiscono le agevolazioni che questo metodo offre all artista: grazie agli spazi distinti e quindi alla scomposizione delle linee, è di grande supporto per le riproduzioni prospettiche. Sul finire del Cinquecento anche l Armenini esalta questo sistema che contribuisce a conferire le giuste proporzioni all intera composizione. Cartoni Il disegno preparatorio si avvale anche di metodi di trasferimento quando viene eseguito su di un altro supporto e trasportato in un secondo momento sull opera. Il cartone preparatorio è un supporto costituito da una serie di fogli di carta squadrati, incollati tra loro per via umida in modo da evitare pieghe e grinze, uniti a formare un foglio di grandi dimensioni, sul quale viene eseguito il disegno nelle stesse dimensioni dell opera da realizzare. 4 Cennino Cennini, op. cit., cap. XXXIV, p Leon Battista Alberti, Della Pittura edizione critica a cura di Luigi Malle, G. C. Sansoni Ed, Firenze, pp. 83, 84. Prof. Ssa Raffaela Rimaboschi Disegno preparatorio 3

5 Il primo a riferire questo sistema, anche se non lo nomina direttamente, è il Cennini che suggerisce di delineare il disegno preparatorio su una serie di fogli incollati tra loro fino a ottenerne uno di maggiori dimensioni. Sarà il Vasari, a metà Cinquecento, ad illustrare per primo i requisiti tecnici del cartone, a descriverne la procedura per l esecuzione di affreschi e dipinti su tavola.. Prof. Ssa Raffaela Rimaboschi Disegno preparatorio 4

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