«SINESTESIEONLINE» PERIODICO QUADRIMESTRALE DI STUDI SULLA LETTERATURA E LE ARTI SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE»

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1 «SINESTESIEONLINE» PERIODICO QUADRIMESTRALE DI STUDI SULLA LETTERATURA E LE ARTI SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE» ANNO 4 NUMERO 13 OTTOBRE 2015

2 «SINESTESIEONLINE» Periodico quadrimestrale di studi sulla letteratura e le arti Supplemento della rivista «Sinestesie» ISSN D ire zio n e sc ie n tific a Asso c ia zio n e c u ltu ra le in te rn a zio n a le Ed izio n i S in e ste sie CARLO SANTOLI (Proprietà letteraria) ALESSANDRA OTTIERI Via Tagliamento, Avellino D ire tto re re sp o n sa b ile - rivistasinestesie@gmail.com PAOLA DE CIUCEIS C o o rd in a m e n to d i re d a zio n e LAURA CANNAVACCIUOLO R e d a zio n e DOMENICO CIPRIANO MARIA DE SANTIS PROJA ANGELO FÀVARO CARLANGELO MAURO MARIO SOSCIA APOLLONIA STRIANO GIAN PIERO TESTA D ire zio n e e re d a zio n e c/o Dott.ssa Alessandra Ottieri Via Giovanni Nicotera, Napoli Tutti i diritti di riproduzione e traduzione sono riservati.

3 COMITATO SCIENTIFICO LEONARDO ACONE EPIFANIO AJELLO RENATO AYMONE ANNAMARIA ANDREOLI (Università della Basilicata) ZYGMUNT G. BARANSKI (Università di Cambridge - Notre Dame) MICHELE BIANCO (Università di Bari Aldo Moro ) GIUSEPPE BONIFACINO (Università di Bari Aldo Moro ) RINO L. CAPUTO (Università di Roma Tor Vergata ) ANGELO CARDILLO BIANCA MARIA DA RIF (Università di Padova) MARC WILLIAM EPSTEIN (Università di Princeton) ANTONIO LUCIO GIANNONE (Università del Salento) ROSA GIULIO ALBERTO GRANESE EMMA GRIMALDI SEBASTIANO MARTELLI MILENA MONTANILE FABRIZIO NATALINI (Università di Roma Tor Vergata ) ANTONIO PIETROPAOLI MARA SANTI (Università di Gent)

4 SOMMARIO ARTICOLI MARIO SOSCIA Le Grenoble de Naples MARIO SOSCIA Il Grenoble di Napoli GIULIA CORSALINI Guerrino nel Regno della Sibilla. Tullia d Aragona e il romanzo di Andrea da Barberino DANTE DELLA TERZA Laura Lilli, giornalista e scrittrice. Appunti per un ritratto GENNARO IANNARONE Appunti sulla paternità gesualdiana dei testi di alcuni madrigali SECONDINA MARAFINI Rosa Tomei: il profilo letterario inedito della donna di Trilussa AMOROSA MATTEI L arte di perdere tempo FRANCESCO RIZZO La provincia come luogo di preservazione del mito: Petrolio e Gli dèi torneranno RECENSIONE FRANCESCA FAVARO, Stagioni (sognate), Sidebook, Pisa 2014 (Bianca Maria Da Rif) SEZIONI In Fieri Coordinatori Pérette-Cécile Buffaria e Gianmarco Gallotta PÉRETTE-CÉCILE BUFFARIA GIANMARCO GALLOTTA Presentazione della Sezione COMITATO SCIENTIFICO SYLVAIN TROUSSELARD - Université Lumière - Lyon II LAURENT BAGGIONI - Université Jean Moulin - Lyon 3 PERETTE-CECILE BUFFARIA - Université de Lorraine - Nancy NICOLAS BONNET - Université de Bourgogne - Dijon GIANMARCO GALLOTTA - Université Jean Moulin - Lyon 3

5 LAURENT BAGGIONI LE DÉSIR RÉCOMPENSÉ? Notes sur la relation lyrique chez Guinizzelli et Cavalcanti L isola che c è. Orizzonti letterari per bambini e ragazzi A cura di Leonardo Acone COMITATO SCIENTIFICO LEONARDO ACONE - Università di Salerno ANNA ASCENZI - Università di Macerata MARINELLA ATTINÀ - Università di Salerno FLAVIA BACCHETTI - Università di Firenze MILENA BERNARDI - Università di Bologna EMY BESEGHI - Università di Bologna PINO BOERO - Università di Genova LORENZO CANTATORE - Università Rome Tre SABRINA FAVA - Università Cattolica di Milano SIMONETTA POLENGHI - Università Cattolica di Milano RECENSIONI SABRINA FAVA, Piccoli lettori del Novecento. I bambini di Paola Carrara Lombroso sui giornali per ragazzi, Sei Frontiere, Torino 2015 (Daniela Pellegrini) ELENA SURDI, Fantasia e Buonsenso. Antonio Rubino nei periodici per ragazzi ( ), Pensa Multimedia, Lecce-Brescia 2015 (Daniela Pellegrini) Mediterraneità europea: Arti, letterature, civiltà del mediterraneo per rifondare l identità del cittadino europeo del XXI secolo A cura di Angelo Fàvaro Università degli Studi di Roma Tor Vergata COMITATO SCIENTIFICO ANNAMARIA ANDREOLI - Università della Basilicata ALBERTO GRANESE - Università di Salerno L. RINO CAPUTO - Università di Roma «Tor Vergata» LAURA MELOSI - Università di Macerata LUISA NARDINI - University of Texas at Austin ADEL BEHI - Université la Manouba (Tunisia) ZOSI ZOGAFRIDOU - Università «Aristotele» di Salonicco ROBERTA MOROSINI - Wake Forest University (USA) KARL CHIRCOP - University of Malta RABIE SALAMA - Università Ain shams (Egitto) IAIN CHAMBERS - Università di Napoli l Orientale SILVIA ROSS - University College of Cork (Irlanda) MARZIA ROSSI - Università degli Studi «Guglielmo Marconi»

6 ANGELO FÀVARO Presentazione del Comitato Scientifico di Sezione MARCELLO PITTELLA - Presidente della Regione Basilicata L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro ANGELO FÀVARO Foscolo e Napoleone nella mediterraneità europea MAURA LOCANTORE Oriente quale è il tuo Occidente, Occidente quale è il tuo Oriente?

7 Marcello Pittella L EUROPA E IL MEDITERRANEO. NOI E LORO Credo che il Mediterraneo porti dentro di sé tutte le nostre contraddizioni. Evidentemente è un luogo dal quale attingiamo molti riferimenti della nostra storia, compresa naturalmente la sua forma mitica. Dalle origini ad oggi il mediterraneo ha funzionato come una delle frontiere uno dei legami dell Europa. Ma ho parlato di contraddizioni perché, se ci pensiamo bene,il Mediterraneo è precisamente la frontiera tra il mondo sviluppato il mondo industriale europeo e i paesi che sono stati sottomessi alle colonizzazioni, che hanno cercato di trovare il loro equilibrio e che al giorno d oggi, per la maggior parte, appartengono al mondo che impoverisce: un mondo attraversato dalle violenze, che sono l espressione di questo impoverimento. 1 L incipit del mio schematico contributo, in qualità di Presidente della Regione Basilicata, nella sezione Mediterraneità Europea della rivista «Sinestesie» (Rivista di studi sulle letterature e le arti europee), curata dal Prof. Angelo Fàvaro, è tratto dal testo Tra i confini: città, luoghi, integrazioni dell etnologo e antropologo francese Marc Augè e mette egregiamente a fuoco l attualità del Mediterraneo in una fase storica come quella attuale. Sono lieto di potermi esprimere in uno spazio di cultura, di civiltà, scientifico e letterario, evidentemente interdisciplinare, quale è la sezione della Mediterraneità Europea, non da storico o da letterato, ma da intellettuale, medico, che ha scelto la via del servizio alla comunità attraverso la preferenza accordata alla politica attiva e attivamente agita, non da nominato, ma avendo affidato alla partecipazione democratica dei cittadini attraverso il voto la mia elezione. Il mare nostrum osservato dall Unione Europea è l argomento della mia riflessione. Se oggi, come testimoniano le sequenze di immagini ininterrotte che occupano i social network, i telegionarli, i quotidiani, le trasmissioni Tv, il mare nostrum evoca non metaforicamente un cimitero d acqua che inghiotte centinaia di corpi migranti, non può sfuggire, seguendo le tracce di Fernand Braudel che il Mediterraneo è mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. [ ] Il Mediterraneo è una buona occasione per presentare un altro modo di accostarsi alla storia. Il mare infatti, quale lo conosciamo e lo amiamo, offre sul proprio passato la più sbalorditiva e illuminante delle testimonianze [ ]. 2 Essere stati è indubbiamente una condizione per essere e, se pensiamo alla valenza storica il Mediterraneo è, da sempre, un crocevia di movimenti e direzioni, rotte e commerci, lingue e culture che lo hanno attraversato e continuamente ridefinito. La superficie del mare, sostanza che rifugge la memoria, non porta segno di un tale continuo attraversamento e spinge le tracce di quella storia sulle sue coste. Fari, porti, pontili, ma anche merci, oggetti, abitudini e persone sono le parole con cui, sulla terraferma, il Mediterraneo ha scritto il racconto della sua storia trascorsa. E anche grazie a queste spie architettoniche, archeologiche si ricostruisce una mappa di intrecci e di storie che nei secoli si sono depositate peraltro sulla carta, nella numerosa letteratura sul Mediterraneo. Basterebbe osservare le caratteristiche ricorrenti e sistematiche delle abitazioni delle isole che si stanziano sul mare fra le terre, per comprendere il significato di interscambi e culture che hanno dialogato nel corso dei secoli, ininterrottamente, e hanno, anche, chiaramente, combattuto, per giungere a una convivenza pacifica. 1 Cfr. MARC AUGÈ, Tra i confini: città, luoghi, integrazioni, Bruno Mondadori, Milano Lo storico francese, con la collaborazione del suo collega Georges Duby, e noti studiosi di varie discipline come Roger Arnaldez, Maurice Aymard, Filippo Coarelli, Jean Gaudemet, Piergiorgio Solinas, ha realizzato un grandioso affresco del e sul Mediterraneo. Oltre al passo qui riportato, nella sua magistrale introduzione Braudel afferma che: «[ ] quel che abbiamo voluto tentare è un incontro costante di passato e presente, l ininterrotto trascorrere dall uno all altro, un concertato senza fine liberamente eseguito a due voci. Se tale dialogo, con i suoi problemi che si riecheggiano reciprocamente, anima la sua opera, potremmo dire di aver conseguito lo scopo. La storia non è altro che una continua serie di interrogativi rivolti al passato in nome dei problemi e delle curiosità nonché delle inquietitudini e delle angosce del presente che ci circonda e ci assedia. Più di ogni altro universo umano ne è prova il Mediterraneo, che ancora si racconta e si rivive senza posa. Per gusto, certo, ma anche per necessità. [ ]». Si veda FERNAND BRAUDEL, Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni, Bompiani, Milano 2014, pp

8 L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro Il punto di partenza politico e europeo sul Mediterraneo è nella dichiarazione di Barcellona, ormai superata perché l atto finale è stato promulgato dalla Conferenza ministeriale euro mediterraneo nel novembre del 1995, ovvero esattamente venti anni or sono. Vi si legge: La presente dichiarazione è l atto fondatore di un partenariato globale tra l Unione europea (UE) e dodici paesi del Sud del Mediterraneo. Lo scopo del partenariato è di rendere il Mediterraneo uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità, attraverso il rafforzamento del dialogo politico e sulla sicurezza, la cooperazione economica e finanziaria, sociale e culturale. 3 I dodici paesi sono: Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese. Inoltre vi sono state invitati a farne parte: la Lega degli Stati arabi e l'unione del Maghreb arabo e la Mauritania. Il partenariato euromediterraneo si articola in tre sezioni fondanti il documento: una prima sezione individua un partenariato politico e di sicurezza; la seconda un partenariato economico e finanziario; la terza un partenariato sociale, culturale e umano. Soltanto dall interazione di questi tre agenti si può raggiungere il primo obiettivo che «mira a favorire la nascita di uno spazio comune di pace e di stabilità del Mediterraneo», fondato su dialoghi bilaterali secondo gli accordi euromediterranei di associazione. È evidente che la formulazione vede sempre prima posto il punto di vista europeo e poi quello mediterraneo. Quel che maggiormente importa al nostro discorso è il partenariato sociale, culturale e umano: si legge nel documento europeo: I partner cooperano al fine di sviluppare le risorse umane, favorire la comprensione tra le culture e gli scambi tra le società civili. In tale ottica, la dichiarazione di Barcellona e il suo programma di lavoro pongono l'accento su: l'importanza del dialogo interculturale e interreligioso; l'importanza del ruolo dei mezzi di comunicazione di massa ai fini della conoscenza e della comprensione reciproca tra culture; gli scambi culturali, la conoscenza di altre lingue, l attuazione di programmi educativi e culturali rispettosi delle identità culturali; l'importanza del settore sanitario e dello sviluppo sociale e il rispetto dei diritti sociali fondamentali; il coinvolgimento della società civile nel partenariato euromediterraneo e il rafforzamento della cooperazione fra autorià regionali e locali; la lotta contro l'immigrazione clandestina, il terrorismo, al traffico di droga, alla criminalità internazionale e alla corruzione. 4 Quanto di tutto questo in questi anni è stato realizzato? Si è forse considerato realmente il significato dell Europa che affronta la sfida di cooperazione e di partenariato mediterraneo? Lascio aperte queste domande, senza risposta, ma offro ulteriori elementi di riflessione affinché ognuno possa formulare le proprie risposte. Osserviamo, torniamo a osservare le tracce terrestri sul Mediterraneo: esse raccontano anche una storia di partenze che trovarono un arrivo sull altra sponda. Attualmente il mare nostrum, invece, sembra sempre più caratterizzato da partenze che rimangono tali, di arrivi impediti, di interruzioni di viaggi, di sparizioni di vite in mezzo al mare e con loro le tracce delle loro storie. Il mare che produce questo tipo di dinamiche, non è solo ed esclusivamente quello geografico-fisico, con le sue tempeste e naufragi, ma soprattutto quello politico, ridefinito nel formarsi dell Europa Unita come suo ultimo confine, e pertanto costretto ad essere spazio di immigrazione irregolare, spazio armato che diventa luogo di guerra e morte, una frontiera che assomiglia sempre più a un fronte Ibidem. 55 Necessario ricordare che l Unione Europea, a metà degli anni Novanta, ha stabilito un partenariato euromediterraneo, i cui documenti sono lettura e conoscenza necessarie al fine di una piena comprensione politica e amministrativa, sociale e culturale: si consultino gli atti del forum civile Euromed, svoltosi a Napoli 12, 13, 14, dicembre,

9 L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro Il Mediterraneo è un idea che ha bisogno di una modernizzazione e i cittadini posti dentro hanno vissuto una storia comune, anche nei periodi più duri, quando fuoco e ferro o ferro e sangue, trionfavano, ma intanto il canto, il pensiero, l arte hanno dato a ciascuno di noi qualcosa che condividiamo. Ora il Mediterraneo dovrebbe diventare un luogo comune per tutti noi, pieno di avvenire e speranza; per costruire un futuro che non è l immagine del passato, ma quello di una nuova visione. Quest idea richiede dunque di ascoltare non solo i politici, ma soprattutto gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali che potrebbero essere i più preparati ad aprire nuove visioni. La politica del Mediterraneo è una faccenda complessa che non può esimersi dal confronto con l intelligenza storica, filosofica, letteraria di tutti i paesi che si affacciano sul mare. La risposta alla Mediterraneità europea, come la definisce il prof. Fàvaro, deve essere una risposta formulata non chiave economica o umanitaria soltanto, non a partire da una concezione atomistica dei problemi, ma deve essere una risposta complessa, formulata in chiave olistica, assumendo una prospettiva coscienziale umanistica e completa, che pone in una dinamica interattiva i problemi e le soluzioni, in modo che si intersechino costantemente. Per tale ragione vorrei proporre una metodica di lettura della Mediterraneità europea a partire dalla pianificazione progettuale fondata sulla partecipazione dei popoli che vivono e affrontano la crisi, che potrebbe divenire un opportunità, attraverso strategie propositive: è l ascolto di chi parte, di chi migra, di chi abbandona la propria terra per un altra terra, che oggi è affare più cogente. Che cosa chiede chi affronta viaggi interminabili? Perché abbandona la propria patria? Dove vuole arrivare e soprattutto perché? Porre in questi termini la questione, intanto la rende perfettamente politica e culturale, e poi offre la possibilità rara e preziosa di assumere il punto di vista dell altro. Infine, si pone come primo passo per la risoluzione positiva dell attuale tremenda fase di migrazione. Tutto dovrebbe partire dall ascolto dell altro. 6 La crisi che attraversiamo deriva dal primato della visione economico-politica e dal primato del profitto e da qui deriva la trasformazione del Mediterraneo in una tomba di sogni e speranze, un sepolcro per questi giovani che inseguono un orizzonte suggeritogli dal sentimento della libertà, quella libertà che è un idea moderna e occidentale. Questi giovani popoli antichi che non siamo in gradi ascoltare appunto. Così poi una volta che ci credono, si scontrano col più crudele dei dinieghi: c è libertà per le merci, ma non per le persone. È questo che favorisce odio e guerre, e questo che crea un Noi e un Loro. Allora come andrebbe riconsiderata la storia del Mediterraneo alla luce di queste problematiche? Come luogo specifico, il Mediterraneo evoca il continuo intrecciarsi di radici e rotte diverse; nella sua «lunga durata» (ancora Braudel) si tratta di luoghi di sedimentazione, ma anche di dispersione. Come si fa, allora, a navigare, storicamente e culturalmente, in questo spazio, armati ormai di un senso di modernità che si è maturato nelle condizioni contemporanee di ibridità interculturale, e forti di una crescente insistenza etica che passa radicalmente al vaglio le idee di casa, ospitalità e proprietà della cultura 7, della storia e del linguaggio? 6 Essenziali le indicazioni dell alto rappresentante per gli Affari Esteri dell Unione Europea, come si possono leggere con le opportune analisi ne «La Repubblica», di seguito segnalate, ma non si nota ancora da parte degli Stati Uniti d Europa una vera disposizione all ascolto completo dei migranti. iorno_della_verita_su_quote_ /, 7 Sul concetto della proprietà culturale o storica risulta particolarmente interessante quanto afferma Iain Chambers (sociologo ed esperto di studi postcoloniali): «[ ] Naturalmente, rotte di commercio o di transito, e forme di identificazione pre-nazionale e perciò non regolarizzate, sono poi state riassorbite, se non sepolte nell oblio, dalle rigide demarcazioni imposte dalla guerra, dai nazionalismi, e dall imposizione di frontiere. Da un punto di vista storico, il Mediterraneo come regione non è mai stato unificato da quando è caduto l Impero Romano; a conti fatti, è stato molto spesso in guerra con se stesso. Per via di tali divisioni, molti pezzi della sua storia sono andati perduti. C è, per esempio, un mondo che è quasi del tutto assente dalla narrazione occidentale: quello del Mediterraneo musulmano, con il tragitto storico e culturale che l Islam ha fornito dall Atlantico all Asia centrale, e poi, volgendosi a sud, verso l Africa nera. Perfino negli ultimi tempi, gran parte dei Balcani si è data un gran da fare per scrollarsi di dosso il suo passato turco e musulmano [ ]». Cfr. IAIN CHAMBERS, Le molte voci del Mediterraneo, Raffaello Cortina, Milano 2007, p Altrettanto utile è la ricostruzione storica che Braudel mutua dal suo maestro Lucien Febvre affermando che: «[ ] Il Mediterraneo, luogo di storie così intricate e indigeste, diviso tradizionalmente da differenze religiose, spesso infrequentabile fino al 1800 per via dei pirati, eppure anche unificato dalle rotte dei pellegrinaggi, è un qualcosa che continua a nascondersi nei recessi di un eventuale comprensione storica. Eppure, nello stesso tempo, eccede le categorie che abbiamo appreso ad usare per individuare le sue caratteristiche. I sintomi di quest altra storia, successivamente celati nell uniformità del classicismo e del nazionalismo europeo, continuano a emergere, però, nella realtà incredibilmente composita della dieta mediterranea: le arance e i limoni introdotti dagli Arabi dall Estremo Oriente, e 3

10 L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro In questa prospettiva, dunque, va ri-considerata la tensione scaturita, negli ultimi anni, del fenomeno migratorio che non può essere letto soltanto attraverso l analisi socio-economica o politico-diplomatica: un Europa che mantenga vivo il senso della propria identità e che sviluppi al suo interno un articolazione delle mediazioni culturali, non può correre il rischio di vivere sotto il segno della paura dello straniero. Una società capace di accogliere il diverso dovrebbe essere un luogo dove vigono regole di convivenza civile in grado di garantire il pluralismo, il confronto e l integrazione. È delle scorse settimane la dimostrazione che, in questa fase storica, il Sud d Italia e quindi il Sud d Europa è il territorio più esposto alla tensione migratoria perché il Mediterraneo bagna le sue coste, ma è il luogo più esposto perché l inclusione e l integrazione risultano estremamente ardue a causa di una profonda crisi di auto-rappresentazione, auto-determinazione e del vuoto culturale che investe l Europa. La sfida che ho raccolto in qualità di Presidente di una Regione cerniera del Meridione, della Basilicata che appartiene a quel Mezzogiorno che non è mai stato un paradiso abitato da diavoli, è, oltre quella dell ospitalità e dell integrazione, quella di delineare un orizzonte dentro il quale il Sud non si collochi in una posizione residuale, a margine di un Europa che si proietta sempre più verso l Atlantico, dimenticando il Mediterraneo, nel cui spazio, nella cui storia e nella cui cultura prende corpo il codice genetico della civiltà occidentale. Nella mia Regione vorrei tentare l esperimento ambizioso di mettere insieme culture, esperienze, generazioni, intelligenze, ricerche che si sono svolte in vari campi: per me il Mediterraneo può rappresentare il luogo dello scambio proficuo tra culture che non deve essere riducibile solo all intersezione tra globale e locale. Vorrei che in Basilicata si respirasse la stessa aria di Malta o di Rodi, piccole grandi isole del Mediterraneo da cui sono passati tutti. Per primi gli extraterrestri; poi le scimmie, seguite dai discendenti di Adamo. C è stata una sfilata di fenici, achei, dori, elleni, romani, goti, arabi, genovesi, catalani, veneziani, ottomani, italiani, greci moderni, e adesso Rodi è di nuovo caduta in potere degli extraterrestri, che sarebbero queste bande di biondi in pantaloni corti con la stuoia arrotolata nello zaino sulle spalle [ ] 8 Indubbiamente lo scrittore spagnolo, per molti anni editorialista del quotidiano El Pais avrà subito, esattamente come me, le suggestioni fornite dalla lettura delle Ispirazioni Mediterranee di Paul Valéry che, alla fine del 1933, nel tenere una conferenza sul Mediterraneo all Université des Annales, all interno di una scrittura autobiografica e con un velato intento politico, descrive il «il mare tra le terre» come un teatro di possibilità, con la sua immane portata nello sviluppo delle genti e del continuo intreccio di relazioni umane e culturali, nonché come occasione di risveglio della sensibilità intellettiva nel luogo di «un singolare accordo fra l universo della sensazione e il meccanismo del pensiero astratto». I poeti, stranamente, possono venirci in aiuto, per comprendere e affrontare alcuni passaggi. Nel 1933 il poeta francese ha sessantadue anni e la Francia vive la pace sospesa dell entrata in guerra, mentre la carta geopolitica d Europa si chiazza di una nuova dittatura che si attribuirà un potere di distruzione quasi totale, radicato nel mito di un origine pura e di un destino di dominio. Ed è significativo, quindi, che in tale clima Valéry proponga con forza lo schema classico della mediterraneità europea con queste parole: la natura mediterranea, le risorse che essa offriva, le relazioni che ha determinato o imposto, sono all origine della prodigiosa trasformazione psicologica e tecnica che, in pochi secoli, ha così profondamente differenziato gli europei dal resto dell umanità, e i tempi moderni dalle epoche anteriori.[ ] 9 Come notato, in diverse occasioni, dal poeta Andrea Zanzotto esiste un Mediterraneo arcadico, verso cui si volgono i cultori dell antico e un Mediterraneo arcaico si cui si appunta l osservazione antropologica e, nel momento in cui le due immagini collidono entrando in cortocircuito che nasce la poesia. La voce dei poeti fa corpo con le lingue dei vari paesi ridisegnati sulle sue rive in un arco di tempo che collega così il riso; la melanzana dall India; i fagioli, le patate e le pesche dalla Cina via la Persia, come i cipressi; e poi i pomodori, il peperoncino e i fichi d India dalle Americhe [ ]». Cfr. LUCIEN FEBVRE, in «Annales d histoire économique et sociale», XII, 29 ora in FERNAND BRAUDEL, Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni, cit., p Cfr. MANUEL VICENT, Mediterraneo mare interiore, Feltrinelli, Milano 1995, p Cfr. PAUL VALÉRY, Ispirazioni mediterranee, traduzione e cura di Maria Teresa Giavieri, Mesogea, Messina

11 L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro idealmente il Byron di Missolungi al Lorca fucilato a Viznar. Il francese di Valéry che esalta le radici latine con l italiano di Ungaretti sapiente di Petrarca, il greco di Kavafis, che resuscita parole addormentate dai secoli, il catalano di Riba che dialoga con l Europa come faranno viepiù Jabès e Adonis ridanno vita e voce «alla testa di marmo fra le mani» del poeta Georgos Seferis Premio Nobel per la letteratura nel Ciò dimostra che il Mediterraneo è assimilazione e contrasto, ecumene e concorrenza: è dinamismo fondatore di quell Europa moderna da cui altre culture, in altri continenti possono a loro volta trarne origine e, solo e soltanto in questa dimensione, risulta in qualche misura accettabile la proposizione di un Noi e un Loro che sia valore aggiunto e non diversità che tende a creare quei confini rigidi che sono la razza, l etnia, la nazionalità, il sesso o la religione. La nostra guida, la nostra bussola etica, oggi, è in quel Trattato che adotta una Costituzione per l Europa, forse ancora poco, troppo poco letto, diffuso, conosciuto, ma che, invece, fonda il nostro essere uomini e donne di un continente vasto e sempre incompleto, perché è difficile tracciarne i confini, almeno verso ovest. Rileggendo alcuni passaggi, possiamo rimembrare il nostro ruolo e il significato del nostro appartenere così come apparteniamo a una civiltà antica: ISPIRANDOSI alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, e dello Stato di diritto; CONVINTI che l'europa, ormai riunificata dopo esperienze dolorose, intende avanzare sulla via della civiltà, del progresso e della prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi; che vuole restare un continente aperto alla cultura, al sapere e al progresso sociale; che desidera approfondire il carattere democratico e trasparente della vita pubblica e operare a favore della pace, della giustizia e della solidarietà nel mondo; PERSUASI che i popoli d'europa, pur restando fieri della loro identità e della loro storia nazionale, sono decisi a superare le antiche divisioni e, uniti in modo sempre più stretto, a forgiare il loro comune destino; CERTI che, «Unita nella diversità», l'europa offre ai suoi popoli le migliori possibilità di proseguire, nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella consapevolezza delle loro responsabilità nei confronti delle generazioni future e della Terra, la grande avventura che fa di essa uno spazio privilegiato della speranza umana; RISOLUTI a proseguire l'opera compiuta nel quadro dei trattati che istituiscono le Comunità europee e del trattato sull'unione europea, assicurando la continuità dell'acquis comunitario; RICONOSCENTI ai membri della Convenzione europea di aver elaborato il progetto della presente Costituzione a nome dei cittadini e degli Stati d'europa. E non si possono dimenticare, o mettere da parte, proprio oggi i valori fondanti e condivisi, così chiaramente esplicitati Articolo I-2 Valori dell'unione L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a una minoranza. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini. Articolo I-3 Obiettivi dell'unione 1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. 2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne e un mercato interno nel quale la concorrenza è libera e non è falsata. 3. L'Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. La solidarietà Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo. 5

12 L Europa e il Mediterraneo. Noi e loro 4. Nelle relazioni con il resto del mondo l'unione afferma e promuove i suoi valori e interessi. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite. 5. L'Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze che le sono attribuite nella Costituzione. Articolo I-4 Libertà fondamentali e non discriminazione 1. La libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali e la libertà di stabilimento sono garantite dall'unione ed al suo interno in conformità della Costituzione. 2. Nel campo d'applicazione della Costituzione e fatte salve le disposizioni particolari da essa previste, è vietata qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità. I confini si aprono e si chiudono nella nostra mente prima e ancor più che nel mondo fisico. Se però interroghiamo gli europei (non solo i sostenitori dei movimenti populisti anti-stranieri), sollecitando il loro immaginario politico, le barriere si alzano: la lingua, la religione, i minareti, la voce del muezzin a tutte le ore diventano improvvisamente degli ostacoli, dei mondi che si allontanano. E tutto dipende dallo sguardo. Soprattutto chi come me ricopre ruoli di responsabilità istituzionale può, anche in piccola parte, guidare i propri territori nella solidarietà e aiutare il cambiamento con il dialogo, con lo studio, promuovendo conoscenza e incontri, di qua e di là. Ascoltare prima e osservare poi. Forse non sarà sufficiente per superare i problemi economici enormi che quotidianamente ci assillano, ma si possono e si devono immaginare molti utili intrecci stando di fronte all Europa, al Nord Africa, al Medio Oriente. Perché se il colonialismo rappresentava una forma di interesse asimmetrico e iniquo, da parte dei paesi europei nei confronti di terre e popolazioni da sfruttare, non possiamo accettare senza reagire che le democrazie europee dismettano l habitus delle potenze occupanti solo per assumere quello della totale indifferenza o quello di una impaurita ostilità. Nel postcoloniale, non è vero che non c è più colonialismo, si deve considerare, invece, che il colonialismo ha preso nuove forme, nuove dinamiche, manifesta nuove e terribili forme di crudeltà e di sfruttamento. Sufficiente riflettere sulle interazioni fra Mediterraneo e globalizzazione. Non sono assolutamente bastevoli i progetti e le decisioni fino ad oggi condotti dell U.E. La cultura può fare davvero qualcosa per superare le diffidenze e le paure infondate, però bisogna volerlo e se questa mia enfasi può sembrare retorica o demagogica me ne scuso, augurandomi però che possa allontanare il Mediterraneo dalla percezione tragica o dall immagine di morte che la montaliana «legge rischiosa» porta con se nell ultimo periodo: [ ] Esser vasto e diverso e insieme fisso; e svuotarmi così d ogni lordura come tu fai che sbatti sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie del tuo abisso Il poemetto a cui si fa riferimento è Mediterraneo in Ossi di seppia cfr. EUGENIO MONTALE, Tutte le poesie, a cura di Giorgio Zampa, Mondadori, Milano 1984, pp

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