La Valle Maira e il Rifugio Campo Base: scenari di fruizione e tecnologie di riqualificazione energetica
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- Agnolo Lelli
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1 La Valle Maira e il Rifugio Campo Base: scenari di fruizione e tecnologie di riqualificazione energetica di Marco Mullineris e Luca Troglia Relatori: Cristina Coscia, Cristina Cuneo, Roberto Giordano Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (2004) riconosce il territorio rurale e alpino come patrimonio culturale alla stessa stregua delle grandi opere architettoniche delle città, e come tali deve essere conservato e valorizzato. Obiettivo della tesi è l'individuazione degli scenari di fruizione compatibili ad un ambiente alpino, la Valle Maira (CN), al fine di approfondire il tema della riqualificazione energetica-ecocompatibile e dell ampliamento del Rifugio Campo Base (in frazione Chiappera nel comune di Acceglio) assunto come caso studio. Il lavoro è suddiviso in tre parti principali. La prima è stata incentrata sullo studio e analisi storica del territorio e dei luoghi della Valle attraverso le fonti di cartografia, focalizzando successivamente l'attenzione sul Vallo Alpino del Littorio, sistema di fortificazioni a difesa dell'arco alpino italiano costruito dal 1931 in poi. Dal 1936 prendono avvio i lavori di fortificazione della Valle Maira tramite la costruzione di tre linee difensive (localizzate la prima sul confine e le altre due progressivamente più a valle) e un'estesa rete di strade militari a collegamento delle varie opere. IL VALLO ALPINO DEL LITTORIO IN VALLE MAIRA, Carta Storica (in FABIO AMORETTI, Sistemazione difensiva della Valle Maira, Campo Base Acceglio), Localizzazione e catalogazione opere ancora esistenti (elaborazione personale), immagini (dall'alto) Ricovero Escalon, Opera B di Ponte Maira, Rifugio di Campo Base e Rifugio Gardetta.
2 L'acquisizione di tali conoscenze è stata propedeutica all'elaborazione di diverse ipotesi di rifunzionalizzazione legate al recupero delle caserme del Vallo sulla base di esempi di recupero, ricostruzione e rifunzionalizzazione di malloppi appartenenti al Vallo Alpino presi soprattutto nel nord-est Italia. Recuperi che possono essere di vario tipo, dalla ricostruzione e riproposizione storica delle opere alla rifunzionalizzazione e riuso di queste ultime (adibite in taluni casi a museo di se stesse o a musei sulle opere militari in generale). Esempi di rifunzionalizzazione di opere del Vallo Alpino del Littorio (nord est Italia) La seconda parte si è incentrata sull'applicazione di strumenti di valutazione di natura strategica finalizzati a supportare le fasi di individuazione di scenari di valorizzazione per la Valle e, nello specifico, per il Rifugio. Le analisi S.W.O.T. (analisi che tengono conto di aspetti positivi, cercano di limitare quelli negativi e le debolezze di un territorio o di un caso studio al fine di svilupparne al massimo le opportunità) strutturate attraverso parametri economici (demografia, economia, turismo, istruzione, infrastrutture e trasporti) e utili a delineare un corretto profilo socio-economico dell'area, hanno fatto emergere le tematiche sensibili, che, nella loro riconfigurazione come "obiettivi strategici", hanno permesso di individuare sia i target di domanda, sia gli scenari di fruizione ad essi legati. La fase si conclude con la sezione dedicata ai "case study" che prende in esame tutti i rifugi escursionistici della provincia di Cuneo, ovvero il quadro competitivo in cui verrà inserito il progetto. E' stata elaborata una schedatura tipo, per ognuno dei 24 rifugi, divisa in tre parti: 1) presentazione dell'oggetto 2) servizi offerti 3) offerta turistica. Questo tipo di schedatura, essendo completa in ogni sua parte, può essere usufruita tanto da enti pubblici, privati o aziende quanto al singolo fruitore per avere ogni informazione utile sull'oggetto in questione.
3 ESEMPIO DI SCHEDATURA (Rifugio Campo Base) elaborata e ideata dagli autori.
4 Infine, la terza parte, riguardante nello specifico il rifugio Campo Base (1650m) che nasce alla fine degli anni '70, dalla ristrutturazione della caserma Vivalda, opera inserita all'interno del malloppo del Ponte delle Fie. Tra il 2000 e il 2004 ha subito un ampliamento dove si è prevista una diversa collocazione della zona notte, la caserma storica invece ospita attualmente la zona giorno. E' stato effettuato un rilievo dello stato attuale coadiuvato da un rilievo plano-altimetrico di una zona di 4000m² utile per la realizzazione di un modello in legno. Il modello ha consentito di condurre un analisi microclimatica di sito e in particolare delle condizioni di soleggiamento (metodo Heliodon) dell edificio in diversi periodi dell anno, assunti come significativi per valutare le potenzialità di sfruttamento della radiazione solare e definire quale fosse la zona più adatta per l'ampliamento. Il metodo sperimentale Heliodon si avvale dell'omonimo strumento che simula il percorso solare in un qualsiasi luogo del pianeta ad ore e giorni prestabiliti di modo da simulare con buona precisione le condizioni di soleggiamento dell'area. Fotografie dello strumento Heliodon e di parte dell'esperimento. E' stato studiato quindi l'irraggiamento solare durante i giorni di equinozio e solstizio al fine di individuare quale sia l'area meglio soleggiata. La zona più adatta per un eventuale ampliamento è quindi risultata essere quella immediatamente adiacente (e sovrastante) la caserma storica, attuale zona giorno del rifugio. Il progetto prevede un ampliamento e una riorganizzazione degli spazi interni, integrati da interventi volti a ridurre i consumi per il riscaldamento e i problemi legati all'umidità e alle infiltrazioni. E' stato perciò progettato un edificio ex-novo a monte della caserma militare in cui è stata localizzata la nuova zona giorno, mensa e relax, oltre che le camere private per i rifugisti. Nella ex-caserma militare, ospitante attualmente la zona giorno, è stata reinserita la funzione originale (che era di dormitorio) e quindi nuovamente adibita a zona notte mentre il primo ampliamento, che ospita ora la zona notte, diventa un'area accessoria dove sono situate delle camerate di emergenza in caso di sovraffollamento del rifugio, la lavanderia, un'area didattica (utile per corsi, presentazioni e lezioni di vario genere) ed il magazzino. Attualmente il rifugio ha 32 posti letto. E' stato studiato e verificato che normalmente gli ospiti sono al massimo 30 ma spesso capita di averne di piu (tra i 35 e i 45) e perciò le camere di emergenza ovviano a questo problema portando, quando necessario la capienza del rifugio a 48 posti letto (esclusi quelli dei rifugisti).
5 Metaprogetto e Spazi Funzionali del progetto. Sono state scelte tecnologie sia tradizionali che innovative privilegiando materie prime di origine naturale e selezionando prodotti e componenti reperibili in loco. Ciascuna scelta è il risultato di un processo di analisi dell'esistente volto ad integrare il progetto con la preesistenza, cogliendone e conservandone i particolari distintivi ma, allo stesso tempo, seguendo i canoni di eco-compatibilità dei materiali. E' stato scelto quindi di utilizzare la paglia come isolante dell'edificio in costruzione ex-novo, un isolante in fibra di legno per i pavimenti ed uno in lana di pecora per il cappotto interno nella ex-caserma militare. Sono state scelte tecnologie come i tunnel solari per l'illuminazione delle zona contro-terra, serramenti in legno con vetro triplo e copertura con tetto verde estensivo. Infine vengono utilizzate tipologie di riscaldamento differenti in base alla zona del rifugio e al suo utilizzo: riscaldamento a pavimento "classico" con massetto per zone sempre riscaldate come la zona giorno e i servizi igienici, un riscaldamento a pavimento a secco (sottile e veloce da riscaldare) per le camere e ventilconvettori con controllo dell'umidità per le "zone accessorie".
6 Fotografie stato attuale, prospetto e particolare di progetto.
7 Il lavoro ha portato ad avere un quadro completo del patrimonio militare in Valle Maira fornendo delle possibili ipotesi di valorizzazione. A questo si aggiunge l'elaborazione delle schedature utili a enti pubblici, privati o al singolo fruitore per una corretta localizzazione, presentazione e studio dei rifugi escursionistici della provincia. Infine il progetto si inserisce in un'ottica di progettazione eco-compatibile tramite l utilizzo di materiali reperibili in loco e rispettosi dell ambiente. Per ulteriori informazioni, Marco Mullineris: marco.mullineris@gmail.com Luca Troglia: luca.troglia@gmail.com
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