alcun modo la posizione sulle questioni trattate, né la preannuncia.
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- Gregorio Federici
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1 DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE: COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUI DIRITTI DEI MINORI ( ) 1 I diritti dei minori. Secondo l'articolo 3 del trattato sull'unione europea, l'unione promuove i diritti del minore. I diritti dei minori sono diritti fondamentali dell'ue e gli Stati membri hanno l obbligo di rispettarli. L'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea stabilisce che i bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere, che possono esprimere liberamente la propria opinione e che questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità. La Carta stabilisce poi che in tutti gli atti relativi ai bambini l'interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente. La tutela internazionale dei diritti dei minori affonda le radici nei valori e nei principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata da tutti gli Stati membri dell'ue. Attività della Commissione europea nel settore dei diritti dei minori. Nel 2006 la Commissione ha adottato una Comunicazione "Verso una strategia dell Unione europea sui diritti dei minori" intesa a sviluppare una base comune per garantire una tutela efficace dei diritti dei minori nelle politiche interne ed esterne dell'ue. Approfondimenti sulla comunicazione e sulle attività della Commissione in questo ambito sono disponibili al seguente indirizzo web: Scopo della presente consultazione. Per dare impulso alla strategia dell Unione europea sui diritti dei minori, alla fine del 2010 la Commissione intende adottare una comunicazione sui diritti dei minori ( ). Con questa consultazione le parti interessate hanno l opportunità di rivolgere alla Commissione un proprio parere sulle azioni concrete che, sviluppate a livello dell'unione, potrebbero fornire un apporto decisivo. La Commissione intende anche raccogliere le esperienze concrete di quanti lavorano con i minori, specie con riguardo alle difficoltà nel promuoverne e tutelarne i diritti. La Commissione è in particolar modo interessata a raccogliere dati attendibili, informazioni fattuali e esempi concreti della situazione sul campo, sia sotto il profilo delle problematiche che delle soluzioni. Questioni affrontate dal questionario. Le domande della prima sezione intendono valutare le iniziative precedentemente adottate dalla Commissione nel settore dei diritti dei minori; quelle della seconda si concentrano sugli ambiti che richiedono particolare attenzione. A chi si rivolge il questionario. Si rivolge a singoli individui, a organizzazioni, associazioni, organi e istituzioni che tutelano e promuovono i diritti dei minori a livello locale, regionale, nazionale, europeo e internazionale. Non occorre rispondere a tutte le domande; ognuno potrà rispondere a quelle pertinenti per la propria attività in funzione della propria esperienza. 1 Il presente documento, elaborato dai servizi della Commissione a fini consultivi, non ne pregiudica in alcun modo la posizione sulle questioni trattate, né la preannuncia.
2 Domande di base I. Precedenti iniziative della Commissione 1. La comunicazione della Commissione del 2006 "Verso una strategia dell Unione europea sui diritti dei minori" propone di elaborare una strategia globale dell UE per promuovere e salvaguardare efficacemente i diritti dei minori nelle politiche interne ed esterne dell'unione europea e di sostenere gli sforzi degli Stati membri in questo settore. Come è valutata nell'insieme questa iniziativa? 2. L'UE ha il dovere generale di astenersi da qualsiasi atto che possa comportare la violazione dei diritti dei minori e di tenerne conto, se necessario, nelle politiche di sua competenza (cosiddetto mainstreaming). La Commissione ha introdotto una serie di dispositivi atti legislativi, soft law, assistenza finanziaria, scambio di migliori pratiche che consentono di adottare azioni mirate a tutelare e promuovere i diritti dei minori, in linea con i trattati e nel rispetto dei principi della sussidiarietà e della proporzionalità. Come sono valutati nell'insieme questi dispositivi? II. La situazione sul campo Seguendo l'orientamento della comunicazione del 2006, il Consiglio europeo si è espresso a favore dell'elaborazione di un'ambiziosa strategia UE sui diritti dei minori e ha chiesto alla Commissione di individuare quali misure, adottate a livello dell'unione, potrebbero incidere decisivamente sulla tutela e sulla promozione dei diritti dei minori, soprattutto per quelli in condizioni particolarmente vulnerabili. Una giustizia a misura di minore 3. Per quanto riguarda i sistemi giudiziari (diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo, ecc.), quali sono gli ostacoli e i problemi principali che incontrano i minori? In particolare, quali sono le problematiche e le sfide con cui si confrontano i minori che partecipano come vittime o imputati a un procedimento giudiziario di diritto penale, a procedimenti civili o a procedimenti riguardanti questioni di asilo e migrazione? 4. Quali iniziative concrete potrebbero rendere i sistemi giudiziari più a misura di minore? Si ritiene che l'unione possa contribuire a queste iniziative e se sì, come? Come può contribuire l'ue a garantire che le decisioni giudiziarie riguardanti i minori ne tutelino i diritti e ne rispettino in particolare l'interesse superiore? 5. Si prega di segnalare le buone pratiche, le iniziative, i programmi (anche di formazione) o i dispositivi che già consentono ai sistemi giudiziari di tener conto dei diritti, delle esigenze e degli interessi specifici dei minori. Esistono iniziative transfrontaliere in questo settore (progetti comuni condotti in cooperazione o con la partecipazione di organizzazioni di altri Stati membri, scambi di buone pratiche, ecc.)? 2
3 6. Un minore può essere chiamato a partecipare ai procedimenti giudiziari in veste di testimone vulnerabile o di vittima. Si ritiene che sia necessario fare di più per tener conto delle esigenze e dei diritti dei minori in queste circostanze? Si prega di indicare i dispositivi giuridici e gli accorgimenti pratici esistenti in grado di evitare gli interrogatori multipli e di rendere meno negativa l'esperienza di un procedimento giudiziario. 7. Qual è l'importanza dei mezzi tecnologici (videoconferenze, registrazioni video, denunce online, ecc.) per fare in modo che i minori possano accedere più facilmente alla giustizia o siano meglio tutelati durante il processo? Si prega di fornire esempi di buone pratiche. 8. Si ritiene che il personale giudiziario degli Stati membri sia adeguatamente formato per tener conto dei diritti e delle esigenze dei minori nei procedimenti giudiziari e nel processo decisionale? In caso negativo, indicare e descrivere eventuali esigenze specifiche. Le politiche della giustizia a tutela dei diritti dei minori 9. Giudicando dall'esperienza acquisita, in che modo la mediazione familiare tiene conto dell'interesse superiore del minore? Che tipo di iniziative dovrebbe adottare l'unione per sostenere il ricorso alla mediazione familiare tra gli Stati membri? 10. L'Unione sta valutando come risolvere i problemi di certificazione dello stato civile (nascita, nome, filiazione, adozione, ecc.) con cui si scontrano i cittadini dell'ue in altri Stati membri. Il cittadino che deve produrre atti di stato civile in un altro Stato membro si trova spesso a sostenere costi e lungaggini per far tradurre o autenticare i documenti. In che modo può essere migliorata la situazione? 11. Nel lungo periodo, potrebbe essere affrontato il problema del reciproco riconoscimento degli atti di stato civile, per cui, ad esempio, il legame di filiazione, per nascita o adozione, attestato in modo legale e valido in un Stato membro sarà riconosciuto anche in un altro Stato membro. Si ritiene che l'unione debba adottare misure in tal senso? 12. In vista della revisione del regolamento Bruxelles II bis (relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale), la Commissione sta valutando la necessità di stabilire norme minime per le decisioni sulla responsabilità genitoriale. Se saranno introdotte norme minime comuni, gli Stati membri potranno riconoscere e dare esecuzione alle decisioni di affidamento prese in un altro Stato membro senza ulteriori adempimenti, il che permetterebbe di velocizzare la composizione delle controversie in materia di affidamento. Giudicando dall'esperienza, si ritiene che l'unione debba stabilire norme minime per le decisioni sulla responsabilità genitoriale? Quali sarebbero le norme minime da prevedere? 13. Quali sono i problemi e le difficoltà incontrati sul campo (in quanto singolo o organizzazione) nell'affrontare casi di adozione internazionale (tra Stati membri dell'ue e paesi terzi)? Molti enti autorizzati per l adozione internazionale operano nel medesimo Paese di origine, riversando così nella stessa realtà la pressione esercitata dalle migliaia di domande di adozione. Ciò provoca, spesso, una sorta di 3
4 condizionamento molto forte su tutti i soggetti coinvolti nel procedimento adottivo: dalle istituzioni alle organizzazioni, dai rappresentanti degli enti autorizzati ai direttori degli istituti e ai funzionari preposti al rilascio dei documenti. In questo clima può accadere che vengano operate forzature affinché siano resi disponibili all adozione sempre più bambini con le caratteristiche gradite dalle coppie. Il fenomeno del child laundering - denunciato anche dai rappresentanti della Conferenza de L Aja (J. Degelling, Com è cambiato lo scenario internazionale dell adozione dopo la ratifica della Convenzione de L Aja in Scenari e sfide dell adozione internazionale, CIAI, 2009) - descrive la pratica illegale di sottrarre i bambini ai genitori biologici per inserirli nel circuito delle adozioni legali. Negli ultimi anni, le segnalazioni di adozione riguardano sempre più bambini già grandi, con problemi sanitari e con storie drammatiche alle spalle (di incuria e malnutrizione ma anche di violenza e abuso). Sono invece molto scarse le informazioni relative alla storia pregressa e allo stato di salute del bambino adottabile che ci arrivano dai referenti istituzionali in particolare di Etiopia, Cambogia, Vietnam, Thailandia e India. I bambini in attesa di essere adottati non sono quasi mai preparati adeguatamente al significato dell adozione e ai radicali cambiamenti che ciò comporta. Questa poca attenzione alla preparazione del bambino, che spesso è già grande, rende più complesso il suo inserimento all interno del nucleo familiare e poi nella nuova realtà sociale. Alcune adozioni pronunciate all estero, ad esempio in Etiopia, hanno gli effetti della open adoption, cioè di adozioni che consentono il mantenimento dei rapporti con la famiglia biologica, mentre in Italia esiste solo la close adoption. Questo divario giuridico crea enormi difficoltà non solo di tipo procedurale e di gestione dei rapporti nel corso del tempo ma anche relativamente alla possibile frustrazione delle aspettative del bambino di mantenere contatti e rivedere la famiglia d origine. Permangono problematiche di procedura internazionale con i Paesi non ratificanti la Convenzione de L Aja del 1993 e con i quali non sono stati siglati accordi bilaterali specifici. Quali sono i problemi e le difficoltà incontrati sul campo (in quanto singolo o organizzazione) nel trattare le decisioni di adozione tra Stati membri dell'ue? La scarsa regolamentazione degli affidi internazionali fa sì che spesso questa procedura venga seguita da chi desidera adottare un bambino aggirando le procedure sull adozione internazionale. Alcuni accordi bilaterali sono stati siglati ma comunque questi affidi dovrebbero essere soggetti a maggiori controlli e soprattutto non riguardare bambini orfani o in stato di abbandono. Riportiamo due questioni condivise da oltre 80 associazioni italiane facenti parte del Gruppo di Lavoro per la Convezione sui diritti dell Infanzia e dell Adolescenza e riportate all interno del 2 Rapporto Supplementare 4
5 alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell Infanzia e dell Adolescenza in Italia, Save the Children 2009 : 1. La preoccupazione circa l operatività della Convenzione Europea sull adozione di minori del 2008 di riforma alla precedente Convenzione del 1967, attualmente non firmata dall Italia. Se venisse introdotta nel nostro Paese stravolgerebbe i principi su cui si fonda l adozione in Italia che è invece basata sull accertamento preventivo dello stato di adottabilità del minore e non sul consenso del genitore di origine. La Convenzione Europea del 2008 inoltre, nonostante si richiami al superiore interesse del minore, nei fatti prevede l adozione in funzione del diritto degli aspiranti genitori adottivi, allargando alle coppie conviventi e ai single la possibilità di adottare e definendo solo la differenza di età minima e non massima. In Italia non è riconosciuto il diritto ad adottare ma solo il diritto ad essere adottato del minore in stato di abbandono. In Italia, per ogni minore italiano o straniero dichiarato adottabile, vi è un esubero di coppie sposate disponibili ad adottarlo: nel 2005 hanno adottato un minore italiano solo il 7,7% delle coppie disponibili e hanno adottato un minore straniero solo il 37% di quelle dichiarate idonee all adozione internazionale. Rispetto alla Convenzione Europea del 2008, inoltre, preoccupano le disposizioni che riguardano la revocabilità dell adozione; la possibilità di prevedere forme di adozione meno tutelanti per i minori e la possibilità di accesso all identità dei genitori biologici da parte dell adottato anche nei casi di non riconoscimento alla nascita. 2. L auspicio affinché venga introdotto giuridicamente l istituto dell adozione europea, così come già dibattuto all interno del Parlamento Europeo nel 2006 e sollecitato nella Risoluzione Europea del 16 gennaio 2008 (2007/2013 INI). Tale adozione potrebbe ottenere il risultato di definire una forma di adozione che possa garantire uguali diritti e la medesima tutela per tutti i minori cittadini europei in stato di adottabilità. Si potrebbero infatti creare regole uniforme e omogenee in tutti i Paesi europei sul rilascio dell idoneità dei genitori adottanti, l istituzione di una Banca dati europea dei minori adottabili e delle coppie adottanti; un Albo europeo degli enti autorizzati; un Autorità centrale europea con il compito di predisporre e vigilare sugli strumenti di attuazione e applicazione dell adozione internazionale. Categorie vulnerabili di minori 14. Giudicando dall'esperienza, quali sono le categorie di minori che versano in situazioni particolarmente vulnerabili? Si prega di fornire i dati e le cifre eventualmente disponibili. I minori italiani e stranieri che continuano a vivere in Istituto, in comunità o case famiglia. In Italia i dati disponibili risalgono al 31 dicembre 2005 in cui i minori presenti nei servizi residenziali erano In Romania, dopo la quasi totale chiusura alle adozioni internazionali, vengono da molti enti segnalate situazioni di sovraffollamento negli istituti di bambini orfani o in stato di abbandono e che quindi potrebbero essere adottati. 5
6 I minori italiani in affido sine die, cioè in affido familiare per un periodo di tempo superiore ai due anni stabilito per legge e molto spesso prorogato per un tempo illimitato. I minori affidati da oltre 2 anni, in Italia, al 31 dicembre 2005 erano il 60% del totale nazionale degli affidi che riguardava minori. I minori che vivono al di fuori della famiglia, italiani e stranieri, con special needs perché sono grandi (pre-adolescenti e adolescenti), appartengono a fratrie, hanno problematiche di salute, disabilità fisica o mentale o storie pregresse di violenza e abuso. In questi casi, anche se adottabili, difficilmente riescono a trovare una famiglia che li adotti e, comunque, gli esiti di queste adozioni sono di grande complessità e problematicità. Nel 2008 erano 191 i minori dichiarati adottabili e non adottati a causa dello stato grave di salute e/o dell età adolescenziale. In Italia la presenza di minori stranieri non accompagnati è monitorata dal Comitato Minori Stranieri (organo interministeriale presso il Ministero del Lavoro e della Solidarietà Sociale). Il Comitato monitora la presenza dei minori stranieri non accompagnati in quanto è l organo deputato ad accertarne lo status attraverso le segnalazioni delle istituzioni competenti (servizi sociali e forze dell ordine). Da tale conteggio sono quindi esclusi i minori che non entrano in contatto con tali istituzioni e coloro che pur essendo minori hanno presentato richiesta di asilo o provenendo da un paese dell Unione Europea non sono segnalati al Comitato Minori Stranieri. La vulnerabilità per questo gruppo di minori è rappresentata prima di tutto dalla mancanza di conoscenza reale del fenomeno che interessa minori al di fuori della famiglia. Inoltre, in questa occasione, si vuole segnalare ciò che accade a questi minori al compimento della maggiore età. La legislazione italiana prevede varie forme di tutela per cui i minori non accompagnati devono essere accolti in comunità di accoglienza e ottenere un permesso di soggiorno. Tuttavia al compimento del 18 anno di età tutte queste tutele decadono: il minore per ottenere un permesso di soggiorno deve dimostrare di essere inserito in un progetto di integrazione da almeno 2 anni, deve avere disponibilità di un alloggio e iscritto a un corso di studio o svolgere attività lavorative. I Comuni italiani in qualità di tutori dei minori hanno la tendenza a non concedere il proseguo amministrativo che permette la permanenza in Comunità (quindi un alloggio sicuro e un progetto di inserimento sociale), vengono quindi meno le condizioni per ottenere un permesso di soggiorno. Tale condizione impone a questi minori di attivarsi immediatamente dopo l uscita dalla Comunità per trovare un lavoro e un abitazione che permetta loro di poter soggiornare legalmente sul territorio italiano. E quindi necessario che siano previste procedure omogenee e che misure tutelanti siano predisposte e attivate a partire dalla minore età. Sul territorio italiano soggiornano numerosi nuclei familiari irregolari con minori, di cui non è possibile conoscere l entità numerica proprio a causa dello status familiare. Ai nuclei familiari irregolari non è riconosciuto alcun diritto all assistenza sociale, tale condizione genera gravi conseguenze per i minori. Nel solo caso di segnalazione al Tribunale dei Minori il minore è accolto, con conseguente possibile preclusione della potestà genitoriale. E garantito ai minori stranieri appartenenti a nuclei irregolari la possibilità di usufruire di alcuni sevizi sanitari, non è consentita però l iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, precludendo così la possibilità di accedere al pediatra di base e creando un forte 6
7 pregiudizio per salvaguardare il diritto alla salute del minore. Inoltre, la recente normativa italiana inserendo l aggravante di reato per ingresso e soggiorno irregolare e il conseguente obbligo di segnalazione da parte dei pubblici ufficiali o incaricati di servizio pubblico comporta notevoli rischi per la tutela del minore. E forte la preoccupazione che i nuclei familiari irregolari evitino di accedere ai servizi pubblici per timore di essere segnalati e quindi denunciati. Inoltre si sono verificate situazioni di grave violazione dei diritti dei minori, risulta infatti che in occasione di sgomberi abitativi alla presenza di minori non siano state garantite le condizioni di tutela del minore attraverso la presenza dei servizi sociali, sia stato quindi gravemente negata la protezione dei diritti del minore. Il fenomeno migratorio ha avuto nei paesi di origine gravi conseguenze dal punto di vista sociale. In Romania si parla di abbandono de facto, in Ucraina di orfani sociali, ci si riferisce alla realtà di numerosi minori le cui madri e/o padri hanno deciso di migrare per migliorare la propria condizione e hanno lasciato i propri figli nel paese di origine. Tale realtà oltre a suscitare riflessioni sull aspetto del care drain, e quindi della privazione di cure da parte dei genitori a cui questi minori sono esposti, conduce ad una riflessione sulle difficoltà connesse ai procedimenti di ricongiungimento volti a garantire l unità familiare. Molti minori infatti sono impossibilitati a ricongiungersi con i propri genitori per normative nazionali restrittive. La situazione italiana è preoccupante in quanto la legislazione predilige la tutela della sicurezza pubblica e quindi pone notevoli ostacoli ai procedimenti volti a garantire il ricongiungimento familiare. 15. Quali attività rivolge la sua organizzazione a beneficio di categorie vulnerabili di minori? Quali sono le difficoltà e i problemi incontrati sul campo nell'approntare iniziative a favore di tali categorie? Realizzazione di corsi di preparazione per aspiranti genitori adottivi pre e postidoneità. In Italia questi corsi sono obbligatori e devono essere effettuati sia presso i Servizi sociali pubblici, dove sono gratuiti, che presso gli enti autorizzati, dove sono a pagamento. Alcune Regioni rimborsano questi corsi ai genitori ma nella maggior parte dei casi la preparazione, benché obbligatoria, rimane a carico delle coppie. Colloqui di verifica delle concrete possibilità di adozione e colloqui abbinamento per un ulteriore verifica della reale accoglienza del bambino da parte della coppia. Questa importante fase viene invece da alcuni enti autorizzati italiani espletata via telefono o addirittura via posta inoltrando le carte di adozione alla coppia. Preparazione del minore adottabile all adozione, attraverso la formazione di operatori nei Paesi di origine dei bambini e la realizzazione di strumenti, quali racconti in lingua e album fotografici, per la preparazione del bambino. Adozioni di special needs children. Nel 2009 le famiglie che hanno adottato attraverso CIAI sono state 95 ma i bambini che sono arrivati sono stati 138 in quanto vi erano 19 nuclei di due fratelli, 9 nuclei di tre e 2 di quattro. Dei 138 bambini arrivati, 81 avevano più di 5 anni. I bambini più piccoli presentavano 7
8 frequentemente problemi di salute. Le principali patologie riscontrare sono state: malnutrizione, cardiopatia, epatite B e C, sierpositività, labbro leporino e palatoschisi, ritardo psico-motorio. Riscontriamo numerose difficoltà ad avere tutte le informazioni sanitarie in sede di proposta di abbinamento, sia per mancanza di strutture diagnostiche adeguate sia perché questo aspetto viene spesso sottovalutato. Interventi di sostegno nel post-adozione per genitori e figli adottivi. In Italia i servizi sociali pubblici sono preposti a garantire il sostegno alla famiglia adottiva nei primi 2 anni dall arrivo del bambino in adozione. I maggiori problemi insorgono invece durante l adolescenza del figlio adottivo, quando le famiglie spesso non vengono più supportate e devono ricorrere a costosi interventi psicologici di sostegno da parte di strutture private. Gli interventi realizzati da CIAI vanno dal sostegno alla famiglia adottiva per l inserimento sociale e scolastico del bambino, spesso già in età scolare, alla realizzazione di attività, anche di gruppo, specifiche per adolescenti adottivi e per genitori di adolescenti adottivi, a gruppi di confronto degli adottati e dei genitori su come affrontare la storia pregressa e il ritorno alle origini, all organizzazione di viaggi veri e propri di ritorno nel Paese di nascita a interventi psicologici e di terapia individuale e familiare. Attività di ricerca per studiare gli esiti dell adozione internazionale. Attualmente gli studi portati avanti anche a livello internazionale si sono rivolti a studiare gli esiti delle adozioni internazionali di bambini molto piccoli o comunque in età scolare. Alla luce della realtà italiana e internazionale sarebbe utile portare avanti ricerche riguardanti l adozione di minori in età scolare e pre-adolescenti per avere anche un riscontro oggettivo circa la praticabilità di queste adozioni, che ultimamente vengono sempre più realizzate in Italia. In un ottica di intervento che promuova una crescita nella comunità locale sulle problematiche degli adolescenti stranieri non accompagnati è stato messo a punto un percorso per la ricerca e formazione di adulti guida, con la funzione di tutelare il cammino verso l autonomia degli adolescenti senza riferimenti familiari presenti/affidabili. L adulto svolge una funzione fiduciaria verso l adolescente sostenendolo/a nelle decisioni/azioni importanti per la sua vita futura. Si pone come punto cardine della rete del ragazzo/a e usufruisce di percorsi di formazione. Si è trattato di attivare funzioni di tutoring per sostenere la formazione del giovane all adultità. Questo ruolo è stato pensato per consentire un confronto nel quale l adulto di fiducia si pone verso il ragazzo come persona disponibile all ascolto, all accompagnamento, alla condivisione e al trasferimento dell esperienza della sua vita adulta. L adulto guida non svolge un ruolo di tutela giuridica, ma nei fatti esercita una funzione di decodifica delle regole e di supporto adulto che permetta al giovane di muoversi con fiducia nel suo nuovo mondo di appartenenza. La funzione di garanzia può avere una doppia valenza: può essere esercitata in situazioni in cui è necessario prendere decisioni impegnative (firmare un contratto di lavoro, accedere ad un finanziamento, attivare una locazione) al fine di dare al ragazzo la consulenza necessaria affinché si protegga da scelte inopportune, e contemporaneamente costituirsi come soggetto affidabile per la controparte. 8
9 16. Si prega di indicare le buone pratiche, le iniziative o i programmi che già contribuiscono a tutelare meglio le categorie di minori più vulnerabili. Esistono iniziative transfrontaliere in questo ambito (progetti comuni condotti in cooperazione o con la partecipazione di organizzazioni di altri Stati membri, scambi di buone pratiche, ecc.)? 17. Quali iniziative concrete potrebbero garantire una maggiore tutela dei diritti dei minori vulnerabili e promuoverne meglio l interesse superiore? Si ritiene che l'unione possa contribuire a queste iniziative e se sì, come? Violenza contro i minori 18. Si prega di fornire dati e cifre eventualmente disponibili sui casi di violenza contro i minori e sulle decisioni giudiziarie in questo ambito. 19. Quali sono le attività della sua organizzazione in tema di tutela dei minori dagli atti di violenza? Quali sono le difficoltà e i problemi riscontrati sul campo nel dar corso ad iniziative di contrasto della violenza contro i minori? 20. Si prega di indicare le buone pratiche, le iniziative o i programmi che già possono contribuire a tutelare meglio i minori dagli atti di violenza. Esistono iniziative transfrontaliere in questo ambito (progetti comuni condotti in cooperazione o con la partecipazione di organizzazioni di altri Stati membri, scambi di buone pratiche, scambi tra giudici dei minori, ecc.)? 21. Quali iniziative concrete potrebbero tutelare meglio i minori dagli atti di violenza? Si ritiene che l'unione possa contribuire a queste iniziative e se sì, come? 22. Quali iniziative concrete potrebbero tutelare meglio i minori da forme di violenza tra pari (come il bullismo o il cyberbullismo)? Si ritiene che l'unione possa contribuire a queste iniziative e se sì, come? 23. Si ritiene che l'ue debba fare di più per promuovere il sistema di allerta per i minori e garantire l'interoperabilità tra gli Stati membri? Se sì, in che modo? 24. In che modo la Commissione può prestare sostegno alla messa in opera effettiva della linea telefonica diretta per i minori scomparsi negli Stati membri? Si ritiene che l'ue possa contribuire? Povertà minorile 25. Quali attività svolge la sua organizzazione in tema di lotta contro la povertà minorile? Quali sono le difficoltà e i problemi riscontrati sul campo nel dar corso ad iniziative per combattere la povertà minorile? 26. Si prega di indicare le buone pratiche, le iniziative o i programmi che già contribuiscono a ridurre la povertà minorile. Esistono iniziative transfrontaliere in 9
10 questo ambito (progetti comuni condotti in cooperazione o con la partecipazione di organizzazioni di altri Stati membri, scambi di buone pratiche, ecc.)? 27. Quali iniziative concrete potrebbero aiutare a ridurre la povertà minorile? Si ritiene che l'unione possa contribuire a queste iniziative e se sì, come? III. Altre domande Comunicazione 28. Quali sono i modi per comunicare efficacemente i diritti dei minori ad un pubblico di minori e di adulti? Si prega di indicare eventuali buone pratiche o iniziative di informazione o di sensibilizzazione sui diritti dei minori. Esistono iniziative transfrontaliere in questo ambito (progetti comuni condotti in cooperazione o con la partecipazione di organizzazioni di altri Stati membri, scambi di buone pratiche, ecc.)? Partecipazione dei minori 29. Si prega di indicare eventuali buone pratiche o iniziative esistenti sulla partecipazione dei minori allo sviluppo di politiche che li riguardano. 30. Come si può garantire una maggiore partecipazione dei minori alla strategia dell'unione sui diritti dei minori? Nella Convenzione sui Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza è riconosciuto al minore il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su ogni questione che lo interessa. E quindi necessario garantire la partecipazione dei minori in tutte le occasioni in cui si affrontino i temi dell infanzia. Particolare attenzione deve essere garantita quando si affrontano i temi della violazione dei diritti o della condizione dei gruppi vulnerabili, questo nella convinzione che i minori stessi possano essere parte della soluzione e siano quindi messi in condizione di far sentire la propria voce. Ad esempio è fondamentale la costante partecipazione di rappresentanti dei minori all interno dei fora internazionali, nazionali, regionali e locali in cui si affrontano tematiche che li vedono protagonisti. Un recente caso in cui questo approccio è mancato è stato la Conferenza Internazionale sul Lavoro Minorile in cui i movimenti e i gruppi di bambini e adolescenti lavoratori non hanno avuto la possibilità di esprimersi liberamente e di confrontarsi con gli altri attori presenti, oppure, a livello nazionale, l ultima Conferenza Nazionale Infanzia e Adolescenza, organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, realizzata a Napoli nel novembre 2009, in cui politici, istituzioni e rappresentanti del terzo settore hanno discusso di temi e prospettive legate all infanzia, senza prevedere il coinvolgimento di rappresentanti di bambini e ragazzi che potessero esprimere il loro punto di vista al riguardo. Altre questioni 31. Si prega di indicare, motivandole, eventuali altre questioni che andrebbero trattate dalla strategia dell'ue sui diritti dei minori. 10
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