Regione Liguria Settore Affari Comunitari e Relazioni Internazionali Finanziato dal progetto ABC Développement sul programma europeo Interreg 3C Sud

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2 Regione Liguria Settore Affari Comunitari e Relazioni Internazionali Finanziato dal progetto ABC Développement sul programma europeo Interreg 3C Sud Da un idea, con il coordinamento e a cura di Laura Canale Realizzazione a cura di Federica Alcozer, Elice Bacci e Raluca Mihail Grafica a cura di Enrico Gallino

3 INDICE Premessa... pag La programmazione pag. 7 a. I regolamenti comunitari... pag. 7 b. La programmazione nazionale... pag. 10 c. La programmazione unica regionale (DSR, DUP, FAS)... pag I programmi nella Regione Liguria... pag. 17 a. Obiettivo 2 FESR Competitività... pag. 17 b. Obiettivo 2 FSE Occupazione... pag. 22 c. Obiettivo 3 - Transfrontaliero Alcotra... pag. 27 d. Obiettivo 3 - Transfrontaliero Marittimo... pag. 30 e. Obiettivo 3 Transnazionale MED... pag. 34 f. Obiettivo 3 Transnazionale Spazio Alpino... pag. 37 g. Obiettivo 3 Transnazionale Europa Centrale... pag. 40 h. Obiettivo 3 Interregionale Interreg IVC... pag. 44 i. ENPI... pag. 47 j. Programma di Sviluppo Rurale... pag Un Filo di Arianna per orientarsi nel labirinto dei finanziamenti... pag. 55 a. Azioni e misure, programma per programma... pag. 56

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5 PREMESSA Questo volume conclusivo della collana Filo di Arianna si pone un obiettivo molto concreto: fornire gli elementi conoscitivi fondamentali per orientarsi tra gli strumenti che regolano l accesso ai finanziamenti europei. Il volume è stato organizzato in tre capitoli che danno informazioni via via di maggiore dettaglio. Il capitolo 1 fornisce il quadro più ampio nel quale ci troviamo ad operare nel periodo di programmazione che è iniziato nel 2007 e si conclude nel Il capitolo illustra brevemente i regolamenti comunitari che definiscono i contenuti e gli obiettivi principali delle politiche dell Unione Europea per questo periodo. Rispetto ai precedenti periodi di programmazione europea l UE ha evidenziato l importanza di fare convergere le strategie di livello comunitario con le strategie di programmazione a livello nazionale, per avere maggiore concentrazione degli investimenti verso obiettivi condivisi e per aumentare l efficacia degli investimenti. Lo stato italiano in accordo con le Regioni, ha esteso lo stesso principio a livello regionale, chiedendo di predisporre gli strumenti necessari ad attuare una programmazione unitaria attraverso programmi operativi autonomi ma coerenti tra loro e confrontabili. Il secondo capitolo fornisce una sintesi dei programmi europei che interessano direttamente il territorio della Regione Liguria. Questi sono riconducibili ai due obiettivi europei: competitività regionale e occupazione (Obiettivo 2, articolato nelle due parti finanziate rispettivamente dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e dal Fondo Sociale Europeo) e cooperazione internazionale europea (Obiettivo 3, che interessa la Liguria per sette diverse aree di cooperazione). Oltre a questo la Regione Liguria può accedere a finanziamenti previsti dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) e allo strumento di prossimità, per rafforzare le relazioni di parternariato con i paesi terzi del bacino del Mediterraneo (ENPI). Il terzo capitolo infine fornisce le informazioni operative su come accedere ai finanziamenti nei diversi programmi, attraverso una schedatura dei contenuti di ciascun programma in azioni e misure.

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7 1. La programmazione a I regolamenti comunitari Nella sessione straordinaria del 23 e 24 marzo 2000 a Lisbona il Consiglio europeo concordò per il decennio successivo un nuovo obiettivo strategico per l Unione: diventare l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Per perseguire l obiettivo vennero avviate una serie di ambiziose riforme che hanno preso il nome di Strategia di Lisbona e il cui status viene periodicamente valutato in occasione di una specifica sessione annuale. Nel 2005, a metà percorso, i risultati si dimostrarono limitati e gli obiettivi fissati nel 2000 ancora molto lontani. Preso atto della situazione, gli Stati membri dell UE si impegnarono nel rilancio della Strategia di Lisbona, concentrando gli sforzi verso 2 obiettivi principali: crescita economica e occupazione, e andando a definire alcuni nuovi principi sui quali impostare le azioni: iniziative mirate a obiettivi specifici, a partire dalle riforme già in corso in ciascuno Stato membro, concentrando tutti gli sforzi nell effettiva attuazione di politiche capaci di avere la maggiore incidenza possibile sul territorio; vasta ed efficace partecipazione e condivisione degli obiettivi della Strategia, promuovendo e sollecitando il coinvolgimento di tutte le parti interessate nell attuazione delle riforme, a ogni livello; semplificazione e razionalizzazione della Strategia definendo una programmazione triennale, chiari e distinti livelli di responsabilità, modalità di elaborazione e di presentazione delle relazioni sullo stato di attuazione. Gli obiettivi prioritari indicati nel 2005, crescita economica e occupazione, rappresentano una sfida decisiva per il futuro dell Europa dove un ruolo importante e decisivo compete proprio alle singole regioni, sempre più protagoniste dello sviluppo economico e del rinnovamento della rete di protezione sociale. Il secondo ciclo triennale della Strategia, rinnovata per la crescita e l occupazione ( ), prevede di rafforzare l impegno rispetto ai 24 orientamenti integrati e ai 4 settori prioritari di intervento individuati: 1. investire in conoscenza e innovazione, 2. liberare il potenziale delle imprese, in particolare delle PMI, 3. incrementare l occupazione per le categorie prioritarie, 4. promuovere una politica energetica per l Europa. La politica regionale europea , alla luce della revisione della Strategia di Lisbona e della nuova Politica di Coesione, trova il suo fondamento da una parte su un rinnovato sistema di obiettivi e dall altra sulla richiesta forte di un maggiore raccordo tra politica europea e nazionale. 7

8 Per quanto riguarda il sistema di obiettivi, gli orientamenti strategici comunitari propongono un ventaglio ampio ma allo stesso tempo ben definito, di priorità di intervento che dovranno poi essere selezionati e tarati alle esigenze e caratteristiche di ogni Stato membro per ridurre i divari di sviluppo e sostenere la qualità della vita dei cittadini europei. L Ue ha rivoluzionato il processo di distribuzione dei fondi strutturali (Fondo di Coesione, Nuovo Fondo europeo di sviluppo regionale FESR, Nuovo Fondo sociale europeo-fse) concentrando le risorse solo su tre nuovi obiettivi: Obiettivo 1: Convergenza, diretto agli Stati e alle regioni in ritardo di sviluppo. Finanziato da FESR, FSE e FdC. Obiettivo 2: Competitività regionale e occupazione, diretto a tutte le regioni che non rientrano nell obiettivo Convergenza. Tale obiettivo intende rafforzare la competitività e attrattività delle regioni e l occupazione a livello regionale, in particolare tramite l innovazione e la promozione della società della conoscenza, l imprenditorialità, la protezione dell, l adattamento della forza lavoro e l investimento nelle. Finanziato da FESR e FSE. Obiettivo 3: Cooperazione internazionale europea, diretto a tutte le regioni europee al fine di rafforzare i sistemi territoriali europei e la collaborazione tra le regioni. Finanziato da FESR. Nello specifico, il Fondo di Coesione non riguarda più le regioni italiane ed è finalizzato alla riduzione dei divari di natura economica, sociale e territoriale. Il Nuovo Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) interviene a supporto di investimenti produttivi, infrastrutture e altre iniziative per lo sviluppo (è previsto anche l intervento per particolari territori, quali lo sviluppo delle aree fortemente urbanizzate, delle zone rurali, di quelle dipendenti dalla e delle aree con handicap naturali). Infine il Nuovo Fondo sociale europeo (FSE) è orientato a intensificare i collegamenti tra l azione del Fondo, la strategia europea per l occupazione e le priorità dell Unione in materia di inclusione sociale, istruzione, formazione e pari opportunità (in particolare gli interventi, programmati e gestiti con il coinvolgimento delle parti sociali, dovranno dedicare una specifica attenzione alle aree con problemi di sviluppo più gravi, come le zone agricole in declino e quelle dipendenti dalla ). I sei nuovi Regolamenti dei Fondi strutturali , sono in particolare: 1. regolamento sui Fondi strutturali (Regolamento (CE) n. 1083/2006); 2. regolamento Fondo europeo di sviluppo regionale (Regolamento (CE) n. 1080/2006); 3. regolamento Fondo sociale europeo (Regolamento (CE) n. 1081/2006); 4. regolamento Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) (Regolamento (CE) n. 1082/2006); 5. regolamento Fondo di coesione (Regolamento (CE) n. 1084/2006); 6. regolamento Strumento di assistenza preadesione (IPA)(Regolamento (CE) n. 1085/2006). 8

9 Il funzionamento dei Fondi strutturali segue una serie di principi in parte già presenti nei periodi precedenti e in parte nuovi o aggiornati: Complementarità, coerenza, coordinamento e conformità: gli interventi sono complementari alle priorità nazionali, regionali, locali, coerenti con le priorità strategiche comunitarie e conformi al Trattato. La Commissione europea e gli Stati membri assicurano il coordinamento tra Fondi e altri strumenti finanziari dell UE. Programmazione pluriennale: garantisce la continuità e la certezza dell azione. Addizionalità: i Fondi strutturali non si sostituiscono, ma si sommano alla spesa pubblica nazionale; essi dunque cofinanziano gli interventi. Partenariato: riguarda gli aspetti operativi e strategici della politica e implica la partecipazione delle autorità regionali e degli enti locali, nonché delle parti economiche, della società civile, delle organizzazioni per la tutela dell e delle pari opportunità. Gestione concorrente: la responsabilità del controllo finanziario è ripartita tra gli Stati membri e la Commissione europea. Sussidiarietà e proporzionalità: gli interventi sono condotti dagli Stati membri al livello territoriale adeguato; gli oneri in termini di controllo, valutazione e monitoraggio sono commisurati al contributo comunitario. Pari opportunità per donne e uomini: priorità trasversale a tutte le fasi della gestione dei Fondi. Concentrazione: impostazione più strategica rispetto al periodo , sia a livello geografico (più dell 80% del finanziamento destinato alle regioni meno sviluppate) sia tematico: obiettivi di Goteborg (sviluppo sostenibile) e Lisbona (crescita e occupazione). Per quanto riguarda quest ultimo aspetto, è stato introdotto il cosiddetto earmarking, principio sulla base del quale gli Stati membri devono perseguire gli obiettivi dell Agenda rinnovata di Lisbona destinando le risorse dei Fondi a ricerca, innovazione e imprenditorialità, società dell informazione, capitale umano, ingegneria finanziaria, efficienza energetica e fonti energetiche rinnovabili, nella misura del 60% nelle aree dell obiettivo Convergenza e del 75% nelle aree dell obiettivo Competitività regionale e occupazione.

10 1.b La programmazione nazionale Rispetto al raccordo tra politica europea e politica nazionale, il Regolamento generale sulla politica di coesione comunitaria per il periodo prevede la definizione di un approccio programmatico strategico da parte degli Stati membri questi hanno dovuto presentare all Unione Europea un Quadro Strategico Nazionale che indica le linee di indirizzo per le risorse comunitarie in forte coordinamento con le politiche nazionali. Nel nostro Paese il processo attraverso cui giungere alla elaborazione del programma nazionale è stato definito in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni nel febbraio Le tappe del percorso, iniziato nel 2005, che ha portato alla stesura finale del documento sono state 3: Nella prima è stato impostato un Documento Strategico Preliminare Nazionale, nel quale sono state descritte e motivate le priorità strategiche, e ciascuna Regione e Provincia Autonoma hanno predisposto propri Documenti Strategici Regionali. Nel caso del Mezzogiorno, le Regioni hanno anche realizzato, in modo coordinato tra loro e con il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione, un documento comune denominato Linee per un nuovo Programma Mezzogiorno. La seconda fase ha visto il confronto fra i diversi livelli di governo e le parti economiche e da questo confronto è scaturita una bozza tecnico amministrativa del Quadro Strategico Nazionale. La terza fase, infine, dopo un serrato confronto sulla bozza, si è conclusa con la versione finale del documento, approvata nel mese di dicembre 2006, dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni e dal CIPE, e pronta per essere discussa in sede comunitaria. Questa proposta di Quadro Strategico Nazionale a seguito della conclusione del negoziato con Bruxelles è stata rivista in versione definitiva ed infine è stata approvata dalla Commissione europea con decisione del 13 luglio Il Quadro Strategico Nazionale (QSN) conferma la volontà di unificare e coordinare la politica comunitaria con quella nazionale, anche a livello regionale e con questo obiettivo prevede che le Regioni predispongano un documento di strategia unica per la politica regionale unitaria, denominato Documento Unico di Programmazione (DUP) relativa a tutte le risorse comunitarie (FEASR, FESR, FEP, FSE) e alle nazionali FAS. Il QSN è il documento di programmazione unitaria, vale a dire sia per le risorse della coesione comunitaria, sia per le risorse nazionali del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS). Il QSN deve, quindi, avere la funzione di governance della politica regionale, comunitaria e nazionale, con due compiti principali: - rendere unitario il processo di programmazione dell intera politica regionale, comunitaria (finanziata con risorse comunitarie e cofinanziamento) e nazionale (finanziata con il ricorso al Fondo per le aree sottoutilizzate); - rendere questo processo coeso con la programmazione degli interventi e delle risorse ordinarie o politica nazionale sia a livello centrale che regionale 10

11 Il QSN profila 2 strumenti di attuazione della programmazione regionale: l Accordo di Programma Quadro e lo Strumento di Attuazione Regionale. All interno di questi strumenti, la Regione può sviluppare delle modalità di raccordo tra l attuazione della politica regionale e l utilizzo delle opportunità offerte dagli altri programmi comunitari, per evitare due opposti effetti negativi della mancanza di coordinamento: da una parte l isolamento autoreferenziale di progetti sperimentali o pilota che, finanziati a valere di uno qualsiasi dei programmi comunitari, non trovano modi e mezzi per trasferire sul territorio e nel mainstream della programmazione le buone prassi acquisite e i risultati conseguiti; dall altra, il doppio finanziamento di iniziative che si adattano alle caratteristiche specifiche di diversi strumenti di intervento finanziario, autoperpetuandosi attraverso la ripresa e la ripetizione all infinito di attività episodiche. Dal QSN discendono i Programmi Operativi (PO), così come previsto dall art. 32 del Reg. (CE) 1083/2006. Per l Italia la parte prevalente della strategia del QSN è attuata attraverso 42 Programmi Operativi Regionali (POR) monofondo, ossia programmi finanziati solo con contributo FESR e programmi finanziati solo con contributo FSE. Oltre ai 21 POR FESR e ai 21 POR FSE, vi sono 8 Programmi Operativi Nazionali (PON) di cui 7 operanti nelle aree Convergenza (Obiettivo 1) e 1 nelle aree Competitività (Obiettivo 2), 2 Programmi Operativi Interregionali (POIN) e 14 Programmi Operativi dell obiettivo 3 Cooperazione territoriale europea. In tutto si tratta di 66 Programmi Operativi, di cui 42 finanziati dal FESR e 24 finanziati dal FSE. Utilizzando una suddivisione per obiettivo possiamo dire che dei 66 PO: 19 sono compresi nell obiettivo Convergenza ; 33 sono compresi in Competitività regionale e occupazione ; 14 sono compresi in Cooperazione territoriale europea. 11

12 1.c La programmazione regionale In coerenza con l impostazione del QSN, la strategia unitaria della Regione per l attuazione della politica regionale di coesione è finalizzata alla promozione di politiche settoriali diversificate che vengono ricomposte in una logica di riequilibrio e di sviluppo territoriale sostenibile all interno degli obiettivi delineati dal DSR e alla promozione di progetti integrati a regia regionale, strutturati in rapporto alle diverse vocazioni territoriali e attivati con il concorso di fonti finanziarie diverse (comunitarie, statali e regionali). Tali intenzioni vengono perseguite da una ampia gamma di Programmi Operativi intesi quali documenti necessari per definire momenti, modalità e strumenti di raccordo tra l intervento dei diversi strumenti finanziari che hanno un impatto significativo nello sviluppo regionale, dal punto di vista economico, sociale e territoriale. Prima di entrare nel merito di ciascun Programma Operativo che ci riguarda (argomento trattato nel capitolo 2), cerchiamo di sintetizzare i contenuti principali degli strumenti di Programmazione Unitaria predisposti dalla Regione Liguria. Il Documento Strategico Regionale - DSR Il DSR si pone il compito di fornire orientamenti alla programmazione settoriale nel medio periodo, riferendosi in maniera prioritaria ai settori in cui i Fondi Strutturali e il FAS hanno maggiore impatto e raccordandosi in modo dinamico con gli altri strumenti di programmazione generale o settoriale implicati. Costituisce la guida per la costruzione di documenti programmatori futuri. Il metodo adottato nella costruzione del DSR è volto a prefigurare quello delle fasi successive ed è improntato a due principi, ritenuti fondamentali dalla Commissione Europea: - l integrazione e la cooperazione interistituzionale: fondamentale per l efficienza, l efficacia e l accettabilità dei processi decisionali attivati; va intesa come assunzione di responsabilità da parte di ciascun livello coinvolto e non come difesa di competenze separate e specifiche. - la partecipazione, il coinvolgimento di attori locali e partner sociali come precondizione e obiettivo delle azioni. Nel DSR vengono individuate rispetto alle possibili azioni: - priorità orizzontali, che investono trasversalmente diversi settori di attività del sistema socio economico regionale e rappresentano uno dei principali risultati del dialogo avuto con i diversi stakeholder. Rispetto a tali priorità è stata inoltre verificata la coerenza con gli obiettivi individuati dalle Strategie di Lisbona, dal QSN, e dagli indirizzi della Programmazione Regionale. - priorità verticali, che individuano per alcuni settori di oggettiva rilevanza nel sistema economico della Liguria target privilegiati verso i quali sviluppare le priorità orizzontali. Il DSR inoltre ha individuato, anche attraverso la discussione con i partner regionali del processo programmatorio, alcuni obiettivi strategici nei quali trovano riscontro sia le componenti socio economiche sia quelle territoriali della programmazione. Su tali obiettivi è 12

13 possibile attivare un processo a carattere partenariale e partecipato. Il documento strategico non definisce i singoli interventi attuativi. Esso deve selezionare priorità e mettere a punto efficaci modalità di attuazione, con particolare riferimento all efficacia rispetto agli obiettivi di Lisbona e alla capacità di sviluppare sinergie orizzontali fra i diversi interventi. Il Documento Unico di Programmazione - DUP Il DUP , redatto ai sensi del punto VI.I.3 del Quadro strategico nazionale e del punto 2.1 della Deliberazione CIPE n. 166 del 21/12/2007, discende dalle strategie delineate nel Documento Strategico Regionale. Per garantire un approccio unitario alla politica regionale (nazionale e comunitaria), il DUP evidenzia il collegamento tra gli specifici Programmi operativi regionali (POR) attivati per ciascun Fondo comunitario coinvolto, con il Programma relativo all utilizzo delle risorse del Fondo aree sottoutilizzate (FAS), assicurandone la complementarietà, evidenziandone l interconnessione e individuando il contributo che ogni programma apporta al perseguimento delle linee strategiche regionali, nel quadro di un disegno politico-programmatico unitario ed organico. Il documento unico di programmazione intende collegare, in modo strutturato, passato, presente e futuro, dalla valorizzazione dei beni culturali (asse 4 obiettivo 2 FESR e FAS in modo complementare) all innovazione e alla tecnologia (asse 1 obiettivo 2 FESR e FSE e FAS in modo complementare), concludendo e completando quanto ancora costituisce freno allo sviluppo, collegando gli interventi consistenti in investimenti infrastrutturali con le risorse umane ed il posizionamento delle diverse politiche regionali nel contesto internazionale (obiettivo 3). Il Documento Unitario di Programmazione (DUP) intende consentire di: vivere un territorio unico dal punto di vista ambientale, ben salvaguardato, protetto e valorizzato (asse 4 Obiettivo 2 FESR), equilibrato in termini energetici, in città riqualificate in modo integrato e in sicurezza (asse 3 obiettivo 2 FESR), dove studiare e svolgere la propria vita anche professionale nella qualità di eccellenza al cittadino (asse 1 obiettivo 2 FESR). intraprendere in un contesto tecnologicamente avanzato e aperto all innovazione ed ai commerci (asse 1 obiettivo 2 FESR e FSE), con una forte internazionalizzazione, anche amministrativa, capace di fornire servizi avanzati e globali per le persone e le merci all imprenditore (obiettivo 3 e altre fondi di finanziamento). disporre di alta formazione e centri di ricerca, strutturati nell offerta ed operativi in un contesto migliorato anche dal punto di vista infrastrutturale, mirati a studenti e ricercatori (obiettivo 2 FESR e FSE, in complementarietà con FAS). godere dei benefici del viaggio efficiente e, volendo, lento, per meglio assaporare un offerta di qualità certificata, con una produzione agro-alimentare di qualità certificata, con linee di prodotto idonee alle esigenze di massa e di nicchia, popolari e non, all aria aperta e culturale, sportiva e intellettuale, in bicicletta (piste ciclabili), a piedi (alta via), in treno (acquisto di materiale rotabile) in auto (altre fonti di finanziamento) e in barca (obiettivo 3), integrate e supportate da un sistema di trasporto funzionale, aperto e collegato (finanziato 13

14 con altre fonti), sostenuto da mezzi tecnologicamente avanzati di infomobilità, con capacità di accoglienza ricettive e di intrattenimento in linea con un e natura difesi, protetti a visitatore e viaggiatore (asse 3 obiettivo 2 FESR e in modo complementare FAS e obiettivo 3). PROGRAMMA ATTUATIVO REGIONALE - PAR - FAS Il PAR - FAS costituisce il riferimento operativo per i finanziamenti del FAS ed è stato elaborato coerentemente con il DUP della Regione Liguria e, di conseguenza, con i corrispondenti documenti di riferimento nazionali e regionali richiamati in questo capitolo. Per quanto riguarda la programmazione il QSN e la sua delibera CIPE di attuazione (n.166/2007) rappresentano per il mondo FAS una vera e propria riforma. Il passaggio da stanziamenti annuali ad un programma articolato su un arco temporale di sette anni con i relativi stanziamenti finanziari rappresenta un cambiamento significativo. Legare nel contesto di una programmazione unitaria i Fondi strutturali e il FAS e, per quanto possibile, evidenziare la convergenza di risorse di diversa provenienza verso la realizzazione di una strategia, permette di identificare con maggior chiarezza gli obiettivi, di adottare procedure flessibili per adeguarsi ai mutamenti del contesto economico, di avere una visione completa e non settoriale e frammentaria del complesso delle risorse pubbliche messe in gioco. La Regione Liguria ha deciso di utilizzare lo stanziamento di 342,064 M di cui alla delibera CIPE per rafforzare la strategia delineata nel Programma Operativo Regionale (POR) Competitività e nel POR Occupazione, con particolare riguardo alle dotazioni infrastrutturali pensate a rafforzamento tematico o territoriale delle azioni in essi definite. Le risorse FAS sono destinate ad interventi addizionali rispetto a quelli previsti dalle ordinarie fonti di finanziamento regionale e non possono pertanto sostituirsi alle risorse ordinarie. Per quanto riguarda gli interventi da realizzare sono state distinte diverse tipologie: Progetti strategici regionali che danno attuazione a linee programmatiche e di pianificazione territoriale già definite e/o ad Accordi di Programma già condivisi con il territorio regionale (Progetti Liguria); Programmi strategici regionali quali ad es. le piattaforme identificate nel Piano triennale della ricerca per i quali vengono identificati i diversi filoni progettuali da sviluppare in fase attuativa o i programmi per la depurazione, i rifiuti, la cultura; Progetti strategici locali, già puntualmente definiti attraverso una regia regionale; Programmi di interesse locale, per i quali vengono indicati i criteri di ammissibilità e di selezione, da definirsi nei bandi. Nel DSR è stata anticipata la decisione di utilizzare le risorse del FAS per interventi su ambiti e linee di intervento previste dalla programmazione comunitaria per rafforzarne l intensità di azione o per integrarli sul piano tematico e territoriale decisione, ulteriormente ribadita nel programma operativo Competitività dove è esplicitato che le risorse del FAS vengono prevalentemente orientate al finanziamento di opere pubbliche che richiedono un consistente investimento per la realizzazione di infrastrutture complementari alla politica di sviluppo delineata dal P.O.R. Competitività ma non finanziate dal FESR o che pur finanziate potrebbero essere in tal modo opportunamente potenziate. Analoga riflessio- 14

15 ne è stata compiuta per quanto riguarda il FSE e ha portato all identificazione di interventi complementari a quelli attivati dal P.O.R. Occupazione, anch essi prevalentemente infrastrutturali. Nella descrizione delle diverse linee di azione sono pertanto evidenziati gli obiettivi di rafforzamento e/o di integrazione con le politiche poste in atto dai Fondi Strutturali. Le strategie del DSR illustrate nel DUP sono: A Competitività del sistema economico; B Competitività del sistema e territorio; C Sviluppo del capitale umano; D Migliorare la capacità di governance della Pubblica Amministrazione. All interno di ciascuna strategia il POR-FAS individua delle Linee di Azione articolate per progetti specifici, secondo le tipologie sopra richiamate: A Competitività del sistema economico - Linea di Azione Ricerca e innovazione - Linea di Azione Accessibilità e mobilità sostenibile B Competitività del sistema e territorio - Linea di Azione Miglioramento della qualità ambientale e territoriale - Linea di Azione Tutela e valorizzazione delle Risorse ambientali e culturali C Sviluppo del capitale umano - Linea di Azione - Modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione e crescita dell occupazione D Migliorare la capacità di governance - Linea di Azione Rafforzamento della PA 15

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17 2. I programmi della Regione Liguria In base al quadro complessivo delineato nel capitolo 1, la Regione Liguria in questo periodo di programmazione si trova ad essere interessata direttamente da dieci Programmi Operativi. Nell ambito dell Obiettivo 2 Competitività regionale e occupazione si trovano due programmi operativi: il POR FESR Competitività e il POR FSE Occupazione. Nell ambito dell Obiettivo 3 Cooperazione Internazionale Europea si trovano tre livelli di cooperazione: transfrontaliera, transnazionale e interregionale. I programmi operativi per la cooperazione transfrontaliera sono Alcotra e Marittimo; i programmi operativi per la cooperazione transnazionale sono MED, Spazio Alpino ed Europa Centrale; il programma operativo per la cooperazione interregionale è Interreg IV C. La Liguria è inoltre interessata da un programma mirato a favorire la prossimità e il partenariato con i paesi terzi del Bacino del Mediterraneo che partecipano alla politica europea di vicinato Enpi (European Neighbourhood and Partnership Instrument). Infine la Liguria ha predisposto il proprio Programma di Sviluppo Rurale (PSR). Questi dieci programmi vengono sintetizzati nelle pagine seguenti. 2.a Obiettivo 2 - Il POR FESR Competitività Il Programma operativo regionale FESR Competitività regionale e occupazione ha come obiettivo quello di migliorare i livelli di competitività della Regione Liguria e si sviluppa lungo due aree principali di intervento: la prima è diretta al sistema imprenditoriale, la seconda coinvolge a più livelli il territorio e si configura come sostegno complementare e sinergico alla strategia principale. Quadro generale di coerenza strategica: Il POR FESR si inserisce nel più ampio quadro programmatico regionale e condivide le strategie di livello comunitario e nazionale, come articolate negli obiettivi individuati nei documenti programmatici comunitari, nazionali e regionali di riferimento per il periodo di programmazione La coerenza con i diversi livelli di governo citati è evidenziata dal raffronto del Programma con i seguenti documenti: - - di livello comunitario: - Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione (OSC); - - di livello statale: o Quadro Strategico Nazionale; o PICO - Piano per l innovazione, la crescita e l occupazione; - - di livello regionale: o Programma di Governo o Documento Strategico Regionale; o Programmi cofinanziati da fondi nazionali e/o comunitari: 17

18 Approvazione: FAS; FSE; FESR - Obiettivo Cooperazione territoriale; FEASR; FEP; Strategie regionali settoriali su: Innovazione; Informazione; Internazionalizzazione; Trasporti; Ambiente. Il POR - FESR Liguria è stato approvato dalla Commissione Europea con decisione n. C(2007) n del 27 novembre2007. Priorità d intervento: Asse 1 innovazione e competitività Obiettivo specifico: Stimolare la capacità di innovazione, la diffusione delle TIC e la nuova imprenditorialità Obiettivi operativi Gli obiettivi operativi dell Asse 1 sono i seguenti: - Potenziare le opportunità di ricerca e sviluppo del sistema produttivo - Promuovere processi di innovazione e sostenere l imprenditorialità - Favorire l accesso alle TIC a sostegno della competitività Attività Sulla base di tali obiettivi prioritari, il programma definisce le seguenti azioni: 1.1 Favorire la nascita di un sistema in cui siano coinvolte imprese, organismi di ricerca e istituzioni supportando la creazione di piattaforme tecnologiche e di laboratori di ricerca; lo sviluppo di poli localizzativi di ricerca, produzione e innovazione anche diretti a garantire compatibilità ed efficienza ambientali ed energetiche, dotazioni ed infrastrutture avanzati; lo sviluppo di centri di competenza diretti a sostenere per settore e/o per territorio, l attività innovativa, incoraggiando l interazione intensiva, lo scambio di conoscenze ed esperienze e contribuendo al trasferimento di tecnologie, alla messa in rete e alla diffusione delle informazioni tra le imprese Sostenere l imprenditorialità: favorire la nascita e la localizzazione, anche attraverso lo sviluppo di incubatori, di nuove imprese, che assicurino prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l, con particolare attenzione allo spin off accademico e industriale, alle iniziative promosse da giovani, alle imprese a prevalente partecipazione femminile, a quelle ad elevato contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale Supportare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale realizzati da PMI, anche in collaborazione con centri di ricerca, Università, mirati alla creazione e im- 18

19 plementazione di prodotti e processi innovativi Sostenere gli investimenti in innovazione tecnologica, produttiva, commerciale, organizzativa e gestionale, finalizzati all immissione in commercio di prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati da parte di PMI, con particolare riferimento a iniziative per lo sviluppo di eco-innovazione Favorire l utilizzo da parte delle PMI di strumenti finanziari innovativi, in particolare venture capital e private equity, sia relativi a start-up, sia a investimenti innovativi sostenuti da PMI esistenti, anche attraverso il supporto di fondi di garanzia Favorire l utilizzo da parte delle pmi liguri di servizi altamente specialistici, correlati a processi di innovazione e trasferimento tecnologico, quali audit tecnologico, valutazione di fabbisogni e potenzialità di innovazione, individuazione e valutazione di sostenibilità finanziaria di processi interni di sviluppo, marketing, orientati anche all internazionalizzazione Migliorare la competitività delle PMI e la loro propensione all innovazione mediante il supporto a processi di integrazione produttiva, di aggregazione, l associazionismo e le reti di imprese, la valorizzazione delle filiere e dei distretti industriali. 1.3 Rafforzare la diffusione della banda larga e della connettività nei casi di fallimento del mercato, offrendo in tal modo pari opportunità di accesso ai servizi informatici e a tutte le opportunità tecnologiche esistenti. Asse 2 energia Obiettivo specifico: Stimolare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l efficienza energetica Obiettivi operativi Gli obiettivi operativi dell Asse 2 sono i seguenti: - Incentivare i soggetti pubblici ad un uso efficiente delle risorse energetiche, incoraggiandone un consumo e una produzione sostenibili - Supportare le imprese negli investimenti in efficienza energetica e nella produzione di energia da fonti rinnovabili Attività Sulla base di tali obiettivi prioritari, il programma definisce le seguenti azioni: 2.1 Realizzare impianti distribuiti, per la produzione di energia da fonti rinnovabili che assicurino un saldo ambientale positivo dal punto di vista delle emissioni. L azione prevede, inoltre, il raggiungimento di un elevato livello di efficienza nel settore energetico tramite la riduzione dei consumi, la razionalizzazione dei processi produttivi e la realizzazione di azioni volte al risparmio energetico mediante la riduzione dell intensità energetica e delle emissioni e la promozione dell efficienza energetica per l utilizzo delle risorse energetiche tradizionali attraverso l adozione di impianti e attrezzature a basso consumo energetico, l adozione e il potenziamento dei sistemi di cogenerazione e trigenerazione e interventi sull efficienza energetica negli edifici pubblici, con esclusione del settore residenziale. 2.2 Realizzare impianti distribuiti, per la produzione di energia da fonti rinnovabili che assicurino un saldo ambientale positivo dal punto di vista delle emissioni. Realizzare 19

20 un elevato livello di efficienza nel settore energetico tramite la riduzione dei consumi, la razionalizzazione dei processi produttivi e la realizzazione di azioni volte al risparmio energetico mediante la riduzione dell intensità energetica e delle emissioni e la promozione dell efficienza energetica per l utilizzo delle risorse energetiche tradizionali attraverso l adozione di linee di processo, macchinari e attrezzature a basso consumo energetico, adozione e potenziamento dei sistemi di cogenerazione e trigenerazione. Asse 3 Sviluppo urbano Obiettivo specifico: Migliorare la vivibilità, la sicurezza e l accessibilità delle aree urbane Obiettivi operativi Gli obiettivi operativi dell Asse 3 sono i seguenti: - Sviluppo urbano sostenibile - Accessibilità - Difesa del suolo e prevenzione dei rischi naturali Attività Sulla base di tali obiettivi prioritari, il programma definisce le seguenti azioni: 3.1 Realizzare interventi di rigenerazione urbana a vantaggio di quartieri nei grandi centri urbani ovvero nelle macro conurbazioni, caratterizzati da forme di degrado sociale, economico e fisico per promuovere sviluppo, occupazione, rafforzare la coesione sociale, potenziare il ruolo dei sistemi urbani ed elevarne il livello di vivibilità, anche attraverso interventi di trasporto sostenibile e la prestazione di servizi alla persona. 3.2 Potenziamento dell accesso ai servizi di trasporto per il miglioramento dei collegamenti con le reti e con gli snodi ferroviari e marittimi e per la promozione del trasporto pubblico locale. Saranno privilegiati gli interventi di trasporto sostenibile nelle diverse modalità (ferro-gomma-mare), l intermodalità e gli investimenti in nuove tecnologie, nelle aree di interscambio e nei mezzi ambientalmente compatibili o a basso impatto ambientale, con esclusione dell acquisto di materiale rotabile. 3.3 Realizzare interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e geomorfologico, alla conservazione, recupero e riqualificazione del suolo, dei versanti e dell fluviale nelle aree urbane e periurbane, con interventi estendibili a limitate aree dei bacini idrografici, qualora questo sia strettamente necessario e funzionale alla riduzione del rischio nell area urbana a valle.. Inoltre possono essere realizzati interventi relativi alla difesa delle aree urbane e periurbane costiere dall erosione e all ampliamento delle conoscenze geologiche ed idrauliche connesse ai rischi naturali. 20

21 Asse 4 Valorizzazione delle risorse culturali e naturali Obiettivo specifico: Valorizzare le risorse culturali e naturali Obiettivi operativi Gli obiettivi operativi dell Asse 4 sono i seguenti: - Valorizzare le risorse culturali e naturali - Valorizzare e migliorare la fruizione delle aree Natura 2000 Attività Sulla base di tali obiettivi prioritari, il programma definisce le seguenti azioni: 4.1 Incentivare la promozione del patrimonio storico-culturale attraverso anche la realizzazione di reti e sistemi e il miglioramento di centri, strutture e servizi, anche di trasporto, di fruizione dello stesso, in quanto potenziale per lo sviluppo del turismo sostenibile. 4.2 Migliorare e promuovere le strutture e i servizi rivolti a coniugare conservazione della natura e sviluppo economico; supportare gli interventi finalizzati alla fruizione di aree naturalisticamente rilevanti (rete natura 2000) che contribuiscono al miglioramento delle funzionalità ecologiche delle aree stesse; ampliare le conoscenze sui valori naturalistici ai fini della promozione del territorio Asse 5 - Assistenza tecnica Obiettivi specifici e operativi Obiettivo specifico dell asse è garantire l efficiente programmazione e implementazione del Programma, da attuarsi a mezzo delle attività di Assistenza, Sorveglianza, monitoraggio, controllo, Valutazione, Informazione e Comunicazione, Acquisizione e trasferimento di competenze, che si identificano quali obiettivi operativi. Risorse finanziarie: Le risorse finanziarie totali per il periodo sono Euro di cui il contributo Comunitario FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) è pari a Euro, e la contropartita nazionale è pari a Euro. La ripartizione per asse: - Asse I: Euro (57%) - Asse II: Euro (5%) - Asse III: Euro (23%) - Asse IV: Euro (11%) - Asse V: Euro (4%) Strutture di gestione: AUTORITÀ DI GESTIONE Regione Liguria, Settore Politiche di Sviluppo Industria e Artigianato Dipartimento Sviluppo Economico e Politiche dell Occupazione 21

22 AUTORITÀ DI CERTIFICAZIONE Regione Liguria, Settore Staff di Dipartimento e Affari Giuridici del Dipartimento Sviluppo Economico e Politiche dell Occupazione AUTORITÀ DI AUDIT Regione Liguria, Servizio Controllo Strategico e Interno della Direzione Centrale Servizi Giunta e Controllo Strategico Tipologie di progetti e selezione delle operazioni: Conformemente all articolo 65 del regolamento 1083/2006, le operazioni cofinanziate sono selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di Sorveglianza del PO. Tutte le operazioni selezionate dovranno: - essere conformi ai criteri di selezione stabiliti dal Comitato di Sorveglianza; - rispettare le regole di ammissibilità; - rispettare le regole di informazione e pubblicità degli interventi; Inoltre, verranno tenuti in debita considerazione i pertinenti criteri ambientali individuati dalla Valutazione Ambientale Strategica. Relativamente alle agevolazioni alle imprese, l Autorità di gestione si impegna: - a verificare che almeno il 70% delle risorse destinate alle imprese per investimenti non riguardanti ricerca e sviluppo sperimentale, vengano erogare a favore delle PMI; - ad ottenere dalla grande impresa beneficiaria l assicurazione che l agevolazione non è rivolta ad investimenti che determinino una delocalizzazione da un altro Stato Membro. - a fornire nel rapporto annuale di esecuzione le informazioni di cui ai due punti precedenti. 2.b Obiettivo 2 - Il POR FSE Occupazione Quadro generale di coerenza strategica: La programmazione strategica della Regione Liguria si sviluppa in stretto coordinamento con le indicazioni comunitarie e nazionali in tema di crescita e occupazione, in particolare: - Strategia di Lisbona - Quadro Strategico Nazionale (QSN) - Documento Strategico Regionale (DSR) Approvazione: Il PO FSE Liguria è stato approvato dalla Commissione Europea con decisione n. C(2007)5474 del 7 novembre Priorità d intervento: ASSE I - Adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori al fine di migliorare l anticipazione e la gestione positiva dei cambiamenti economici 22

23 Obiettivi specifici: - sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori - favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro - sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità Potenziali beneficiari: Enti pubblici e privati, imprese, enti bilaterali, sedi formative accreditate, soggetti destinatari nel caso di concessione di assegni formativi e di servizi alle persone. Potenziali destinatari: Gli interventi saranno diretti a tutti i lavoratori occupati, con particolare attenzione a quelli anziani, con bassa qualificazione, con contratti atipici, a tempo parziale, stagionali, in mobilità, persone che rientrano al lavoro dopo periodi di astensione (per maternità, malattia, ecc.). Destinatari delle iniziative regionali saranno altresì imprenditori e manager, lavoratori autonomi, operatori del sistema della formazione continua, imprese. ASSE II - Occupabilità: migliorare l accesso all occupazione e l inserimento sostenibile nel mercato del lavoro, prevenire la disoccupazione, incoraggiare l invecchiamento attivo e prolungare la vita lavorativa, e accrescere la partecipazione al mercato del lavoro Obiettivi specifici: - Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro; - Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese; - Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere. Potenziali beneficiari: Enti pubblici e privati, sedi formative accreditate, Università, imprese, servizi per il lavoro. Potenziali destinatari: Gli interventi saranno diretti ai servizi per il lavoro e ai loro operatori, a disoccupati, inoccupati e inattivi, immigrati, lavoratori con contratti atipici, a tempo parziale, stagionali. ASSE III - Inclusione sociale: potenziare l inclusione sociale e combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro Obiettivo specifico: Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro Potenziali beneficiari: Enti pubblici e privati, sedi formative accreditate, Università imprese e soggetti destinatari nel caso di concessione di assegni formativi e di servizio alle persone. 23

24 Potenziali destinatari: Gli interventi saranno diretti a: - persone portatrici di handicap fisici e mentali - detenuti ed ex detenuti - cittadini extracomunitari - Nomadi - tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti - sieropositivi - persone appartenenti a minoranze etniche - alcolisti ed ex alcolisti - prostitute e transessuali - persone inquadrabili nei fenomeni di nuova povertà, persone senza fissa dimora o in condizioni di povertà estrema - giovani che lasciano prematuramente la scuola, adulti con basso titolo di studio, disoccupati over 45, personale che opera nei servizi sociali (incluso terzo settore) - formatori, operatori scolastici, operatori dei centri per l impiego, mediatori, datori di lavoro, parti sociali, famiglie ASSE IV - Capitale umano: potenziare il capitale umano Obiettivi specifici: - Elaborazione e introduzione delle riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro per migliorarne l integrazione e sviluppare l occupabilità, con particolare attenzione all orientamento; - Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza; - Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione. Potenziali beneficiari: Enti pubblici e privati, sedi formative accreditate, istituzioni scolastiche, imprese, centri di ricerca, Università. Potenziali destinatari: Gli interventi saranno diretti a Sedi formative accreditate, formatori, occupati e disoccupati giovani e adulti. ASSE V - Transnazionalità e interregionalità: promuovere partenariati, patti e iniziative tramite la creazione di reti di soggetti interessati L asse nasce dalle precedenti esperienze transnazionali e interregionali maturate dalla Regione Liguria nell ambito dei precedenti periodi di programmazione dei Programmi di Iniziativa Comunitaria (OCCUPAZIONE, ADAPT ed EQUAL) e di iniziative interregionali. Obiettivo: promuovere partenariati, patti e iniziative tramite la creazione di reti di soggetti interessati, quali parti sociali e ONG, a livello transnazionale, nazionale, regionale e locale, al fine di promuovere riforme nei settori dell occupazione e dell integrazione nel mercato 24

25 del lavoro. Potenziali beneficiari: Enti pubblici e privati, sedi formative accreditate, Università, imprese, istituzioni scolastiche, enti bilaterali, persone. Potenziali destinatari: Gli interventi saranno diretti agli operatori delle amministrazioni regionali e provinciali, agli operatori pubblici e privati delle politiche attive del lavoro, alle parti sociali, e alle persone nel caso di interventi a carattere individuale. ASSE VI - Assistenza Tecnica Obiettivi specifici L asse si pone il seguente obiettivo specifico: - Migliorare l efficacia e l efficienza dei Programmi Operativi attraverso azioni e strumenti di supporto. Potenziali beneficiari: I beneficiari dei suddetti interventi saranno prevalentemente la Regione Liguria, gli Organismi intermedi e altri organismi pubblici o privati eventualmente coinvolti nella programmazione, nella gestione e nell esecuzione del P.O.. Risorse finanziarie: Le risorse finanziarie totali per il periodo : Euro di cui Fondi FSE: Euro; Risorse pubbliche nazionali: Euro. La ripartizione per asse: - Asse I: Euro (22%) - Asse II: Euro (34%) - Asse III: Euro (16%) - Asse IV: Euro (20%) - Asse V: Euro (4%) - Asse VI: Euro (4%) Strutture di gestione: AUTORITÀ DI GESTIONE Regione Liguria, Settore Sistema Regionale della Formazione e dell Orientamento AUTORITÀ DI CERTIFICAZIONE Regione Liguria, Staff e Affari Giuridici Dipartimento Ricerca, Innovazione Istruzione, Formazione e Politiche Giovanili Cultura e Turismo AUTORITÀ DI AUDIT Regione Liguria, Servizio Controllo Strategico e Interno 25

26 Tipologie di progetti e selezione delle operazioni: Per la realizzaz ione delle attività ammesse a finanziamento sarà possibile presentare progetti semplici e progetti integrati. i progetti semplici prevedono la realizzazione di singole attività / azioni / iniziative; ciascuno di essi pertanto deve essere riconducibile ad una sola tipologia; i progetti integrati prevedono contestualmente la realizzazione di una pluralità di attività / azioni / iniziative anche nell ambito di diversi Assi, prevedendo, eventualmente, fonti di finanziamento diverse. Per l attuazione delle iniziative cofinanziate saranno attivate procedure di selezione di progetti da parte dell Amministrazione regionale per le attività a titolarità regionale (azioni a regia regionale) e delle Amministrazioni provinciali per le attività trasferite (azioni a titolarità provinciale). In linea generale per le attività formative si farà ricorso alle seguenti procedure: Procedure concorsuali attraverso la pubblicazione di avvisi annuali o pluriennali che daranno luogo anche alla predisposizione di graduatorie a scorrimento e all assegnazione di finanziamenti a sportello. Procedura accelerata a sportello, che consenta di selezionare in tempi rapidi le domande presentate, sulla base dell ordine cronologico di presentazione delle stesse e dei criteri di ammissibilità (ed eventualmente di priorità), che saranno successivamente definiti nei singoli avvisi di chiamata progetti. Procedure per voucher: si individuano diverse procedure a seconda che l offerta formativa sia selezionata dall amministrazione oppure dall utente. o Offerta selezionata dall amministrazione: in questo caso l offerta viene selezionata o autorizzata dall amministrazione ai fini della costruzione di un catalogo/elenco che costituisce il riferimento per il fruitore del voucher per la scelta della formazione o del servizio. L A.d.G./organismi intermedi selezionano gli organismi che possono erogare formazione o servizi attraverso procedure di evidenza pubblica. Successivamente alla selezione dell offerta saranno individuati i destinatari sulla base di criteri di accesso inseriti in avvisi pubblici nei quali sono stabiliti anche le modalità e i tempi per la presentazione e la valutazione delle domande di accesso al voucher (termini prestabiliti o a sportello). o Offerta selezionata dall utente: l A.d.G./organismi intermedi procedono ad individuare i soggetti fruitori del voucher tramite procedure di messa a disposizione delle risorse. Gli assegnatari del voucher potranno rivolgersi al mercato operando una selezione sull intera gamma di offerta formativa e di servizi esistenti. 26

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