Introduzione e Presentazione delle Attività Formative
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- Sofia Moro
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1 PROGETTO IL RAGGIO DEL SUONO: ESPRESSIVITA PER LE DISABILITA (Progetto di cooperazione sociale transfrontaliera a sostegno dell integrazione dei soggetti disabili INTERREG) Introduzione e Presentazione delle Attività Formative WORKSHOP: Educazione alla Diversità: metodologie e pratiche espressive verso un nuovo modello culturale e sociale di relazione con le disabilità" giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile 2011 Bosisio (I) Como (I) Balerna (CH) Destinatari: Educatori/trici, operatori/trici culturali, insegnanti, musicisti/e, artisti/e, che operano in ambito sociale e socio-educativo, in particolare nel settore disabilità. Partner C.R.A.M.S. Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo Lecco (I) Fondazione Provvida Madre Balerna (CH) Associazione La Nostra Famiglia Bosisio Parini (I) Amministrazione Provinciale Como (I) RSD Sim-patia Valmorea (I)
2 Presentazione Dall esperienza di un recente Convegno sulle pratiche espressive nel campo della disabilità, organizzato dal C.R.A.M.S di Lecco ( Il Raggio Del Suono: espressività per le disabilità, novembre 2010, Besana Brianza e Valmorea), nasce il progetto Educazione alla Diversità, volto a creare percorsi di formazione socio-culturale, in un ottica decisamente differente dai consueti approcci alla disabilità. Alla base di questo progetto, infatti, c è l arduo compito di educare la società alla diversità, che la natura prevede come normalità, mentre la nostra cultura discrimina fortemente, creando un handicap alle persone non omologabili ai rigidi modelli culturali della società contemporanea. I destinatari di tali percorsi formativi sono in primis educatori/trici, operatori/trici culturali, insegnanti, musicisti/e, artisti/e, che operano in ambito sociale e socioeducativo, e in particolare nel settore disabilità. Il progetto vuole mettere a loro disposizione strumenti concreti per costruire progetti efficaci e innovativi sul proprio territorio, attraverso metodologie strutturate specifiche, ma modellabili sulle caratteristiche e le esigenze dei propri contesti lavorativi. Per dare vita al progetto, abbiamo organizzato il Workshop di due-giorni di studio, ricerca e confronto sul concetto di diversità collegato all espressivita e alla disabilità. Nelle due giornate, infatti, si analizzeranno nuovi modelli di relazione sostenibile, che pongano al centro la relazione umana e che vivano la diversità come risorsa e non come problema; gli operatori/trici verranno stimolati alla scoperta di un ruolo non solo meramente assistenzialistico ma culturalmente attivo, per essere non solo portatori ma produttori di progetti di reale integrazione sociale, educando a loro volta i propri contesti ad un approccio positivo e costruttivo con la diversità. Il Workshop si svolgerà giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile 2011 a Bosisio, Como e Balerna, presso alcuni centri che operano nel settore disabilità. La mattinata della prima giornata (31 marzo) sarà interamente dedicata allo studio dei modelli culturali e relazionali; affideremo all intervento degli esperti, alcune tematiche fondamentali: la diversità, la relazione, il corpo, l arte nei nostri modelli culturali. Nel pomeriggio del 31 e nella seconda giornata (1 aprile, in contemporanea a Bosisio, Como e Balerna), realizzeremo laboratori sui linguaggi espressivi artistici di base (voce, corpo, percussioni, fiati), e su alcune metodologie innovative già applicate nel campo delle pratiche espressive con disabili (artemaieutica, globalità dei linguaggi, sound-beam). A chiarimento del nostro paradigma di riferimento, segue un abstract dell intervento di Chiara Stefani al suddetto Convegno svolto a novembre 2010.
3 TUTTI DIVERSI, TUTTI NORMALI: percorsi di educazione alla diversità (intervento di Chiara Stefani) SUL CONCETTO DI NORMALITA Handicap, una parola molto fraintesa. Spesso la si fa coincidere con deficit. Handicap, preso dal linguaggio sportivo, indica lo svantaggio, e quindi la condizione di penalità in cui un soggetto viene messo fin dall inizio, e che gli impedirà di raggiungere gli stessi risultati degli altri. La natura prevede la diversità, in ogni sua manifestazione, e la pone come normalità. La nostra cultura invece crea uno svantaggio, un handicap appunto, alle persone non omogenee e non omologabili. Svantaggio che crea ostacoli insormontabili a queste persone, a meno che non riescano ad integrarsi perfettamente ad un modello imposto a priori e non costruito su di una società reale, costituita invece da individui uguali ovviamente nei diritti, ma tutti diversi fra loro. Le diversità di genere, di razza, di religione, di scelte sessuali e di stile di vita, cercano ancora equilibrio sul filo della discriminazione; in teoria vengono accettate, ma nella pratica non sono ancora sufficientemente assimilate come normali. Chi poi è giudicato ancora più diverso, come una persona con handicap, che è ancora più lontana dal modello, viene emarginato e purtroppo spesso compatito anziché valorizzato. Fenomeno ancora più grave, la colpevolizzazione (inconsapevole) da parte della società rispetto alla famiglia per non essere stata in grado di fornire un cittadino sano, famiglia che spesso si trova da sola ad affrontare la situazione e che quindi cede comprensibilmente alle pressioni culturali tentando di normalizzarlo a tutti i costi, snaturando così la persona e la sua qualità della vita. Cosa si intende allora per normale? Normale nella nostra cultura e società è colui/colei che: - ha un aspetto corrispondente ad un unico modello fisico - deve sapersi muovere autonomamente e velocemente - comunica prevalentemente attraverso l uso corrente della verbalità - risponde prevedibilmente agli stimoli secondo il principio causa/effetto - deve sottoporsi ad una scolarizzazione dove è tenuto a memorizzare dati e ripeterli - si deve prestare ad un attività produttiva a scopo di guadagno - da adulto, deve costruire a sua volta un nucleo familiare ecc. ecc., come se la vita fosse solo sopravvivenza della specie, o peggio ancora selezione di una razza forte... Chiunque non corrisponda a questa carta di identità, non è ritenuto normale e viene penalizzato socialmente. Finché l handicap è solo fisico, e la persona si presta ad una relazione di stampo cognitivo, siamo in grado di creare un rapporto, per quanto pietistico. Ma nel momento in cui la relazione comporterebbe uno spostamento su altri piani, colmiamo la nostra incapacità col rifiuto di creare un rapporto autentico non mediato da precisi ruoli. Inoltre la nostra cultura ci porta a pensare che queste persone soffrano a priori per la loro diversità, e nel tentativo di aiutarle ci poniamo inevitabilmente in un atteggiamento di superiorità nei loro confronti. In realtà, non tutte le persone con handicap soffrono. Certo esistono patologie dolorose, ma sono una minoranza rispetto alle persone certificate. Ed è proprio la certificazione che fa scattare la macchina assistenziale, ma rinchiudere una persona in una struttura sociosanitaria
4 di stampo esclusivamente assistenzialistico significa votarla a soffrire in un contesto dove non può riconoscersi, crescere, esprimersi, comunicare (alla maggior parte di queste persone non è neanche concessa una vita affettiva e sessuale). La struttura sanitaria è spesso causa stessa della regressione della persona ad uno stato vegetativo di deprivazione, in quanto statica, rigida, non evolutiva. Il vero problema è che siamo noi a non essere in grado di confrontarci e comunicare con persone che mettono in crisi il nostro paradigma culturale di riferimento e ci richiedono di esplorare altri piani emotivi e comunicativi; siamo terrorizzati da ciò che non comprendiamo (lo definiamo disagio psichico, ma di chi?), per paura di perdere le nostre sicurezze e i nostri confini. Siamo noi a non saperci integrare. Occorre confrontarsi in maniera autentica considerando tutti gli esseri umani persone e basta, entrando in contatto con la diversità attraverso modalità costruttive, imparando da chi vive e vede il mondo senza troppi modelli o sovrastrutture mentali. Per il superamento dell handicap, non bastano i servizi alla persona (per quanto imprescindibili in una società civile, anche se proprio in questi giorni ci ritroviamo a dover fare i conti con politiche sociali nazionali e locali che privano persino dell assistenza minima). Occorre soprattutto educare la società alla diversità, che è la vera normalità, e questo compito spetta in primis proprio a noi operatori. I nostri laboratori creativi possono così rivelarsi strumenti preziosi non solo all interno dei nostri contesti ma anche all esterno, per dare testimonianza concreta di un alternativa possibile, costruendo almeno intorno a noi un mondo che sia su misura per tutti, fondato su un nuovo modello di sviluppo culturale e sociale sostenibile.
5 PRESENTAZIONE DEI LABORATORI proposti nel Workshop LABORATORI METODOLOGICI: Laboratorio Soundbeam (SB) Docenti: David Jackson e Maurizio Rocca Il laboratorio si propone di dare la possibilità di conoscere ed utilizzare il Soundbeam nelle attività espressive musicali e corporee. Breve e semplice descrizione del sistema; accenni al funzionamento dei sensori ad ultrasuoni, delle tavolette, del software ed acquisizione di una certa confidenza con tutto il materiale necessario al funzionamento del Soundbeam. Acquisizione, attraverso la pratica sullo strumento, della manualità e della gestualità più adeguate alla riproduzione e gestione dei suoni. Esplorazione, col gruppo, di alcuni preset facili, con i quali poter giocare ed inventare storie di fantasia. Laboratorio Globalità dei linguaggi (GDL) Docente: Stefania Guerra Lisi La Globalità dei Linguaggi (GdL) è una disciplina formativa nella comunicazione ed espressione con finalità di ricerca, educazione, animazione, riabilitazione, terapia, ideata da Stefania Guerra nel corso degli ultimi trent anni. In quanto disciplina formativa della persona, comporta un essere in un certo modo, con una certa identità. In quanto formazione professionale, per le sue specifiche finalità operative, essa comprende anche un saper fare, è cioè arte e mestiere, abilità operativa, competenza tecnica e pedagogica. Il campo, l oggetto specifico della disciplina è, precisamente, la comunicazione e l espressione degli e tra gli esseri umani. Con tutti i linguaggi o globalità dei linguaggi significa anzitutto apertura e disponibilità a tutte le possibilità comunicative ed espressive, verbali o non verbali, senza previe esclusioni. Laboratorio Artemaieutica (AM) Docente: Chiara Stefani L Artemaieutica si basa sul principio che ogni essere umano ha un potenziale artistico da esprimere e per comunicare, che, se sviluppato, può diventare anche un utile strumento operativo nelle pratiche di relazione, nell ambito educativopedagogico in generale, e in particolare nell ambito socio-riabilitativo con la disabilità. Nel laboratorio sperimenteremo varie forme di produzione artistica, in particolare sonora, per imparare a comunicare attraverso i linguaggi extraverbali, e a saper cogliere importanti segnali nella relazione educativa. Il laboratorio è articolato in due parti, che si intrecciano fra loro: la prima di carattere pratico, per esplorare i linguaggi espressivi attraverso facili improvvisazioni e sonorizzazioni a tema; la seconda più cognitiva, per acquisire strumenti di costruzione di interventi artistici-espressivi su misura per i propri contesti lavorativi.
6 LABORATORI ACCENSIONE LINGUAGGI : Laboratorio Percussioni Docente: Francesco D Auria Un esperienza che parte dal paesaggio sonoro per arrivare alla creazione musicale, un percorso che trova nell intenzionalità musicale la motivazione primaria per un esperienza ludica ed educativa. I partecipanti suoneranno strumenti a percussione, siano essi tamburi tradizionali (timpani, tom e rullanti), che derivanti da altre culture (djambé, tamburelli, triangoli ) ma anche con l utilizzo di oggetti d uso quotidiano. Laboratorio Voce Docente: Serena Ferrara E un laboratorio d'improvvisazione corale rivolto a coloro che vogliano costruire ed ampliare la loro formazione musicale e culturale con un attività atta ad alimentare la creatività e la libertà esecutiva. Il laboratorio nasce dall amore per il canto e dalla volontà di condividere con il prossimo il proprio modo di esprimersi. Questa è l'origine del linguaggio corale: l'unione effettiva della forma espressiva profonda, La Voce. Il lavoro non è legato a partiture musicali, ma all orientamento verso un rapporto libero con la propria vocalità e viene diviso in due sessioni: una prima parte preparatoria, attraverso esercizi per attivare la creatività, una miglioria della percezione e dell'ascolto musicale, il ritmo e il rapporto con la propria voce ed una una seconda parte di pratica su circlesongs (brani creati estemporaneamente attraverso l utilizzo di una guida). Il tentativo è anche quello di infondere nei partecipanti una concreta sensibilizzazione alla curiosità, alla sensazione, allo stupore, componenti importanti per una crescita artistica. Laboratorio strumenti ad aria (Fiati) Docente: Martin Mayes Siamo abituati a considerare gli strumenti a fiato convenzionali, che richiedono un dovuto percorso di studio, come gli unici adatti a produrre suoni musicali tramite l aria. Ci sono invece 'mezzi' meno noti, come i tubi dell idraulico o dell elettricista, oppure i palloncini, che offrono molte possibilità espressive per entrare nel mondo del suono perché sono in grado di produrre diverse altezze sonore nonché elementi ritmici, sonorità atmosferiche e suggestive, imitando strumenti tradizionali tipo le trombe africane o i suoni della giungla o del mare o... Laboratorio Corpo Docente: Chiara Stefani Il laboratorio ha come obiettivi la disinibizione e la libertà espressiva e comunicativa, sperimentando i diversi equilibri tra contenimento e scatenamento. Partendo da suggestioni proposte, ma anche elaborate insieme, esploreremo le possibilità del corpo attraverso coreografie plastiche collettive, dando spazio anche agli interventi solistici e all improvvisazione...
7 PROGRAMMA DEL WORKSHOP PRIMA GIORNATA (h. 9:00-18:30): giovedì 31 marzo 2011 BOSISIO PARINI (I) - UNICA SEDE PER TUTTI h 9:00-9:30: Saluti, presentazione delle due giornate di Workshop e delle successive attività formative; h 9:30-12:00: Interventi teorici 1. Massimo Molteni: Espressività, comunicazione, benessere: modelli per una relazione rinnovata negli attuali contesti culturali socio-sanitari (ambito sociosanitario) 2. Franco Floris: "La relazione umana tra cultura della compassione e cultura della benevolenza" (ambito sociologico) 3. Gino Stefani: "Arte: un modello interculturale". Riflessioni su livelli antropologici e biopsicologici dell esperienza artistica, verso una prospettiva che permetta una comprensione essenziale dell arte aldilà delle differenze di cultura (ambito antropologico-artistico) h. 11:00 11:20 pausa 4. Stefania Guerra Lisi: La diversità nei modelli culturali della società contemporanea (ambito linguistico-espressivo) h 12:00 13:00 dibattito h pausa pranzo h 14:30-16:30: scelta di un Laboratorio tra i tre Laboratori Accensione Linguaggi proposti 1. Fiati-strumenti ad aria: Martin Mayes 2. Percussioni-strumenti non convenzionali: Francesco D Auria 3. Voce-laboratorio vocale: Serena Ferrara h 16: : scelta di un Laboratorio tra i tre Laboratori Metodologici proposti 1. Soundbeam (SB): David Jackson e Maurizio Rocca 2. Artemaieutica (AM): Chiara Stefani 3. Globalità dei linguaggi (GDL): Stefania Guerra Lisi
8 SECONDA GIORNATA (h. 9:00-18:30): venerdì 1 aprile SEDI in contemporanea: BOSISIO PARINI (I), COMO (I), BALERNA (CH) h 9:00-12:30: Scelta di un Laboratorio tra i quattro Laboratori Accensione Linguaggi proposti 1. Fiati-strumenti ad aria: Martin Mayes 2. Percussioni-strumenti non convenzionali: Francesco D Auria 3. Voce-laboratorio vocale: Serena Ferrara 4. Corpo: Chiara Stefani h 12:30-14:30 pausa pranzo h 14:30-18:30: Scelta di un Laboratorio tra i 3 Laboratori metodologici proposti LABORATORI METODOLOGICI: 1. Soundbeam (SB): David Jackson e Maurizio Rocca 2. Artemaieutica (AM): Chiara Stefani 3. Globalità dei linguaggi (GDL): Stefania Guerra Lisi Venerdì 1 aprile 2011: Distribuzione Laboratori nelle 3 sedi sedi mattina 9:00-12:30 pomeriggio 14:30-18:30 BOSISIO PARINI (I) Fiati (M. Mayes) GDL (S. Guerra Lisi) COMO (I) Percussioni (F. D Auria) SB (D. Jackson e M. Rocca) BALERNA (CH) Voce (S. Ferrara) Corpo (C. Stefani) AM (C. Stefani) SEDI WORKSHOP 1. BOSISIO PARINI (I) LA NOSTRA FAMIGLIA VIA D.Luigi Monza 20, Bosisio Parini (LC) TEL , MAIL: medea@bp.lnf.it
9 2. COMO (I) VILLA GALLIA VIA Borgovico 148 TEL MAIL: 3. BALERNA (CH) FONDAZIONE PROVVIDA MADRE Via Carlo Silva, 3 Balerna (NAP 6828), Cantone Ticino (Svizzera). TEL ; FAX MAIL: segreteria@provvidamadre.ch LA PARTECIPAZIONE E GRATUITA, L ISCRIZIONE OBBLIGATORIA. Si richiede l iscrizione entro venerdì 25 marzo Compilare la scheda iscrizione Segreteria CRAMS Via ai Poggi LECCO (I) Tel Mail: crams.lecco@yahoo.it
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