Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Reparto Suolo e Rifiuti

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1 Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Reparto Suolo e Rifiuti Criteri generali per l elaborazione di valori di riferimento per contaminanti in suoli agricoli all interno di siti contaminati sulla base di valutazioni sanitarie

2 INDICE 1. Valori normativi per suoli ad uso agricolo: situazione in Italia e nel resto d Europa 2. Suoli agricoli: criteri proposti per la definizione di valori di riferimento generici e/o sito specifici 2a. Stima di C veg mediante ADI, TDI, TWI ecc. approccio EU 2b. Stima di C veg mediante uso della Reference Dose approccio USEPA 2c. Stima di C veg mediante uso dello Slope Factor approccio USEPA 3. Potenziale passaggio dei contaminanti dal suolo alla pianta: il Fattore di Trasferimento 4. Proposta di valori di riferimento sito specifici: il contributo delle normative europee 5. Proposta di valori di riferimento sito specifici: consigli di gestione Riferimenti bibliografici Allegato 1 Valori normativi per i suoli agricoli in Europa

3 1. Valori normativi per suoli ad uso agricolo: situazione in Italia e nel resto d Europa La gestione e la bonifica dei siti contaminati è disciplinata, in Italia, dal D. Lgs. 152/2006 Norme in materia ambientale, avente come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali (Art. 2 Comma 1). In particolare, le prescrizioni normative sui siti contaminati costituiscono il Titolo V della Parte quarta del detto decreto. Secondo quanto riportato nella Tabella 1 dell Allegato 5, per quanto concerne i valori limite di concentrazione dei contaminanti nei suoli, sono previste soltanto due destinazioni d uso: residenziale/verde pubblico e/o privato e commerciale/industriale. Non sono indicate apposite disposizioni per i suoli destinati alla produzione agricola e all allevamento; unico riferimento a queste aree è fatto dall art. 241 che, per quanto attiene alla gestione e/o agli interventi di bonifica o di ripristino ambientale, rimanda ad un successivo decreto da adottarsi di concerto tra i Ministeri dell Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole che non è mai stato emanato. Stante il fatto che molti Siti contaminati, siano essi definiti di Interesse Nazionale (SIN) o meno, comprendono all interno del loro perimetro aree destinate ad uso agricolo, si pone il problema di individuare quali possano essere i limiti, per i contaminanti nei suoli, utilizzabili come valori di riferimento se non come standard di qualità. Un parere dell Istituto Superiore di Sanità (6 novembre 2003, prot ) ha proposto di utilizzare, nelle more della definizione di valori di riferimento ad hoc, i valori previsti per i suoli ad uso verde pubblico/residenziale dall ex D.M. 471/1999, confermati e/o modificati dai corrispondenti valori del D.Lgs.152/2006. Tale parere, tuttavia, non costituisce una norma cogente ed, inoltre, i valori limite previsti per uso verde pubblico/residenziale possono non risultare appropriati per diverse classi di contaminanti. In alcuni casi tali valori possono non essere sufficientemente cautelativi, poiché la coltivazione di alimenti vegetali nell area potrebbe causare un passaggio rapido dal suolo alla pianta favorendo, così, l ingresso del contaminante stesso nella catena alimentare; considerando, invece, contaminanti quali i prodotti fitosanitari, di ampia diffusione nelle pratiche agricole, i suddetti valori limite possono risultare troppo restrittivi.

4 Una panoramica sulle normative adottate in vari paesi europei ha evidenziato la presenza di valori limite, nei suoli, per destinazioni d uso definite in modo diverso [1]. Alcuni stati considerano usi più o meno generici del suolo (es. Danimarca o Finlandia); altri menzionano esplicitamente l uso agricolo unitamente ad altri impieghi (es. Polonia, Austria o Lituania); gli stati che adottano valori distinti per l uso agricolo sono la Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca, il Belgio (regione Fiandre e regione Vallonia) e la Germania. Generalmente le normative sono articolate in più livelli di concentrazione (due o tre) corrispondenti a diverse modalità d intervento: si va dai valori limite più elevati che possono richiedere un azione di risanamento immediata, ai valori più bassi e, quindi, più cautelativi, che possono indicare valori di qualità da preservare oppure a cui tendere come valori obiettivo. La normativa tedesca, articolata nella maniera più complessa, appare quella che descrive in modo più esaustivo le problematiche attinenti ai suoli, con particolare riferimento all uso agricolo. Per la tutela della qualità dei suoli, vengono considerati, in generale, tre livelli di concentrazione: gli action levels, cioè livelli che necessitano di un tempestivo intervento, senza sviluppo di ulteriori indagini; i trigger levels, che richiedono l avvio di indagini più approfondite per valutare se l eventuale contaminazione del suolo possa rappresentare una reale situazione di pericolo; i precaution levels, considerabili come livelli di attenzione per evitare problemi futuri. Nella destinazione d uso agricolo vengono ulteriormente distinti altri impieghi: le aree agricole propriamente dette, comprendenti colture varie (vegetali e foraggio), nonché floricoltura; gli orti privati, comprendenti giardini o orti destinati alla coltivazione di prodotti alimentari per uso domestico; i prati/pascoli, identificabili con le aree verdi permanenti. Per i livelli di contaminanti nelle aree agricole e negli orti privati si fa riferimento agli action e ai trigger values, mentre per i prati/pascoli si fa riferimento agli action values. E di fondamentale importanza sottolineare che, per valutare lo stato di contaminazione di tutte le aree ricadenti nell uso agricolo, viene focalizzato il passaggio dei contaminanti stessi dal suolo alla pianta, che comporta il successivo trasferimento nella catena alimentare. La valutazione del trasferimento dei contaminanti dal suolo alla pianta è connessa alla bioaccessibilità degli stessi; essa dipende dalle proprietà chimicofisiche e biologiche del suolo stesso, nonché dallo stato fisico del contaminante nel

5 terreno (es. presenza nell acqua interstiziale e/o nel soil gas) e/o dalla sua speciazione. Per quanto attiene alle caratteristiche del suolo, fattori rilevanti sono costituiti dalla granulometria, dal valore del ph e dal contenuto di sostanza organica. Per valutare la frazione bioaccessibile dei contaminanti nel suolo, la normativa tedesca, inoltre, definisce i valori limite per i metalli differenziandoli anche in funzione di varie miscele estraenti (es. acqua regia, nitrato d ammonio), che simulino il diverso grado di disponibilità per l uptake vegetale. Un altro parametro considerato è la profondità del terreno: per le aree agricole propriamente dette e per gli orti privati, i valori normativi vengono applicati nel range 0-30 cm di profondità dal piano campagna, mentre per i prati/pascoli viene considerata una profondità pari a 0-10 cm. Per valori di profondità superiori a quelli menzionati, si utilizza un fattore correttivo. Stante quanto detto, per la problematica dei suoli agricoli, ancora aperta in Italia, ci si potrebbe attendere per il futuro una regolamentazione altrettanto articolata. Pur nell ottica di una possibile semplificazione dell articolazione normativa, si ritiene, tuttavia, opportuno pervenire alla definizione di due valori di riferimento, e del range tra di essi compreso, per poter usufruire di una più ampia possibilità di gestione di tali aree. 2. Suoli agricoli: criteri proposti per la definizione di valori di riferimento generici e/o sito specifici La normativa vigente in materia ambientale (D. Lgs. 152/2006) prevede l utilizzo dell Analisi di Rischio (AdR) sanitario ambientale come strumento di supporto nelle decisioni relative alla gestione dei siti contaminati. L AdR, condotta con l ausilio di software commerciali basati su procedure standardizzate di tipo matematico/probabilistico, permette di valutare la sussistenza di un eventuale rischio per l uomo, nonché di individuare le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), rappresentanti l obiettivo di una eventuale bonifica, che indicano valori di concentrazione al di sotto dei quali non si evince rischio per i recettori umani. Come precedentemente indicato, le destinazioni d uso dei suoli esplicitamente considerate possono essere residenziale/verde pubblico e/o privato e commerciale/industriale. Di contro, per l individuazione di valori di riferimento per i contaminanti nei suoli a destinazione d uso agricolo, si propongono dei criteri di selezione che siano protettivi

6 per la popolazione, valutando, soprattutto, il rischio connesso all ingestione di alimenti di origine vegetale prodotti all interno dell area contaminata. Si considera, in via fondamentale, il potenziale passaggio dei contaminanti dal suolo alla pianta; per far ciò vengono effettuate, prioritariamente, delle valutazioni di rischio con approcci diversi, al fine di individuare dei generici valori di concentrazione dei contaminanti nei prodotti di origine vegetale (C veg ), che siano cautelativi per la tutela della salute umana. In tali valutazioni entrano in gioco vari parametri d esposizione e risultano necessarie, in primo luogo, informazioni inerenti ai dati di consumo alimentare dei prodotti di origine vegetale. A livello nazionale sono disponibili studi periodici [2, 3, 4, 5] effettuati dall Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), che presentano i risultati anche suddivisi per sesso, per fasce d età o per provenienza geografica. Qualora siano disponibili dati di consumo forniti con diversi raggruppamenti degli alimenti in voci alimentari, si può optare per l uso del dato di matrici aggregate o disaggregate (es. frutta fresca oppure mele/pere). La scelta dell uno o l altro raggruppamento dipende dallo scopo che ci si prefigge nell individuazione dei valori di riferimento. Qualora si voglia individuare, per esempio, un valore di riferimento sito specifico di un prodotto fitosanitario, per il quale sia noto un utilizzo peculiare su una specifica derrata alimentare prodotta in una determinata area agricola, si provvederà all utilizzo dei dati di consumo in forma disaggregata (es. mele), e la conseguente stima della concentrazione di prodotti vegetali cautelativa per la salute umana (la già citata C veg ), sarà relativa esclusivamente alla particolare matrice disaggregata considerata (es. mele). Di contro, qualora si voglia tener conto dell intera produzione orticola di una data area, considerando, finanche, la variabilità stagionale, sarà opportuno considerare le voci alimentari in forma aggregata. E d uopo sottolineare che i dati dell INRAN afferiscono anche al database europeo dei consumi alimentari [6] della European Food Safety Authority (EFSA). Di seguito vengono brevemente descritti tre diversi possibili approcci valutativi per la stima di C veg. 2a. Stima di C veg mediante ADI, TDI, TWI ecc. approccio EU Le informazioni e gli studi esistenti a livello internazionale hanno condotto, per diversi contaminanti, alla definizione, da parte di organismi internazionali (es. OMS, EFSA,

7 SCF ecc.) di parametri di riferimento tossicologici, espressi come dosi tollerabili su base giornaliera o settimanale (es. Acceptable Daily Intake ADI, Tolerable Daily Intake TDI, Tolerable Weekly Intake TWI); talora, alla luce delle conoscenze al momento disponibili, la definizione di tali parametri può essere considerata provvisoria (es. Provisional Tolerable Weekly Intake PTWI). Un primo approccio valutativo per la stima di C veg prevede il confronto dell intake di contaminante previsto, mediante il consumo di alimenti di origine vegetale, con il pertinente parametro tossicologico, secondo le seguenti formule di calcolo relative, rispettivamente, ad una dose tollerabile definita su base giornaliera (I) e ad una dose definita su base settimanale (II): (I) C veg = (%A x TDI x BW)/(IR x 100) (II) C veg = (%A x TWI x BW)/(IR x 7giorni x 100) dove C veg è il generico valore di concentrazione di un contaminante, nei prodotti di origine vegetale, che risulta cautelativo per la tutela della salute umana, espresso in g/g; %A è la percentuale di intake del contaminante considerata Accettabile rispetto al TDI (o al TWI), che rappresenta, a sua volta, un intake pari al 100% dell accettabilità. Considerando vari gradi di cautela, possono essere proposti valori diversi di %A; TDI è il Tolerable Daily Intake espresso in g/kg peso corporeo; TWI è il Tolerable Weekly Intake espresso in g/kg peso corporeo; BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni internazionali viene ad esso attribuito, generalmente, un valore pari a 60; IR è l Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite). Il valore ad esso attribuibile è reperibile dai dati di consumo, precedentemente citati, considerando le voci alimentari in forma più o meno disaggregata, secondo gli scopi prefissi. E espresso in g/giorno.

8 2b. Stima di C veg mediante uso della Reference Dose approccio USEPA In analogia alla procedura standardizzata di AdR prevista dalla normativa vigente, per il rischio sanitario connesso a suoli contaminati con destinazioni d uso residenziale/verde pubblico e privato e industriale/commerciale, che si avvale dell approccio statunitense dell Environmental Protection Agency (EPA), si può stimare il valore di C veg utilizzando come parametri tossicologici di confronto la Reference Dose (RfD) per la valutazione degli effetti tossici e lo Slope Factor (SF) per gli effetti cancerogeni. Tali parametri devono essere reperiti in Banche Dati referenziate a livello nazionale e internazionale (es. ISS, IRIS, USEPA ecc.) La RfD cronica indica la dose di sostanza alla quale si considera possa essere esposta la popolazione, per via orale, senza rischi apprezzabili, lungo l arco dell intera vita. C veg può essere stimata mediante la seguente formula di calcolo (III): (III) C veg = (A x BW x AT x RfD)/(IR x EF x ED) dove C veg è il generico valore di concentrazione di un contaminante, nei prodotti di origine vegetale, che risulta cautelativo per la tutela della salute umana, espresso in mg/g; A indica l Accettabilità del rischio; il non superamento della RfD determina un valore massimo attribuibile ad A pari ad 1, tuttavia, considerando vari gradi di cautela, possono essere proposti valori diversi compresi tra 0 ed 1; BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni statunitensi viene ad esso attribuito, per la popolazione adulta, un valore pari a 70; per un più elevato grado di cautela, si può optare per una valore pari a 60; AT è l Averaging Time (tempo sul quale l esposizione viene mediata); è pari alla durata effettiva dell esposizione ed è espresso in giorni (cioè ED x 365); RfD è la Reference Dose, specifica per via di esposizione orale, espressa in mg/kg giorno; IR è l Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite). Il valore ad esso attribuibile è reperibile dai dati di consumo, precedentemente citati, considerando le voci alimentari in forma più o meno disaggregata, secondo gli scopi prefissi. E espresso in g/giorno;

9 EF è la Exposure Frequency (frequenza d esposizione), indica il numero di giorni in un anno in cui una persona viene a contatto con il contaminante. E espressa in giorni/anno; considerando il più alto grado di cautela, si può attribuire a tale parametro un valore pari a 365, ciò nondimeno un valore pari a 350, che considera 15 giorni di ferie e, quindi, di soggiorno lontano dall area contaminata, appare sufficientemente cautelativo; ED è la Exposure Duration (durata d esposizione), espressa in anni; indica il numero effettivo di anni in cui la popolazione è esposta all ingestione di alimenti contaminati. Laddove non vi sia conoscenza di tempi reali di esposizione si può attribuire, cautelativamente, a tale parametro un valore pari a 70, ovvero l arco dell intera vita. 2c. Stima di C veg mediante uso dello Slope Factor approccio USEPA Per contaminanti caratterizzati da effetti cancerogeni, la stima di C veg può essere effettuata avvalendosi, come parametro tossicologico, dello Slope Factor, che rappresenta il potenziale cancerogeno di una sostanza. C veg può essere, quindi, valutata mediante la formula di calcolo (IV) (IV) C veg = (A x BW x AT)/(IR x EF x ED x SF) dove C veg è il generico valore di concentrazione di un contaminante, nei prodotti di origine vegetale, che risulta cautelativo per la tutela della salute umana, espresso in mg/g; A indica l Accettabilità del rischio; per gli effetti cancerogeni, essa è espressa come probabilità incrementale dell insorgenza di casi di tumore in una popolazione esposta rispetto ad una popolazione non esposta. La normativa vigente, per i suoli residenziale/verde pubblico e privato e industriale/commerciale, prevede un valore di rischio incrementale accettabile pari ad un caso su un milione di individui esposti; ciò comporta l attribuzione al parametro A di un valore pari a 1x10-6. A livello internazionale, talvolta, è considerato accettabile un rischio incrementale pari ad un caso su centomila esposti, equivalente all attribuzione al parametro A di un valore pari a 1 x 10-5 ;

10 BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni statunitensi viene ad esso attribuito, per la popolazione adulta, un valore pari a 70; per un più elevato grado di cautela, si può optare per una valore pari a 60; AT è l Averaging Time (tempo sul quale l esposizione viene mediata); è espresso in giorni. Differentemente dal valore che gli viene attribuito per la stima degli effetti tossici, dove AT è pari ad ED, per gli effetti cancerogeni AT è pari all arco dell intera vita (70 x 365),in quanto gli effetti cancerogeni possono manifestarsi anche al cessare dell esposizione stessa; IR è l Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite). Il valore ad esso attribuibile è reperibile dai dati di consumo, precedentemente citati, considerando le voci alimentari in forma più o meno disaggregata, secondo gli scopi prefissi. E espresso in g/giorno; EF è la Exposure Frequency (frequenza d esposizione), indica il numero di giorni in un anno in cui una persona viene a contatto con il contaminante. E espressa in giorni/anno; considerando il più alto grado di conservatività, si può attribuire a tale parametro un valore pari a 365, ciò nondimeno un valore pari a 350, che considera 15 giorni di ferie e, quindi, di soggiorno lontano dall area contaminata, appare sufficientemente cautelativo; ED è la Exposure Duration (durata d esposizione), espressa in anni; indica il numero effettivo di anni in cui la popolazione è esposta all ingestione di alimenti contaminati. Laddove non vi sia conoscenza di tempi reali di esposizione si può attribuire, cautelativamente, a tale parametro un valore pari a 70, ovvero l arco dell intera vita; SF è lo Slope Factor espresso in (mg/kg giorno) Potenziale passaggio dei contaminanti dal suolo alla pianta: il Fattore di Trasferimento Come precedentemente indicato, la valutazione del trasferimento dei contaminanti dal suolo alla pianta è associato alla bioaccessibilità dei contaminanti stessi nel suolo. Possono essere proposti diversi test analitici per effettuarne una valutazione, che dipende dalle caratteristiche del suolo nonché da quelle del contaminante.

11 Una stima del passaggio dei contaminanti dal suolo alla pianta può essere effettuata mediante il Fattore di Trasferimento (FT), definito come segue (V): (V) FT = C veg /C suolo dove FT è il fattore di trasferimento, adimensionale; C veg è il generico valore di concentrazione di un contaminante, nei prodotti di origine vegetale. Per gli scopi del presente documento, esso rappresenta il valore di concentrazione, cautelativo per la salute umana, stimato con uno degli approcci valutativi precedentemente descritti; è espresso in mg/kg sostanza umida; C suolo è la concentrazione del contaminante al suolo. Per gli scopi del presente documento, rappresenta il valore di riferimento da stimare; è espressa in mg/kg sostanza secca. Per il FT dei contaminanti inorganici, sono reperibili in letteratura diversi studi in campo su vari analiti e su diversi vegetali; in particolare si può far riferimento alla review di Baes et al. [7]. Secondo tale lavoro, le parti di una pianta possono essere suddivise in vegetative growth (foglie e steli) e non vegetative growth (frutti, semi e tuberi). I contaminanti possono essere rilevati, in concentrazioni diverse, nelle varie parti. Per una corretta valutazione del passaggio suolo pianta, si dovrebbe considerare, per ciascun alimento di origine vegetale, qual è la parte edibile; ciò nondimeno, per una generica valutazione conservativa, si può utilizzare il FT relativo alla vegetative growth. Per i contaminanti organici, il FT è stimabile come funzione del coefficiente di ripartizione ottanolo acqua [8], secondo la seguente relazione (VI): (VI) FT = logKow Sia nel caso del FT per contaminanti inorganici che per contaminanti organici, si deve tener conto di un fattore correttivo per l umidità dei prodotti vegetali; quando non diversamente specificato, si può genericamente considerare una umidità pari all 85%, a cui corrisponde un fattore correttivo pari a 0.15.

12 Un ipotetico valore di riferimento per la concentrazione del contaminante al suolo, che sia cautelativo nei confronti del rischio sanitario, viene, quindi, stimato, secondo la seguente formula (Vbis): (Vbis) C suolo = C veg /FT 4. Proposta di valori di riferimento sito specifici: il contributo delle normative europee Da quanto fin qui esposto, si denota che l uso dei tre diversi approcci per la stima di C veg conduce a valori di C suolo che possono risultare molto diversi tra loro; inoltre, a ciascun approccio valutativo di C veg possono essere applicati diversi gradi di cautela, inserendo, in tal modo, ulteriori fattori di variabilità nei vari approcci. Non si consiglia la scelta di nessuno dei tre in via prioritaria, anzi, laddove possibile, è opportuno effettuare tutte le stime, in quanto la definizione di ipotetici valori di riferimento deve scaturire non solo da valutazioni cautelative nei confronti della salute pubblica, ma anche da considerazioni relative ad una realistica possibilità di gestione di specifiche aree agricole comprese all interno di siti contaminati. A tal fine, ulteriori elementi di giudizio sono forniti da un esame delle normative vigenti in diversi paesi europei [1] per suoli agricoli. Considerando, di base, gli analiti contemplati nel D. Lgs. 152/2006 per i suoli, ancorché non specificatamente ad uso agricolo, si è focalizzata l attenzione sulle seguenti classi di composti: Composti inorganici, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), Fitofarmaci, Diossine e Furani nonché Poli Cloro Bifenili (PCB), Idrocarburi. Per dette classi, si è verificata la presenza di eventuali limiti normativi negli stati europei, considerando esclusivamente i paesi che prevedono esplicitamente la destinazione d uso agricolo (Austria, le regioni Fiandre e Vallonia del Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania, Lituania e Polonia). Nell Allegato 1 sono elencati alcuni schemi riassuntivi (Tabelle 1 5), compilati per ciascun analita già contemplato nel D. Lgs. 152/2006, riportanti i limiti normativi per i suoli agricoli di detti paesi, anche in funzione di eventuali parametri ivi considerati (es. granulometria del suolo, modalità d estrazione ecc.). In ultimo, ma non di minore importanza, si ritiene opportuno effettuare valutazioni anche rispetto ai valori normativi previsti dal D.Lgs.152/2006 per la destinazione d uso

13 residenziale/verde pubblico e/o privato (All. 5 Tab. 1 Col. A della Parte quarta Titolo V). La Tab. 6 dell Allegato 1 mostra i valori vigenti in Italia per tale destinazione d uso, nonché i valori minimi e massimi vigenti nei paesi europei per i suoli a destinazione d uso agricolo. E solo dall insieme di tutte le valutazioni fin qui esposte, compresa la verifica delle effettive coltivazioni presenti in una data area, che si può giungere alla proposta di C suolo sito specifiche. 5. Proposta di valori di riferimento sito specifici: consigli di gestione Dalle diverse valutazioni descritte, per ciascun contaminante di interesse, si propone di individuare due valori di C suolo ed il range tra di essi compreso. I valori individuabili sono considerati come segue: Valore inferiore: Valore superiore: Reference Value, RV (valore di riferimento) Trigger Value, TV (valore di attenzione) In relazione alle concentrazioni di riferimento individuate, si suggeriscono le seguenti modalità di gestione: conc. RV Non si interviene RV conc. TV Si adottano misure di prevenzione: deve essere evitato l incremento del livello di contaminazione del suolo, verificato mediante opportuni controlli analitici; si effettuano ulteriori accertamenti analitici sul suolo (es. test di cessione, test di bioaccessibilità, test di estrazione con chelanti); si effettua il monitoraggio di prodotti vegetali per seguire l andamento temporale delle concentrazioni in essi rilevate; si effettua il monitoraggio dell acqua irrigua. Non si esegue una specifica valutazione del rischio; solamente per i contaminanti per i quali sono previsti limiti nei prodotti ortofrutticoli, si conduce la valutazione rispetto alla normativa vigente.

14 conc. > TV Si eseguono controlli monitorando l acqua irrigua, nonché effettuando una opportuna valutazione del rischio connesso al consumo, da parte della popolazione, di alimenti di origine vegetale. Tale valutazione, attuabile secondo quanto indicato nell apposito documento ISS, deve essere elaborata da esperti del settore per verificare la necessità di misure di risanamento e/o per suggerire opportune strategie di gestione. In aree agricole con produzione destinata al commercio, per analiti per i quali non esistono limiti normativi sulle derrate alimentari, nelle more del monitoraggio di prodotti alimentari e della successiva valutazione del rischio tossicologico, deve essere vietata la commercializzazione dei prodotti ivi coltivati. Tale divieto non è definitivo, ma può essere revocato dopo opportune valutazioni. In aree potenzialmente compromesse si ritiene opportuno, inoltre, valutare altre tipologie di produzione quali, ad esempio, le biomasse o la floricoltura. E d uopo sottolineare che i valori individuabili secondo i criteri proposti sono, preferibilmente, sito specifici, finalizzati alla gestione delle aree agricole comprese nel perimetro di siti contaminati. Si evidenzia, inoltre, l importanza di affiancare le valutazioni descritte con opportuni monitoraggi delle matrici agroalimentari, atti a confermare l idoneità di eventuali valori proposti.

15 Riferimenti bibliografici [1] JRC Scientific and Technical Reports Derivation methods of soil screening values in Europe. A review and evaluation of national procedures towards harmonization EUR EN 2007 Editor Claudio Carlon [2] Come mangiano oggi gli Italiani. La lettera della nutrizione, anno III (6): 1-11 (Nov./Dic. 1991) [3] Original Communication Food consumption patterns in Italy: the INN-Ca Study A. Turrini, A. Saba, D. Perrone, E. Cialfa, A. D Amicis Europ Journ Clin Nutr (55) 2001; [4] The Italian National food consumption survey INRAN-SCAI : main results in terms of food consumption C. Leclercq, D. Arcella, R. Piccinelli, S. Sette, C. Le Donne and A. Turrini Public Health Nutr 12 (12) 2009; [5] INRAN-SCAI_ html [6] [7] A Review and Analysis of Parameters for Assessing Transport of Environmentally Released Radionuclides through Agricolture C.F.Baes III, R.D. Sharp, A.L. Sjoreen, R.W. Shor ORNL-5786 [8] Bioconcentration of organics in beef, milk and vegetation C.C. Trevis, A.D. Arms Environmental Science and Technology 1988, 22:

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