La certificazione dei punti nascita: i vantaggi per le donne.
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1 Ospedale San Pietro FBF XVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia Roma, 3-5 Ottobre 2012 La certificazione dei punti nascita: i vantaggi per le donne. Romolo Di Iorio Dipartimento di Scienze Ostetrico-Ginecologiche e Scienze Urologiche Sapienza Università di Roma
2 Rapporto annuale sull attività di ricovero ospedaliero Dati SDO 2009 Novembre 2010 Dipartimento della Qualità Dir. Gen. Programmazione sanitaria, livelli essenziali di assistenza e principi etici di sistema Ufficio VI
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4 Nei paesi industrializzati la medicina offre prestazioni inimmaginabili sino ad alcuni anni fa, ma, contemporaneamente, è in grave sofferenza di credibilità presso le Istituzioni e gli utenti, proprio perché da un lato ha generato attese frequentemente più elevate delle reali possibilità e, dall altro, perchè ha indotto procedure molto complesse, costose e facilmente causa di errore
5 Cinque casi shock in un mese, malasanità entra in sala parto Roma (Adnkronos) - Da Messina a Padova a Roma, diverbi nati sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo oppure cure mediche non adeguate dietro gli ultimi casi di malasanità che hanno al centro neonati e neomamme
6 mortalità perinatale dati OMS 2006
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14 mortalità materna ISS 2010 Nelle Regioni coinvolte nel progetto (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) risiede il 48% delle donne italiane in età feconda, ovvero quasi la metà delle donne in età riproduttiva dell intero Paese. In Italia, nelle sei Regioni coinvolte nello studio, la sottostima risulta pari al 75% rispetto al dato nazionale (3 casi di morte ogni nati vivi), rilevato attraverso il flusso informativo dei certificati di morte elaborati dall ISTAT. I certificati di morte, infatti, non sono in grado di rilevare il fenomeno in maniera appropriata poiché la definizione di morte materna comprende non solo il decesso di una donna durante la gravidanza, ma anche quello entro 42 giorni dal suo termine. I dati regionali permettono di osservare un trend Nord-Sud con rapporti da 2 a 7 volte il dato nazionale. I valori più bassi sono stati registrati al Nord e in Toscana (8 morti per nati vivi) e quelli più elevati nel Lazio (13 morti per nati vivi) e in Sicilia (22 morti per nati vivi).
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17 mortalità materna ISS 2010 Nelle Regioni coinvolte nel progetto (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) risiede il 48% delle donne italiane in età feconda, ovvero quasi la metà delle donne in età riproduttiva dell intero Paese. In Italia, nelle sei Regioni coinvolte nello studio, la sottostima risulta pari al 75% rispetto al dato nazionale (3 casi di morte ogni nati vivi), rilevato attraverso il flusso informativo dei certificati di morte elaborati dall ISTAT. I certificati di morte, infatti, non sono in grado di rilevare il fenomeno in maniera appropriata poiché la definizione di morte materna comprende non solo il decesso di una donna durante la gravidanza, ma anche quello entro 42 giorni dal suo termine. I dati regionali permettono di osservare un trend Nord-Sud con rapporti da 2 a 7 volte il dato nazionale. I valori più bassi sono stati registrati al Nord e in Toscana (8 morti per nati vivi) e quelli più elevati nel Lazio (13 morti per nati vivi) e in Sicilia (22 morti per nati vivi).
18 x mortalità materna fonte ISS TOSCANA LAZIO SICILIA
19 mortalità materna ISS 2010 I risultati dello studio hanno evidenziato che il rischio di mortalità materna raddoppia quando l età della donna è pari o superiore ai 35 anni. Nel 2007, la proporzione di nascite in donne di 35 o più anni è stata del 29%, mentre nel 1981 era appena del 9%. Il taglio cesareo è risultato associato a un rischio di morte materna pari a 3 volte quello associato al parto spontaneo. Tuttavia, parte di tale aumento di rischio è in realtà da attribuire alla patologia che ha reso opportuno il cesareo e non all intervento chirurgico in sé. Anche l essere cittadine straniere e avere un basso livello di istruzione è risultato associato a un maggior rischio di morte materna.
20 percentuale di TC in Europa fonte: European Perinatal Health Report, Dicembre % 21-25% 26-30% 30%
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23 tassi di taglio cesareo Ministero della Salute - CeDAP2009 Grafico 18 - Distribuzione regionale della percentuale dei parti cesarei sul totale dei parti
24 TC secondo tipologia e dimensione dei punti nascita Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti tagli cesarei % pubblica privata accreditata privata non accreditata totale < ,000-2, >2, totale
25 TC secondo tipologia e dimensione dei punti nascita Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti tagli cesarei % pubblica privata accreditata privata non accreditata totale < ,000-2, >2, totale
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27 distribuzione dei punti nascita per numero di parti Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti punti nascita parti N % N % < , , , ,000-2, , >2, , totale ,
28 distribuzione dei punti nascita per numero di parti Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti punti nascita parti N % N % < , , , ,000-2, , >2, , totale ,
29 Ma poi, se anche venissero eliminati i punti nascita più piccoli lasciando invariato tutto il resto, di quanto diminuirebbero i cesarei? Se si chiudessero i centri con numero di nati <500, i cesarei passerebbero dal 35% al 34,3% negli ospedali pubblici e dal 58,3% al 58% nelle strutture private; se la chiusura riguardasse i centri con meno di 800 parti o di 1000 parti, le frequenze sarebbero rispettivamente del 33,8% e 33,4% nel pubblico e 53,6% e 52,6% nel privato. Ben poca cosa! Con guadagni, forse, solo economici, ma quasi inesistenti in termini di salute della popolazione. Carlo Corchia
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33 TC secondo tipologia e dimensione dei punti nascita Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti tagli cesarei % pubblica privata accreditata privata non accreditata totale < ,000-2, >2, totale
34 TC secondo tipologia e dimensione dei punti nascita Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti tagli cesarei % pubblica privata accreditata privata non accreditata totale < ,000-2, >2, totale
35 TC secondo tipologia e dimensione dei punti nascita Ministero della Salute - CeDAP 2009 classe di parti tagli cesarei % pubblica privata accreditata privata non accreditata totale < ,000-2, >2, totale
36 Cinque casi shock in un mese, malasanità entra in sala parto Roma (Adnkronos) - Da Messina a Padova a Roma, diverbi nati sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo oppure cure mediche non adeguate dietro gli ultimi casi di malasanità che hanno al centro neonati e neomamme
37 PROMUOVERE L APPROPRIATEZZA NEL PERCORSO NASCITA Gruppo di Lavoro Ministero della Salute Conferenza Stato-Regioni
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39 PROMUOVERE L APPROPRIATEZZA NEL PERCORSO NASCITA Gruppo di Lavoro Ministero della Salute Conferenza Stato-Regioni 1. MISURE DI POLITICA SANITARIA E DI ACCREDITAMENTO 2. CARTA DEI SERVIZI PER IL PERCORSO NASCITA 3. INTEGRAZIONE TERRITORIO-OSPEDALE 4. SVILUPPO DI LINEE GUIDA SULLA GRAVIDANZA FISIOLOGICA E TC 5. PROGRAMMA DI IMPLEMENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA 6. ELABORAZIONE, DIFFUSIONE ED IMPLEMENTAZIONE DI RACCOMANDAZIONI E STRUMENTI PER LA SICUREZZA DEL PERCORSO NASCITA 7. PROCEDURE DI CONTROLLO DEL DOLORE IN TRAVAGLIO/PARTO 8. FORMAZIONE DEGLI OPERATORI 9. MONITORAGGIO E VERIFICA DELLE ATTIVITA 10.ISTITUZIONE DI UNA FUNZIONE DI COORDINAMENTO PERMANENTE PER IL PERCORSO NASCITA
40 PROMUOVERE L APPROPRIATEZZA NEL PERCORSO NASCITA Gruppo di Lavoro Ministero della Salute Conferenza Stato-Regioni 1. MISURE DI POLITICA SANITARIA E DI ACCREDITAMENTO 2. CARTA DEI SERVIZI PER IL PERCORSO NASCITA 3. INTEGRAZIONE TERRITORIO-OSPEDALE 4. SVILUPPO DI LINEE GUIDA SULLA GRAVIDANZA FISIOLOGICA E TC 5. PROGRAMMA DI IMPLEMENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA 6. ELABORAZIONE, DIFFUSIONE ED IMPLEMENTAZIONE DI RACCOMANDAZIONI E STRUMENTI PER LA SICUREZZA DEL PERCORSO NASCITA 7. PROCEDURE DI CONTROLLO DEL DOLORE IN TRAVAGLIO/PARTO 8. FORMAZIONE DEGLI OPERATORI 9. MONITORAGGIO E VERIFICA DELLE ATTIVITA 10.ISTITUZIONE DI UNA FUNZIONE DI COORDINAMENTO PERMANENTE PER IL PERCORSO NASCITA
41 Gruppo Italiano per la Nascita Sicura SIMM (società italiana medici manager) SIN (società italiana di neonatologia) SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia) SIP (società italiana di pediatria) SIMP (società italiana di medicina perinatale) AGITE (associazione ginecologi territoriali) CIAO (club italiano anestesisti ostetrici) Osservatorio nazionale della salute nelle Regioni italiane IPASVI ( federazione nazionale collegio infermieri) FNCO (federazione nazionale collegio ostetriche) ONDA (osservatorio nazionale salute della donna) Vivereonlus (associazione di coordinamento nazionale associazioni per la neonatologia) Cittadinanzattiva AGENAS + Joint Commission International
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43 Board di indirizzo Martina Bruscagnin, Danilo Celleno, Antonio de Belvis, Gianpaolo Donzelli, Giovanni Fattorini, Paolo Giliberti, Miriam Guana, Francesca Merzagora, Walter Ricciardi, Annalisa Silvestro, Nicola Surico, Alessio Terzi, Vito Troiano, Alberto Ugazio. Board tecnico Antonella Baggiani, Lucia Bagnoli, Carla Berliri, Marcello Bozzi, Antonella Cinotti, Giovanna Colombo, Graziella Costamagna, Immacolata Dall Oglio, Antonio de Belvis, Romolo di Iorio, Andrea Dotta, Giuseppe Ettore, Fabio Facchinetti, Maria Grazia Frigo, Cristina Galavotti, Francesca Moccia, Pilar Montilla, Nicola Natale, Nicoletta Orthmann, Anna Portanova, Nicola Romeo, Bruno Rusticali (esperto AGENAS), Herbert Valenzise, Giorgio Vittori, Vincenzo Zanardo, Rinaldo Zanini (coordinatore). Segreteria Tecnica Marta Marino SupportoTecnico Filippo Azzali, Paolo Lehnus, Filippo Di Carlo, Gianluca Lanza (Progea)
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