PIÙ. La pesca in Italia ANALISI DELL ATTIVITÀ DI IMPRESA E DEL MERCATO DEL SETTORE. PIÙ MESE mensile anno I n. 10/20 09

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3 PIÙ La pesca in Italia ANALISI DELL ATTIVITÀ DI IMPRESA E DEL MERCATO DEL SETTORE a cura di Francesco Leone Grotti

4 Registrazione impresa al Roc n Registazione Tribunale di Milano n. 113/2009 dell 11/03/2009 PIÙ PIù MESE mensile anno I n. 10/2009 Direttore responsabile Giancarlo Raffaele Giojelli Editore Editoriale Tempi Duri S.R.L. Sede Milano - Corso Sempione, 4 Redazione Milano - Corso Sempione, 4 Stampa Mondadori Printing S.P.A. con sede in Verona - Via Mondadori, 15 A cura di Francesco Leone Grotti Fotografie AP/LaPresse Art director Matteo Cattaneo Impaginazione Sara Cattaneo finito di stampare nel mese di dicembre 2009

5 s o m m a r i o i n t r o d u z i o n e 4 u n i s t a n t a n e a d e l s e t t o r e C a p i t o l o 1 7 a c i a s c u n o l a s u a r e t e C a p i t o l o 2 17 t r a c r i s i e n u o v e r e g o l e C a p i t o l o 3 29 i r i s c h i d e l m e s t i e r e 3

6 l a p e s c a i n i t a l i a i n t r o d u z i o n e Un istantanea del settore Quanti sono gli addetti, a che estrazione sociale appartengono, come sono distribuiti sul territorio nazionale, che cosa si aspettano dal futuro. Ecco la fotografia e le prospettive di sviluppo di un ramo centrale per l economia italiana LE RAGIONI DI UN INDAGINE Il presente lavoro fornisce una panoramica generale sulla evoluzione temporale delle principali caratteristiche strutturali dell attività di impresa e del mercato del lavoro nel settore della pesca in Italia. Questa evoluzione temporale si inquadra in un periodo di osservazione che, 4

7 l a p e s c a i n i t a l i a i n t r o d u z i o n e per l attività di impresa, è esteso agli anni , mentre per il mercato del lavoro riguarda l arco temporale Il lavoro si sviluppa in tre capitoli, il primo dei quali è dedicato all attività di impresa. Più in particolare, nel Capitolo 1 viene dapprima analizzata la flotta alla luce delle caratteristiche tecniche per sistemi di pesca e delle principali componenti delle capacità di pesca per regioni. Successivamente viene svolta l analisi dei parametri tecnici ed economici dell attività di impresa. Più in particolare vengono analizzati gli indicatori di produzione, l andamento dei prezzi alla produzione, gli indicatori di sostenibilità ambientale, economica e sociale, la tipologia delle imprese. L informazione sulla quale questa analisi si basa deriva da dati forniti dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) e dall Istituto di Ricerche Economiche per la Pesca e l Acquacoltura (Irepa). Il Capitolo 2 é dedicato all analisi degli aspetti strutturali del mercato del lavoro, identificati dal genere, dall età, dalle regioni di nascita e di lavoro, dalla qualifica lavorativa e dalla durata dei contratti di lavoro degli addetti al settore della pesca in Italia. Questi aspetti del mercato del lavoro fanno riferimento all ambito nazionale. L analisi degli aspetti strutturali del mercato del lavoro si fonda sull elaborazione di dati Inps, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, forniti dall Osservatorio Nazionale della Pesca. Nel Capitolo 3 il mercato del lavoro viene invece analizzato rispetto al fenomeno della morbilità degli addetti al settore della pesca, osservato nei due aspetti delle malattie e degli infortuni professionali. Questa analisi viene svolta sia in ambito nazionale che nel contesto regionale, inteso quale ambito lavorativo degli addetti al settore della pesca, e inquadra il fenomeno della morbilità sia nell ottica dell occorrenza che nell ottica dell incidenza. Le tavole statistiche e gli indici sui quali l analisi del fenomeno della morbilità si basa derivano dall elaborazione di dati forniti dall Ipsema, Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo. 5

8 c a p i t o l o 1 6

9 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 A ciascuno la sua rete S econdo i più recenti documenti di programmazione e gestione della pesca adottati in ambito comunitario e nazionale il principale obiettivo bio-ecologico è di proteggere, conservare e risanare le risorse della pesca, l ambiente, l habitat, l ecosistema e la bio-diversità. Ma tra gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile vi è anche quello di salvaguardare un equilibrio occupazionale di lungo periodo e provvedere al mantenimento di condizioni di benessere economico della forza lavoro I NUMERI La flotta da pesca iscritta nell Archivio Licenze di Pesca, aggiornato a dicembre 2007, è costituita da natanti. Nella sua ripartizione per sistemi di pesca, il segmento più numeroso si conferma quello della piccola pesca con battelli; seguono i battelli dello strascico con unità e le draghe idrauliche con 700 imbarcazioni. Accanto alle molte similitudini che 7

10 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 caratterizzano la pesca marittima nelle regioni marittime italiane, vi sono innumerevoli peculiarità ed elementi distintivi che contraddistinguo- LE NORME COMUNITARIE I più recenti documenti di programmazione e gestione della no il settore rendendolo estremamente eterogeneo. Se l elemento artigianale e le modeste pesca adottati in ambito comunitario e nazionale fissano quale dimensioni medie della flotta infatti sono comuni a tutta la flotta nazionale, la pratica di specifiche pesche, l adozione di peculiari attrezzi o obiettivo fondamentale da perseguire, per gli anni a venire, tecniche rendono l attività svolta molto differente da regione a regione. quello di garantire la sostenibilità delle attività di pesca a livello ambientale, economico e sociale. Così, volendo limitare l analisi alle regioni marittime, si può notare che nelle Marche, in Veneto Il principale obiettivo bio-ecologico è di proteggere, conservare e e Molise l incidenza della piccola pesca è pari risanare le risorse della pesca, a circa il 45 per cento della flotta complessiva, mentre in altre regioni, soprattutto in quel- l ambiente, l habitat, l ecosistema e la bio-diversità le tirreniche, la pesca artigianale rappresenta più del 65 per cento dell intera flotta. Inoltre, è dal settore peschereccio di Sicilia e Puglia che proviene il 44 per cento del tonnellaggio complessivo. Nel corso degli ultimi anni, la consistenza della flotta da pesca italiana è in continua riduzione: il ridimensionamento della capacità di pesca è stato particolarmente consistente tra il 2000 e il Nei prossimi anni, con l avvio del Fondo Europeo della Pesca (Fep), è prevista un ulteriore consistente contrazione della capacità di pesca: i piani di adeguamento, contenuti nel Programma Operativo nazionale, prevedono un ritiro di circa GT nel periodo , il 13 per cento dell attuale capacità. Osservando invece la produzione della flotta peschereccia italiana, si vede che nel 2007 è stata pari a tonnellate, circa 1.337,57 milioni di euro. Questo dato rivela che le catture sono nuovamente diminuite, confermando il trend decrescente degli ultimi anni. Il calo è quantificabile in circa 18,5 mila tonnellate per un valore di 157 milioni di euro. La contrazione è dovuta principalmente alla riduzione delle catture di acciughe, che segnano una variazione negativa del 22 per cento. Nel 2007, il prezzo medio alla produzione ha subito un lieve calo (-4 per cento), interrompendo il trend crescente che aveva 8

11 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 INDICATORI DI PRODUZIONE, FLOTTA NAZIONALE, VALORI ASSOLUTI Catture (t) Ricavi (mln ) 1.555, , , , , , , ,57 Prezzi ( /kg) 3,96 4,36 4,56 4,70 4,79 5,17 5,23 5,00 VALORI MEDI PER BATTELLO E GIORNALIERI Catt./batt. (t) 21,3 20,3 19,1 20,0 18,5 17,8 19,9 19,4 Catt./giorni (kg) 127,46 120,2 118,7 128,3 130,7 132,6 144,1 147,7 Ricavi/batt. (0 ) 84,57 88,66 87,04 93,97 88,43 92,03 104,21 97,3 Ricavi/giorni ( ) 505,29 523,59 541,01 602,42 625,65 686,01 753,73 738,8 Fonte: Mipaaf-Irepa 9

12 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 favorevolmente caratterizzato il settore nel periodo precedente. La riduzione del prezzo medio è da imputare ad una variazione nella composizione del pescato piuttosto che ad una riduzione generalizzata del prezzo dei prodotti ittici. In particolare, sono risultate in calo le catture di gamberi bianchi e di naselli, due specie fondamentali per la pesca italiana. In linea generale, la riduzione registrata nelle catture non ha influito positivamente sui prezzi. La diminuzione delle catture ha interessato gran parte delle regioni, con alcune eccezioni riguardanti, in particolare, l area dell alto Adriatico. Nelle Marche e in Veneto, il buon andamento delle catture è da attribuire al comparto delle draghe idrauliche la cui produzione, nel 2007, è notevolmente aumentata rispetto al In tutte le altre regioni, invece, si registrano perdite nei livelli di sbarchi con punte negative in Sicilia (circa 10 mila tonnellate di sbarchi in meno) e in Puglia. I più recenti documenti di programmazione e gestione della pesca adottati in ambito comunitario e nazionale fissano quale obiettivo fondamentale da perseguire, per gli anni a venire, quello di garantire la sostenibilità delle attività di pesca a livello ambientale, economico e sociale. Il principale obiettivo bioecologico è di proteggere, conservare e risanare le risorse della pesca, l ambiente, l habitat, l ecosistema e la bio-diversità. Il recupero della risorsa dovrebbe avere come obiettivo il raggiungimento di condizioni capaci di produrre il Maximum Sustainable Yield (Msy) nel caso di stock monospecifici o di garantire l esistenza di indici di abbondanza soddisfacenti per singole specie nel caso di stock multispecifici. Dal 1996 al 2003, la produttività unitaria è diminuita nonostante il ridimensionamento dello sforzo di pesca registrato negli ultimi anni; la riduzione delle catture, infatti, è risultata proporzionalmente mag- 10

13 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 giore di quella dello sforzo (rispettivamente -32 per cento e -18 per cento). Dal 2003 in poi, la riduzione della capacità di pesca ha permesso un miglioramento dello stato complessivo delle risorse. Per quanto riguarda l efficienza economica del comparto ittico, invece, questa viene misurata attraverso un indicatore di produttività economica, costruito come rapporto tra la produzione lorda vendibile giornaliera ed il tonnellaggio impiegato per ogni sistema di pesca, ed è utilizzato anche per valutare la sostenibilità economica del settore. Tra il 1996 e il 2007 c è stata una tendenziale crescita della produttività economica unitaria. Nel 2007, la stabilità dei prezzi alla produzione e, soprattutto, il calo del fatturato, hanno determinato un allarmante arretramento dell indicatore di sostenibilità economico. Infatti, il miglioramento della produttività economica che si è verificata negli ultimi anni, non implica né che lo stock ittico venga sfruttato in modo equilibrato né che la capacità di pesca e lo sforzo siano adeguati dal punto di vista biologico ed economico. Tra gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile, infine, vi è anche quello di salvaguardare un equilibrio occupazionale di lungo periodo e provvedere al mantenimento di condizioni di benessere economico della forza lavoro. La riduzione dello sforzo di 11

14 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 CATTURE E RICAVI PER REGIONI, VALORE ASSOLUTO E INCIDENZA % SUL TOTALE NAZIONALE, 2007 CATTURE RICAVI Regioni ton. % mln euro % Liguria ,9 40,58 3,0 Toscana ,8 47,02 3,5 Lazio ,2 52,99 4,0 Campania ,4 83,13 6,2 Calabria ,9 56,79 4,2 Puglia ,6 188,71 14,1 Abruzzo ,5 51,10 3,8 Molise ,7 16,67 1,2 Marche ,8 133,16 10,0 Emilia Romagna ,2 91,12 6,8 Veneto ,1 85,39 6,4 Friuli V. G ,4 27,87 2,1 Sardegna ,1 81,34 6,1 Sicilia ,5 381,70 28,5 Totale , ,57 100,0 Fonte: Mipaaf-Irepa 12

15 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 pesca e la messa al bando di alcuni tipi di pesca hanno avuto un impatto negativo dal punto di vista sociale in termini di occupazione, reddito e sostentamento delle comunità dipendenti dalla pesca. Come misura della sostenibilità sociale del settore della pesca regionale è stato scelto l indicatore costruito sulla base del reddito percepito annualmente dalle singole unità produttive impiegate nel comparto e come reference point il suo valore storico nel periodo considerato. L ammontare del costo del lavoro dipende dalla forma contrattuale utilizzata che può essere ricondotta a tre tipologie fondamentali: salariale, alla parte e a gestione autonoma. La flessibilità della remunerazione del lavoro, che diventa molto elevata con l adozione del contratto alla parte, è essenziale alla sopravvivenza del comparto che è composto da imprese prevalentemente a carattere artigianale e familiare. Tra il 1996 e il 1999, il reddito pro capite ha registrato una contrazione essendo passato da 11,83 mila 13

16 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 euro (nel 1996) a 10,29 mila euro (nel 1999). Il settore peschereccio appare caratterizzato da una maggiore instabilità a causa delle incertezze tipiche del mestiere svolto: il reddito percepito risulta alquanto altalenante, soggetto alle variazioni nella consistenza delle risorse, a fenomeni ambientali e climatici o ad aumenti improvvisi dei costi operativi. Le imprese di pesca della flotta peschereccia nazionale, inoltre, sono caratterizzate da una forte incidenza della componente umana. Il rapporto tra fattore lavoro (numero di imbarcati) e fattore capitale (in questa sede rappresentato dal capitale investito nell imbarcazione) consente di osservare il grado di capitalizzazione delle imprese di pesca. I dati si riferiscono al Il fattore lavoro rappresenta l 1,74 per cento dei fattori produttivi se si considera la flotta nella sua globalità. L indice assume connotazioni diverse se calcolato per i vari segmenti di flotta. Nella pesca a strascico e nella pesca del tonno l incidenza dell equipaggio risulta inferiore all 1 per cento. Nella piccola pesca invece, incide molto, circa il 4 per cento. Per completare l analisi delle caratteristiche gestionali può risultare interessante soffermarsi sulla forma giuridica delle imprese di pesca. L analisi mette chiaramente in risalto la forte componente artigianale del settore ittico nazionale. La forma giuridica prevalente (36,16 per cento del totale delle imprese) è la società in nome collettivo, immediatamente seguita dalla forma giuridica della ditta privata individuale (29,66 per cento). In questo ultimo caso l impresa di pesca (dal battello alla sua gestione) è di proprietà esclusiva di un solo individuo. Nella stragrande maggioranza dei casi, le ditte aderiscono a cooperative di pesca. 14

17 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 1 ANDAMENTO DELLA RETRIBUZIONE LORDA PER ADDETTO DAL 1996 AL 2001: CONFRONTO TRA PESCA E AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA. (000 euro) Pesca (1) Agricoltura, silvicoltura e pesca (2) ,83 11, ,79 11, ,12 11, ,29 11, ,54 11, ,46 12, ,78 13, ,18 13, ,42 13, ,33 14, ,24 14, ,5 n.d. Fonte: 1) Irepa, 2) Istat 15

18 c a p i t o l o 2 16

19 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 Tra crisi e nuove regole I 2007 non è dovuto solo alla recessione che attraversa il settore. Misure l calo degli addetti del 14 per cento tra il 2002 e il quali il divieto di alcuni tipi di pesca o la riduzione dello sforzo di pesca hanno prodotto un impatto socialmente negativo realizzatosi sia in una riduzione dell occupazione, sia in un aumento del livello di abbandono del settore a seguito della riduzione dei livelli di remunerazione IL QUINQUENNIO In questo capitolo viene effettuata una disamina del mercato del lavoro del settore della pesca, analizzato nell arco temporale alla luce delle più importanti caratteristiche strutturali degli addetti al settore. Tra il 2002 e il 2007, c è stata una riduzione di addetti al settore della pesca, si parla dunque di un decremento pari al 14 per cento circa. Questa tendenza decrescente si configura in forma acuta nel triennio Nel corso del 2007, infatti, c è stata una riduzione di addetti rispetto al 2006 di unità. L andamento ora delineato riflette nelle linee generali lo stato di recessione che sta attraversando il settore della pesca ma, più 17

20 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 in particolare, deve anche ascriversi all adozione delle misure rivolte ad aumentare la razionalità dello sfruttamento delle risorse ittiche. Si UN SETTORE GIOVANE La popolazione degli addetti al settore ricorda infatti che misure quali il divieto di alcuni tipi di pesca o la riduzione dello sforzo di della pesca risulta nel complesso abbastanza giovane, caratterizzata da pesca hanno prodotto un impatto socialmente una età media che oscilla fra i 41 e i negativo realizzatosi, fra l altro, sia in una riduzione dell occupazione, sia in un aumento del 43 anni. Gli addetti possono essere classificati per genere e per qualifica livello di abbandono del settore a seguito della lavorativa, distinta in tre differenti riduzione dei livelli di remunerazione. Se il settore pesca perde addetti, è in controtendenza modalità: bassa forza, stato maggiore e polifunzionale. Quest ultima, che rispetto all andamento generale l impiego femminile che nell anno 2007, rispetto al 2002, ha contraddistingue gli addetti in possesso delle prime due qualifiche, è la registrato un aumento di 107 unità, pari all incremento percentuale dell 8 per cento circa. più importante, quella che richiede più competenze professionali ed è seguita dalla qualifica di stato maggiore e da quella di bassa forza. La popolazione degli addetti al settore della pesca risulta nel complesso abbastanza giovane, caratterizzata da una età media che oscil- L analisi comparata delle tre qualifiche, mostra una netta prevalenza la all incirca fra i 41 e i 43 anni. Tuttavia nell arco temporale considerato essa lascia tra- degli addetti con quella di bassa forza. sparire un lieve e continuo processo di invecchiamento, considerato che l età media del totale dei lavoratori dai 40,62 anni del 2002 è andata costantemente crescendo fino a raggiungere nel 2007 i 42,71 anni. Gli addetti al settore della pesca possono essere classificati per genere e per qualifica lavorativa, distinta in tre differenti modalità: bassa forza, stato maggiore e polifunzionale. Quest ultima, che contraddistingue gli addetti in possesso delle prime due qualifiche, è la più importante, quella che richiede più competenze professionali ed è seguita, in ordine di importanza, dalla qualifica di stato maggiore e da quella di bassa forza. L analisi comparata delle tre qualifiche, mostra una netta prevalenza degli addetti con quella di bassa forza. Questi, in media, hanno rappresentato circa l 88,3 per cento annuo del totale dei lavoratori del settore della pesca. Per questa qualifica, è netta la prevalenza del genere maschile (95,5 per cento) rispetto a quello femminile 18

21 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 (4,5 per cento). I lavoratori in possesso della qualifica di stato maggiore rappresentano invece l 11,4 per cento. Anche qui il genere femminile (5 per cento) è nettamente inferiore di numero a quello maschile (95 per cento). Per quanto attiene in fine agli addetti in possesso della qualifica di polifunzionale, nel periodo , essi in media hanno rappresentato circa lo 0,3 per cento annuo del totale dei lavoratori del settore della pesca. Nel momento in cui si considera il genere degli addetti in possesso di quet ultima qualifica, i valori delle frequenze percentuali che appaiono nella tavola, pur confermando la prevalenza del genere maschile (88 per cento) rispetto a quello femminile (12 per cento), evidenziano tuttavia un significativo incremento delle frequenze relative a quest ultimo genere. Passando ora ad analizzare l evoluzione temporale delle serie storiche delle frequenze degli addetti, si rileva per la qualifica di bassa forza un trend decrescente che si sviluppa nel tempo in modo abbastanza regolare. Nel 2007 il decremento è risultato del 14,6 per cento che equivale, in termini assoluti, alla riduzione di addetti rispetto all anno In controtendenza rispetto al trend generale si presenta l andamento delle frequenze che caratterizza la serie storica relativa al genere femminile degli addetti in possesso della qualifica di bassa forza. L andamento per questo genere si rivela infatti crescente nel complesso. A conclusione, è interessante far rilevare che in ognuno degli anni considerati, man mano che dalla qualifica di bassa forza si passa a quella di stato maggiore e polifunzionale, la frequenza percentuale degli addetti di sesso maschile presenta valori decrescenti. Di tendenza contraria si presenta invece l andamento delle frequenze relative al genere femminile che è in ogni anno caratterizza- 19

22 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 SERIE STORICHE DEGLI ADDETTI AL SETTORE DELLA PESCA IN ITALIA, CLASSIFICATI PER GENERE ANNO GENERE TOTALE F M

23 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 to da valori crescenti all aumentare dell importanza della qualifica professionale rivestita dagli addetti. Gli addetti al settore della pesca si possono considerare anche per quanto riguarda la qualifica lavorativa rivestita e la durata del contratto di lavoro. Un primo esame evidenzia una situazione generale caratterizzata dalla prevalenza dei contratti di lavoro di durata massima. Infatti la classe che individua i contratti di durata maggiore di 240 giorni e inferiore o uguale a un anno, presenta la frequenza più elevata. I valori medi in corrispondenza delle tre qualifiche lavorative esprimono sinteticamente le considerazioni a riguardo della durata dei contratti di lavoro. L analisi comparata di questi valori medi evidenzia nel periodo la più elevata frequenza percentuale media annua di addetti in attesa di imbarco in corrispondenza della qualifica di stato maggiore, espressa dal 52,3 per cento del totale degli addetti al settore in possesso di questa qualifica. La concentrazione media annua delle distribuzioni di frequenza nei due estremi delle classi di durata appare più elevata per la qualifica di stato maggiore, espressa dalla frequenza aggregata uguale al 75 per cento, seguita dal 68 per cento della qualifica di bassa forza e dal 54,3 per cento della qualifica di polifunzionale. Esaminando le regioni di nascita e il genere degli addetti al settore della pesca, rivolgendo l analisi al contesto nazionale, si rileva per ogni anno una consistente concentrazione delle nascite degli addetti al settore della pesca nelle regioni appartenenti alle aree dell Italia meridionale e insulare. Questa concentrazione é espressa dalla frequenza percentuale media annua del 61,4 per cento del totale nazionale degli addetti al settore. Nell Italia insulare la Sicilia presenta la più alta frequenza delle nascite, espressa dalla frequenza percentuale media annua del 24 per cento circa, che risulta essere anche la più elevata frequenza nazionale. Nell Italia meridionale la Puglia si DONNE IN CONTROTENDENZA È interessante far rilevare che in ognuno degli anni considerati, man mano che dalla qualifica di bassa forza si passa a quella di stato maggiore e polifunzionale, la frequenza percentuale degli addetti di sesso maschile presenta valori decrescenti. Di tendenza contraria si presenta invece l andamento delle frequenze relative al genere femminile che, come risulta dalla tavola, è in ogni anno caratterizzato da valori crescenti all aumentare dell importanza della qualifica professionale rivestita dagli addetti. 21

24 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 presenta con il più elevato numero di nascite di addetti al settore della pesca, 15,5 per cento circa. Questa frequenza è per dimensione la seconda su scala nazionale. Nelle regioni dell Italia settentrionale la concentrazione delle nascite degli addetti al settore della pesca è espressa invece dalla frequenza percentuale media annua complessiva del 21,5 per cento, riferita al periodo In questa area la più alta frequenza di nascite viene riscontrata nel Veneto, 13,5 per cento circa, che si pone al terzo posto della graduatoria nazionale. Passando infine a considerare gli addetti al settore della pesca nati all estero, risulta che la frequenza percentuale media annua ad essi relativa é uguale al 5,8 per cento circa. Questa frequenza, che appare maggiore di molte delle frequenze degli addetti nati delle regioni italiane, rappresenta un indicatore, e nello stesso tempo una conferma, della tendenza che negli ultimi anni è andata sempre più radicandosi sul territorio nazionale di impiegare lavorati stranieri, specie nord-africani, nelle operazioni di pesca. Questo impiego viene suggerito sia da motivazioni di carattere economico, che si identificano principalmente nei minori costi che questi lavoratori comportano, sia dalla crescente difficoltà di reperire unità lavorative nazionali a causa del fenomeno dell abbandono del settore della pesca da parte dei marittimi italiani. Facendo riferimento al contesto nazionale, si evince 22

25 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 ETÀ MEDIE (IN ANNI)DEGLI ADDETTI AL SETTORE DELLA PESCA IN ITALIA, NEGLI ANNI , CLASSIFICATI PER GENERE E PER QUALIFICA LAVORATIVA QUALIFICA Anno Bassa Forza Stato Maggiore Polifunzionali F M Total F M Total F M Total Fonte: Mipaaf-Irepa 23

26 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 che gli addetti al settore della pesca svolgono in prevalenza attività di lavoro nelle regioni appartenenti alle aree dell Italia meridionale e insulare. Questa prevalenza è espressa dalla frequenza percentuale media annua complessiva del 63,5 per cento circa del totale nazionale degli addetti al settore, riferita al periodo Tale frequenza è bipartita fra il 33 per cento delle regioni dell Italia insulare ed il 30,5 per cento delle regioni dell Italia meridionale. Nell Italia insulare la Sicilia presenta la più alta frequenza di addetti che vi svolgono attività di lavoro, espressa dalla frequenza percentuale media annua del 24,3 per cento circa del totale nazionale degli addetti alla pesca. Questa frequenza risulta essere anche la più elevata sul territorio nazionale. Bisogna però dire dell esistenza di un trend negativo perché rispetto al 2002, nell anno 2007 si è verificata in Sicilia la riduzione del 21,5 per cento del numero di addetti svolgenti attività di lavoro. Per la Sardegna questa riduzione risulta invece uguale al 14 per cento. Nell Italia meridionale la Puglia presenta il più 24

27 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 FREQUENZE PERCENTUALI MEDIE ANNUE DEGLI ADDETTI AL SETTORE DELLA PESCA IN ITALIA, DISTINTI PER L ATTIVITÀ DI LAVORO SVOLTA NELLE REGIONI DI NASCITA O ALTROVE (RIFERITE AL PERIODO ) REGIONE DI NASCITA LOCALIZZAZIONE DELL ATTIVITÀ DI LAVORO: Nella regione di nascita Altrove (flusso di mobilità) Abruzzo 88,9% 11,1% Calabria 89,3% 10,7% Campania 85,3% 14,7% Emilia e Romagna 92,7% 7,3% Friuli Venezia Giulia 96,9% 3,1% Lazio 82,9% 17,1% Liguria 91,3% 8,7% Lombardia 6,3% 93,7% Marche 80,0% 20,0% Molise 76,3% 23,7% Piemonte 8,6% 91,4% Puglia 92,3% 7,7% Sardegna 98,6% 1,4% Sicilia 90,6% 9,4% Toscana 88,4% 11,6% Veneto 94,5% 5,5% Estero 0,0% 100,0% 25

28 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 MARINAI ITALIANI IN CALO Passando infine a considerare gli addetti al settore della pesca nati all estero, risulta che la frequenza percentuale media annua ad essi relativa é uguale al 5,8 per cento circa. Questa frequenza, che appare maggiore di molte delle frequenze degli addetti nati delle regioni italiane, rappresenta un indicatore, e nello stesso tempo una conferma, della tendenza che negli ultimi anni è andata sempre più radicandosi sul territorio nazionale di impiegare lavorati stranieri, specie nord-africani, nelle operazioni di pesca. Questo impiego viene suggerito sia da motivazioni di carattere economico, che si identificano principalmente nei minori costi che questi lavoratori comportano, sia dalla crescente difficoltà di reperire unità lavorative nazionali a causa del fenomeno dell abbandono del settore della pesca da parte dei marittimi italiani. elevato numero di addetti che vi svolgono attività lavorativa, questo numero è espresso percentualmente dalla frequenza media annua del 15 per cento circa del totale nazionale degli addetti. Questa frequenza è per dimensione la seconda su scala nazionale. Anche per la Puglia, un trend decrescente con regolarità nel tempo ha prodotto nell anno 2007 la riduzione del 18,6 per cento del numero di addetti svolgenti attività di lavoro nella regione rispetto al Nelle regioni dell Italia settentrionale la più alta concentrazione di addetti si rileva per il Veneto, espressa dalla frequenza percentuale media annua del 13,2 per cento circa, il Veneto si pone al terzo posto della graduatoria. È interessante anche studiare il fenomeno della mobilità di lavoro degli addetti al settore della pesca. Si identifica, in questo contesto, nei flussi di attività di lavoro svolta in regioni diverse da quelle di nascita. I flussi di mobilità degli addetti appaiono di dimensione alquanto contenuta, in contrapposizione alle frequenze abbastanza elevate degli addetti che invece svolgono attività lavorativa nelle medesime regioni di nascita. Fra le regioni di maggiore rilevanza nel settore della pesca va rilevata ad ogni modo la non trascurabile e più elevata frequenza nazionale del 20 per cento che contraddistingue la mobilità lavorativa degli addetti nati nelle Marche, mentre il Friuli Venezia Giulia presenta il flusso di mobilità più modesto, 3,1 per cento sul totale degli addetti nati nella regione. Il Veneto e l Emilia e Romagna, che rappresentano nell Italia settentrionale le 26

29 l a p e s c a i n i t a l i a c a p i t o l o 2 regioni con il più elevato numero di nascite di addetti al settore della pesca, si pongono in posizioni intermedie. Se si considera, infine, la qualifica insieme alla mobilità, si rileva che a) la qualifica di bassa forza presenta la più alta frequenza in corrispondenza degli addetti nati nelle aree dell Italia meridionale ed insulare. Queste due aree geografiche presentano nel complesso la medesima intensità del fenomeno, espressa per entrambe dalla frequenza percentuale media annua del 31 per cento circa del totale nazionale degli addetti in possesso di tale qualifica. b) La qualifica di stato maggiore assume la frequenza più elevata in corrispondenza degli addetti nati nell area dell Italia insulare. Tale frequenza in media risulta uguale alla percentuale annua complessiva del 32,5 per cento del totale nazionale degli addetti in possesso di questa qualifica. 27

30 c a p i t o l o 3 28

31 L a P E S C A I N I T A L I A c a p i t o l o 3 I rischi del mestiere Il settore presenta una forte prevalenza delle malattie rispetto agli infortuni. L incidenza delle malattie appare nel complesso decrescente nel tempo, essendo passata da 54,2 a 40,9 malattie per mille addetti tra il 2002 e il 2006 I DATI In questo capitolo viene effettuata una analisi descrittiva del fenomeno della morbilità negli addetti al settore della pesca, nei due aspetti della malattia e degli infortuni professionali, analizzato nell arco temporale Innanzitutto, fa piacere notare come ci sia una forte prevalenza delle malattie rispetto agli infortuni, prevalenza che viene espressa dalla frequenza percentuale media annua dell 83 per cento, a fronte della frequenza media degli infortuni espressa dal 17 per cento. L incidenza delle malattie appare nel complesso decrescente nel tempo, essendo passata da 54,2 (2002) a 40,9 (2006) malattie per mille addetti, con una riduzione del rischio di malattia pari al 24,5 per cento. Nonostante sia decrescente anche l incidenza degli infortuni professionali è stata riscontrata una riduzione del rischio infortuni pari al 38 per cento circa, i dati raccolti stridono con il 29

32 L a P E S C A I N I T A L I A c a p i t o l o 3 livello di pericolosità proprio dell attività di pesca, per cui la loro ridotta dimensione è molto verosimilmente da ascriversi alle mancate denunce degli infortuni presso gli istituti assicuratori. Per quanto riguarda le malattie, la loro occorrenza massima si riscontra nei mesi invernali negli anni 2002 e 2003, nei mesi autunnali negli anni 2004, 2005 e Ogni anno c è una forte concentrazione delle frequenze in corrispondenza delle durate comprese fra gli 8 e i 180 giorni. Infatti, la frequenza complessiva di questa classe di durata della malattia assume valori compresi fra il minimo del 77,3 per cento (2006) ed il massimo dell 81,4 per cento (2002) del totale delle malattie occorse nell anno. In questo insieme, le classi di durata giorni e giorni assorbono ogni anno più del 50 per cento della frequenza complessiva dell insieme. Inoltre, più sinteticamente, si è riscontrato un incremento della durata media annua delle malattie nell ultimo triennio del periodo temporale in esame. La durata media annua delle malattie si é attestata su valori uguali a circa 65 giorni per il 2004, 68 giorni per il 2005 e 63 giorni per il Soffermando invece l attenzione sugli infortuni professionali, si rileva ogni anno una forte concentrazione per la durata compresa tra i 16 e i 180 giorni. Infatti, la frequenza complessiva delle classi di durata appartenenti all insieme delimitato da questi due estremi assume valori compresi fra il minimo del 72,3 per cento (2003) ed il massimo del 77,6 per cento (2004) del totale degli infortuni occorsi nell anno. Anche per gli infortuni professionali la classe di durata giorni presenta in ogni anno la occorrenza massima. Gli infortuni con durata inferiore o uguale a 15 giorni presentano invece la frequenza complessiva il cui valore risulta compreso fra l 8,1 per cento del 2004 e il 12,6 per cento dell anno L esame di questi valori rileva per gli infortuni durate medie maggiori di quelle che hanno caratterizzato le malattie e inoltre individua l incremento della loro durata media che ha interessato l ultimo biennio dell arco temporale Infatti, dai giorni circa che hanno contraddistinto gli anni del triennio , la durata media degli infortuni é salita a 88,6 giorni nell anno 30

33 L a P E S C A I N I T A L I A c a p i t o l o 3 NUMERO DI MALATTIE PER ANNO Numero Malattie Anno NUMERO DI MALATTIE PER ANNO Numero Malattie Anno 31

34 L a P E S C A I N I T A L I A c a p i t o l o e a 76 giorni circa nell anno È appena il caso di far notare che nel quadriennio gli addetti al settore della pesca con età appartenente alla classe anni non hanno fatto registrare infortuni professionali. Infine, volendo esaminare la distribuzione delle frequenze delle malattie secondo le regioni di lavoro degli addetti al settore della pesca, negli anni , si evince che la Sicilia presenta ogni hanno la più elevata concentrazione di eventi di morbilità, 53 per cento circa. Alla massima incidenza delle malattie presentata in ogni anno dell arco temporale in esame, la Sicilia contrappone la minore durata media annua di queste malattie. In Sicilia, la durata media annua delle malattie è stata di 43,3 giorni. Fra le regioni in cui la pesca rappresenta un importante fattore di caratterizzazione, la Calabria presenta la più elevata durata media annua delle malattie, 109,8 giorni. Anche per quanto attiene agli infortuni professionali la Sicilia presenta in ogni hanno la più elevata concentrazione delle occorrenze, frequenza percentuale media annua pari al 38 per cento circa del totale annuo degli infortuni. 32

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