Le trasformazioni del paesaggio nel tempo, il caso studio dei Pantani della Sicilia sud-orientale

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1 Le trasformazioni del paesaggio nel tempo, il caso studio dei Pantani della Sicilia sud-orientale AUTORI Piergiorgio Cameriere - Consulente esperto GIS, Dipartimento di Agraria dell Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria - pcameriere@gmail.com Giovanni Spampinato - Professore associato BIO/03 - Botanica ambientale e applicata, Dipartimento di Agraria dell Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria - spampinato@unirc.it Anna Gugliemo - Professore ordinario BIO/03 - Botanica ambientale e applicata, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell Università degli Studi di Catania - a.guglielmo@unict.it Parole chiave: analisi diacronica; cambiamenti del paesaggio; GIS ABSTRACT Nell'ambito del Progetto SIMBIOTIC, realizzato nel quadro del Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Malta , è stato condotto uno studio diacronico del paesaggio al fine di analizzare le trasformazioni avvenute nell'area dei pantani costieri delle Sicilia sud-orientale. Il Progetto SIMBIOTIC ha tra i suoi obbiettivi l'incremento della connettività ecologica tra l'isola di Gozo e la Sicilia sud-orientale, il miglioramento gestionale delle aree protette presenti, l'approfondimento e la divulgazione delle conoscenze sul patrimonio naturalistico. Lo studio diacronico, che ha analizzato le trasformazioni del paesaggio avvenute negli ultimi 150 anni, ha messo in evidenza un costante aumento della frammentazione dovuta all'intensificazione e specializzazione dell'attività agricola e all'urbanizzazione della fascia costiera. Per le aree umide costiere non si riscontrano consistenti riduzioni di superficie, mentre risulta alterata la loro funzionalità in termini naturalistici a causa delle notevole mutamento della matrice ambientale in cui essi si trovano ora inseriti. 1. Introduzione Nel corso dell ultimo secolo il nostro pianeta è stato interessato da una intensificazione dei processi di antropizzazione del territorio finalizzati allo sfruttamento delle risorse naturali; processi che hanno determinato profonde modificazioni nel paesaggio. La tendenza generale è una riduzione delle superfici occupate dagli habitat a maggiore naturalità e un aumento delle superfici destinate ad attività agricole, aree urbanizzate e infrastrutture. Contemporaneamente a questi cambiamenti si è avuta una frammentazione delle unità di uso del suolo. Tutto ciò ha inciso negativamente sulla connettività ecologica e sul valore paesaggistico del territorio. In particolare va evidenziato come i cambiamenti nell uso del suolo e i processi di frammentazione compromettono la funzionalità ecologica degli habitat naturali con conseguenti alterazioni nella loro composizione in specie (Wilcove et al. 1986). I processi di frammentazione degli ambienti naturali sono considerati tra le principali cause di perdita della biodiversità (Henle et al., 2004). Essi hanno inciso soprattutto sulle fasce costiere, laddove maggiore è stata l antropizzazione del territorio. Qui gli ambienti che hanno subito le trasformazioni più radicali sono quelli umidi e quelli dunali: i primi interessati dalle attività di bonifica a fini soprattutto agricoli, i secondi fortemente impattati dalla realizzazione di infrastrutture turistiche e di seconde case.

2 Le trasformazioni del paesaggio nel tempo possono essere evidenziate attraverso il confronto diacronico dell uso del suolo, mettendo a confronto in ambiente GIS documentazioni storiche di tipo cartografico e aereo-fotografico che rappresentano il territorio (Bender et al. 2005; Cousins, 2001; Oldfield et al. 2000). L analisi diacronica permette di comprendere i processi di trasformazione degli usi agricoli e forestali dei suoli e consente di valutare lo stato di conservazione del paesaggio in base alla coerenza tra l attuale copertura del suolo e la vegetazione naturale potenziale del territorio. Permette inoltre di metterne in evidenza le tipologie e l ubicazione delle trasformazioni ambientali e socio-economiche. Le informazioni rese disponibili dall analisi diacronica consentono non solo di interpretare l attuale assetto paesaggistico, ma anche di comprenderne la dinamica in atto e ipotizzare le trasformazioni future del paesaggio, un aspetto fondamentale per individuare prospettive di salvaguardia della biodiversità e per programmare interventi di tutela e gestione delle risorse naturali. In questa ottica il progetto SIMBIOTIC si è posto tra i suoi diversi obbiettivi l analisi diacronica del paesaggio circostante i Pantani della Sicilia sud-orientale, attraverso la realizzazione e successivo confronto di mappe tematiche in ambiente GIS per un arco temporale di circa un secolo e mezzo. Tra le finalità di questa analisi vi è anche quella di definire le connessioni paesaggistiche ed ambientali per l individuazione di una rete ecologica nel territorio. Le informazioni ottenute dall analisi diacronica del paesaggio costituiscono inoltre un essenziale supporto come linee guida per i decisori locali al fine di migliorare le politiche di gestione dell ambiente e del paesaggio. Figura 1 - L estremo sud-orientale della Sicilia in un antica carta del Sono rappresentate le aree palustri costiere; non è ancora presente il centro abitato di Pachino, mentre il toponimo di Pachina identificava l'area dell'attuale Capo Passero. 2. Materiali e metodi Al fine di comprendere le trasformazioni avvenute nell area dei pantani costieri della Sicilia sud-orientale è stato svolto un confronto tra le carte di uso del suolo realizzate a partire da documenti disponibili: foto aeree, ortofoto, carte topografiche, ecc. Si sono confrontati in ambiente GIS tematismi dell'uso del suolo secondo Land Cover CORINE, elaborati su base dati geografica quali ortofoto 2008 e 1998, foto aeree 1966, carte IGMI 1928, 1897, 1868 per un'area totale pari a Ha. Questo sistema di classificazione dell uso del suolo (Anon. 1992), ormai accettato come standard internazionale, grazie alla sua struttura gerarchica consente facilmente di eseguire un confronto diacronico partendo da fonti con diverso dettaglio e scala di rappresentazione.

3 Per le foto aeree e le carte IGMI si è resa necessaria la georeferenziazione delle stesse nel sistema di proiezione adottato: WGS 84 UTM fuso 33 N. Le elaborazioni ottenute dall'interpretazione di differenti basi informative geografiche hanno permesso di realizzare altrettante carte dell uso del suolo in accordo con il sistema Land Cover CORINE e di evidenziare le trasformazioni che hanno interessato la fascia costiera della Sicilia sud-orientale negli ultimi 150 anni (Figura 2, 3). 3. Risultati Nella Tabella 1 è riportato il confronto dell uso del suolo Land Cover CORINE tra i vari anni presi in considerazione. Tabella 1 - Analisi diacronica dell uso del suolo dalla situazione attuale al 1868

4 Figura 2 - Dettaglio della tavoletta IGMI 277IIISE Pachino del 1928 (scala 1:25.000) presso l omonimo centro abitato con la relativa carta di uso del suolo. Si osserva la notevole estensione dei vigneti nelle aree circostanti il centro urbano e il pantano Morghella in parte occupato da una salina oltre che da vegetazione palustre e dalla laguna. 3.1 Uso del suolo nel 2008 L uso del suolo prevalente nella situazione attuale (Tabella 1, Figura 3) è rappresentato dalle colture erbacee estensive (4034,3 Ha, 28,1%), seguite da seminativi irrigui in ambiente protetto, le serre (1510 Ha, 10,5%) e seminativi irrigui in piena terra (1349,1 Ha, 9,4%). In totale, la superficie occupata dall intero comparto agricolo risulta pari a 9868,5 Ha (68,8%), a testimoniare la notevole pressione antropica a cui l intero territorio è sottoposto. Tra le colture legnose i vigneti, come vuole la tradizione agricola locale, sono i più diffusi. Per quanto riguarda le aree naturali e seminaturali, sono quasi assenti le formazioni forestali (0,03%), mentre le formazioni a sclerofille si estendono per un totale di 786,8 Ha (5,5%). In totale le aree naturali e seminaturali, escluse le aree umide, occupano in totale 2495 Ha (17,4%). Gli habitat legati agli ambienti umidi, che costituiscono la peculiarità naturalistica di questo territorio, sono rappresentati dalle paludi salmastre, dalla vegetazione palustre arborea a Tamarix e dai canneti ad Arundo e Phragmites e si estendono per un totale di 387,2 Ha (2,7%) mentre i relativi bacini d acqua si estendono per complessivi 277,7 Ha (1,9%). % Aree urbane 2 Aree agricole 3 Aree con vegetazione naturale e seminaturale 4 Aree con vegetazione palustre e lagune 68,8 74,3 87,4 85,8 75,7 81, ,3 16,8 13,9 8,2 9,9 7,0 6,0 7,2 4,6 4,8 2,7 4,0 5,3 6,5 7,1 1,6 1,0 1,

5 Figura 3 - Cambiamenti nell uso del suolo dal 1868 al 2008 utilizzando il livello 1 del sistema Land Cover CORINE. 3.2 Uso del suolo nel 1998 La tipologia più diffusa nell area all epoca considerata (Tab. 1), restano i seminativi in aree non irrigue (4836,7 Ha, 33,7 %) ed i sistemi colturali e particellari complessi (1919,9 Ha, 13,4%). In generale, la superficie occupata dal comparto agricolo risulta pari a 10656,5 Ha (74,3%). Anche in questo caso notevole è la pressione antropica a cui l intera area è sottoposta; inoltre, la superficie agricola utilizzata risulta significativamente maggiore (5,5%) rispetto al 2008, anche se meno specializzata. Le colture intensive in piena terra ed in ambiente protetto infatti, misurano in totale 2453,3 Ha (17,1%) rispetto a 2859,1 Ha (19,9%) del 2008 con un sensibile incremento delle colture in serra pari al 3,8%. Per quanto riguarda le aree naturali e seminaturali, oltre ad essere quasi assenti le formazioni forestali, quelle a vegetazione sclerofilla si estendono per un totale di 518,7 Ha (3,6%). In totale le formazioni naturali e seminaturali, escludendo le aree umide, sono pari a 1868,3 Ha (13%). Per gli habitat legati alle aree umide, tenuto conto della minore informazione estrapolabile dal dato geografico di base, attraverso la fotointerpretazione non è stato possibile distinguere i canneti dalle paludi salmastre, che complessivamente occupano una superficie totale pari a 462 Ha (3,2%), mentre i relativi bacini d acqua occupano 223,3 Ha (1,7%), valori sostanzialmente molto vicini a quelli rilevati nel 2008.

6 Figura 4 - Carta dell uso del suolo Land Cover CORINE nel 2008 (in alto) e nel 1966 (in basso). Si noti la notevole frammentazione che ha interessato il territorio e lo sviluppo delle aree urbane (poligoni rossi) nella fascia strettamente costiera. 3.3 Uso del suolo nel 1966 Rispetto agli anni precedenti si apprezzano significativi cambiamenti nell uso del suolo (Tab. 1, Figura 4). Preliminarmente si può notare come il numero dei poligoni tracciati per la fotointerpretazione sia nettamente inferiore al precedente, 465 nel 1966 contro 2239 del 1998, indice della maggiore uniformità del territorio. Per quanto riguarda il comparto agricolo, nonostante una superficie complessiva maggiore con Ha (87,4%) rispetto al 1998 (10656,5 Ha, 74,3%), si rileva macroscopicamente una minore specializzazione delle colture. Infatti, nell epoca precedentemente analizzata le aree utilizzate a seminativi in aree irrigue e soprattutto a seminativi irrigui in ambiente protetto ammontavano in totale a 2453,3 Ha (17,1%), nel 1966 ammontavano a soli 84,5 Ha (0,62%). Di contro, le pratiche agricole di tipo estensivo, le più diffuse per l epoca considerata, come i seminativi non irrigui che nel 1966 ammontano a 6699,6 Ha (46,8%), nel 1988 sono pari a 4836,7 Ha (33,7%) subendo quindi una diminuzione in termini di superficie del 13,1%. Per ciò che concerne le aree naturali e seminaturali, nel confronto tra 1998 ed il 1966, contrariamente a quanto si possa ipotizzare, esse risultano inferiori con 690,4 Ha (4,8%) rispetto al 1998 (1868,3 Ha, 13%). Variano, ma non in maniera significativa, le aree umide con 342,9 Ha (2,4%) nel 1966 rispetto a 462 Ha (3,2%) del Uso del suolo nel 1928 Rispetto all epoca precedentemente presa in esame, il territorio appare ancora più omogeneo e meno frammentato, con un estensione agricola pari a 12302,1 Ha (85,8%) in cui il vigneto è la coltura decisamente prevalente con 4904,5 Ha (34,2%) (Tabella 1) Nel complesso le aree naturali e seminaturali con un totale di 717,3 Ha (5%) risultano leggermente superiori all epoca precedentemente presa in esame, tuttavia in misura non significativa. Le aree occupate da vegetazione igrofila, con 539,7 Ha (3,8%) sono meglio rappresentate rispetto al 1966 quando erano pari a 342,9 (2,4%), mentre rimangono pressoché invariati i bacini d acqua. 3.5 Uso del suolo nel 1897 L analisi della Tabella 1 evidenzia una superficie agricola di 10841,6 Ha (75,7%), inferiore di circa il 10% rispetto al 1928, con prevalenza dei seminativi in aree non irrigue (4005,9 Ha, 28%) e delle zone agricole

7 eterogenee (4143,1 Ha, 28,9%); i vigneti in quest epoca risultano meno diffusi rispetto all epoca precedente con 2681,3 Ha (18,7%), quasi la metà rispetto al Analizzando le aree naturali e seminaturali, la vegetazione sclerofilla occupa 1654,4 Ha (11,6%) rispetto ai 652,4 Ha (4,6%) del Anche le aree umide appaiono più estese con un totale di 741,4 Ha (5,2%) rispetto ai 517 Ha (3,8%) del 1928.

8 15a Conferenza Utenti Esri

9 Figura 5 - Confronto tra la cartografia IGMI scala 1: del 1928 (a sinistra) e del 1897 (a destra). Si noti la presenza nel 1897 del Bosco Conserie tra il Pantano Ciaramiraro e il mare di cui non resta traccia nella carta del 1928 dopo la messa a coltura dell area, mentre permangono gli ambienti dunali a sud del Pantano Ponterio. Nel 1928 sono già presenti i canali di comunicazione tra i Pantani Ponterio e Ciaramiraro e tra il Baronello e il mare che hanno consentito di aumentare le superfici destinate all agricoltura, rappresentate in massima parte da vigneti e secondariamente da seminativi. 3.6 Uso del suolo nel 1868 Una prima considerazione che emerge da questa analisi è relativa al basso numero di poligoni quale indice di notevole uniformità ed integrità del territorio, mentre le informazioni estrapolabili dall attività di interpretazione cartografica sono risultate più approssimative. Ciò è dovuto al fatto che i cartografi del tempo non utilizzavano ancora la simbologia convenzionale relativa all articolazione delle tipologie del comparto agricolo, che tuttavia nel suo complesso occupa una superficie di 11730,3 Ha (81,9%). Per quanto riguarda gli aspetti naturali e seminaturali le aree interessate ammontano nel complesso a 1055,4 Ha (7,4%) e le aree umide a 958,5 Ha (6,7%) valore quest ultimo di poco superiore a quanto rilevato nel Conclusioni Il paesaggio dei pantani della Sicilia sud-orientale già a metà del 1800 era caratterizzato da una matrice essenzialmente agricola con importanti estensioni di aree naturali lungo la fascia costieracome le aree palustri e le lagune che occupavano circa l 8% della superficie considerata. Nel corso del tempo la superficie agricola, dopo un incremento massimo nel 1966, è diminuita riducendosi al 68% odierno, ma contemporaneamente ha subito una forte trasformazione: si sono diffuse le coltivazioni in ambiente protetto che attualmente occupano il 10,5% della superficie e si è avuta una notevole frammentazione delle aree agricole. L aumento delle superfici urbane nell ultimo cinquantennio è dovuto non tanto all ampliamento dei centri urbani esistenti quanto alla realizzazione di un estesa zona urbanizzata lungo la fascia strettamente costiera. Le aree palustri costiere e le lagune, che nell 800 occupavano circa il 7% del territorio, hanno subito una riduzione così che attualmente ne occupano il 4,5%. Altrettanto ridotta è l estensione delle coste sabbiose, dal 4% della fine del 1800, allo 0,6% attuale. La tendenza generale rilevabile dal confronto diacronico delle carte dell uso del suolo è quella di un costante aumento della frammentazione del paesaggio dovuto all attività agricola con l intensificazione

10 delle pratiche colturali e all urbanizzazione della fascia costiera. Le aree umide costiere non sembrano aver subito negli ultimi decenni notevoli riduzioni della superficie, mentre ciò che appare decisamente alterata è la loro funzionalità in relazione alla matrice in cui si trovano inserite: un contesto urbanoagricolo con colture altamente specializzate, che influisce negativamente sullo stato di conservazione di tali delicati habitat. Questa analisi fornisce importanti elementi a supporto dei processi decisionali che riguardano l area dei Pantani della Sicilia sud-orientale anche in vista di future scelte gestionali finalizzate a garantire la salvaguardia della biodiversità. Figura 6 - Ortofoto 2008 del Pantano Ponterio. Da notare la matrice ambientale molto frammentata e l intensa edificazione dela duna che lo separa dal mare a sud. La vegetazione palustre è ristretta ad una sottile fascia che circonda la laguna. Riferimenti Anon., CORINE land cover: a European Community Project presented in the framework of the International Space Year. Proceedings of 1992 European Conference of the International Space Year, Commission of the European Communities, Brussels. Bender, O., Boehmer, H., Jens, D. and Schumacher, K. P. (2005); Using GIS to analyse long term cultural landscape change in Southern Germany. Landscape and Urban Planning 70, Cousins, S.A.O., (2001). Analysis of land-cover transitions based on 17th and 18th century cadastral maps and aerial photographs. Lands. Ecol. 16, Henle, K., Davies, K.F., Kleyer, M., Margules, C., Settele J., (2004). Predictors of species sensitivity to fragmentation. Biodiversity and Conservation, 13:

11 Oldfield, F., Dearing, J.A., Gaillard, M.-J. and Bugmann, H Ecosystem processes and human dimensions the scope and future of HITE (human impacts on terrestrial ecosystems). PAGES Newsletter 8, Wilcove, D.S., McLellan, C.H. and Dobson, A.P. (1986). Habitat fragmentation in the temperate zone. In: Soule, Michael E. ed. Conservation biology: the science of scarcity and diversity. Sunderland, MA: Sinauer Associates Inc.;

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