Pittura Romana: gli affreschi di Pompei

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5 Lo spazio nel mondo antico. L antichità non concepisce lo spazio come entità continua che contiene gli oggetti. Nell arte romana si trovano pitture parietali di derivazione ellenistica Pittura Romana: gli affreschi di Pompei

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8 S.Apollinare in Classe, Ravenna Il luminoso mosaico offre una vasta rappresentazione, in chiave simbolica, dell episodio evangelico della Trasfigurazione. E evidente il processo di astrazione. Cristo in maestà, 1123, affresco staccato, Barcellona Museo de Arte de Cataluña Nell arte romanica, si realizza il distacco dall antichità classica. La pittura romanica sembra rinunziare a qualsiasi allusione spaziale.

9 Nell arte gotica la preoccupazione dominante dei pittori resta sempre quella di abolire il piano del quadro. Coloro che hanno creato la concezione moderna, figurativa, dello spazio sono i due grandi maestri, che nel loro stile attuarono la sintesi del Gotico e del Bizantino : Duccio e Giotto. L elemento prospettico in Giotto è intuitivo e si esprime mediante dispositivi ambientali come cibori, ogive con volte a crociera che completano lo spazio. Giotto, dalle Storie di San Francesco, Basilica Superiore di Assisi

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11 Ambrogio Lorenzetti Annunciazione, 1344 Gli artisti successivi adoperano in parte l asse di fuga oppure schematizzano il procedimento di Giotto. Ambrogio Lorenzetti disponeva le fughe del pavimento in modo che convergessero in un sol punto, a differenza delle ortogonali del soffitto che tendevano ad altro punto, ma nell Annunciazione, le trasversali del pavimento sono tracciate in modo approssimativo.

12 La scatola spaziale gotica riduceva a due soltanto i punti di fuga, uno per il pavimento e l altro per il soffitto. La conquista del punto di vista unitario, valido per tutta la composizione del dipinto, avvenne per vie diverse, nel nord Europa e in Italia. Pare che nel 1420 sia stata inventata a Firenze la costruzione legittima della Prospettiva, forse ad opera di Brunelleschi, secondo il metodo illustrato più tardi da Piero della Francesca. Il primo affresco che presenta una concezione unitaria dello spazio risale appunto a tale data ed è la Trinità di Masaccio costruita con Procedimento matematico. Ricostruzione grafica della tavoletta prospettica brunelleschiana con il Battistero di San Giovanni. Ipotesi di Luigi Vagnetti

13 Il punto di fuga centrale si trova all altezza della base del dipinto. Il principio di proporzione e misura prende nel Rinascimento quel posto che aveva occupato nel Medioevo la luce, come simbolo e manifestazione della mente divina. Sorgeva allora il problema se la prospettiva doveva essere rapportata alla posizione dell osservatore o se tocchi a questi assumere una posizione ideale rispetto alla struttura del dipinto. Nel Quattrocento questa alternativa si ripercuote nella organizzazione pittorica dei soffitti : da una parte vi è l illusionismo del Mantegna che nega, entro certi limiti, mediante squarci l architettura reale del soffitto ; dall altra vi è l obiettivismo, che ne mette in evidenza l architettura, ripartendo la superficie.

14 Sorgeva, allora, il problema se la prospettiva doveva essere rapportata alla posizione dell osservatore o se tocchi a questi assumere una posizione ideale rispetto alla struttura del dipinto. Nel Quattrocento questa alternativa si ripercuote nella organizzazione pittorica delle coperture : da una parte vi è l illusionismo del Mantegna che nega, entro certi limiti, mediante squarci l architettura reale del soffitto ; dall altra vi è l obiettivismo, che ne mette in evidenza l architettura, ripartendo la superficie. A.Mantegna Particolare della volta della Camera degli Sposi (Mantova- Palazzo Ducale), Nella concezione della camera picta tutte le scene sono viste da un personaggio ideale posto al centro della stanza.

15 Leonardo da Vinci, Ultima Cena o Cenacolo, Nella pittura parietale l illusionismo continua l architettura dell ambiente di cui decora le pareti, in funzione della distanza dell osservatore. Famoso è l esempio del Cenacolo di Leonardo, nel refettorio del Convento di S.Maria delle Grazie a Milano. Qui Leonardo ha situato il punto di vista all altezza di 4,50 m dal pavimento ed alla distanza di 4,40 m dalla parete dipinta. I punti di distanza sono situati ai margini dell affresco. Riguardo alla posizione dell osservatore, Leonardo diceva che il punto dev essere all altezza dell occhio di un uomo comune, senza specificare il suo rapporto col quadro.

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17 Leon Battista Alberti, architetto e umanista ( ) è il primo a codificare le regole prospettiche. Nel trattato De Pictura ( ), stampato nel 1511) definisce le regole della "costruzione legittima" (cioè della proiezione centrale con punto di distanza). Partendo dai concetti brunelleschiani, con un metodo prospettico detto Costruzione abbreviata, risolve alcuni problemi pratici, semplificandone il procedimento.con la prospettiva non vediamo più le cose in sé, vediamo tutto per rapporti proporzionali; la realtà non si presenta più come un inventario di cose ma come un sistema di relazioni metriche

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19 Estrema attenzione all'organizzazione prospettica e ritmica dello spazio e semplificazione geometrica dei volumi sono presenti nelle opere di Piero della Francesca, artista e trattatista tra i maggiori esponenti del periodo rinascimentale. I passaggi intermedi tra una tonalità di colore ed un'altra evitano i bruschi contrasti e la luce non è fisica ma intellettuale. Piero della Francesca, Sacra Conversazione, 1472

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21 Nel Seicento, la pittura barocca non tese più a rappresentare lo spazio universale, matematico ed organizzato, ma si presentò come una parte casuale di esso, suggerendo spesso effetti illusionistici. La pittura di quadratura o quadraturismo occupò le superfici di grandi dimensioni, come pareti, soffitti, volte o cupole, con elementi architettonici dipinti che simulano l effetto di una prospettiva architettonica reale. Pietro da Cortona. Trionfo della Divina Provvidenza, , Roma, Pal.Barberini

22 Andrea Pozzo, falsa cupola (Trompe-l'œil) - Roma, Chiesa di Sant'Ignazio

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25 La volta dipinta da Andrea Pozzo nella chiesa di Sant Ignazio di Loyola a Roma

26 Pur seguendo le regole della prospettiva centrale rinascimentale, i quadraturisti optano per punti di fuga multipli. Che accompagnano la visione degli osservatori in movimento dentro lo spazio dipinto. Nell opera, la complessa allegoria è inserita in un ampia e ricca cornice dorata e impreziosita da stucchi, che inquadra uno scorcio di cielo contrassegnato da effetti dinamici e luminosi Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Trionfo del nome di Gesù, , Roma, Chiesa del Gesù

27 Francesco Guardi, Il molo con la Libreria e la Chiesa della Salute, , Venezia Nel Vedutismo del Settecento, si registra l intento di dilatare il raggio della visione e costruire prospetticamente lo spazio.

28 Nel Neoclassicismo, c è la piena adesione ai canoni accademici nell impostazione spaziale Jacques-Louis David, Il Giuramento degli Orazi, L impostazione della scena è razionalmente organizzata su una precisa scansione geometrica e ribadita dalla scatola spaziale, che ricorda gli studi prospettici del Quattrocento.

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31 Una delle modalità più antiche per la rappresentazione dello spazio e degli oggetti su una superficie bidimensionale è quella del ribaltamento: le cose sono raffigurate contemporaneamente in pianta e di profilo attraverso il ribaltamento di un piano sull altro. Questo sistema, utilizzato nell arte egizia (come si nota nella famosa rappresentazione dello stagno), sarà ripreso dal Cubismo per mostrare la realtà nelle sue vere forme e non come appare attraverso la deformazione prospettica (ad esempio in Picasso, Grande natura morta, 1917).

32 Un effetto di profondità spaziale si ottiene quando un oggetto ne copre parzialmente un altro: non si può fare a meno, infatti, di presumere che fra i due il primo sia il più vicino a noi. Nell antichità questa tecnica si usava spesso come scaglionamento orizzontale con la sovrapposizione delle figure di profilolungo una fascia (si osservi il dipinto murale egiziano, 1420 a.c.). Nella pittura contemporanea alcuni artisti sono riusciti a ricreare molti livelli di profondità solo attraverso la sovrapposizione di elementi su vari piani (come nell opera di Henri Rousseau, Cavallo attaccato da un giaguaro, 1910).

33 In generale, più un oggetto è situato verso la parte alta del nostro campo visivo e più viene percepito come distante. Anche questo sistema era usato nell arte antica attraverso lo scaglionamento verticale, cioè la distribuzione degli oggetti per fasce sovrapposte (ad esempio nel mosaico del porto a Sant Apollinare Nuovo, Ravenna, VI sec.). Lo stesso sistema è visibile nell opera di Paul Klee, Castello e Sole, 1928.

34 Se si suppone di avere davanti oggetti della medesima grandezza, quelli fra loro che appaiono più piccoli sono considerati maggiormente lontani perché l occhio umano percepisce gli oggetti in primo piano con dimensioni maggiori rispetto a quelli lontani. Questa considerazione si manifesta già nella pittura medievale (si osservino le figure umane nell affresco di Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, 1340). Come per gli indizi precedenti, anche questo si può ritrovare nell arte contemporanea (ad esempio in Monet, Covoni, 1891).

35 Ogni superficie ha una grana, una tessitura caratteristica il cui progressivo addensamento fa sembrare che la superficie si allontani dall osservatore. Questo accade, ad esempio, con le onde del mare e con campi di fiori. Si tratta di un tipo di indizio poco frequente nella pittura antica. Si riscontra, invece, in quella contemporanea con notevole frequenza (sempre in Monet, I papaveri, 1873 o in Klimt, Campo di papaveri, 1907).

36 Questo effetto, teorizzato da Leonardo da Vinci, prevede che, per via dell addensarsi dell atmosfera interposta, gli oggetti lontani diventino più sfumati, più chiari e dal colore grigio-azzurro conferendo grande profondità ai paesaggi (come si può osservare in Leonardo, particolare de La Vergine delle rocce, 1494). È un effetto ripreso da molta pittura paesaggista come quella romantica (ad esempio Friedrich, Le tre età dell uomo, 1834).

37 La distribuzione di luci e ombre sugli oggetti (ombre proprie) ne favorisce la percezione del volume mentre la proiezione di ombre sull area circostante (ombre portate) suggerisce l idea dello spazio. Oggetti più luminosi, inoltre, appaiono più vicini. Nell arte medievale l ombra portata è spesso innaturale, una specie di lingua scura che fuoriesce dai piedi (vedi mosaici del mausoleo di Galla Placidia). È solo con la pittura realista del Seicento che l ombra proiettata sullo sfondo riesce a dare una vera idea di spazio (come in Caravaggio, Cena in Emmaus, 1602).

38 La minore nitidezza di ciò che sta dietro l oggetto in primo piano permette di percepire chiaramente il distacco tra oggetto e sfondo e quindi la reciproca distanza. È un effetto che somiglia alla prospettiva atmosferica ma avviene solo nella fotografia e nel cinema per distanze anche molto minori a causa della messa a fuoco sul primo piano o sullo sfondo.

39 È un sistema di rappresentazione nel quale gli oggetti vengono proiettati su un quadro da un punto posto a distanza finita (occhio dell osservatore). Tutte le linee che si allontanano dal quadro convergono verso punti all infinito posti sulla linea d orizzonte. È il sistema più scientifico di rappresentare lo spazio e gli oggetti, in quanto permette di realizzare anche l operazione inversa(cioé il disegno della pianta e della sezione dell ambiente in scala) attraverso la cosiddetta restituzione prospettica. La prospettiva lineare (centrale o accidentale) è definita nel Rinascimento ad opera di artisti che l hanno applicata in maniera esemplare nelle loro tele (come Paolo Uccello nel Miracolo dell ostia profanata, 1469). Anche nella pittura del Novecento continua ad essere utilizzata sebbene l effetto non sia più quello di uno spazio razionale e misurato quanto quello di un ambiente straniante e sospeso (ad esempio in De Chirico, particolare de Le muse inquietanti, 1917).

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