L'avvelenamento da funghi Introduzione

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1 L'avvelenamento da funghi Introduzione L'avvelenamento da funghi è una patologia tipicamente, anche se non esclusivamente, autunnale: in questa stagione infatti l'andar per funghi fa parte delle tradizioni di molte regioni italiane, ma questo hobby piacevole purtroppo non è sempre salutare; i funghi velenosi per l'uomo sono numerosi, alcuni di questi sono molto comuni e diffusi e comprendono anche specie addirittura mortali.

2 La scarsa conoscenza delle specie non commestibili e velenose; l'improvvisarsi micologi con la guida di manuali fai da te; il confidare in metodi di controllo popolari (moneta d'argento, aglio, far assaggiare prima ad un animale, ecc.) portano a raccogliere - e consumare - specie sconosciute o confuse con funghi mangerecci, e rappresentano tutti dei fattori di rischio che possono portare gli incauti raccoglitori diritti in ospedale e, in alcuni casi, addirittura a morte.

3 Ogni anno infatti, in Italia, centinaia di persone si presentano in Pronto Soccorso per insorgenza di sintomi dopo aver consumato funghi; in base ai dati del Ministero della Sanità in circa pazienti i sintomi sono tali da richiedere il ricovero ospedaliero.

4 I Funghi è meglio mangiarli tutti cotti

5 Solo pochi funghi possono essere mangiati crudi da tutti, per es. Amanita caesarea

6 La cottura elimina alcune tossine rendendo i funghi commestibili, rende i funghi più digeribili, e rende inoffensivi larve,uova di insetti, vermi che si possono trovare nelle loro carni;

7 Attenti alla conservazione dei funghi: botulismo (Clostridium botulinum)

8 Funghi commestibili (se cotti); Funghi non commestibili (legnosi, con sapore/odore sgradevoli etc.); Funghi tossici (sindromi non mortali); Funghi velenosi (sindromi mortali); Funghi senza valore.

9 Contenuto dei funghi Acqua % Zuccheri 3-5% Proteine 3-5% Grassi <1% Vitamine Sali minerali Sostanze pericolose: metalli pesanti, elementi radioattivi

10 TOSSICITÀ DEI FUNGHI I principi tossici si dividono in due grandi categorie: principi termolabili (eliminabili) principi termostabili (ineliminabili)

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12 Si tratta di veleni termolabili, cioè eliminabili col calore; si ottiene tale risultato quando la temperatura raggiunge i 70 C circa. Dovuta a sostanze (emolisine) che distruggono i globuli rossi, provocano sintomi gastrointestinali nausea,vomito diarrea,crampi che però possono divenire gravi ed associarsi a sintomi della emolisi (sudorazione,ipotensione,oligoanuria,shock)

13 Amanita rubescens Russula olivacea Sospetto Commestibile

14 Amanita vaginata Lepista nuda Commestibile Commestibile

15 Armillariella mellea Morchella sp. pl. Lactarius deliciosus Boletus luridus Clitocybe nebularis

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17 Sindromi a breve incubazione Disturbi digestivi; Sindrome lividica; Sindrome panterinica; Sindrome allucinatorie; Sindrome coprinica; Sindrome muscarinica;

18 Sindromi a lunga incubazione Sindrome Giromitrica; Sindrome falloidica; Sindrome orellanica; Sindrome eritemalgica.

19 Ben più pericolosi sono i principi tossici della seconda categoria (S. a lunga incubazione); infatti qualsiasi intervento operiamo sul fungo non modifichiamo le sue caratteristiche di tossicità; non la bollitura, né l essiccamento, né altri interventi Es. Amanita falloides, Amanita panterina, Amanita muscaria, Cortinari, Entoloma Lividum, Paxillus involutus, Giromitra Esculenta, Tricoloma Tigrinum, Agaricus Xantoderma

20 Il complesso di sintomi, che chiamiamo sindromi, i quali segnalano un avvelenamento da funghi, si distinguono per la lunghezza del periodo di incubazione. Sindromi a breve incubazione Sindromi a lunga incubazione il periodo che intercorre tra l ingestione del fungo e il momento in cui compaiono i sintomi

21 Sindromi a breve incubazione L esito è sempre benigno con esclusione delle sindromi paxillica e lividica, i cui esiti risultano talvolta mortali. Sindromi a lunga incubazione L esito è in genere mortale.

22 Sindromi a breve incubazione meno di 6 ore Sindrome muscarinica Sindrome mico-atropinica Sindrome coprinica Sindrome resinoide Sindrome paxillica Sindrome lividica Sindrome allucinogena

23 Sindrome muscarinica È causata dalla ingestione di generi: funghi appartenenti ai Clitocybe (C. angustissima, C. candicans, C. cerussata, C. dealbata, C. deceptiva, C. ericetorum, C. phyllophila, C. rivulosa); Mycena (M. pura, M. rosea, M. pelianthina); Inocybe (I. asterospora, I. bongardii, I. cervicolor, I. curvipes, I. dulcamara, I. geophilla, I. geophilla var. lateritia, I. geophilla var. lilacina, I. geophilla var. violacea, I. godeyi, I. griseolilacina, I. mixtilis, I. napipes, I. patouillardii, I. praetervisa, I. pusio, I. rimosa, I. terrifera, I. terrigena, I. umbrina);

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27 Incubazione I sintomi compaiono fra il 1/4 d'ora e le 3 ore dopo l'ingerimento del fungo; di tipo parasimpatico mimetico. Sintomi Iniziano con nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. Si accompagnano abbondanti salivazioni, lacrimazioni, sudori profusi e restringimento della pupilla (miosi). Evoluzione La sindrome ha evoluzione benigna in poche ore. Si ha però notizia di casi mortali.

28 Sindrome mico-atropinica o panterinica Provocato dall ingestione di Amanita muscaria e sue varietà (alba, aureola ed heterochroma), A. pantherina e sua varietà (abietum) e sue forme (institata, mediterranea e robusta), Amanita regalis, A. cokeri, A. strobiliformis ed il Tricoloma muscarium. I veleni responsabili sono ad azione atropinica, anche se vi è associata la muscarina.

29 Incubazione I sintomi compaiono fra la 1/2 d'ora e le 6 ore dopo l'ingerimento del fungo. Sintomi Compaiono dolori addominali diffusi e sudorazione, solo raramente la diarrea. Seguono manifestazioni deliranti, allucinazioni visive, stato di grande eccitabilità psichica e convulsioni. Tutto il quadro è caratterizzato da allargamento della pupilla (midriasi). Evoluzione L'evoluzione è di qualche ora ed in genere benigna. Al risveglio il paziente mostra completa amnesia del periodo dell'avvelenamento. In alcune popolazioni asiatiche era usato a scopi religiosi.

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31 Sindrome coprinica Responsabile di questo avvelenamento sono il Coprinus atramentarius, C. atramentarius var. sqamosus, C. alopecia. Specie sospette Clitocybe clavipes, Boletus luridus, Morchella sp.pl., Verpa bohemica, Tricholoma auratum

32 Incubazione I sintomi compaiono da 10 minuti a 24 ore dalla ingestione associata del fungo con bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici ecc.). Sintomi Tutto il quadro (effetto antabus) è caratterizzato da vampe di calore al viso, arrossamenti della pelle, da vasodilatazione, accelerazione del ritmo respiratorio e cardiaco, ipotensione e qualche volta sono presenti nausea e vomito. Evoluzione L'evoluzione è sempre benigna. Occorre però ricordare che l'assunzione di alcool, anche a distanza di giorni, provocherà l'improvvisa comparsa della sintomatologia descritta.

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34 Sindrome resinoide Provocata da sostanze così dette acroresinoidi, irritanti per le mucose e fortemente emetiche. Le forme più gravi sono quelle provocate dalla Omphalotus olearius ( associata ad una sindrome muscarinica ), dagli Entolomi nidorosum e lividum (a volte), e dai Tricholoma tigrinum e groanense (qualche volta), Hypholoma fasciculare Le forme più lievi, invece sono quelle causate dal Boletus satanas, dagli Hebelomi, da Russule e Lactari a latice chiaro, dagli Agarici della Sez. Xanthodermatei e dalla Clavaria pallida.

35 Incubazione e Sintomi Prima delle tre ore dalla ingestione compare gastroenterite acuta con vomito, gastralgie e dolori addominali, diarrea, cefalea,vertigini, bradichardia, dispnea, prostrazione. Evoluzione Benigna, poiché questi sintomi si attenuano rapidamente e scompaiono nel giro di poche ore.

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43 Sindrome paxillica Specie responsabili: Paxillus involutus e P. filamentosus.

44 Incubazione I sintomi si manifestano da 1 a 3 ore e anche di più, specialmente con ingestioni ripetute Principio attivo Antigene di natura sconosciuta, provoca l induzione di una reazione emolitica su base immunologica; infatti, stimola l organismo alla produzione di anticorpi sull emazie con un conseguente risultato finale di emolisi.

45 Sintomi Orticaria, disturbi gastrointestinali, ittero, presenza di emoglobina nell urina, insufficienza renale acuta, stato di shock. Evoluzione La prognosi è severa: il fungo è sovente MORTALE. La sindrome paxillica non è quindi una vera è propria intossicazione, ma una grave Allergia alimentare.

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48 Sindrome lividica Fra gli avvelenamenti da funghi, quelli causati dalla ingestione di Entoloma lividum e Tricholoma tigrinum meritano un posto a parte. Sembra infatti che contengano, specialmente il primo, delle sostanze simili alla Falloidina che sono in grado di produrre delle gravi lesioni a carico del fegato.

49 Fortunatamente questi funghi contengono anche altre sostanze tossiche che in un periodo di tempo molto breve sono in grado di irritare la mucosa gastrica e provocare il vomito avvertendo così dell'avvelenamento in atto. Intervenendo subito con emetici e lavande gastriche si liberano le vie digerenti dai veleni più pericolosi.

50 Incubazione varia da 1 ora ad 8 ore. Sintomi è caratterizzata dai seguenti sintomi: disturbi digestivi (ipoacidità, iperacidità, pirosi, aerofagia), crampi epigastrici, vomito ripetuto, diarrea profusa con rischio di grave disidratazione, insufficienza renale, disturbi neurologici con brividi, stato di agitazione, turbe dell equilibrio, movimenti involontari, dispnea, sonnolenza, perdita di conoscenza. Evoluzione è a lieto fine. Ciononostante giungono dalla Francia segnalazioni di casi mortali, che dipendono perlopiù da una predisposizione del soggetto (diatesi) e/o da un tardivo intervento terapeutico (Arietti - Tomasi, 1975).

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53 Sindrome allucinogena Dovuta a sostanze simili all LSD che agiscono sul sistema nervoso centrale dando luogo ad allucinazioni sensoriali (psilocibina) subito dopo l ingestione. In Messico aveva un uso religioso.

54 I funghi responsabili sono numerosi: Psilocibe (P. semilanceata, P. cyanescens); Paneolus (P. subbalteatus, P. campanulatus, P. foenisecii, P. ater, P. retirugis, P. sphinctrinus); Anellaria (A. separata); Inocybe (I. aeruginascens, I. corydalina, I. haemacta, I. tricolor); Cortinarius (C. infractus, C. infractus var. obscurocyaneus, C. infractus var. olivellus) ; Gymnopilus (G. spectabilis) ; Pluteus (P. salicinus, P. cyanopus); Mycena (M. pura, M. rosea).

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59 Sindromi a lunga incubazione più di 6 ore Sindrome Falloidea Sindrome Parafalloidea Sindrome Orellanica Sindrome Gyromitrica Sindrome Helvellica

60 Sindrome falloidea È provocata dalla ingestione delle seguenti specie fungine: Amanita (A. phalloides, A. verna, A. virosa, A. porrinensis), Galerina (G. marginata, G. unicolor, G. helvoliceps, G. fasciculata). Si noti come piccole quantità di Amanita phalloides, virosa e verna (30-40 grammi di fungo fresco) sono sufficienti per uccidere.

61 Incubazione E caratterizzata dalla tardiva comparsa di sintomi raramente tra le 6-8 ore, spesso fra le 16 e le 20, qualche volta fino a 48 (quando non ingerite in commistione con altre specie). Sintomi Compaiono vomito incoercibile e diarree profuse con sete incalmabile e conseguente disidratazione. Vi è poi una fase di remissione. Infine si producono gravi lesioni a carico del fegato e per riflesso risultano compromessi reni e cuore.

62 Evoluzione Questo avvelenamento spesso è mortale. Nei casi fortunati la guarigione è lenta con frequenti disturbi epatici anche a carattere cronico. In ogni caso, a seguito dell insufficienza epatica acuta, il fegato, irreversibilmente compromesso, necessiti di un trapianto.

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68 Sindrome parafalloidea È causata da ingestione di Lepiota (L. brunneoincarnata, L. helveola, L. josserandii, L. pseudohelveola, L. brunneolilacea, L. fuscovinacea, L. lilacea, L. castanea, L. subincarnata, L. rufescens, L. cristata, L. ignivolvata) e Pholiotina (P. filaris).

69 Incubazione Varia fra le 6 e le 15 ore dopo il pasto. Sintomi Presenta gli stessi sintomi dell'avvelenamento da A. phalloides. Evoluzione Il quadro si presenta attenuato e l'esito è raramente letale.

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83 Sindrome orellanica È provocata dalla ingestione di Cortinarius orellanus e C. speciosissimus. Che questi funghi di aspetto "bruttino" e poco invitanti siano velenosi è stato notato solo da una ventina d'anni a questa parte. Prima, dagli autori, erano dati come commestibili. A titolo puramente informativo, Inoltre si citano altre due specie congeneri, per la cui ingestione sono noti gli effetti letali, della micoflora extraeuropea: C. fluorescens (America Meridionale) e C. rainierensis (U.S.A.).

84 Incubazione Inizia fra le 48 ore e i 17 giorni (più breve è il periodo di incubazione più grave è l'avvelenamento). Sintomi La sintomatologia insorge gradualmente e presenta insufficienza renale progressiva con poliuria poi oligoanuria. In seguito, coinvolge il tubo digerente. Nella fase successiva interessa anche il sistema nervoso. Intorno al 5-6 giorno, ad un apparente miglioramento segue, fra il 6 ed il 10 giorno un improvviso aggravamento caratterizzato da emorragie ed insufficienza epatica.

85 Evoluzione La mortalità è elevata.

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88 Sindrome giromitrica È provocata da una sostanza contenuta nella Gyromitra (G. esculenta, G. gigas, G. infula): la Giromitrina. Questo composto, che è volatile, si libera completamente con la essicazione del fungo mentre, con la sola cottura, difficilmente si elimina in maniera totale. I residui ancora contenuti nel fungo cotto, mangiato in grosse quantità o in pasti ravvicinati, possono provocare avvelenamenti anche mortali. Altra specie che provoca la sindrome giromitrica è la Cudonia circinans.

89 Incubazione I sintomi compaiono fra le 6 e le 36 ore dopo il pasto. Sintomi A disturbi intestinali di modesta entità, seguono gravi compromissioni del fegato accompagnate da disturbi neurologici (agitazione, convulsioni. delirio), respiratori e renali. Evoluzione è in via di guarigione nella maggior parte dei casi, però si possono presentare talvolta avvelenamenti così gravi da portare il soggetto alla morte a causa di collasso cardiocircolatorio e coma con arresto cardiorespiratorio.

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94 Sindrome Helvellica Prodotta da emolisine termolabili. Funghi responsabili: Amanitopsis (tutte), Helvella (tutte), Morchella (tutte), Verpa (tutte), Amanita rubescens, Boletus (B. luridus, B. caucasicus, B. queletii, B. dupainii, B. erythropus).

95 Incubazione I sintomi compaiono fra le 6 24 ore dopo il pasto. Sintomi Vomito, ittero (provoca danni alle cellule del sangue - lisi delle emazie). Evoluzione Benigna nella maggior parte dei casi. La pericolosità di questi funghi è pertanto relativa in quanto è sufficiente una cottura completa (min. 20 minuti) per scongiurare pericoli.

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104 SINDROME da Amanita proxima Specie responsabile è Amanita proxima. Sembra che le tossine del fungo, identificati in aminoacidi improteici e termostabili, giungono ai reni e provocano una nefrite tubulo-interstiziale acuta.

105 Incubazione varia da 2 a 48 ore. Sintomi Disturbi digestivi ( ipo- e iperacidità, pirosi, aerofagia); Sintomi gastroenterici (nausea, vomito, dolori addominali, scariche alvine frequenti); Cefalea; Sudorazione; Oligoanuria (insufficienza renale acuta); Sintomi da citolisi epatica. Evoluzione è con esito favorevole.

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107 Intolleranze e Allergie alimentari Da ingestione di Boletus edulis che contiene uno zucchero, trealosio, da parte di soggetti che non posseggono l enzima trealasi Da ingestione di sostanze non tossiche chitine, zuccheri complessi nei Suillus Allergie su base immunologica Intossicazioni da funghi marci

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110 Sindromi di recente scoperta Rabdomiolisi (distruzione delle cellule dei muscoli) con senso di fatica, rigidità degli arti, mioglobinuria, talora decesso per insufficienza respiratoria e IRA. Dopo ore dall ingestione di grandi quantità (> 500 grammi) di Tricholoma equestre

111 Sindrome eritemalgica Insieme ad un eritema delle mani e dei piedi, insorge un dolore urente ed edema che persistono per giorni o settimane Legata all ingestione di Clitocybe amoenolens

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113 Avvertenze I funghi vanno raccolti interi e non in stato d alterazione (ammuffiti, fradici ecc. ); Non raccogliere i funghi in aree sospette d inquinamento (come es.: discariche, lungo arterie stradali ecc. ); Assolutamente non fidarsi di presunti esperti, far controllare tutti i funghi raccolti solo dagli Ispettori Micologi delle Az. USL. O dotati di diploma o presso la tua Associazione Micologica

114 Non esistono metodi empirici (quali le prove con l aglio, monete d argento ecc. ) per verificare se un fungo sia edule o velenoso; La cottura, l essicazione o altri sistemi non servono a svelenare i funghi mortali (Amanita phalloides, A. verna, A. virosa, Lepiota specie, Cortinarius orellanus e altri); le loro tossine sono termostabili e quindi non perdono la loro tossicità;

115 Tutti i funghi vanno mangiati ben cotti. Quei pochi che si possono mangiare da crudo rappresentano un eccezione; Non si devono somministrare i funghi ai bambini, donne in stato di gravidanza o persone che presentano intolleranza a particolari farmaci o disturbi allo stomaco, al fegato ed al pancreas senza il consenso del medico.

116 Cosa fare in caso di sospetto avvelenamento Innanzitutto è fondamentale non sottovalutare mai i sintomi che insorgono dopo un pasto a base di funghi, ed in particolare i sintomi che insorgono tardivamente (sono indice di maggior pericolo!): aspettare "nella speranza che passi" o tentare di curarsi a domicilio con antiemetici e/o antidiarroici porta solo ad un ritardo - che a volte può risultare fatale - nell'attuazione del trattamento adeguato.

117 Non buttare i residui di funghi, siano essi crudi, già cotti o addirittura scarti "da pattumiera": permetteranno al micologo di fare il riconoscimento del fungo, dato questo di grande utilità per il clinico che deve mettere in atto il trattamento più adeguato. Chiamare un Centro Antiveleni (*), dove 24 ore al giorno un tossicologo sarà in grado di valutare tutti gli elementi e di consigliare cosa fare nell'immediato; lo stesso tossicologo si terrà in contatto con il medico dell'ospedale in cui si recherà il paziente, fornendogli tutto il supporto di cui avrà bisogno.

118 Fornire al tossicologo del Centro Antiveleni tutti i (pochi) dati che gli sono indispensabili per valutare la potenziale gravità dell'avvelenamento, ed in particolare: a) se i funghi consumati sono stati raccolti dal paziente (o familiari, amici, conoscenti), o sono stati acquistati (e dove), o consumati al ristorante (e quale); b) nel caso di funghi raccolti personalmente, indicare se sono stati controllati da un micologo; c) ora del pasto ed ora di comparsa dei primi sintomi; d) eventuale presenza di altri commensali, con o senza sintomi.

119 CHE COSA FARE IN CASO D AVVELENAMENTO DA FUNGHI? Recarsi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso (non perdere tempo); Portare tutti gli avanzi dei funghi disponibili, compresi quelli gettati in pattumiera o vomitati, utili ai fini del riconoscimento; Non tentare terapie autonome (al massimo tentare di provocare il vomito con metodi naturali senza violenza).

120 Cosa fare per evitare un avvelenamento Per non trasformare una piacevole giornata per boschi in un ricovero in ospedale è sufficiente rispettare alcune regole fondamantali: 1. innanzitutto non improvvisarsi "esperti" micologi, e non fare affidamento solo su manuali illustrati o su amici/conoscenti che si dicono esperti: la conoscenza dei funghi è molto più complessa e richiede un addestramento specifico.

121 2. per una corretta raccolta di funghi attenersi a quanto consigliato dai micologi, in particolare: a) non raccogliere funghi in prossimità di strade ad alto traffico, discariche, industrie, ecc; b) non conservare i funghi, nemmeno per un breve tragitto, in contenitori di plastica, ma usare cestini ben areati; c) se i funghi vengono acquistati, verificare che i contenitori di funghi spontanei abbiano l'etichetta che attesti l'avvenuto controllo da parte degli Ispettorati Mitologici dell'asl. In caso contrario non procedere all'acquisto e segnalare l'assenza di certificazione alle autorità competenti;

122 3. per un corretto consumo: a) consumare sempre funghi freschi e ben cucinati: anche il miglior fungo può portarci in ospedale se consumato crudo o dopo giorni dalla raccolta; b) non fare affidamento su vecchie credenze quali la moneta d'argento o l'aglio che cambia colore, per valutare la commestibilità di un fungo; altrettanto pericolosa è la vecchia pratica di far assaggiare prima il fungo ad un animale domestico: ricordiamo che i sintomi legati ai funghi più pericolosi compaiono tardivamente, e che alcuni alimenti possono non essere tossici per gli animali ma tossici per l'uomo;

123 c) consumare funghi in modeste quantità - i funghi sono di difficile digestione - e non in due pasti consecutivi; d) non consumare funghi se si hanno problemi gastrici, epatici o renali, se si è anziani o si allatta, ma soprattutto non far consumare funghi ai bambini. 4. Ma soprattutto, per godere di una bella giornata per boschi e di un buon piatto di funghi senza correre rischi, è fondamentale far controllare i funghi raccolti personalmente (o ricevuti in regalo) in un ispettorato micologico dell'asl di appartenenza: è importante che vengano sottoposti all'esame mitologico TUTTI i funghi raccolti e non solo un campione, al fine di evitare che un fungo velenoso possa "nascondersi" tra quelli lasciati a casa.

124 Ricordiamo che la cottura non inattiva tutte le tossine presenti nei funghi, e che le tossine che danneggiano il fegato resistono anche alle alte temperature, all'essiccazione ed al congelamento; solo un esperto micologo è in grado di identificare con certezza i funghi buoni e quelli velenosi. Il servizio offerto dagli Ispettorati micologici, deputati per legge al controllo, è un servizio gratuito che oramai quasi tutte le regioni mettono a disposizione dei cittadini. Anche le Associazioni Micologiche offrono stessi servizi ai loro soci.

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