Daniele Catauro Università degli Studi di Napoli Federico II

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1 Daniele Catauro Università degli Studi di Napoli Federico II Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n n o v e m b r e

2 PRINCIPI BASILARI DEL BUSINESS ANTIRICICLAGGIO ALL INTERNO DI UN AZIENDA

3 D. Lgs 231/2001 Sulla base del D.Lgs 231/2001, le aziende e gli enti possono essere chiamati a rispondere in sede penale per taluni reati commessi nel proprio interesse e/o a vantaggio dai propri amministratori o dipendenti.

4 Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Premessa Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (di seguito il Decreto ) ha introdotto nell ordinamento giuridico italiano il principio della responsabilità amministrativa degli enti per gli illeciti conseguenti alla commissione degli specifici reati-presupposto in esso esplicitamente richiamati. Si tratta di un sistema di responsabilità autonomo, caratterizzato da presupposti e conseguenze distinti da quelli previsti per la responsabilità penale della persona fisica e che ha portato al superamento dell antico dogma societas delinquere non potest.

5 Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Premessa In particolare l ente può andare esente da responsabilità se, prima della commissione del reato da parte di un soggetto ad esso funzionalmente collegato (apicale o sottoposto): (i) ha adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione e gestione (di seguito MOG 231 ) idoneo a prevenire la commissione di uno dei reati-presupposto ai sensi dell art. 6, comma 1, lett. a) del Decreto; (ii) ha affidato il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza del modello e di curarne l aggiornamento ad un organismo dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (di seguito Organismo di Vigilanza o O.d.V. ). Diversamente, l ente potrebbe incorrere in responsabilità e le conseguenze derivanti dall eventuale accertamento dell illecito previsto dal Decreto espone l ente all applicazione di gravi sanzioni, che ne colpiscono il patrimonio, l immagine e l attività stessa.

6 D. Lgs 231/2001 REATI SANZIONATI DALLA 231 La disciplina delle sanzioni è in continuo aggiornamento. Attualmente oltre a quelli connessi alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e ai reati di natura colposa (omicidio e lesioni gravi o gravissime), la generalità dei reati è di tipo doloso.

7 D. LGS 231/2001 REATI SANZIONATI DALLA 231 Include tra gli altri: reati contro la Pubblica Amministrazione ( es. partecipazione a truffe per il conseguimento di incentivi/ finanziamenti pubblici, etc.) reati societari (es. false comunicazioni sociali, indebita restituzione conferimenti) reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita; delitti informatici (es. turbata libertà dell industria o del commercio, etc.)

8 D. LGS 231/ E NORMATIVA IN AMBITO SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime occorsi sui luoghi di lavoro a causa dell inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Occorre non solo la configurazione del reato ma anche la colpa specifica che dimostri che l evento sia stato causato dall inosservanza delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.

9 SANZIONI L azienda o l ente in genere potrebbe subire sanzioni anche in via cautelare: Sanzioni interdittive come ad esempio l interdizione per un determinato periodo di tempo (anche fino ad un anno per certi reati) dall esercizio dell attività, la sospensione o la revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni, l esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e la revoca di quelli concessi, etc.

10 SANZIONI Sanzioni pecuniarie calcolate con il sistema delle quote ( il cui valore oscilla da 258 a euro, sulla base della gravità della responsabilità dell azienda), esse possono variare per tipologia di reato. Ad esempio con riferimento ai retai in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro le sanzioni possono arrivare fino a euro.

11 L efficacia esimente del Modello Affinché al modello possa essere riconosciuta efficacia esimente ex articolo 6, comma 2 del Decreto e, quindi, possa passare al vaglio positivo di legittimità da parte del giudice penale, è di fondamentale importanza che: la Società compia un opera di implementazione delle misure adottate nella propria realtà aziendale. Il modello non deve dunque rappresentare un adempimento burocratico, una mera apparenza di organizzazione, esso deve vivere nell impresa, aderire alle caratteristiche della sua organizzazione, evolversi e cambiare con essa.

12 MODELLO 231 Gli enti e le aziende che aderiscono al modello della 231 sono coloro che maggiormente sono esposti ai reati sanzionati dalla 231: ad esempio non solo le società che realizzano una buona parte del fatturato con la pubblica amministrazione, ma anche quelle che ottengono significativi finanziamenti pubblici, i soggetti obbligati agli adempimenti in materia di antiriciclaggio, etc.

13 STRUTTURA DEL MODELLO 231 Gli enti e le aziende che aderiscono a tale modello organizzativo avranno uno strumento difensivo nell ipotesi di contestazione di un reato, in quanto la conformità a tale modello non è obbligatorio, ma limitativo alla responsabilità dei retai sanzionati dalla 231 medesima.

14 D. LGS 231/2001 BENEFICI DEL MODELLO 231 Il principale beneficio è di invocare l esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati sanzionati dalla 231.

15 D. LGS 231/2001 BENEFICI DEL MODELLO 231 Alcuni ulteriori benefici sono: di immagine aziendale e della sua percezione da parte dei diversi portatori di interessi a terzi; di natura operativa ( es. maggiore chiarezza organizzativa e bilanciamento tra poteri e responsabilità, etc).

16 COSTI DEL MODELLO 231 I costi discendenti dal modello della 231 variano in base alla complessità dell azienda: si può andare infatti dalle poche migliaia fino alle centinaia di migliaia di euro.

17 COSTI DEL MODELLO 231 Generalmente si possono identificare le seguenti principali fasi (e relativi costi) del programma di conformità: costi di set up: one shot per il disegno e impianto delle componenti essenziali di un Modello 231 (es. l elaborazione di una procedura e dei relativi strumenti operativi);

18 D. LGS 231/2001 COSTI DEL MODELLO 231 costi d esercizio: questi costi (ricorrenti) misurano lo sforzo dell ente nel suo complesso per mettere in pratica le previsioni del Modello adottato e impiantato, assicurandone l efficacia operativa nel tempo. costi di mantenimento: (ricorrenti) sono riferiti ad un unico soggetto e alle sue responsabilità e attività cioè all Organismo di Vigilanza.

19 COSTI DEL MODELLO 231 costi legali: (si spera, one shot) eventualmente connessi alla tutela dell ente in seguito all azione da parte della Procura di contestazione della sua responsabilità di contestazione della sua responsabilità per uno o più reati rilevanti occorsi nel suo interesse o vantaggio.

20 BENEFICI DEL MODELLO 231 Tale modello mira a impedire o contrastare la commissione dei reati da parte degli amministratori o dipendenti. Fondamentali sono le forme di organizzazione, linee guida, principi, procure, deleghe software, etc.

21 ORGANISMO DI VIGILANZA Organo interno alla società cui è affidato il compito di vigilare sull attuazione del Modello. Generalmente nominato da e in staff rispetto all organo amministrativo della società che ha adottato il modello, l Organismo di Vigilanza può essere monocratico (cioè, composto da una sola persona) o collegiale.

22 FUNZIONI DELL ODG Interni o/e esterni. Per gli enti di piccole dimensioni, l Organismo di Vigilanza può coincidere con l organo amministrativo. L Organismo di Vigilanza è generalmente responsabile di: proporre adattamenti/aggiornamenti del Modello (es. a seguito di mutamenti nell organizzazione o nell attività della società);

23 D. LGS 231/2001 FUNZIONI DELL ODG vigilare e controllare l osservanza e l efficace attuazione del Modello da parte dei destinatari; gestire o monitorare le iniziative di formazione e di informazione dei relativi destinatari;

24 REQUISITI DELL ODG Possono essere nominati come Organismi di Vigilanza persone fisiche, già in relazione con la società ( es., responsabile internal auditing, amministratori indipendenti) e/o esterni alla società (ad esempio, consulenti). Inoltre è necessario che possegga, gli attributi di autonomia, indipendenza, professionalità, onorabilità e moralità.

25 REQUISITI DI UN ODG Non è raccomandabile nominare una persona dichiarata fallita, o condannata, anche con sentenza non ancora definitiva e irrevocabile, per fatti connessi all incarico presso l Organismo, per uno dei reati sanzionati dalla 231, per fatti che incidono comunque sulla sua moralità e onorabilità professionale, o che comunque comportano l interdizione dai pubblici uffici, dagli uffici direttivi delle imprese e delle persone giuridiche, da una professione o da un arte o l incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

26 PROFESSIONISTI DELLA 231 Avvocato specializzato in diritto societario e, quindi, nei servizi di assistenza alle imprese nei programmi di conformità; Avvocato penalista è sicuramente essenziale per essere rappresentati e difesi in sede penale;

27 PROFESSIONISTI DELLA 231 Professionista in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: i retai di natura colposa di omicidio e lesioni gravi o gravissime, inclusi nel novero di quelli sanzionati dalla 231. Analista funzionale e del programmatore: figure introdotte dalla software house.

28 BUSINESS CASE IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO 231

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30 Risk assessment Gap analysis

31 INTERVISTE INTERVIEWS DATE DELIVERY DATE OF THE INTERVIEW MINUTES DATE OF RECEIPT OF THE COMMENTS ON THE MINUTES CDA RSSP - Responsabile del servizio sicurezza e protezione H&S dpt Salute e Sicurezza HR dpt Risorse umane Sales dpt commerciale Finance dpt Ufficio amministrativo Procurement dpt Ufficio acquisti Collegio sindacale

32 Gap analysis L analisi è condotta prendendo in considerazione la struttura più ricorrente dei modelli organizzativi individuando i processi aziendali e le attività sensibili. La Gap analysis è ispirata ai suggerimenti formulati nelle nuove Linee Guida per la costituzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo di Confindustria approvate dal Ministero della Giustizia con nota del 21 luglio scorso. Si tratta dell aggiornamento, datato 7 marzo 2014, della versione originale delle Linee Guida del 2002, già rivista nel 2008.

33 Gap analysis In quest ottica, l analisi è condotta nei termini che seguono: individuazione dei processi aziendali e delle relative attività sensibili, descrizione delle modalità operative e gestionali esistenti così come emerse dalle interviste e dalla documentazione fornitaci, specificazione degli strumenti di controllo in essere, individuazione di eventuali gap e relativi suggerimenti.

34 Gap analysis Il lavoro, frutto dell analisi delle interviste condotte e della documentazione fornita, permette di mappare la struttura aziendale e individuare le aree maggiormente sensibili alla commissione dei reati, ma non può essere considerato a priori onnicomprensivo non potendosi infatti escludere che taluni processi aziendali non siano stati analizzati.

35 La valutazione del sistema di controllo in essere è rappresentata nel modo seguente:

36 Disegno MOG

37 Implementazione e monitoraggio