CONFINDUSTRIA VICENZA 27 Aprile 2010

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1 CONFINDUSTRIA VICENZA 27 Aprile 2010 I Modelli Organizzativi e l integrazione con i sistemi di gestione della sicurezza D.Lgs. 231/2001 e D.Lgs. 81/2008 (art.30) 1

2 La responsabilità amministrativa delle società: quadro attuale, evoluzione della legislazione e sviluppi futuri Giovanni Tretti avvocato 2

3 Decreto Legislativo 231/2001 Introduce due elementi fortemente innovativi nel nostro sistema giuridico: - la responsabilità diretta para-penale della persona giuridica (ente) - un meccanismo di esimente o attenuante della sanzione, finalizzato alla prevenzione, basato sull auto-controllo (self assessment) e sulle politiche di verifica e vigilanza interni (compliance) 3

4 I destinatari della norma i soggetti destinatari sono: 1. Gli enti forniti di personalità giuridica; 2. Le società; 3. Le associazioni anche sfornite di personalità giuridica. La norma esclude l applicabilità per: 1. Lo Stato: 2. Gli enti pubblici territoriali; 3. Gli enti pubblici non economici: 4. Gli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale. 4

5 Presupposto oggettivo della Responsabilità dell ente la sussistenza di un fatto criminoso, commesso: nell interesse o a vantaggio dell ente 5

6 Presupposto soggettivo della responsabilità dell ente Il reato è stato commesso da soggetti collegati all azienda: in posizione apicale o sottoposti alla direzione o vigilanza degli apici 2010 Studio Legale GTA 6

7 Le Sanzioni Sono previste due tipologie principali e due accessorie: La sanzione pecuniaria Le sanzioni interdittive La confisca La pubblicazione della sentenza 2010 Studio Legale GTA 7

8 La sanzione pecuniaria E applicata in ogni caso di accertata violazione È applicata in quote, da 100 a Le quote sono ciascuna di valore tra un minimo di Euro 258 ( lire) ed un massimo di Euro (3 milioni lire) Perciò la sanzione ha un minimo di Euro ed un massimo di Euro Studio Legale GTA 8

9 Sanzioni Interdittive Interdizione dall esercizio dell attività Sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali Divieto di contrattare con la P.A. Esclusione o revoca di finanziamenti, contributi, agevolazioni, etc. Divieto di pubblicità di beni o servizi 2010 Studio Legale GTA 9

10 I reati maggiormente rilevanti nel settore Industriale 2010 Studio Legale GTA 10

11 Rapporto con la P.A. Corruzione e Concussione Indebita percezione di erogazioni pubbliche Truffa ai danni dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche Frode informatica ai danni dello Stato o di un ente pubblico 2010 Studio Legale GTA 11

12 REATI SOCIETARI reati in materia societaria previsti dal codice civile (come modificato dal Dlgs n 61/2002) principalmente, per le non quotate, le false comunicazioni sociali Studio Legale GTA 12

13 ALTRI REATI Dal 2007: i reati in materia di anti-riciclaggio (quali ricettazione, utilizzo di beni, denaro o altra utilità di provenienza illecita, etc.). i reati informatici (alterazione di documenti, violazione di sistemi, pirateria informatica, intercettazioni, etc.) 2010 Studio Legale GTA 13

14 LE NOVITA 2009 Legge 94/09 del 15 Luglio: Reati Associativi (416, 416-bis, 416-ter c.p. etc.) Legge 99/09 del 23 Luglio: Reati contro la proprietà industriale (473 e 474 c.p.), contro l industria ed il commercio ( c.p.), violazione del diritto di autore (171, 171- bis, 171-ter, etc. LDA) Legge 116/09 del 3 Agosto: reati contro la amministrazione della giustizia (377-bis cp) 14

15 Violazione Proprietà Industriale Contraffazione, Alterazione o Uso (473 c.p.) di Marchi o Segni Distintivi altrui di Brevetti o Modelli o Disegni Industriali altrui Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (474 c.p.) 2010 Studio Legale GTA 15

16 Reati contro l Industria ed il Commercio Turbata libertà dell Industria o del Commercio mediante violenza sulle cose o uso di mezzi fraudolenti Frode contro le industrie o in commercio Vendita di prodotti industriali con segni mendaci Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale Frodi alimentari 2010 Studio Legale GTA 16

17 Violazione Diritto d Autore Abusiva duplicazione di programmi per elaboratore (software) Importazione, distribuzione, vendita, DETENZIONE a scopo commerciale o IMPRENDITORIALE,.. di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE Estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni sui diritti del costitutore e dell utente della banca dati 2010 Studio Legale GTA 17

18 SVILUPPI ATTESI REATI AMBIENTALI ALTRO. 18

19 GOOD NEWS 19

20 Art. 6 e 7 D.Lgs 231/2001: La norma prevede che l ente non risponde in presenza di certe condizioni, diversificate in relazione alla tipologia del soggetto che ha commesso il reato (apicale o sottoposto) 20

21 Linee Guida di Confindustria Confindustria ha aggiornato le Linee Guida alla luce della integrazione dei reati in materia di sicurezza ed igiene del lavoro ed in materia di riciclaggio - Esame del Ministero concluso il Sono previste modalità di analisi del rischio e case studies per le singole fattispecie di reato E stata tenuta in considerazione la prospettata formulazione dell art.30 del futuro T.U. 21

22 LA PREVENZIONE CREAZIONE E ADOZIONE DI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE IDONEI ALLA PREVENZIONE DI REATI Artt.6 e 7 D.Lgs 231/

23 MODELLO di Organizzazione e Controllo E un insieme di documenti, protocolli e procedure aziendali documentate, costruito secondo le previsioni della norma e delle Linee Guida di Confindustria, ma redatto per la singola impresa in relazione alla sua realtà specifica Studio Legale GTA 23

24 Responsabilità e volontà Nel caso di apicali, la norma presume l identità di elemento psicologico tra persona giuridica e fisica/ organo Nel caso di sottoposti l accento si sposta sull obbligo di direzione e vigilanza 24

25 In presenza di un reato presupposto commesso da un soggetto riconducibile all azienda, il giudice verifica se essa si è dotata o meno di un Modello di Organizzazione e Controllo in base all art.6 del D.Lgs 231/2001 In mancanza di Modello il Giudice può applicare le sanzioni senza alcuna necessità di ulteriore motivazione. 25

26 Idoneità generica CONFORMITA DEL MODELLO 231 AZIENDALE CON LE LINEE GUIDA EMANATE DALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA (CONFINDUSTRIA), CHE SONO PASSATE AL VAGLIO DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA E PERTANTO SONO DIVENUTE EFFICACI 26

27 GARANTENDO LE ESIGENZE DI CUI AL COMMA 2 DELL ART.6, OVVERO: in relazione all estensione dei poteri delegati ed al rischio di commissione dei reati: - Individuare le attività a rischio (risk assesment) - Prevedere protocolli per la formazione ed attuazione delle decisioni in relazione ai reati da prevenire - Modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati - Obblighi di informazione verso l OdV - Sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del Modello 27

28 Idoneità specifica 231 In relazione alla natura e dimensione della organizzazione ed al tipo di attività svolta, il Modello prevede misure idonee: a garantire la legalità, e scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio 28

29 Presunzione di efficace attuazione del modello (per i sottoposti) Il Modello 231 è efficacemente attuato se l azienda: verifica ed aggiorna periodicamente il Modello, applica un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del Modello. 29

30 Reati Dolosi e Reati Colposi I reati in materia di Sicurezza sono COLPOSI tutti gli altri sono DOLOSI la prevenzione di quelli dolosi consiste nel controllo dei processi decisionali e nella fissazione di regole comportamentali volte a prevenire la formazione della volontà di commettere il reato la prevenzione per i reati colposi consiste nella verifica della attuazione degli adempimenti legali (senza colpa non c è reato) 30

31 TUS D. Lgs. 6 marzo 2008 n.81 - L Art.30 si occupa dei Modelli 231, dettando alcune regole dettagliate in merito al contenuto ed alla struttura degli stessi per la parte relativa alla sicurezza ed igiene del lavoro - Introduce una presunzione di conformità per alcune tipologie di procedure prevenzionali (OHSAS UNI- INAIL) 31

32 Novella del D.Lgs 106/2009 Comma 5 bis art.30 introduce il principio: di PROCEDURE SEMPLIFICATE per la adozione ed efficace attuazione dei modelli ai fini della sicurezza (SGSL) nelle PICCOLE E MEDIE IMPRESE 32

33 Deleghe, Vigilanza e Modello 231 Art. 16 terzo comma, ultimo capoverso TUS: La vigilanza si esplica anche attraverso i sistemi di verifica e controllo di cui all art. 30 comma 4, ovvero Idonei sistemi di controllo sull attuazione e mantenimento nel tempo della idoneità del Modello 231/ Studio Legale GTA 33

34 L Organismo di Vigilanza 231 L azienda deve dotarsi di un proprio OdV che verifichi l attuazione del Modello e ne curi la sua modifica in relazione a cambiamenti del rischio aziendale o per l inserimento di nuove fattispecie di reato rilevanti per l azienda Studio Legale GTA 34

35 L Organismo di Vigilanza 231 Può essere costituito da un unico soggetto (composizione monocratica), o può essere composto da più soggetti (composizione plurisoggettiva) Nelle imprese di piccole dimensioni le funzioni dell OdV possono essere svolte direttamente dall organo dirigente 35

36 QUINDI La costruzione e l adozione del Modello è il primo scalino, importante, della prevenzione aziendale dai reati e dalle sanzioni Studio Legale GTA 36

37 ED INOLTRE Protegge gli amministratori ed i sindaci dal rischio di dover rispondere ai soci o ai creditori/curatore della mancata adozione Modello 2381, 2392 e 2403 c.c. (adeguatezza assetto organizzativo) 2010 Studio Legale GTA 37

38 ATTENZIONE Il Modello è uno strumento vivo di gestione aziendale e la sua attuazione deve essere periodicamente monitorata, adottando se necessario i provvedimenti utili 38

39 . grazie per l attenzione. 39

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