RASSEGNA STAMPA RASSEGNA STAMPA 24 luglio 2012

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1 RASSEGNASTAMPA 24 luglio 2012

2 POLITICA LUCANA Piano sanitario in Consiglio ma è già polemica Potenza, Nardiello, Uil e Pdl contrari alle pagine 8 e 9 Decolla lo spread mentr e i listini vanno a picco PARTITI INATTUALI CITTADINI NO di ANTONIO FLOVILLA LA mia impressione nella lettura delle vicende politiche nazionali, come di quelle regionali e locali, è che si predichi il cambiamento continua a pagina 9 Le Province lanciano l allar me «A settembre scuole chiuse» GIUSTINO FORTUNATO BATTAGLIA PER LA DIGNITA DEL SUD di PAOLO SAGGESE ILLUSTRE direttore, ne approfitto innanzitutto per complimentarmi con lei e con la sua redazione per Il Quotidiano della Basilicata, che acquisto quando mi trovo per varie ragioni in questa stupenda regione continua a pagina 12 Potenza da record per la spesa delle pulizie negli uffici Amenta (Fli) «I materani decidano con r efer endum con chi andare» alle pagine 6 e 7 MARTINO a pagina 22 AMATO a pagina 11 a pagina 15 UNA GIORNATA AL MARE IN TEMPO DI CRISI di ENZO GIOIOSO DA ragazzo quando andavi al mare ti sembrava di entrare sempre nello stesso quadro d'autore, con interpreti che per la maggior parte erano sempre gli stessi. Come dire stessa spiaggia, stesso lido, stesso mare, e quando ti andava proprio male, stesso vicino di ombrellone. Preferibilmente si sceglieva la sabbia, perchè faceva più continua a pagina 16 Anno 11. n in abbinata obbligatoria con Italia Oggi Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel , fax ; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel , fax Spending review Le conseguenze in Basilicata delle scelte del governo Quanto ci costano i tagli Al centro restano in 18, gli altri all Arpab La smobilitazione di Agrobios IN DODICI MESI NESSUN RILANCIO di ANTONIO RIBBA LABANCA a pagina 10 Default al consorzio Bradano-Metaponto L Ente irrigazione pignora per 3 milioni CIERVO a pagina 27 Zenga si dimette ma è stato sfiduciato dai metalmeccanici della Cisl La Tatangelo brilla nel concerto di Lauria da pagina 35 a 39 La Total smentisce Benedetto sull appalto Ghizzoni AMATO a pagina 13 Chiusura dei tribunali Sindaci e avvocati pr otestano di nuovo a Roma D ALESSANDRO a pagina 15 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro a pagina

3 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwcrmwsyOK8jjJSxJNJx5ZrU= RASSEGNASTAMPA w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 (in abbin. con La Stampa) Con Magazine Turismo A 1,70 Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l Africano Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni Direzione Generale Direzione Politica (direzione politica@gazzettamezzogiorno.it) - Segreteria di Redazione (segred@gazzettamezzogiorno.it) - Cronaca di Bari (cronaca.bari@gazzettamezzogiorno.it) - Cronache italiane (cronaca.it@gazzettamezzogiorno.it) - Economia LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE PUGLIE Quotidiano fondato nel 1887 B A S I L I C ATA ' %%#'"! (economia@gazzettamezzogiorno.it) - Esteri (esteri@gazzettamezzogiorno.it) - Interni (politica.int@gazzettamezzogiorno.it) - Re g i o n i (cronache.regionali@gazzettamezzogiorno.it) - Spettacoli (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali (iniziative.speciali@gazzettamezzogiorno.it) - Sport (sport@gazzettamezzogiorno.it) - Vita Culturale (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorno.it). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 125 Numero 203 % " CRIMINALITÀ. INTERROGATO L EX BOSS CALABRESE ORA PENTITO Potenza, Mammoliti racconta in Questura la sua Basilicata LA CRISI LUNEDÌ NERO SUI MERCATI ANCHE PER GRECIA E SPAGNA. PARZIALE RECUPERO SOLO DOPO IL DIVIETO DELLE VENDITE ALLO SCOPERTO Speculatori, assalto all Italia Lo spread tocca i 530 punti, la Borsa precipita, il debito sale al 123% Monti: colpa dei dubbi sullo scudo europeo, conta l economia reale CORAGGIO PROF TAGLI TUTTI I POLTRONIFICI LOCALI E NO di GIUSEPPE DE TOMASO C ari italiani, non c è un euro. Fossimo al posto del presidente Monti, dopo il crollo della Borsa e il balzo dello spread a livelli berlusconiani, non aspetteremmo un minuto per porre il Paese e i partiti di fronte alle loro responsabilità. Sì, perchéè vero che la classe politica ha dissipato denaro come una diva di Hollywood, ma è altrettanto vero che anche la società civile non è immune da colpe, a cominciare dai suoi assedi clientelari negli uffici pubblici per finire alla cronica renitenza fiscale di larghe fasce della popolazione. Ha ragione il professor Luca Ricolfi. Sembra che la gravità del momento, il rischio che l Ita - lia debba affrontare in tempi brevi il copione della tragedia greca, non sia percepito da nessuno, o quasi. Sembra prevalere la filosofia andreottiana del «tutto s a g giusta». SEGUE A PAGINA 25 >> AMENDOLARA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >> Il premier frena sulle elezioni anticipate: si vota nel 2013 con una nuova legge elettorale, io farò il senatore IL «NUOVO» CONTRABBANDO l Tensione sui mercati europei: Milano e Madrid scendono a meno 5. Parziale recupero dopo il divieto di vendite allo scoperto; alla fine il Ftse Mib cede il 2,76%. Lo spread sfonda quota 500 in Italia e 600 in Spagna. Pesano timori per Grecia. Monti: lo spread dipende dai dubbi sullo scudo europeo. SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >> «Sigarette taroccate? Buchi nelle dogane» E S C LU S I VO Il verbale del pentito [foto Tony Vece] EFFETTO TAGLI Le Province: così a rischio le scuole E in Puglia tutti contro tutti l Enti locali sempre più sul piede di guerra. Dalle Province, che ieri hanno incontrato i giornalisti in una conferenza stampa, è arrivato l allarme più grave: «con questi tagli non siamo in grado di affrontare le spese per far partire l anno scolastico nei 5000 edifici in cui facciamo manutenzione». BARILE, BOCCARDI, SANTIGLIANO E SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >> ROMA «Latte in vena per errore» muore un neonato A PAGINA 14 >> VA L E N Z A N O Scoppia la «parentopoli» tra sindaco e assessori SERVIZIO A PAGINA 11 >> PUGLIA GIOVEDÌ EMENDAMENTO BIPARTISAN PER EVITARE IL PEGGIO Sanità, il piano di rientro a rischio revisione di spesa E domani i capigruppo fissano le tappe dei lavori per ridurre a cinquanta i consiglieri regionali ARMENISE CON UN ALTRO SERVIZIO A PAGINA 11 >> CASO ILVA IMMINENTE LA DECISIONE DELLA MAGISTRATURA Taranto, la paura dei sigilli al siderurgico TA R A N TO Così qualche tempo fa i fumi dell Ilva sulla città D RIZZO A PAGINA 12 >> ACCIAIO, COZZE E CALCIO L EMERGENZA È COMUNE di DOMENICO PALMIOTTI a giorni si parla tanto dell Ilva di Taranto perchè giustamente si temono gli effetti dirompenti che un sequestro giudiziario può avere sull eco - nomia e sui posti di lavoro, sebbene nessuno sottovaluti che alla base dell iniziativa della Procura c è il grave inquinamento che stringe d assedio la città. SEGUE A PAGINA 25 >> L I N T E R V I S TA CORSA AL VOTO Cicchitto: tagliare il debito, né tasse né la patrimoniale l «Tagliare il debito, altro che patrimoniale e nuove tasse»: così Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, commenta le voci di una nuova tassazione per reperire le risorse e far fronte agli effetti negativi dell attacco della speculazione. Il dirigente del Pdl definisce «fallimentare» l ipotesi di elezioni anticipate in autunno. Sulla nuova discesa in campo di Berlusconi, ribadisce che la decisione sarà presa in autunno. COZZI A PAGINA 9 >> CONTRABBANDO Nei porti pugliesi i controlli più accurati l Oggi la commissione parlamentare sulla contraffazione approverà la relazione conclusiva sul traffico di sigarette. Grandi quantità di tabacchi contraffatti arrivano, infatti, dalla Cina. «Siamo di fronte a un mercato totalmente illecito e criminale. I bu ch i sono agli ingressi, cioè le 27 dogane», afferma il parlamentare tarantino Ludovico Vico (Pd), componente della commissione. SCAGLIARINI A PAGINA 13 >> CLUB-MUNICIPIO FATE SQUADRA S di GAETANO CAMPIONE tavolta il Comune e l As Bari c entrano poco con la débâcle del trofeo Tim. Proprietario e gestore dello stadio San Nicola non possono essere ritenuti responsabili dello scarso spettacolo offerto dalle squadre per via di un terreno di gioco ai limiti della praticabilità. Sarebbe stato sufficiente effettuare un sopralluogo prima della manifestazione per rendersi conto di come stessero le cose. NELLO SPORT >>

4 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwRzaWHM8cMLm/+N3tk1uFK0= RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t LA GA Z Z E T TA DI POT E N Z A - LA GA Z Z E T TA DI MAT E R A Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 080/ redazione.potenza@gazzettamezzogiorno.it Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 080/ redazione.matera@gazzettamezzogiorno.it Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 0835/ Necrologie: - Gazzetta Affari: LE ALTRE REDAZIONI Bari: 080/ Foggia: 0881/ Lecce: 0832/ Tirana (Albania): 00355/ Barletta: 0883/ Brindisi: 0831/ Taranto: 099/ ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/ , dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/ , commerciale@gazzettamezzogiorno.it. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/ CRIMINALITÀ IL MAMMASANTISSIMA DI OPPIDO MAMERTINA DON «SARO» INTERROGATO IN GRAN SEGRETO IN QUESTURA A POTENZA Ndrangheta in Basilicata Mammoliti svela i segreti Amici detenuti e il «locale» della mala calabrese: «Fatto dai Pesce» Gli anni del soggiorno obbligato. «Conobbi Sanua e Strozza Martorano non ricordo» PAZZA ESTATE SPENDING REVIEW LA CGIL DENUNCIA: «MENO 60MILIONI» Sanità in rivolta «Basta tagli» Sit-in sindacali Un nuovo Piano sanitario approda oggi in Consiglio regionale I rilievi di alcuni sindaci FIGLI CONTESI l Un plico «top secret» è arrivato in Procura. Contiene il compact-disc con l inter rogatorio di Saverio Mammoliti, detto don «Saro». Il mammasantissima calabrese - ora pentito - è stato in soggiorno obbligato a Potenza. Ricorda i particolari a distanza di oltre 30 anni. La permanenza all ospedale San Carlo, dove temevano che scappasse. L ami - cizia con Franco Sanua e Strozza di Barile. Poi l ex boss inciampa su Renato Martorano. «Non lo conosco». Poi dice di ricordare, ma non lo riconosce in foto. Ricorda bene, invece, chi creò il «locale» di ndran - gheta a Potenza: «Furono i Pesce di Rosarno». AMENDOLARA A PAGINA II >> lin piazza contro i tagli pesanti della spending review decisa dal Governo contro il pianeta sanità. La Cgil ha organizzato sit in davanti agli ospedali di Potenza, Matera e Policoro. In Basilicata, denuncia la Cgil, una ghigliottina calata con la spending review - pari a 60 milioni di euro - pone a rischio settori importanti e vitali, come la sanità pubblica, E, al di là delle buone intenzioni, «determinerà inevitabilmente conseguenze sullo standard qualitativi e quantitativi dei servizi erogati». Oggi è il gran giorno in cui il piano sanitario regionale approda in Consiglio regionale. Per la Uil-Fpl, di fronte a radicali mutamenti in atto, ci sono aspetti positivi e altri da obiettivi da perseguire. SERVIZIO A PAGINA IV >> «Io senza il diritto di essere padre» FERRARA A PAGINA III >> P OT E N Z A L antico Egitto «rivive» al Serpentone CASTELLUCCIO S. Rissa in piazza arrestate tre persone RIONERO Fogna a cielo aperto nei pressi della Confraternita DI LUCCHIO A PAGINA VIII >> l Rione Cocuzzo si è animato per merito della parrocchia Maria SS Immacolata. La parola d ordine è stata «Zakar» che ha preso spunto da un gioco di ruolo ambientato nell an - tico Egitto. Al centro estivo hanno partecipato bambini dai 5 agli 11 anni. PINTO A PAGINA VI >> IERI PIOGGIA. CON IL NUOVO ANTICICLONE ARRIVERANNO VALORI TERMICI BOLLENTI Dall afa al freddo. Ma da giovedì termometro oltre i 40 gradi Ieri pioggia e temperature sotto la media. Ma da giovedì il termometro dovrebbe schizzare di nuovo oltre i 40 gradi. Il nuovo anticiclone riporterà valori termici bollenti. Le previsioni per oggi: instabile su tutta la regione con possibilità di rovesci. Domani: precipitazioni e temporali nelle zone interne. Tendenza successiva: torna il caldo. Alta pressione africana e temperature da record. BRINDISI A PAGINA VII >> l Con l accusa di rissa aggravata originata da futili motivi tre persone sono state arrestate. Si tratta di due giovani di 20 e 25 anni e del padre di uno di loro. Il genitore si trovaapassare in auto e interviene in difesa del figlio. Arrivano anche i carabinieri che pongono fine al litigio. PERCIANTE A PAGINA VIII >> B E R N A L DA Defibrillatore al liceo È anche dotato di kit salvavita SERVIZIO A PAGINA XI >> TESTIMONI HA RICEVUTO IL PREMIO SPECIALE MARATEA La Basilicata nel racconto di Mario Trufelli LUT TO AVEVA 49 ANNI. GENEROSO VOLONTARIO PER I BIMBI D AFRICA Muore il medico Marotta mentre è al lavoro al S. Carlo TESTIMONE Mario Trufelli, giornalista, poeta, scrittore, ha narrato la Lucania e i lucani. Nell immagine con l artista Josè Ortega nei Sassi SAMMARTINO A PAGINA XVI >> S C O M PA R S O Pietro Marotta l Pietro Marotta, 49 anni, medico, è stato trovato morto ieri mattina nel suo posto di lavoro all ospedale S. Carlo, a Potenza. Forse un malore. Maggiori dettagli potrà fornirli l autopsia. Marotta è stato protagonista di attività di volontariato in Africa dove si è più volte recato per aiutare i bambini. Lo scorso anno raccontò questa sua avventura in un libro che è testimonianza di generosità, coscienza, compassione. SERVIZIO A PAGINA IV >>

5 WH112C7qxbAphmSfFruR1J9XMHxItN+YPgTkqxfcDLY= RASSEGNASTAMPA Una politica europea diversa avrebbe potuto evitare questa situazione drammatica in cui stanno Spagna e Italia e per esteso l Unione monetaria Felipe Gonzalez 1,20 Anno 89 n. 203 Martedì 24 Luglio 2012 La grammatica dei mosaici di San Marco Emmer pag. 19 Ambiente, il censimento delle case vuote Cimino pag. 17 U: Giffoni il debutto di Dianna Calcagno pag. 18 La paura allontana il voto Lunedì nero nelle Borse Lo spread torna a quota 516 Monti: «Resto fino al 2013 e farò politica anche dopo» È l ora di una grande politica ALFREDO REICHLIN L ITALIA NON SI FARÀ TRAVOLGERE DALLA SPECULAZIONE FINANZIARIA. SIAMOUNGRANDEPAESEin grado di difendersi in questa lotta feroce innestata (non dimentichiamolo) dalle convulsioni di un sistema che è potente ma non più in grado di governare il mondo. La sinistra deve assumere le nuove responsabilità e una più alta coscienza di sé. La proposta politica del Pd è forte perché prima di tutto è un appello alle risorse profonde del Paese, e sono grandi come dimostrano tante cose tra cui la magnifica risposta dell Emiliaalterremoto. È una chiamata alle armi delle forze democratiche, non solo di sinistra. SEGUE A PAG.15 Il disastro annunciato SILVANO ANDRIANI CRONACA DI UN DISASTRO ANNUN- CIATO.LARIDDADIMETAFORECALCI- STICHE e la retorica inneggiante alle «vittorie» dei tre super-mario sulla Germania ha cominciato a dissolversi dopo sole ventiquattr ore dalla conclusione della riunione di giugno del Consiglio europeo. E presto si è affermata una lettura seria delle decisioni realmente assunte. I mercati finanziari sono irrazionali, altrimenti non ci avrebbero inflitto cinque crisi finanziarie di portata mondiale in vent anni, ma non sono fessi. E non ci voleva molto a capire la reale consistenza di quelle scelte. SEGUE A PAG. 3 Tagli, marcia di protesta dei sindaci La spending review è letale. Comuni e sindacati oggi in piazza Le Province: con i tagli a rischio l apertura di cinquemila scuole Contro i tagli lineari del decreto sulla revisione di spesa cresce la protesta dei sindaci. Delrio: «La sofferenza è forte, ma non è tardi per cambiare quel testo. È giusto risparmiare, ma non è giusto farlo a casaccio». Allarme dalle Province: è a rischio l apertura di cinquemila scuole. FRANCHI A PAG. 6 Staino Intervista a D Alema: situazione insostenibile, quanto può durare? «Non si capisce più se il Pdl faccia parte della maggioranza. I provvedimenti del governo cadono tutti sulle nostre spalle. Ormai la situazione è insostenibile, se ne devono rendere conto tutti, compresiilpremier e ilpresidente della Repubblica». Così Massimo D Alemainun intervistaa l Unità. Sullapremiership: «Il candidato è Bersani». Legge elettorale, apertura sulle preferenze ma «in circoscrizioni molto più piccole». COLLINI A PAG. 5 Caos nell Italia dei valori: Lannutti lascia e accusa Di Pietro Fibrillazioni nell Idv. Il senatore Elio Lannutti scrive al leader Antonio Di Pietro: «La mia esperienza con te è finita». Non si candiderà con l Italia dei Valori alle prossime politiche. «Inaccettabili i continui attacchi a Napolitano e al Pd». Intervista al capogruppo Belisario: «Se col Pd si rompe a rischio tutte le giunte di centrosinistra». FABIANI A PAG. 8 MILANO Unioni civili la sfida di Pisapia Via al dibattito sulla delibera. Il sindaco: «La Curia rispetti le scelte» VESPO APAG. 10 Morì sotto il palco di Pausini «Mio figlio vale 2mila euro» Duemila euro alla famiglia, senza il riconoscimento di una morte «per infortunio sul lavoro». La denuncia della mamma di Matteo Armellini, l operaio morto mentre montava il palco della Pausini. «Non voglio soldi, chiedo solo rispetto. E la verità». Dopo tanti mesi nessuno sa ancora dare risposte. La giungla di chi lavora dietro le quinte: turni di sedici ore senza strordinari o notturni. Nessuna tutela sindacale, né tanto meno contrattualizzazioni. MARCELLI A PAG. 12 Guerra ai Paesi mediterranei IL COMMENTO GIOVANNI PELLEGRINO D-Day o tempesta perfetta? Questo è l interrogativo che le previsioni di un difficile agosto economico pongono all analisi, almeno per chi creda che anche l analogia possa servire a comprendere meglio la reale struttura delle cose. SEGUE A PAG. 15 Flebo di latte al neonato Roma, tragedia in ospedale Una flebo di latte al posto della fisiologica. Così un neonato è mortoall ospedale San Giovanni di Roma. Un tragico errore. Ma la denuncia del decesso è stata fatta con molto ritardo e ora i magistrati vogliono vederci chiaro. Sarebbero sei finora gli indagati tra medici e infermieri. Marcus De Vega, figlio di una coppia filippina, è morto il 29 giugno. I militari del Nas di Roma hanno sequestrato le cartelle cliniche. BUFALINI A PAG. 13 Nestlè: meno orario e ti assumo i figli Scoppia la bufera A PAG. 11

6 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwfI2OkSBvWMZ4ETq5vVDcWU= RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO LA CRISI EUROPEA I CONTRACCOLPI FINANZIARI Il debito pubblico italiano supera il 123% del pil ed è la percentuale peggiore dopo la Grecia. Piazza Affari ha perso fino al 5% prima dell intervento della Consob Borse ko e fuga dai titoli di Stato Spagna e Italia spaventano l Ue Spread a 520 punti, interessi negativi invece in Germania. Euro ai minimi Le chiusure delle Borse Dow Jones Nasdaq -1,11% -1,81% Cac 40 Ftse 100 Ftse Mib -2,89% -2,09% -2,76% New York * Parigi Londra Milano A , , , , ,36 LE CONTROMISURE PROVVEDIMENTO VALIDO UNA SETTIMANA, MENTRE L AUTORITÀ SPAGNOLA DI BORSA HA BLOCCATO PER TRE MESI Speculazione, la Consob ferma le vendite allo scoperto Nuovo test per la tenuta del debito E in questa settimana il Tesoro torna ad emettere titoli di Stato Il Tesoro Italiano torna sul mercato con una serie di aste in programma nell arco dei prossimi sette giorni, prima dello stop di agosto. È stata infatti cancellata l'emissione di titoli a medio-lungo termine prevista per il 14 agosto, alla luce del positivo andamento delle entrate fiscali. Gli appuntamenti di questa settimana sono di rilevanza marginale, mentre un test importante ci sarà lunedì prossimo, il 30 luglio, con l emissione di Btp a 5 e 10 anni. Ad aprire la serie, domani, sarà una operazione di concambio: il Tesoro intende riacquistare Btp indicizzati all inflazione in cambio di Btp con scadenza maggio 2017 con cedola 4,75%. Sarà offerto un titolo in emissione a fronte di quattro titoli in riacquisto. Vale la pena ricordare che dopo l ultimo taglio del rating dell Italia deciso da Moody's il 13 luglio scorso, i Btp indicizzati sono usciti da alcuni indici di Barclays. Più in dettaglio, i titoli ammissibili al concambio (ossia oggetto del riacquisto) saranno: - BTP i 15/09/2017, cedola reale 2,1%. - BTP i 15/09/2019, cedola reale 2,35%. - BTP i 15/09/2023, cedola reale 2,6%. - BTP i 15/09/2035, cedola reale 2,35%. Il giorno successivo, giovedì 26 luglio, sono in programma l'asta di Btp indicizzati e quella di Ctz. Venerdì 27 luglio sarà la volta dei Bot semestrali. Un appuntamento importante aprirà la settimana successiva quando lunedì 30 luglio il Tesoro offrirà il Btp a 5 anni con scadenza giugno 2017 insieme al Btp a 10 anni. Un anno di spread Btp italiani lug ago set ott Bonos l ROMA. E' lunedì nero per i listini europei, trainati da Madrid e Milano che sul finale, dopo perdite di oltre il 5%, hanno limitato i danni grazie allo stop alle vendite allo scoperto deciso dalle autorità di borsa nazionali. Il provvedimento non ha impedito agli spread di raggiungere livelli record per la Spagna e sfondare i 520 punti per l Ita - lia, mentre l euro è piombato ai minimi da due anni sotto 1,21 dollari. E per oggi potrebbe prepararsi u n altra giornata difficile per i titoli di Stato iberici e per i Btp italiani: Lch Clearnet, la principale cassa di compensazione titoli europea, ha deciso di alzare nuovamente i suoi margini di garanzia richiesti per le transazioni su alcuni titoli di Stato italiani e spagnoli. La clearing house londinese ha rivisto i parametri per i Btp con scadenze comprese tra i 2 e 3,25 anni dal 4,80% al 5,55%, per quelli tra i 7 e 10 anni dal 9,50% all 11,65%, e tra i 15 e 30 anni dal 18% al 20%. L agenzia, con effetto da oggi, ha rivisto anche i margini per i Bonos con maturità comprese tra i 7 e 10 anni dal 11,80% al 12,20% e quelle tra i 15 e 30 anni fino al 20%. Dopo un inizio in profondo rosso, la borsa di Milano ha chiuso limitando le perdite con un -2,76% a punti per il Ftse Mib, dietro Madrid (-1,1%) che ieri, sui timori di un salvataggio necessario per le finanze pubbliche della Spagna, ha fatto da innesco per la forte correzione sui listini europei. La Consob, dopo la sospensione per eccesso di ribasso di istituti come Banco popolare, Mediobanca e Mps, è corsa ai ripari reintroducendo il divieto delle vendite allo scoperto sui titoli bancari e assicurativi, per essere seguita a stretto giro dall authority spagnola. È andata peggio per le altre principali piazze europee (lo Stoxx 600 ha segnato il calo più forte da tre mesi a questa parte) che, in assenza del riparo delle 'Consob' nazionali, chiudono con cali del 2,89% (Parigi), 2% (Londra) e 3,18% per Francofor te. L'intervento delle autorità di borsa non ha impedito un vero e proprio tracollo sul fronte dei titoli di Stato periferici, alimentato dai dubbi sulla tenuta della Spagna e dalle indiscrezioni, circolate nel weekend e poi rientrate, secondo cui il Fondo monetario internazionale sarebbe pronto a lasciare la Grecia al suo destino. Da Soci, in Russia, il premier Mario Monti ha detto che il «grande nervosismo» sui mercati e sullo spread «ha poco a che fare con i problemi specifici dell Italia», ma piuttosto dipende dalle «notizie, dichiarazioni e indiscrezioni sull'applicazione» delle decisioni prese dal vertice Ue di fine giugno, che dovrebbero «essere implementate senza rumore e in tempi brevi». Toni forti dal leader della Cisl Raffaele Bonanni: «A Monti diciamo che il tempo è scaduto. Deve convocarci subito. Serve un nuovo patto sociale» contro «l'attacco speculativo, lo sciacallaggio» in corso. Fatto sta che, mentre i rendimenti di Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna scendevano a minimi record a testimoniare la fuga generalizzata dal rischio, in una seduta ad alta volatilità la Spagna ha visto il proprio premio di rendimento decennale sfondare la soglia de 630 punti con un rendimento decennale record del 7,40%: un livello che, in precedenti come quello greco, ha fatto da apripista a un salvataggio l Banche italiane e spagnole sono sotto attacco in Borsa e la Consob e sua omologa spagnola, la Comision nacional do mercato de valore, scendono in campo contro la speculazione imponendo con un intervento coordinato lo stop alle vendite allo scoperto su banche e assicurazioni, i titoli più colpiti dalle vendite. Le vendite allo scoperto (o 'short selling') sono operazioni «ribassiste», che sfruttano la possibilità prevista dai mercati finanziari, di non avere materialmente in mano un titolo per poterlo cedere. Di solito sono legate all attesa o alla speculazione di un prezzo in calo e per questo possono rappresentare un «pericolo», se effettuate da grandi investitori come gli hedge fund, perché amplificano l ondata ribassista sui mercati. «Le gravi tensioni sui mercati finanziari possono mettere a repentaglio la stabilità del sistema finanziario e la tutela dei risparmiatori» osserva la Commissione guidata da Giuseppe Vegas nel suo provvedimento e non è più sufficiente vietare le vendite allo scoperto «nude», cioè quelle non assistite dalla disponibilità dei titoli al momento Differenziale dei titoli decennali col Bund tedesco (in punti base) spagnoli Rendimenti di ieri 6,34% 7,50% nov dic gen feb mar apr mag giu lug ANSA-CENTIMETRI europeo. Il rischio di default per il Paese iberico, misurato dai contratti derivati 'credit-default swap', è volato di 28,5 centesimi a 634, segnando anche qui un massimo stor i c o. E a pagare il prezzo dell incer - tezza sulle misure europee anti-crisi e sulla capacità degli Stati di rimettere in ordine i conti pubblici è stato anche l euro, scivolato ai minimi dal giugno 2010 sul dollaro, a 1,2067, un livello inferiore alla media storica dei dodici anni di vita della divisa unica. Domenico Conti dell ordine. Per ora il provvedimento è solo temporaneo, 3 mesi in Spagna e più cautamente una settimana in Italia. A giudizio della Consob le due situazioni sono profondamente diverse e dunque al momento non era necessario un provvedimento con la stessa portata (in Spagna il divieto oltre che più lungo è anche più esteso e riguarda anche le posizioni nette corte). A febbraio scorso la Consob aveva deciso di non prorogare ulteriormente le restrizioni in materia di posizioni nette corte sui titoli finanziari che aveva introdotto nell agosto del 2011, quando la speculazione aveva preso di mira un po tutta l E u ro p a continentale, all unisono con le altre autorità europee (Francia, Spagna, Belgio e Grecia) e sotto il coordinamento dell Esma, European Securities and Markets Authority. In Italia erano comunque rimaste in vigore, e a tempo indeterminato, le altre misure come per esempio l obbligo di comunicazione alla Consob delle posizioni nette corte rilevanti, ovvero superiori allo 0,2% del capitale sociale e il divieto di effettuare vendite allo scoperto «nu d e» La vendita allo scoperto L investitore decide di vendere strumenti finanziari allo scoperto impegnandosi a riacquistarli entro una data scadenza Non possedendo gli strumenti finanziari, li chiede in prestito a un broker che, come garanzia, chiede all investitore: un interesse annuale stabilito un margine di garanzia Alla scadenza, l'investitore riacquista gli strumenti finanziari venduti Se nel frattempo il prezzo dello strumento finanziario È SCESO È SALITO il rendimento è positivo il rendimento è negativo ANSA-CENTIMETRI

7 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwexHxoDdiIQe22ZVoZkNnJw= RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Aex Smi Dax *dati di metà giornata Nikkei Hang Seng Le autorità europee provano a minimizzare la situazione ostentando sicurezza. Vertice tra Barroso e Draghi per forzare i tempi sull unione bancaria LA DIRETTA Segui aggiornamenti e notizie sul tuo telefonino. Istruzioni a pag. 25-1,66% -1,86% -2,13% -2,99% -3,18% Amsterdam Zurigo Francoforte Tokyo Hong Kong 312, , , , ,47 ANSA-CENTIMETRI Bruxelles: «Tutto sotto controllo» Obama: «Rispettate gli impegni» La Commissione insiste: la Grecia resterà nell euro. Madrid: non ci servono altri aiuti EURO IN D I F F I C O LT À La moneta unica continua a svalutarsi: ieri è scesa a 1,20 contro il dollaro, il minimo da due anni a questa parte. E anche se i titoli pubblici europei sono tutti espressi in euro, di fatto il loro valore è molto differente da Stato a. Stato l Nell annunciato lunedì nero delle borse, con un nuovo record per lo spread spagnolo a 643 punti e quello italiano sempre alle stelle che ha chiuso a 516, l'ue si gioca la carta del «tutto sotto controllo» e, ostentando sicurezza, cerca di minimizzare la situazione sempre più pericolosa in cui si trova l euro - zona. Ma evidente questo esercizio di spavalderia non convince nessuno se ieri in serata è rimbalzato il monito dagli Usa: l'europa deve prendere azioni che seguano gli impegni presi nel vertice della fine di giugno per stabilizzare i mercati. Moody s taglia il rating anche a Germania Olanda e Lussemburgo Lo ha affermato - riporta l a g enzia Bloomberg - il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando che il presidente Barack Obama è regolarmente aggiornato sulla crisi del debito europea. Ma la giornata di ieri è stata rovente fin dall apertura dei mercati. Prima la Commissione ripete come un mantra che «la Grecia deve restare nell eurozona» an - che se Berlino oscilla ancora tra scetticismo e speranza sul futuro di Atene e che, nonostante le indiscrezioni dello 'Spiegel', «la posizione dell Fmi non è cambiata», dicendosi «fiduciosa» che una nuova tranche di aiuti possa essere sbloccata, anche se non prima di settembre. E dopo assicura di «avere in piedi gli strumenti» per far fronte alle tensioni sui mercati, come lo scudo antispread deciso all ultimo vertice Ue. Niente però si muove finora perchè, si è giustificata Bruxelles, l eventuale attivazione del meccanismo per arginare le fluttuazioni del differenziale con i titoli tedeschi «deve venire da una richiesta da parte di uno stato membro». Finchè Italia e Spagna non chiedono, quindi, Bruxelles, non può mettersi in moto. Ma Italia e Spagna non chiederanno, ormai appare chiaro, finché la richiesta sarà condizionata alla «sottomissione» alle regole che la Germania (appoggiate da Olanda e Finlandia) attraverso l Unione europea vuole imporre agli Stati in difficoltà. Insomma, il modello G re c i a. Ma l incertezza sulla reale operatività degli «strumenti» dell eu - rozona, continuamente alimentata da dichiarazioni ambigue da parte dei paesi del 'club della tripla A', non passa inosservata ai mercati. Le «armi» spuntate dell Unione europea l Gli interventi chiesti da Mario Monti l'aumento delle risorse a disposizione del fondo salva-stati e l at - tribuzione di una licenza bancaria all Esm - sono solo due delle «armi» necessarie per combattere la crisi di cui finora l Eurozona o non è riuscita a dotarsi o lo ha fatto in maniera insufficiente. SCUDO ANTI-SPREAD. Per calmierare i rendimenti dei titoli pubblici dei Paesi sotto attacco i fondi salva-stati Efsf e Esm possono teoricamente già intervenire acquistandoli sia al momento dell emissione (mercato primario) che sul mercato secondario. È quanto hanno chiesto Italia e Spagna all ultimo vertice, ottenendo un risultato che però finora non si è tradotto in alcuna azione pratica anche per le resistenze più o meno esplicite di Berlino, Helsinki e L Aja. C'è poi il problema della scarsità delle risorse. l NEW YORK. L'agenzia internazionale di rating Moody's rivede al ribasso l outlook della Germania, dell Olanda e del Lussemburgo a «negativo» da «stabile». Moody's conferma invece il rating 'Aaà della Finlandia con outlook stabile. Inoltre l agenzia di rating aggiunge che u n eventuale uscita della Grecia dall a re a euro avrebbe un «ampio impatto sugli altri paesi membri, soprattutto Spagna e Italia». Anche se un uscita della Grecia dall a re a euro sarà evitata «c'è una crescente possibilità che sia necessario un maggior supporto collettivo per i paesi dell area euro, soprattutto Italia e Spagna». Quindi, u n uscita della Grecia dall area euro rappresenterebbe una minaccia reale per Eurolandia. Nella nota di Moody's, si legge che questo innescherebbe shock che potrebbero essere contenuti solo ad alto prezzo. Una decisione che non ha scomposto più di tanto il governo tedesco. La Germania continua ad esercitare il suo ruolo di «ancora di stabilità della zona euro», ha detto il ministero delle Finanze, guidato da Wolfgang Schaeuble, dopo l an - nuncio dell agenzia internazionale di rating Moody's che ha rivisto al ribasso l'outlook della Germania. «La Germania lavorerà con i suoi partner per superare il più rapidamente possibile la crisi del debito europeo», ha precisato un comunicato del ministero tedesco. Giornata negativa per la cancelliera Merkel, ieri, anche in patria: i socialdemocratici tedeschi hanno scelto che il lato debole di Angela Merkel, in vista delle prossime elezioni, sono le banche. E così prima di andare in baby-pausa, il leader del partito e futuro papà Sigmar Gabriel attacca la cancelliera rilasciando inquietanti affermazoni sulla fragilità del sistema creditizio tedesco. Parole che non sono affatto piaciute al governo. «Populismo a basso costo», è la reazione secca dell esecutivo, nelle parole del ministro dell economa Wolfgang Schaeuble, in un intervista alla Bild. La politica interna tedesca è sempre più segnata dal dibattito sulla crisi dell euro. Il governo esclude, secondo la Sueddeutsche Zeitung, un terzo pacchetto di aiuti ad Aten e. E' ancora una volta una fuga in avanti del vicecancelliere liberale Philipp Roesler, secondo il quale «una uscita di Atene dalla moneta unica non suscita più terrore da tempo», a scatenare una ondata di polemiche. Il portavoce del governo tenta di ammorbidire i toni, ma è in palese imbarazzo in conferenza stampa : «Il governo oscilla fra speranza e scetticismo, aspettiamo la Troika», spiega Georg Streiter. Mentre Schaeuble assicura che la Spagna non è la Grecia. POTENZIAMENTO FONDO SALVA-STATI. La soluzione trovata dai ministri delle Finanze la scorsa primavera sommare le restanti risorse dell Efsf (creato nel maggio 2010 con una potenza di fuoco di 440 miliardi) con i 500 miliardi del nuovo Esm che doveva nascere il primo luglio si è arenata sulle secche di Karlsruhe, dove ha sede la Corte Costituzionale tedesca che pronuncerà il suo verdetto solo il 12 settembre. Intanto, si valuta l ipotesi di concedere al fondo una licenza bancaria che gli consentirebbe di appoggiarsi alla Bce. EUROBOND. Fin dall inizio della crisi in tanti hanno sostenuto che la condivisione del debito tra i Paesi euro, o almeno di una parte di esso, sarebbe stato l unico modo per ridare stabilità all euro zona. La Germania, sostenuta da Olanda e Finlandia, si è Il debito in Area euro Limite del Patto Ue sempre opposta con granitica determinazione. VIGILANZA UNICA UE SU BANCHE. A giugno i leader Ue hanno deciso di affidarla alla Bce per eliminare un importante causa dell incertezza che domina sui mercati. Ma la speculazione viaggia a una velocità ben superiore a quella delle istituzioni Ue che hanno previsto la realizzazione di questo nuovo sistema solo a fine anno insieme alla nascita di un sistema unico di garanzia sui depositi bancari che eviti fughe di capitali all interno dell euro zona. BCE GARANTE DI ULTIMA ISTANZA. Fino a quando non ci sarà anche una vera unione di bilancio tra i Paesi dell Eurozona, Berlino non vuole neanche sentirne parlare. Ma sarebbe un altro modo molto efficace per dire ai mercati che gli Stati euro non possono fallire e riportare un pò di stabilità. Dati Eurostat relativi al I trim Cifre in % del Pil GRECIA ITALIA PORTOGALLO IRLANDA BELGIO FRANCIA GERMANIA MALTA CIPRO AUSTRIA SPAGNA PAESI BASSI FINLANDIA SLOVENIA SLOVACCHIA LUSSEMBURGO ESTONIA EUROLANDIA (UE17) 132,4 123,3 111,7 108,5 101,8 89,2 81,6 75,0 74,6 73,5 72,1 66,8 48,7 47,7 46,4 20,9 6,6 88,2 60 ANSA-CENTIMETRI E fa salire così lo spread, ha sottolineato il premier Mario Monti dalla Russia, «per motivi che mi sembra hanno poco a che fare con problemi specifici dell Italia». Ieri si sono visti a Bruxelles in un incontro blindatissimo, che i portavoce Ue hanno definito «regolare» e «già previsto da tempo», il presidente della Bce Mario Draghi e il presidente dell esecutivo comunitario Josè Manuel Barroso. Unione bancaria e soprattutto meccanismo unico di supervisione delle banche, hanno poi riferito fonti comunitarie, sono state al centro delle discussioni. La creazione e rapida attuazione del nuovo sistema di supervisione bancaria resta infatti la contropartita indispensabile voluta dalla Bce e dai paesi rigoristi per arrivare alla ricapitalizzazione diretta delle banche, di cui Madrid ha disperatamente bisogno per spezzare il circolo vizioso tra il suo debito pubblico e il sistema finanziario. In ogni caso la Spagna, ha ribadito ancora una volta il ministro delle Finanze iberico Luis de Guindos, non ha bisogno di «nessun salvataggio integrale». Un messaggio che ha voluto rilanciare anche il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia, sottolineando che «l'economia spagnola è incondizioni di andare avanti» con gli aiuti Ue alle banche e con le misure strutturali finora adottate o già in c a n t i e re. Fuga dei manager dalla Francia per la tassa al 75% sopra il milione l Francia, addio. I Paperoni cominciano a lasciare il Paese: non usa mezzi termini il quotidiano Le Figaro, molto vicino all opposizione di centrodestra dell ex presidente Nicolas Sarkozy, che in un lungo servizio pubblicato ieri dice che dall altra parte delle Alpi «l'esilio dei manager è già cominciato». Motivo? L aliquota al 75% sui redditi superiori a 1 milione di euro promessa dall at - tuale presidente Francois Hollande e che dovrebbe entrare in vigore il prossimo autunno. «Avevo assunto tre manager americani a Parigi, ma sono andati via», deplora un dirigente di un grande gruppo industriale transalpino. «Oggi aggiunge esercitano le stesse funzioni nella stessa azienda, ma sono basati altrove». Per Le Figaro, molto critico nei confronti del provvedimento di Hollande, le tasse di quei tre manager americani andranno ora a beneficio di altri Stati, come anche le loro spese personali. Lo scorso giugno, il premier britannico, David Cameron, scatenò una mezza crisi diplomatica con il governo di Parigi, dicendo che era pronto a «srotolare il tappeto rosso alle aziende francesi» in cerca di un fisco meno oneroso. E così è stato. La capitale britannica, racconta Le Figaro, «serve già da rifugio» a molti manager transalpini, timorosi di restare in patria a causa dei provvedimenti annunciati da Hollande. Per il giornale, una delle prove di questa improvvisa migrazione di lusso, sarebbe la lista d attesa allo Charles de Gaulle, il liceo francese di Londra, «che è aumentata di oltre 700 domande dallo scorso 6 maggio», giorno dell elezione all Eliseo di Hollande.

8 Of0l17FbcY9qRe7vVk8Owcr1c0g+kZAkXbhe8OJk+EA=. RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO LA CRISI ITALIANA I RIFLESSI DEL LUNEDÌ NERO L analisi del Professore durante la visita in Russia: è inutile un nuovo vertice europeo finché la Corte costituzionale tedesca non si pronuncerà sulla validità del fondo salva-spread Monti: l Italia non è il problema si specula sull incertezza dell Ue Il premier prova a ridimensionare: conta l economia reale. Il nodo-germania l SOCI (RUSSIA). Troppi tentennamenti in Europa e poche risorse per lo scudo anti-spread, l Italia non c'entra. Sono queste per Mario Monti le ragioni dell ennesimo tonfo della borsa e dell ul - teriore impennata nello spread di bond italiani e bonos spagnoli. Eppure, lo stesso premier ammette che per ora sarebbe inutile tornare a far sedere i leader europei intorno al tavolo. Non fino a quando la Corte costituzionale tedesca non avrà sciolto il nodo gordiano che rende zoppo il fondo s a l va - S t at i. L'analisi del presidente del Consiglio arriva al termine dell ennesimo «lunedì nero» per le borse e per il differenziale con i bund tedeschi. Lo spread alla fine si attesta a quota 516, e Piazza Affari, dopo aver perso il 5%, recupera per fermarsi a -2,7%. Poteva andare peggio, ma il Professore sa che questo è solo l inizio. Per questo mette le cose in ch i a ro. Mentre i listini precipitano e il differenziale schizza, è impegnato nella prima bilaterale con Vladimir Putin. Nella dacia sul Mar Nero del presidente russo, il premier monitora sul telefonino l andamento dei mercati. Decide però di non modificare il programma. Anche per non dare l impressione dell emergenza. Le notizie che rimbalzano dall Italia e dalla Spagna, però, tengono banco. È lui stesso a parlarne con lo 'zar' del Cremlino: la situazione nell Eurozona è «difficile», ma proprio per questo dobbiamo «rafforzare i rapporti nell economia reale, industriale e commerciale». E in questo, dice Monti a Putin, la Russia rappresenta un partner «strategico» per l Italia. Durante la conferenza stampa congiunta, sollecitato dai giornalisti, il premier è costretto ad articolare meglio la sua analisi. Dapprima con una certa cautela. Sull'ipotesi di chiedere un vertice europeo straordinario, ad esempio, risponde di non ritenere,«oggi», necessario un simile passo. Il summit di fine giugno, sottolinea, ha già fatto «passi avanti» per risolvere la crisi dei debiti sovrani. Poi però ammette che i princìpi non si sono tradotti in fatti. «E' ovvio che come rivela lo spread c'è grande nervosismo sui mercati», ma ciò «ha poco a che fare con l Italia» e dipende semmai da «notizie e indiscrezioni» sull'applicazione delle decisioni prese a Bruxelles. Accordo che invece, a suo avviso, dovrebbe essere «implementato senza rumore e in tempi brevi». Vuole evitare «allarmismi», ma è lui stesso a riconoscere che lo scudo così come ipotizzato non basta. Maggiori risorse per l'attuale Efsf e il futuro Esm (i due fondi salva-stato che dovrebbero, su richiesta, comprare titoli dei Paesi «virtuosi» in difficoltà) farebbero «ovviamente» comodo, ma «non credo sia molto facile ottenerle nel breve periodo». Ancora più utile sarebbe la concessione della «licenza bancaria» al Fondo permanente, in modo da consentire all Esm di attingere alle munizioni della Bce. Ma anche su questo è costretto a precisare, senza però citare la Germania ci sono «resistenze». Eccolo il punto: Monti sa bene che tedeschi (ma anche finlandesi e olandesi) da quell'orecchio non ci vogliono proprio sentire. Proverà a spiegare le sue ragioni nel tour diplomatico che in Agosto lo porterà prima ad Helsinki e poi, dopo una tappa a Madrid, forse all Aia. Ma i tempi non sono ancora maturi per riaprire il negoziato: a bloccare tutto c'è il pronunciamento della Corte tedesca sulla costituzionalità dell Esm. Atteso solo a settembre. Ecco perchè sarebbe inutile chiedere un vertice straordinario. Ed ecco perchè l Italia farebbe meglio per ora a puntare sull' «economia reale». Federico Garimberti «Mosca è un partner strategico più forti i legami commerciali» l Un posto su dieci colpito dalla crisi nella sola industria. In cinque anni si contano 675mila posti di lavoro in meno, tra quelli già andati in fumo e a rischio. La stima è della Cisl che nel nono rapporto annuale ripercorre l'andamento del settore dal primo trimestre del 2007 allo stesso periodo del «La perdita secca» viene indicata in posti, cui si sommano « lavoratori equivalenti a zero ore», interessati da cig speciale o in deroga. In sostanza, dice il rapporto, «dal lato del lavoro è stato perso il 10% della base industriale». Perchè se si confrontano i 675mila posti in «riduzione effettiva o potenziale» con gli oltre 7 milioni di occupati nell industria ad aprile 2007, si sfiora il 10%. Insomma uno su dieci. Un quadro «allarmante» commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, considerando urgente il rilancio di uno dei «capisaldi» del Paese (che al contrario porterebbe migliaia di posti di lavoro in più), come evidenziato dallo stesso titolo del rapporto «Fare sistema per rilanciare l'industria e la crescita». Percorso che va avviato con «il confronto vero, la concertazione ed uno sforzo comune» aggiunge insieme al segretario confederale, responsabile per l industria, Luigi Sbarra: «Serve un progetto che ridia centralità e prospettiva al settore industriale per evitare un ulteriore perdita di posti di lavoro e contrazione della produzione». Secondo il rapporto, tra il 2007 e il 2011 le ore di cassa integrazione complessive, per l industria e l edilizia, sono aul SOCI (RUSSIA). «Mi dichiaro pienamente soddisfatto dai colloqui». Mario Monti riassume con queste parole l esito della sua prima bilaterale con Vladimir Putin a Soci, preceduta da un incontro con il premier Dimitri Medvedev a Mosca in cui si sono siglati diversi accordi e memorandum commerciali. C'è piena sintonia tra il presidente del Consiglio e il presidente della Federazione Russa, dimostrata dalla volontà non solo di mantenere l attua - le intensità nelle relazioni commerciali, ma persino di aumentarla rispetto ai governi precedenti, compreso quello dell amico» di Putin, Silvio B e rl u s c o n i. Mario Monti arriva nella dacia presidenziale sulle sponde del Mar Nero con in tasca un pacchetto di accordi che vanno dalle poste all energia, dalle costruzioni all ambiente. L incon - tro con Putin serve a conoscersi visto che nel loro primo e unico precedente incontro si sono scambiati poche parole a margine del G20 di Los Cabos. Di temi sul tavolo ce ne sono davvero molti: dai settori di collaborazione, alla crisi dell Eu - rozona; dalla Siria, ai progetti futuri. Anche la tempesta nei mercati finanziari e dei titoli sovrani viene analizzata: Monti riferisce di aver informato il presidente russo delle riforme fatte dall Italia e delle sue recenti iniziative europee. Conferma che uno dei modi per uscirne è quello di puntare «sull'economia reale», cominciando proprio dal rafforzamento dei legami commerciali con «il partner strategico» russo. Si parla anche di Siria, forse l argomen - to più delicato vista la vicinanza di Mosca al regime di Damasco. L italiano spinge per una soluzione «libanese» con un governo espressione di tutte le componenti della società siriana, ma sottolinea che per ottenerlo è necessario l aiuto della Russia nel Consiglio GLI ACCORDI Siglati nei settori energia,costruzioni e ambiente di sicurezza dell Onu. Putin ascolta, ma sostanzialmente resta sulle sue posizioni, limitandosi a dire che la crisi deve essere risolta tramite un negoziato e non con le armi, sottolineando però che il rovesciamento di Assad rischierebbe di prolungare la guerra civile. Per il resto, sono rose e fiori: Monti parla di «stato davvero eccellente» nelle relazioni italo-russe, sottolineando «l'interdipendenza» delle due economie. Entrambi sottolineano l'importanza del gasdotto South Stream: l italiano aggiungendo che serve un accordo UE-Russia sulle modalità di applicazione del pacchetto di liberalizzazioni energetiche e il russo confermando i tempi di costruzione del gasdotto. Monti e Putin sembrano guardare soprattutto al futuro. «Gli accordi firmati danno l idea di quanto abbiamo fatto», ha detto il premier italiano, aggiungendo però che «moltissimo rimane ancora fattibile» fra i due paesi. Non è un caso che sia lo stesso professore ad annunciare che la Russia non intende modificare l a m m o n t a re delle riserve in euro. Anche sul piano personale il rapporto sembra essere partito nel modo migliore. Monti confida nella «grande leadership» dello 'zar del Cremlinò come guida nelle scelte di coordinamento delle economie, mentre Putin sottolinea che il «professor Monti, da grande specialista di cose economico-finanziare non ha bisogno di consigli» su come aiutare l Eurozona ad uscire dalla crisi. Semmai, sottolinea il presidente russo con uno sguardo alle difficoltà interne di Monti, «serve un atto di responsabilità della società civile e di fiducia» per l ado zione di riforme strutturali. Per la pubblicità su BARI: 080/ BARLETTA: 0883/ MONOPOLI: 080/ FOGGIA: 0881/ BRINDISI: 0831/ LECCE: 0832/ TARANTO: 099/ POTENZA: 0971/ L AMICO PUTIN Incontro cordiale tra il premier italiano Monti e il presidente russo. Ieri sono stati anche siglati importanti accordi commerciali e industriali tra Italia e Russia MONTI E L E U R O PA Presto visite in Finlandia e Olanda per convincere i due Paesi ad appoggiare il fondo salva-. spread LAVORO, STUDIO DELLA CISL Industria, persi 675mila posti in cinque anni

9 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwY0QypNkhxCJlpyXK1/w5Z4= RASSEGNASTAMPA 5 Il direttore della Agenzia delle Entrate ammette che la macchina fiscale italiana è pachidermica. Ed elogia i Caf PRIMO PIANO Ma il sistema, secondo lui, è molto complicato per le troppe norme di sgravio. Che devono essere sfoltite «Fisco da semplificare? Tagli alle agevolazioni» Così negli ultimi 5 anni i posti di lavoro in meno nell industria % i posti persi mentate del 315,9%, con un esplosione della cassa in deroga, che passa dal 7,4% al 14% delle ore totali di cassa autorizzate. Nove regioni appaiono più in difficoltà, per numero di lavoratori coinvolti: Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna. «Non solo la crisi partita fra il 2008 e il 2009 non è superata, ma questo primo scorcio di 2012 fa intravedere una fase ancora difficilissima». Puglia ANSA-CENTIMETRI l PA L E R M O. Per dimostrare che la Sicilia non rischia il default e che «i conti tengono, nonostante la situazione sia difficile», il governatore, Raffaele Lombardo, oggi si presenterà a Palazzo Chigi con un corposo dossier predisposto dagli uffici della Regione durante il week-end. Al premier Monti, Lombardo, nei cui confronti proprio stamani la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per reato elettorale aggravato dall avere favorito l associazione mafiosa, spiegherà che «il vero problema è quello della liquidità, avere il contante per pagare i fornitori», quindi presenterà il conto: «Ci è dovuto un miliardo di euro, spero che arrivi». Sebbene anche il ministro dell Interno, Anna Maria Cancellieri, ieri in visita in Sicilia, abbia ribadito che «non c'è un rischio default» ma «una situazione economica grave come in altre regioni italiane», l eco della crisi finanziaria dell isola è occupati nell industria (apr 2007) i lavoratori equivalenti a zero ore (cig speciale o in deroga) TRA IL 2007 E IL ,9% REGIONI CON PIÙ LAVORATORI IN CIG Le ore di cassa complessive Piemonte Lombardia per industria ed edilizia Cassa in deroga (% su totale ore cassa) Lazio Umbria 14 Campania Abruzzo 7, Sardegna Basilicata l Il fisco italiano è un «pachiderma». È «quasi impossibile compilare da soli un 730». C'è stata una vera e propria «bulimia delle norme fiscali negli ultimi 40 anni». Il direttore dell Ag enzia delle Entrate, Attilio Befera, fa proprie le lamentele di tanti contribuenti e chiede di accelerare sulla semplificazione degli adempimenti fiscali. Noi «ci stiamo già lavorando», annuncia a un convegno dei Caf, i centri di assistenza f i s c a l e. Il tema «semplificazione» è centrale nel rapporto tra fisco e contribuenti sul quale i Caf svolgono un ruolo di intermediazione che, secondo una ricerca dell Ispo di Renato Mannaimer è considerata utile dal 98,7% dei «clienti» dei Centri di Assistenza. Un ruolo che la stessa Consulta dei Caf chiede di modificare, dopo 20 anni, adeguandola alla realta. Tre i temi da affrontare, afferma il coordinatore nazionale Valeriano Canepari che ha anche lamentato il taglio dei compensi decisi con le ultime manovre dal Governo. Per i Caf il futuro passa attraverso un ampliamento della platea di contribuenti che possono compilare il modello 730, la dematerializzazione e informazione di tutta la documentazione con Agenzia Entrate e Inps, il potenziamento della funzione dei Caf nel confronto con le strutture del fisco per i controlli formali. La definizione di Lombardo a rapporto da Monti Vuole dimostrare che i conto sono ok. La stampa estera: la Sicilia è la Grecia dell Italia arrivato sulla stampa estera: l International Herald Tribune e il New York Times definiscono la Sicilia come «la Grecia d Italia», soprattutto dopo la decisione di Standard & Poor's di sospendere il rating, confermando BBB+ con outlook negativo, per «insufficienti informazioni». Ma il governatore non ci sta e ribadisce la tenuta dei conti. «Abbiamo un debito di 6 miliardi a fronte di un Pil di 80 miliardi, abbiamo un debito che pesa per il 7% sul Pil, quello dell Italia pesa per il 120%» incalza, mentre centinaia di autonomisti, esponenti del Mpa, nel pomeriggio hanno assediato a Palermo l ufficio del commissario dello Stato, da cui sarebbe partito l affondo nei confronti del governo Lombardo e dell autonomia statutaria. A gettare legna sul fuoco è anche un ex deputato AGENZIA DELLE ENTRATE Attilio Befera Alle agenzie di rating i consumatori chiederanno 120 miliardi l Non si ferma la battaglia dei Consumatori contro le agenzie di rating. Adusbef e Federconsumatori, infatti, hanno annunciato ieri che si costituiranno parte civile negli eventuali processi contro Moody's, Standard & Poor's e Fitch e metteranno in campo una class action per chiedere un rimborso di circa 120 miliardi di euro, cioè la cifra calcolata dalla Corte dei Conti come danno all Italia. Occhi puntati anche sulla manipolazione del mercato attraverso l Euribor, su cui i consumatori hanno reso noto i dubbi di Mario Draghi risalenti al Entro la fine di luglio hanno preannunciato le due associazioni di consumatori che hanno presentato la denuncia che ha dato origine all indagine la Procura di Trani chiuderà l'inchiesta contro procedure «semplificate», a misura di contribuente, potrebbe arrivare con il provvedimento di delega fiscale presentato dal governo in Parlamento. Befera ha auspicato la sua approvazione. Ma ha aggiunto se non si potrà portare avanti la riforma per nuove «urgenze legate all attacco alle finanze pubbliche», si potrà comunque procedere alle semplificazioni. «Sarà possibile stralciare alcune parti della delega e farle diventare norme nel più breve tempo possibile aggiunge Stiamo già lavorando» a possibili interventi. Sarebbe questa la strada per correggere il «problema fondamentale», del sistema fiscale italiano, che è «estremamente complicato», secondo il direttore dell Agenzia delle Entrate, soprattutto a causa delle agevolazioni. «In Italia un agevolazione non si nega a nessuno», spiega Befera citando il ministro delle Finanze della Democrazia cristiana degli anni '50, Ezio Vanoni. Si tratta in totale di oltre 700 aiuti per circa 240 miliardi di euro, dei quali alcuni sono «certamente inutili e non danno l utilità sociale per cui sono nati», per il direttore delle Entrate, bisogna poi «rivedere il sistema degli adempimenti per eliminare, o almeno ridurre, quelli non necessari». Si contrasta così la «bulimia delle norme fiscali degli ultimi 40 anni che, un pò per fare gettito, un po per favorire qualche lobby con le agevolazioni, ha creato un sistema che è un pachiderma». «Se riusciamo a semplificarlo possiamo ridurre l'esigenza di contatto fisico, arrivando al punto che basta spedire un assegno all Agenzia con l importo dovuto. Negli Stati Uniti lo fanno anche con i contanti, ma da noi meglio di no», che poi non si sa se arrivano, scherza Befera. Oggi «senza i Caf sarebbe quasi impossibile compilare un 730, figuriamoci un modello Unico» e i centri di assistenza hanno anche il merito, secondo Befera, di «avvicinare i cittadini al fisco e far vedere il dovere di pagare le tasse in positivo», come si è visto con l Imu. Fitch, mentre sono già terminate, con la richiesta del pm, Michele Ruggiero, di rinvio a giudizio, quelle su Standard & Poor's, che ha prodotto pagine di documenti, e su Moody's, le cui carte arriveranno in settimana. L'attenzione dei Consumatori si è concentrata anche sull'euribor, il tasso sui prestiti interbancari, sul quale la Procura di Trani, sempre su denuncia di Adusbef e Federconsumatori, ha aperto nei giorni scorsi un altra inchiesta per la manipolazione del mercato. Elio Lannutti, senatore dell Italia dei Valori e presidente Adusbef, ha reso noto il contenuto di una lettera in cui l attuale Presidente della Bce, Mario Draghi, in risposta agli analisti finanziari dell Aiaf, riportava i dubbi di operatori e studiosi. «I possibili elementi di debolezza» dell Euribor scriveva nel maggio del 2009 l al - lora Governatore della Banca d Italia riguardano principalmente la natura di tasso solo indicativo delle condizioni alle quali le banche sono disponibili ad offrire fondi non garantiti nonchè la rappresentazione parziale delle diverse comunità bancarie nel panel prese a riferimento per il calcolo dell indice». LA PROCURA DI TRANI In Puglia è partita l indagine sui reati finanziari. In caso di processo i consumatori si costituiranno parte civile regionale, appena dimessosi e coinvolto in vicende giudiziarie: Cateno De Luca, leader del movimento 'Sicilia Verà, ha trasmesso una nota al premier, con «gli artifizi contabili» che secondo lui «hanno consentito all attuale governo regionale di occultare oltre 10 miliardi di debiti». All esito del vertice a Palazzo Chigi è legato a stretto filo il testo di legge sulla spending review composto da 62 norme, tra cui il «taglio» di circa dipendenti della Regione, attraverso il prepensionamento, oltre a riduzioni di società pubbliche, canoni di locazione e buoni pasto. Il provvedimento trasmesso stamattina dall a s s e s s o re all Economia, Gaetano Armao, però s'è subito arenato in commissione Finanze dell Assemblea regionale. Sembra che Lombardo non condivida alcune norme, a cominciare proprio dalla riduzione del personale, tagli che vorrebbe evitare, soprattutto in prossimità della campagna elettorale. Il testo, «bloccatò in attesa del vertice romano, dovrebbe essere comunque approvato dall Ars, come emendamento all asse - stamento di bilancio, entro il 31 luglio, giorno in cui il governatore dovrebbe dimettersi, come ha più volte annunciato. Ma un altro caso rischia di sollevare nuove polemiche in tempi di tagli alla spesa. La Regione ha appena «arruolato» oltre mille 'rilevatorì, personale esterno, inserito in due appositi elenchi, che sarà chiamato a svolgere indagini statistiche per i prossimi tre anni. Il numero è il doppio di quello del triennio precedente e il ricorso agli esterni viene motivato con la carenza di personale in una Regione che però conta 18 mila dipendenti. Alfredo Pecoraro

10 2 martedì 24 luglio 2012 L EUROPA E LA CRISI Italia e Spagna, morsa di mercati e spread Lunedì nero, la Borsa di Milano risale dai minimi e contiene la perdita al 2,7% Allarme per il differenziale tra i Btp e i Bund che risale a 516. Piena emergenza a Madrid MARCO VENTIMIGLIA mventimiglia@unita.it Se il problema fosse stato solo il lunedì appena trascorso, ampiamente annunciato come un giorno critico per i mercatietaleconfermatosi, si potrebbe persino tirare un sospiro di sollievo. Alla metà del pomeriggio, infatti, quando le Piazze finanziarie europee hanno chiuso le contrattazioni, le cospicue perdite delle Borse e la forbice allargata degli spread sono comunque risultatenon cosìdevastantidiquanto temuto nelle prime drammatiche ore della seduta. Ma lunedì è stato soltanto il primo giorno di una lunghissima settimana nella quale non c'è motivo per sperare che si diradino le nubi plumbee che gravano sui Paesi dell'euro. Se il rinnovato tira e molla sulla permanenza della Grecia nell'area della valuta unica, nonché le crescenti apprensioni per la tenuta finanziaria della Spagna, hanno eroso anche ieri gli indici azionari, Piazza Affari ha perso il 2,72%, e dilatato i differenziali dei titoli di Stato, lo stesso potrebbe accadere da oggi fino a venerdì, per non parlare di quel che ci riserverà un mese di agosto che evoca tutt'altri scenari rispetto alle tradizionali immagini vacanziere. Samaras eletto premier a giugno proprio per scongiurare la supposta fuoriuscita dall Eurozona TEODORO ANDREADIS Come in un gioco perverso nel quale il passato è condannato ad un eterno ritorno, la Grecia in piena estate torna a viverela suaennesimaemergenzaeconomica. Dopo le dichiarazioni del governo tedesco e le indiscrezioni di stampa su uno stop agli aiuti da parte del Fondo monetario internazionale, oggi partono i nuovi incontri dei responsabili del governo ellenico e dei partiti con i rappresentanti della Troika (Fmi, Bce e Unione europea) per discutere di ulteriori tagli di 11,5 miliardi di euro e dei programmi di Il ministro spagnolo Luis de Guindos... Il ministro dell Economia spagnolo ha negato la necessità di un piano di salvataggio per il Paese austerità per il 2013 ed il Mentre la stampa tedesca insiste nel prevedere chela Grecia asettembrepotrebbe arrivare al fallimento, il governo nato dopo il voto del 18 giugno e guidato dal conservatore Antònis Samaràs proverà a convincere i responsabili della Troika a rivedere il programma lacrime e sangue imposto due anni e mezzo fa. VICINI AL PICCO DI NOVEMBRE Nella cronaca dell'accaduto è bene cominciare dall'andamento degli spread, perché si tratta dell'elemento il cui ulteriore deteriorarsi potrebbe provocare in poche settimane pesanti conseguenze politiche in ambito europeo conla perentoria richiesta di nuovee pesanti manovreeconomiche alle nazioni più nel mirino, che in questo momento sono indubbiamente Spagna ed Italia, facendo della Grecia un capitolo a parte. Alla fine della seduta il differenziale di rendimento tra Btp decennali e gli omologhi Bund tedeschi ha ripiegato fino a 516 punti. Stesso andamento per i titoli spagnoli ma su livelli superiori, visto che la sessione è terminata con i Bonos a quota 633 punti. Numeri che sul mercato secondario si sono tradotti in un tasso d'interesse del 6,33% per i Btp e addirittura del 7,49% per i titoli spagnoli. Valori altissimi ma inferiori a quelli registrati in mattinata, quando il differenziale fra bond italiani e tedeschi si era arrampicato fino a 530 punti base. A questo punto, ennesima riprova della gravità della situazione, non manca molto per oltrepassare i livelli record toccati dagli spread. Si era all'inizio dello scorso novembre quando il differenziale fra Btp e Bund raggiunse il picco di 574 punti e contribuì non poco a determinare l'uscitadi scenadel governo Berlusconi. Nell'anno in corso, invece, è proprio il dato di ieri a rappresentare il maggior livello dello spread. Male i titoli di Stato e male anche le Borse, come accade ormai con inquietante regolarità. Pur nella sua perdurante negatività, il lunedì di contrattazioni va in realtà diviso in due: prima e dopo la decisione della Consob e della sua omologa spagnola, la Comision nacional do mercato de valore, che sono scese in campo contro la speculazione imponendo con un intervento coordinato lo stop alle vendite allo scoperto su banche e assicurazioni, anche ieri i titoli più colpiti dalle vendite. Fino a qual momento Milano e Madrid avevano accumulato perdite da brivido, vicine e superiori al 5%. Poi la situazione è lentamente migliorata con un andamento tornato in linea con le altre Piazze europee e nel caso della Borsa spagnola persino migliore, fino alla chiusura di Madrid in flessione "soltanto" dell'1,10%. Quanto ai mercati principali del continente, Londra ha perso il 2,09%, Parigi il 2,89% e Francoforte il 3,18%. C'è da dire che il miglioramento pomeridiano della situazione è stato aiutatoanche dalla relativatenuta di Wall Street, che dopo un'apertura con un calo vicino ai due punti percentualiha dimezzatoleperdite in poco tempo. Anche in questo caso è opportuno un balzo indietro nel tempo per scoprire che il livello toccato ieri da Piazza Affari, con l'ftse Mib precipitato a quota punti, è lo stesso dei giorni più neri del 2009, all'apice della crisi dei mutui subprime. Un altro specchio delle forti tensioni sui mercati è l'andamento delle valute. Ieri l'euro ha toccato i valori minimi da due anni a questa parte sul dollaro, chiudendo poi in leggero rialzo a quota 1,2112 dollari. LA SMENTITA SPAGNOLA Oggi si ricomincia con l'attenzione degli operatori, speculazione compresa, sempre concentrata sulle vicende di Atene e Madrid. Con i suoi 44 milioni di abitanti e varie regioni tecnicamente fallite, la preoccupazione per la Spagna è ai massimi livelli. Il ministro dell'economia Luis de Guindos, che oggi è a Berlino per incontrare il suo omologo tedesco Wolfgang Schäuble, ieri ha dovuto negare la necessità di un piano di salvataggio finanziario per il Paese dopo gli aiuti già concessi al settore bancario. Lo stesso de Guindos ha confermato che nel prossimo mese di novembre diverrà operativala badbank che dovrà ripulire i bilanci degli istituti di credito assorbendo gli asset "tossici" legati al settore immobiliare. Si tratta di una cifra immensa che si è arrivati a stimare in 450 miliardi di euro. Podestà straniero? Un anno fa, il 7 agosto, sul Corriere della Sera si poteva leggere un editoriale di Mario Monti dal titolo Il podestà forestiero, unarticolo di grande lucidità e in qualche modo propedeutico alla successiva cooptazione del professore alla guida del governo del Paese. È interessante rileggerlo oggi, al termine di un altra giornata tremenda per l Italia, per la Borsa, per lo spread tra i titoli del nostro debito pubblico e i Bund tedeschi. In quell articolo Monti rifletteva sulle prime azioni adottate dal tandem Berlusconi-Tremonti per fronteggiare l emergenza economico-finanziaria, spiegando che «dobbiamo ai mercati, con tutti i loro eccessi distorsivi, e soprattutto all Europa, con tutte le sue debolezze, se il governo ha finalmente aperto gli occhi e deciso alcune delle misure necessarie». Aggiungeva che «il governo e la maggioranza (...) hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un governo tecnico sopranazionale e, si potrebbe aggiungere, mercatista, con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York». Pur con la consueta eleganza e moderazione dei toni, Monti si era concesso qualche licenza polemica nei confronti di Berlusconi e Tremonti, ministro dell Economia peraltro assiduo OBIETTIVO: PRIVATIZZARE Ad Atene si vorrebbe sapere se le previsioni che parlano di casse statali vuote entro fine agosto potranno essere smentiteo sesitrattadell unica, triste, verità. Il primo ministro Samaràs ha incontrato Bill Clinton, chiedendogli di mobilitarsiper sosteneregli investimenti stranieri in Grecia. Gli imprenditori greco-americani, da parte loro, hanno versato 100mila dollari per aiutare le piccole e medieimprese elleniche. Gestidibuona volontà, necessari, ma che, ovviamente, non possono portare ad una soluzione. «Samaràs cerca di puntare sulle privatizzazionie, nel frattempo, vistol atteggiamento europeo, prova a rafforzare i rapporti con gli Stati Uniti», dicono molti commentatori. Ma la Troika non pare disposta a cambiare atteggiamento- malgrado il dissesto sociale- e i prestiti potrebbero essere davvero finiti. Strategie altamente contrastanti, in una crisi che sembra sfuggire a qualunque capacità di previsione. Grazie al taglio del valore dei titoli pubblici greci, il debito pubblico del Paese, secondo gli ultimi dati Eurostat, è sceso al 132,4%. Ma la disoccupazione reale rimane vicina al 25% e l economia non dà segni di ripresa. In questa tragedia dai toni a volte farseschi, i greci rischiano di vedere saltare anche quei pochi punti fermi che siera provato amettere poco prima delle ultime elezioni: i messaggi incalzanti, provenienti da mezza Europa, si erano concentrati nel sottolineare che una vittoria del centrodestra e del centrosinistra moderato avrebbe aiutato la trattativa per far rimanere il Paese nella moneta unica. Alla fine, i conservatori di Nuova Democrazia sono riusciti a superare di un 3% gli eurocomunisti di Syriza promettendo di dare battaglia per un futuro europeo sostenibile. A neanche cinque settimane dal voto, non c è più alcuna certezza. «Ci porteranno al fallimento e cercheranno di presentarci il ritorno alla dracma come un successo», dichiara il leaderdisyriza, Alexis Tsiprasinun intervista al quotidiano Real News. Tsipras si prepara ad ogni possibile sviluppo e chiede ai segretari delle altre forze di opposizione di non incontrare i rappresentanti della Troika. La borsa di Madrid FOTO DI FERNANDO ALVARADO/ANSA-EPA L ANALISI RINALDO GIANOLA rgianola@unita.it Unannofa Monti rifletteva sulvalore positivo del vincolo esterno perl Italia. Ma orale politiche europeehanno unpeso negativosul Paese frequentatore delle pagine di via Solferino. Monti riconosceva «l utile funzione svolta dai mercati, purché sottoposti a una rigorosa disciplina da poteri pubblici imparziali» e garantiva su «tutti i vantaggi di certi vincoli esterni, soprattutto per un Paese che, quando si governada sè, è poco incline a guardare all interesse dei giovani e delle future generazioni». Tuttavia, anche il presidente della Bocconi, pur apprezzando il ruolo del podestà forestiero, la- Atene attonita si trova di nuovo a rischio bancarotta PRIMA DELL AUTUNNO CALDO La piazza per il momento tace. È estate, e chi non lavora nel turismo magari approfitta per qualche giorno di villeggiatura dai parenti al paese. Ma è chiaro che la pace sociale potrebbe non reggere a lungo, forse neanche sino a settembre. Ed è già una calma, solo apparente, come dimostra la protesta dei lavoratori dell industria della acciaio in sciopero da otto mesi, senza stipendio, a presidiare i cancelli della ditta Chalivourghikì, ad Aspròpirgos, a venti chilometri da Atene. Si tratta di 400 operai che hanno detto no alla proposta della proprietà di accettare una riduzione dello stipendio del 40%, il che avrebbe significato vivere con 500 euro al mese per salvare dal licenziamento 180 lavoratori. Fuori dei cancelli dellafabbrica sono arrivati studenti, altri lavoratori, disoccupati, a portare la loro solidarietà- anche con piccole collette - ed a chiedere agli scioperanti di andare avanti. Le tensioni non sono mancate neanche ieri, quando gli operai che picchettano i cancelli si sono accorti che un piccolo gruppo di loro colleghi erano entrati in fabbrica per far ripartire la produzione: lanci di pietre verso i carrelli dell acciaieriae scontricon la polizia. Il governo si è detto disposto a far partire un tavolo di confronto, a condizione che lo stabilimento riapra.

11 martedì 24 luglio È fallito pure lui mentava dolorosamente la caduta di dignità politica della classe di governo, la perdita di autorevolezza in Europa e il tempo sperperato dal centrodestra nel prendere coscienza della drammatica situazione del Paese. Monti, infine, si preoccupava che «nelle decisioni imposte dai mercati e dall Europa tendono a prevalere le ragioni della stabilità rispetto a quelle della crescita». È passato un anno. I vincoli esterni dei mercati, dell Europa, dello spread, della cancelliera Merkel hanno prodotto un profondo cambiamento nel governo. Monti, certamente l uomo più sensibile ai mercati e più credibile in Europa, è succeduto a Berlusconi ed è statosostenuto finora daunalarghissima maggioranza parlamentare. È stata fatta la riforma delle pensioni, anche quella del mercato del lavoro, come ci erastato chiesto. È statovarato unpiano di liberalizzazioni, sono stati colpiti i lavoratori del pubblico impiego e i cittadini hanno pagato puntualmente l Imu. Sono arrivati i tagli alla sanità, agli enti locali, al trasporto pubblico. Non giudichiamo qui l equità e l efficacia di questi interventi. Il podestà forestiero li esigeva, sono stati approvati senza perdere tempo. Sindacati e imprese hanno mantenuto comportamenti di grande responsabilità. «Abbiamo fatto e stiamo facendo i compiti a casa» ha detto il presidente del Consiglio poche settimane fa. Ma questi impegni, assai gravosi per le famiglie, per milioni di lavoratori e pensionati, non ci hanno messo al riparo dall emergenza finanziaria, dalla speculazione anche se sarebbe più giusto dire dalla follia dei mercati, dalla miopia dell Europa che rinvia le misure per lo scudo anti spread e i progetti di unione bancaria e fiscale. Tutti i sacrifici sopportati dagli italiani rischiano di diventare inutili di fronte a uno spread che si muove sopra i 500 punti e a una dinamica dei tassi che porta il costo di finanziamento del debito pubblico a 80 miliardi di euro e più. In queste condizioni i cittadini non credono più al podestà straniero, alla moral suasion che vien da fuori. Gli italiani possono pensare che l Europa penalizza i più deboli e anche chi si impegna per risolvere storici e difficili problemi. Perché risale lo spread? La settimana scorsa, per Monti, era colpa «dell incertezza politica dell Italia», ieri dipendeva da «motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell'italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull'applicazionedelle decisionidel ConsiglioUe». I vincoli esterni sono sempre più incomprensibili. E di mercati è meglio non parlare. Vogliamo forse fidarci di quei gangster in doppiopetto che a Londra truccavano i tassi di interesse? Germania confusa, nel silenzio assordante di Angela Merkel Reprimenda al suo vice per la poca fiducia verso la Grecia La cancelliera ora teme il contagio PAOLO SOLDINI paolocarlosoldini@libero.it... Il ministro delle Finanze torna a chiedere ai greci di rispettare gli impegni E cerca sponda negli Usa La cancelliera Angela Merkel FOTO ANSA-EPA Ma la Germania vuole davvero il fallimento della Grecia e la sua uscita dall euro? La risposta è meno scontata di quanto appaia a prima vista. Nel Grande Silenzio che ha accolto le indiscrezioni dello Spiegel sullo stop ai versamenti da parte del Fmi a colpire è soprattutto la mancanza di una voce: quella di Angela Merkel. Hanno parlato, è vero, il vicecancelliere e ministro dell Economia Philipp Rösler e il potente ministro delle Finanze WolfgangSchäuble. Ma il primo è notoriamente in dissenso con la cancelliera e che la Grecia deve uscire dall euro lo va dicendo da settimane. Il secondo è stato alquanto ambiguo, sostenendo di «non voler certo indicare la strada alla trojka»: se la Grecia resta o esce si saprà solo dopo il rapporto dei funzionari di Commissione Ue, Bce e Fmi. Cioè non prima di settembre. La stessa cosa ha sostenuto, in sostanza, un oscuro portavoce della Commissione a Bruxelles che si è detto «fiducioso» e ha aggiunto che «abbiamo gli strumenti operativi per contrastare la speculazione». Ieri l importante quotidiano Süddeutsche Zeitung dava per scontato che anche Berlino si prepari a chiudere il rubinetto. Il motivo, attribuito ad «ambienti vicini al governo», sarebbe l impossibilità per la cancelliera di presentarsi al Bundestag a chiedere di nuovo soldi per la Grecia. È un argomento forte: negli ultimi due voti parlamentari, l approvazione di Fiskalpakt e Esm e gli aiuti alle banche spagnole, Frau Merkel si è salvata solo perché a favore hanno votato socialdemocraticie Verdi mentre la sua maggioranza si è sgretolata proprio perché molti deputatidicdu-csu edellafdperano contrari ad un aumento dei contributi tedeschi. Figurarsi quanta voglia possa avere Angela Merkel di farsi prendere a schiaffi per la terza volta. Perciò non andrà al Bundestag a dire ai suoi ciò di cui buona parte di loro e probabilmente la grande maggioranza dell opinione pubblica non vorrebbero mai sentire: «Dobbiamo salvare Atene perché se crolla l euro crolla anche l Europa». Sarebbe un gesto da statista, e lei non lo è. Tutto chiaro, allora? Berlino lascerà cadere Atene, così come reclamano Rösler e molti altri, tra cui il capo della Bundesbank? È possibile, ma non certo. È Frau Merkel che guida le danze e, per quanto possa sforzare la memoria, nessun osservatore troverà mai una dichiarazione della cancelliera dalla quale traspaia, anche in modo indiretto o velato, un qualsiasi riferimento alla possibilità che la Grecia, o qualche altro Paese, esca dall euro. Lei e Schäuble hanno accusato i greci di ogni nefandezza, hanno imposto condizioni capestro e invitato brutalmente a fare presto e bene i famosi «compiti a casa». Ancora ieri Il ministro ha invitato i reprobi a «rispettare tempi e impegni». Lo stesso governo greco, talvolta, ha dato l impressione di contare sull appoggio di fatto dei dirigenti di Berlino. D altra parte, quando dopo le ultime elezioni proposero la proroga di due anni delle misure imposte dal Memorandum, il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, liberale come Rösler, si mostrò inaspettatamente disponibile sulla richiesta, al prezzo di prendersi dure reprimende dalla cancelliera e dalla stampa amica. I DUBBI DI ANGELA C è un motivo per cui il vertice del governo tedesco è stato tanto prudente a non disegnare scenari di uscita della Grecia dall euro. La cancelliera e Schäuble sono (erano?) convinti che il default di Atene e il ritorno alla dracma innescherebbero un effetto domino ingovernabile che rischierebbe davvero di distruggere la moneta comune. Nel lungo dibattito tra gli economistisullagovernabilità omenodi un default guidato della Grecia, i due pendono dalla parte di quelli che pensano che ci sarebbe poco da governare : la reazione a catena investirebbe subito Spagna, Italia, Slovenia, Portogallo, Irlanda e, fuori dall Eurozona, Cipro. Ma poi si estenderebbe a tutta l area, Germania compresa. Se Merkel continua a pensarla così, e per ora non ci sono segnali di una sua resipiscenza, si capisce l imbarazzo che la induce al silenzio. Però tra l incudine del Bundestag ostile e il martello del timore per il Grande Domino, una via di fuga forse ci sarebbe. Se il Fmi rinunciasse allo stop dei pagamenti (che per ora resta ancora un ipotesi giornalistica), la Grecia potrebbe resistere ancora per qualche settimana, almeno fino all entrata in vigore dell Esm bloccato fino a settembre dalla Corte costituzionale tedesca. I 500 miliardi del nuovo fondo, aggiunti ai 250 residui del vecchio Efsf, configurerebbero un quadro nuovo, nel quale qualche margine di manovra si potrebbe ancora cercare. Certo, convincere la direttrice del Fmi Christine Lagarde, che sull argomento la pensa come Rösler e non lo nasconde, sarebbe un compito davvero duro. E però la cancelliera tedesca potrebbe avere, stavolta, un alleato: Barack Obama. Il presidente Usa pensa che Atene debba essere salvata ad ogni costo, anche perché le turbolenze che seguirebbero la bancarotta avrebbero effetti devastanti a poche settimane dalle presidenziali. E gli americani, nel Fondo di Washington, non sono certo gli ultimi arrivati. Un azione congiunta Merkel-Obama avrebbe qualche chance.... Da Bruxelles un anonimo messaggio esprime la «fiducia» della Commissione verso Atene È la paralisi europea la ragione del lunedì nero IL COMMENTO SILVANO ANDRIANI SEGUE DALLA PRIMA Èvero chesiè decisodi metteresubitoa disposizione della Spagna 30 miliardi per risanare le proprie banche, ma di prestarli non direttamente alle banche, ma al governo spagnolo col risultato paradossale che un governo impegnato ad imporre una feroce politica di austerità per ridurre il debito pubblico lo avrebbe fatto aumentare per salvare le banche. È veroche siammetteva in via di principio che il Fondo salva Stati potrebbe acquistare titoli pubblici per calmierare gli spread dei Paesi periferici, ma la proceduraper farlo restava e resta da definire e, soprattutto, i fondi a disposizione del Fondo per questo tipo di intervento restavano inadeguati. Da allora le cose sono peggiorate. La Corte Suprema della Germania si è presa fino al 15 settembre per dire se le decisioni prese, compresa l ipotesi di unificazione bancaria, siano compatibili con la Costituzione tedesca. E poi, come quasi tutti prevedevano, si è riaperto il caso greco. Che il governo di Atene non sarebbe stato in grado di rispettare gli impegni imposti dall accordo con la troika lo prevedevano in molti, ma l incoerenza della Commissione europea e della Germania è stato di avere sostenutopesantementeallerecenti elezioni, solo perché si dichiarava disposto ad applicare l accordo, il partito di destra che aveva provocato la crisi e che, per avere costruito in decenni il suo sistema di potere sulla corruzione e l evasione fiscale, mai avrebbe potuto combatterle come chiedeva quell accordo. Ora qualcuno la butta in politica e sostiene che lo spread italiano cresce per l incertezza politica interna. L influenza della politica italiana c è stata al tempo del governo Berlusconi quando il nostro spread, contro ogni logica economica, era più alto di quello spagnolo. Ora questa stortura è stata eliminata e lo spread italiano viaggia dietro quello spagnolo, pernonparlare diquelli delportogalloe dell Irlanda, tutti Paesi con governi nuovi di zecca, temprati dall accettazione incondizionata delle politiche di austerità e dotati di maggioranze massicce i cui spread tuttavia continuano a crescere al di sopra di quello italiano. Quasi tutti ora ammettono che l unica possibilità di arrestare in tempi brevi il rischio di una nuova crisi finanziaria sta nella volontà della Bce di acquistare titoli pubblici e fornire liquidità alle banche senza limiti. Mario Draghi per frenare la deriva dei mercati ha giorni fa dichiarato la volontà della Bce di difendere ad ogni costo l euro, ma i mercati evidentementevoglionovedere la Bce allaprova, sapendo le forti resistenze anche interne che deve affrontare. Ci sono due strade per consentire alla Bce di intervenire per calmierare gli spread senza cambiare il Trattato costitutivo. La prima richiede una decisione politica, quella di riconoscere al nuovo Fondo salva Stati la natura di banca e come tale farlo finanziare senza limiti dalla Bce per acquistare titoli di Stato all emissione. L altra, decisamente più obliqua, richiede che la Bce dichiari di volere utilizzare la possibilità prevista dal proprio statuto di acquistare titoli pubblici sui mercati secondari, ma di volerlo fare senza limiti forzando il senso di quella possibilità di intervento. Se Draghi riuscirà a superare le resistenze sarà decisivo, ma per capire da cosa esse hanno origine bisogna tener presente che i tedeschi hanno iscritto nella propria Costituzione, all indomani della seconda guerra mondiale, il dogma della separazione della politica monetaria da quella fiscale. Questo dogma è stato travolto dai fatti, ma nel tempo si è esteso aglialtri Paesi europeie itedeschi continuano a difenderlo. Quelli che sostengono che in fondo anche la Merkel sarebbe d accordo con gli Stati Uniti d Europa, con l unificazione bancaria, e che il guaio sarebbero solo alcuni falchi annidati nell establishment rischiano di creare illusioni. Basta leggere i sondaggi per scoprire che metà dei tedeschi vorrebbe allentare i legami con l Europa. Circa 200 economisti tedeschi hanno lanciato un appello contro la semplice ipotesi di una unificazione bancaria. La possibilità di cambiare la situazione sta nel fatto che, come mostrano i sondaggi e il recente attacco del segretario Spd alla linea Merkel, anche in Germania vi sono coloro che non condividono quella linea. Ma le battaglie per tentare di vincerle bisogna combatterle a viso aperto.

12 6 Primo piano La crisi economica Speculazione alimentata dall incertezza dell Ue Listini in calo Spread in alto Sospesi molti titoli bancari, la Consob interviene vietando la vendita allo scoperto di titoli anche assicurativi di DOMENICO CONTI ROMA E' lunedì nero per i listini europei, trainati da Madrid e Milano che sul finale, dopo perdite di oltre il 5%, hanno limitato i danni grazie allo stop alle vendite allo scoperto deciso dalle autorità di borsa nazionali. Il provvedimento nonha impeditoagli spread di raggiungere livelli record per la Spagna e sfondare i 520 punti per l Italia, mentre l euro è piombato ai minimi da due anni sotto 1,21 dollari. E per oggi potrebbe prepararsi un altra giornata difficile per i titoli di Stato iberici e per i Btp italiani: Lch Clearnet, la principale cassa di compensazione titoli europea, ha deciso di alzare nuovamente i suoi margini di garanzia richiesti per le transazioni su alcuni titoli di Stato italiani e spagnoli. La clearing house londinese ha rivisto i parametriper i Btp con scadenze comprese tra i2 e 3,25 anni dal 4,80% al 5,55%, perquelli tra i 7 e 10 anni dal 9,50% all 11,65%, e tra i 15 e 30 anni dal 18% al 20%. L agen - zia, con effetto da domani, ha rivisto anche i margini per i Bonos con maturità comprese tra i 7 e 10 anni dal 11,80% al 12,20% e quelle tra i 15 e 30 anni fino al 20%. Dopo un inizio in profondo rosso, la borsa di Milano ha chiuso limitando le perdite con un - 2,76% a punti per il Ftse Mib, dietro Madrid (-1,1%) che ieri mattina, sui timori di un salvataggio necessario per le finanze pubbliche della Spagna, ha fatto da innesco per la forte correzione sui listini europei. La Consob, dopo la sospensione per eccesso di ribasso di istituti come Banco popolare, Mediobanca e Mps, è corsa ai ripari reintroducendo il divieto delle vendite allo scoperto sui titoli bancari e assicurativi, per essere seguita a stretto giro dall authority spagnola. È andata peggio per le altre principali piazze europee (lo Stoxx 600 ha segnato il calo più forte da tre mesi a questa parte) che, in assenza del riparo delle 'Consob' nazionali, chiudonocon calidel 2,89%(Parigi), 2% (Londra) e 3,18% per Francoforte. L intervento delle autorità di borsa non ha impedito un vero e proprio tracollo sul fronte dei titoli di Stato periferici, alimentatodai dubbisulla tenuta della Spagna e dalle indiscrezioni, circolate nel weekend e poi rientrate, secondo cui il Fondo monetario internazionale sarebbe pronto a lasciare la Grecia al suo destino. Da Soci, in Russia, il premier Mario Monti ha detto che il «grande nervosismo» sui mercati e sullo spread «ha poco a che fare con i problemi specifici dell Italia», ma piuttosto dipende dalle «notizie, dichiarazioni e indiscrezioni sull'applicazione» delle decisioni prese dal vertice Ue di fine giugno, che dovrebbero essere implementate senza rumore e in tempi brevi». Toni forti dal leader della Cisl Raffaele Bonanni: «A Monti diciamo che il tempo è scaduto. Deve convocarci subito. Serve un nuovo patto sociale» contro «l'attacco speculativo, lo sciacallaggio» in corso. Fatto sta che, mentre i rendimenti di Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna scendevano a minimi record a testimoniare la fuga generalizzata dal rischio, in una seduta ad alta volatilità la Spagna ha visto il proprio premio di rendimento decennale sfondare la soglia de 630 punti con un rendimento decennale record del 7,40%: un livello che, in precedenti come quello greco, ha fatto da apripista a un salvataggio europeo. Il rischio di default per il Paese iberico, misurato dai contratti derivati 'credit-default swap', è volato di 28,5 centesimi a 634, segnando anche qui un massimo storico. E a pagareil prezzo dell incertezza sulle misure europee anti-crisi e sulla capacità degli Stati di rimettere in ordine i conti pubblici è stato anche l euro, scivolato ai minimi dal giugno 2010 sul dollaro, a 1,2067, un livello inferiore alla media storica dei dodici anni di vita della divisa unica. di LUCIA SALI BRUXELLES Nell annunciato lunedì nero delle borse, con un nuovo record per lo spread spagnolo a 643 punti e quello italiano sempre alle stelle che ha chiuso a 516, l'ue si gioca la carta del tutto sotto controllo e, ostentando sicurezza, cerca di minimizzare la situazione sempre più pericolosa in cui si trova l eurozona. Prima la Commissione ripete come un mantra che «la Grecia deve restare nell eurozona» anche se Berlino oscilla ancora tra scetticismo e speranza sul futuro di Atene e che, nonostante le indiscrezioni dello Spiegel, «la posizione L INCHIESTA Rating, class action dei consumatori Perte civile nel giudizio contro le tre maggiori agenzie al mondo Lo scudo resta in soffitta, si aspetta che Spagna e Italia avanzino la richiesta di utilizzo L Ue ostenta sicurezza e apre sulla Grecia La Commissione ribadisce che gli ellenici devono rimanere nell eur o dell Fmi non è cambiata», dicendosi «fiduciosa» che una nuova tranche di aiuti possa essere sbloccata, anche se non prima di settembre. E dopo assicura di «avere in piedi gli strumenti» per far fronte alle tensioni sui mercati, come lo scudo antispread deciso all ultimo vertice Ue. Niente però si muove finora perchè, si è giustificata Bruxelles, l eventuale attivazione del meccanismo per arginare le fluttuazioni del differenziale con i titoli tedeschi «deve venire da una richiesta da parte di uno stato membro». Finchè Italia e Spagna non chiedono, quindi, Bruxelles, non può mettersi in moto. Ma l incertezza sulla reale operatività degli «strumenti» dell euro - zona, continuamente alimentata da dichiarazioni ambigue da parte dei paesi del club della tripla A, non passa inosservata ai mercati. E fa salire così lo spread, ha sottolineato oggi il premier Mario Monti dalla Russia, «per motivi che mi sembra hanno poco a che fare con problemi specifici dell Italia». Da qui il nuovo monito del presidente del Consiglio a mettere in atto le decisioni del Consiglio europeo di giugno «senza rumore e nei tempi più brevi». Anche se, ha ammesso lo stesso Monti, sarebbe «ovviamente» utile dotare di più risorse e di una «licenza bancaria» il futuro fondo salvastati permanente dell eurozona, l Esm. Che per poter vedere la luce aspetta la decisione del Corte tedesca il prossimo 12 settembre, in un crescendo di incertezza. ROMA Non si ferma la battaglia dei Consumatori contro le agenzie di rating. Adusbef e Federconsumatori, infatti, hanno annunciato oggi che si costituiranno parte civile negli eventuali processi contro Moody's, Standard & Poor's e Fitch e metteranno in campo una class action per chiedere un rimborso di circa 120 miliardi di euro, cioè la cifra calcolata dalla Corte dei Conti come danno all Italia. Occhi puntati anche sulla manipolazione del mercato attraverso l Euribor, su cui i consumatori hanno reso noto i dubbi di Mario Draghi risalenti al Entro la fine di luglio hanno preannunciato le due associazioni diconsumatori che hannopresentato la denuncia che ha dato origine all indagine la Procura di Trani chiuderà l'inchiesta contro Fitch, mentre sono già terminate, con la richiesta del pm, Michele Ruggiero, di rinvio a giudizio, quelle su Standard & Poor's, che ha prodotto pagine di documenti, e su Moody's, le cui carte arriveranno in settimana. L attenzione dei Consumatori si è concentrata anche sull'euribor, il tasso sui prestiti interbancari, sul quale la Procura di Trani, sempre su denuncia di Adusbef e Federconsumatori, ha aperto nei giorni scorsi un altra inchiesta per la manipolazione del mercato. Elio Lannutti, senatore dell Italia dei Valori e presidente Adusbef, ha reso noto il contenuto di una lettera in cui l attuale Presidente della Bce, Mario Draghi, in risposta agli analisti finanziari dell Aiaf, riportava i dubbi di operatori e studiosi. «I possibili elementi di debolezza» dell Euribor scriveva nel maggio del 2009 l allora Governatore della Banca d Italia riguardano principalmente la natura di tassosoloindicativodelle condizioniallequalilebanche sono disponibili ad offrire fondi non garantiti». Mario Draghi con Angela Merkel

13 Primo piano 7 Un analista di Borsa Bersani insiste sulla modifica della legge elettorale Abc, negano elezioni «Avanti con Monti» di MILENA DI MAURO ROMA Il perimetro temporale alla sua esperienza di premier Mario Monti mentre in Italia monta la polemica sul voto in autunno, i mercati ballano e lo spread schizza sopra quota 500 lo ridisegna dalla lontana Russia. «Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del Sarò premier per breve tempo e non sarò vittima del potere», scandisce ponendo l accento su quella responsabilità non cercata e ribadendo che l Italia ha «fondamentali solidi» e non ha colpa se lo spread sale. Alla Rossiyskaya Gazeta il premier spiega che intende portare a termine il compito che Giorgio Napolitano gli ha assegnato, conferendogli «un potere mai desiderato» ma che ora il Professore vuole usare «per provare a cambiare» le cose nel Paese. Solo dopo ci saranno regolari elezioni. «Pongo molta speranza e auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità», rimette in manoilboccino alla strana maggioranza Monti, con l'auspicio che «una buona legge elettorale possa facilitare la vita politica». «Io rimarrò, come lo sono adesso, di ALFREDO PECORARO un senatore a vita chiarisce quanto a sè -. Anche questa è stata la decisione del Presidente Napolitano. Grazie a questo incarico potrò osservare la vita del Paese e continuerò a lavorare per il suo bene». I punti di riferimento del premier sono Quirinale e Costituzione. Ed il quadro che Monti delinea è chiaro. Ma la fibrillazione invece in Italia cresce, insieme alla paurachecon l arrivo del generale Agosto aumenti la tensione sui mercati e la situazione precipiti. Perciò, nonostante nell ufficiali - tà tutti le considerino una iattura, le elezioni anticipate ed il ritorno di un governo politico restano la segreta speranza di chi volentieri preferirebbe evitare di tornare al voto dopo nuove manovre lacrime e sangue.«tutte chiacchiere che creano solo confusione», taglia corto il leader del Pd Pierluigi Bersani appellandosi alla Bce ed invitando piuttosto la maggioranza ad «accelerare sulla legge elettorale, perchè non si può parlare di voto con questa». Nega di avere tentazioni sul voto ad ottobre anche il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. «Non sono vie d uscita nè il ricorso alle elezioni anticipate, che sarebbero solo una dichiarazione di fallimento da parte di tutte le forze politiche che sostengono Monti, nè il ricorso ad una grande coalizione politica», mette in chiaro. Ma il Pdl, pur senza attaccare Monti in questo lunedì nero, si prende la sua rivincita, sottolineando che oggi siamo sotto attacco tanto quanto lo eravamo con Berlusconi premier. Il tema dell appro - do al voto che ieri Il premier ribadisce «Il mio un mandato a termine» persino l Udc con il filo-monti Pier Ferdinando Casini per la prima volta definiva possibile» -, si intreccia intanto con quello delle possibili alleanze. E l Idv di Antonio Di Pietro punta il dito contro i partiti che «vogliono una legge elettorale per avere mani libere e fare, dopo le elezioni, quelle alleanze che prima non oserebbero mai confessare ai loro elettori». Tutta all attacco invece è la Lega, che con il segretario Roberto Maroni annuncia di voler salire al Colle per chiedere il voto ad ottobre e decreta la fine di Monti: «Spreadalle stelle,borse nelcaos: Il premier ha fallito, si dimetta subito, elezioni a ottobre». IL CASO SICILIA Monti invita a guardare all economia reale Poche risorse per lo scudo antispr ead di FEDERICO GARIMBERTI SOCI (RUSSIA) Troppi tentennamenti in Europa e poche risorse per lo scudo anti-spread, l Italia non c entra. Sono queste per Mario Monti le ragioni dell ennesimo tonfo della borsa e dell ulteriore impennata nello spread di bond italiani e bonos spagnoli. Eppure, lo stesso premier ammette che per ora sarebbe inutile tornare a far sedere i leader europei intorno al tavolo. Non fino a quando la Corte costituzionale tedesca non avrà sciolto il nodo gordiano che rende zoppo il fondo salva-stati. L analisi del presidente del Consiglio arriva al termine dell ennesimo lunedì nero per le borse e per il differenziale con i bund tedeschi. Lo spread alla fine si attesta a quota 516, e Piazza Affari, dopo aver perso il 5%, recupera per fermarsi a - 2,7%. Poteva andare peggio, ma il Professore sa che questo è solo Mario Monti l inizio. Per questo mette le cose in chiaro. Mentre i listini precipitano e il differenziale schizza, è impegnato nella prima bilaterale con Vladimir Putin. Nella dacia sul Mar Nero del presidente russo, il premier monitora sul telefonino l andamen - to dei mercati. Decide però di non modificare il programma. Anche per non dare l impressio - ne dell emergenza. Lombardo vola da Monti per smentire il default Il governatore: «Debito di 6 miliardi, il Pil di 80». Ex deputato scrive al premier Le notizie che rimbalzano dall Italia e dalla Spagna, però, tengono banco. È lui stesso a parlarne con lo zar del Cremlino: la situazione nell Eurozona è difficile, ma proprio per questo dobbiamo «rafforzare i rapporti nell economia reale, industriale e commerciale». E in questo, dice Monti a Putin, la Russia rappresenta un partner strate- gico per l Italia. Durante la conferenza stampa congiunta, sollecitato dai giornalisti, il premier è costretto ad articolare meglio la sua analisi. Dapprima con una certa cautela. Sull'ipotesi di chiedere un vertice europeo straordinario, ad esempio, risponde di non ritenere, oggi, necessario un simile passo. Il summit di fine giugno, sottolinea, ha già fatto «passi avanti» per risolvere la crisi dei debiti sovrani. Poi però ammette che i principi non si sono tradotti in fatti. «E' ovvio che come rivela lo spread c'è grande nervosismo sui mercati», ma ciò «ha poco a che fare con l Italia» e dipende semmai da «notizie e indiscrezioni» sull'applicazione delle decisioni prese a Bruxelles. Accordo che invece, a suo avviso, dovrebbe essere «implementato senza rumore e in tempi brevi». Vuole evitare «allarmismi», ma è lui stesso a riconoscere che lo scudo così come ipotizzato non basta. Maggiori risorse per l'attuale Efsf e il futuro Esm (i due fondi salva-stato che dovrebbero, su richiesta, comprare titoli dei Paesi 'virtuosì in difficoltà) farebbero «ovviamente» comodo, ma «non credo sia molto facile ottenerle nel breve periodo». Ancora più utile sarebbe la concessione della «licenza bancaria» al Fondo permanente, in modo da consentire all Esm di attingere alle munizioni della Bce. Ma anche su questo è costretto a precisare, senza però citare la Germania ci sono «resistenze». Eccolo il punto: Monti sa bene che tedeschi (ma anche finlandesi e olandesi) da quell'orecchio non ci vogliono proprio sentire. Proverà a spiegare le sue ragioni nel tour diplomatico che in Agosto lo porterà prima ad Helsinky e poi, dopo una tappa a Madrid, forse all Aia. Ma i tempi non sono ancora maturi per riaprire il negoziato: a bloccare tutto c è il pronunciamento della Corte tedesca sulla costituzionalità dell Esm. Atteso solo a settembre. Ecco perchè sarebbe inutile chiedere un vertice straordinario. Ed ecco perchè l Italia farebbe meglio per ora a puntare sull' economia reale. Il presidente del Consiglio, durante il vertice italo-russo, non ha nascosto che «la situazione in cui versa l eurozona è difficile», ma «per noi è uno stimolo in più per cercare rapporti solidi nell economia reale». In particolare, il premier ha voluto fugare qualsiasi dubbio circa la responsabilità italiana dell allarme rosso sugli spread: «E' ovvio ha scandito che c'è grande nervosismo sui mercati ma per motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell Italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull'applicazione delle decisioni del Consiglio Ue», che riguardano lo scudo antispread. PALERMO Per dimostrare che la Sicilia non rischia il default e che «i conti tengono, nonostante la situazione sia difficile», il governatore, Raffaele Lombardo, oggi si presenterà a Palazzo Chigi con un corposo dossier predisposto dagli uffici della Regione durante il week-end. Al premier Monti, Lombardo, nei cui confronti proprio stamani la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per reato elettorale aggravato dall avere favorito l associazione mafiosa, spiegherà che «il vero problema è quello della liquidità, avere il contante per pagare i fornitori», quindi presenterà il conto: «Ci è dovuto un miliardo di euro, spero che arrivi». Sebbene anche il ministro dell Interno, Anna Maria Cancellieri, ieri in visita in Sicilia, abbia ribadito che «non c'è un rischio default» ma «una situazione economica grave come in altre regioni italiane», l eco della crisi finanziaria dell isola è arrivato sulla stampa estera: l Inter - national Herald Tribune e il New York Times definiscono la Sicilia come la Grecia d Italia», soprattutto dopo la decisione di Standard & Poor's di sospendere il rating, confermando BBB+ con outlook negativo, per «insufficienti informazioni». Ma il governatore non ci sta e ribadisce la tenuta dei conti. Ab - biamo un debito di 6 miliardi a fronte di un Pil di 80 miliardi, abbiamo un debito che pesa per il 7% sul Pil, quello dell Italia pesa per il 120%» incalza, mentre centinaia di autonomisti, esponenti del Mpa, nel pomeriggio hanno assediato a Palermo l ufficio del commissario dello Stato, da cui sarebbe partito l affondo nei confronti del governo Lombardo e dell autonomia statutaria. A gettare legna sul fuoco è anche un ex deputato regionale, appena dimessosi per vicende giudiziarie: Cateno De Luca, leader del movimento 'Sicilia Verà, ha trasmesso una nota al premier, con «gli artifizi contabili» che secondo lui «hanno consentito all at - tuale governo regionale di occultare oltre 10 miliardi di debiti». All esito del vertice a Palazzo Chigi è legato a stretto filo il testo di legge sulla spending review composto da 62 norme, tra cui il «taglio» di circa dipendenti della Regione, attraverso il prepensionamento, oltre a riduzioni di società pubbliche, canoni di locazione e buoni pasto. Il provvedimento trasmesso ieri mattina dall assessore all Eco - nomia, Gaetano Armao, però s'è subito arenato in commissione Finanze dell Assemblea regionale. Sembra che Lombardo non condivida alcune norme, a cominciare proprio dalla riduzione del personale, tagli che vorrebbe evitare, soprattutto in prossimità della campagna elettorale. Il testo, «bloccatò in attesa del vertice romano, dovrebbe essere comunque approvato dall Ars, come emendamento all assesta - mento di bilancio, entro il 31 luglio, giorno in cui il governatore dovrebbe dimettersi, come ha più volte annunciato. Ma un altro caso rischia di sollevare nuove polemiche in tempi di tagli alla spesa. La Regione ha appena «arruolato» oltre mille rilevato - ri, personale esterno, inserito in due appositi elenchi, che sarà chiamato a svolgere indagini statistiche per i prossimi tre anni. Il numero è il doppio di quello del triennio precedente e il ricorso agli esterni viene motivato con la carenza di personale in una Regione che però conta 18 mila dipendenti. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o

14 6 martedì 24 luglio 2012 L ITALIA E LA CRISI Sindaci in marcia: Spending review letale Comuni e sindacati in piazza per protesare contro il decreto Le Province: con i tagli a rischio l apertura di 5mila scuole Camusso: diritto alla salute compromesso MASSIMO FRANCHI ROMA Comuni e sindacati in piazza, mentre maggioranza e governo accelerano sugli emendamenti. Oggi sarà una giornata fondamentale per il cammino della Spendingreview. Alle11, con concentramento in piazza Sant Andrea della Valle, sindaci e amministratori protesteranno davanti al Senato contro «i tagli lineari» del decreto sulla Revisione di spesa. «Riceviamo continue telefonate di sindaci che ci dicono che vogliono partecipare - spiega Graziano Delrio, presidente dell'associazione dei comuni italiani e sindaco di Reggio Emilia - la sofferenza è forte, ed alta è l aspettativa per l'appuntamento. Tutti comprendono la delicatezza e l importanza del passaggio: la spending review, se approvata così come è, rischia di essere letale per molti comuni. Non è tardi per cambiare il testodeldecreto - attaccadelrio - il governo può impegnarsi a lavorare con noi ad agosto e a settembre per tagliare realmente gli sprechi. È giusto risparmiare ma non è giusto farlo così a casaccio, altrimenti si mettono in crisi tutti, sia chi spreca sia chi no, forse di più questi ultimi». Oggi i sindaci incontreranno il presidente del Senato, Renato Schifani e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. In piazza ci saranno anche i sindacati Fp Cgil e Uil Fpl, per i quali «il decreto va cambiato radicalmente: i Comuni sono, insieme al servizio sanitario nazionale, i più grandi produttori di servizi del Paese, garantiscono diritti di cittadinanza, danno lavoro, offrono coesione sociale: colpire loro,come colpire il lavoro, significa colpire il cuore del Paese», scrivono in una nota comune Rossana Dettori e Giovanni Torluccio, Segretari Generali della Fp Cgil e della Uil Fpl.... Governo e relatori al lavoro al Senato per accelerare sugli emendamenti... Previste modifiche su esodati, società in house e riduzione dei tagli alla ricerca SENATO, EMENDAMENTI ANTICIPATI Intanto l esame del decreto sulla spending review prende velocità e i relatori hanno lavorato fino a tarda sera per presentare gli emendamenti messi a punto con il governogià oggi anzichémercoledì. L approdo in aula invece rimarrebbe previsto per giovedì con la fiducia che arriverebbe per chiudere la partita entro la settimana e passare alla Camera la settimana seguente e arrivare all approvazione definitiva prima della pausa estiva. I temi al centro degli interventi sono quelli già citati: sanità, enti locali, società in house, università, ricerca, e esodati. Mentre sulle province si è tenuto un incontro al Senato tra il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e una delegazione guidata dal leader dell'upi, Giuseppe Castiglione. Al vertice hanno partecipato anche qualche senatore, tra cui il relatore della spending review per il Pd, Paolo Giaretta. Materia del faccia a faccia le competenze che conserveranno le province, in primis l edilizia scolastica, e l accelerazione verso le città metropolitane. Tra le proposte di modifica attese domani potrebbe esserci la norma, rivista e corretta nella copertura, sul credito di imposta alle aziende colpite dal sisma in Emilia, tolta ieri dal decreto Sviluppo. Intanto la Cgil prosegue la protesta contro i tagli nella sanità. «Ci troviamo di fronte a tagli lineari che compromettono il diritto dei cittadini alla tutela della salute e a alle cure, mettendo in crisi i bilanci delle regioni più virtuose e il risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro», ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Proprio dalle Province è stato ribadito l allarme più grave: «Con questi tagli non siamo in grado di affrontare le spese per far partire l anno scolastico nei 5mila edifici in cui facciamo manutenzione», ha spiegato il presidente dell Upi, Giuseppe Castiglione. E c'è di più: «La metà delle Province andrà in dissesto, anzi, tecnicamente, lo siamo già». Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perché il governo considera comeconsumiintermedi untotaledi3,7 miliardi di euro. In realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi, dicono, in sintesi, Castiglione, Saitta e il presidente della ProvinciadiPotenza, PieroLacorazza. I consumi intermedi sono stati ottenuti dal Governo prendendo la spesa corrente e sottraendovi le spese per il personale, quelle per gli interessi e per le funzioni obbligatorie ma il totale effettivo dell'ammontare dei consumi intermedi, escluse le spese per i servizi ai cittadini, è pari, per l'upi, a 1,3 miliardi. Una posizione che trova l inaspettato appoggio del ministropiero Giarda: «Ho cercato invano di far cambiare quella norma, è contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del governo». M.FR. ROMA Fim e Uilm a trattare con Federmeccanica, la Fiom in strada a protestare, a Roma e in tutta Italia (da Udine a Siracusa), sotto le sedi di Confindustria. Il primo incontro per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici si è concluso a viale dell Astronomia con Allerme delle Province per l apertura del nuovo anno scolastico FOTO DI MASSIMO PERCOSSI/ANSA Contratto metalmeccanici, gli imprenditori aprono per avere la Fiom al tavolo Al via la trattativa. Il presidente Ceccardi: un anomalia l assenza della Cgil Fim e Uilm: andiamo avanti le presentazioni delle piattaforme (Fim e Uilm al mattino, Ugl e Fismic al pomeriggio) e con un appuntamento per il secondo incontro, quando inizierà la vera trattativa, per giovedì 13 settembre. Ma proprio l oggetto del contendere, l assenza dal tavolo dei metallurgici della Cgil, è stata oggetto delle parole dello stesso presidente di Federmeccanica Pierluigi Ceccardi: «È un anomalia e un problema per le relazioni sindacali», ha riconosciuto durante la riunione con i rappresentanti di Fim e Uilm. Deve essere «interesse di tutti - ha aggiunto - superare questa impasse». La questione del contendere, ha poi ribadito, «per quanto ci riguarda attiene alla condivisione o meno dell oggetto del confronto negoziale; noi intendiamo rinnovare il contratto del 15 ottobre VALERIO RASPELLI ROMA Il rapporto con il Pil è ormai al123,3%, peggio di noi solola Grecia. Intanto per i risparmidi spesa eil taglio dei residui attivi, molti Enti localirischiano il dissesto Nuovo record per il debito Molti Comuni rischiano il crac ontinua a salire il debito pubblico nell'eurozona. Secondo i dati IL CASO Cdiffusi da Eurostat, nel primo trimestre ha raggiunto l'88,2% del Pil contro l'87,3% di fine E l Italia segna un nuovo record negativo: il suo debito è in aumento al 123,3%, e tocca un nuovo picco storico dal '95 quando raggiunse il 120,9%. Era al 120,1% a fine Peggio di noi, solo la Grecia che si attesta al 132,4%. La notizia arriva mentre in commissione Bilancio del Senato arriva il decreto sulla spending review, la lista pesante di tagli operati dal governo proprio nel tentativo di porre un argine alla drammaticità dei conti pubblici. Tenerli in ordine è un imperativo: per gli Stati, ma anche per le amministrazioni periferiche che al pari dei primi rischiano di dichiarare bancarotta. Nei giorni scorsi è scoppiato il caso Sicilia, ma a rischio default sono anche grandi città, come Napoli, ad esempio, Palermo, Reggio Calabria per non parlare di Alessandria che ha dichiarato più di 100 milioni di debiti. Insostenibili per il Comune piemontese. Il crac per i municipi significa «dissesto» significa scioglimento dei consigli comunali, commissariamenti. E non essere più in grado di far fronte alle spese. A palazzo Chigi è stata istituita una task force che monitora la situazione e che ha acceso un faro su almeno dieci grandi città. Pesa il pregresso, sicuramente. Malagestione, anche, e crediti in molti casi inesigibili. Ma c èanche la spendingreview che non solo riduce fortemente trasferimenti ( 500 milioni di euro tagliati) su cui gli enti locali avevano contato, ma contiene anche una norma che dietro la dicitura «armonizzazione dei sistemi contabili» impone di svalutare del 25% i residui attivi accumulati. I sindaci oggi scendono in piazza. «Per rappresentare ai parlamentari la gravità dei tagli lineari previsti nella spending review», con i quali «molti Comuni rischiano il default e il dissesto finanziario», spiega il presidente dell'anci, Graziano Delrio, ricordando tra l altro come «i tagli a sanità e trasporto pubblico locale già graveranno le comunità locali di notevoli problematiche». Una «revisione» letale, dunque. «C'è il rischio default per Palermo - ammette il sindaco Leoluca Orlando - ma stiamo cercando di evitarlo perché sarebbe un disastro per la città. Per questo abbiamo dato in carico la gestione dei bilanci del Comune e abbiamo attivato l'utilizzo di risorse europee. L'anno scorso la città di Palermo ha ottenuto dai fondi europei 35mila euro. È scandaloso. Abbiamo sbloccato 300 milioni di euro che erano nei cassetti perché nessuno li richiedeva. Dobbiamo ridurre gli sprechi e utilizzare le risorse europee». Quindi il primo cittadino di Palermo ha aggiunto: «È ora di finirla di scaricare sugli enti locali, noi sindaci siamo eletti dai cittadini ed è necessario che governo e Parlamento si rendano conto che i Comuni devono essere accompagnati per non scaricare il dissesto causando il disagio sociale che in alcuni paesi si collega alla mafia». L allarme dell Anci non cessa e riguarda anche l Imu. «Siamo allo stremo», dice Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile finanza locale dell associazione. Spiega che all'appello «manca, sicuramente, 1 miliardo e mezzo di euro sul fronte Imu». Il governo - ragiona Castelli - aveva assicurato che il gettito dell'ici 2010 e quello dell'imu2012 avrebbero avuto lestesse risorse, ovvero che non ci sarebbero state variazioni nello stock dei fondi. «Ma così non è stato». INCHIESTA DI TRANI I consumatori parti civili contro le agenzie di rating Adusbef e Federconsumatori si costituranno parte civile e stanno studiando «con colleggi altamente professionalizzati la messa in campo di una class action che permetta di risarcire» il danno economico creato. È quanto annunciato dai presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, durante una conferenza stampa per fare il punto della situazione sulle inchieste sulle agenzie di rating Fitch, Standard & Poor's e Moody's portate avanti dalla Procura pugliese. Entro la fine di luglio la Procura di Trani chiuderà l'inchiesta su Fitch. «L'inchiesta su Standard & Poor's è già chiusa e ha prodotto pagine di documenti, mentre le carte relative a quella su Moody's arriveranno in settimana. L'inchiesta su Fitch, invece, sarà chiusa entro la fine del mese e allora sapremo se ci sarà il rinvio a giudizio degli indagati», ha detto Lannutti.

15 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwfS/KZbBCr0BroP7Dt66pxI= RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO LA SPESA PUBBLICA UN NUOVO ALLARME Continua la protesta degli enti locali: oggi i sindaci scenderanno in piazza a Roma davanti a Palazzo Madama La sfida delle Province: con i tagli a rischio la riapertura delle scuole Castiglione (Upi): «Non garantiamo la manutenzione dei istituti a noi affidati» I presidi «Bisogna garantire anche la sicurezza» La sicurezza «ha priorità su tutto, anche sull'erogazione del servizio scolastico». Non ha dubbi il presidente dell Anp (associazione nazionale presidi), Giorgio Rembado, su quali sono i settori e le spese che la scure dei tagli dovrebbe risparmiare. «Le province spiega dopo l allarme lanciato oggi dal presidente dell Upi, Giuseppe Castiglione hanno competenze sull'edilizia scolastica per la scuola secondaria (per la primaria la competenza è dei Comuni) e sempre per questo segmento di istruzione fa capo a loro anche il pagamento dell erogazione di alcuni servizi come luce, acqua, gas ecc... Naturalmente osserva la voce che preoccupa di più è quella dell edilizia. Essendo tutti gli enti locali in difficoltà finanziaria per la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato è evidente che il timore sia quello di non poter provvedere neppure all ordinaria manutenzione degli edifici scolastici». Sono circa ha ricordato oggi il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta le strutture in tutta Italia. «E in molte realtà, soprattutto nelle scuole del primo ciclo, la manutenzione è già nelle mani di volenterosi genitori che si improvvisano imbianchini, figuriamoci commenta Rembado con ulteriori tagli... Il problema principale è certamente quello della manutenzione, ordinaria e straordinaria, che pesa ovviamente di più in termini economici. Anche dal punto di vista dell organizzazione del servizio scolastico - afferma il presidente dell Anp è importante assicurare a studenti e insegnanti un ambiente sano e gradevole, ma soprattutto esente da rischi». Ricordando gli incidenti avvenuti a scuola negli ultimi anni, alcuni mortali come quello di Vito Scafidi rimasto ucciso nel crollo del controsoffitto dell istituto che frequentava. I N T E R V I S TA Parla il docente di diritto amministrativo LUCA BARILE l Agostino Meale, professore ordinario di diritto amministrativo all Università di Bari, ha scavato tra le pieghe del decreto sulla revisione della spesa pubblica varato dal governo Monti scoprendo una serie di risvolti che appaiono in evidente contraddizione con lo spirito del provvedimento. Professore, che cos ha scoperto? L articolo 18 del decreto, com è noto, prevede la soppressione della Provincia di Bari e l istituzione della città metropolitana, che la sostituisce integralmente e ne acquisisce tutte le funzioni. Subito dopo, però, lo stesso articolo salvaguarda il potere di iniziativa dei comuni, ai sensi dell articolo 133 della Costituzione. Cioè il meccanismo per l istituzione delle province? Esatto. La Costituzione prevede che il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l istituzione di nuove provincie nell ambito d una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni. Quindi i Comuni avrebbero la possibilità di l La spending review rischia di portare al dissesto finanziario la gran parte dei Comuni, metterà a rischio la riapertura delle scuole (l'edilizia scolastica è gestita dalle Province) e "taglia" anche il diritto alla salute, dal momento che sottrae quasi 13 miliardi alle Regioni che si occupano, tra l a l t ro, anche della sanità. Comuni e Province oggi, e il leader della Cgil Susanna Camusso per quanto riguarda i tagli che colpiscono la sanità - sono tornati a ripetere, in toni più che mai preoccupati, il loro dissenso di fronte ai tagli che il governo, con il varo definitivo, nei prossimi giorni, del decreto sulla spending review, si appresta a varare. I sindaci oggi alle 11 scenderanno in piazza a Roma, davanti a Palazzo Madama, per manifestare le proprie ragioni. «La sofferenza dei primi cittadini è forte, ed alta è l'aspettativa per l ap p u n t a m e n t o. Tutti comprendono la delicatezza e l importanza del passaggio: la spending review, se approvata così come è, rischia di essere letale per molti comuni", spiega il presidente dell Anci, Graziano Delrio. "La manifestazione di rappresenta una forma di 'resistenza democraticà da parte dei comuni d Ita - lia, fortemente preoccupati per le politiche decise dal governo, che rischiano di compromettere i diritti dei cittadini poich costringono gli enti locali all impossibilità di garantire l'erogazione dei servizi essenziali. Tradotto in parole semplici quanto drammatiche: la sospensione della Costituzione e della piena democrazia", sottolinea Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. I sindaci, che domani saranno migliaia, incontreranno il presidente del Senato e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Quest ultimo, rispondendo al presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, che lamentava, in una lettera (resa nota dallo stesso Saitta), i tagli ai consumi intermedi delle Province, ha risposto senza mezzi termini: «Ho cercato invano di far cambiare quella norma. E' contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del Gover no". Proprio dalle Province, che oggi hanno incontrato i giornalisti in una conferenza stampa, è arrivato l allarme più grave: «con questi tagli non siamo in grado di affrontare le spese per far partire l anno scolastico nei 5000 edifici in cui facciamo manutenzione», dice il presidente dell Upi, l Unione delle Province Italiane, Giuseppe Castiglione. E c'è di più: «La metà delle Province andrà in dissesto, anzi, tecnicamente, lo siamo già». L Agesc (Asso- Le scuole pubbliche in Italia Secondaria II grado Secondaria I grado Fonte: Istat, dati 2010 TOTALE ciazione Genitori Scuole Cattoliche) si associa all allarme lanciato dall Upi: "E' a rischio dice Roberto Gontero, presidente dell associazione la riapertura delle scuole paritarie». Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perch il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro. In realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi, dicono, in sintesi, Castiglione, Saitta e il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza. I consumi intermedi sono stati ottenuti dal Governo prendendo la spesa corrente e sottraendovi le spese per il personale, quelle per gli interessi e per le funzioni obbligatorie ma il totale effettivo dell am - montare dei consumi intermedi, escluse le spese per i servizi ai cittadini, è pari, per l Upi, a 1,3 miliardi. "Parametrando 1,3 miliardi ai 500 milioni previsti dalla spending, il taglio reale che dovrebbe spettare alle Province ragiona Castiglione è pari Secondaria II grado Primaria ANSA-CENTIMETRI P R OV I N C E C è il rischio che non venga assicurata la riapertura delle scuole. Nella foto piccola, il presidente dell Upi, Castiglione a 176 milioni di euro per il 2012 invece dei 500 milioni previsti e 352 milioni di euro per il 2013 invece del miliardo previsto. Dunque il governo ha fatto male i conti". «Inoltre abbiamo 3 miliardi di mutui accesi presso la Cassa depositi e prestiti per manutenzioni delle strade e delle scuole. Sono capitoli impegnati che non possono essere improvvisamente tagliati», aggiunge Lacorazza. L'entità complessiva dei tagli sarà di 15 miliardi, di cui 10,2 alle Autonomie, pari al 68%, mentre i tagli agli altri comparti dello Stato ammontano a 4,8 miliardi, pari al 32%. Nel quadriennio la spesa corrente è diminuita del'1,97% per lo Stato, del 6,4% per le Province ma è aumentata dell 1,86% per le Regioni e dell 8% per i Comuni. Infine per i tagli alla sanità oggi a protestare è il leader della Cgil Susanna Camusso. "Anche nella sanità dice - ci troviamo di fronte a tagli lineari che compromettono il diritto dei cittadini alla tutela della salute e a alle cure, mettendo in crisi i bilanci delle Regioni 'più virtuosè e il risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro". L ANALISI IN BASE ALLA COSTITUZIONE SONO I COMUNI A DECIDERE IL MUTAMENTO DELLE CIRCOSCRIZIONI PROVINCIALI E L ISTITUZIONE DI NUOVE PROVINCE «Rischio di nuovi carrozzoni» Meale: potrebbero nascere altri enti con più costi e meno servizi per i cittadini» chiedere la nascita di nuove province. Ma certo. Nell ambito della città metropolitana, laddove alcuni comuni non volessero farne parte, potrebbero costituirsi in provincia autonoma, purché abbiano i due requisiti dei 350mila abitanti e i chilometri quadrati di estensione. Ma sarebbe il caos totale, altro che spending review Ovviamente i comuni farebbero delle proposte di legge, ma questa facoltà mette a nudo i rischi contenuti in questo provvedimento. Lei crede che sarebbe possibile un ipotetica provincia che comprenda i territori di Altamura, Gravina, Corato, Ruvo e via dicendo? Sì, se ne hanno i requisiti. Oppure, in teoria, potrebbero mutare le circoscrizioni delle province vic i n e. Che vuol dire, scusi? Potrebbero fare una nuova provincia prendendo BARI Il prof. Guido Meale qualcosa da qualche territorio vicino. Per esempio, se la Bat scomparirà, dovrebbe confluire nella provincia di Foggia, ma storicamente i comuni della Bat erano parte di Bari. Perché mai dovrebbero andare nella provincia di Foggia? Immagino che molti comuni, come ad esempio Trani, avrebbero più interesse ad entrare nell area metropolitana di Bari. Ma c è un altro aspetto della spending review che nasconde il rischio della prol i f e r a z i o n e. E quale sarebbe? Le funzioni delle province verranno trasferite ai comuni, che le possono esercitare in forma aggregata creando le unioni di comuni. Per svolgere quali funzioni? Per esempio la polizia locale o l urbanistica. Questo è l altro punto debole del decreto, perché non toglie funzioni solo alle province che diventano città metropolitane, ma anche a quelle che rimangono, accorpate ad altre, per cui le nuove macroprovince o quelle nuove che avranno i requisiti non avranno più poteri perché passano agli enti locali. Tranne nel caso delle città metropolitane quindi, facciamo delle macroprovince, ma con minori funzioni. Insomma, professore, dei carrozzoni ancora più inutili. Temo proprio di sì. Con una proliferazione degli enti aumenterebbe la pressione fiscale? C è questo rischio. Proprio qualche giorno fa, il Governo ha stabilito che le autonomie locali devono sovvenzionarsi all ottanta per cento con tributi propri. Ma una volta svuotate di funzioni, come farà la provincia a sostenersi? Insomma, è mancata la programmazione. Sarà una riforma inutile? Ho la sensazione che chi fa certe riforme non abbia la percezione della realtà. Bisognava avere un idea di amministrazione, prima di procedere ai tagli. O le province sono inutili, quindi le aboliamo tutte, o sono utili e le mettiamo nelle condizioni di assolvere al proprio compito. Non serve un ibrido.

16 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwbcOfd8QMawSZKNyuQHY7r0= RASSEGNASTAMPA 21 ECONOMIA&F I NA N Z A Sì allo sciopero dei benzinai impianti chiusi il 4 e 5 agosto Via libera dall Authority. La serrata durerà 24 ore in meno del previsto l Lo sciopero dei benzinai si accorcia di un giorno, ma si farà. I sindacati di categoria hanno deciso di aderire alla richiesta della Commissione di garanzia per gli scioperi e di ridurre la protesta al 4 e al 5 agosto, lasciando dunque aperti gli impianti venerdì 3. Gli 'scontonì del weekend, dunque, nel fine settimana di esodo più sostenuto saranno ridotti al minimo, a meno che l incontro di domani al ministero dello Sviluppo non dia esiti di rilievo e la stessa Commissione non decida di chiedere il differimento dell agitazione che, dice il presidente Roberto Alesse, «danneggerebbe in modo significativo i cittadini». Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc/Anisa-Confcommercio, dopo l incontro con la Commissione, alla fine hanno dunque deciso per una linea più morbida rispetto agli annunci iniziali. Il 3 agosto, giorno che rientra tra quelli presenti nella lista del periodo di franchigia, gli impianti resteranno aperti, ma il sabato e la domenica successivi la serrata sarà totale e prenderà il via alla mezzanotte del 3 sia sulla rete ordinaria che autostradale (ma per quest ultima le modalità devono ancora essere comunicate). Lo stop, hanno spiegato i sindacati nel corso dell incontro con la Commissione che si è svolto oggi, si deve al «profondo e drammatico disagio che vive una intera categoria che assicura, a diverso titolo, posti di lavoro, oltre ad un servizio essenziale e capillare alla collettività, messi a repentaglio da politiche commerciali e di prezzo dell in - dustria petrolifera che penalizzano lavoratori e IL FATTO UNICREDIT, TITOLARE DEL 6,6% DELLA COMPAGNIA, HA ESERCITATO I PROPRI DIRITTI DI OZIONE, PER UN VALORE DI OLTRE 61 MILIONI Fonsai, Ligresti interrogato a Milano Il pm chiede lumi anche su Unipol l Sì di Unicredit all aumento Fonsai. La banca guidata da Federico Ghizzoni ha comunicato l'esercizio dei diritti di opzione, investendo 61 milioni di euro per non diluire il suo 6,6% nella compa gnia. L'impegno di Unicredit, sponsor con Mediobanca del piano Unipol, si aggiunge ai 170 milioni pagati lo scorso anno per sottoscrivere la quota in occasione del suo ingresso in Fonsai. Denari in gran parte 'bruciatì dal crollo delle quotazioni del titolo in Borsa (azioni e diritti di spettanza della banca, alla chiusura di oggi, valevano circa 1,5 milioni di euro) e che Unicredit spera di recuperare attraverso il rilancio di Fonsai targato Bologna. Ierii intanto è emerso che Salvatore Ligresti, patron del gruppo assicurativo, è stato interrogato nella serata di giovedì dal pm Luigi Orsi, titolare delle indagini sul gruppo della famiglia siciliana. L interrogatorio di Ligresti, indagato per aggiotaggio e ostacolo all attività di vigilanza della Consob, avrebbe avuto MILANO Salvatore Ligresti ad oggetto alcuni aspetti dell ac - cordo per il salvataggio di Premafin da parte di Unipol, tra cui la concessione di eventuali garanzie alla famiglia siciliana. Recentemente Orsi aveva scritto alla Consob chiedendo chiarimenti non solo sulla solidità di Unipol ma anche sulla integrale pubblicazione dell ac - cordo relativo a Premafin, in base al quale Unipol ha ric ap i t a l i z z at o la holding e le banche ne hanno ristrutturato il debito. L assenza di 'premì ai Ligresti è stata una delle condizioni poste dalla Consob per concedere al gruppo guidato da Carlo Cimbri l esenzione dall opa. Le verifiche di Orsi potrebbero dunque allargarsi a nuovi filoni oltre a quelli, già corposi, relativi all aggiotaggio dei trust off-shore, alle operazioni tra parti correlate tra la famiglia Ligresti e Fonsai e all eventuale commissioni di reati fallimentari legati a Sinergia e Imco. Intanto dopo la 'presà di Premafin da parte di Unipol la scorsa settimana, con la sottoscrizione dell aumento riservato a Bologna, otto amministratori della compagnia, tra cui il presidente Cosimo Rucellai e l A.d. Emanuele Erbetta, hanno rassegnato le proprie dimissioni, che si aggiungono a quelle già presentate da altri sei consiglieri, provocando la decadenza dell intero consiglio. Il Cda si riunirà il prossimo 2 agosto per consumatori». Gli 'scontonì e non solo: i gestori, infatti, lamentano tra l altro accordi collettivi scaduti e non rinnovati, margini tagliati unilateralmente fino al 70%, licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione, rifiuto di adottare diverse tipologie contrattuali, discriminazioni sui prezzi che spingono fuori mercato migliaia di impianti senza possibilità di reazione alcuna, vendite autostradali totalmente cannibalizzate. «Ora tutta la responsabilità», affermano i gestori, «è sulle spalle del ministero dello Sviluppo economico»: un incontro è infatti in programma per domani con il sottosegretario Claudio De Vincenti, al termine del quale la Commissione di garanzia deciderà il da farsi. Alla riunione parteciperanno Unione Petrolifera, retisti indipendenti e gestori. A giudizio dei gestori, infatti, spetta al ministero «il compito di individuare ed assumere misure concrete che assicurino l immediato ripristino di comportamenti industriali equilibrati, non più ingiustificatamente violenti e, soprattutto, rispettosi della legislazione vigente». decidere in merito alla convocazione dell assemblea per il rinnovo del consiglio, operando fino ad allora in regime di proro g atio. Mercoledì, infatti scade il termine per la negoziazione in borsa dei diritti, il cui esercizio potrà avvenire fino al primo agos t o. BENZINAI Gli «scontoni» nel fine settimana di esodo più sostenuto saranno ridotti al minimo Le iniziative Date chiave della protesta dei benzinai LUGLIO AGOSTO DAL 18 LUGLIO Campagna di informazione verso cittadini e automobilisti DAL 23 LUGLIO Sospensione accordi collettivi per la parte riguardante il prezzo massimo di rivendita sui carburanti DAL 30 LUGLIO AL 5 AGOSTO Sospensione pagamenti rifornimento con carte di credito e bancomat 4 E 5 AGOSTO Chiusura di tutti gli impianti di rifornimento, self service compresi, sia su rete ordinaria che autostradale ANSA-CENTIMETRI M E TA L M E C C A N I C I CISL E UIL CHIEDONO 150 EURO LORDI AL MESE Tute blu, trattativa al via senza la Fiom Landini: è una gara al ribasso l La trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è partita ufficialmente ieri mattina, con il primo incontro tra Federmeccanica e i sindacati, ad eccezione della Fiom, che, assente al tavolo, ha protestato davanti alle sede del summit e in diverse città con scioperi e presidi. L obiettivo di Fim e Uilm, Uglm e Fismic è arrivare a un nuovo contratto entro la fine dell anno, ovvero prima della scadenza dell attuale accordo. La prima richiesta per il periodo è l aumento salariale: nella piattaforma presentata dalle tute blu di Cisl e Uil il rialzo indicato è di 150 euro lordi al mese, una cifra però considerata troppo elevata dalla controparte, dal presidente di Federmeccanica Pierluigi Ceccardi e dal direttore generale Roberto Santarelli. Prima che iniziasse il tavolo, all auditorium della Tecnica, un gruppo di operai della Fiom era già davanti ai cancelli con striscioni, bandiere, fischietti, altoparlanti e sirene per manifestare la contrarietà alla mancata convocazione. Al sit-in ha preso parte anche il leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, che ha parlato ANCONA Una delle proteste della Fiom di una trattativa «al ribasso», «illegittima», «che viola la democrazia e l'accordo interconfederale del 28 giugno», facendo restare fuori dal tavolo «l'organizzazione sindacale con più voti e iscritti». I segretari generali di Fim, Giuseppe Farina, e Uilm, Rocco Palombella, hanno giudicato la protesta della Fiom come «un comportamento da Cobas» e «un clichè». Federmeccanica ha spiegato come la questione giri intorno «all oggetto del confronto negoziale»: per l asso - ciazione imprenditoriale alla base c'è l accordo del 2009 da rinnovare, quello non firmato dalla Fiom, e «non un generico e non identificato contratto collettivo di categoria». Tuttavia il presidente Ceccardi, riconoscendo che l assenza del sindacato dei metalmeccanici di Corso d Italia è «un ano- malia e un problema per le relazioni sindacali», si è augurato che «l'impasse» sia superata e che la Fiom rientri nella t r at t at iva. Per ora il sindacato di Landini resta sul piede di guerra ed esprime il timore per un nuovo contratto che rifletta tutte «le richieste di Federmeccanica, come quelle di non pagare i primi tre giorni di malattia e l aumento degli orari di lavoro". Oltre al presidio di Roma, dove sono arrivati anche operai di Pomigliano, si sono svolte manifestazioni e scioperi in tutta Italia. La Fiom parla di iniziative di lotta da Udine a Siracusa. Le iniziative maggiori hanno toccato Torino, Milano, Genova, Venezia e Bologna. Mentre la Fiom esprimeva il proprio disappunto gli altri sindacati hanno presentato le loro piattaforme. In particolare la proposta avanzata da Fim e Uim riguardo all in - cremento in busta paga è stata giudicata da Federmeccanica «onerosa» e «ingiustificata». Insomma per arrivare a un nuovo contratto c'è ancora da lavorare, le parti ora al tavolo si dicono fiduciose ma non nascondono la difficoltà di una trattativa che già inizia senza la Fiom.

17 martedì 24 luglio ECONOMIA Benzina: stop dei gestori il 4 e 5 agosto La serrata contro la politica dei prezzi dell industria petrolifera che alterna rincari a maxi sconti i cui costi, secondo i distributori, «vengono scaricati» su di loro Oggi nuovo incontro al Mise MARCO TEDESCHI ROMA I benzinai confermano lo sciopero seppure ridotto da tre a due gioni. La serratasiterràil4e 5agosto (sabatoe domenica) mentre salta la data del 3. Questo l esitodell incontro - ieri - delleorganizzazioni dei benzinai (Faib, Fegica e Figisc-Anisa) con la Commissione di garanzia per gli scioperi. La chiusura di tutti gli impianti, spiegano i sindacati riguarderà tanto la rete ordinaria che le autostradale con inizio alle 24 di venerdì 3 agosto, proseguendolungotuttoilprimoweekend delmese. L iniziativa è destinata a far discutere e infatti è già polemica sulla proposta di Nestlè un patto tra generazioni nello stabilimento della Perugina. La multinazionale alimentare svizzera che in Italia controlla appunto il sito di San Sisto ha messo sul tavolo la possibilità per i dipendenti che volontariamente l accettassero di ridurre l orario settimanale di lavoro da 40 a 30 ore in cambio dell assunzione di un figlio. LAVORATORI E CONSUMATORI alla base della protesta il «profondo e drammatico disagio» che vive una intera categoria che assicura, a diverso titolo, 120mila posti di lavoro, oltre ad un servizio essenziale e capillare alla collettività, posti «messi a repentaglio da politiche commerciali e di prezzo dell'industria petrolifera che penalizzano lavoratori e consumatori». I maxi sconti del weekend, dunque, nel fine settimana di esodo più sostenuto saranno ridotti al minimo, a meno che l'incontro di oggi al ministero dello Svilupponon dia esiti di rilievo e la stessa Commissione non decida di chiedere il differimento dell'agitazione che, dice il presidente Roberto Alesse, «danneggerebbe in modo significativo i cittadini». La politica dei prezzi. Cioè i maxi sconti dei fine settimane che riducono i margini di guadagno. È questo l oggetto del contendere che ha portato i gestori degli impianti a protestare. Ma ci sono anche altre ragioni. A cominciare - spiegano i sindacati - dagli accordi collettivi scaduti e non rinnovati, margini tagliati unilateralmente fino al 70%, licenziamentiforzati degli addetti alla distribuzione, rifiuto di adottare diverse tipologie contrattuali, discriminazioni sui prezzi che spingono fuori mercato migliaia di impianti senza possibilità di reazione alcuna, vendite autostradali totalmente cannibalizzate. «Ora tutta la responsabilità», affermano i gestori, «è sulle spalle del ministero dello Sviluppo economico»: un incontro è infatti in programma per oggi con il sottosegretario Claudio De Vincenti, al termine del quale la Commissione di garanzia deciderà il da farsi. Alla riunione parteciperanno Unione Petrolifera, retisti indipendenti e gestori. A giudiziodei gestori, infatti, spetta al ministero «il compito di individuare ed assumere misure concrete che assicurino l'immediato ripristino di comportamenti industriali equilibrati, non più ingiustificatamente violenti e, soprattutto, rispettosi della legislazione vigente». Intanto torna a salire il prezzo dei carburantiaconfermadidelladoppia velocità che sta cambiando le abitudini degli automobilisti sempre più portati a fare il pieno nei fine settimana. Ieri IP ha aumentato di 1 centesimo il prezzo raccomandato della benzina e di 2 cent quello del diesel, mentre TotalErg è salita rispettivamente di 0,7 e 0,4 centesimi. Prezzi praticati sul territorio ovunque in crescita, comprese le no logo. Più nel dettaglio, secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per Check-Up Prezzi di Quotidiano energia, iprezzimedi servitisono a 1,841euro/litro per la benzina, 1,739 per il diesel e 0,749 per il Gpl. Le punte massime registrano la verde fino a 1,927 euro/litro, il diesel a 1,784, il Gpl a 0,790.La guerra della benzina vede in campo anche le associazioni dei consumatori. Per il Codacons non c'è stata alcuna gentil concessione da parte dei benzinai che hanno «rinunciato» allo sciopero del 3 agosto, semplicemente perché era palesemente illegale e rischiavano solo di prendersi una denuncia. L'associazione di consumatori mette in guardia, poi, i benzinai dalle chiusure illegali e dalle speculazioni sui prezzi. Considerato che il 2 ed il 3 agosto ci sarà l'assalto ai benzinai, il Codacons chiede il blocco dei listini dei carburanti nelle 48 ore precedenti lo sciopero e annuncia fin d'ora l'intenzione di denunciare all'antitrust chiunque alzerà indebitamente i prezzi solo per speculare sull'esodo e sulla concomitante chiusura dei distributori. BOTTA E RISPOSTA Lavorare meno per lavorare tutti, si sarebbe detto un tempo e sebbene non sia esattamente questo lo slogan del colosso dell industria alimentare, la proposta sembrava andare in questa direzione. Nestlè è «fortemente convinta» che lo stabilimento Perugina di San Sisto «possa affrontare e vincere le nuove sfide competitive, pur in un contesto di crisi, tanto da aver proposto al sindacato l'adozione di un patto generazionale per favorire l'occupazione giovanile». Così si legge in un comunicato aziendale che fa poi riferimento allo «slittamento delle pensioni, che rischia di sbarrare la strada alle occasioni di lavoro per i giovani» quindi ha ritenuto di avanzare questa offerta definita una «risposta seria, responsabile e coraggiosa inun momento di difficoltà per l'economia, non solo in Umbria e in Italia, ma in molti Paesi europei». Fin qui l azienda. Di diverso avviso la Flai-Cgil umbra che boccia senza mezzi Sciopero dei benzinai nel primo week end di agosto FOTO ANSA IL CASO Agricoltura, ingenti danni per siccità e grandine Prima Scipione, poi Caronte e ora Circe. Nomi suggestivi che per l agricoltura si stanno traducendo in un conto salato. I danni sono notevoli: oltre 500 milioni di euro stima la Coldiretti, dopo la grandine che si è abbattuta a macchia di leopardo sui vigneti a poche settimane dalla vendemmia dalla Lombardia, dove nell'oltrepò Pavese sono state colpite le uve Pinot e Bonarda, fino al Piemonte,nell'Alessandrino, con chicchi grandi come uova che hanno causato la perdita in vigneto sino al 90 per cento delle produzioni di Barbera e Timorasso. Nubifragi e grandine hanno devastato anche altre coltivazioni come il mais e frutteti. Il problema, purtroppo, non è solo italiano. L'intensa siccità che ha colpito alcuni fra i principali Paesi produttori (Usa, Russia, Ucraina e Kazakistan) ha provocato una decisa contrazione del raccolto internazionale di grano: secondo le stime della Usda, nel 2012 la produzione mondiale di frumento dovrebbe essere pari a 665,33 milioni di tonnellate, una cifra inferiore di circa 15 milioni di tonnellate rispetto alla domanda, con conseguenti tensioni sulle quotazioni. A lanciare l'allarme è l'associazione degli Industriali Mugnai Italiani (Italmopa), che sottolinea in particolare le difficoltà nel segmento del frumento tenero, la cui produzione dovrebbe essere quest'anno inferiore di circa 30 milioni di tonnellate rispetto alla campagna Nestlé: «Meno orario e ti assumo i figli» VALERIO RASPELLI ROMA... La proposta ai dipendenti Perugina contestata dalla Flai-Cgil: «No al baratto dei diritti» termini l iniziativa definendola «una provocazione». «La proposta di Nestlè di barattare i diritti dei lavoratori dello stabilimento Perugina di San Sisto, acquisiti negli anni, con una prospettiva di lavoro, comunque flessibile per i figli, è assolutamente inaccettabile oltre che impraticabile», attacca il sindacato e riferisce di averla già respinta al tavolo ufficiale in Confindustria. Prima di tutto «perché non risolverebbe né i problemi occupazionali, né quelli della fabbrica». Quello che serve realmente, secondo Flai, è un piano pluriennale serio di rilancio dello stabilimento di San Sisto «e non certo un improbabile scambio tra diritti, che peserebbe comunque tutto sulle spalle dei lavoratori». Il comunicato del sindacato continua con toni piuttosto duri. Si chiede a Nestlè - «se davvero vuole guardare al futuro e favorire l'occupazione giovanile», di investire sulal fabbrica e assumere «senza penalizzare chi per anni ha costruito la ricchezza di questa fabbrica». Infine, si fa notare «che a forza di processi di mobilità e di riorganizzazi one l'età media in fabbrica si è talmente abbassata che nella stragrande maggioranza dei casi i figli dei dipendenti oggi sono minorenni». IN BREVE EURO/DOLLARO 1,2112-2,76% ,36 Ftse Mib -2,92% ,08 All Share FIAT IN SERBIA Parte il turno di lavoro di 10 ore Parte ufficialmente nello stabilimento serbo di Fiat, a Kragujevac, la sperimentazione del nuovo orario di lavoro suddiviso in due turni giornalieri da dieci ore (di cui una di pausa), per quattro giorni lavorativi settimanali. I sindacati hanno accettato un periodo prova di sei mesi. ENI Dissequestrate le quote della Lia I giudici della Corte d'appello di Roma hanno disposto il dissequestro delle quote azionarie di Eni possedute da società riconducibili all'ex leader libico Gheddafi. Le quote, consegnate Lybian Investment Authority (Lia) e per un valore di 1,1 miliardi di euro, erano state sequestrate su decisione della Corte dell'aja. POSTE ITALIANE Esporta in Russia la sua tecnologia Forme innovative di pagamento, servizi finanziari e protocolli di comunicazione digitale. Si fa più stretta la collaborazione tra Poste Italiane e Russian Post, il colosso della Federazione russa che ha scelto l'azienda italiana come advisor tecnologico per pianificare lo sviluppo della sua rete. DE LONGHI Nel primo semestre ricavi a +9,3% I ricavi consolidati di De Longhi Spa nel primo semestre 2012 sono stati pari a circa 644 milioni di euro, in crescita del 9,3%. Lo rileva una nota dell'azienda trevigiana leader nella produzione di elettrodomestici. Nel solo secondo trimestre la crescita dei ricavi è stata pari a circa l'8,3% al di sopra delle previsioni. INTESA SAN PAOLO Accordo a Mosca per investimenti Intesa Sanpaolo e la russa Gazprombank hanno sottoscritto un accordo per la costituzione di una joint venture per la realizzazione di investimenti di private equity in aziende italiane e russe con elevata propensione alla crescita internazionale. la joint venture, costituita pariteticamente dalle due banche, prevede un impegno fino a 300 milioni di euro

18 martedì 24 luglio In cinque anni 657mila posti in meno nella produzione 2009 e non un generico e non identificato contratto collettivo di categoria. Per questo avevamo chiesto alla Fiom, anche considerando il contenzioso giudiziario da essa promosso e non ancora concluso, di esplicitare in proposito una posizione chiara e non ambigua; ciò non è avvenuto». L ACCORDO DEL 28 GIUGNO Sul punto però arriva la replica di Maurizio Landini: «Il contratto del 2009 è una foglia di fico - attacca il segretario generale Fiom -. La nostra esclusione viola l accordo interconfederale del 28 giugno 2011 che è avvenuto molto dopo il contratto del 2009 e che prevede nuove regole per i rinnovi contrattuali che devono essere applicate. La nostra posizione non è ambigua - continua Landini - : da ben 7 mesi chiediamo a Federmeccanica e a Fim e Uilm di applicare l accordo sulla certificazione della rappresentanza e non abbiamo avuto risposta. In più abbiamo rifiutato l invito ad un incontro separato perché sappiamo bene che incontri separati danno vita a contratti separati e noi vogliamo accordi unitari». Le richieste di Fim e Uilm sull incremento dei minimi tabellari (150 euro lordi al mese a regime) è per Federmeccanica «onerosa e ingiustificata». Per il direttore generale Roberto Santarelli «non corrisponde ai nostri calcoli, c è una differenza apprezzabile». Da parte dei sindacati firmatari, contestatial grido di venduti dal presidio Fiom, si mostra ottimismo sui tempi e l esito del rinnovo e si conferma la richiesta di escludere la Cgil anche dai prossimi tavoli. «Contiamo di rinnovare il contratto entro l anno per contribuire alla ripresa dell economia, all'innalzamento dei consumi e alla competitività delle imprese», ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilm. «Il comportamento della Fiom - ha commentato Beppe Farina, segretario generale Fim - è conseguenza di un atteggiamento sempre più da Cobas, frequenta più i tribunali che i tavoli di trattativa». «In un momento di crisi particolarmente acuta, come quella che sta attraversando il comparto metalmeccanico, è importante assumere un atteggiamento quanto mai responsabile e propositivoper garantire diritti, tutele e occupazione», commenta ilsegretariodell Ugl metalmeccanici Antonio D Anolfo. Il rapporto annuale della Cisl inquadra la gravità della crisi Bonanni: serve un nuovo patto sociale GIUSEPPE VESPO MILANO Sono 675mila le persone che in Italia hanno perso il lavoro dall estate del 2007, da quando è scoppiata la crisi finanziaria che dagli Usa ha travolto le economie di mezzo mondo, ad oggi. Vuol dire che negli ultimi cinque anni un occupato su dieci non ce l ha fatta a conservare il proprio impiego. E non certo per colpa sua, si potrebbe commentare per la maggior parte dei casi. Una situazione grave, di emergenza occupazionale e sociale che continua anche in questi giorni con le notizie di nuove ristrutturazioni, chiusure aziendali e tagli occupazionali. Mentre le Borse scendono rovinosamente, e gli spread salgono vertiginosamente, la Cisl di Raffaele Bonanni fa il conto dei danni subiti nell ultimo lustro dal mercato del lavoro di casa nostra, che nel frattempo si appresta a cambiare pelle con la neonata riforma Fornero. Il presente però, o almeno quello che ci restituisce il nono «Rapporto Industria» del sindacato di via Po a Roma, è drammatico. LA STRAGE DEGLI OCCUPATI Dal 2007 mancano all appello posti, ai quali vanno sommati i 201mila lavoratori incastrati nel purgatorio della cassa integrazionea zeroore (cigspecialeoin deroga). Il conto è di oltre 675mila posti in meno - su sette milioni di occupati nell industria (ad aprile del 2007) - che equivalgono ad una perdita di quasi il «dieci per cento della base industriale». In sostanza, un posto su dieci è stato spazzato via dalla... Dal 2007 ad oggi è andato perso circa il 10% della base industriale crisi. Ma non è solo l occupazione, in calo del 6,8 per cento in cinque anni, a preoccupare. Sono altrettanto drastici i dati che arrivano da altri indicatori. I volumi produttivi, per esempio, si sono ridotti del 20,5 per cento negli ultimi cinque anni. Il calo degli ordinativi è invece nell ordine del 17,9 per cento e quello del fatturato del 4,5 per cento. Sembra che resti solo l export a tenere in piedi il nostro Pil (le esportazioni nel 2011 hanno segnato una crescita del dieci per cento). Insomma, le cose non vanno bene, e l unica via d uscita che vede Bonanni è tradottanel titolo delrapporto presentato dal suo sindacato: «Fare sistema per rilanciare l industria e la crescita». Èquesta l esortazione che ilsegretario Cisl rivolge al governo Monti, richiamatoalla tantocriticata concertazione e ad «un patto sociale» come quello che nel 1993 contribuì a risanare l economia del Paese in un altro momento di emergenza. UN NUOVO PATTO SOCIALE «A Monti diciamo che il tempo è scaduto» avverte il sindacalista, accompagnato dal segretario confederale Luigi PIOMBINO Sbarra. Il premier «deve convocarci subito. Serve un nuovo patto sociale contro l attacco speculativo, lo sciacallaggio» in corso contro i debiti sovrani degli stati in difficoltà. Perché i soli tagli «portano alla recessione». La via d uscita sta dunque nella «fare sistema - ripete la Cisl - nel senso di capacità di coordinare le azioni possibili, utilizzare le risorse esistenti, scegliere le priorità e faresinergie fra i vari attori dell economia. L Italia, dal lato delle risposte alla crisi, appare un paese bloccato». Un Paese che fra il 2007 e il 2011 ha visto crescere le richieste di ore di cassa integrazione per l industria e l edilizia del 315,9 per cento. Con nove Regioni che appaiono maggiormente in difficoltà per numero di lavoratori coinvolti in relazione alle ore di cassa relative: Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna. La ricetta da riprendere per superare la recessione in atto e avviare un percorso di crescita, per il sindacato di via Po è quella di «una forte concertazione delle politiche possibili fra governo centrale e Regioni, con il pieno coinvolgimentodellepartisocialie conunosforzo comune diretto al bene del Paese». La Magona vuole tagliare metà dei dipendenti Lo stabilimento potrebbe essere ceduto Dal primo settembre Arcelor-Mittal, proprietaria dello stabilimento Magona di Piombino «riprenderà la produzione con il 50 per cento in meno del personale». A riferirlo è Luciano Gabrielli della Fiom Cgil dopo l'incontro tra sindacati e i vertici dell'azienda. Una metà dei lavoratori, quindi, verrebbe avviata sulla strada degli ammortizzatori sociali e dei contratti di solidarietà. «La soluzione prospettata non dà futuro nè prospettiva - continua Gabrielli - per questo vorremmo che l'attuale proprietà favorisse le trattative dell'eventuale cessione della Magona». Per il 27 luglio è previsto lo sciopero dalle 7.30 alle 10, Piombino non deve chiudere, proclamato dai sindacati dei metalmeccanici al quale hanno aderito Confcommercio, Cna, cooperative. Lo stabilimento Magona potrebbe però essere ceduto. È quanto è emerso nel corso di un incontro che l'assessore alle attività produttive lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, ha avuto con Jean Luc Maurange, responsabile per Italia del gruppo Arcelor Mittal e con l'amministratore di Magona Leonardo Nannipieri. Presenti anche il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e il sindaco di Piombino Gianni Anselmi. L'amministratore del gruppo, riferisce una nota della Regione, ha informato della difficile situazione del mercato che impone all'azienda la necessità di mettere in atto interventi per abbattere i costi e avviare una riorganizzazione produttiva. L'azienda ha detto anche di «avere in corso una serie di contatti informali con un produttore italiano in vista di una eventuale cessione». Puntare sull economia reale? Bene, partiamo dall industria IL COMMENTO PAOLO BONARETTI BENE HA FATTO IL PRESIDENTE MONTI A SOTTOLINEARE LA CENTRALITÀ DELL ECONOMIA REALE DURANTE LA SUA MISSIONE IN RUSSIA. La sostanza del ragionamento è: c è un ondata speculativa contro il nostro Paese, ma i fondamentali sono buoni, siamo la seconda potenza manifatturiera europea, abbiamo un export che nonostante la crisi continua a produrre ottime performances, la ricchezza delle famiglie fa da contrappeso all indebitamento del settore pubblico. «Bisogna puntare sull economia reale». È pero necessario essere conseguenti, in Italia ed in Europa nel perseguire questa priorità. L economia reale non è un concetto esoterico, né un mero dato statistico, è fatta di imprese e lavoro, di investimenti in tecnologie e mercati nuovi, di occupazione qualificata e di risorse per sostenere gli investimenti. È vero che è necessario puntare sull impresa che esporta e che oggi costituisce l ossatura portante del sistema industriale competitivo, ma contemporaneamente è ineludibile una crescita della domanda interna nel breve periodo: non si può dare per scontata la perdita di metà del sistema produttivo. Oggi abbiamo registrato il fallimento di una politica di solo rigore. A fronte di tagli sempre più consistenti e di aumento della pressione fiscale continuiamo a registrare una diminuzione costante del Pil ed un corrispondente (ed ovvio ) aumento non solo del rapporto debito/pil, ma anche del valore assoluto del debito che oggi raggiunge i suoi massimi. È evidente che la spirale speculazione sul debito/spread/contrazione del credito e dell economia reale deve essere interrotta. In primo luogo a livello europeo rimuovendo l oggetto vero della speculazione, cioè la debolezza dell Esf sia per le dimensioni, sia per la natura dello strumento. È chiaro ormai che sarà necessaria una capacità di risposta illimitata alla speculazione, senza la quale ci troveremo sempre in una situazione di emergenza che toglierà spazio e fiato a politiche strutturali per la crescita. Sull altro fronte è indispensabile intervenire sul fronte delle imprese e dell occupazione con misure immediate, liberando i pagamenti dei crediti arretrati della PA nei confronti delle imprese, sbloccando il patto di stabilità, almeno per le amministrazioni più virtuose, per dare fiato ad una diffusa politica di piccoli investimenti sul territorio che producano occupazione, riducendo il cuneo fiscale, utilizzando parte dei risultati ottenuti con la spending review. E tutto ciò non è sufficiente. Un intervento sul credito e sulla disponibilità di capitali è ineludibile. L intervento della Cassa Depositi e Prestiti e del Fondo Centrale di Garanzia non possono essere limitati a casi sporadici e puntuali; sono necessari interventi sistemici che puntino alla sostituzione dell attuale indebitamento delle imprese industrialmente sane nei confronti del sistema bancario, con una maggior capitalizzazione delle imprese stesse e una contemporanea riduzione del rischio bancario, liberando in questo modo risorse per nuovi investimenti. Così come sono indispensabili grandi programmi di intervento che possano almeno in parte essere sostenibili attraverso le maggiori entrate fiscali (un programma di «rottamazione» ecologica del costruito, un credito di imposta strutturale per la ricerca). Bisogna poi rendere attraente l investimento nei settori produttivi offrendo un quadro certo di obiettivi e strumenti di politiche industriali dove il limitato investimento pubblico possibile divenga catalizzatore delle risorse finanziari e private: una politica industriale ecologica con l obiettivo di divenire leader nella realizzazione di prodotti, sistemi e servizi a basso consumo di energia, di materiali e massimizzazione nel loro riutilizzo; la chimica verde; l agenda digitale e le smart communities; le scienze della vita e sistemi sanitari innovativi; innovazione e tecnologie per i beni culturali. Settori dove forti innovazioni qualitative nella domanda e regolazione pubblica possono determinare una forte spinta alla crescita. In un momento così difficile non bisogna commettere errori dettati dall ideologia e contraddittori con obbiettivi pragmatici. Privatizzazioni forzate oggi avrebbero un duplice effetto negativo: da un lato otterrebbero introiti inferiore al reale valore, vista la depressione della domanda, ma soprattutto sottrarrebbero importanti risorse e capitali all investimento più rilevante, cioè il rilancio dei settori produttivi. E questo sarebbe ancor più grave se comportasse per il Paese la perdita di imprese (o della loro testa) in settori strategici ad alta tecnologia: ogni riferimento a Finmeccanica non è casuale. Le belle parole sull economia reale pronunciate in Russia ci lasciano ben sperare. Azioni e atti conseguenti realizzati poi in Italia ci conforterebbero molto di più.

19 18 Economia Italia / Mondo In fumo il 10% della base industriale del Paese, nei prossimi mesi ancora difficoltà Un posto su dieci colpito dalla crisi In cinque anni, secondo una stima della Cisl, persi 675mila posti di lavoro ROMA Un posto su dieci colpitodalla crisinella solaindustria. In cinque anni si contano 675 mila posti di lavoro in meno, tra quelli già andati in fumo e a rischio. La stima è della Cisl che nel nono rapporto annuale ripercorre l'andamento del settore dal primo trimestre del 2007 allo stesso periodo del «La perdita secca» viene indicata in posti, cui si sommano « lavoratori equivalenti a zero ore», interessati da cig speciale o in deroga. In sostanza, dice il rapporto, «dal lato del lavoro è stato perso il 10% della base industriale». Perchè se siconfrontano i 675 mila posti in «riduzione effettiva o potenziale» con gli oltre 7 milioni di occupati nell in - dustria ad aprile 2007, si sfiora il 10%. Insomma uno su dieci. Un quadro «allarmante» commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, considerando urgente il rilancio di uno dei «capisaldi» del Paese (che al contrario porterebbe migliaia diposti di lavoro in più), come evidenziato dallo stesso titolo del rapporto «Fare sistema per rilanciare l'industria e la crescita». Percorso che va avviato con «il confronto vero, la concertazione ed uno sforzo comune» aggiunge insieme al segretario confederale, responsabile per l industria, Luigi Sbarra: «Serve un progetto che ridia centralità e prospettiva al settore industriale per evitare un ulteriore perdita di posti di lavoro e contrazione della produzione». Secondo il rapporto, tra il 2007 e il 2011 le ore di cassa integrazione complessive, per l industria e l edilizia, sono aumentate del 315,9%, con un esplosione della cassa in deroga, che passa dal 7,4% al 14% delle ore totali di cassa autorizzate. Nove regioni appaiono più in difficoltà, per numero di lavoratori coinvolti: Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna. «Non Nel settore petrolifero Shopping cinese in Canada HONG KONG Cnooc, il colosso energetico statale cinese, ha offerto 15,1 miliardi di dollari per acquistare la compagnia petrolifera canadese Nexen. Secondo una nota di Cnooc, il board di Nexen approverebbe l offerta di acquisto all unanimità. L operazio - ne, se concretizzata, diventerebbe la maggiore acquisizione di una compagnia straniera mai effettuatada una società cinese, nonchè il più ambizioso tentativo di Pechino di entrare nel mercato degli idrocarburi nordamericano dopo il tentativo, poi bloccato dall opposizione del mondo politico, di rilevare Unocal, risalente al Il prezzo di offerta, pari a 27,50 dollari per azione in contanti, include un premio del 61% sul valore del titolo Nexen alla chiusura della borsa di New York dello scorso venerdì. L operazione consentirebbe inoltre a Cnooc di accrescere le sue riserve accertate del 30%. Nelle stesse ore un altra compagnia petrolifera cinese, la Sinopec, ha annunciato di aver rilevato il 49% di Talisman Energy, anch essa canadese, per 1,5 miliardi di dollari. solo la crisi partita fra il 2008 e il 2009 non è superata, ma questo primo scorcio di 2012 fa intravedere una fase ancora difficilissima, in cui il primato delle persone e dei gruppi sociali sulle ragioni dell economia e dei conti economici è fortemente rimesso in discussione», sostiene la Cisl. Inoltre l Italia appare, sempre secondo il sindacato, bloccata» nella azioni di risposta. Ecco che la Cisl si dice convinta della necessità di contrastare la recessione e avviare un percorso di crescita «attraverso una forte concertazione delle politiche possibilifragoverno centraleeregioni, con il pieno coinvolgimento delle parti sociali». Proposta delle Nestlé I padri fanno posto ai figli PERUGIA I figli in fabbrica al posto dei padri. E questa la proposta che la multinazionale Nestlé fa per lo stabilimento Perugina dove vengono prodotto i famosi baci di cioccolato. Nestlè è «fortemente convinta» che lo stabilimento Perugina di San Sisto «possa affrontaree vincere lenuove sfidecompetitive, pur in un contesto di crisi, tanto da aver proposto al sindacato l adozione di un patto generazionale per favorire l occupazione giovanile». L azienda «a fronte dello slittamento delle pensioni, che rischia di sbarrare la strada alle occasioni di lavoro per i giovani, ha ritenuto opportuno offrire ai lavoratori che volontariamente accetteranno di ridurre l orario di lavoro da 40 a 30 ore settimanali, la possibilità dell as - sunzione di un figlio presso lo stabilimento di San Sisto». In un comunicato, Nestlè Italiana definisce questa proposta una «risposta seria, responsabile e coraggiosa in un momento di difficoltà per l economia, non solo in Umbria e in Italia, ma in molti Paesi europei». Il direttore dell Agenzia delle Entrate sta con i contribuenti Befera: «Il fisco è un pachiderma impossibile compilare da soli il 730» Chiesto al governo una semplificazione degli adempimenti fiscali, normativa vecchia di oltre quarant anni ROMA Il fisco italiano è un pa - chiderma». È «quasi impossibile compilare da soli un 730». C'è stata una vera e propria «bulimia delle norme fiscali negli ultimi 40 anni». Il direttore dell Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, fa proprie le lamentele di tanti contribuenti e chiede di accelerare sulla semplificazione degli adempimenti fiscali. Noi «ci stiamo già lavorando», annuncia a un convegno dei Caf, i centri di assistenza fiscale. Il tema «semplificazione» è centrale nel rapporto tra fisco e contribuenti sul quale i Caf svolgono un ruolo di intermediazione che, secondo una ricerca dell Ispo di Renato Mannaimer è considerata utile dal 98,7% dei «clienti» dei Centri di Assistenza. Un ruolo che la stessa Consulta dei Caf chiede di modificare, dopo 20 anni, adeguandola alla realta. Tre i temi da affrontare, afferma il coordinatore nazionale Valeriano Canepari che ha anche lamentato il taglio dei compensi decisi con le ultime manovre dal Governo. Per i Caf il futuro passa attraverso un ampliamento della platea di contribuenti che possono compilare il modello 730, la dematerializzazione e informazione di tutta la documentazione con Agenzia Entrate e Inps, il potenziamento della funzione dei Caf nel confronto con le strutture del fisco per i controlli formali. La definizione di procedure «semplificate», a misura di contribuente, potrebbe arrivare con il provvedimento di delega fiscale presentato dal governo in Parlamento. Befera ha auspicato la sua approvazione. Ma ha aggiunto se non si potrà portare avanti la riforma per nuove «urgenze legate all attacco alle finanze pubbliche», si potrà comunque procedere alle semplificazioni. «Sarà possibile stralciare alcune parti della delega e farle diventare norme nel più breve tempo possibile aggiunge Stiamo già lavorando» a possibili interventi. Sarebbe questa la strada per correggere il problema fondamentale», del sistema fiscale italiano, che è estremamente complicato», secondo il direttore dell Agenzia delle Entrate, soprattutto a causa delle agevolazioni. «In Italia un agevolazione non si nega a nessuno», spiega Befera citando il ministro delle Finanze della Democrazia cristiana degli anni '50, Ezio Vanoni. Si tratta in totale di oltre 700 aiuti per circa 240 miliardi di euro, dei quali alcuni sono «certamente inutili e non danno l utilità sociale per cui sono nati», per il direttore delle Entrate, bisogna poi rivedere il sistema degli adempimenti per eliminare, o almeno ridurre, quelli non necessari». Si contrasta così la «bulimia delle norme fiscali degli ultimi 40 anni che, un pò per fare gettito, un pò per favorire qualche lobby con le agevolazioni, ha creato un sistema che è un pachiderma». «Se riusciamo a semplificarlo possiamo ridurre l'esigenza di contatto fisico, arrivando al punto che basta spedire un assegno all Agenzia con l im - porto dovuto. Negli Stati Uniti lo fanno anche con i contanti, ma da noi meglio di no», che poi non si sa se arrivano, scherza Befera. Oggi «senza i Caf sarebbe quasi impossibile compilare un 730, figuriamoci un modello Unico» e i centri di assistenza hanno anche il merito, secondo Befera, di «avvicinare i cittadini al fisco e far vedere il dovere di pagare le tasse in positivo», come si è visto con l Imu. «Tutti gli italiani hanno pagato afferma Befera è un segno di quel dovere civico, di quel senso di responsabilità che sta distinguendo il nostro popolo in questo momento di difficoltà». Contro i tagli Tr a s p o r t o pubblico è sciopero ROMA Un nuovo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale è stato proclamato per il prossimo 21 settembre. Lo hanno deciso i sindacati di categoria, Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, UglTrasporti efaisa- Cisal, dopo lo stop dello scorso 20 luglio. Il nuovo stop per bus, tram e metropolitane è stato deciso all indomani dello sciopero di quattro ore di venerdì scorso. Per i sindacati «la lotta dei lavoratori del Trasporto pubblico deve purtroppo continuare ad intensificarsi». Il nuovo sciopero, questa volta di 24 ore, è stato deciso «a seguito del perdurare della fase di stallo nel settore ed in mancanza di risposte da parte delle istituzioni e delle associazioni di rappresentanza, Asstra e Anav. A queste criticità spiegano le organizzazioni sindacali si va ad aggiungere l allarme circa i possibili tagli, previsti dalla spending review, se non sarà accolto l emendamento proposto dalle Regioni per escludere dal provvedimento il trasporto pubblico locale». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro

20 Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwVJfGrzhhRrY+IHEFMf77Ds= Of0l17FbcY9qRe7vVk8OwVJfGrzhhRrY+IHEFMf77Ds= me dovrebbe se continua a verificarsi una sorta di ritiro selvaggio. In particolare, nella sede centrale di Melfi accade che i non correntisti ritirino pu- RASSEGNASTAMPA re il tagliando, timbrato con la lettera E che, invece, sarebbe riservato ai titolari di conto corrente. Questi ultimi, vale la pena ricordarlo, pagano VIII per tale IPOTENZA opportunità, con prelievi CITTÀ E PROVINCIA n Da domani nuovo orari per 5 treni sulla linea Salerno Potenza. A sostenerlo Trenitalia. Il treno Salerno (5.25) Po - tenza (7.38) cambierà l orario da Pontecagnano a Romagnano; il treno Salerno (20.12) Potenza (22.01) cambierà orario da Eboli a Potenza; il Martedì treno Buccino 24 luglio 2012 (6.37) Salerno (7.41) anticiperà orari di arrivo e partenza; il treno Potenza (18.56) Salerno (21.24) modificherà gli orari da Buccino a Salerno; e il treno Potenza (20.32) Salerno (22.45) posticiperà di 4 minuti la partenza da Potenza. diretti sui loro depositi. Di conseguenza, come ieri mattina, succe- CASTELLUCCIO SUPERIORE Rissa dono forti malumori per l usanza in di terfugio. pieno Altrimenti IL LITIGIO - concludono SCOPPIATO i centro PER generale FUTILI MOTIVI di via TRA Guido DUE Rossa RAGAZZI in cui DI 20 salute E 25 ANNI. di tutti. NON Così È LA permanendo PRIMA VOLTA leche VENGONO ALLA MANI chi, insieme, prende anche lo scontrino siglato A, e approfitta delle due di non applicare costi ai correnti- «Abbiamo comunicato l inconve - le vie legali», ha concluso il prio- nostri interlocutori - sarebbe il caso scaricano le abitazioni della zona. cose, ci vedremo costretti ad adire possibilità per accedere al banco e sti». niente e richiesto interventi al sinr e. POTENZA IERI PROTESTE DEL SINDACATO ESCLUSO DA FEDERMECCANICA DALLE TRATTATIVE PER IL CONTRATTO tre Fiom: persone «Confindustria arrestate cambi» Il segretario De Nicola: «Relazioni sindacali a rischio anche in Basilicata» In manette anche il padre di uno dei due litiganti.. l P OT E N Z A. La Fiom ha organizzato nella giornata di ieri, a Potenza, davanti alla sede di Confindustria Basilicata, un presidio per protestare contro la scelta di Federmeccanica di convocare solo la CONTROLLI PINO PERCIANTE Uilm e la Fim nosce al tavolo parla, delle infatti, trattative di questioni per da il rinnovo nulla, acuite forse dal fatto di essere anche d archivio del contratto Nella foto nazionale dei metalmeccanici. LA l Non è la prima volta che Il vengono segretario vicini regionale di casa. della E Fiom, bastata Emanuele una banale De Nicola, ha spiegato militari P R OT in E S TA alle mani. Ma domenica sera che c erano «la mancata i scintilla convocazione domenica della sera Fiom per scatenare è legata al il fatto che il nostro azione. Alcuni A carabinieri e sono stati arrestati sindacato con non litigio. ha firmato Si trova gli a accordi passare in del auto 2009». il padre Castelluccio momenti della l accusa di rissa aggravata. R. Il C., segretario 20 anni, e G. L. di 25, entrambi di Castelluccio di regionale R. C. che De notando Nicola ha la scena pure evidenziato blocca «il carattere Superiore protesta sono della peggiorativo delle l auto, norme scende inserite e si dirige nel nuovo verso contratto, L. G. che i lavoratori intervenuti Fiom a per Superiore, domenica sera non hanno conoscono». dato Fortunatamente proprio in quel momento evitare Po t e n guai z a vita all ennesimo alterco sfociato Il sindacalista in rissa. Tratto in arresto anche il della sono Fiom transitati ha ricordato i carabinieri, che «anche impegnati in Basilicata in peggiori davanti alla alcuni padre di casi R. il nuovo contratto in un servizio è stato di addirittura controllo del bocciato». Da qui sede di C., intervenuto per difendere l appello il figlio. della territorio. Fiom lanciato I militari alla hanno Confindustria così evitato «è il momento di Confindustria Tutti e tre hanno riportato escoriazioni cercare di cambiare che la rissa la rotta potesse ha degenerare concluso il ulteriorm segretario intervento della Fiom dei carabinieri della locale assistito alla scena. Su disposizione [foto Tony Vece] del e contusioni giudicate guaribili perchè in pochi queste vicende e n t e. rischiano di rompere le relazioni stazione, sindacali diretta dal maresciallo Giuseppe la Rocca, ha evitato che l e pisodio torio Russo, i tre si trovano attualmente capo della Procura di Lagonegro, Vit- IL PRESIDIO Protesta della Fiom giorni, [foto Vece] quattro o cinque al massimo. anche in Basilicata». La rissa è avvenuta in piazza Santa Tra i due giovani di 20 e 25 anni c era - Lucia, a poca distanza da un bar. Non è la potesse avere conseguenze più gravi. agli arresti domiciliari, in attesa del processo no già alcuni precedenti e tensioni ma senza un motivo apparente. Chi li co- piazza principale di Castelluccio Superiore ma è la più frequentata. Il pronto L indagine si è arricchita con gli interrogatori di alcuni testimoni che avevano con rito direttissimo che dovrebbe essere celebrato nella giornata di oggi. L uomo è intervenuto in difesa del figlio. Tutti hanno riportato ferite guaribili in pochi giorni MELFI IN QUESTO MODO EVITANO LE LUNGHE FILE DI ATTESA Furbi alle Poste prendono i biglietti dei correntisti MARCO TUCCI L UFFICIO Le Poste di Melfi l MELFI. Addirittura c è chi rimpiange il vecchio sistema delle file autogestite per l acceso agli sportelli. Si chiedeva chi fosse l ultimo e ci si metteva dietro. Esagerato forse, ma certo il sistema del biglietto numerato per fruire dei servizi all inter no di un ufficio postale, non funziona come dovrebbe se continua a verificarsi una sorta di ritiro selvaggio. In particolare, nella sede centrale di Melfi accade che i non correntisti ritirino pure il tagliando, timbrato con la lettera E che, invece, sarebbe riservato ai titolari di conto corrente. Questi ultimi, vale la pena ricordarlo, pagano per tale opportunità, con prelievi diretti sui loro depositi. Di conseguenza, come ieri mattina, succedono forti malumori per l usanza di chi, insieme, prende anche lo scontrino siglato A, e approfitta delle due possibilità per accedere al banco e L UFFICIO Le Poste di Melfi casa e sanno come funziona. Pertanto, il tutto si verifica con consapevolezza calcolata e, appunto, chi dovrebbe sbrigarsi prima, perché correntista, deve attendere una coda ingiustificata dal numero di presenze nell ufficio stesso. Gli operatori, ovviamente, non possono nulla, o quasi, all ingresso degli utenti ma, di sicuro, dovrebbero rifiutasi di effettuare servizi a coloro che mettono in atto questo autentico sot- scavalcare chi è in attesa da molto più tempo. Magari, adducendo come giustificazione, quella di essersi sbagliati sul biglietto da prendere. «Senza tema di smentita- sottolineano gli scontenti alla Gazzetta - il discorso riguarda prevalentemente gente anziana ma, con tutto il rispetto, è una leggenda il fatto che si confondano. La posta, per loro, è una sorta di seconda casa e sanno come funziona. Pertanto, il tutto si verifica con consapevolezza calcolata e, appunto, chi dovrebbe sbrigarsi prima, perché correntista, deve attendere una coda ingiustificata dal numero di presenze nell ufficio stesso. Gli operatori, ovviamente, non possono nulla, o quasi, all ingresso degli utenti ma, di sicuro, dovrebbero rifiutasi di effettuare servizi a coloro che mettono in atto questo autentico sotterfugio. Altrimenti - concludono i nostri interlocutori - sarebbe il caso di non applicare costi ai correntisti». tre tre mesi, almeno questi i rilievi espressi dal priore della Confraternita Savino Cecere, alla Gazzetta, si stanno sollecitando, a desta e a sinistra, interventi atti ad eliminare lo sconcio di ordine igienico- sanitario oltre che di civile decenza : una fogna a cielo aperto scorre nel cortile annesso alla chiesa, proveniente certamente dall impianto fognario Fiom: «Confindustria cambi» Il segretario De Nicola: «Relazioni sindacali a rischio anche in Basilicata» RIONERO IN VULTURE IL PRIORE CHIEDE INTERVENTI Fogna a cielo aperto vicino alla Confraternita DONATO DI LUCCHIO POTENZA IERI PROTESTE DEL SINDACATO ESCLUSO DA FEDERMECCANICA DALLE TRATTATIVE PER IL CONTRATTO L AC Q UA Nella foto di Di Lucchio l acqua che fuoriesce quami di fogna nel cortile della Confraternita. I miasmi, con tutto questo caldo, diventano davvero insopportabili e pericolosi per la L AC Q UA Nella foto di Di Lucchio l acqua che fuoriesce l RIONERO IN VULTURE. Sca - richi fognari a cielo aperto e le soluzioni che tendono ad arrivare. È quanto sostiene la Confraternita Maria SS. del Monte Carmelo e i fedeli che frequentano le sacre funzioni nella chiesa di Sant Antonio Abate o la Casa di Riposo. Da oltre tre mesi, almeno questi i rilievi espressi dal priore della Confraternita Savino Cecere, alla Gazzetta, si stanno sollecitando, a desta e a sinistra, interventi atti ad eliminare lo sconcio di ordine igienico- sanitario oltre che di civile decenza : una fogna a cielo aperto scorre nel cortile annesso alla chiesa, proveniente certamente dall impianto fognario generale di via Guido Rossa in cui scaricano le abitazioni della zona. «Abbiamo comunicato l inconve - niente e richiesto interventi al sindaco nel maggio scorso, alle varie istituzioni quali l Ufficio sanitario dell Asp di Rionero e regionale di Venosa, a Acquedotto lucano e alla Polizia locale. Finora, però, con scarsi risultati, se non qualche sopralluogo di Al e dell Asl, che ha relazionato sullo stato delle cose, confermando la fuoruscita di liquami di fogna nel cortile della Confraternita. I miasmi, con tutto questo caldo, diventano davvero insopportabili e pericolosi per la salute di tutti. Così permanendo le cose, ci vedremo costretti ad adire le vie legali», ha concluso il prior e. stri agricoltori» P OT E N Z A FERROVIE Nuovi orari per i treni Potenza- Salerno le altre notizie MELFI AGRICOLTURA Consorzio di Bonifica grave la situazione per Sel n La situazione alla quale è stata portata la zona del Basso melfese e di Gaudiano di Lavello per ciò che attiene la gestione dell'acqua è gravissima. Il Consorzio di Bonifica del Vulture Alto Bradano è ormai in uno stato comatoso e non riesce a garantire nemmeno più la gestione ordinaria». È quanto sostiene il Circolo Sel di Lavello secondo cui «la squilibrata ripartizione della risorsa idrica tra i diversi utilizzatori danneggia i nostri agricoltori» P OT E N Z A FERROVIE Nuovi orari per i treni Potenza- Salerno n Da domani nuovo orari per 5 treni sulla linea Salerno Potenza. A sostenerlo Trenitalia. Il treno Salerno (5.25) Po - tenza (7.38) cambierà l orario da Pontecagnano a Romagnano; il treno Salerno (20.12) Potenza (22.01) cambierà orario da Eboli a Potenza; il treno Buccino (6.37) Salerno (7.41) anticiperà orari di arrivo e partenza; il treno Potenza (18.56) Salerno (21.24) modificherà gli orari da Buccino a Salerno; e il treno Potenza (20.32) Salerno (22.45) posticiperà di 4 minuti la partenza da Potenza. IL PRESIDIO Protesta della Fiom [foto Vece] l P OT E N Z A. La Fiom ha organizzato nella giornata di ieri, a Potenza, davanti alla sede di Confindustria Basilicata, un presidio per protestare contro la scelta di Federmeccanica di convocare solo la Uilm e la Fim al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Il segretario regionale della Fiom, Emanuele De Nicola, ha spiegato che «la mancata convocazione della Fiom è legata al fatto che il nostro sindacato non ha firmato gli accordi del 2009». Il segretario regionale De Nicola ha pure evidenziato «il carattere peggiorativo delle norme inserite nel nuovo contratto, che i lavoratori non conoscono». Il sindacalista della Fiom ha ricordato che «anche in Basilicata in alcuni casi il nuovo contratto è stato addirittura bocciato». Da qui l appello della Fiom lanciato alla Confindustria «è il momento di cercare di cambiare la rotta ha concluso il segretario della Fiom perchè queste vicende rischiano di rompere le relazioni sindacali anche in Basilicata». LA P R OT E S TA Alcuni momenti della protesta della Fiom a Po t e n z a davanti alla sede di Confindustria [foto. Tony Vece]

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