COMUNE DI ANZOLA Domenica, 06 marzo 2016

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1 COMUNE DI ANZOLA Domenica, 06 marzo 2016

2 COMUNE DI ANZOLA Domenica, 06 marzo 2016 Politica locale 06/03/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 24 Il giorno del carnevale 1 06/03/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 24 All' istituto Malpighi inaugurata l' aula /03/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 24 Mazzoli rifiuta i 'corteggiamenti' Listone di centrodestra in salita 3 06/03/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 29 Pilates, yoga della risata e lettura Così si previene il tumore al... 5 Sport 06/03/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 9 Il Persiceto trova il fanalino Masone 7 06/03/2016 Pagina 2 BEDA ROMANO Conti, la Ue prepara richiamo all' Italia 8 06/03/2016 Pagina 2 Nel nuovo Def «spending» triennale e clausole disinnescate /03/2016 Pagina 3 Basta veti sul «via libera» più veloce per chi investe 12 06/03/2016 Pagina 15 PAOLO POMBENI Candidati incolori non aiutano né rinascite locali né sfide /03/2016 Pagina 20 MARCO FORTIS Il debito implicito salva i conti pubblici 15

3 Pagina 24 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Il giorno del carnevale PERSICETO «SOLE la mattina, forse qualche goccia di pioggia il pomeriggio. Oggi usciamo con i carri». A parlare è Sergio Testoni, presidente dell' associazione carnevale Persiceto che con il suo staff ha deciso di dar vita oggi alla seconda sfilata. Manifestazione che sancirà i vincitori della 142esima edizione dello storico carnevale di Persiceto. Tuttavia, se il carnevale non si dovesse disputare, non sarà più possibile uscire fuori con i carri allegorici e i vincitori sarebbero resi noti in un incontro tra carnevalai alla bocciofila. «Quella della bocciofila aggiunge Testoni è un' ipotesi che non ci piace affatto. Quindi l' intenzione è quella di uscire in piazza». 1

4 Pagina 24 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale CREVALCORE L' ASSESSORE NANNETTI: «L' OBIETTIVO E' RINNOVARE LA PROPOSTA FORMATIVA» All' istituto Malpighi inaugurata l' aula 3.0 CREVALCORE ALL' ISTITUTO superiore Malpighi di Crevalcore è arrivata l' aula del futuro. E' stata inaugurata infatti la nuova 'Aula 3.0. Quando lo spazio insegna', alla presenza di Annamaria Barone Freddo, dirigente scolastica del Malpighi, di Giovanni Schiamone, dirigente dell' Ufficio scolastico territoriale di Bologna, del senatore e sindaco di Crevalcore Claudio Broglia e di Stefano Ghidini Presidente C2 Group di Cremona che ha realizzato l' aula 3.0 con i fondi straordinari del ministero dell' Istruzione Università e Ricerca. «Le ricerche ha spiegato Ghidini evidenziano che nelle aule sia necessario usare molti metodi didattici diversi, fra cui le discussioni e il lavoro di gruppo, accanto alla lezione classica. Tutti questi metodi contribuiscono a rendere più efficace sia l' insegnamento che l' apprendimento, in risposta alle diverse modalità di apprendimento di ciascuno studente». E ha continuato: «L' istituto superiore Malpighi ha realizzato, in collaborazione con C2, un' aula 3.0 progettata per sostenere efficacemente le diverse attività e le transizioni necessarie per passare dall' una all' altra. Oggi gli studenti potranno avere un ambiente di studio più attivo, che consente l' apprendimento reciproco e le discussioni di gruppo, che ricordano le loro interazioni quotidiane». IN SOSTANZA l' aula comprende lavagna multimediale, banchi scomponibili con rotelle che servono a comporre nuovi gruppi di lavoro, sedie con rotelle e dotate di contenitori per appoggio di vario materiale didattico. Sopra i banchi ci sono i pc portatili che saranno così alla portata degli studenti. «Questa di Crevalcore ha sottolineato Mariarosa Nannetti, assessore comunale alla scuola è una delle cento aule 3.0 in Italia ed è un ambiente davvero all' avanguardia per una didattica innovativa. Mi preme poi ricordare che l' amministrazione comunale e la scuola stanno facendo un percorso assieme alle aziende del territorio. Lo scopo è rinnovare e rendere adeguata la proposta formativa alle nuove esigente del mondo del lavoro». Pier Luigi Trombetta. 2

5 Pagina 24 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Mazzoli rifiuta i 'corteggiamenti' Listone di centrodestra in salita San Giovanni Anche i grillini sono ancora alla ricerca del candidato di PIER LUIGI TROMBETTA SAN GIOVANNI ANCORA in alto mare il listone unico civico per conquistare San Giovanni in Persiceto. E' l' obiettivo che si è posto il coordinatore metropolitano di Forza Italia, Beppe Vicinelli, tra l' altro anche sindaco di Sant' Agata, per concorrere alle amministrative in programma il prossimo giugno. «Siamo all' opera spiega Vicinelli per cercare di riunire le forze di centrodestra in una lista civica. Stiamo valutando i candidati ed ho già avuto il consenso della Lega. Comunicheremo il nome del nostro candidato molto presto. Per quanto riguarda le liste civiche già presenti, anche in questo caso lavoreremo per farle partecipi del nostro progetto. E cioè un candidato unico che diventi il prossimo sindaco di Persiceto». Vicinelli si riferisce alla lista civica di Giancarlo Mazzoli che era già entrata in consiglio comunale la scorsa tornata elettorale. Anche se, secondo ultime indiscrezioni, sembra lontana la collaborazione tra Vicinelli e Mazzoli, visto che quest' ultimo intende riproporre la sua omonima lista civica. E ancora, alla luce di queste considerazioni, interviene la Lega Nord per voce di Stefano Ruozzi della segreteria provinciale che tiene a precisare che: «in merito ad un presunto listone a sostegno di un candidato unitario, ci preme sottolineare che ad oggi ancora nulla è stato ufficializzato e che, quando lo sarà, non mancheremo di comunicarlo. Certo è che è nostra ferma intenzione essere fulcro per la costruzione di un' ampia coalizione di centro destra, forti di un consenso in crescita che già nel 2014 aveva superato il 20%, e che ci dà la forza per essere presenti col nostro simbolo, a fianco di coloro che a San Giovanni vogliono un vero cambiamento». INTANTO, sempre sul fronte del centrodestra, smentisce le voci di una sua possibile candidatura Elia Broccoli che era stato capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia fino al «Ringrazio fa sapere Broccoli coloro che mi hanno chiesto di candidarmi ma per scelte di vita e professionali, sono top manager, lascerò l' Italia già dal prossimo mese. Sono lusingato e onorato che dopo sette anni dalla mia ultima seduta in consiglio comunale molti miei concittadini mi abbiano indicato e ancora mi ricordino per l' attività politica svolta». Dal canto loro i grillini hanno già lanciato le candidature on line anche se l' ex candidato della tornata 2014 Alberto Longhi non aveva nascosto ancora una volta la propria disponibilità. Tuttavia per i 5 Stelle corrono voci di una divisione all' interno del movimento Persicetano. Vedremo la concretezza di questa indiscrezione nelle prossime settimane. Infine sul fronte Continua > 3

6 Pagina 24 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Pd è ormai ben nota la candidatura dell' ex vice sindaco ed ex assessore al bilancio della giunta Mazzuca Tommaso Cotti. Ma pare che l' estrema sinistra si stia organizzando per creare una lista propria che evidentemente sarà concorrente a quella di Cotti. 4

7 Pagina 29 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Pilates, yoga della risata e lettura Così si previene il tumore al seno Persiceto 'Dipetto' ha presentato il calendario delle iniziative del 2016 di PIER LUIGI TROMBETTA SAN GIOVANNI IN PERSICETO 'EMOZIONE donna2, per prendere di petto il tumore al seno' è il titolo dell' incontro che l' associazione 'Dipetto' delle Terre d' Acqua per le donne colpite da carcinoma mammario ha tenuto a San Giovanni in Persiceto per presentare il calendario di iniziative per l' anno in corso. Già il nome 'Dipetto' la dice lunga sulla volontà e gli obiettivi di questa onlus di San Giovanni in Persiceto nata nel 2013 da donne e per le donne che nella vita si sono trovate ad affrontare la sfida contro il tumore al seno. È l' unica realtà nel territorio delle Terre d' Acqua che si occupa di prevenzione e benessere per i malati oncologici e si propone come riferimento non solo per chi è colpito dal cancro, ma per le persone che intendono migliorare il proprio stile di vita per non ammalarsi. Accanto all' associazione opera il gruppo 'Andiamo Oltre', che fa parte della rete di gruppi di auto mutuo aiuto dell' Area Metropolitana bolognese, formata da donne operate al seno che si sostengono reciprocamente con l' ascolto, l' aiuto psicologico e i consigli utili. Il progetto 'Emozione donna2' consiste in un calendario di attività e incontri finalizzati al benessere psicofisico, realizzato con la collaborazione di medici, insegnanti e operatori specializzati in diverse discipline. Corsi che spaziano dal pilates dolce alla lettura teatrale, oppure dallo yoga della risata all' allenamento del pavimento pelvico. E ancor il corso di meditazione con le vibrazioni di gong e delle campane tibetane e una serie di conferenze tenute da Viviana Sabatini sulla fitoterapia, la fitocosmesi e sul mondo delle piante officinali. Il progetto 'Emozione donna2' viene realizzato con il contributo della Susan G. Komen Italia, la prima associazione di volontariato europea affiliata alla 'Susan G. Komen for cure' di Dallas che si occupa a livello internazionale da oltre 30 anni della lotta al tumore al seno. IL PROGETTO gode del patrocinio del Comune di San Giovanni in Persiceto, dell' Unione Terre d' Acqua, dell' Istituto scienze neurologice dell' Ausl di Bologna, con la collaborazione dell' Udi di Persiceto. Alla presentazione erano presenti rappresentanti di associazioni benefiche e di molte donne interessate al progetto. La presidente Paola Zanotti ha fatto gli onori di casa. «In questi anni ha detto abbiamo realizzato vari corsi, altre idee sono pronte per essere proposte, sempre nello spirito di aiutare a godere dei bei momenti che la vita ci offre». In veste di relatori Milena Breviglieri (socia e referente), che ha illustrato il progetto, Monica Corazza ha invece parlato del corso di pilates, Barbara Nalli ha Continua > 5

8 Pagina 29 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale spiegato in cosa consisterà il suo corso di lettura teatrale, Claudia Serra (socia) ha raccontato la sua esperienza relativa allo yoga della risata e ha condiviso anche la sua esperienza in merito al gruppo 'Andiamo Oltre'. E poi ancora Nadia Rebecchi e Cinzia Calzolari hanno incuriosito la platea con un corso molto singolare correlato all' allenamento del pavimento pelvico. Il ciclo di conferenze inserito nel progetto è stato illustrato dalla dottoressa Viviana Sabatini. Tra i vari interventi spicca quello di Maria Carla Re, una delle responsabili di Komen Emilia Romagna, che ha sottolineato lo spirito collaborativo e la «voglia di fare rete» che caratterizza queste associazioni e,in primis, la Dipetto». Per informazioni e iscrizioni: dipettosgp@gmail.com tel Nella sede dell' associazione a Persiceto (via Marconi 26) sono disponibili i pieghevoli con l' intero programma e il dettaglio dei corsi. 6

9 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport Prima Categoria Il Persiceto trova il fanalino Masone Bologna VENTICINQUESIMO turno: in campo alle 14,30. Prima girone C: Cadelbosco Virtus Camposanto, Vis San Prospero Cavezzo, Masone Persiceto 85, Boca Barco Ravarino, San Faustino Real Panaro («Merli» di Reggio Emilia), Guastalla Sporting Pievecella, Virtus Libertas Virtus Cibeno, Massese Caselle Virtus Mandrio ( sintetico di Finale Emilia). La classifica: Persiceto 85 65; Massese Caselle 48; Vis San Prospero e Virtus Libertas 41; Virtus Camposanto 39; San Faustino 34; Ravarino 32; Boca Barco 31; Virtus Cibeno e Guastalla 30; Virtus Mandrio 29; Sporting Pievecella 25; Cadelbosco 24; Cavezzo 21; Real Panaro 18; Masone 11. Prima girone D: Atletico Montagna Calcara Samoggia (sintetico di Castelnovo Monti), Bellarosa Polinago («Comunale» di Albinea), Castellettese Levizzano, Cerredolese Castellarano, Manzolino Flos Frugi («Venturelli» di Castelvetro), Pgs Smile Maranello, Vignolese Levizzano, Virtus Gorzano Lama 80. La classifica: Castellarano 48; Maranello 46; Vignolese 42; Vezzano 39; Atletico Montagna 35; Pgs Smile e Cerredolese 34; Polinago e Manzolino 33; Calcara Samoggia 37; Levizzano 26; Lama 80 23; Virtus Gorzano e Flos Frugi 21; Castellettese e Bellarosa 19. Prima girone E: Atletico Castenaso Van Goof Riolo Terme, Cagliari United Montefredente («San Donato 1»), Dozzese Osteria Grande, Ozzanese Bononia, San Benedetto Val di Sambro Antonio Placci Bubano, Sesto Imolese Airone, Zola Predosa Castel del Rio («Melotti» di Ponteronca), 65 Futa Anzolavino (rinviata per neve). La classifica: Anzolavino 56; Sesto Imolese 45; Zola Predosa 41; Cagliari 40; United Montefredente 35; Osteria Grande 34; San Benedetto Val di Sambro 33; Dozzese 32; Castel del Rio 31; Bononia 27; Antonio Placci Bubano e 65 Futa 26; Riolo Terme 23; Airone 21; Atletico Castenaso Van Goof 19; Ozzanese 12. Prima girone F: Bevilacquese Basca, Funo Bentivoglio, Casumaro Boncellino, Molinella Bosco, Gallo Consandolo, Poggese Galeazza, XII Morelli Nuova Codigorese, Real Fusignano Tresigallo. La classifica: Casumaro 50; XII Morelli e Basca 43; Consandolo 40; Galeazza 38; Bentivoglio e Molinella 35; Gallo 34; Bevilacquese 33; Funo e Real Fusignano 32; Nuova Codigorese 28; Poggese 26; Boncellino 22; Tresigallo 21; Bosco 4. Marco Salicini. 7

10 Pagina 2 Conti, la Ue prepara richiamo all' Italia Niente procedura d' infrazione sul debito Padoan: normale discussione, dal Def chiarimento definitivo BRUXELLES Volente o nolente, l' Italia tornerà la prossima settimana al centro dell' attenzione europea per via dei suoi conti pubblici, sempre controversi. Tra lunedì e martedì sia i ministri delle Finanze della zona euro che la Commissione europea dovranno dare proprie valutazioni, in particolare per quanto riguarda il debito. L' esecutivo comunitario considererà probabilmente gli squilibri macroeconomici italiani sempre eccessivi, ma senza per questo aprire una formale procedura. I ministri delle Finanze della zona euro si riuniranno qui a Bruxelles lunedì. Tra le altre cose, discuteranno delle ultime previsioni economiche della Commissione europea (si veda Il Sole/24 Ore del 5 febbraio). La discussione sarà «di routine», ha spiegato un funzionario. Lo sguardo correrà a quei paesi che in novembre, al momento della presentazione della loro Finanziaria, sono stati giudicati a rischio di violazione delle regole del Patto di Stabilità. Tra questi: l' Austria, la Lituania, la Spagna, e l' Italia. Allora, i ministri notarono a proposito dell' Italia che «nuove misure potrebbero essere necessarie per migliorare lo sforzo strutturale». Roma ha presentato una Finanziaria 2016 che prevede l' uso di flessibilità di bilancio per via di nuovi investimenti e nuove riforme, oltre che per la spesa dovuta all' emergenza rifugiati. L' obiettivo del governo è di sostenere la fragile ripresa. Per scongiurare procedure per debito eccessivo deve però limitare la deviazione dal cammino verso il pareggio di bilancio. La Commissione ha già detto che aspetterà maggio prima di dare un suo giudizio sulla Finanziaria del A quel punto vi saranno certezze sull' andamento delle finanze pubbliche nel È probabile che lunedì l' Eurogruppo noterà che le previsioni di Bruxelles mostrano un aumento del deficit strutturale tra il 2015 e il 2016 dall' 1,0 all' 1,7% del Pil (1,5% in autunno). Inevitabilmente, a influenzare il dibattito sarà anche un rapporto comunitario di gennaio che i ministri discuteranno martedì. La Commissione pubblicò due mesi fa una relazione triennale sull' andamento del debito in tutti i paesi dell' Unione. Il rapporto non potè fare a meno di sottolineare i rischi italiani (e di altri 15 paesi), almeno nel medio termine. Sia nel breve termine che nel lungo termine, l' esecutivo comunitario aveva espresso una certa fiducia (si veda del 26 gennaio). Il debito pubblico italiano, atteso in calo quest' anno, dovrebbe essere stato del 132,8% del Pil l' anno scorso. Continua > 8

11 Pagina 2 < Segue Infine, la stessa Commissione dovrebbe pubblicare martedì a Strasburgo il giudizio politico sull' analisi degli squilibri macroeconomici di cui sono oggetto 18 paesi dell' Unione. L' Italia è guardata a vista per via di alto debito e bassa competitività. Già l' anno scorso Bruxelles aveva considerato il paese alle prese con squilibri eccessivi, notando situazioni a rischio in cinque campi su quattordici: quote di mercato, debito pubblico, disoccupazione, disoccupazione di lungo termine e disoccupazione giovanile. Secondo le ultime informazioni, il collegio dei commissari dovrebbe considerare gli squilibri sempre eccessivi, ma senza aprire una procedura sanzionatoria, anche perché il rapporto paese associato al giudizio politico e pubblicato appena dieci giorni fa è stato cautamente incoraggiante (si veda Il Sole 24 Ore del 27 febbraio). «Nel complesso si leggeva nella relazione l' Italia ha compiuto qualche progresso nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese del 2015». Spiegava ieri un esponente comunitario: «Il collegio dei commissari potrebbe decidere di inviare ad alcuni paesi a rischio» sul fronte del deficit una comunicazione nella quale «verrebbero ricordate le conclusioni» preliminari relative alle Finanziarie per quest' anno «alla luce delle ultime previsioni d' inverno». La scelta politica è delicata. Bruxelles non vuole né imporre scelte che possano pesare sulla ripresa, né aizzare gli animi. Nel contempo vuole mantenere sul chi vive i paesi a più alto debito. Parlando ieri da Londra, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan si è limitato a confermare che «con Bruxelles è in corso una discussione normale per verificare i dati del 2016 di finanza pubblica e quindi con il Def, il documento di economia e finanza di aprile, troveremo una soluzione definitiva sia del quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita». Novità sostanziali quindi vi saranno in maggio quando Bruxelles illustrerà il giudizio sulla Stabilità 2016 e nuove raccomandazioni paese. RIPRODUZIONE RISERVATA. BEDA ROMANO 9

12 Pagina 2 Prime anticipazioni. In arrivo una revisione della spesa strutturale per non meno di miliardi nel triennio anche per coprire i nuovi tagli alle tasse e al cuneo Nel nuovo Def «spending» triennale e clausole disinnescate fino al 2019 MARCO ROGARI ROMA Una doppia operazione triennale. È quella che dovrebbe essere indicata nel prossimo Def in arrivo ad aprile per rendere maggiormente strutturale la spending review, anche in linea con la riforma del bilancio che si accinge a diventare pienamente operativa. E per allestire fin da ora un percorso che preveda la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali fino al 2019 (oltre 54 miliardi) e non solo per il 2017 (15,1 miliardi) come accaduto con l' ultima legge di stabilità. La decisione finale sarà presa nelle prossime settimane, anche perché al varo del nuovo Def manca ancora un mese e mezzo e a Palazzo Chigi come al ministero dell' Economia si attende che si concluda prima il confronto in corso con Bruxelles sui conti pubblici. Alcune linee guida del nuovo Documento di economia e finanza cominciano comunque ad essere abbozzate. La due operazioni triennali su spending e clausole non saranno necessariamente concatenate. Le risorse che saranno recuperate dalla "fase 3" della revisione della spesa saranno infatti in gran parte utilizzate per coprire le nuove misure orientate alla riduzione delle tasse e all' alleggerimento del "cuneo" che il Governo adotterà nei prossimi tre anni. A partire dal taglio dell' Ires, peraltro già assorbito nel "tendenziale" di finanza pubblica, quello dell' Irpef al momento calendarizzato per il 2018 e i nuovi interventi che si stanno preparando per favorire l' occupazione e alleggerire il costo del lavoro una volta che si sarà esaurita la fase di decontribuzione per i neo assunti a tempo indeterminato. Che nell' attuale versione potrebbe essere ancora prorogata, forse in forma ulteriormente ridotta, ma solo per un altro anno. Palazzo Chigi e il commissario della spending, Yoram Gutgeld, per il momento non si sbilanciano sulle prime ipotesi che si fanno sull' impatto della nuova spending. Ma per alcuni tecnici del Governo l' asticella della revisione della spesa per il prossimo triennio non potrà scendere sotto i miliardi. Una decina di miliardi dovrebbero arrivare, sempre su base triennale, dal nuovo sistema di centralizzazione degli acquisti della Pa imperniato su sole 33 stazioni appaltanti. Altri risparmi arriverranno dall' adozione a vasto raggio del dispositivo dei costi e dei fabbisogni standard, dagli interventi sugli immobili pubblici, sulla prosecuzione del processo di efficientamento dei bilanci delle Continua > 10

13 Pagina 2 < Segue amministrazioni centrali (ministeri in primis) e dall' attuazione della riforma della Pa. Proprio questo intervento dovrebbe essere incasellato nel capitolo del Def, insieme alle misure su ricerca, infrastrutture e quelle di natura fiscale, al quale dovrebbe essere collegata la fetta di flessibilità che il Governo conta di utilizzare nel «Con il Def di aprile troveremo una soluzione definitiva sia del quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita», ha detto ieri il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, facendo riferimento al confronto con Bruxelles. All' esito della trattativa con la Ue è appesa anche l' ipotesi di rafforzare il taglio delle tasse per il prossimo anno, che allo stato attuale prevede solo la riduzione dell' Ires. Anche per questo motivo Governo e maggioranza frenano sulla possibilità di anticipare eventualmente altre misure come ad esempio il taglio dell' Irpef. «Questo è il momento per guardare i numeri e non per fare annunci», dice Filippo Taddei, responsabile economico del Pd. Quanto alla revisione della spesa, un nodo strategico resta il coinvolgimento degli enti territoriali. La scorsa settimana la Corte dei conti, nel dossier sulla finanza locale, ha sottolineato che sul fronte degli enti locali la spending review stenta a diventare organica. Anche la buona riuscita del nuovo sistema di centralizzazione degli acquisti Pa dipende, per una buona fetta, dalla reale adesione degli enti territoriali. RIPRODUZIONE RISERVATA. 11

14 Pagina 3 L' ANALISI Basta veti sul «via libera» più veloce per chi investe GIORGIO SANTILLI Il governo ha varato un poker di provvedimenti animati dalla stessa sincera volontà di accelerare e rendere più sicuri gli investimenti privati e pubblici. Si tratta di due decreti legislativi attuativi delle deleghe della legge Madia (Scia semplificata e riforma della conferenza di servizi), di un regolamento sempre in attuazione della legge sulla riforma della Pa (quello sui poteri sostitutivi di Palazzo Chigi in caso di mancata risposta a richieste di autorizzazione per grandi opere infrastrutturali e grandi stabilimenti produttivi), del decreto legislativo sulla riforma degli appalti pubblici varato giovedì dal governo e inviato ieri alle Camere dopo la "bollinatura" della Ragioneria generale dello Stato. Un poker di provvedimenti che può scuotere alle fondamenta l' Italia dei veti, dei tempi lunghissimi per realizzare alcunché, dei costi mai definiti, delle resistenze culturali e degli apparati normativi elefantiaci in cui spesso si annida la ben più concreta volontà di corruzione (nel senso di corrompere ed essere corrotto). Lungi dal pensare che la partita guidata da Palazzo Chigi ma senza trascurare fondamentali contributi come quelli dei ministri Madia e Delrio e dell' Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone sia vinta, bisogna invece dire che il confronto fra innovatori e conservatori è in corso ancora in queste settimane, a volte nascosto dai riflettori della cronaca. Prendiamo l' esempio del regolamento che attribuisce poteri sostitutivi proprio per spazzare via meline e veti non giustificati dai fatti: varato il 20 gennaio dal governo, è stato oggetto di un tentativo di affossamento prima e di svuotamento poi dalle Regioni che in attesa della sacrosanta riforma del titolo V in materia di territorio pensano ancora di fare il bello e il cattivo tempo, a difesa delle proprie prerogative (usate malissimo in questi ultimi 15 anni). Il riferimento alla legge obiettivo e alle intese istituzionali preventive (che uccisero di fatto quella legge in culla) fa venire i brividi e dimostra come giriamo sempre intorno agli stessi vizi. Fra una quindicina di giorni ci sarà un nuovo round Governo Regioni per cercare una soluzione e speriamo che, come la proposta governativa, sia una soluzione vera e non uno di quei caroselli gattopardeschi che servono per perdere tempo e lasciare tutto com' è. RIPRODUZIONE RISERVATA. 12

15 Pagina 15 L' ANALISI Candidati incolori non aiutano né rinascite locali né sfide di governo Aspettare il risultato delle amministrative come un oracolo sul futuro dei nuovi equilibri politici (qualcosa di più e di diverso dal governo in carica) non si sa quanto sia plausibile. Certo già dall' avvio della loro campagna elettorale qualche spunto di riflessione può venire. In passato, quando molto, se non tutto era diverso, varie volte le amministrative sono state un segnale anticipatore dei cambiamenti di equilibrio nella politica nazionale: accadde ai tempi del centrosinistra, della solidarietà nazionale, della svolta verso la cosiddetta seconda repubblica. Anche oggi possiamo cogliere dei segnali, ma non come nei casi citati per capire in quale direzione ci si muove, quanto piuttosto per registrare una mutazione profonda del quadro politico senza che sia ancora possibile intuire con chiarezza dove si vada a parare. Negli ambienti politici il vero tema di dibattito non è lo scontro fra i contendenti quanto la dimensione che assumerà l' astensionismo. Sarà infatti questo, in termini di quantità, ma anche di qualità (chi saranno quelli che disertano le urne), a determinare gli scenari. Certo a giudicare dalla scarsa partecipazione del sentimento popolare a questa contesa, nonché dall' assenza di figure in qualche modo carismatiche (quanto siamo lontani dal "partito dei sindaci"!) non si può immaginare una rinascita della politica legata al sentimento civico. Piuttosto si registra una debacle a vario grado nei partiti politici. Curiosamente non c' è né una capacità di regia a livello nazionale, né una vivace dinamica locale che porti sulla scena forti partiti territoriali. I due termini antitetici per rappresentare la situazione sono Milano e Roma. Nella "capitale morale" entrambi i raggruppamenti del bipolarismo storico si sono affidati, per resuscitare una vecchia formula, a "papi stranieri". Aggiungiamo: così stranieri che i due contendenti potrebbero scambiarsi le casacche di coalizione senza creare particolare sorpresa. Questo può essere interpretato come una resa dei partiti alla "società civile" in senso lato, ovvero a quella parte, certo non quantitativamente fortissima, di elettorato che cerca quello che una volta si sarebbe chiamato "un buon amministratore", senza preoccuparsi tanto del suo pedigree politico. Le ideologie delle pattuglie mosse dalle diverse ortodossie politiche sopravvissute o neo inventate seguiranno, come fa l' intendenza. Nella "capitale legale" il quadro è opposto. I partiti sfasciati non possono arrendersi al loro tramonto e dunque mettono scopertamente in scena le loro lotte di fazione. Nell' elettorato si ritiene impossibile Continua > 13

16 Pagina 15 < Segue individuare un nucleo forte di società civile fiduciosa che si possa scommettere sull' avvento del buon amministratore. Del resto, con un dissesto più che decennale, è difficile dargli torto. Le direzioni nazionali (ci si consenta questo termine ormai improprio) possono al massimo inserirsi in queste lotte di fazione, del tutto incapaci di promuovere un ruolo di equilibratore e di ricostruttore di un tessuto sfatto. In mezzo a questi due estremi c' è un po' di tutto. Il caso di Napoli, che è una specie di eterna eccezione, che non sfugge ai mali denunciati per Roma, anche se in questo caso c' è un tentativo di recuperare il bandolo della matassa parte di un esponente della vecchia guardia che a suo tempo aveva fatto la rivoluzione civica. Quanto quel passato possa far rivivere una stagione è più che incerto, ma la sua capacità di mobilitazione al momento è un' incognita. Sempre in questa linea c' è Torino, che è forse il caso più interessante. Qui si scontra la tradizione nobile della classe dirigente ex Pci che si fece carico di transitare il paese fra la prima e la seconda repubblica e la sfida innovatrice del M5S che scommette in sostanza di poter prendere su di sé la successione a quella classe dirigente facendo un salto insieme generazionale ed ideologico. Perciò sarà molto interessante vedere come va a finire, soprattutto perché in quel caso c' è, assai più che a Roma, la verifica di come si sposteranno i voti di quegli elettori di centrodestra che da Berlusconi hanno introitato le parole d' ordine anticomuniste, ma che non hanno più alcuna fiducia che il vecchio leader spompato possa condurli non diciamo alla vittoria, ma a un qualche risultato di peso. Altro caso di qualche interesse per un osservatore è Bologna. Qui un tempo c' era la vetrina di un partito assai "territoriale" come era il vecchio Pci di quelle parti e anche qui l' occupazione del municipio era il modo di mostrare quanto quel partito che era escluso dal potere a livello nazionale fosse in grado di esprimere una buona amministrazione di alto profilo. Oggi tutto si trascina stancamente nella riproposizione del sindaco in carica, personaggio poco carismatico e certo improponibile come vetrina di alcunché, dato per quasi sicuro vincitore nella totale assenza di competitori, perché tanto dal centrodestra quanto dal M5S gli si sono contrapposti personaggi altrettanto modesti e incolori. Poi ci sarà da fare i conti con l' astensione, ma è un altro discorso. Si può trarre la conclusione che siamo di fronte alla prova che il governo locale non è più una questione di fondo nella costruzione degli equilibri della classe politica, perché tutto si decide nella grande competizione nazionale dove conta solo lo scontro dei leader? C' è chi lo sostiene, più o meno apertamente. Ci permettiamo di dubitare della bontà di questa conclusione: un paese ha bisogno di essere governato, e bene, in tutta la complessità del suo sistema. L' uomo solo al comando, per quanto possa circondarsi di un po' di proconsoli, non riesce mai a trasformare un paese se sui territori non può contare su una rete di buona amministrazione e di buona politica. RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLO POMBENI 14

17 Pagina 20. Il debito implicito salva i conti pubblici L' analisi dell' istituto tedesco Stiftung Marktwirschaft (SM) sul basso debito pubblico totale italiano (esplicito+implicito), unico caso Ue inferiore al 60% del Pil, ha suscitato molte reazioni. Continua pagina 20 di Marco Fortis di versi lettori del "Sole 24 Ore" si sono mostrati interessati a capire meglio come sia possibile che secondo la Fondazione tedesca il cosiddetto debito implicito italiano sia negativo per 75 punti di PIL. Il che si traduce in una corrispondente sottrazione di uguale entità dal livello del nostro debito pubblico esplicito, pari al 132%, con il debito totale che si abbassa quindi ad appena il 57% del PIL. Cominciamo con il precisare che il debito implicito italiano negativo di 75 punti di PIL stimato dalla SM non dipende affatto dall' imposizione di tasse patrimoniali future o addirittura da un aumento della mortalità, come alcuni lettori hanno ipotizzato. Deriva invece dai minori costi attualizzati per la gestione delle spese pensionistiche e sanitarie future, pur in presenza dell' invecchiamento della popolazione, combinati con la capacità che l' Italia ha ampiamente mostrato nel tempo di mantenere un saldo statale primario positivo. Ciò grazie alle varie riforme e ai tagli di spesa che il nostro Paese ha già effettuato, diversamente da molte altre economie UE. Le proiezioni della SM si basano su dati della Commissione Europea per ciò che riguarda sia l' avanzo primario sia le spese pensionistiche e sanitarie future. Con riferimento a queste ultime ricordiamo che la Commissione Europea ha pubblicato lo scorso anno il "The 2015 Ageing Report: Economic and budgetary projections for the 28 EU Member States ( )". In questo Rapporto si evidenzia che l' Italia nei prossimi decenni figurerà tra i soli 7 Paesi UE, tra cui Francia e Spagna, che faranno registrare un calo delle spese legate all' invecchiamento della popolazione, le quali cresceranno invece in misura consistente in Germania, Olanda, Belgio, Finlandia, Austria e Gran Bretagna, solo per ricordare i casi principali. I risultati dell' analisi della SM sul debito pubblico italiano possono aver suscitato sorpresa. Ma l' approccio della SM è esattamente il medesimo che la stessa Commissione europea utilizza per valutare la sostenibilità dei debiti pubblici dei vari Paesi nel lungo termine, giungendo, sia pure con metodologie di stima parzialmente diverse, a conclusioni grosso Continua > 15

18 Pagina 20 < Segue modo analoghe. Infatti, come già aveva fatto in passato, nel suo ultimo "2015 Fiscal Sustainability Report" la Commissione europea affida ad un indicatore, l' indice S2, il compito di stimare tale sostenibilità. L' indice S2 che, per inciso, è riportato anche nel "Rapporto sulla sostenibilità finanziaria" della Banca d' Italia è la somma della posizione fiscale di partenza di ogni Paese (data dalla differenza tra il bilancio primario strutturale corrente e quello che ogni Paese dovrebbe realizzare per stabilizzare il proprio debito pubblico) e dei costi futuri per l' invecchiamento della popolazione a politiche invariate. Ebbene, anche per la Commissione UE l' Italia è l' unico Paese europeo (assieme alla Croazia) a non presentare un gap di sostenibilità del debito nel lungo periodo, avendo una posizione fiscale iniziale pari a 0,8% del PIL e spese per l' invecchiamento pari a 0,1% del PIL, quindi un indice S2 uguale a 0,9. L' unica differenza tra l' approccio della Commissione europea e quello della SM è che mentre questa presenta i suoi dati come una somma di debito pubblico esplicito e implicito in percentuale del PIL, la Commissione usa invece un indice che non è di altrettanto immediata comprensione ai non addetti ai lavori. Vediamo allora di capire meglio come funziona l' indice S2 della Commissione UE. Si consideri il grafico a fianco. Sull' asse delle ascisse è riportata la posizione fiscale iniziale di ciascuna nazione a partire dal Sull' asse delle ordinate è invece indicato il costo delle spese legate all' evoluzione demografica. La somma delle combinazioni dei due valori esprime l' indice S2 di ogni Paese, che se è negativo indica l' esistenza di una sostenibilità del debito nel lungo periodo; viceversa, se è positivo indica l' esistenza di una mancanza (gap) di sostenibilità, che è tanto maggiore quanto l' indice è più elevato. Le linee diagonali sono gli "isogap", cioè segnalano tutte le possibili diverse combinazioni di posizioni fiscale di partenza e costi per l' invecchiamento della popolazione che danno luogo a medesimi valori di S2. Come appare dalla figura, l' Italia è l' unica nazione che si colloca nel quadrante in basso a sinistra. Ciò significa che il nostro Paese presenta sia una posizione fiscale di partenza favorevole (merito del nostro elevato avanzo primario) sia un profilo di spesa pubblica futura legata alla demografia che andrà a ridurre, e non a far crescere, il debito (merito delle nostre riforme già introdotte, soprattutto in campo pensionistico). In buona sostanza ciò equivale a dire, con parole diverse, che il debito implicito italiano è negativo, esattamente come affermato dalla fondazione tedesca SM. Tutte le altre nazioni, secondo la Commissione UE, presentano invece dei gap di sostenibilità, ad esclusione della Croazia (che sopperisce alla sua sfavorevole posizione fiscale di partenza con spese per la demografia calanti, soprattutto per le pensioni). In particolare, nel quadrante in basso a destra sopra la linea della sostenibilità troviamo Paesi come la Francia o la Spagna che hanno spese attese per l' invecchiamento discendenti ma una posizione fiscale iniziale sfavorevole. Nel quadrante in alto a sinistra troviamo Paesi come la Germania che, pur avendo posizioni fiscali di partenza favorevoli, presentano dei gap di sostenibilità che derivano dalle forti spese future attese per la demografia. Mentre nel quadrante in alto a sinistra si collocano nazioni come la Gran Bretagna, l' Olanda o la Finlandia che evidenziano una combinazione complessivamente negativa sia della posizione fiscale di partenza sia delle spese future attese per l' invecchiamento. Naturalmente, avverte la Commissione UE, avere sulla carta un debito pubblico sostenibile nel lungo termine non è condizione sufficiente per poter stare tranquilli. Infatti, nel breve medio termine un debito pubblico esplicito alto (come quello dell' Italia) espone le nazioni a forti pressioni in termini di spread. Per questa ragione il Governo italiano ha più volte ribadito che tra i suoi obiettivi primari ed ineludibili vi è quello della riduzione del debito esplicito. Si tratta solo di capire con quale ragionevole ritmo esso debba essere ridotto, visto che nel lungo periodo il debito totale italiano sarà comunque il più stabile in Europa. Lo scenario ottimale per la Commissione UE, detto del "Patto di Stabilità e Crescita", prevede che il debito esplicito italiano debba essere ridotto a tappe forzate al 100,6% del PIL entro il Lo scenario "di base" della Commissione prevede invece che a tale data il nostro debito scenderà "solo" al 110,1%. Continua > 16

19 Pagina 20 < Segue A noi sembra che anche il secondo risultato possa essere più che sufficiente per dare evidenza all' Europa e ai mercati di un serio impegno fiscale da parte dell' Italia. In primo luogo perché quello italiano sarà comunque il calo di gran lunga più forte del debito nella UE ( 22,7 punti di PIL, con una riduzione del divario tra il debito dell' Italia e quello della Francia ad appena 10 punti di PIL rispetto agli oltre 30 di oggi). In secondo luogo perché se è vero che anche il debito implicito ha una sua logica stringente, sarebbe ora che esso non rimanga più soltanto una materia di discussione per un ristretto club di econometrici. E che, conseguentemente, all' Italia vengano più chiaramente riconosciuti (nelle valutazioni politiche e nei ratings) i meriti delle riforme che essa ha già fatto ma che ancora non traspaiono dal suo debito esplicito. Nel lungo termine, infatti, il debito pubblico implicito diverrà anch' esso esplicito. E sarà allora che per ogni Paese si tireranno i conti (e i confronti) veri. RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO FORTIS 17

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