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1 PREMESSA SULLE ZONE ARCHEOLOGICHE (Redazione: Giuseppe Sorino Presidente Archeoclub) Delle zone archeologiche dì Rutigliano alcune vanno comprese nei limiti e confini indicati nelle carte tematiche ufficiali, fornite dai vincoli della Sovrintendenza Archeologica della Puglia; altre, invece, sono comprese nei confini segnati sulla carta archeologica elaborata da tecnici dell Archeoclub d Italia, sede di Rutigliano, dopo una lunga serie di accurati e ripetuti sopralluoghi in tutto il territorio di Rutigliano tra il 1974 ed il 1978.

2 LA PREISTORIA NOTE estratto da: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI, REGIONE PUGLIA, COMUNE DI RUTUGLIANO, ARCHEOCLUB D ITALIA, Ambiente archeologia storia Segni della Lama dell Annunziata pp intervento di FRANCESCA RADINA, L area di Rutigliano nella preistoria Il territorio di Rutigliano, per la quantità e qualità dei dati disponibili, rappresenta un comprensorio ideale per lo studio delle culture antiche su scala locale: non è un caso, per esempio, che proprio in quest area sia stato possibile, tempo addietro, cogliere in divenire alcuni aspetti della Prima Età dei Metalli nella complessa fase di passaggio, successiva alla civiltà neolitica, che altrove apparivano molto più confusi e sfuggenti (vedi le ricerche svolte nell area Parco San Nicola). Non ancora evidenti sono le tracce del popolamento più antico, quello del Paleolitico. D altra parte, l area di Rutigliano, solcata a est e a ovest dai due antichi solchi erosivi di Lama Giotta e Lama San Giorgio, discendenti dal mare con andamento Nord-sud, discreta risorsa idrica all occorrenza, doveva rappresentare già nel neolitico Antico (IV millennio a.c.) l ambiente ideale per l insediamento umano. I suoi suoli fertili ed il facile approvvigionamento di materie importanti come l argilla, la vicinanza alla costa, anche essa popolata in questa fase e le possibilità di contatto con l entroterra attraverso le Lame, costituivano solo alcuni dei vantaggi per quelle comunità che vi si stanziarono con un economia basata principalmente sulla produzione dei cereali e sull allevamento. Una serie di villaggi sparsi a breve distanza tra loro documenta queste fasi antiche del neolitico, alcuni gravitanti nell area di lama Giotta, i più significativi ed estesi, per quanto noto al momento, MADONNA DELLE GRAZIE 1 (o San Lorenzo) e TORRE DELLE MONACHE, più piccoli quelli di CASTIELLO e di SPECCHIA BRENCA, altri nell area di Lama San Giorgio come MONDO NUOVO, MASSERIA DELLA MADONNA CAGGIANO e MADONNA DEL PALAZZO. Gli insediamenti di Madonna del Palazzo e di Specchia Brenca, ancora inediti, sono emersi in occasione di ricognizioni sistematiche nel territorio in collaborazione con M.Catamo e di G.Lasorella di Rutigliano. Le raccolte di superficie, le uniche sulle quali possiamo basarci in assenza di indagini di scavo, indicano per i primi due, MADONNA DELLE GRAZIE 1 e TORRE DELLE MONACHE, un notevole arco di sviluppo attraverso diversi momenti del Neolitico, attestati da una serie di produzioni ceramiche

3 particolarmente significative e nel caso di quelle dipinte in bruno, in rosso, in tricromia e in stile Serra D Alto, arrivando fino al IV millennio a.c. con esemplari di notevole pregio con stringenti affinità nell area di Lama Giotta. Notevolmente significativo a rimarcare il ruolo centrale di questo abitato il rinvenimento a Madonna delle Grazie della Grande Tomba a lastroni litici con sepoltura plurima, da attribuire alle fasi finali del Neolitico. A cavalo tra IV e III millennio a.c. gli effetti della grande crisi che investe il mondo neolitico si risentono un po ovunque, con l abbandono dei siti occupati per secoli anche nel territorio di Rutigliano. Si assiste dopo poco, in sedi diverse dalle precedenti più orientate all interno, alla nascita di nuovi piccoli centri di tono minore come PARCO SAN NICOLA, e poi successivamente di LAMA ROSSA e di LE RENE, i cui tratti si rifanno rispettivamente alle culture eneolitiche meridionali di Piano Conte e di Laterza, occupando probabilmente tutto il III millennio a.c. La riorganizzazione delle risorse ed un economia probabilmente più stabile sono alla base della nuova organizzazione territoriale che determina infine, agli inizi del II millennio a.c. un vero e proprio piano di occupazione di punti nevralgici, per il controllo più ampio possibile delle potenzialità territoriali. Tra i numerosi centri stabili, alcuni dotati di sistemi di fortificazione, che dall interno alla costa si susseguono a breve distanza, secondo alcune modalità tipiche e ricorrenti, L ANNUNZIATA è un esempio particolarmente significativo anche per l attestata continuità abitativa, sicuramente fino all Appenninico (XIV secolo a.c.) Le fasi più recenti dell età del Bronzo (Subappenninico, Protovillanoviano) ancora poco evidenti in questo sito ma certamente per una carenza di ricerche, sono invece ben attestate nel non lontano insediamento di MADONNA DELLE GRAZIE 2, nell area di Lama Giotta, in antico ai margini di un paleoalveo nelle argille, ancora attivo all epoca dell insediamento. Da qui, forse la nascita, per ora documentata tra VI e III secolo a.c., quando all insediamento protostorico si sovrappone quello di età classica, di un impianto sacro dedicato al culto delle acque. Gli scavi condotti dalla soprintendenza archeologica della Puglia, e quindi indagini e studi più approfonditi, hanno consentito di cogliere bene in particolare il passaggio dagli orizzonti del bronzo finale, dopo una cesura insediativi, a quelli della prima età del ferro, in cui appaiono di diversa connotazione i caratteri culturali a significare l introduzione di elementi di novità rispetto alla tradizione passata. Identica situazione potrebbe configurarsi anche per L ANNUNZIATA, dove è attestata una significativa continuità insediativa nei secoli seguenti. DALLA PRIMA ETA DEL FERRO ALL ETA CLASSICA NOTE estratto da: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI, REGIONE PUGLIA, COMUNE DI RUTUGLIANO, ARCHEOCLUB D ITALIA, Ambiente archeologia storia Segni della Lama dell Annunziata pp intervento di ADA RICCARDI, La documentazione archeologica nel territorio di Rutigliano Il territorio di Rutigliano rientra, dal punto di vista morfologica ed ambientale nella Murgia bassa, caratterizzata da una serie di lievi ondulazioni, parallele alla linea di costa, che immergono progressivamente verso il mare adriatico. A sud dell abitato moderno di Rutigliano, nei pressi degli insediamenti nelle contrade PURGATORIO e BIGETTI, ha origine la Lama Giotta, che raggiunge l Adriatico in corrispondenza di Torre a Mare, dopo un percorso di oltre 15 KM, costeggiando il sito di CASIGLIA, a sud del centro urbano, ed a nord numerosi altri insediamenti: MADONNA DELLE GRAZIE, CIPIERNO, AZEITUM, LE RENE, PAPPALEPORE e PETRUSO. Ad occidente di Rutigliano scorre la Lama S. Giorgio, che dal canale di Frassineto, ai piedi di Monte Sannace, sbocca in mare nei pressi di Bari. Dopo un lungo percorso a monte, lasciando ad est la località TOMEGNA, la Lama prosegue il suo corso verso nord, lambisce gli insediamenti di S. MARTINO e L ANNUNZIATA e si inoltra nel territorio di Noicattaro, costeggiando l area di MONDONUOVO. Nella prima età del Ferro il tipo di popolamento diffuso, proprio delle comunità protostorico della Puglia centromeridionale e della Lucania interna, trova un evidente riscontro nel territorio di Rutigliano, che si rivela fittamente popolato da piccole comunità, stanziate in villaggi capannicoli. La documentazione relativa a questa fase culturale, presente in molti deglii insediamenti citati, riguarda soprattutto la cultura materiale. La produzione artigianale del periodo che meglio identifica le comunità iapigie è rappresentata dalla ceramica figulina, acroma o a decorazione geometrica, monocroma e bicroma. A queste classi si affiancano quasi sempre la ceramica di impasto bruno grossolano e quella a superfici levigate nero-lucide, di tradizioni protostoriche. Il ritrovamento di questi reperti, uniti spesso a frammenti di intonaco, pertinenti all alzato di capanne, consente di individuare la presenza di villaggi iapigi in contrada CASIGLIA, a TOMEGNA, a MADONNA DELLE GRAZIE e sul promontorio dell ANNUNZIATA.

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5 Testimonianze più consistenti, raccolte nel corso do indagini stratigrafiche, provengono invece dall area settentrionale dell insediamento di AZETIUM, in prossimità delle mura di cinta, e dalla contrada BIGETTI. In quest ultima località è emerso lo strato d uso di una capanna, ricco di ceramica appartenente alle consuete classi, sovrapposto ad uno spesso strato di riempimento in pietrame e terra pressata. Il riempimento serviva a livellare il piano di posa della capanna, colmando il dislivello fra profondi anfratti e speroni emergenti, che in questa area caratterizza la roccia naturale. Le testimonianze relative alla struttura abitativa sono date da alcuni fori praticati negli speroni rocciosi, probabilmente utilizzati per l impianto di pali lignei e da numerosi frammenti d argilla cruda, in fase di crollo, relativi all alzato. L identificazione della pianta e dell ampiezza della capanna è invece impedita dalla sovrapposizione di strutture più recenti, che, analogamente a quanto si verifica nella gran parte degli insediamenti coevi, obliterano parzialmente il villaggio iapigio. Una situazione opposta si riscontra soltanto in contrada S. MARTINO. Qui, infatti, sono stati messi in luce cospicui resti di una capanna, il cui lungo uso, almeno fino alla prima età classica, documenta il perdurare in età arcaica del sistema insediativi protostorico. A questo attardamento nell uso di strutture propriamente indigene, probabilmente ipotizzabile anche per il sito dell ANNUNZIATA e certamente dovuto al persistere di un saldo legame con le consuetudini acquisite, si contrappongono, negli altri insediamenti, nette trasformazioni. Le testimonianze emerse nei rimanenti centri del territorio consentono infatti di individuare gli effetti di un processo evolutivo, ormai in atto anche in altre località della Puglia centrale, dovuto all influenza della cultura greca, indicando inoltre, come una vera e propria costante, l esistenza di una continuità nell occupazione di siti tra la prima età del Ferro e l età arcaico-classica. Se nell insediamento di MADONNA DELLE GRAZIE la documentazione di età arcaica si riferisce ad un deposito votivo, posto all interno di un santuario rurale, dagli altri provengono numerose testimonianze di carattere funerario e resti, più o meno consistenti di abitati. All ANNUNZIATA si tratta esclusivamente di frammenti ceramici, in prevalenza di produzione locale, mentre a CASIGLIA e TOMEGNA compaiono numerosi frammenti di tegole, che indicano la presenza di abitazioni di tipo greco. La necropoli di CASIGLIA si data tra il VI e il IV secolo a.c. Da TOMEGNA proviene invece un unica sepoltura di un giovane guerriero, risalente al V secolo a.c. In quest ultima località, in particolare il materiale ceramico raccolto in superficie consente di individuare la presenza di una comunità fortemente ellenizzata, in diretto contatto con gli empori del litorale adriatico. Accanto a vasi di produzione locale e coloniale si trovano, infatti, frammenti di ceramica attica e laconica, documentata quest ultima, nell ambito della peucezia, solo in pochi corredi funerari di PURGATORIO. Alla luce di questo dato appare ancora più significativa la presenza di una coppa di imitazione laconica in un corredo arcaico rinvenuto nella necropoli di CASIGLIA, segno evidente della capacità acquisita da parte degli artigiani locali, di recepire e rielaborare il nuovo linguaggio tecnico e formale diffuso attraverso i prodotti di importazione. In questo stesso ambito rientrano i reperti individuati in superficie nella piana ad est della collina di AZETIUM, nelle contrade PAPPALEPORE e PETRUSO. Qui si riscontra, infatti, la presenza di aree fittamente cosparse di materiale ceramico e di frammenti di coppi dipinti in rosso e bruno, relativi ed edifici con copertura di tipo laconico. Se si tiene conto del ritrovamento di numerose tombe, databili tra il VI ed il IV secolo a.c., nell adiacente contrada LE RENE e, per contro, della quasi totale assenza di documentazione per questa fase entro le mura di AZETIUM, appare plausibile l ipotesi che in età arcaico-classica la zona pianeggiante a sud-est del promontorio corrispondesse alla sede di uno o più nuclei insediativi, dotati di edifici con fondazioni in pietra e coperture fittili policrome. Riguardo all uso di questa tipologia edilizia, adottata dalle comunità indigene a partire dal VI secolo a.c., le testimonianze più consistenti provengono per ora dalla contrada BIGETTI, interessata di recente da approfondite indagini sistematiche. Come prima accennato, in quest area al villaggio capannicolo iapigio si sovrappone un edificio, composto da almeno tre ambienti, il cui uso si protrae dalla fine del IV al IV secolo a.c. Al primo impianto della struttura appartiene un grande ambiente a pianta rettangolare, con fondazioni in blocchi di calcare appena sbozzati e copertura in tegole fittili, al quale si affiancano due vani più recenti, formati da murature esili ed irregolari nell andamento, riconducibili a ristrutturazioni e progressivi ampliamenti dell edificio. Sia all esterno, sia all interno dell ambiente più antico, sotto il piano di calpestio, si trovano alcune sepolture di età arcaica e classica, secondo una consuetudine ampiamente diffusa negli insediamenti peucezi. Il ritrovamento di questo complesso edilizio, al di là del valore intrinseco che riveste, assume particolare rilievo se rapportato ai dati archeologici raccolti nella vicina contrada PURGATORIO. Come è noto, in questa area le testimonianze relative la periodo si riferiscono ad un tesoretto di monete magnogreche e ad una ricca necropoli, mancando qualsiasi riferimento all abitato coevo. L edificio emerso in contrada BIGETTI fornisce ora un primo indizio sulla fisionomia degli insediamenti arcaico-classici nel territorio di Rutigliano, consentendo di arricchire notevolmente i dati desunti dalla documentazione funeraria riguardo al livello socio-economico e al patrimonio culturale delle comunità locali.

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