Estratto dal Rapporto ABI 2014 sul Mercato del Lavoro nell Industria Finanziaria La condizione di lavoro nel settore bancario italiano
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1 Estratto dal Rapporto ABI 2014 sul Mercato del Lavoro nell Industria Finanziaria Pagina 1 di 8
2 Capitolo 1 LA CONDIZIONE DI LAVORO NEL SETTORE BANCARIO ITALIANO 1.1 Contesto di riferimento L industria bancaria ha attraversato e sta tuttora attraversando una profonda crisi, determinata, prevalentemente, da fattori che trovano origine nel quadro economico e regolamentare internazionale, ma aggravata da fattori di costo e da rigidità specifiche del settore creditizio. I principali previsori internazionali indicano una debole ripresa nel 2014 per l Area dell Euro e, nuovamente, una recessione per l Italia che si aggiunge a quella già attraversata negli scorsi anni. Tavola 1.1 Il PIL IN ITALIA E NEL MONDO Fonte: elaborazioni ABI su dati FMI, CE, OCSE, Istat, ABI Nel terzo trimestre del 2014 il Pil italiano si è contratto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% nei confronti dell analogo periodo del L attività economica era rimasta invariata nel primo trimestre ed era diminuita dello 0,2% nel secondo. Dopo tredici trimestri consecutivi di Pagina 2 di 8
3 mancata crescita ovvero con una variazione del Pil negativa o pari a zero - l economia italiana è ancora 9,4 punti percentuali sotto il livello precrisi. La disoccupazione resta ai massimi storici, soprattutto quella giovanile, e la produzione industriale stenta a crescere. La debolezza della domanda aggregata sta spingendo l inflazione verso livelli minimi in un contesto di insoddisfacente produttività del lavoro sia nel confronto europeo che internazionale. L eccezionalità, per durata e profondità, della debolezza dello scenario macroeconomico ha indotto il Governo a posticipare il riequilibrio delle finanze pubbliche: il pareggio di bilancio in termini strutturali è atteso dal 2017 mentre la riduzione dell incidenza del debito sul PIL nel In Italia più che altrove la sfida da vincere non è solo quella di una più elevata crescita effettiva, ma dell innalzamento del nostro potenziale di sviluppo. Ne discende l esigenza di politiche a sostegno della domanda più immediata, ma anche in grado di potenziare la macchina produttiva. La ripresa del sistema Italia non potrà realizzarsi senza l attuazione delle principali riforme strutturali già programmate. Le banche hanno fortemente risentito e continuano a risentire della crisi che ha inciso direttamente sui fattori produttivi e aggravato il deterioramento del credito. La debolezza del quadro congiunturale macro finanziario esterno ha infatti pesato sull evoluzione delle principali grandezze del bilancio bancario determinando una drammatica caduta di redditività. La forbice fra raccolta del risparmio e impieghi è scesa dai 329 punti base di prima della crisi (fine 2007) ai circa 210 attuali, dopo aver toccato i 170 di inizio 2013, il margine più basso di tutta l operatività commerciale di ogni genere in Italia. L industria bancaria non riesce più a conseguire margini di guadagno in Italia. Data la correlazione tra Pil e ROE, implicita nel modello di banca commerciale adottato dalle banche italiane, ipotizziamo che il rendimento sul capitale investito (ROE) si manterrà, nella migliore delle ipotesi, su livelli inferiori al 2% in media nel prossimo triennio, un livello molto al di sotto del target minimo richiesto dagli investitori, pari a circa il 9-10%, e soprattutto inadeguato a finanziare il rilancio dell economia reale. A questo scenario si sovrappongono, inoltre, alcuni fattori connessi al nuovo quadro regolamentare bancario europeo, che ha richiesto ulteriori sforzi di patrimonializzazione, nonché rilevanti mutamenti sia lato tecnologico sia lato comportamenti di utilizzo dei servizi e prodotti bancari da parte della clientela. Si rendono necessari mutamenti di contesto esterno volti a promuovere un rilancio del mercato del credito, e rilevanti trasformazioni e cambiamenti dentro il settore bancario. Quanto ai primi è auspicabile che venga affrontato con determinazione il tema del rilancio del mercato del credito attraverso l adozione di misure dirette ma anche di misure indirette volte a sostenere ed incentivare la domanda delle famiglie e la capacità delle imprese di investire. Quanto ai secondi, le banche continuano le azioni proprie di settore, agendo, in particolar modo, sul lato costi. La situazione dei costi risulta, Pagina 3 di 8
4 infatti, estremamente pesante per il settore bancario italiano e penalizzante nel confronto europeo. Il valore del rapporto tra i costi operativi complessivi e il totale attivo è mediamente più elevato per i gruppi bancari italiani di circa il 16% rispetto ai principali gruppi bancari europei. Tale divario è di oltre il 31% se si considera il rapporto tra spese per il personale e totale attivo, nonostante tale rapporto sia diminuito di oltre il 35% dal Inoltre, il costo unitario del lavoro in Italia continua ad essere superiore di quasi euro rispetto a quello dei gruppi bancari dell Area dell Euro. Figura 1.1 EVOLUZIONE DEI COSTI OPERATIVI IN % DELL ATTIVO PER I MAGGIORI GRUPPI BANCARI ITALIANI ED EUROPEI Dicembre 1997 vs dicembre 2013 Fonte: Elaborazioni ABI su dati bilancio Figura 1.2 GLI SPORTELLI BANCARI CONFRONTO A LIVELLO EUROPEO EVOLUZIONE Fonte: elaborazioni ABI su dati BCE e Eurostat Pagina 4 di 8
5 Anche dal punto di vista delle reti distributive, nonostante la progressiva diminuzione delle reti fisiche a fronte di un forte aumento di capacità di quelle telematiche, il gap rispetto alle media europea in termini di densità di sportelli resta ancora significativo: 52 sportelli ogni abitanti in Italia rispetto ad una media di 38 sportelli in Europa Criticità nella composizione del personale Estremamente onerose sono le ricadute, in termini di costi per le banche, che derivano dalla composizione rigida del personale che si è stratificata nel corso degli anni. Nelle banche oltre la metà delle assunzioni è avvenuta finora mediante contratto di lavoro a tempo indeterminato. Oltre il 99% del personale, compresi gli apprendisti, ha rapporti di lavoro stabili. Inoltre il personale è largamente addensato nei livelli inquadramentali più elevati. Ciò non appare più coerente con una ridotta complessità di ruoli, con nuovi mestieri utili a sostenere la crescita e sviluppare i ricavi e con responsabilità che nel tempo si sono ridimensionate. L aumento del personale direttivo ha determinato una situazione di squilibrio rispetto al personale impiegatizio, non più coerente con la semplificazione dei modelli organizzativi, lo sviluppo della banca telematica, la standardizzazione delle competenze e la riduzione delle responsabilità. In una situazione di crisi e di bassa redditività del settore bancario, lo sforzo che le banche hanno sopportato per assicurare una sostanziale tenuta del mercato del lavoro interno, si traduce ormai in un ulteriore fattore di stress e di criticità. Figura 1.3 COMPOSIZIONE DEL PERSONALE BANCARIO ANNI Aziende conferenti ad ABI mandato di rappresentanza sindacale Fonte: Elaborazioni ABI Pagina 5 di 8
6 1.3. Oneri connessi al costo del personale I livelli retributivi ed il costo del lavoro nelle banche si pongono ben al di sopra degli altri settori nazionali e della media europea. Quanto al confronto nazionale, la tavola 1.2 evidenzia come, nel confronto tra le retribuzioni tabellari dei settori più significativi, i livelli del credito siano di gran lunga i più elevati. TAVOLA CONFRONTO DELLE RETRIBUZIONI Focus su alcuni settori di attività economica Settore Data di stipula Periodo di riferimento Dipendenti Recupero precedente ccnl Montante riconosciuto Retribuzione Ulteriore annuale riconoscimento ante rinnovo Aumento medio mensile a regime Retribuzione annuale post rinnovo Telecomunicazioni 01/02/ ,8% 7,91% 0,96% , ,61 Metalmeccanici 05/12/ ,8% 6,8% 0,0% , ,00 Alimentaristi 27/10/ ,0% 7,4% 0,0% , ,14 Chimici 22/09/ ,6% 6,6% 1,0% , ,38 Tessili 05/12/2013 1/4/ /3/ ,0% 7,54% 1,83% , ,15 Gomma Plastica 08/01/ ,99% 6,76% 0,2% , ,00 Edilizia 01/07/2014 1/7/ /6/ ,15% ,43 46, ,63 Agenzie di Assicurazione 04/02/ n.d. 8,6% n.d , ,20 Commercio 26/02/ ,7% 5,7% 1,8% , ,76 Assicurazioni 07/03/ /6/ ,6% 2,3% , ,06 Credito , ,84 Fonte: elaborazioni ABI su dati CCNL. La retribuzione contrattuale annua per un lavoratore inquadrato nella terza area professionale, quarto livello retributivo, ha assicurato finora il pieno recupero del potere d acquisto eroso dall inflazione, anche limitando l analisi alle sole voci tabellari nazionali. Anzi, le retribuzioni influenzate anche dagli automatismi - sono salite oltre l inflazione, aumentando in modo significativo i livelli di differenziazione rispetto agli altri settori. In passato la forte crescita dei ricavi ha mascherato i costi eccessivi. Non vi sono pertanto elementi che possano assicurare tale trend anche nel futuro. Ciò anche perché il valore aggiunto per dipendente non presenta risultati confortanti. In un ottica comparativa europea, i dati raccolti dall ABI evidenziano come l Italia sconti una situazione di svantaggio competitivo nei confronti dei principali players europei. Il quadro delineato risulta ancora più gravoso a causa dei mancati interventi, sul piano fiscale e contributivo, finalizzati ad una riduzione del costo del lavoro a carico delle imprese e ad un innalzamento del reddito netto dei lavoratori. Unanime è il richiamo di tutte le forze sociali alla necessità di interventi in direzione della sensibile riduzione del cuneo fiscale ed in particolare della pressione che grava sui lavoratori. Pagina 6 di 8
7 Figura EVOLUZIONE DELLA RETRIBUZIONE TABELLARE NAZIONALE PER UNA 3ª AREA PROFESSIONALE, 4 LIVELLO RETRIBUTIVO COMPRENSIVA DELL EDR (*) Numeri indice 1997 = ,76 138,99 134, Stipendio + EDR Stipendio + EDR + Scatti Inflazione (*) Non sono considerati: premio aziendale, sistemi incentivanti, contributi a fondi previdenza e casse sanitarie, ecc. Fonte: Elaborazioni ABI Figura COSTO DEL PERSONALE PER DIPENDENTE NEL SETTORE DEL CREDITO ANNI Migliaia di euro a prezzi correnti con effetto Irap 79,8 77,6 76,7 77,9 76,8 74,6 75,3 74,7 71,0 68, Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d'italia In base ai dati di bilancio elaborati dalla stessa Banca d Italia (Relazione annuale del 30 maggio 2014), il costo medio annuo per dipendente1 si 1 Al netto degli oneri sostenuti per incentivare la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, dei compensi degli amministratori e delle spese per il personale collocato a riposo. Pagina 7 di 8
8 attesta, nel 2013, a 73,2 mila, corrispondenti a 74,7 mila tenendo conto dell effetto IRAP2. Nella figura 1.5 sono riepilogati i dati di costo del personale per dipendente nel settore del credito negli anni Conclusioni L industria bancaria sta tuttora attraversando una profonda crisi, determinata prevalentemente da fattori che trovano origine nel quadro economico e regolamentare internazionale, e aggravata da fattori di costo e rigidità specifiche del settore creditizio. In Italia, più che altrove, la sfida da vincere non è solo quella di una più elevata crescita effettiva, ma dell innalzamento del nostro potenziale di sviluppo. La debolezza del quadro congiunturale macro finanziario esterno determina una drammatica caduta di redditività. A questo scenario si sovrappongono alcuni fattori connessi al nuovo quadro regolamentare bancario europeo, che ha richiesto ulteriori sforzi di patrimonializzazione, nonché rilevanti mutamenti sia lato tecnologico sia lato comportamenti di utilizzo dei servizi e prodotti bancari da parte della clientela. Si rendono dunque necessari mutamenti di contesto esterno, volti a promuovere un rilancio del mercato del credito, e rilevanti trasformazioni e cambiamenti dentro il settore bancario Al quadro delineato si aggiunge una composizione rigida del personale bancario italiano che si è stratificata nel corso degli anni: i lavoratori bancari sono largamente addensati nei livelli inquadramentali più elevati e ciò ha determinato una situazione di squilibrio rispetto al personale impiegatizio non più coerente con la semplificazione dei modelli organizzativi, con lo sviluppo della banca telematica, con la standardizzazione delle competenze e con la riduzione delle responsabilità. Nella descritta situazione di crisi e di bassa redditività del settore bancario, lo sforzo che le banche hanno finora sopportato per assicurare una sostanziale tenuta del mercato del lavoro interno, si traduce ormai in un ulteriore fattore di stress e di criticità. A ciò si aggiunga infine che i livelli retributivi e il costo del lavoro nelle banche continuano a porsi ben al di sopra degli altri settori nazionali e della media europea. 2 L aliquota IRAP per il 2013 è pari al 5,51% comprensiva dell aliquota base (3,90%), della maggiorazione del settore (0,75%) e delle maggiorazioni regionali medie (0,86%). L incidenza dell imposta sul costo del lavoro preso a riferimento nel Rapporto è stata stimata al 2,1%, considerata la deducibilità ai fini IRES (comprensiva dell addizionale dell 8,5%) dell IRAP riferita alla quota imponibile di costo del lavoro e la deducibilità forfettaria dell IRAP dalla base imponibile IRES (10%). Pagina 8 di 8
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