1. La preghiera di un musulmano L Islam conosce due modalità di preghiera: la preghiera personale e la preghiera rituale (salāt).

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1 1. La preghiera di un musulmano L Islam conosce due modalità di preghiera: la preghiera personale e la preghiera rituale (salāt). La salāt o preghiera rituale è il secondo pilastro dell Islam. Essa è richiesta dal Corano. E doverosa per tutti i fedeli sani di mente e che abbiano raggiunto la pubertà (è comunque buona cosa che i bambini si abituino a pregare dai sette anni in poi). Un musulmano prega 5 volte al giorno. La preghiera dev essere compiuta ad ore prestabilite. Le cinque preghiere giornaliere da compiere sono: 1. la preghiera del mattino (il momento in cui dev essere compiuta è più o meno corrispondente al sorgere del sole); 2. la preghiera del mezzogiorno (nel momento in cui il sole ha raggiunto nel cielo il suo punto più alto e comincia a declinare verso Occidente); 3. la preghiera del pomeriggio (al termine del pomeriggio prima del tramonto); 4. la preghiera del tramonto; 5. la preghiera della tarda sera (nelle ore comprese da dopo il tramonto a prima dell alba). Poiché l orario della preghiera si regola secondo il sole, i momenti del giorno in cui questa deve cominciare sono diversi a seconda della stagione. Il venerdì i musulmani si riuniscono nella moschea per la preghiera comunitaria Nei Paesi musulmani è il muezzin dall alto del minareto della moschea, che, per 5 volte al giorno, nell ora stabilita, invita i fedeli alla preghiera Poiché tutta la terra è una moschea si può pregare all ora giusta in qualsiasi luogo ci si trovi, purché sia puro. Si prega sempre in direzione de La Mecca (città dell Arabia Saudita). Se occorre si determina da che parte si trova questa città con l aiuto di una bussola. Durante la preghiera molti uomini utilizzano una calottina (cappello) detta tekke, rigorosamente priva di visiera, dato che la fronte deve toccare terra. Per simboleggiare il distacco dalla terra, e dalle sozzure del mondo, i musulmani normalmente utilizzano un tappeto che spesso è abbellito con frasi del Corano. Quando non possiedono il tappeto, usano una stuoia o un cartone per indicare il sacro suolo della Mecca e la separazione dal mondo. Con la preghiera il credente si avvicina a Dio è quindi molto importante la preparazione o purificazione, o meglio lo stato di purità legale. Quest ultimo si raggiunge attraverso l abluzione (lavaggio) di alcune parti del corpo, se l impurità contratta è minore (ovvero determinata da necessità fisiologiche, contatto con persone o cose considerate impure, da una colpa leggera, un sonno profondo, un eccesso d ira, e così via) o con la lavanda generale del corpo, in caso d impurità maggiore (dopo il parto, una relazione sessuale, un adulterio, una magia nera, una calunnia grave, un apostasia, un accusa di menzogna a Muhammad, un insulto a Muhammad, un omicidio e altre colpe gravi). L abluzione (o lavaggio rituale di alcune parti del corpo) si svolge secondo modalità che, stando alla tradizione, sarebbero state rivelate a Muhammad dall arcangelo Gabriele. Prima dell abluzione, maggiore o minore che sia, bisogna formulare l intenzione, fondamentale per la legalità: immediatamente prima di compiere un atto rituale, il musulmano deve sempre dichiararne l intenzione, ad alta voce o mentalmente. La preghiera dev essere recitata in arabo, lingua sacra dell Islam in quanto usata da Dio per la Rivelazione. La preghiera dev essere compiuta con gesti e parole ben determinati. Essa prevede tre posizioni del corpo fondamentali, ciascuna delle quali corrisponde alla recitazione di determinate formule: 1. in piedi (posizione eretta); 2. inchino (la schiena inclinata in avanti) 3. prostrati (appoggiando a terra sette parti del corpo: le punte dei piedi, le ginocchia, i palmi delle mani, la zona che comprende la fronte e il naso). Una frase che ripetono spesso durante la preghiera è Allāhu akbar (cioè Dio è il più grande ). Il Corano, preoccupato di non gravare eccessivamente sul fedele, concede delle eccezioni nei confronti della preghiera. E lecito sospendere la preghiera, oppure abbreviarla, in caso di pericolo immediato oppure in particolari circostanze quali la pioggia, l oscurità, la malattia e simili. Così, per esempio, i malati e gli anziani compiono la preghiera nel modo e nella misura che possono. 1

2 2. La fede di un musulmano 1. I sette punti della fede di un musulmano L Islam è una religione rivelata: cioè si crede in un Dio che si è rivelato agli uomini attraverso il Corano. Ciò in cui crede un musulmano può essere riassunto in questi sette punti: 1. Credere in un unico Dio (Allah). Il quale: è uno (monoteismo assoluto), non è una Trinità, (non ha un rapporto come padre, fratello o figlio con chiunque altro), è eterno, è trascendente, è creatore del mondo, è onnipotente, è misericordioso, è un Dio di cui si ha soggezione e a cui si obbedisce. Allah ha 99 nomi che indicano i suoi attributi. 2. Credere nell esistenza degli angeli, ma senza alcun titolo per ricevere culto e senza il potere di fare grazie. L arcangelo Gabriele (Jibrìl in arabo) è il più grande degli angeli. 3. Credere che il Corano è la Rivelazione totale, completa e definitiva di Dio che corregge quanto contenuto nella Toràh (libro sacro degli ebrei) e nei Vangeli (cristiani): libri falsificati dagli uomini. 4. Credere che Muhammad è l Inviato e il Profeta di Dio E il più grande di tutti i profeti, scelto da Dio per la sua definitiva rivelazione. 5. Credere negli altri 25 profeti ricordati nel Corano tra cui Adamo, Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Mosè, Salomone, Davide, Gesù e Giovanni. Questi profeti hanno ricevuto messaggi adatti alla loro epoca, ma incompleti o compresi solo in parte. Muhammad, invece, ricevette il Corano, rivelazione totale, completa e definitiva. E il profeta definitivo di Dio. 6. Credere nel giorno del giudizio. Secondo la rivelazione del Corano, nel giorno del giudizio Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati secondo le azioni che hanno commesso in vita, buone o cattive. Esse saranno valutate accuratamente per il destino finale che toccherà a ciascuno. Per la maggioranza dei musulmani è cosa certa che basta la sola fede a salvare e che quindi l'inferno non sarà eterno per il credente peccatore che, espiata la pena, entrerà in paradiso. 7. Credere nella vita futura (Paradiso e Inferno). Il Paradiso, la dimora della ricompensa che Muhammad descrive immaginandolo formato da giardini nei quali scorreranno limpidi ruscelli, descrivendo le Hurì, fanciulle bellissime che mesceranno un delizioso liquore che non ubriacherà i beati. L'Inferno, il luogo del castigo, dove andranno i peccatori impenitenti che piomberanno nel fuoco eterno per patire ogni supplizio nella carne e nello spirito. 2. I cinque pilastri dell'islam ovvero le cinque pratiche che il musulmano deve compiere: 1. La professione di fede (Shahāda) 2. La preghiera (Salāt) 3. L'elemosina o imposta di solidarietà (Zakāt) 4. Il digiuno del Ramadān (Sawm) 5. Il pellegrinaggio (Hajj) Primo pilastro: La professione di fede (Shahāda) La professione di fede o shahāda recita così: Non [c è] dio, se non Allah e Maometto [è] l inviato di Allah. 2

3 Sono le prime parole sussurrate all orecchio di un bambino alla nascita Le ultime parole che i musulmani pronunciano morendo (se un moribondo non ne è più capace, un vicino la recita per lui facendogli tenere un dito alzato, simbolo della fede nel Dio unico) E ripetuta all inizio di ogni preghiera rituale Per diventare musulmano basta recitarla sinceramente davanti ad alcuni testimoni. La recita di tale formula da parte di un non-musulmano (infedele) sarebbe considerata estremamente offensiva da parte del pio musulmano. Secondo pilastro: La preghiera (Salāt) (vedi capitolo 1) Terzo pilastro: L'elemosina (Zakāt) E il dovere di condividere la propria ricchezza con i poveri della comunità. E un mezzo per espiare i peccati e serve a purificare chi la pratica mediante un sano distacco dai beni terreni, il cui autentico proprietario resta soltanto Dio. Consiste in un imposta statale sul reddito annuale (10% in alcuni Paesi) o in un offerta volontaria. Quarto pilastro: Il digiuno del Ramadān (Sawm) E prescritto dal Corano Dall alba al tramonto non si mangia, non si beve, non si hanno rapporti intimi, non si fuma Dura un mese intero (per tutto il mese di ramadān). Essendo il calendario islamico di tipo lunare, il mese di ramadān si sposta indietro ogni anno di giorni. Si digiuna per onorare Dio (il distogliere il corpo e la mente dalle cose materiali significa rivolgerle a Dio) e sentirsi solidali con i poveri Bisogna compiere opere di bene, evitare di litigare, di mentire e di calunniare, o anche soltanto di concepire pensieri cattivi. Sono dispensati dall obbligo del digiuno i malati, le persone in viaggio (lo dovranno recuperare), le donne gravide (lo dovranno recuperare) e i bambini, gli anziani che non siano più in grado di digiunare. Quinto pilastro: Il pellegrinaggio alla Mecca (Hajj) Va fatto almeno una volta nella vita Si è esonerati se poveri o malati o se circostanze indipendenti dal musulmano non glielo impediscono Il pellegrinaggio ha svolto una parte determinante nell unire tutti i musulmani e nel rafforzare il loro spirito di eguaglianza e fraternità Tutti i pellegrini, a qualsiasi razza o classe sociale appartengano, hanno gli stessi diritti e doveri. Così tutti vestono allo stesso modo: con due pezzi di tela bianca senza cuciture, di cui uno avvolge la vita sino al ginocchio, l altro copre la spalla sinistra ed è legata sotto la destra. 3. I luoghi santi dell Islam 1. La Mecca (Arabia Saudita) E la prima città santa dell Islam. E considerata città santa dai musulmani perché: vi nacque e visse Muhammad fino al suo trasferimento a Medina vi si trova la Ka ba (edificio cubico contenente la pietra nera un meteorite). Le moschee di tutto il mondo sono orientate verso La Mecca. 2. Medina (Arabia Saudita) E la seconda città santa dell Islam. E considerata città santa dai musulmani perché: ci si rifugiò Muhammad dopo essere fuggito da La Mecca perché perseguitato (è così chiamata la città del Profeta ) vi è la tomba di Muhammad. 3

4 3. Gerusalemme (Israele) Terza città santa dell Islam. Vi è la Moschea di Omar (detta Cupola della Roccia ). E detta anche Cupola della roccia perché al centro della moschea vi è una roccia sacra ai musulmani per questi motivi: secondo la tradizione musulmana è la roccia dove Abramo stava per sacrificare suo figlio Isacco da questa roccia il Profeta sarebbe asceso, attraverso i 7 cieli, alla presenza di Dio (ascensione di Muhammad) sopra questa roccia, dice la tradizione musulmana, suoneranno le trombe del giudizio universale. 4. Diversi gruppi in cui i musulmani sono divisi Dopo la morte di Muhammad si verificarono dispute tra i fedeli per decidere chi dovesse succedere al Profeta come guida della comunità islamica. A seguito di queste discussioni la comunità musulmana si divise in diversi gruppi, tra cui i più diffusi oggi sono: Sciti (il 10% di tutti i musulmani) erano convinti che il ruolo di guida della comunità islamica dopo la morte del Profeta potesse spettare solo al suo cugino e genero Alì e, dopo di lui, ai suoi discendenti. Sunniti (l 80% di tutti i musulmani) sostenevano che il successore di Muhammad dovesse essere eletto e non per forza un discendente di Alì. 5. Simboli islamici La mezzaluna e la stella nascente sono il simbolo dell Islam. Mezzaluna e stella rappresentano Allah: egli rischiara la vita di ogni fedele (come la luna di notte), indicandogli la strada da seguire (come la stella che indica il nord). 6. Gli scritti sacri dell islam Le indicazioni di come vivere, vengono ai musulmani da questi due testi: il Corano e gli Hadith. Il Corano E il libro sacro dell Islam. Corano deriva dall arabo al-qur an (significa da recitare, da leggere ) Secondo la concezione dei musulmani, il Corano contiene le rivelazioni ricevute dal Profeta direttamente da Allah per mezzo dell arcangelo Gabriele. Allah avrebbe mandato l arcangelo Gabriele che nel corso di molte apparizioni ha rivelato il Corano a Muhammad dal 610 al 632 d.c. Secondo i musulmani, il Corano contiene la rivelazione definitiva e completa di Dio. Infatti Allah si sarebbe rivelato prima attraverso la Torah (libro sacro degli ebrei), poi attraverso i Vangeli (cristiani), ma ebrei e cristiani avrebbero falsificato questi libri. Così quello che è scritto nel Corano va a correggere il contenuto dei libri precedenti Torah e Vangeli. Il Corano non è stato scritto da Muhammad (la tradizione islamica afferma che non sapeva né leggere né scrivere), ma dopo la sua morte furono i suoi compagni a mettere per iscritto ciò che Dio aveva rivelato al Profeta. Infatti, inizialmente Muhammad imparò a memoria le rivelazioni ricevute da Gabriele, e le recitava ai suoi seguaci. Dopo la sua morte furono i suoi seguaci a recitarla alla comunità musulmana e poi a metterla per iscritto. Il Corano è stato dettato letteralmente da Allah al suo Inviato e Profeta Muhammad. Il Corano è stato scritto in arabo, la lingua ufficiale in cui pregano tutti i musulmani del mondo. E diviso in 114 sure (cioè capitoli) disposte secondo la loro lunghezza in ordine decrescente (tranne la sura 1): all inizio del Corano ci sono le sure più lunghe e alla fine del libro le più corte. La sura iniziale o sura 1 è detta l Aprente, perché apre, a modo di introduzione, il Corano, e perciò è detta la Madre del Corano, il Tesoro. La sura aprente costituisce l inizio di ogni momento di preghiera per un musulmano. Il testo del Corano inizia con la frase Nel nome di Dio, Clemente e Misericordioso! che si trova anche all inizio di tutte le sure (tranne la 9). Le decorazioni delle pagine del Corano non prevedono mai immagini di Dio per il divieto di raffigurare Allah, gli esseri umani o animali nei luoghi di preghiera. La bellezza della pagina è data quindi dalla qualità della calligrafia. 4

5 Gli Hadith Gli Hadith sono dei testi che contengono alcuni detti del Profeta ed episodi della sua vita che furono prima tramandati oralmente e poi messi per iscritto dai discepoli di Muhammad. 7. La moschea La preghiera del musulmano può essere svolta in qualsiasi luogo questi si trovi. Solo al venerdì, per la preghiera del mezzogiorno, essa si svolge in comune nella moschea. La preghiera comunitaria di mezzogiorno ha luogo nella moschea il venerdì. Ma il venerdì non è un giorno santificato come il sabato per gli ebrei e la domenica per i cristiani. Il lavoro continua, prima e dopo la preghiera: è un giorno normale. Assistere alla preghiera comunitaria del venerdì nella moschea è, secondo la legge, un dovere religioso di tutti i musulmani maschi maggiorenni. Perché la preghiera del venerdì sia valida, ovvero comprenda anche la khutba, il discorso esortatorio dell imām, deve assistervi un numero minimo di fedeli almeno quaranta. Pertanto nelle piccole località la preghiera del venerdì non si svolge. Ogni moschea ha uno o più minareti. Il minareto è quella torre o parte rialzata della moschea da dove il muezzin invita i fedeli alla preghiera. Ogni moschea è fornita di una fontana o vasca per le abluzioni per la purificazione che i fedeli devono effettuare prima della preghiera del venerdì. E raccomandabile fare la lavanda generale del corpo e indossare abiti bianchi prima di prendere parte alla preghiera del venerdì. Prima di entrare nella moschea tutti i fedeli si tolgono le scarpe. Dentro la moschea il pavimento è spesso ricoperto da tappeti o da moquette. Nella moschea vi è una grande sala dove gli uomini pregano. Le donne non pregano insieme agli uomini. Esse prendono posto in una parte separata o in fondo alla moschea. Inoltre in molte moschee le donne possono entrare solo con il capo coperto (dal velo o da un altro copricapo). Durante la preghiera comunitaria del venerdì i fedeli si mettono in file serrate, spalla contro spalla. Mostrano così di essere tutti uguali davanti a Dio, quando sono voltati verso la Mecca. La preghiera nella moschea viene svolta con i fedeli tutti rivolti in direzione della Mecca. E una nicchia (mirhāb) in una delle pareti della moschea che indica qual è la direzione in cui si trova la città santa della Mecca. Durante la preghiera del venerdì l imām pronuncia un discorso o sermone (khutba) stando in piedi su una specie di pulpito di legno (minbar). Nelle moschee non ci sono mai raffigurazioni umane (statue, dipinti o affreschi che rappresentano figure umane). Questo perché, per i musulmani, la divinità non può essere raffigurata sottoforma di sembianze umane e nemmeno degli uomini si possono fare rappresentazioni per evitare il pericolo di giungere ad una forma di idolatria. Invece spesso le pareti delle moschee sono decorate con la calligrafia araba (a volte con i versetti del Corano) che forma vari disegni e decorazioni. 8. L imam L imam è colui che guida la preghiera comunitaria. In molte comunità l imām svolge anche la funzione di muezzin. L imām non è un sacerdote, ma solo un musulmano che guida la preghiera comunitaria. Caratteristica dell incontro comunitario del venerdì è l omelia, la khutba, che l imām pronuncia stando in piedi sul minbar, una specie di pulpito. 9. Muhammad (Maometto) Maometto o Muhammad (Abul Kasim ibn Abd-Allah, detto Muhammad, che significa il glorificato ) nasce a La Mecca (Arabia Saudita) nel 570 d.c. Secondo il Corano Gesù avrebbe preannunciato la venuta di Maometto e Allah stesso avrebbe annunciato la venuta di Muhammad nel Vangelo. La tradizione islamica ha sempre affermato che Muhammad non sapeva né leggere né scrivere, eppure in alcuni brani del Corano sembrerebbe il contrario. 5

6 Muhammad perde il padre prima della nascita, e rimasto orfano della madre all'età di sei anni, viene affidato prima al nonno, e poi allo zio Abu Talib. A 26 anni Muhammad sposò Khadigia, una ricca vedova di 41 anni da cui ebbe 3 figli (morti da piccoli) e quattro figlie (l ultima di nome Fatima). A 35 anni abbandonò il politeismo molto diffuso in quella regione e iniziò a ritirarsi in una caverna sul monte Hira, appena fuori della città della Mecca. Nella notte tra il 26 e il 27 del mese di ramadàn del 610 d.c. (la Notte del destino ), gli apparve l arcangelo Gabriele, che iniziò a dettargli il Corano (e continuerà con diverse apparizioni che dureranno 20 anni). Il viaggio notturno : una notte cavalcando il destriero alato Buràq (un animale fantastico con un volto di donna) Maometto fu trasportato dalla Mecca a Gerusalemme. Da Gerusalemme iniziò poi la sua ascensione attraverso i sette cieli dove incontrò i profeti più importanti (Adamo, Abramo, Mosè, ecc) fino a giungere alla presenza di Dio; al mattino era già di ritorno alla Mecca. Muhammad cominciò così ad annunciare la sua fede in un unico Dio: Allah. Aderirono alla sua predicazione un certo numero di seguaci. La maggior parte della popolazione dell'arabia a quel tempo era politeista. La Ka ba era un santuario politeista contenente 360 idoli (statuette di divinità). Quando Muhammad iniziò a predicare la fede in un unico Dio i mercanti della Mecca iniziarono a perseguitare Muhammad per paura di perdere i loro affari. Muhammad accompagnato da alcuni fedeli (tra cui Abu Bakr, padre di Alì genero di Maometto) fuggì da La Mecca e si rifugiò a Medina. Era l anno 622 d.c. Questa fuga, o Egìra, segna l'inizio dell'era musulmana (il calendario religioso islamico considera il 622 d.c. l anno zero da cui iniziare a contare gli anni). A Medina Muhammad crea la prima comunità islamica divenendo insieme capo religioso e capo politico. Nei dieci anni vissuti a Medina, Muhammad combattè contro alcune tribù arabe, contro gli ebrei e contro i politeisti della Mecca divenendo il padrone dell Arabia. Per disfarsi una volta per tutte delle tribù ebraiche Muhammad ordinò che tutti gli uomini (da 600 a 900) fossero uccisi sulla piazza del mercato di Medina, i loro bambini e le loro donne fossero dichiarati schiavi e fossero confiscati tutti i loro beni. Nel 630 riuscì a sconfiggere l esercito della città della Mecca riuscendo ad entrare pacificamente nella città. Divenuto capo della Mecca entrò nella Ka ba, fino allora considerata un santuario dei politeisti e distrusse i 360 idoli che vi erano venerati. Da quel momento la Ka ba divenne luogo santo per i musulmani in cui adorare l unico Dio: Allah. Nel 632 Maometto compì il suo ultimo pellegrinaggio alla Ka ba, accompagnato dalla figlia Fatima e dal genero Alì. I riti che egli osservò divennero la norma per tutti i musulmani che si sarebbero recati in pellegrinaggio alla Mecca. Tornato a Medina si ammalò e morì nel giugno del 632, senza lasciare alcuna disposizione per la sua successione a capo della comunità islamica. La mancanza di disposizioni per la successione fu causa di gravi lotte interne tra i musulmani che portò alla divisione della comunità in sciti e sunniti. 10. Riti per le tappe della vita La nascita Il primo suono udito dal neonato è la professione di fede (shahada) mormorata all orecchio dal padre: Non c è dio se non Allah e Maometto è l inviato di Allah Nell Islam la circoncisione dei bambini maschi è una tradizione molto diffusa, ma non un obbligo religioso come nell Ebraismo. Non trova indicazioni chiare all interno del Corano. L età a cui viene praticata cambia a seconda del Paese (in Egitto tra i 3 e i 7 anni, in Turchia tra i 7 e i 12). Dà luogo ad una grande festa. La circoncisione non è richiesta a chi si converte all Islam in età adulta. E probabile che provenga dall Ebraismo. 6

7 Il matrimonio Il matrimonio, non considerato sacramento dall Islam, è un rito semplicissimo, giuridicamente un contratto tra lo sposo e il rappresentante legale della sposa, della quale però è per legge obbligatorio il consenso. La cerimonia può essere celebrata nella moschea da un imām, ma non è obbligatorio. Il Corano ammette la poligamia, fissando a 4 il numero massimo di mogli (questo in teoria, ma in pratica in quasi tutti i Paesi musulmani la poligamia è proibita o fortemente scoraggiata). E tuttavia sottolineato che è meglio prendere una moglie sola piuttosto che non garantire a tutte il medesimo trattamento. Probabilmente la possibilità per un uomo nell Islam di avere più mogli ebbe origine per diversi motivi culturali. Innanzitutto l Islam nasce in una società dove molte donne rischiavano di rimanere nubili in quanto erano più numerose degli uomini. Inoltre c era l esigenza, in un tempo in cui le guerre provocavano numerose vedove, di garantire ad esse l indispensabile protezione di un uomo. Infine, il limite di quattro mogli, contrastava la più ampia poligamia del tempo. I riti funebri Le ultime parole che i musulmani pronunciano morendo (se un moribondo non ne è più capace, un vicino la recita per lui facendogli tenere un dito alzato, simbolo della fede nel Dio unico) sono la professione di fede: Non [c è] dio, se non Allah e Maometto [è] l inviato di Allah. L avvolgimento del cadavere in un sudario, ovvero in uno o due lenzuola bianche senza cuciture che avvolgano tutto il corpo (se possibile quello bianco che ha indossato durante il grande pellegrinaggio a La Mecca). Il trasporto del corpo del defunto, coperto da un drappo, dal luogo della morte a quello della sepoltura avviene tramite una barella. Il seppellimento in un luogo non contaminato dalla presenza di altri cadaveri appartenenti a infedeli e rigorosamente nella nuda terra, senza bare. I corpi non vanno cremati, perché ci sarà una resurrezione. Il cadavere deve essere appoggiato sul fianco destro, con il capo rivolto verso la Mecca. Sul tumulo viene posta una pietra. Non dovrebbero esserci iscrizioni, oltre al nome e alla data, ma non sempre questo viene rispettato. 11. Anno secondo il calendario religioso islamico Secondo il calendario religioso islamico siamo nel 1431 (cioè 2010). Infatti i musulmani contano gli anni a partire dall Egira, cioè la fuga del Profeta Muhammad dalla città de La Mecca a quella di Medina in Arabia Saudita, nel 622 d. C. 12. Regole alimentari islamiche Nel Corano e nella sunna (la tradizione) si trovano varie indicazioni che riguardano l alimentazione dei musulmani. Molti studiosi hanno cercato di motivare queste prescrizioni da un punto di vista igienico ed economico e quindi le ritengono elementi legati alla contingenza storica e geografica della Rivelazione, ma la maggioranza del mondo islamico le ritiene invece veri e propri ordini divini e in quanto tali li rispetta, o cerca di rispettarli, con rigore. Vietate le bevande alcoliche. E lecito solo il consumo della carne di bestiame macellato secondo il rito islamico. La macellazione islamica consiste nella recisione della gola (scannamento) della bestia, eseguita con una lama affilatissima per provocare la fuoriuscita di tutto il sangue, e l invocazione di Allah sul suo capo rivolto verso la Mecca. Vietato il maiale e tutti i suoi derivati. Divieto di consumare i rettili. Vietata la carne di anfibi, asino, pesci senza scaglie, carnivori, rapaci, cinghiale, bestie feroci Non è lecito cibarsi di carni di animali morti per malattia o per sbranamento. 7

8 13. La donna nell Islam Anche se in diversi versetti il Corano proclama la pari dignità tra uomini e donne, è stata data più importanza ai più numerosi passi coranici che attestano la supremazia maschile. L uomo è considerato superiore alla donna che gode comunque di importanti diritti e garanzie in precedenza inesistenti. I due motivi della pretesa superiorità dell uomo sulla donna: 1. Dio ha voluto così; 2. e la donna non è finanziariamente autosufficiente e ha quindi bisogno dell uomo. Nel Corano si trova una serie di precise indicazioni di carattere normativo sulle principali questioni che concernono l esistenza, il ruolo e il comportamento della donna: All uomo è consentito sposare donne non musulmane, alla donna è invece proibito sposare infedeli (non musulmani). Un uomo può sposare più donne (poligamia), la donna non può sposare più uomini. Il divorzio: l uomo può accedervi senza particolari motivazioni, la donna solo dopo una procedura complessa. Nella divisione dell eredità la donna riceve la metà della parte dell uomo. In caso di adulterio o fornicazione la punizione inflitta alla donna è più grave. In un processo la testimonianza di un uomo equivale a quella di due donne Il termine arabo hijab (letteralmente velo) è ormai entrato nel vocabolario per indicare l indumento che copre il corpo femminile. Differentemente da quanto molti credono, nel Corano non si trova alcuna prescrizione che costringa la donna a portare un velo o addirittura a essere interamente coperta. L importante è che, come per l uomo, il comportamento e l abbigliamento siano improntati a modestia e pudicizia. La consuetudine femminile di coprirsi, più o meno integralmente, il proprio corpo, non è un imposizione coranica e nemmeno un obbligo specificamente islamico, ma deriva da antiche consuetudini preislamiche. Il velo assume forme, colori e nomi differenti a seconda dei paesi: burqa, chador, hayq, litham, niqab, qina. Secondo il Corano la donna può essere vista nell intimità solo dal marito, dal padre, dal suocero, dai figli, dai figli dei mariti, dai fratelli, dai figli dei fratelli, dai figli delle sorelle, dalle loro donne, dalle loro schiave, dai loro servi maschi purché castrati, dai bambini. 14. Confronto con il cristianesimo Per i musulmani Gesù Cristo: non è il Figlio di Dio, non è Dio, non è la seconda Persona della Trinità, ma è un uomo Inviato da Dio, cioè un profeta (non il più grande, che è Muhammad) Gesù, per i musulmani, è solo uno dei 25 profeti di cui parla il Corano, e non il più importante, che rimane Muhammad. Inoltre nel Corano si dice che Gesù non è morto in croce, perché Dio lo ha sottratto alla morte portandolo in cielo. Per i musulmani: Maria è la madre del profeta Gesù Non è riconosciuta come Madre di Dio Maria è una delle quattro donne elette, citata nel Corano assieme a Kadigia e A'isa (due delle mogli del profeta) e a Fatima (la figlia del profeta). E' particolarmente benedetta, scelta fra le donne e purificata sin dalla nascita. Vergine per eccellenza, è molto devota e credente in Dio. Riceve l'annuncio di un bambino che nascerà da lei senza concorso umano, per effetto della parola creatrice di Dio. Differenze principali con il Cristianesimo I musulmani credono in un solo Dio (monoteismo assoluto) che è un'entità unica (cioè non c è il Figlio né lo Spirito Santo ). Invece i cristiani credono in un Dio Uno e Trino, cioè un Dio in tre Persone divine (la Trinità: il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo). Mentre i cristiani considerano Gesù Cristo il Figlio di Dio, a sua volta Dio come il Padre, i musulmani lo considerano solo un profeta (e nemmeno il più grande dei profeti), né Figlio di Dio, né Dio come il Padre. 8

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