ligo:osservare e costruire
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- Fulvio Carboni
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1 Re-ligo ligo:osservare e costruire La sperimentazione del Dipartimento Dipendenze
2 La cornice I paradigmi concettuali la legislazione Le linee guida internazionali,nazionali e regionali L organizzazione istituzionale.
3 I riferimenti concettuali Dalla prevenzione alla promozione del benessere:di fronte al cambiamento dobbiamo essere non solo portatori di valori,ma costruttori di nuovi valori.(fare cultura) VALORE deriva dal latino VALERE che significa STAR BENE
4 La pubblicità à. perché voi valete spot OREAL più valore ai capelli spot BIOSCALIN
5 Valore è ciò che rende disponibile abilità, competenze e azioni che aumentano la capacità di rispondere all ambiente e promuovono capacità di cambiamento.
6 Alcuni riferimenti teorici Gli interventi orientati all informazione sui danni e i rischi connessi con l uso di sostanze e l abuso non possono, da soli, produrre cambiamenti misurabili e duraturi nel comportamento e negli atteggiamenti relativi all abuso di sostanze. (NIDA; OMS, EMCDDA)
7 Alcuni riferimenti teorici Interventi focalizzati solo sul fornire informazioni sulle sostanze, solo sullo sviluppo delle capacità interpersonali o solo sull educazione affettiva non raggiungono alcun risultato. L utilizzo di un solo approccio di prevenzione non si mostra efficace nell eliminare l abuso di sostanze (NIDA;OMS)
8 Alcuni riferimenti scientifici La formazione degli insegnanti, l educazione tra pari e lo sviluppo di life skills sono componenti presenti in tutti i progetti che sono risultati efficaci (OMS,CSAP)
9 La legislazione Come i documenti istituzionali orientano al valore, allo star bene, alla prevenzione alle dipendenze d.p.r 309/90 testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti. Titolo IX interventi informativi ed educativi disposizione relative al settore scolastico
10 d.p.r 309/90 titolo IX il ministro della P.I. promuove e coordina le attività di educazione alla salute e di informazione sui danni derivati dall alcolismo, dal tabagismo, dall uso delle sostanze stupefacenti. Con il d.p.r 309/90 vi è l introduzione per via legislativa dell educazione alla salute.
11 d.p.r 309/90 Articolo 106 istituzione dei C.I.C. centri di informazione e consulenza nella scuola. I provveditorati + consigli di istituto + Ser.T istituiscono i C.I.C. rivolti agli studenti all interno delle scuole secondarie superiori I Ser.T oltre alla cura si occupano anche di educazione alla salute.
12 Legge 45/99 Articolo 127: fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, il 25% del fondo è destinato ai progetti finalizzati alla prevenzione e al recupero dalle tox e dall alcool. I progetti presentati sono finalizzati anche: A)alla promozione di programmi sperimentali di prevenzionie sul territorio nazionale. C)collegamenti con le iniziative dell unione europea D)allo sviluppo di iniziative di informazione e di sensibilizzazione E)alla formazione del personale nei settori di specifica competenza F)alla realizzazione di programmi di educazione alla salute
13 Politiche preventive nella scuola La lg 45/99 ribadendo il mandato del d.p.r. 309/90 costituisce l occasione per ripensare alle politiche preventive e di promozione della salute nella scuola: Coincidenza storica con l introduzione dell autonomia scolastica, Necessità di rendere l azione preventiva nella scuola coerente con il Piano Sanitario Nazionale Attuare a livello nazionale dei Programmi di Intervento VERIFICABILI Confronto costante con la rete europea. La scuola italiana è membro della RETE EUROPEA DELLE SCUOLE per la PROMOZIONE DELLA SALUTE.
14 Riferimenti internazionali OMS,principale obiettivo è quello di diffondere informazioni e valutazioni scientifiche in tema di droghe che allineino le politiche delle singole nazioni UNODC (ufficio ONU su droghe e crimine)coordina a livello mondiale l attuazione degli indirizzi ONU (illegalità e pericolosità) UNDCP (programma internazionale per il controllo delle droghe)promuove progetti internazionali di prevenzione in particolare per i giovani. NIDA,(istituto nazionale sull abuso di droghe)scopo:aiutare la popolazione a capire le cause che portano all abuso di droga e prevenire l inizio. Attualmente sono allo studio questioni concrete come le analisi di costo-beneficio.
15 A livello europeo EMCDDA:osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona: Auspica politiche di prevenzione Solo alcune regioni italiane hanno programmi di prevenzione validati e quindi inseriti nella banca dati (EDDRA) Dopo il progetto Re-ligo regionale sono presenti anche progetti della Lombardia che hanno ottenuto la validazione.
16 Banca dati EDDRA Sito EMCDDA Selezionare EDDRA:progetti di prevenzione validati, elenco nazioni È pox selezionare i progetti per tipo di valutazione,target,sostanza,tipo di intervento
17 Linee guida regionali :prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione adolescenziale e preadolescenziale(d.r.g d.r.g 7062/07) Documento tecnico della DG Famiglia e Solidarietà Sociale Com è stato costruito: Analisi della letteratura scientifica Analisi della normativa di settore Valorizzazione delle esperienze locali Individuazione dei 16 principi del NIDA come struttura portante e adattamento alla realtà lombarda
18 Le linee guida regionali I programmi di prevenzione dovrebbero riguardare tutte le forme d abuso di sostanze, da sole o combinate, illegali, legali e farmaci Gli approcci educativi indirizzati alla famiglia (genitori e figli) e gli approcci basati sulla scuola che coinvolgono i genitori possono essere efficaci nel prevenire l uso adolescenziale di sostanze. I programmi di prevenzione dovrebbero essere fatti su misura della popolazione di riferimento: alcune sue caratteristiche quali la razza, l etnia, l età e l appartenenza di genere influenzano ricaduta ed efficacia dell intervento.
19 Le linee guida regionali Per ottenere cambiamenti significativi, è fondamentale sviluppare programmi preventivi su più anni scolastici (almeno 2), adattandoli alle esigenze ed esperienze evolutive dei ragazzi I periodi più a rischio sono quelli di transizione. Quelli che comportano cambiamenti fisiologici (pubertà o sociali (separazione dei genitori, passaggio da un grado scolastico ad un altro).
20 Le linee guida regionali I programmi di prevenzione per i bambini delle scuole elementari dovrebbero incrementare le abilità socio-relazionali, emozionali e scolastiche. In particolare dovrebbero porre l accento su: auto controllo, consapevolezza delle emozioni, comunicazione interpersonale, sostegno all apprendimento, problem solving. I programmi di prevenzione nelle scuole medie e superiori dovrebbero incrementare le competenze sociali e accademiche sviluppando le seguenti abilità:abitudine allo studio e sostegno all apprendimento, comunicazione interpersonale, relazione tra pari, autoefficacia, assertività, capacità di resistere alla pressione sociale, potenziamento delle motivazioni personali e dell attitudine contro l uso di droghe.
21 Le linee guida Sito ASL MI 1, home page In fondo,collegamento con sito satellite Interdipendenze Si apre l home page, in fondo documentazione È possibile scaricare le linee guida
22 Legge 3/2008 Regione Lombardia: Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario Art. 1 (Finalità) La presente legge, al fine di promuovere condizioni di benessere e inclusione sociale della persona, della famiglia e della comunità e d prevenire rimuovere o ridurre situazioni di disagio dovute a condizio economiche, psico-fisiche o sociali, disciplina la rete delle unità di offerta sociali e sociosanitarie, nel rispetto dei principi e dei valori della Costituzione, della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea, del Statuto regionale, nonché nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazio concernenti i diritti civili e sociali ( )
23 Legge regionale 3/2008 Art. 2 (Principi ed obiettivi) La Regione, nel rispetto dei principi di cui al comma 1, persegue seguenti obiettivi: omogeneità ed adeguatezza della rete delle unità di offerta ai bisogni sociali e sociosanitari; flessibilità delle prestazioni, anche attraverso la predisposizione d piani individualizzati di intervento; integrazione delle politiche sociali e sociosanitarie con le politiche sanitarie e di settore, in particolare dell'istruzione, dell formazione, del lavoro e della casa; efficienza della rete delle unità di offerta ed ottimale utilizzo delle risorse finanziarie disponibili.
24 Legge regionale 3/2008 Art. 4 (Unità di offerta sociali) Le unità di offerta sociali hanno il compito di: aiutare la famiglia, anche mediante l'attivazione di legami di solidarietà tra famiglie e gruppi sociali e con azioni di sostegno economico; tutelare la maternità e la vita umana fin dal concepimento e garantire interventi di sostegno alla maternità e paternità ed al benessere del bambino, rimuovendo le cause di ordine sociale, psicologico ed economico che possono ostacolare una procreazione consapevole e determinare l'interruzione della gravidanza; promuovere azioni rivolte al sostegno delle responsabilità genitoriali, alla conciliazione tra maternità e lavoro ed azioni a favore delle donne in difficoltà; tutelare i minori, favorendone l'armoniosa crescita, la permanenza in famiglia e, ove non possibile, sostenere l'affido e l'adozione, nonché prevenire fenomeni di emarginazione e devianza; promuovere il benessere psicofisico della persona, il mantenimento o il ripristino delle relazioni familiari, l'inserimento o il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in difficoltà e contrastare forme di discriminazione di ogni natura;
25 Legge regionale 3/2008 promuovere l'educazione motoria anche finalizzata all'inserimento e reinserimento sociale della persona; assistere le persone in condizioni di disagio psicosociale o di bisogno economico, con particolare riferimento alle persone disabili e anziane, soprattutto sole, favorendone la permanenza nel proprio ambiente di vita; favorire l'integrazione degli stranieri, promuovendo un approccio interculturale; sostenere le iniziative di supporto, promozione della socialità e coesione sociale, nonché di prevenzione del fenomeno dell'esclusione sociale.
26 DGR 7223/2008 Rete regionale sulla prevenzione delle dipendenze Garantire l applicazione delle linee guida regionali. Sviluppare il ruolo e la funzione del Dip Dip come anello di congiunzione fra i diversi attori del sistema preventivo. Costituire nel Dip Dip un gruppo di lavoro tecnico a presidio della funzione prevenzione dipendenze. Svolgere una funzione attiva al fine di orientare la progettazione a livello locale in modo efficace.
27 DGR 8243 ottobre 2008 realizzazione di interventi a favore delle famiglie e dei servizi socio-educativi per la prima infanzia Progetti sperimentali innovativi per la riorganizzazione dei consultori familiari al fine di ampliare e potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie OBIETTIVI: migliorare la comunicazione per prevenire o rimuovere le cause di disagio Prevenire i comportamenti a rischio degli adolescenti Contrastare l esposizione precoce al rischio di utilizzo delle sostanze Aumentare il numero di soggetti giovani in contatto con la rete dei servizi Attuare interventi di prevenzione secondo le linee guida regionali
28 DGR 8243/2008 le azioni previste: Attivazioni di collaborazioni da parte dei consultori servizi socio-sanitari e sociali,con istituzioni della giustizia e con privato sociale per azioni integrate a sostegno delle famiglie in situazioni di disagio Potenziamento degli spazi adolescenti e /o spazi famiglia Potenziamento delle azioni di educazione alla salute e a stili di vita corretti Sostegno al ruolo genitoriale.
29 Il livello organizzativo regionale DG Famiglia e Solidarietà Sociale Settore Dipendenze Tavolo Tecnico regionale Prevenzione (1 rappresentante per ogni dipartimento dipendenze delle ASL) Tavolo ristretto (7 rappresentanti)
30 Il livello Dipartimentale EQUIPE PREVENZIONE DIPENDENZE Finalità:potenziare le funzioni di raccordo degli ambiti di lavoro già esistenti favorendo il confronto tra enti diversi impegnati a livello preventivo Diffondere una cultura preventiva basata su evidenze (life skills) Diffondere e applicare le linee guida negli interventi preventivi direttamente gestiti
31 Equipe prevenzione del DIP.DIP Obiettivi: Raccolta della domanda e codifica dei diversi bisogni programmazione di interventi preventivi fondati sulle evidenze Funzione di consulenza in particolare agli enti locali e partneriato con il privato sociale.
32 Life skills Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme con la mediazione del mondo. P.Freire
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