Una vasta rete di organizzazioni italiane, riunite

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1 AS [2011] Studi e ricerche 1 Leonardo Becchetti * Nicola Ciampoli ** Una tassa sulle transazioni finanziarie Una vasta rete di organizzazioni italiane, riunite nella campagna «Zerozerocinque», < sostiene oggi la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie (ttf), con un aliquota dello 0,05% 1. La campagna italiana fa parte di una rete internazionale molto più vasta che sta spingendo per l approvazione della tassa a livello globale 2. Il tema, un tempo tabù, sta diventando di crescente interesse, dopo che la crisi finanziaria globale ha fatto salire i consensi per tale proposta nell opinione pubblica e nelle istituzioni. Mille economisti di 53 Paesi hanno firmato una lettera 3 a sostegno dell introduzione di una ttf, consegnata ai ministri finanziari dei Paesi del G20 4 in occasione del vertice svoltosi a Washington il 14 e 15 aprile A favore della ttf sono anche sei leader di Paesi dell ue, tra cui il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno del G20 nel Anche il Parlamento europeo si è più volte pronunciato a favore dell introduzione della ttf, in particolare il 10 marzo * Professore ordinario di Economia politica nell Università di Roma Tor Vergata, <Becchetti@economia. uniroma2.it>. ** Dottorando in Economia delle Istituzioni e dei mercati monetari e finanziari nell Università di Roma Tor Vergata, <nicola.ciampoli@uniroma2.it>. 1 La TTF si applicherebbe a ogni compravendita di titoli o strumenti finanziari. Ad esempio, chiunque acquistasse titoli o strumenti finanziari per euro, dovrebbe pagarne 5 come TTF. 2 Cfr < 3 Il testo della lettera e l elenco completo dei firmatari sono disponibili in < anche Paul Krugman e Joseph Stiglitz, premi Nobel per l economia, si sono dichiarati favorevoli all introduzione di una TTF. 4 Il G20 (Gruppo dei venti) è composto dai membri del G8 (USA, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Russia e Canada), Australia, Unione Europea e 10 Paesi emergenti (Cina, Brasile, India, Messico, Corea del Sud, Turchia, Indonesia, Arabia Saudita, Argentina e Sudafrica); nasce dopo la crisi finanziaria asiatica del 1997 come organismo di consultazione fra i ministri finanziari e i Governatori delle Banche centrali dei Paesi membri, mentre a partire dal 2008 si svolgono anche vertici a livello di Capi di Stato e di Governo; cfr < e, su questa Rivista, Foglizzo P., «G20 (Gruppo dei 20)», in Aggiornamenti Sociali, 6 (2010) Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2010 sulla tassazione delle operazioni finanziarie e una sua efficace applicazione, in < che invita la Commissione europea a elabora- fcsf - Aggiornamenti Sociali

2 2 Leonardo Becchetti Nicola Ciampoli e l 8 marzo 2011; il testo approvato afferma che il Parlamento europeo «è favorevole all introduzione di una ttf, che migliorerebbe il funzionamento del mercato riducendo la speculazione e contribuirebbe a finanziare i beni pubblici mondiali e a ridurre i deficit pubblici; ritiene che l introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie dovrebbe essere fissata sulla base più ampia possibile e che l Unione Europea dovrebbe promuovere l introduzione di una ttf a livello mondiale, ma che, se questo non fosse possibile, dovrebbe applicare come primo passo una ttf a livello europeo; invita la Commissione a elaborare rapidamente uno studio di fattibilità, tenendo conto della necessità di una parità di condizioni a livello globale, e ad avanzare proposte legislative concrete il Parlamento europeo» 6. Questa risoluzione è richiamata all interno di quella approvata l 8 giugno relativa al prossimo Quadro finanziario pluriennale dell Unione 7. Tradizionalmente gli economisti sono molto scettici rispetto all efficacia di una ttf e alla possibilità di raggiungere i due obiettivi che essa si propone: ridurre la volatilità dei mercati 8 e raccogliere somme rilevanti. In particolare si dice che un aliquota troppo bassa non attenuerebbe la volatilità dei mercati in quanto non sarebbe sufficiente a scoraggiare la ripetizione di compravendite a scopo speculativo, ma eviterebbe l elusione e consentirebbe di raccogliere somme ingenti. Un aliquota troppo elevata potrebbe ridurre la volatilità, ma farebbe fuggire i capitali verso mercati in cui essa non si applica, sui quali si sposterebbe il problema della volatilità. Alcuni poi manifestano il timore di effetti distorsivi sui mercati finanziari e anche di ricadute reali negative in seguito all introduzione della ttf 9. Nella storia economica la proposta della ttf non è una novità; anzi, ne sono state avanzate diverse varianti. La più nota è quella conosciuta come Tobin tax, dal nome dell economista americano James Tobin, premio Nobel per l economia nel 1981, che propose una tassa sulle transazioni valutarie (quelle che re «una valutazione d impatto della tassazione delle operazioni finanziarie a livello mondiale, esaminandone vantaggi e svantaggi» (n. 2), in vista della formulazione di una proposta al G20. 6 Risoluzione del Parlamento europeo dell 8 marzo 2011 su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo (2010/2105(INI)), n. 16, in < approvata con 529 sì, 127 no e 18 astenuti. 7 Risoluzione del Parlamento europeo dell 8 giugno 2011 su «Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un Europa competitiva, sostenibile e inclusiva» (2010/2211(INI)), in <www. europarl.europa.eu>. 8 La volatilità è una misura statistica dell ampiezza della variazione di prezzo di uno strumento finanziario rispetto al suo prezzo medio in un dato periodo; ad esempio, un titolo che in un certo giorno oscilla intorno al valore medio di 100 tra un minimo di 98 e uno di 102 è meno volatile di uno che oscilla intorno alla stessa media, ma con un minimo di 75 e un massimo di 125. Più un titolo è volatile, più è rischioso. I mercati con massiccia presenza di operazioni speculative di breve e brevissimo termine, che danno origine a ripetute compravendite di titoli, sono caratterizzati da maggiore volatilità. 9 Per una dettagliata esposizione delle obiezioni in merito alla TTF, cfr International Monetary Fund, A fair and substantial contribution by the financial sector. Final report for the G20, giugno 2010, 19-21, <www. imf.org/external/np/g20/pdf/062710b.pdf>; European Commission, Innovative financing at a global level (Commission staff working document), SEC (2010) 409 final, aprile 2010, 20-27, < economy_finance/articles/international/documents/innovative_financing_global_level_sec2010_409en.pdf>.

3 Una tassa sulle transazioni finanziarie 3 coinvolgono una operazione di cambio fra monete di Paesi diversi) con l obiettivo di «gettare sabbia» negli ingranaggi della speculazione. La ttf di cui qui ci occupiamo se ne differenzia in quanto si applicherebbe a tutte le transazioni finanziarie, anche quelle che non coinvolgono operazioni di cambio, colpendo dunque tutte le compravendite di titoli (azioni e obbligazioni) e strumenti finanziari derivati. La ttf viene talvolta chiamata «Robin Hood tax» per sottolinearne non tanto la validità come strumento di lotta alla speculazione, quanto l efficacia nel raccogliere gettito da chi più opera sui mercati finanziari ritenuto per definizione più abbiente per finanziare la lotta alla povertà. 1. L appello degli economisti italiani In Italia una delle prime iniziative di sensibilizzazione in favore della tassa è stato l appello firmato da 130 economisti italiani tra la fine del 2010 e l inizio del Esso prende l avvio dall osservazione che il problema della volatilità e delle turbolenze dei mercati finanziari non si risolve con l applicazione di una ttf, ma con un insieme di iniziative ben più complesse che investono la regolamentazione complessiva dei mercati 11. Rispetto al problema della volatilità, la portata della ttf si limita quindi al meno ambizioso obiettivo di ridurre le transazioni ad altissima frequenza in mercati regolamentati 12, visto che per queste operazioni aliquote anche minime possono incidere pesantemente sulla redditività, in quanto la ttf viene applicata su ogni transazione. Di conseguenza l appello si focalizza soprattutto sul secondo obiettivo: la raccolta di un gettito notevole, da dedicare a obiettivi sociali ed economici ritenuti interessanti, quali il finanziamento della produzione di beni pubblici globali, la lotta alla povertà, il riequilibrio del prelievo fiscale tra capitale e lavoro, la riduzione dei debiti pubblici nazionali. L appello affronta poi la diffusa convinzione che una tassa come quella proposta non sarebbe applicabile se non contemporaneamente sui mercati finanziari di tutto il mondo, in quanto la sua introduzione solo in alcuni Paesi provocherebbe una fuga dei capitali verso quelli che non la adottano. Sarebbe dunque indispensabile trovare un accordo globale sulla materia, il che sembra pratica- 10 «La tassa sulle transazioni finanziarie: una questione di civiltà», < events/2010/28-10.htm> o < 11 Tali interventi potrebbero riguardare il problema degli incentivi all eccessiva assunzione di rischio per le istituzioni finanziarie di grandi dimensioni, la regolamentazione dei mercati finanziari attualmente non sottoposti ad alcun controllo, la riforma delle regole per la capitalizzazione delle banche in modo da tenere adeguato conto delle differenze di rischio fra la tradizionale attività di intermediazione del credito e quella di trading di strumenti finanziari, il ruolo delle società di rating, la separazione tra attività di trading e di intermediazione del credito, e i meccanismi di trasferimento e amplificazione del rischio impliciti nelle operazioni di cartolarizzazione dei prestiti (modello «originate to distribute»). 12 Il ricorso a transazioni a elevatissima frequenza è alla base di tecniche di speculazione come lo scalping, che cercano di approfittare delle fluttuazioni minime di mercato, spuntando piccoli profitti e di conseguenza rischiando piccole perdite. Guadagnare margini minimi, ma moltissime volte nella stessa giornata, produce profitti interessanti.

4 4 Leonardo Becchetti Nicola Ciampoli mente impossibile. Tuttavia l osservazione dei casi in cui sono in vigore tasse simili a quella proposta e un buon numero di studi sull elasticità del volume di transazioni rispetto a tasse di questo tipo su cui torneremo con maggiore dettaglio nei paragrafi successivi smentiscono questa opinione. L appello propone infine una stima del gettito della ttf e alcune ipotesi sulla sua possibile destinazione, tra cui ne sottolinea una: fornire capitali alle istituzioni di microfinanza 13 nei Paesi a basso reddito. Tale uso pare particolarmente utile al raggiungimento del doppio obiettivo di creare valore economico e di combattere la povertà promovendo inclusione, in quanto i meccanismi di funzionamento degli istituti di credito permettono di moltiplicare le risorse conferite: per ogni euro di aumento di capitale, nel rispetto dei requisiti imposti dalle autorità di vigilanza, le banche possono erogare fino a euro di nuovi prestiti. 2. La TTF funziona? Come abbiamo visto, la principale obiezione tradizionale sostiene che la ttf, riducendo la redditività degli investimenti finanziari, spaventa gli investitori e ne provoca la fuga. Tale opinione richiede però di essere contestualizzata: un aliquota come quella proposta (0,05%) avrebbe infatti un impatto assai limitato. Ad esempio, un investitore con disponibilità modeste, che acquisti titoli di Stato per un valore di 100mila euro in un anno, si troverebbe a pagarne 50, con una riduzione della redditività di 5 centesimi di punto, probabilmente inferiore a quella che potrebbe derivare da un andamento negativo del mercato. Inoltre la valutazione negativa della ttf riposa sull assunzione che tutti gli individui, nelle proprie scelte di investimento, siano motivati unicamente dal tornaconto personale. L economia sperimentale 14 ci dice però che le preferenze degli agenti economici sono assai più variegate e comprendono anche l avversione alla diseguaglianza, la reciprocità, l altruismo, ecc. Anche al di fuori degli esperimenti di laboratorio, i comportamenti osservati sul mercato confermano che nelle scelte di investimento i risparmiatori non cercano solo e sempre la massimizzazione del rendimento (dato il livello di rischio che sono disponibili ad assumere), ma soddisfano bisogni più complessi. Per citare solo qualche dato di sintesi, il rapporto Socially Responsible Investing Trends in the United States 15 riporta che il risparmio gestito da fondi di investimento privati e istitu- 13 Si tratta di istituzioni che concedono prestiti modesti e forniscono servizi finanziari e di consulenza a soggetti molto poveri, normalmente esclusi dal circuito del credito ordinario per mancanza di garanzie reali, permettendo loro di dare vita a iniziative di microimprenditorialità e sviluppo locale; cfr Maggio F., «Finanza etica», gennaio 2003, in < 14 Si tratta dell applicazione di metodi sperimentali per studiare questioni economiche, testando la validità delle teorie economiche sui meccanismi di funzionamento dei mercati. 15 Cfr Social Investment Forum Foundation, Report on Socially Responsible Investing Trends in the United States, 2010, in <

5 Una tassa sulle transazioni finanziarie 5 zionali che tengono conto della responsabilità sociale d impresa nelle loro valutazioni, ha superato nel 2010 i 3mila milardi di dollari, pari a oltre il 12% del totale del risparmio gestito negli usa. Esiste dunque una quota di persone che compenserà il «fastidio» di dover pagare la tassa con il beneficio di contribuire a qualcosa a cui dà valore e avrà quindi una disponibilità a pagarla, magari minima ma superiore a zero. Tale disponibilità potrebbe essere sufficiente a dissuadere almeno alcuni dal fare la fatica di spostare i propri investimenti, riducendo la platea dell elusione potenziale della tassa. La possibilità di introdurre una ttf è sostenuta anche dall evidenza empirica: sono ben 23 i casi di applicazione di tasse simili a quella proposta in singoli mercati nazionali 16, per lo più di Paesi del G20, normalmente per finanziare la Borsa o le autorità di controllo del mercato, senza generare le temute fughe di capitali. In gran parte dei casi la tassa è stata imposta sulle transazioni di titoli azionari, e in alcuni Paesi anche su quelle di particolari categorie di derivati come option e future 17. Tra i principali esempi, possiamo menzionare l imposta dello 0,0013% sugli scambi di titoli azionari delle società quotate sui due principali mercati borsistici di New York (New York Stock Exchange e nasdaq), il cui gettito serve a finanziare le attività dell ente di controllo e supervisione dei mercati, la sec (Security and Exchange Commission, l equivalente della nostra consob). In Gran Bretagna è in vigore lo Stamp Duty 18, una tassa pari allo 0,5% sulla compravendita di titoli azionari; una percentuale identica è applicata anche a option e future. Tasse simili a quella che si propone di introdurre dunque esistono e non hanno portato alla rovina i sistemi finanziari dei Paesi che le hanno introdotte. In alcuni casi, il loro gettito appare tutt altro che trascurabile: nel 2008 esso ha toccato lo 0,22% del Prodotto interno lordo (pil) in Gran Bretagna, lo 0,51% in Sudafrica e il 2,1% a Hong Kong 19. Un sostegno alla possibilità di introdurre una ttf senza provocare sconquassi nei mercati finanziari viene anche dalla rassegna di una ventina di studi 16 Per un quadro completo, cfr Matheson T., Taxing Financial Transactions. Issues and Evidence, IMF Working Paper n. 11/54, marzo 2011, 8, < 17 I derivati sono una particolare tipologia di prodotti finanziari, il cui valore deriva dall andamento di altre variabili, come il prezzo di altre attività, o dal verificarsi di un evento prestabilito osservabile oggettivamente. In particolare, i future sono contratti a termine in cui una parte si impegna a consegnare una certa quantità di titoli all altra in una data predeterminata e a un prezzo prefissato; dopo la conclusione, ciascuna delle parti può cedere ad altri il contratto, che diventa così un prodotto finanziario oggetto di contrattazioni in Borsa. Le option sono invece contratti che attribuiscono a una parte il diritto di comperare o vendere una certa quantità di titoli a un prezzo prestabilito e in una data determinata, con l obbligo di corrispondere alla controparte un premio qualora il diritto non venga esercitato; anche questi contratti possono essere ceduti a terzi e sono oggetto di contrattazioni di Borsa; cfr Bastoni R. Lanfranchi V., «Derivati», in Aggiornamenti Sociali, 3 (2009) Può essere interessante notare che si tratta di una tassa dalla gestione molto economica: le autorità britanniche stimano infatti che i costi amministrativi della sua esazione siano inferiori allo 0,05% del gettito raccolto, contro lo 0,7% (cioè 14 volte di più) delle imposte sugli utili delle imprese; cfr European Commission, Innovative financing at a global level, cit., Cfr Matheson T., Taxing Financial Transactions. Issues and Evidence, cit., 10.

6 6 Leonardo Becchetti Nicola Ciampoli sull elasticità del volume delle transazioni rispetto ai loro costi 20. Un aumento dei costi nel nostro caso dovuto all introduzione della ttf inevitabilmente produce una contrazione delle transazioni, in quanto quelle non più remunerative nelle mutate condizioni non hanno luogo. L elasticità è la misura della reattività di una grandezza alla variazione di un altra: ad esempio, di quale percentuale diminuisce il consumo di un certo bene se il suo prezzo aumenta del 5%? Negli studi esaminati, che si riferiscono a Paesi e a prodotti finanziari diversi, la misura dell elasticità del volume delle transazioni finanziarie ai loro costi è certamente negativa e varia da poco meno di 0 fino a -2,7. Con valori di questa entità, l introduzione di una ttf con un aliquota dello 0,05% dovrebbe produrre una riduzione percentuale degli scambi praticamente irrilevante. Riguardo all estensione di queste tasse ad aree geografiche progressivamente più ampie, la storia della lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo da parte del fatf 21 ci insegna che la comunità internazionale, quando vuole allargare l applicazione di regole comuni a tutte le piazze finanziarie, ha gli strumenti di pressione per convincere tutti o quasi. Anche la progressiva estensione dell applicazione della ttf ad aree geografiche sempre più vaste non può dunque essere esclusa in via di principio. Un recente studio 22 stima il gettito potenziale di una ttf con una aliquota dello 0,05% sulla base dei dati relativi al 2007: a livello mondiale è possibile arrivare a oltre 400 miliardi di dollari annui (circa 0,75% del pil mondiale) considerando i soli mercati regolamentati e fino a 660 (1,21% del pil mondiale) se si includono quelli non regolamentati 23. Le cifre diventano rispettivamente 145 e 290 miliardi di dollari se si limita l area geografica di applicazione all Europa (pari rispettivamente allo 0,8% e all 1,6% del pil europeo). Nella valutazione di questi dati, occorre tenere presente che l applicazione della ttf ai mercati regolamentati risulterebbe piuttosto semplice, in quanto le transazioni sono tracciate e la proprietà delle attività finanziarie acquistate verrebbe assegnata solo dopo la trattenuta alla fonte della tassa; nel caso dei mercati non regolamentati, poiché si tratta di contratti fra privati che non coinvolgono alcuna entità ufficiale, per essere sicuri di evitare l elusione, si dovrebbero regolamentare quelle transazioni. È quindi prudente attestarsi sulle cifre inferiori, che 20 Cfr ivi, Il Financial Action Task Force (FATF Gruppo di azione finanziaria internazionale), < è stato creato dal G7 nel 1989; la sua azione consiste nella produzione di raccomandazioni in merito alla trasparenza e alla cooperazione tra autorità finanziarie a livello internazionale, in modo da ridurre le opportunità di riciclaggio offerte da legislazioni compiacenti, ad esempio in materia di segreto bancario. L esperienza mostra come la pressione internazionale sia riuscita a convincere gran parte dei Paesi che non rispettavano gli standard del FATF (i cosiddetti paradisi fiscali e finanziari) a modificare la propria legislazione per conformarvisi. 22 Schulmeister S., Boom-Bust Cycles and Trading Practices in Asset Markets, the Real Economy and the Effects of a Financial Transactions Tax, WIFO Working Papers n. 364, marzo 2010, < jsp/index.jsp?id=38641&typeid=8&display_mode=2&language=2&fid=2392>. 23 Per una stima del gettito nell ipotesi di un aliquota dello 0,1%, cfr European Commission, Innovative financing at a global level, cit., 21 s.

7 Una tassa sulle transazioni finanziarie 7 sono comunque ingenti: si calcola che basterebbero circa 30 miliardi di dollari per assicurare l istruzione primaria obbligatoria in tutto il mondo. 3. Come utilizzare il gettito della TTF Sulla possibile destinazione delle risorse generate dalla ttf, l appello degli economisti italiani, pur con la brevità dovuta al genere letterario del documento, avanza tre proposte. a) Il finanziamento dei beni pubblici globali La prima riguarda il finanziamento di beni pubblici globali. A riguardo l appello precisa che l efficienza nell utilizzo delle risorse diventa un criterio discriminante. In un periodo storico in cui abbondano e soprattutto si enfatizzano i casi di cattiva gestione delle risorse, è bene ribadire che non vi è alcun principio a priori per il quale tutti i fondi raccolti con uno strumento fiscale saranno inevitabilmente sprecati o fonte di corruzione. Conosciamo e abbiamo sperimentato usi validi di queste risorse, altrimenti non raccoglieremmo nessuna imposta. La letteratura recente nel campo dell economia dello sviluppo sottolinea alcune iniziative di successo, come quelle per il finanziamento della ricerca e della distribuzione di vaccini, o i programmi che legano aiuti alimentari e scolarizzazione (food to school) attuati dalla Banca mondiale e da altre istituzioni internazionali. Inoltre la cultura dell efficienza e del rigore nelle valutazioni di impatto sembra essere cresciuta molto. b) Riduzione del peso dell aggiustamento delle finanze pubbliche Una seconda possibile destinazione dei proventi della ttf è la riduzione del peso dell aggiustamento delle finanze pubbliche sui cittadini. Le risorse possono quindi essere indirizzate, totalmente o in parte, all interno del Paese in cui sono raccolte, ad esempio per rimpiazzare o diminuire alcune delle imposte in vigore. Per quanto riguarda l Italia, è opinione comune che l imposizione fiscale sui redditi da lavoro abbia raggiunto livelli quasi insostenibili. Per molti esperti sarebbe opportuno ridurla, per rilanciare crescita e occupazione, e rimuovere quei fattori di declino del potere di acquisto della classe media che sono tra le cause remote della crisi finanziaria globale. I vantaggi di istituire una ttf per abbassare le imposizione fiscale sui redditi da lavoro sarebbero molteplici: maggiore trasparenza, riduzione dei disincentivi alla domanda e all offerta di lavoro (riduzione del cuneo fiscale), semplificazione delle procedure e forte diminuzione dei costi amministrativi. Non è ovviamente una panacea: quanto maggiore è il prelievo da sostituire con il gettito della ttf, tanto più elevata dovrà essere la sua aliquota e quindi l incentivo all elusione (cioè a trasferire gli investimenti finanziari su mercati non tassati).

8 8 Leonardo Becchetti Nicola Ciampoli c) Capitale per la microfinanza L appello dedica maggiore attenzione a una terza ipotesi, ritenuta la più efficace: destinare il gettito della ttf alla capitalizzazione di istituzioni di microfinanza in Paesi a basso reddito, rigorosamente selezionate sulla base di indicatori di performance che la letteratura di settore ha messo a punto. In questo modo si promoverebbe un modello di cooperazione allo sviluppo basato sulla responsabilizzazione di chi riceve, che è tenuto alla «controprestazione» di mettere in piedi un attività produttiva che consente di restituire il prestito, e non sull assistenzialismo. In secondo luogo si potrebbe intervenire su un punto chiave per promuovere pari opportunità e inclusione sociale. La ricerca specializzata mostra come nelle periferie delle grandi città africane e latinoamericane moltissimi progetti di scolarizzazione si infrangano contro lo scoglio dell incapacità delle famiglie di origine di dar vita ad attività che generino reddito. Si possono «adottare a distanza» i bambini, costruire scuole e finanziarne il funzionamento 24, ma se le famiglie non superano una certa soglia di reddito mandare i figli a scuola resta un bene di lusso che non ci si può permettere. È per questo che stanno nascendo in queste realtà moltissimi progetti di microfinanza per i genitori dei bambini. Il problema di quasi tutte queste istituzioni finanziarie è quello della insufficiente disponibilità di capitale: avere più capitale significa poter fare più prestiti e poter resistere senza fallire a improvvisi aumenti delle sofferenze (cioè della impossibilità dei debitori di restituire i prestiti). Soprattutto in questo contesti, l aumento delle sofferenze è dovuto spesso non alla scarsa qualità dei progetti di investimento per cui i prestiti sono contratti, ma a fattori esogeni (conflitti politici, epidemie, disastri naturali, ecc.), indipendenti dal rigore del processo di concessione del credito. Se questo fosse l utilizzo del gettito della ttf, avremmo probabilmente buoni argomenti per contrastare l obiezione che la tassa distruggerebbe ricchezza, in quanto distoglierebbe risorse da attività più produttive per indirizzarle verso impieghi meno produttivi o parassitari. Infatti, capitalizzare istituzioni di microfinanza nei Paesi poveri ed emergenti, se queste svolgono bene il compito di valutazione dei progetti, mette in moto un moltiplicatore che genera nuovo valore economico: generalmente, infatti, le iniziative finanziate hanno tassi di rendimento piuttosto elevati. Altrimenti non si spiegherebbe come i debitori delle istituzioni di microfinanza potrebbero sopportare un costo del credito talvolta anche molto alto Si tenga presente che «virtualmente» l istruzione elementare è ormai obbligatoria in moltissimi Paesi a basso reddito, ma di fatto la mancanza di risorse incide pesantemente sulla qualità della scuola, con alti tassi di abbandono degli studenti e di assenteismo dei docenti e un elevatissimo numero di studenti per classe. 25 Ad esempio nel caso di Compartamos, una banca messicana specializzata nella microfinanza, il tasso di interesse arriva anche a superare il 100% annuo.

9 Una tassa sulle transazioni finanziarie 9 4. Un esigenza di giustizia Alla base dell appello degli economisti italiani per l introduzione della ttf non vi sono modelli teorici, ma un ragionamento su evidenze prodotte da altri e sulla rassegna di una letteratura esistente, peraltro non particolarmente estesa. Le conclusioni sono quindi aperte a critiche e prove contrarie. Ma uno degli obiettivi dell iniziativa è proprio quello di stimolare gli economisti a ragionare su un ipotesi che fino a poco tempo fa veniva scartata a priori e a fare ricerca su questi temi per esplorarne più approfonditamente limiti e potenzialità. Tutti avremmo da guadagnarne se, dalle critiche e dai commenti a questa idea, nascessero proposte più efficaci e con meno punti deboli in grado di perseguire obiettivi di equità e di rispondere ad alcune emergenze sociali (malnutrizione, ostacoli alle pari opportunità), nel rispetto del principio di creazione di valore economico. La ttf proposta dall appello potrà anche rivelarsi inadeguata, ma il vero obiettivo è trovare il modo più efficace per dare risposta alle esigenze di giustizia che stanno alla base della sua formulazione e che dovranno essere prese in considerazione anche da eventuali alternative. Sulle opportunità di promozione di autentico sviluppo umano attraverso un accorto utilizzo del gettito ci siamo già soffermati. In conclusione ci preme sottolineare due altre esigenze di giustizia distributiva che la tassazione delle transazioni finanziarie potrebbe contribuire, almeno parzialmente, a soddisfare. La prima riguarda la distribuzione degli oneri derivanti dalla crisi economica globale, che nelle dinamiche finanziarie trova una delle sue radici e che ha costretto numerosi Governi a intervenire con massicci aiuti a sostegno delle istituzioni finanziarie sull orlo del fallimento. Ad esempio uno studio 26 di un gruppo di economisti e alti funzionari delle banche centrali stima che il solo Regno Unito abbia destinato una cifra pari al 44% del proprio pil a interventi diretti di ricapitalizzazione delle banche o indiretti di concessione di garanzie in loro favore. Quei Paesi le cui banche avevano investito ingenti capitali (in rapporto al pil nazionale) in strumenti finanziari di dubbio valore (i c.d. «titoli tossici») sono di fatto falliti, come l Islanda, o hanno visto esplodere il rapporto tra deficit pubblico e pil (oltre il 30%, nel caso dell Irlanda) in seguito all intervento pubblico a sostegno del settore finanziario. Da più parti si è sottolineata la necessità che quest ultimo faccia la propria parte: a questo tema è dedicato, ad esempio, il documento del Fondo monetario internazionale che abbiamo citato e che, significativamente, si intitola: «Un contributo equo e sostanziale da parte del settore finanziario» 27. Il guadagno in termini di giustizia risulta ancora più evidente nell ipotesi che il gettito della ttf sia utilizzato per alleviare le condi- 26 Panetta F. et Al., An assessment of financial sector rescue programmes, luglio 2009, 17, <www. bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/qf_47/qef_47.pdf>. 27 International Monetary Fund, A fair and substantial contribution by the financial sector, cit.

10 10 Leonardo Becchetti Nicola Ciampoli zioni di quella parte della popolazione mondiale che non ha alcuna responsabilità per le cause della crisi e che è stata gettata in una precarietà ancora più insostenibile. Vi è poi un secondo aspetto, di cui tener conto in un duplice senso: la ricchezza, la cui parte investita in strumenti finanziari oggetto di transazioni sarebbe la base imponibile della ttf, altro non è che il frutto dell accumulazione di redditi. Alcuni sottolineano che, essendo già abbondantemente tassato il reddito, sottoporre a imposizione fiscale anche la ricchezza significa di fatto tassare due volte la stessa cosa. È un punto importante, a cui prestare attenzione nel disegno di una eventuale ttf. Tuttavia non bisogna dimenticare che il reddito effettivamente tassato è solo una frazione del reddito complessivo globale, vuoi perché una parte riesce a evadere o eludere ogni imposizione, vuoi perché una parte è di origine illegale, vuoi infine perché una parte (ad esempio quella derivante dalla speculazione di Borsa) deriva da plusvalenze al momento non sottoposte ad alcuna imposizione fiscale. Una tassa, per quanto piccola, che vada a colpire anche queste quote della ricchezza finanziaria globale, ci sembra rappresentare, anche a livello di principio, un tentativo di tornare ad avanzare sul tema della giustizia distributiva in campo fiscale, dopo che la globalizzazione e la libera circolazione dei capitali hanno condotto alla perdita di efficacia degli strumenti con cui nella seconda metà del secolo scorso si cercava di perseguire quello scopo.

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