REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE

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1 REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N 33 ) Delibera N 1119 del Proponente DANIELA SCARAMUCCIA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE Pubblicita /Pubblicazione Atto soggetto a pubblicazione integrale (PBURT/BD) Dirigente Responsabile EMANUELA BALOCCHINI Estensore MARIA CRISTINA FAGOTTI Oggetto Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale Presenti ENRICO ROSSI ANNA RITA BRAMERINI LUCA CECCOBAO ANNA MARSON RICCARDO NENCINI GIANNI SALVADORI CRISTINA SCALETTI GIANFRANCO SIMONCINI STELLA TARGETTI Assenti SALVATORE ALLOCCA DANIELA SCARAMUCCIA ALLEGATI N 1 ALLEGATI Denominazion Pubblicazione Tipo di trasmissione Riferimento A Si Cartaceo+Digitale Indirizzi prog. nutriz. 2012_2013 STRUTTURE INTERESSATE Tipo Direzione Generale Denominazione DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI

2 CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

3 LA GIUNTA REGIONALE Visto il Piano Sanitario Regionale , approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 53 del 16/07/2008, ed in particolare quanto riportato in merito agli ambiti progettuali ed operativi della Prevenzione nei punti: Gli obiettivi generali; Dalla medicina di attesa alla sanità di iniziativa; La prevenzione collettiva; Le Azioni programmate ed i Progetti Obiettivo; Considerato che il Piano Sanitario Regionale resta in vigore, ai sensi dell art. 142 bis della L.R. 24 febbraio n. 40 e del comma 1 dell art. 104 della L.R. 29 dicembre 2010 n. 65, fino al 31 dicembre 2011; Visto il Piano Regionale di Prevenzione , approvato con Delibera di giunta regionale n del 8/12/2010 e in particolare, quanto indicato nel paragrafo Gli obiettivi generali e gli obiettivi specifici e le azioni in merito ai seguenti obiettivi generali : - superare le visioni settoriali sia in campo sociale sia in campo sanitario con un insieme di sistemi condivisi e sostenibili nell'organizzazione pubblica della sanità, in grado di dare risposte ai bisogni complessi, con azioni sincrone, - migliorare la sostenibilità e la qualità del sistema sanitario con politiche che rispondano più da vicino ai bisogni del territorio e dei suoi abitanti, - rinnovare e qualificare le strutture e le tecnologie per la salute; Vista la delibera della Giunta regionale n. 657 del 17 settembre 2007 che definisce le linee di indirizzo in tema di alimentazione, con particolare riferimento alla sorveglianza nutrizionale, alla prevenzione dell'obesità e promozione di sani stili di vita e al percorso assistenziale del soggetto obeso; Vista la delibera della Giunta regionale n. 800 del 13/10/2008 Guadagnare salute in Toscana: rendere facili le scelte salutari Linee di indirizzo e istituzione dell Osservatorio sugli stili di vita, che definisce le strategie regionali per contrastare i quattro principali fattori di rischio - scorretta alimentazione, abitudine al fumo, abuso di alcol e inattività fisica; Vista la delibera della Giunta regionale n del 28 dicembre 2010: Approvazione delle linee di indirizzo regionali per la ristorazione scolastica ; Ritenuto opportuno definire per l'ambito nutrizionale una programmazione regionale che contribuisca a livello di ogni Azienda USL allo sviluppo delle attività e delle prestazioni afferenti ai servizi dei Dipartimenti di Prevenzione che si occupano di nutrizione che tenga conto della programmazione regionale del Piano integrato di Salute; Presa visione del documento Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale , di cui all'allegato A del presente atto, che, in relazione alle attività e prestazioni afferenti ai servizi dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL che si occupano di nutrizione, prevede: a) la definizione dei criteri di funzionamento per il miglioramento delle attività in ambito nutrizionale, b) il completamento di un catalogo regionale di prestazioni comuni e condivise,

4 c) la sperimentazione di modelli organizzativi innovativi che rispondano alle esigenze di contesto in ambito nutrizionale e degli stili di vita; Considerato che il suddetto documento, elaborato dal gruppo di lavoro composto da componenti dei servizi dei Dipartimenti di Prevenzione che si occupano di nutrizione, è stato discusso nell'ambito dell articolazione tecnica Igiene alimenti e Nutrizione di cui al decreto dirigenziale n.6455/2006, nella riunione del 06 giugno 2011; Ritenuto di approvare il documento Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale , contenuto nell Allegato A, parte integrante del presente atto, finalizzato allo sviluppo delle attività e delle prestazioni afferenti alle articolazioni organizzative che si occupano di Nutrizione dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL; Ritenuto opportuno individuare le Aziende USL n. 7 Siena, 11 Empoli e 12 Viareggio, in qualità di Aziende USL capofila di area vasta, per la definizione e sperimentazione di un modello organizzativo idoneo a fornire adeguate risposte ai bisogni emergenti in campo nutrizionale, nell ottica dell ottimizzazione delle risorse e dell integrazione con gli altri attori sanitari ed extrasanitari; A VOTI UNANIMI DELIBERA 1. di approvare gli Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale contenuti nell Allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di individuare le Aziende USL n. 7 Siena, 11 Empoli e 12 Viareggio, in qualità di Aziende USL capofila di area vasta, per la definizione e sperimentazione di un modello organizzativo idoneo a fornire adeguate risposte ai bisogni emergenti in campo nutrizionale, nell ottica dell ottimizzazione delle risorse e dell integrazione con gli altri attori sanitari ed extrasanitari; 3. di dare atto che dal presente provvedimento non derivano ulteriori oneri a carico del bilancio regionale. Il presente atto è pubblicato integralmente sul BURT ai sensi dell articolo 5 comma 1 lettera F della L.R. 23/2007 e sulla banca dati degli atti amministrativi della Giunta regionale ai sensi dell articolo 18, comma 2, della medesima L.R. 23/2007. Il Dirigente Responsabile EMANUELA BALOCCHINI SEGRETERIA DELLA GIUNTA IL DIRETTORE GENERALE ANTONIO DAVIDE BARRETTA Il Direttore Generale sostituto

5 ANDREA LETO

6 ALLEGATO A Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale

7 Indirizzi per la programmazione regionale in ambito nutrizionale PREMESSA Le dinamiche demografiche ed epidemiologiche della Regione Toscana evidenziano la tendenza all invecchiamento della popolazione: in base ai dati per regione dell Istat relativi al 2008, l indice di vecchiaia della Toscana presenta il valore più alto dopo la Liguria. Il fenomeno dell invecchiamento della popolazione è ben evidenziato anche dalla quota degli ultra74enni, che rappresentano l 11,8% del totale della popolazione. Tale percentuale è superiore di circa 2 punti alla media nazionale. Questo comporta il conseguente aumento della rilevanza delle patologie cronico degenerative a genesi multifattoriale con una importante componente di tipo ambientale e sociale. In questo contesto secondo OMS le malattie a componente nutrizionale sono state responsabili del 60% della mortalità generale e contribuiscono al 43% delle malattie croniche mondiali. I dati relativi allo stato nutrizionale della popolazione toscana e alle abitudini di vita non sono del tutto tranquillizzanti; si riporta la figura seguente tratta dal Piano Sanitario Regionale della Prevenzione che riassume i dati derivanti da più studi epidemiologici suddivisi per età e documenta la rilevanza del fenomeno sovrappeso/obesità in tutte le fasce di età ed in particolare nei bambini e negli ultracinquantenni, in cui la prevalenza è particolarmente elevata. Relativamente alle abitudini di vita i dati sul consumo di frutta e verdura e di bibite zuccherate indicano che, complessivamente, siamo ancora lontani dalle indicazioni formulate nelle linee-guida nazionali per una sana alimentazione: in Toscana solo il 3,4% della popolazione consuma cinque o più porzioni al giorno di frutta, verdura e ortaggi (il 4,0% in Italia) e nei bambini la percentuale scende al 2,2%, in linea con quella nazionale. Il 37,3% dei bambini, infine, assume bibite zuccherate almeno una volta al giorno. In Toscana, come nel resto del nostro Paese, il consumo di alcol rappresenta una radicata tradizione culturale e la sua assunzione, in particolare di vino, è consuetudine alimentare molto diffusa anche se la % di consumatori si è progressivamente ridotta negli ultimi 10 anni di circa il 3%. Per quanto riguarda le quantità di alcol consumate, la Toscana, invece, risulta essere una delle regioni nelle quali si beve di più ed appaiono inoltre particolarmente elevate, rispetto alla media nazionale, le percentuali di consumatori a rischio tra i giovani (sotto i 30 anni) e tra gli adulti di anni, in special modo tra le femmine. 1

8 Gli studi di popolazione sopra citati ci dicono inoltre che in Toscana l attività fisica è praticata in modo insufficiente tenendo presente che le fasce più deboli risultano essere i bambini, gli anziani, le donne, le persone con livello culturale più basso e con difficoltà economiche. Si rimanda alla visione complessiva della Tabella 7.1 Principali criticità di salute di livello regionale del Piano Sanitario Regionale della Prevenzione che riassume le principali criticità di salute a livello regionale con particolare riferimento allo stato nutrizionale e agli stili di vita. In questo contesto le attività in ambito nutrizionale erogate da parte delle articolazioni organizzative che si occupano di nutrizione acquistano quindi una particolare rilevanza nell ambito della Prevenzione Primaria, rappresentando una risorsa strategica al fine dell individuazione e controllo di determinanti di salute correlati agli stili di vita, cui viene attribuito un ruolo centrale per quanto attiene la prevenzione rivolta sia ad individui e gruppi a rischio sia alla collettività nel suo insieme e per la definizione dei profili e dei piani di salute. Per l attuazione del progetto, le parole chiave individuate in tale contesto sono le seguenti: 1) Qualità; 2) Conoscenza; 3) Rete. I percorsi svolti a partire dall anno 2006 e conclusi nel 2009 con il raggiungimento della certificazione ISO 9001 da parte di articolazioni organizzative che si occupano di sicurezza alimentare del Dipartimento di Prevenzione hanno consentito di razionalizzare le procedure ed incrementare l efficienza e l efficacia delle attività svolte da parte delle organizzazioni sopracitate, non ricomprendendo peraltro in tutte le Aziende USL le attività svolte in ambito nutrizionale. Una delle principali sfide per il sistema sanitario regionale è pertanto costituita dalla valorizzazione delle attività di prevenzione nutrizionale, nell ottica di strategie intersettoriali volte a favorire corretti stili di vita. Il tutto nel quadro di quanto previsto dalla strategia europea La salute in tutte le politiche volta a promuovere l elaborazione e l attuazione di politiche favorevoli alla salute in diversi ambiti quali alimentazione, ambiente, commercio, educazione, industria, lavoro e trasporti. Finalità primaria è di avviare politiche in grado di incidere sulla riduzione della mortalità e delle malattie che si verificano ogni anno in Europa, riconducibili a diversi fattori di rischio evitabili quali ipertensione, tabagismo, alcol, ipercolesterolemia, sovrappeso, scarso consumo di frutta e verdura, inattività fisica. A tale scopo è necessario adottare modelli a rete, incentrati sulla valorizzazione del patrimonio delle conoscenze dei professionisti che operano nelle aziende stesse, per ottenere concreti risultati in termini di miglioramento delle performance erogate dalle Aziende Sanitarie. Questo obiettivo potrà essere raggiunto soprattutto garantendo la piena sintonia con altri soggetti istituzionali, vedi ad esempio le Società della Salute ed il nuovo modello previsto dal Piano sanitario regionale dell Expanded Chronic Care Model come approccio alla patologia cronica, nella progettazione ed esecuzione di interventi di promozione dei corretti stili di vita, in coerenza con quanto contenuto nella Delibera della Giunta regionale nr. 800 del Guadagnare Salute in Toscana: rendere facili le scelte salutari - Linee di indirizzo e istituzione dell'osservatorio sugli stili di vita. In tale contesto, coerentemente con quanto già intrapreso nell area della sicurezza alimentare, risulta strategico sviluppare un approccio sistemico basato sul lavorare per processi, che integri e supporti quanto è già stato fatto nei percorsi di miglioramento della qualità dei Dipartimenti di Prevenzione nel triennio precedente, e nel percorso di sviluppo e definizione dei Prodotti Finiti. Ciò richiede un forte impegno da parte delle Unità Operative e Funzionali che si occupano di nutrizione nelle Aziende Sanitarie, al fine di erogare a regime prestazioni in coerenza con le: prospettive di crescita strategica regionale; azioni necessarie per attuare quanto previsto dalle normative vigenti; azioni di valorizzazione delle buone pratiche supportate dalla rete dei servizi delle Aziende Sanitarie toscane. In relazione a quanto sopra la sfida di lavorare in un ottica di miglioramento continuo può realizzarsi solo se basata sulla creazione ed il mantenimento di una rete delle competenze dei professionisti appartenenti al servizio sanitario regionale, che vada a rispondere alle esigenze di: condividere esperienze e protocolli di aziende diverse che intervengono sullo stesso ambito professionale; condividere un profilo di competenze (Portfolio) specifico per i professionisti sanitari coinvolti nei processi operativi. Si evidenzia inoltre che a seguito della sperimentazione attuata nel Piano Sanitario precedente, le Società della Salute si confermano come un nuovo modello di integrazione socio-sanitaria, in cui il sistema sanitario locale, i comuni, la scuola, le associazioni dei cittadini, il volontariato, il terzo settore ecc. convergono su obiettivi 2

9 prioritari di promozione della salute, definendone i programmi per il loro raggiungimento in uno strumento unico di programmazione che è il Piano Integrato di Salute (PIS). E pertanto evidente come gli interventi di prevenzione in ambito nutrizionale si inseriscano a pieno titolo tra gli ambiti di interesse prioritario per la prevenzione primaria, sia per la numerosità della popolazione interessata che per il coinvolgimento di target particolarmente sensibili. In sintesi l obiettivo a medio e lungo termine è realizzare sul tema specifico un sistema di conoscenze integrato che a partire dai bisogni specifici del territorio riesca ad elaborare risposte adeguate riducendo drasticamente i tempi di problem solving e nel contempo ad ottimizzare l utilizzo delle risorse a disposizione. 2. CONTESTO DI RIFERIMENTO Obiettivi del Piano Sanitario Regionale Gli obiettivi del PSR che sono stati condivisi dai SIAN nel triennio per lo svolgimento dell attività riferiti in particolare all area nutrizionale sono: 4. UN PIANO PER IL CITTADINO: I GRANDI PROGETTI 4.3 Dalla medicina di attesa alla sanità di iniziativa La sanità di iniziativa in ambito territoriale. Il Chronic Care Model La sanità di iniziativa nell assistenza ospedaliera La sanità di iniziativa nell ambito materno infantile Contrasto all obesità infantile e promozione di sani stili di vita in età pediatrica 5. UN PIANO PER COGLIERE LE NUOVE OPPORTUNITÀ NEI LIVELLI DI ASSISTENZA 5.1 Le scelte e le alleanze per la promozione della salute 5.2 La prevenzione collettiva Igiene e sanità pubblica. Prevenzione e controllo delle malattie infettive Lavoro e salute Igiene degli alimenti e della nutrizione Alimentazione e salute Sicurezza alimentare Sanità Pubblica Veterinaria 6. I PROGETTI SPECIALI DEL PIANO SANITARIO I RISULTATI RAGGIUNTI E LE CRITICITÀ EMERSE 6.10 Alimentazione e salute Obiettivi del Piano Sanitario Regionale della Prevenzione Gli obiettivi del PSP applicabili all area nutrizionale sono: 1.3 LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE La prevenzione collettiva 4.3 ABITUDINI, COMPORTAMENTI E STILI DI VITA NON SALUTARI Alimentazione Attività fisica e peso corporeo 8. IL PIANO OPERATIVO: INDICE DELLE AZIONI PROGETTUALI 8.1 I PROGETTI Sviluppo del Programma di sorveglianza OKkio alla Salute Pranzo sano fuori casa Indirizzi normativi D.M. 16 Ottobre 1998 Approvazione delle linee guida concernenti l organizzazione del Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione (S.I.A.N.).LR 40/2005 modificato dalla 60/2008 Disciplina del Servizio Sanitario Regionale SdS). DGRT 716/2009 PSR , punto Progetto per l attuazione della sanità d iniziativa a livello Territoriale. DGR n. 279 del 18/04/2006 Linee di indirizzo per la realizzazione di una rete integrata di servizi per la prevenzione e cura dei disturbi del comportamento alimentare nella Regione Toscana. DPCM 4 maggio 2007 Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari. 3

10 DGR n. 657 del 17/09/2007 Progetto speciale "Alimentazione e salute" Approvazione delle linee di indirizzo in tema di sorveglianza nutrizionale, prevenzione e promozione di sani stili di vita, percorso assistenziale del soggetto obeso. DGR n. 112 del 18/02/2008 Approvazione schema di protocollo d'intesa tra Regione Toscana e Ministero Pubblica Istruzione nell'ambito del Piano Nazionale per il benessere dello studente. D.G.R. n. 800 del 13/10/2008 "Guadagnare Salute in Toscana: rendere facili le scelte salutari" - Linee di indirizzo e istituzione dell'osservatorio sugli stili di vita. D.G.R. n. 193 del 23/02/2010 Sicurezza alimentare. Approvazione progetto Sviluppo di modelli di miglioramento della qualità e di condivisione della conoscenza in ambito del settore Igiene degli alimenti, presentato dall`az. USL 7 di Siena. Prenotazione di risorse. D.G.R.T. n del 28/12/2010 Linee di indirizzo regionali per la ristorazione scolastica. DGRT 217 del 4 aprile 2011 Azioni di promozione alla salute per l anno Progetti regionali I progetti regionali specifici applicabili all Area Nutrizionale dell U.F. IAN sono: - Delibera GRT n. 504 del 30/06/2008 Celiachia: azioni, indicazioni attuative alle Aziende USL e criteri di ripartizione dei finanziamenti di cui agli artt. 4 e 5 della L. 123/2005, - Sorveglianza nutrizionale Okkio alla salute, - Sviluppo e condivisione di un Sistema per la Gestione della Qualità dei Servizi che si occupano di Igiene degli Alimenti e Nutrizione appartenenti al Dipartimento di Prevenzione delle Aziende Sanitarie toscane, - Percorso di miglioramento dell area di lavoro Igiene degli Alimenti e Nutrizione nei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL della Toscana (D.D. n del 16/12/2008), - Progetto Qualità nei Dipartimenti di Prevenzione (D.D. n del 29/11/2005), - Sistema di applicazione dei Prodotti Finiti (D.G.R.T. n. 670/2008 D.D. n. 4196/2008), - Progetto regionale Valutazione e controllo dei piani nutrizionali in ristorazione collettiva, - Piano Moduli di miglioramento Nutrizione anno 2011, - Progetti regionali previsti dal programma regionale Guadagnare salute in Toscana : rendere facili le scelte salutari (DGR 800/2008): Progetti...E vai con la frutta e Pranzo sano fuori casa (D.G.R.T. 1272/2009, D.D.2961/2010 e D.D. n. 6657/2010), Progetto Le scuole alberghiere per la salute. - Progetto: Programmi efficaci per la prevenzione dell'obesità: il contributo dei SIAN, - Progetti relativi all applicazione della DGRT 217 del 4/4/2011 Azioni di promozione alla salute per l anno 2011 in particolare Allegato A Promozione della salute: programma di attività per l anno 2011 Parte A - Indirizzi ai Poli di Area Vasta e alle Aziende sanitarie per interventi di promozione della salute rivolti alla popolazione adulta e Parte B Linee di intervento per il benessere giovanile: dal progetto al programma Di Testa mia. Gli studi epidemiologici di riferimento sono: - Sistema di sorveglianza Passi Regione Toscana, - Indagine Okkio alla Salute, - HBSC, - EDIT, - Multiscopo ISTAT. Analisi di contesto Dall analisi dell attività svolta nell ultimo triennio dalla Regione Toscana e dai servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione emergono con chiarezza punti di forza e spunti di miglioramento. Costituiscono punti di forza: Presenza di dati epidemiologici aggiornati circa la situazione nutrizionale in Toscana e sui consumi (dati PASSI, Okkio alla salute, HBSC, EDIT, ISTAT 2009 Consumi), Nuovo approccio alla cronicità (CCM Medicina di iniziativa ecc.), Ruolo centrale nella prevenzione attribuito ai corretti stili di vita, Evoluzione dei Dipartimenti di Prevenzione: inaugurazione di percorsi di qualità, 4

11 Inserimento nel bersaglio S.Anna di indicatori nutrizionali, Definizione di Linee di indirizzo regionali per la ristorazione collettiva. 5Mentre si individuano come possibili aree di miglioramento: Completamento di un catalogo regionale di prestazioni comuni e condivise, Definizione dei criteri di funzionamento per il miglioramento delle attività in ambito nutrizionale da parte delle strutture organizzative che si occupano di Nutrizione, Sviluppo di una rete operativa prevenzione-ospedale-territorio in ambito nutrizionale. 3. LINEE STRATEGICHE Principi Le azioni dovranno rispondere ai seguenti valori di riferimento, mutuati dai documenti di indirizzo regionale a cui si ispiravano i precedenti Piani, ed in particolare: - l uguaglianza, - l umanizzazione, - la salute, come diritto per il singolo cittadino e dovere della collettività, - la continuità, intesa anche come la multidisciplinarietà. I programmi e le singole azioni si fondano, inoltre, sui principi storici del sistema toscano, ossia: - l appropriatezza, - la qualità, - la produttività, - l iniziativa, - l integrazione, - la partecipazione del cittadino. Indirizzi strategici: a) definire per l ambito nutrizionale una programmazione regionale, di Area vasta e locale, assicurando contestualmente a livello di ogni Azienda USL un contributo allo sviluppo del sistema aziendale e al P.I.S. b) articolare la programmazione sui seguenti ambiti di intervento - Popolazione generale 1. popolazione in toto 2. fasce di popolazione definita. - Gruppi/individui a rischio 3. pazienti arruolati nei percorsi assistenziali del Chronic Care Model e della medicina di iniziativa 4. pazienti con particolari caratteristiche fisiologiche o patologiche (gestanti, donne in menopausa, celiaci, sovrappeso/obesi ecc). c) mettere in atto interventi di provata efficacia (EPB) - promozione dell utilizzo di metodi efficaci nel settore della prevenzione dell obesità, attraverso la costruzione di un repertorio degli interventi efficaci in campo nutrizionale e di attività fisica con il metodo delle revisioni sistematiche di E.B.P. (Evidence Based Prevention), - condivisione di buone pratiche e di protocolli di intervento e delle strategie di valutazione degli interventi e dei risultati, al supporto ad interventi locali di prevenzione. d) lavorare in qualità - analisi dei processi e definizione di procedure condivise - misurazione e monitoraggio dei risultati in termini di efficacia e efficienza. e) rafforzare le collaborazioni esterne e interne in ambito sanitario e extrasanitario - MMG PLS/ UU.OO. specialistiche territoriali e ospedaliere/ terzo settore. f) orientare gli interventi alla soddisfazione del cliente - valutazione sistematica della soddisfazione dell utenza, 5

12 - implementazione della comunicazione esterna su contenuti di prevenzione e sulle prestazioni offerte in ambito nutrizionale ed aggiornamento dei documenti informativi dell utenza (carta dei servizi/sito web/materiale informativo), - sistematizzazione della diffusione dell informazione all utenza. 4. OBIETTIVI e AZIONI Obiettivo 4.1.: Definizione dei criteri di funzionamento per il miglioramento delle attività in ambito nutrizionale da parte delle strutture organizzative che si occupano di Nutrizione Aggiornare gli standard operativi per le principali attività in ambito nutrizionale Considerati i positivi risultati ottenuti grazie all attuazione di quanto previsto dal progetto Valutazione e controllo piani nutrizionali si conferma la metodologia di lavoro già sperimentata in tale progetto nonché l obiettivo di proseguire nell individuazione di standard operativi condivisi relativi alle principali attività nutrizionali. In particolare, al fine di garantire l efficacia degli interventi effettuati, è necessaria l introduzione anche in ambito nutrizionale della supervisione professionale (già prevista e regolamentata in ambito sicurezza alimentare, vedi DGRT 971/08, 657/08; DGRT 4443/09) ossia di uno strumento utile per verificare e di conseguenza potenziare le capacità tecniche di tutti gli operatori coinvolti implementandone il miglioramento continuo. Condizione indispensabile per l attuazione di tale verifica è peraltro la definizione a monte di standard operativi condivisi e validati dal punto di vista scientifico, ottenuti mediante la condivisione delle migliori pratiche disponibili, attraverso un confronto diretto e sul campo tra tutte le parti interessate alle attività correlate alla nutrizione. In relazione alle singole attività dovranno pertanto essere individuate procedure operative condivise e definiti gli standard minimi da richiedere in sede di supervisione professionale. La supervisione si articolerà nei seguenti punti : - Analisi e valutazione di problemi e approfondimenti su situazioni di particolare interesse o aventi una loro particolare specificità; - Condivisione sulla valutazione della appropriatezza delle attività espletate - Valutazione congiunta dell applicazione delle procedure applicative e delle istruzioni operative utilizzate e della loro congruità; - Analisi e valutazione di problemi interpretativi o applicativi, in esito alle attività di cui sopra su cui necessitano approfondimenti o modifiche procedurali Dall analisi dei risultati dell attività di supervisione deriverà l individuazione dei bisogni formativi del personale e la conseguente progettazione/erogazione di percorsi formativi condivisi Completamento di un catalogo regionale di prestazioni comuni e condivise Secondo il DM 16/10/98, i SIAN devono garantire le seguenti prestazioni in ambito nutrizionale: 1. Sorveglianza nutrizionale: raccolta mirata dei dati epidemiologici (mortalita', morbosita'),consumi ed abitudini alimentari,rilevamenti dello stato nutrizionale per gruppi di popolazione. 2. Interventi di prevenzione nutrizionale per la diffusione delle conoscenze di stili alimentari corretti e protettivi nella popolazione generale e per gruppi di popolazione (genitori,insegnanti, alimentaristi, infanzia ed eta' evolutiva, anziani ed altre specificita') con l'utilizzo di tecniche e strumenti propri dell'informazione e dell'educazione sanitaria. 3. Attivita' informative. 4. Interventi nutrizionali per la ristorazione collettiva: predisposizione, verifica e controllo sulle tabelle dietetiche, indagini sulla qualita' nutrizionale dei pasti forniti e consulenza sui capitolati per i servizi di ristorazione con l'apporto tecnico degli altri Servizi ed Unita' Operative di competenza (Servizi Veterinari, U.O. Igiene Alimenti e Bevande). 5. Consulenza per l'aggiornamento in tema nutrizionale per il personale delle strutture di ristorazione pubbliche e private (scuola, attivita' socio-assistenziali, assistenza domiciliare, mense aziendali, ecc.). 6. Interventi nei settori produttivi e commerciali di competenza, per la promozione della qualita' nutrizionale (etichettatura nutrizionale, dieta equilibrata, prodotti dietetici e per l'infanzia, rapporti favorevoli qualita' nutrizionale/trattamenti di conservazione e produzione, ecc.). 7. Consulenza dietetico-nutrizionale (prevenzione, trattamento ambulatoriale, terapia di gruppo per fasce di popolazione a rischio). 6

13 8. Rapporti di collaborazione e consulenza con strutture specialistiche e medici di medicina generale. 9. Elaborazione di proposte per la formazione e l'aggiornamento del personale sanitario, tecnico ed amministrativo. La programmazione delle attività deve essere coerente con le indicazioni fornite dai documenti di indirizzo regionali ed aziendali e tenere conto dei dati epidemiologici riferiti a sovrappeso/obesità e patologie associate e stili di vita del territorio, nonché delle richieste provenienti dalla società (Comuni, Associazioni, altri Enti). Le attività sono classificabili schematicamente come attività ordinarie e attività su progetto. Attività ordinarie Dovrà essere garantito lo svolgimento delle prestazioni su richiesta e di iniziativa facenti parte dell attività ordinaria, quali ad esempio: - mantenimento delle prestazioni ambulatoriali di counseling nutrizionale individuale e di gruppo effettuate nel prestazioni di consulenza nutrizionale in ristorazione collettiva su richiesta (elaborazione, valutazione e controllo dei piani nutrizionali adottati da scuole, RSA, mense aziendali ecc.; indagini sulla qualità nutrizionale dei pasti forniti nella ristorazione ) Attività su progetto Dovrà essere garantita la partecipazione ai progetti regionali o la realizzazione di progetti speciali a valenza aziendale, comunque in linea con gli indirizzi regionali Sperimentare modelli organizzativi innovativi che rispondano alle esigenze di contesto in ambito nutrizionale e degli stili di vita Le esigenze che stanno indirizzando i Dipartimenti di Prevenzione verso strutture funzionali unitarie interdisciplinari che si occupano di sicurezza alimentare possono essere trasferite all ambito nutrizionale e degli stili di vita; anche in questo ambito è infatti sempre più necessario garantire competenza specifica, interdisciplinarietà ed integrazione (qualità, conoscenza, rete). La Regione Toscana, con la Delibera n. 657 del 17/09/2007 Approvazione delle linee di indirizzo in tema di sorveglianza nutrizionale, prevenzione e promozione di sani stili di vita, percorso assistenziale del soggetto obeso, ha dato indicazioni alle Aziende USL in merito alla realizzazione di una rete integrata di servizi per la diagnosi e la terapia dell obesita. Nelle Aziende USL vengono individuati due livelli di intervento, uno ospedaliero per obesità grave e chirurgia bariatrica, ed uno territoriale in cui sono previsti dei centri ambulatoriali specialistici di riferimento per la diagnosi e la terapia dell obesità, avvalendosi delle strutture pre-esistenti con competenze affini. Citando testualmente, il Centro ambulatoriale opera in stretto contatto con i vari servizi a livello territoriale e, se sono presenti necessità specifiche, con i servizi ospedalieri individuati nel territorio o con i Centri di elevata specializzazione, in modo da garantire l efficienza della rete dei percorsi per l utenza ed interventi specifici integrati. Con il programma Regionale Guadagnare salute in Toscana (DGR n. 800/2008) la Regione Toscana definisce le linee di indirizzo e le strategie per attivare sul territorio azioni finalizzate ad affrontare i principali fattori di rischio e favorire nella popolazione comportamenti salutari con un approccio attento non solo agli aspetti sanitari, ma anche a quelli sociali, economici ed ambientali. Lo sviluppo del sistema salute, in questo modo, avviene facendo perno e potenziando i canali di collaborazione tra il settore sanitario e le componenti non sanitarie (produttive, culturali, ambientali) della società, oltre che attraverso una forte e convinta integrazione sociosanitaria. Attraverso la strategia di Guadagnare salute si mira a rafforzare la modalità di lavoro sistemico e a rete, stimolando da un lato la responsabilità individuale dei cittadini (empowerment) e, dall altro, la responsabilità degli stakeholder e delle istituzioni per facilitare le scelte salutari delle comunità, con un attenzione anche alle diseguaglianze sociali e alla sostenibilità ambientale. Le Società della Salute rappresentano l ambito territoriale ottimale per censire e analizzare i bisogni delle comunità locali, progettare e pianificare le azioni per agire in maniera sistemica, minimizzare i fattori di rischio, e massimizzare le risorse salutogeniche. Particolare rilievo assume la partecipazione alla costruzione del profilo di salute della comunità di riferimento e del piano integrato di salute, in cui trovano posto la pianificazione dei servizi alla collettività e la costruzione di alleanze con istituzioni e risorse della comunità locale. D altra parte il PSR pone le basi per un nuovo approccio alla patologia cronica sviluppando nuovi modelli sanitari come l Expanded Chronic Care Model. In esso gli elementi clinici che connotano il Chronic Care Model sono integrati da aspetti di sanità pubblica, come l attenzione alla prevenzione primaria collettiva 7

14 ed ai determinanti di salute intesi come condizioni non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche e culturali delle persone. Il modello di riferimento prescelto contempera l esigenza di maggiore efficienza ed efficacia nella gestione della cronicità con quella di valorizzare la prevenzione primaria e di contrastare le disuguaglianze nella salute; esso enfatizza, inoltre, l importanza del coordinamento degli interventi adottati ai diversi livelli del sistema socio-sanitario in una logica di garanzia della presa in carico del bisogno di salute e di continuità del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale. In questo modo le attività della Prevenzione in ambito nutrizionale completano ed integrano il quadro della strategia regionale per l assistenza territoriale. Al fine di sperimentare modalità organizzative che rispondano alle esigenze sopra descritte nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi di salute, in particolare per quanto riguarda la nutrizione e gli stili di vita, si ritiene necessario avviare un progetto di riorganizzazione delle attività di nutrizione. Tale progetto, nell ambito delle specifiche competenze previste dal D.M. 16 ottobre 98, dovrà individuare un modello organizzativo strutturale o gestionale sostenibile ritenuto idoneo per fornire adeguate risposte ai bisogni emergenti in campo nutrizionale, nell ottica dell ottimizzazione delle risorse e dell integrazione con gli altri attori sanitari ed extrasanitari. Il percorso di sperimentazione si articolerà in due fasi: nella prima, che terminerà il 31 dicembre 2012, verranno coinvolte le Aziende USL n. 7 Siena, 11 Empoli e 12 Viareggio, che in raccordo con le Aziende USL della propria area vasta, dovranno sviluppare e applicare il loro modello con il coordinamento del settore regionale Servizi di prevenzione in sanità pubblica e veterinaria; nella seconda, a partire dal 01/03/2013, verranno sperimentati da tutte le restanti Aziende USL modelli organizzativi che tengano conto dei risultati conseguiti nella prima fase. La seconda fase terminerà il 31/12/2013. Allegati In allegato 1 sono riportate, suddivise per macroaree di intervento, le principali attività in ambito nutrizionale da inserire nella programmazione annuale da parte delle Aziende USL. Per ognuna di esse vengono specificati i riferimenti al PRP e ai principali progetti regionali in corso. In allegato 2 è riportato il format da utilizzare per la programmazione annuale delle attività nutrizionali. Sono inoltre allegate la scheda n 1 per la sintesi delle attività programmate e la scheda n 2 per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi. In allegato 3 sono riportate le attività formative in ambito nutrizionale definite con D.G.R.T. 294 del 26/04/2011. In allegato 4 è riportato il cronoprogramma relativo alle azioni previste dall obiettivo 4.1. e

15 ALLEGATO 1 Tab 1a. Popolazione generale Corrispondenza tra Piano Regionale di Prevenzione Indirizzi o progetti regionali- Prodotti Finiti Macroarea di intervento Piano Regionale di Prevenzione Indirizzi o progetti regionali PF SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE Macroarea: Prevenzione di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari 2.8. Sorveglianza e monitoraggio Prosecuzione e sviluppo del sistema PASSI Sviluppo dei Programmi di sorveglianza OKkio alla Salute, HBSC EDIT ( Epidemiologia dei Determinanti dell Infortunistica Stradali in Toscana) Intervento di modifica delle abitudini alimentari e del livello di attività fisica in donne con diagnosi pregressa di tumore mammario. Fattibilità e confronto tra due tipologie di intervento (ISPO) PF 68 PF 65 PF 73 EDUCAZIONE NUTRIZIONALE E PROMOZIONE DI CORRETTI STILI DI VITA Macroarea: Prevenzione di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari 2.9. Prevenzione delle patologie e delle condizioni determinate da comportamenti e abitudini non salutari Programma regionale Guadagnare salute Progetto regionale Pranzo sano fuori casa Progetto e vai con la frutta! Progetto Scuole alberghiere per la salute PF 78 Applicazione delle Linee di indirizzo regionali per la ristorazione scolastica (Del. GRT 1127/2010) Ragazzi insieme. Ragazzi in movimento tra salute, ambiente, cultura e tradizioni Divertirsi guadagnando salute Progetti di educazione alla salute nelle scuole Applicazione DGRT 217/2011 azioni di promozione alla salute per l anno

16 Tab 1b. Gruppi/individui a rischio Macroarea di intervento Piano Regionale di Prevenzione Indirizzi o progetti regionali PF DIETETICA PREVENTIVA Macroarea: Prevenzione della popolazione a rischio Malattie Cardiovascolari 3.3 Diabete Macroarea: Prevenzione delle complicanze e recidive di malattia La sfida della cronicità Attuazione della sanità d iniziativa a livello territoriale per la gestione dei pazienti con scompenso cardiaco CArPeDIAB - CAmpagna di Prevenzione del DIABete Mellito nella Popolazione Adulta della Toscana Promozione dell'attività Fisica Adattata (A.F.A.) Attività di counseling di gruppo rivolto a sovrappeso/obesi Supporto nutrizionale specifico di gruppo rivolto a gruppi a rischio PF 74 PF 75 Counseling nutrizionale individuale per prevenire /trattare obesità e sovrappeso Counseling nutrizionale individuale in pazienti arruolati nei percorsi assistenziali del Chronic care model e della medicina di iniziativa o pazienti con particolari caratteristiche fisiologiche o patologiche (gestanti, donne in menopausa, celiaci ecc) 10

17 ALLEGATO 2 CONTESTO DI RIFERIMENTO FORMAT PIANO DI LAVORO ANNUALE AREA NUTRIZIONALE Analisi/report attività anno precedente Indicazioni del Piano Integrato di Salute e dati epidemiologici Rispondenza ad obiettivi Piano Sanitario Regionale, Piano Regionale della Prevenzione ed altri strumenti di programmazione regionale compresi progetti specifici inerenti l area nutrizionale OBIETTIVI DI BUDGET AZIENDALE PROGRAMMAZIONE Linee di indirizzo Obiettivi generali e specifici Attività ordinarie Attività su progetto Indicatori di attività/risultato Cronoprogramma SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITÀ Attività di valutazione e di supervisione professionale Attività di redazione/revisione documentazione del SGQ Indicatori di qualità ANALISI DELLE RISORSE Risorse umane Risorse strumentali Valutazione di fattibilità FORMAZIONE del PERSONALE 11

18 Scheda 1 AZIENDA USL.. Struttura organizzativa PROGRAMMAZIONE IN AMBITO NUTRIZIONALE - ANNO MACROAREA Titolo/denominazione Tipo Obiettivi Azioni Tempi Indicatori Risultati attesi (1) a 1. SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE b.. a 2. EDUCAZIONE NUTRIZONALE E PROMOZIONE DI CORRETTI STILI DI VITA b.. a 3. RISTORAZIONE COLLETTIVA b.. a 4. DIETETICA PREVENTIVA b.. (1) Indicare se trattasi di attività aziendali/progetti regionali (2)Per ogni macroarea, individuare le singole attività o progetti e i dati relativi 12

19 Scheda 2 AZIENDA USL.. Struttura organizzativa MONITORAGGIO ATTIVITA PROGRAMMATE IN AMBITO NUTRIZIONALE - ANNO MACROAREA Titolo/denominazione Tipo (1) Tempi Indicatori Risultati attesi Risultato al 30/6 Risultato al 31/12 Scostamenti (2) a 1. SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE b.. 2. EDUCAZIONE NUTRIZONALE E PROMOZIONE DI CORRETTI STILI DI VITA a b.. a 3. RISTORAZIONE COLLETTIVA b.. a 4. DIETETICA PREVENTIVA b.. (1) Indicare se trattasi di attività aziendali/progetti regionali (2) Differenza tra obiettivi e risultati realmente conseguiti. In caso di scostamenti significativi, indicare cause ed azioni correttive. 13

20 ALLEGATO 3 D.G.R.T. 294 del 26/04/2011 MODULI DI MIGLIORAMENTO Nutrizione n Soggetto organizzatore modulo TITOLO Settore regionale di riferimento OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVI SPECIFICI DESTINATARI DURATA (h) STIMA COSTO 1 Azienda USL 12 Il counseling sistemico nella conduzione di gruppi Formare gli operatori dei SIAN che svolgono attività di educazione nutrizionale di gruppo Miglioramento/ acquisizione di competenze nella gestione delle attività di counseling di gruppo 24 Nr. 12 Dirigenti Medici Nr. 12 Dietisti 24 Evento finanziato con Decreto Dirigenziale Regione Toscana nr. 6324/ Azienda USL 11 Nutrizione e salute delle donne Formare gli operatori dei SIAN sui fabbisogni nutrizionali specifici di momenti specifici della vita della donna: pubertà, gravidanza e allattamento, menopausa Acquisizione di competenze nella gestione delle attività in relazione a interventi nutrizionali su gruppi omogenei di donne o su singoli 24 Nr. 12 Dirigenti Medici Nr. 12 Dietisti 24 Evento finanziato con Decreto Dirigenziale Regione Toscana nr. 6324/ Azienda Usl 12 Comunicazione in ambito nutrizionale Formare gli operatori dei SIAN sulle modalità da mettere in atto per aumentare l efficacia dei messaggi nutrizionali Acquisire competenze per decodificare i messaggi nutrizionali che provengono dai mezzi di comunicazione di massa Acquisire competenze per migliorare l efficacia della comunicazione 24 Nr. 12 Dirigenti Medici Nr. 12 Dietisti euro 4 Azienda USL 11 L'applicazione degli audit interni di supervisione professionale nelle strutture organizzative che si occupano di nutrizione nel Dipartimento di Prevenzione delle Aziende USL toscane Servizi di prevenzione in sanità pubblica e veterinaria identificare lo scopo e le motivazioni dell attuazione degli audit interni di supervisione all interno delle articolazioni organizzative che si occupano di nutrizione del Dipartimento di Prevenzione delle Aziende USL toscane Acquisire la tecnica per eseguire: - la pianificazione, - la programmazione, - l' esecuzione, - la valutazione di un audit interno di supervisione 12 Direttore UO Medici Igiene Alimenti e Nutrizione euro 5 Azienda USL 11 L ambulatorio di counseling organizzazione e requisiti di qualità Servizi di prevenzione in sanità pubblica e veterinaria Identificare i requisiti di qualità per l organizzazione e l esecuzione dell attività di counseling nutrizionale Acquisire le conoscenze per elaborare strumenti operativi per la organizzazione e la gestione delle attività di counseling nutrizionale 24 Nr. 12 Dirigenti Medici Nr. 12 Dietisti euro 14

21 Costo totale erogazione Moduli di Miglioramento: 3500 euro Si evidenzia che per i partecipanti agli eventi formativi i costi relativi ai trasferimenti dalle proprie sedi di lavoro alla sede di erogazione degli eventi formativi e dei pasti sono a a carico delle amministrazioni di appartenenza. RIEPILOGO RUOLI E RESPONSABILITA' ORGANIZZAZIONE MODULI DI MIGLIORAMENTO AMBITO IGIENE e SANITA PUBBLICA CRONOPROGRAMMA ATTIVITA '- D.G.R.T. 294 del 26/04/2011 Azienda USL capofila Moduli assegnati Costo moduli Azienda USL 11 Empoli nr. 2,4,5 500 euro Azienda USL 12 Viareggio nr. 1, euro Totale 3500 euro 15

22 ALLEGATO 4 CRONOPROGRAMMA Obiettivo 4.1. Definizione dei criteri di funzionamento per il miglioramento delle attività in ambito nutrizionale da parte delle strutture organizzative che si occupano di Nutrizione Attività Azioni Termine previsto Definizione dei requisiti strutturali minimi 31/06/2012 Individuazione risorse umane/strumentali minime Definizione standard formativi Counseling individuale e di gruppo Istruzioni operative Modulistica e materiale informativo Archiviazione dati Indicatori di attività e di efficacia 30/06/2012 Interventi di prevenzione nutrizionale per favorire stili di vita sani Target Istruzioni operative Individuazione canali e strumenti informativi Indicatori di attività e di efficacia 31/12/2012 Supervisione professionale Corso di formazione e definizione check list Applicazione della supervisione al 50% degli operatori Applicazione della supervisione al 100% operatori 31/06/ /12/ /12/2013 CRONOPROGRAMMA Obiettivo 4.2. Sperimentare modelli organizzativi innovativi che rispondano alle esigenze di contesto in ambito nutrizionale e degli stili di vita Attività Azioni Termine previsto (entro) Presentazione dei progetti da parte delle Definizione del modello organizzativo da sperimentare 30/03/2012 Az. USL capofila Definizione azioni/tempi/risorse per la sua realizzazione Indicatori e modalità di monitoraggio Applicazione dei modelli da parte delle Aziende Applicazione modelli dal 01/04/2012 al 31/12/2012 USL capofila Rendicontazione risultati Presentazione dei risultati 01/02/2013 Presentazione di progetti da parte delle ASL che partecipano alla fase II della sperimentazione Applicazione dei modelli Fase II Valutazione dei risultati complessivi Definizione del modello organizzativo da sperimentare Definizione azioni/tempi/risorse per la sua realizzazione Indicatori e modalità di monitoraggio 01/03/2013 Applicazione modelli dal 01/03/2013 al 31/12/2013 Rendicontazione risultati 01/02/2014 Presentazione dei risultati 01/03/14 16

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