Resoconto Tecnico sull Esercitazione di Recupero da Crepaccio 2007 e Paranco Mezzo Poldo con Piastrina in versione Focolaccia Premessa

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1 1 Resoconto Tecnico sull Esercitazione di Recupero da Crepaccio 2007 e Paranco Mezzo Poldo con Piastrina in versione Focolaccia A cura del coordinatore Lorenzo Martinelli Premessa Sulla base dei programmi predisposti e partendo dall assunto condiviso che gli sci-alpinisti raramente si legano su ghiacciaio al fine di scongiurare la ragionevole certezza di fare confusione con le corde piuttosto che i probabili rischi di cadere in un crepaccio, in questo confortati anche dal parere di esperti e guide, ai partecipanti all esercitazione sono state date le seguenti indicazioni: indossare l'imbraco basso, dotarlo di longe con moschettone, corredarlo dei moschettoni necessari, piastrina o reverso, viti da ghiaccio e cordini (vedasi l elenco dettagliato del materiale da portare). La piccozza dovrà trovarsi a portata di mano nello spallaccio dello zaino. Ogni due sci-alpinisti, si dovrà avere a disposizione, almeno, uno spezzone di 30 metri di una mezza corda. Naturalmente, ogni sci-alpinista si dovrà dotare del normale equipaggiamento (compresa la pala!). Partecipanti Impegni vari, incidenti, malattie, hanno ridotto il numero dei partecipanti a 12, suddivisi in gruppi di 4, purtroppo solo 6 erano stati presenti all esercitazione a secco in palestra di roccia. Clima Freddo intenso il primo giorno, intorno ai meno 15, esaltato dall effetto del vento da nord est che soffiava a folate anche se non forte: freddo percepito oltre meno 25. Soleggiato. Il secondo giorno il vento si è attenuato, ma la temperatura è rimasta su livelli molto bassi. Soleggiato. Condizione dei Ghiacciai e dei Crepacci La copertura nevosa era a livelli minimi e il vento che ha soffiato frequentemente nelle ultime settimane aveva spazzato e scoperto ampie porzioni di ghiaccio verde occludendo i crepacci con neve farinosa a bassa coesione. Nella zona prescelta per l esercitazione è stato laborioso individuare un sito che potesse consentire l effettuazione della nostra attività. L abbiamo finalmente individuato appena sopra la parte iniziale della pista del Ventina ad una quota di poco al di sotto del Rifugio delle Guide. Date le condizioni generali non è stato possibile individuare altri siti più favorevoli e adatti al nostro scopo. Condizioni della Neve La poca neve presente era stata lavorata dal vento con la formazione dei classici Sastrugi (piccole becche e rilievi sul manto nevoso corroso dal vento), trasportata, compressa ed in altri punti completamente spazzata via con la messa a nudo di ampie zone di ghiaccio verde. Al colle fra il Breithorn e la Gobba di Rollin, oltre al vento aveva lavorato un po anche il sole creando una crosta dura superficiale di rigelo. Sabato 17 Novembre Si giunge con la funivia al rifugio intorno alle ore 9.30, depositato il materiale in eccesso, ci siamo abbigliati e formato i gruppi di quattro persone con due corde per gruppo. Con qualche difficoltà, per la presenza di neve trasportata dal vento che aveva ostruito i crepacci, abbiamo finalmente individuato a monte della pista del Ventina, un crepaccio su ghiaccio vivo della profondità di circa 3 metri con, a monte, uno spazio sufficiente per fare le nostre manovre, anche se un po limitato e scomodo.

2 2 La presenza di ghiaccio duro intorno al crepaccio ci ha obbligato a realizzare gli ancoraggi esclusivamente con viti da ghiaccio. Un piccolo crepaccio aperto ci ha consentito di realizzare un ancoraggio supplementare con gli sci e una fettuccia, per assicurare gli zaini. Tutti, in linea di massima, hanno potuto eseguire la discesa con discensore e la risalita con nodi autobloccanti. Non tutti sono riusciti a provare i vari paranchi. Non si è potuta fare la gara di velocità. Il freddo, il vento e il pendio delicato l hanno fatta da padroni. Verso le 15.30, provati dalla situazione, si è deciso il rientro salendo in cordata con ramponi e piccozza. La decisione è nata dal fatto che erano presenti ampie chiazze di ghiaccio vivo, che alcuni avevano problemi con le pelli e che il rifugio appariva abbastanza vicino. Il rientro si è rivelato lungo e delicato per la presenza di numerosi crepacci occlusi dalla neve, tanto che alcuni hanno sperimentato il brivido del vuoto sotto i piedi, fortunatamente senza conseguenze o problemi, grazie alla corretta esecuzione delle cordate. Col senno di poi si può affermare che, probabilmente, sarebbe stato più opportuno scendere con gli sci e poi risalire con le pelli lungo la Ventina. La sera al rifugio abbiamo fatto un ripasso su paranchi e nodi. Il paranco Mezzo Poldo con Piastrina, versione Focolaccia, sembra il più semplice da realizzare anche in condizioni critiche (vedasi foto in calce e paragrafo Commenti e Osservazioni) Domenica 18 Novembre Era in programma la salita con gli sci al Breithorn Centrale. Partenza intorno alle ore Il vento era ridotto ad una leggera brezza da Nord Est ma il freddo era ancora intenso. Nella salita in ombra al colle del Piccolo Cervino non tutti si sono scaldati. Quando si sono cominciati ad intravedere i pendii Sud dei Braithon, questi non apparivano certamente invitanti a causa della scarsa presenza di neve e delle ampie placche di ghiaccio vivo ben visibili. Nella traversata del Colle del Breithorn, il freddo, nonostante il pallido sole, non si è attenuato e, complice la poca neve e, nella migliore delle ipotesi, la prospettiva di una discesa delicata, su pochi centimetri di neve poggiante su ghiaccio, la motivazione è crollata a livelli minimi e i più hanno fatto dietrofront. Solo tre hanno trovato lo stimolo, evidentemente supportato anche dalle ottime condizioni fisiche, per andare avanti con gli sci, i rampant e la piccozza a portata di mano, su pendio dove la presenza del ghiaccio sotto gli sci era manifesta; superata la crepaccia terminale insidiosamente chiusa, sono giunti al colle fra il Breithorn Occidentale e il Centrale, da lì con ramponi e piccozza, legati in cordata, fino alla vetta. Per la discesa appare significativo il commento di uno di loro: Discesa così e così, con neve dura in alto; in basso, ogni due belle curve su neve polverosa riportata, si alternava neve quando lievemente crostosa quando gessosa quando superficiale su ghiaccio vivo per cui ogni mezza curva si doveva cambiare impostazione. Non si vedeva alcun crepaccio, ma eravamo consci di esserci sopra (sciata morbida e gentile).. Rientro a Cervinia per tutti con gli impianti. Da segnalare qualche piccola disavventura per il gasolio gelato dopo due giorni di sosta a Cervinia (anche questo è un insegnamento). Commenti e Osservazioni Il freddo, la presenza di molti che non avevano partecipato all esercitazione a secco o che non avevano precedenti esperienze di ghiacciai e di ambienti impegnativi, le severe condizioni climatiche e ambientali (che non erano certamente le peggiori possibili!), hanno reso l esercitazione sicuramente impegnativa ma parimenti molto istruttiva per tutti. Certamente, dopo questa esperienza, tutti avranno più chiaro quanto sia importante la cura e la scelta dell abbigliamento giusto, la preparazione meticolosa e corretta dell attrezzatura e dell equipaggiamento, considerare l insidiosità dei crepacci e la necessità di adottare, pertanto, le più scrupolose misure di sicurezza nella progressione in cordata o con gli sci, ricordare che i corpi

3 3 metallici alle basse temperature si trasformano in micidiali concentrati di gelo che al contatto con la carne provocano dolorosissime lesioni, ecc, ecc. In questo senso, questa due giorni, si è rivelata una vera ed efficace esercitazione, che, aldilà della delusione per il troppo freddo, o per non aver potuto fare tutti i paranchi e una bella sciata, ha sicuramente arricchito tutti di utili conoscenze ed esperienze. Osservazioni circa il materiale. Sulla scorta dell esperienza fatta si può affermare che per fare tutte le manovre è necessario avere a disposizione al meno: - imbraco basso; - due viti da ghiaccio; - tre cordini in kevlar diametro 5,5 mm lunghi 3 metri (sosta semimobile, fissaggio del ferito sotto le ascelle, staffa per la risalita e longe); - tre cordini in kevlar diametro 5,5 mm, lunghezza 1,5 metri (tutti e tre impegnati contemporaneamente per fare i marchand del paranco e per la propria sicura sulla corda); - tre moschettoni HMS (a pera con ghiera); - quattro moschettoni tipo N (paralleli con ghiera ma anche senza); - un Reverso o piastrina gi-gi. Conseguentemente, a mio avviso, la dotazione personale minima di ogni sci-alpinista partecipante ad una gita su ghiacciaio, posto che una volta raggiunto il ferito potrà disporre di una parte del di lui materiale per fare le manovre di recupero (nota: tra parentesi ho indicato solo il primo utilizzo), dovrebbe essere la seguente: - imbraco basso; - una vite da ghiaccio (in prima battuta per l ancoraggio di discesa, si potrà usare anche la piccozza); - due cordini in kevlar diametro 5,5 mm lunghi 3 metri (sosta e longe); - due cordini in kevlar diametro 5,5 mm lunghi 1,5 metri (sicura in discesa con autobloccante e ausili vari); - tre moschettoni HMS (sosta e manovre di discesa); - due moschettoni di tipo N (sosta, manovre di discesa: con il gi-gi ne servono tre); - un Reverso o piastrina gi-gi. (discesa per raggiungere il ferito). Conclusioni ed Aspetti Organizzativi - appare opportuno per il futuro svolgere nel corso dell anno, durante le stagioni morte, più esercitazioni a secco, anche non monotematiche, per portare tutti i Soci interessati ad un livello il più possibile uniforme di conoscenze tecniche specifiche e dimestichezza con gli attrezzi; - si suggerisce anche di ammettere alle esercitazioni in ambiente solo coloro che hanno partecipato ad un certo numero, da stabilire, di esercitazioni a secco e che siano anche in possesso di tutta l attrezzatura individuale richiesta, altrimenti dovranno fare solo gli osservatori; - è il caso, anche, di rivolgere una raccomandazione a tutti i soci perché, prima di ogni esercitazione a secco o in ambiente, facciano una scrupolosa verifica dello stato della propria attrezzatura, magari facendosi aiutare e consigliare da soci più esperti; - in considerazione del fatto che le ultime due esercitazioni in ambiente sono state rese difficili dal clima non favorevole, si suggerisce di studiare l opportunità di scegliere un altro periodo dell anno più favorevole e/o un altro sito, magari più protetto; - si conferma l importanza di conoscere bene anche il modo di legarsi e procedere in cordata. Segue serie di foto del Paranco Mezzo Poldo con Piastrina, versione Focolaccia

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